Non sapeva che tipo di stato di salute avessero le altre persone. Il corpo di Mason Taylor era praticamente in buona forma. Naturalmente aveva una buona resistenza e forza, e gli piaceva anche fare esercizio: ovviamente se la sua salute fosse stata cagionevole, non sarebbe stato in grado di fare il lavoro di mercenario.
KILL THE LIGHTS – CAPITOLO 18
Tutti i membri dello staff stavano guardando Mason, trattenendo il respiro. Mason, che era entrato nel magazzino, aveva un aspetto completamente diverso: abito nero, capelli e occhi scuri e un’espressione spaventosamente indifferente. Non era strano chiamarlo un vero agente che lavora per un’organizzazione segreta.
KILL THE LIGHT – CAPITOLO 17
Milo, paparazzo freelance dallo scorso anno, aveva lavorato per i giornali di gossip per un totale di 5 anni e 8 mesi; 3 anni nel settimanale ‘Who Knows’, 2 anni nel ‘The inside’ e un anno e 8 mesi in ‘Hollywood Premium’. Era molto bravo nel suo lavoro.
KILL THE LIGHT – CAPITOLO 16
[Non so come condividere questa notizia in modo che sia meno doloroso per i nostri cuori.]
Le labbra della giornalista tremavano, non c’era modo di sapere se fosse a causa di un forte vento o di un cuore sconvolto. Proprio come quando aveva annunciato la morte di una star che le piaceva a causa di un infarto, adesso aveva una faccia dolorosa e terribile. Le sue labbra si mossero.
KILL THE LIGHTS – CAPITOLO 15
«Eh? No, lo stavano facendo di fronte a me, come se volessero che li vedessi.» Joy spiegò di nuovo la situazione a suo zio, Jason, che non le credeva e le chiese: [Come può essere?]
KILL THE LIGHTS – CAPITOLO 14 (M)
«Ahahah. Oh mio Dio, Liz.» La cugina di Haley, Joy, rideva come se non riuscisse a trovare parole. Sullo schermo della telecamera c’era l’immagine di Haley che trascinava con forza il braccio di Noah in una stanza d’albergo.
KILL THE LIGHTS – CAPITOLO 13
«Lo indosserai? Veramente?» Chiese di nuovo Tony stupito. Mason guardò il vestito che aveva scelto e aggrottò leggermente la fronte.
«Ah, come previsto è troppo stravagante, no?»
KILL THE LIGHTS – CAPITOLO 12
Un uomo in nero barcollò sotto la pioggia. Stava piovendo, ma non aveva nemmeno l’ombrello o le scarpe. L’uomo corse come se fosse fuori di testa, cercando qualcuno che chiamava ‘Amy’. L’uomo bagnato, bagnato e pallido alzò la testa.
«Amy!»
KILL THE LIGHTS – CAPITOLO 11
Mason pensava che il mondo fosse molto piccolo, grattandosi la testa. Non era che il ragazzo si facesse vedere dovunque andasse, ma lo aveva già incontrato più volte in un mese, anche nei posti più inaspettati.
KILL THE LIGHTS – CAPITOLO 10
Due settimane dopo, quando arrivò il giorno delle riprese, la temperatura aveva già preso una svolta verso l’estate. Mason si sistemò gli occhiali da sole sulla testa e si guardò intorno per le strade, dove pioveva a dirotto. Le strade, dove le persone si stavano preparando per le riprese, gli sembravano così familiari. Gli edifici e le persone che osservavano il personale che si preparava per le riprese, tutto, ovviamente, sembrava familiare.