Vedendo quella tavoletta, Fang Guo sentì i peli sulla schiena rizzarsi.

Voleva buttarla via, ma le sue membra si erano irrigidite.

Quando Fang Guo si svegliò, era già circa l’una del pomeriggio.

La luce del sole entrava dalla finestra, splendendo sulla sua pelle. Era passato molto tempo, quindi sentiva un caldo cocente.

Attenzione: il seguente capitolo presenta scene di sesso non consensuale.

Fang Guo era mezzo addormentato, in grado di percepire il mondo esterno, ma ancora stordito. Non riusciva a raccogliere le forze e camminava come se fosse in alto tra le nuvole, con ogni passo debole e flaccido. Decise che stava sognando.

Fang Guo aveva un cuore generoso e, nonostante lo spavento iniziale da far rizzare i capelli, la notte passò senza che subisse alcun danno. Il giorno successivo lasciò la sala ancestrale e, anche dopo aver partecipato al funerale di Wei Wei, non vide più il fantasma di quella notte.

L’autobus arrivò, fermandosi all’ingresso del villaggio.

L’autista disse che il villaggio non permetteva l’ingresso ai veicoli, quindi dovettero scendere ed entrare nella sala ancestrale del villaggio.

Un lunedì Fang Guo ricevette una lettera inviata dal suo vecchio rappresentante di classe, si trattava di un invito a un funerale.

Il defunto era Wei Wei.

Fang Guo ci pensò per dieci minuti prima di ricordare quella persona.