Un uomo in nero barcollò sotto la pioggia. Stava piovendo, ma non aveva nemmeno l’ombrello o le scarpe. L’uomo corse come se fosse fuori di testa, cercando qualcuno che chiamava ‘Amy’. L’uomo bagnato, bagnato e pallido alzò la testa.
«Amy!»
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Un uomo in nero barcollò sotto la pioggia. Stava piovendo, ma non aveva nemmeno l’ombrello o le scarpe. L’uomo corse come se fosse fuori di testa, cercando qualcuno che chiamava ‘Amy’. L’uomo bagnato, bagnato e pallido alzò la testa.
«Amy!»
Mason pensava che il mondo fosse molto piccolo, grattandosi la testa. Non era che il ragazzo si facesse vedere dovunque andasse, ma lo aveva già incontrato più volte in un mese, anche nei posti più inaspettati.
Due settimane dopo, quando arrivò il giorno delle riprese, la temperatura aveva già preso una svolta verso l’estate. Mason si sistemò gli occhiali da sole sulla testa e si guardò intorno per le strade, dove pioveva a dirotto. Le strade, dove le persone si stavano preparando per le riprese, gli sembravano così familiari. Gli edifici e le persone che osservavano il personale che si preparava per le riprese, tutto, ovviamente, sembrava familiare.
«Ah … Intendi il signor Haley Lusk?»
Noah scoppiò in una risata perplessa alla domanda della giornalista. Era una domanda piuttosto complicata chiedergli cosa ne pensasse di Haley Lusk. La voce, che Haley avesse tentato il suicidio a causa sua, si era diffusa in tutto il paese.
Ottenere la chiave era stata la parte difficile, ma dopo era stato tutto facile. Quando aveva creato il conto in banca, la sua più grande fortuna era stata non aver inserito un blocco biometrico perché troppo pigro. Mason aveva promesso a se stesso che non avrebbe mai usato il riconoscimento dell’iride o del lettore di impronte digitali quindi aveva aperto la cassaforte, senza problemi, con le due chiavi che aveva preso da casa.
Mason si stupì a quella vista e chiamò Noah più volte. Di solito quell’uomo avrebbe detto ‘non siamo così intimi da chiamarci per nome a vicenda’, ma adesso non rispondeva. Sembrava che non riuscisse nemmeno a sentire la voce di Mason.
C’erano molte persone che stavano defluendo dall’uscita dei voli interni Jetblue da LA a New York.
La hostess Jaime uscì camminando un pò rapidamente tra la gente, perché un passeggero aveva lasciato i suoi occhiali da sole. Poichè era fastidioso camminare su quei nuovi paia di tacchi, a causa di quel maledetto servizio e dato che era una novellina, doveva cercare il passeggero.
«Stai zitto. Stai zitto. Stai zitto. Stai zitto….»
Noah aveva alzato lo sguardo a causa di una voce costante proveniente da sopra la sua testa. Non è che fosse in grado di vedere la persona che parlava perché era accovacciato in una grande valigia con la bocca bloccata, i polsi e le caviglie legati.
«Mi dispiace di aver interrotto. Sapevo che saresti rimasto sorpreso, ma mi hanno informato che l’appuntamento era annullato quando ormai ero arrivato qui.» Disse molto dolcemente con la sua voce. Il Regista non seppe cosa fare e si scusò per essersi accorto di lui in ritardo.
Il regista Ryan Cougar, che aveva diretto la serie ‘Clue’ negli ultimi dieci anni, guardò con indifferenza l’uomo di fronte a lui. Liz. Haley Lusk. Haley, quel capro espiatorio … A Cougar non era piaciuto Haley quando l’aveva incontrato per la prima volta, dieci anni fa.
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