Un sogno
Da quanto riusciva a ricordare, Kaew aveva sempre avuto un fratello maggiore* con il quale era vicino, ma non aveva alcun legame di sangue.
Da quanto riusciva a ricordare, Kaew aveva sempre avuto un fratello maggiore* con il quale era vicino, ma non aveva alcun legame di sangue.
«Reincarnazione?»
«Sì.» Guardai attentamente Phop, il cui volto era leggermente sereno, i suoi occhi scuri incontrarono i miei. In quel momento il suo sguardo sembrava profondo e misterioso, come se racchiudesse pensieri sconosciuti.
La sveglia del cellulare che avevo impostato per svegliarmi ronzava forte, annunciando una nuova mattina. Aprii lentamente gli occhi, presi il telefono e controllai l’ora. Erano le 7:30 del mattino. Per essere un sabato, questo era considerato presto per la maggior parte degli studenti che vivevano nei dormitori ed erano stanchi dopo una pesante settimana di studio. Ma non per me, che aspettavo con ansia il fine settimana.
Allora mi rifiutavo di credere nel destino.
«Khun*…» La voce profonda del proprietario della Benz richiamò la mia attenzione, tirandomi fuori dalla trance. Dal momento in cui stabilimmo il contatto visivo, i nostri occhi non si allontanarono nemmeno per una frazione di secondo.
Potevo ancora ricordare vividamente come mi ero sentito la prima volta che avevo scoperto di aver viaggiato indietro nel tempo. Ero così completamente scioccato che ero quasi svenuto. Da quel momento in poi avevo cercato costantemente il modo di tornare a casa. Tuttavia, quando arrivò il momento in cui finalmente potei tornare di nuovo all’era presente, le mie emozioni iniziali non furono affatto quelle di gioia o di sollievo. Il mio corpo si era raffreddato, il mio cuore era sprofondato. Non sentivo nemmeno la minima traccia di felicità.
Il mio desiderio si avverò un mese dopo.
«Uffa.» Nel cuore della notte, l’unico suono che riempiva l’aria era il cinguettio degli insetti che cercavano i loro compagni. Mi svegliai dal sonno, aprendo lentamente le palpebre sonnolente.
Una settimana dopo, sentivo che presto sarei diventato davvero nevrotico.
«Il cielo è sempre luminoso e limpido dopo che cade la pioggia.»
Il canto del gallo, accompagnato da quello degli uccelli, mi risvegliò dal mio stato di sogno. A poco a poco aprii gli occhi, trovando la stanza ancora buia. Solo la fiamma tremolante della lampada forniva luce sufficiente per vedere gli oggetti nella stanza.
La grande luna rotonda illuminava ancora brillantemente il cielo mentre Phop ed io tornavamo a casa. Avevamo trascorso un po’ di tempo nel padiglione sul lungomare, rannicchiandoci insieme, conversando e, nel frattempo, condividendo una comprensione più profonda l’uno dell’altro. Mi ero accoccolato contro il petto di Phop, godendomi la fresca brezza che di tanto in tanto ci sfiorava. Per la prima volta da quando ero arrivato lì, sentivo un senso di calore e conforto. Il mio cuore era forte e non avevo paura di nulla.
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