KILL THE LIGHTS – CAPITOLO 5

«Stai zitto. Stai zitto. Stai zitto. Stai zitto….»

Noah aveva alzato lo sguardo a causa di una voce costante proveniente da sopra la sua testa. Non è che fosse in grado di vedere la persona che parlava perché era accovacciato in una grande valigia con la bocca bloccata, i polsi e le caviglie legati.

Noah trattenne il respiro e fermò il suo mugolare. Ciò nonostante «Stai zitto. Stai zitto« il suono continuava a entrare. Una sottile lama di luce entrò con la voce della donna da un piccolo spazio vuoto.

«Stai zitto. Stai zitto. Se emetti un solo suono, lancio questa borsa in mezzo alla strada e ti ammazzo. Stai zitto. Stai zitto.» Sapeva che Noah poteva sentire la sua voce.

Pazza puttana … Noah pensava che fosse una pazza puttana. Non stava imprecando, in realtà era fuori di testa. Se fosse stata sana di mente, non avrebbe detto a Noah, che già  stava zitto, di tacere, come un disco rotto. Naturalmente, prima di tutto, non avrebbe rapito un ragazzo e non l’avrebbe messo in una borsa.

Il terreno era piuttosto accidentato, quindi le ruote della borsa oscillavano molto. Se non fosse stato a stomaco vuoto da tutto il giorno, era certo che avrebbe vomitato. Non riusciva nemmeno a muovere un dito a causa della cinetosi e della disidratazione. Anche se non gli avesse legato i polsi, era sicuro che non avrebbe potuto fare nulla.

L’unica cosa che poteva fare era semplicemente desiderare silenziosamente che qualcuno lo trovasse prima che quella puttana pazza lo uccidesse.

Le possibilità erano molto basse. New York era la città in cui la gente pensava che occuparsi degli affari degli altri fosse una cosa imbarazzante, e nessuno sarebbe stato così creativo da pensare che una giovane donna con una valigia da viaggio ci trasportasse un ragazzino dentro. Se anche qualcuno avesse pensato che la cosa fosse strana, quella persona non avrebbe chiesto a qualcuno di passaggio di aprire il suo bagaglio.

Forse qualcuno mi salverà. Probabilmente le persone mi stanno cercando. Forse qualcuno penserà che questa donna pazza sia sospetta, afferrerà la borsa e mi salverà. Anche adesso. Anche dopo …

Ah, nessuno mi salverà … Pensò Noah dopo un po’ di tempo. Pensava che nessuno lo avrebbe salvato dalla paura di morire. – Per sempre.

«… Carlton. Sig. Raycarlton? Sta bene?»

Noah, che dormiva sul sedile posteriore dell’auto, aprì gli occhi a causa della voce di Phil. I suoi occhi pesanti e sfocati divennero lentamente più chiari. Un mondo oscuro che sembrava un’allucinazione scomparve e un’aria fredda gli sfiorò la guancia. Phil lo guardava accigliato fuori dalla portiera dell’auto. Noah sbatté leggermente gli occhi e sorrise come se niente fosse.

«Ah. Aaah … Qual era il nostro prossimo appuntamento?»

Phil sospirò e rispose alla lenta domanda di Noah. « Niente. La porto a casa a riposarsi.»

Noah sentì la sua fronte coperta da un freddo sudore e sorrise dicendo: «Domani sarò molto occupato«. I programmi di oggi che erano stati spostati a domani avrebbero reso il giorno dopo molto pieno e non avrebbe avuto nemmeno un minuto per pensare. Domani i «13 minuti per il suo pasto« non sarebbero stati uno scherzo, ma non poteva farci niente. Proprio come pensava Phil, Noah non era nella condizione di poter lavorare.

«Vuoi andare in ospedale? O devo chiamare il dottor Robert?» Noah scosse la testa.

«Aaah, no. Anche se è Robert, beh, credi che conosca un modo speciale per aiutarmi? Probabilmente mi darà solo una medicina più forte. Niente. Non preoccuparti. Tutte le persone moderne hanno gli incubi, vero?» Noah agitò la mano allegramente.

«Ma, signor Ray Carlton, in questo momento …» Noah sorrise vivacemente a Phil che stava cercando di dire qualcosa di più.

«Stai diventando presuntuoso, Phil.» Sotto il suo sorriso luminoso, gli occhi verdi di Noah erano freddi. Phil deglutì, con la gola secca e si scusò: «….Mi dispiace.»

Noah fece un cenno con la mano verso Phil e disse: «Vai a casa«. Phil guardò la sede dell’azienda dove un mucchio di lavoro giaceva ancora incompiuto, ma invece di rispondere che non poteva andarsene a causa del lavoro, semplicemente lo salutò.

«Allora, ci vediamo domani.» Chiuse educatamente la portiera dell’auto, Noah sorrise e agitò la mano allegramente come se non lo avesse mai fissato con freddezza. Phil chinò la testa e l’auto di Noah si diresse verso casa.

Noah si appoggiò di nuovo al sedile e chiuse gli occhi. Mosse la mano per allentare la cravatta, ma sentì che le sue dita tremavano. Sorrise. Erano già passati 20 anni, ma il suo corpo stava ancora reagendo.

Perchè continuava ad avere lo stesso problema? Noah ridacchiò e sospirò. In realtà la vicenda era stata trasformata in un film, ma la storia non era così drammatica. 

Semplicemente, una donna era impazzita a causa della gelosia nei confronti di sua madre, Rebecca Kelly, e aveva rapito il giovane Noah. Aveva portato Noah ovunque nella sua fuga, ma alla fine era stato salvato per una pura coincidenza. Di solito la sottrazione di minori finiva con la morte del bambino, ma era stato insolitamente fortunato ed era stato in grado di tornare a casa sano e salvo.

Il film aveva avuto un lieto fine e, infondo, la storia reale era simile al film. Le cose successe dopo erano piccole cose che il pubblico non doveva sapere.

Noah mise la mano nella tasca della giacca e ne estrasse una bottiglia di medicinale: Xanax. Lo prendeva da molto tempo, quindi l’effetto era progressivamente diminuito. Stava prendendo ancora lo Xanax perché non voleva cambiare la medicina, ma il suo medico Robert gli offriva costantemente altri tranquillanti. Anche lo stesso Noah a volte pensava che avrebbe dovuto smetterla di essere così testardo e di prendere altre medicine, ma oggi non aveva avuto scelta. Fosse anche solo per un effetto placebo, prendere lo Xanax era meglio che non prendere nulla. Quando aveva provato ad aprire la bottiglia, aveva visto una piccola macchia di fango e si era fermato.

Invece di prendere le medicine, si era limitato a fissare quella macchia. Era una macchia che si era procurato quando aveva lasciato cadere la bottiglia qualche tempo fa.

Quando era entrato sul set, tutti erano in silenzio. C’era un uomo verso cui convergevano gli sguardi di tutti. Noah pensava che l’uomo che tremava sotto la pioggia fosse qualcun altro, non Haley. Un uomo che non poteva essere in quel posto.

Tutti furono scioccati dalla qualità della recitazione, ma Noah respirava affannosamente e sbatteva le palpebre.

Come posso pensare a quell’uomo guardando Haley? Non c’era niente di simile tra Haley e quell’uomo. Haley era la persona più frivola tra le persone che Noah conosceva, e quell’uomo era …

Noah si ricordava vagamente del viso di quell’uomo e strinse gli occhi per ricordarlo ancora più chiaramente. In quel momento il telefono di Noah squillò forte. Era una telefonata di Phil. 

Noah ci pensò su un secondo e rispose al telefono. Se Phil lo chiamava anche se conosceva lo stato in cui versava Noah in quel momento, doveva essere un’emergenza.

Noah sospirò e ancora prima che potesse chiedergli cosa stava succedendo, Phil parlò per primo.

[È appena arrivato un nuovo rapporto su Mason Taylor … Dice che attualmente è disperso durante la missione. – Ti invierò i dettagli via fax a casa tua. Cosa devo fare? Vuoi seguirlo?] 

Chiese Phil con voce attenta e invece di rispondere, Noah mosse gli occhi e guardò la bottiglia di Xanax. Quello era certamente il momento di passare ad un tranquillante più forte.

****************

«Che cos’è tutto questo?» Nel soggiorno illuminato dalla luce del sole, Mason si era seduto sul divano e aveva chiesto cosa fosse quella assurdità.

«Ecco, sono i documenti sulla situazione finanziaria che mi hai chiesto di preparare per te ieri. Ho chiesto al tuo contabile personale, Loren, e me li ha dati piangendo di gioia. Chiedeva se finalmente ti sei interessato alla tua situazione finanziaria.» balbettò Tony. 

Mason si grattò la guancia e pensò: gli uomini di questo quartiere piangono così bene

Simon, Tony e questa volta un ragazzo di nome Loren che non conosceva nemmeno. E le ragioni per cui piangevano erano tutte stupide.

«No … capisco che questo sia un rapporto finanziario, ma questo, questo, questo e questo, e tutte queste cose. Perchè stanno uscendo tutti questi soldi dal mio conto?»

La ricchezza di Haley si divideva principalmente in due categorie. Molti soldi che guadagnava da solo e pochi soldi che gli erano stati lasciati dai suoi genitori con la casa. Sia i soldi che guadagnava e quelli dei suoi genitori andavano così tanto da qualche parte che attualmente il suo conto era quasi in rosso. Se escludeva la casa … in realtà era già in rosso!

I soldi che uscivano dal conto corrente andavano da poche migliaia di dollari a poche centinaia di migliaia di dollari, ma soprattutto quelli non erano perché aveva comprato qualcosa. Ovviamente Haley si era concesso delle stravaganze, ma soprattutto si trattava di trasferire denaro ad altri.

A causa della domanda di Mason, Tony assunse una faccia strana e disse: «Ah, quello …In cima ci sono le spese di mantenimento di tua zia, Anna. Le davi quattromila dollari ogni mese. Proprio sotto c’è il denaro che mandi a tuo zio e sua moglie. Quei quattromila e quei ventimila sono il conto dell’ospedale di Anna. Sotto questa voce ci sono i costi di mantenimento di Joy, lo stipendio della babysitter … e ancora sotto ci sono i soldi che presti sempre a tua cugina, Joy ….. «

Tony gli spiegò dei soldi e affermò che probabilmente non li ricordava nemmeno prima di perdere la memoria. Quella era la spesa per il mantenimento di Jordan, quella era la spesa per traslochi di Sandra, quella … Mason chiese, guardando quella storia infinita: «…. Perché devo mantenere i miei parenti?»

Haley e sua zia Anna non si erano rinnegati a vicenda? Mason non poteva dire niente ad Haley, che spendeva ventimila dollari ogni mese per i suoi parenti che avevano cercato di togliergli la maschera di ossigeno.

«Eh? Beh …? Mi hai sempre detto che devi dare loro i soldi. Non conosco i dettagli …»

«Queste persone sono disabili?» chiese Mason. Forse era quello il motivo per cui non potevano guadagnare i propri soldi, ma presto si disse: «No, anche se fossero disabili, non ho l’obbligo di sostenerli« e continuò ad esaminare i documenti. Se erano disabili o poveri, sarebbe stato compito dello Stato di prendersi cura di quelle persone non del rinnegato nipote.

«Da qui a qui. Taglia tutti i soldi che vanno ai miei parenti. Assistenza all’infanzia, conto dell’ospedale, tutto.» Mason lo disse con enfasi. C’era un limite anche nell’essere un pollo da spennare. Dare tutti i suoi soldi ai suoi parenti, che si comportavano come spazzatura, finché il suo conto in banca non fosse andato in rosso. A differenza di Haley, Mason non pensava nemmeno lontanamente di comportarsi così.

Tony rimase sorpreso dalle parole di Mason.

«Sul serio… sei sicuro? Improvvisamente … voglio dire che non voglio che tu dia i tuoi soldi a quella spazzatura, ma se interrompi tutto all’improvviso, faranno storie …»

«Che storie?» chiese Mason sbalordito. Tony rispose con paura: «Chiamarti al telefono e venire qui … Dicendo che spargeranno voci su di te o ti faranno causa«. Mason lo guardò da capo a piedi.

Aveva capito perché Haley era cresciuto così. Senza genitori, con tutti i suoi parenti che cercavano di derubarlo e il suo unico aiuto era quel debole uomo. Ogni mese buttava almeno ventimila dollari nella spazzatura, come un idiota, solo perché aveva paura che gli telefonassero chiedendogli ‘Ne sei sicuro?’. Considerando quell’ambiente sarebbe strano se quel ragazzo fosse cresciuto bene.

«Penso che dovrei essere io quello che deve far causa a loro. Guarda questo: i soldi che ho prestato… La data di scadenza è passata molto tempo fa.»

Questo è il motivo per cui l’agenzia contabile esisteva. Per fortuna c’erano le autenticazioni notarili. Alcuni piccoli prestiti, come quelli da meno di 3, 4 mila dollari, non avevano cambiali, ma anche se non si fosse curato di tutte quelle, i prestiti rimasti componevano una cifra stratosferica.

«Il mio contabile … era Loren? Digli di mandargli dei solleciti. E se i soldi non arrivano entro il mese prossimo, sequestra le loro proprietà o fagli causa.»

«Posso.. posso… posso… posso davvero farlo?» chiese Tony come se fosse spaventato ma felice allo stesso tempo. Mason stava voltando le pagine della pesante lista cambiali e rispose con indifferenza «Sì e se anche la mia memoria dovesse ritornare, beh non so in che modo cambierò, ma continuerò a comportarmi così.»

A Mason non importava se Haley stava cercando di rendere la sua vita un gioco da ragazzi. Erano estranei e Mason non amava le persone ficcanaso. Mason semplicemente non voleva agire da pazzo mentre viveva nella vita di Haley.

La sua figura indifferente fece mordere le labbra a Tony come se fosse stato toccato. Continuava a ripetere: «Mi piace l’amnesia. L’amnesia è una figata!» e tirò fuori il telefono per chiamare Loren.

«Ah, e … questo è il tuo stipendio, Tony?» Mason aveva visto uscire 2.400 dollari ogni mese. Tony sussultò e annuì con cautela.

«Perché? C’è, c’è un problema?» chiese Tony con attenzione e Mason sorrise.

«Gestisci altre celebrità a parte me?»

«No, no. Non ti piace che io gestisca altre persone …»

Quattro giorni fa, il lavoro di Haley come attore normale, come attore non protagonista o comparsa era arrivato definitivamente al capolinea.

Prima si potevano notare dei segni premonitori, ma l’incidente con Noah era stato il colpo diretto. Nessuno gli avrebbe dato un lavoro, e anche gli sceneggiatori avevano detto: «Non useremo più Haley«.

Noah non aveva detto niente ad Haley, ma tutti si schierarono spontaneamente con Noah. Agivano come se Haley non avesse nemmeno un fascino speciale, quindi non volevano rischiare di usarlo.

«In questo momento il tuo planning è un po’ libero, ma quando manderanno in onda la scena che hai girato ieri, il mese prossimo, diventerà un problema gestire la tua agenda e tutti cercheranno di assumerti!»

Tony ne era sicuro, ma Mason disse con tono insincero: «Davvero?» Tony continuava a lodare la recitazione di Mason probabilmente perché aveva paura che potesse smettere di fare l’attore, ma quanto poteva essere bravo un principiante? Anche se la recitazione fosse andata abbastanza bene, considerando come Haley aveva vissuto fino ad ora, era ovvio come sarebbero andate le cose. Mason ascoltò a malincuore e chiese: «Comunque, non ho un lavoro in questo momento, giusto?»

«Quello … Hai qualcosa del genere …» rispose Tony scoraggiato e Mason annuì dicendo: «Okay.»

«Decidiamo una data di scadenza. Da ora in poi, ti do tre mesi.»

«Scadenza?»

«Sì. E questo …» Mason prese l’assegno di Haley e firmò con la sua nuova firma, in cui si era esercitato sin dal mattino e lo diede ad un perplesso Tony.

«Sei, seimila?»   

Gli occhi di Tony si spalancarono e Mason annuì con calma e disse: «Fino ad agosto ti darò questo stipendio per tre mesi. D’ora in poi, anche se non sarò in grado di recitare, aiutami ancora un po’, solo per tre mesi.»

 
Ho bisogno di qualcuno accanto a me che mi racconti di Haley. Gli amici o le relazioni familiari di Haley erano un piccolo segreto che avrebbe avuto bisogno di conoscere per poter vivere come Haley d’ora in poi. Non sarebbe stato tanto stupido ad andare su un campo di battaglia senza sapere nulla. A causa di quello che aveva detto Mason, Tony aveva uno sguardo perplesso.

«Come, dopo tre mesi?»

Aiutarlo solo per tre mesi. Cosa avrebbe fatto dopo? Tony sbatté le palpebre come se non lo avesse capito e glielo chiese, e Mason si grattò la guancia e sorrise.

«Beh … se non avrò un lavoro entro tre mesi, sarà dura vivere … Comunque non sarebbe meglio per te cercare un’altra celebrità? Non una come me, in declino.»

«Cosa, cosa? In declino? Cosa, cosa stai dicendo …»

«Non è vero?»

Tony fece una smorfia, poiché non sapeva come reagire alle parole indifferenti di Mason. Era vero, ma adesso Haley, che era sempre stato presuntuoso, gli stava dicendo: ‘Sono una celebrità obsoleta’. Anche se Haley avesse detto piangendo ‘Ne ho abbastanza!’, Tony sarebbe stato triste, ma Haley lo aveva detto con indifferenza, e questo sì che lo rese più triste.

Si sentiva come se le lacrime stessero per sgorgare, ma Tony premette le maniche della camicia sugli occhi e trattenne le lacrime. Pensava che Haley sarebbe stato più triste a dire quelle parole, ma non poteva piangere.

A Mason non importava che Haley fosse una stella cadente o una stella nascente. Stava solo guardando il risultato del suo esame fisico. Non era così grave come la situazione finanziaria, ma anche la sua salute era quasi in bancarotta. In un certo senso, era pure peggio della situazione finanziaria.

Tony si voltò per nascondere le lacrime e si soffiò il naso. Quando stava per buttare via il fazzoletto, si fermò e chiese: «Cos’è questo?» Il bidone della spazzatura era pieno di sacchetti bianchi.

«Ah quelli …»

Procedendo all’esame fisico, Mason fece una lista di tutte le cose da cui Haley era dipendente – alcol, cocaina, marijuana, ecstasy e altri – e si era grattato perplesso la testa.

Quando si era svegliato quella mattina, aveva tirato fuori dal letto il suo corpo pesante e si era guardato intorno per casa. La scorsa notte era troppo stanco, quindi dopo essere arrivato a casa, era andato direttamente nella stanza che Tony gli aveva indicato e aveva dormito come un morto. Non aveva avuto l’energia per guardarsi intorno in casa. La scorsa notte pensava che sarebbe morto solo per essersi lavato ed avvicinato al letto. Il collo e le spalle erano molto rigidi, le gambe tremavano e il suo stomaco si sentiva male e aveva persino mal di testa. Aveva quasi pensato che un essere umano potesse morire senza essere pugnalato o ucciso.

Non era mai successo che Mason, che era stato un mercenario per più di dieci anni, dormisse in un posto dove non aveva controllato se fosse al sicuro. Non poteva, però, controllare il corpo debole di Haley.

Anche quando si era svegliato la mattina, gli tremavano le gambe, ma si era alzato e si era guardato intorno.

La casa di Haley si trovava nel mezzo delle costose ville di Beverly Hills. La sua villa non era così grande, ma il design degli interni era ben fatto. Mason tornò dentro tremando per l’atmosfera di Beverly Hills, che era molto rilassata e tranquilla a differenza di quando doveva occuparsi della propria sicurezza e dell’incolumità.

Davanti al cancello, alla piscina e al giardino, aveva trovato alcune piccole telecamere sconosciute ed estranee alla CCTV, ma guardando come erano state nascoste, sembravano  innocenti e non molto minacciose. Girò gli obiettivi della fotocamera in una direzione leggermente diversa, rientrò e si guardò intorno.

La casa aveva due camere da letto, una camera per gli ospiti, un bagno con vasca idromassaggio, un piccolo bagno accanto alla camera da letto e una graziosa cucina modernizzata. Il secondo piano aveva anche un grande spogliatoio e una sala fitness.

Guardando la casa di quella bellissima celebrità dava l’impressione che una vita sana fosse possibile, ma una volta che ci si guardava dentro, la casa era ‘anti-salutare’.

Nel frigorifero sembrava che due uomini sani potessero vivere solo con birra ed Evian. Il mobiletto bar era pieno di vino, cognac, whisky e. non aveva nemmeno del formaggio da stuzzicare. Sembrava che la sala fitness non fosse mai stata aperta perché la polvere copriva tutto. Aveva tutti i diversi tipi di macchine, ma poiché non le usava e non se ne prendeva cura, tutto era molto rigido e si era persino arrugginito. Cibo ed esercizio fisico erano il problema in questa casa, ma c’era un problema più grande.

Mason guardò le foto appese nel soggiorno. Da quelle alte sette piedi a quelle grandi come una mano, rappresentavano tutte il periodo di quando Haley era piccolo e carino.

Invece di guardare l’immagine, che emetteva energia narcisistica ovunque, Mason scostò alcune delle foto. Dai telai, dove non si depositava la polvere, caddero sul pavimento dei sacchetti pieni di polvere bianca. Era ovvio. Nessuno nasconde lo zucchero dietro le cornici.

Mason aveva scovato ogni singolo sacchettino, da sotto le scale che salivano al 2° piano fin  dentro al bagno. Alcuni posti gli avevano suggerito nuove idee di dove avrebbe potuto nascondere qualcosa nel caso gli fosse servito. Mason ne aveva trovati alcuni persino dietro ad una parete dove Haley aveva fatto un piccolo foro per nasconderci le buste della droga coprendolo con una piastrella. Solo la cocaina era stata nascosta così. La marijuana era in un armadio, in un cassetto, sotto il letto e in altri posti. Seriamente, era ovunque.

Appena aveva iniziato a raccogliere tutta la droga nascosta in casa, aveva riempito il bidone della spazzatura di droga, tanto che avrebbe potuto persino aprire un negozio! Mentre Mason stava cercando la porta per scendere nel seminterrato dove, sospettava, avrebbe trovato la maggior parte della droga, Tony entrò con i documenti finanziari e i risultati dell’esame fisico.

«Dove le hai nascoste tutte … No, ti ricordi dove le hai nascoste?» Chiese Tony sorpreso guardando un mucchio di cocaina e marijuana.

«Ah … me lo ricordo.»

Mason pensò che fosse strano spiegare come aveva trovato ogni singola cosa, quindi rispose semplicemente in questo modo. Evitò che gli occhi di Tony lo guardassero come se amasse davvero le droghe e cominciò a controllare i suoi risultati degli esami.

Era dipendente da tutti i diversi tipi di droghe e alcol; inoltre, poiché Haley viveva in modo molto sregolato, il suo corpo invece di sembrare quello di un ragazzo sulla ventina, ne dimostrava cinquanta. Non era più nemmeno un allarme rosso… stava per esplodere!

La sua forza si era esaurita solo perché si era guardato intorno per casa. Mason si alzò massaggiandosi le spalle, pensava di aver bisogno di un esercizio adatto al suo povero corpo: se avesse fatto un esercizio troppo duro, questo corpo sarebbe morto di infarto.

Tony, vedendo Mason che prendeva un asciugamano e una bottiglia d’acqua, chiese stupidamente: «Cosa fai? Per caso, vai a fare un pò di esercizio?»

«Sì. Ah, non preoccuparti di avvertirmi quando esci. Ti chiamo se ho bisogno di qualcosa. Buona giornata.» Mason fece un cenno con la mano a Tony che era rimasto di sasso e salì in palestra.

«Es…. Esercizio? Si eserciterà?» Tony si stropicciò gli occhi guardando Haley che entrava nella palestra in cui non era mai stato dopo essersi trasferito in quella casa. Poiché odiava muoversi, tranne che per andare a comprare un caffè da un posto frequentato da molte celebrità, non aveva mai nemmeno neanche provato a fare attività fisica. Haley che cercava di fare esercizio…

«Oh mio Dio.»

La schiena di Haley che entrava nella palestra si sovrappose all’ombra di qualcun altro, proprio come ieri quando recitava.

Anche se fosse stata amnesia, poteva una persona cambiare così tanto? Sembrava che fosse diventato un’uomo completamente diverso.

«Oh sì, a proposito….» Haley tornò fuori dalla palestra. Tony interruppe i suoi pensieri e lo guardò ancora di sasso.

«Non ho fatto nulla che mi impedisca di salire su un aereo, vero?»

L’aveva chiesto perché pensava che considerando la personalità di Haley fosse possibile, ma Tony rispose a sua volta con una domanda: «Un aereo? Do.. dove stai andando?»

«Ad eccezione della Malta Air Line, tutto il resto va bene. L’ultima volta che tu … no, comunque.» Mormorò Tony, e Mason sorrise amaramente.

«A New York.»

Tony lo guardò come per dire ‘perché New York?’ Ma Mason non continuò, si limitò a sorridere e, agitando la mano per salutarlo, entrò di nuovo in palestra.

119th Street di New York

Ecco dove si trovava la vera casa di Mason Taylor. 

Inizio Flashback

Quando Noah lo incontrò per la prima volta, era una mattina. Il Noah di sette anni, che aveva accompagnato sua madre, Rebecca Kelly, sul set delle riprese, seguì questa donna dall’aria depressa perché gli aveva detto che sua madre lo stava cercando. Di solito non si comportava in modo così stupido, ma quel giorno voleva davvero tornare a casa. Era quasi l’ora in cui sua madre aveva promesso di rientrare.

La madre di Noah, Kelly, un’attrice nata, aveva sempre apprezzato l’attenzione degli altri. Le piaceva andare in giro con un angioletto come Noah e le piaceva vantarsi di aver dato alla luce questo adorabile bambino.

A Noah non importava di apparire nella telecamera, visto che lo faceva da quando era molto giovane, ma era una cosa stancante per un bambino quando le persone andavano da lui e gli parlavano, come capitava sul set delle riprese. Per questo motivo, a Noah non piaceva davvero parlare con le persone, ma Rebecca aveva promesso che sarebbero andati in vacanza per due settimane se lui l’avesse aspettata per due ore. Non pensava che ci sarebbero volute solo due ore, ma era stato molto noioso aspettarla così a lungo, ecco perché l’aveva seguita quando quella donna gli aveva detto che sua madre lo stava cercando.

Lo aveva portato in un parcheggio appartato. Quando Noah aveva pensato che fosse un po’ strano, la donna aveva tirato fuori una pistola stordente dalla borsa e in un secondo la sua vista si era oscurata.

Il posto in cui aveva aperto gli occhi era un seminterrato. Noah si era svegliato in un luogo freddo e buio e inizialmente aveva pensato di essere morto. Non poteva vedere nulla e non poteva muoversi di un centimetro. La donna aveva incollato il suo corpo con del nastro adesivo. A parte il naso e il viso, le braccia e le gambe erano legate con quel nastro adesivo, quindi non poteva muovere un muscolo.

Quanto tempo era rimasto tremante in quel buio? Era passato molto tempo. Durante quel periodo, Noah si era addormentato, si era svegliato e si era addormentato di nuovo. Dopo un po’ di tempo, era stato svegliato dal rumore di una pesante porta che si apriva. Qualcuno era entrato.

Noah aveva trattenuto il respiro e non aveva mosso un muscolo restando sdraiato. Una persona era entrata nella stanza e si muoveva come se stesse guardando Noah. Il bambino aveva trattenuto ancora di più il respiro. Aveva sentito qualcosa che gli si stava avvicinando e aveva sentito l’alito caldo sull’orecchio.

«Lo so che sei sveglio.»

L’alito caldo che aleggiava davanti al naso aveva un odore disgustoso. Noah aveva alzato la testa e le aveva colpito il mento con forza. Con un grande suono, la donna era caduta all’indietro urlando, e Noah non era riuscito più a muoversi dopo. Non aveva funzionato come in un film, in cui un personaggio principale scappava con successo. Le sue braccia e le gambe erano legate e non poteva vedere nulla. La donna si era fermata un po’ ma poi gli aveva preso i capelli e gli aveva schiaffeggiato il viso senza sosta.

«Brutto stronzetto. Sei uguale a quella puttana. Quella puttana si comporta come se il mondo non potesse nemmeno toccarti.»

Il suo orecchio fischiava e sanguinava dal naso. Aveva sentito anche un sapore salmastro in bocca. A giudicare dalla sua risata stridula sembrava che il suo orecchio fosse coperto da qualcosa.

«Se muori, ci sarà qualcosa da vedere sul suo viso, giusto?» Lo aveva detto tremando, come se stesse piangendo. «Pensi che qualcuno ti salverà, giusto? Perché tu sei il personaggio principale. Poiché sei una persona speciale, pensi che non morirai in questo modo.» Ansimava come se avesse riso troppo. La donna aveva parlato al giovane Noah come se stesse parlando a se stessa. «Mi dispiace, ma la polizia è già passata. Mi sono comportata come se fossi preoccupata all’udire che sei scomparso e loro se ne sono andati. Sono brava a recitare. Non sono nemmeno paragonabile a tua madre.» Aveva mormorato con una debole vocina. «Sono molto più brava a recitare di lei. I nostri volti sono tutti simili a causa della chirurgia plastica. Perché io non posso farlo? Perché io no? È solo perché è ricca … perché la sua famiglia è ricca. No, probabilmente ha strofinato le sue grosse tette sulla faccia del produttore. Quella puttana trash. Troia, troia, troia.» aveva mormorato molto velocemente.

«Sono io il personaggio principale di questo film.» Aveva sussurrato con il suo alito puzzolente. «Questo film in cui il personaggio principale distrugge quella cagna, che guarda dall’alto in basso la gente, e fa sentire meglio le persone comuni come me …»

Aveva tolto lentamente il nastro che copriva gli occhi di Noah. C’era una leggera luce che entrava e lui poteva vedere il suo viso. Aveva una faccia comune, ma lui non riusciva a staccarle gli occhi dal volto. I suoi occhi brillavano in modo strano. Stava sorridendo con follia e virulenza negli occhi. Poteva vedere che aveva in mano un grosso coltello da cucina.

«Tremi? Stai tremando, vero? Haha, sono così felice …» mormorò guardando il corpo del giovane Noah, con gli occhi che splendevano. «Stai buono. Anche tu, che sei nato con tutto, sei in fondo una persona normale. Mostriamo al mondo che tutti muoiono se vengono accoltellati!» aveva detto allegramente alzando il coltello. Quel coltello era abbastanza grande e affilato da tagliare in due un bambino piccolo.

In quel momento Noah aveva trattenuto il respiro e aveva chiuso gli occhi, ma il campanello aveva continuato a suonare mentre lei stava cercando di pugnalare Noah. Si era arrabbiata ed era andata su per le scale, pestando forte i piedi. Quando era scomparsa, Noah aveva fatto del suo meglio per muovere il suo corpo.

Pensava di dover attirare l’attenzione della gente rompendo qualcosa, ma lei era tornata prima. Aveva una faccia nervosa e mormorava «Perché sono tornati? Perché?» e fissava Noah con occhi spaventosi mentre si sentiva ancora il suono della campanello dall’esterno. Aveva preso velocemente Noah e lo aveva spinto dentro un polveroso bagaglio da viaggio. Aveva cercato di rifiutarsi di entrare, ma poiché era avvolto nel nastro, non aveva potuto fare nulla. Noah si era accovacciato nel bagaglio e lei aveva chiuso la borsa. Per un secondo, da uno spiraglio, la vide pensare se ucciderlo e portarlo in un sacco della spazzatura fosse meglio. Ma probabilmente aveva pensato al clima estivo e aveva semplicemente chiuso la borsa.

Dopo aveva preso un taxi, ma poi si era messa a camminare. Sembrava che stesse cercando un posto dove nascondere il cadavere. Noah diventava nervoso ogni volta che smetteva di trascinare la borsa.

Sarebbe arrivata da qualche parte? Se ciò dovesse accadere, questa volta potrei davvero morire. Quel tipo di paura lo aveva spinto alla disperazione.

Per ore aveva trascinato Noah, che si era sdraiato come se fosse morto, sudando freddo nel sacco che si stava lentamente riscaldando. Non riusciva nemmeno ad aprire gli occhi molto bene.

Di tanto in tanto sentiva il suono della sirena della polizia, ma non riuscivano a trovare Noah anche se passavano lì vicino. Anche mentre il caldo pomeriggio passava e diventava una notte un po’ fredda, il suono della sirena gli passava accanto senza fermarsi. Noah aveva smesso di rimanere deluso e aveva cominciato a respirare affannosamente.

Le sue braccia e le sue gambe erano rimaste insensibili per un po’. Accaldato e assetato, era in preda alle vertigini e si sentiva soffocare. La sua coscienza si spegneva continuamente. Forse stava pensando di ucciderlo in questo modo.

Noah mosse le due mani legate dietro di lui. Poiché il sangue non scorreva quasi più, non aveva potuto sentire nulla, ma l’unghia del dito aveva fatto un rumore graffiante contro la borsa. Non intendeva emettere un suono particolare, ma emetteva un suono leggero. Presto aveva sentito dei forti colpi, la donna aveva cominciato a prendere a calci il bagaglio.

Morire in quel modo, morire in quel modo. A Noah non importava più e aveva grattato la borsa alcune volte in più. Sentì i colpi sopra la testa e sul fianco, contro le costole. Il bagaglio era caduto sul pavimento e la sua testa stava risuonando.

Noah aveva singhiozzato un po’. Il bagaglio era stato sollevato e rapidamente trascinato di nuovo. Quando la valigia andava a sbattere contro alcuni punti, il suo corpo tremava. La sua testa stava risuonando e Noah aveva chiuso gli occhi e aveva cominciato a tremare.

L’odore di urina era entrato attraverso la fessura. Il bagaglio finalmente era stato aperto con un suono secco, ma Noah non aveva guardato in alto. Non aveva l’energia per alzare la testa. Poteva però vedere piastrelle sporche e servizi igienici. Pensava che questo posto fosse un box in un bagno pubblico.

«Cazzo …, ha senso? Ci sono così tanti poliziotti negli Stati Uniti? Quando ho denunciato che il mio ragazzo mi picchiava, sai quanti poliziotti sono venuti? Nessuno. I poliziotti hanno detto che erano occupati … sembra che non siano occupati quando qualcosa ha a che fare con i ricchi.» Si era morsa le unghie dimostrando di essere agitata. Probabilmente stava pensando che in men che non si dica sarebbe stata beccata. «Se devo essere beccata, ho pensato di doverti uccidere prima di esserlo.»

Noah aveva sentito il tono della sua voce e aveva pensato: capisco, morirò, adesso morirò. Aveva pensato per tutto il tempo al buio a quando sarebbe morto, quindi non era stato così scioccante.

‘Ma…. Una donna che ha tutto che pensa al figlio che muore…. Sembra una specie di personaggio principale tragico.» Noah aveva alzato lentamente lo sguardo. La donna aveva afferrato il viso di Noah con una mano e aveva alzato il coltello.

«Ma che ne dici se dovrà prendersi cura del suo bambino disabile per sempre? Non sarebbe romantico, vero?» Aveva riso spalancando gli occhi. Tremava, e le tremavano anche le mani. 

La donna, messa alle strette, aveva spalancato un’occhio semichiuso di Noah. Quando aveva visto i bellissimi occhi verdi di Noah tremare, si era arrabbiata e lo aveva pugnalato direttamente. Il coltello, puntato al bulbo oculare, l’aveva mancato probabilmente perchè o tremava troppo o perché Noah aveva girato la testa. Il coltello quindi gli aveva solo graffiato la fronte.

Il sangue gli era colato sopra l’occhio e la sua vista era diventata rossa a causa del sangue. Aveva visto la donna che stava di nuovo alzando il coltello, e in quel momento la pazza aveva smesso di alzare il braccio sentendo un piccolo suono provenire dall’esterno. C’era stato un suono di passi. Qualcuno era entrato nel bagno.

La donna aveva deglutito con la gola secca, per un secondo, aveva mosso i bulbi oculari in giro, aveva rimesso Noah nel bagaglio e aveva chiuso la cerniera della borsa. Probabilmente pensava che Noah potesse emettere un suono.

I passi si erano fatti più vicini e presto qualcuno aveva bussato alla porta del bagno. La donna aveva bussato di rimando, indicando all’altra persona che c’era qualcuno dentro ma presto c’era stata un’altra bussata.

«C’è una persona dentro.» Il suo corpo tremava, ma la sua voce era molto calma, sembrava persino che fosse un po’ infastidita. Suonava come fosse chiaro che quello fuori avrebbe dovuto usare un altro bagno.

Noah aveva chiuso gli occhi sentendo la sua voce. Quella persona avrebbe usato un altro box a causa della sua voce calma e se ne sarebbe andata. Nessuno mi salverà perché questo non è un film. In realtà, non esiste un eroe o una regola sul lieto fine. Aveva ragione, e lo sapeva anche Noah.

Noah aveva aperto gli occhi, e dato che lei non aveva chiuso completamente la cerniera lampo, lui poteva vedere il soffitto sporco.

Respirava e batteva le palpebre. Se posso, vorrei poter morire così. Sbattendo le palpebre e in un certo punto non aprendo gli occhi. Il coltello sembrava facesse male e il punto in cui aveva ricevuto il leggero taglio sembrava caldo come se bruciasse nel fuoco. La vista dei suoi occhi aperti tremava. Il suo corpo tremava. Morire era davvero spaventoso.

La persona aveva bussato di nuovo alla porta per qualche motivo. La donna si era alzata in piedi come se fosse arrabbiata ma una voce aveva detto qualcosa.

«Sai che non puoi uccidere una persona qui?» La voce veniva dall’alto. Rimase sorpresa e guardò in alto, in cima alla porta del bagno, qualcuno la stava guardando.

Noah guardò con la testolina tra le cerniere. La persona davanti alla luce del bagno era un uomo dai capelli neri. Anzi, un po’ giovane per essere chiamato uomo. A metà tra l’essere un ragazzo ed un uomo, e quella persona guardò dentro la fessura del bagaglio. 

Noah pensava di averlo guardato negli occhi. Un occhio nero inespressivo lo stava fissando direttamente.

Fine Flashback

«Mason Taylor?» Noah sbatté le palpebre e rispose come se stesse dicendo qualcosa di ovvio.

«Chi lo sa? Probabilmente è morto?»

«… Credi davvero che sia morto?» Phil gli aveva detto ‘Mason Taylor è scomparso. Dove pensi che sia?’ e ora lo incalzava un po’ in preda al panico. Noah inclinò la testa, rise e disse con leggerezza.

«E’ stato dato per disperso in Afghanistan durante una missione. Significa che è morto.»

Lo disse molto facilmente come se fosse ovvio. Ma Phil ribattè: «Ma non è che la sua morte sia stata confermata. Non sono riusciti nemmeno a trovare il cadavere. Secondo il rapporto, le possibilità che lui sia sopravvissuto sono piuttosto alte.»

Le informazioni che Phil e Noah avevano ricevuto dall’informatore erano le seguenti: 

1. Mason era entrato nel bunker del mercante di armi Alta con due membri della sua squadra. 

2. Circa dieci minuti dopo che erano entrati, la camera da letto di Alta era esplosa. 

3. A causa di quell’esplosione, la scena era diventata molto confusa, ma avevano trovato i resti di quello che si sospettava fosse il corpo di Alta. Avevano trovato un secondo corpo gravemente danneggiato, tanto da essere irriconoscibile, ma sembrava Aaron Green, uno dei membri del team.
4. La cassaforte di Alta era scomparsa.

Oltre a queste informazioni, si sapeva di un altro membro scomparso, Ashley Suy, mentre  Mason risultava fuggito con la cassaforte.

«Una persona che ha lavorato in Zii per più di 10 anni, scappa con la cassaforte tradendo i membri del suo team?»

«Oh no, Phil, stai dicendo qualcosa di stupido oggi.» Noah lo criticò leggermente con un tono rilassato. Essere tradito dai membri del team ed essere ucciso e incolpato suonava meglio. Mason non era un uomo spericolato.

«Ma 50 milioni di dollari farebbero girare gli occhi a un santo.»

Noah sorrise con un occhio annoiato come se la risposta di Phil fosse un po’ fastidiosa. Sotto la palpebra sorridente, i suoi occhi erano molto freddi. Incrociò le gambe e si mise una mano sul ginocchio e si abbandonò nella poltroncina.

«Smettiamola di parlare di questo argomento. Probabilmente è morto comunque.» Noah lo disse in modo conclusivo. Il suo gesto mostrava che Phil stava parlando qualcosa di inutile. Phil esitò un po’ ma alla fine disse: «Io … penso che sia vivo. Era continuamente in pericolo, ma è riuscito a sopravvivere.»

Penso che sia vivo anche questa volta. Phil non pensava che quell’uomo fosse morto. Era un mercenario abbastanza competente ed era riuscito in una missione ancora più difficile. Non era possibile che quell’uomo fosse morto così facilmente. Phil, che aveva osservato quell’uomo per un po’, pensava che fosse vivo da qualche parte.

Phil pensò che Noah avesse un buon senso, ma era sempre stato un po’ pessimista su quell’aspetto. Proprio come aveva previsto, quando Phil aveva detto che pensava che Mason fosse vivo, Noah aveva sorriso e aveva guardato fuori nel cielo blu.

Phil intravide il viso di Noah che si rifletteva sul finestrino, era sveglio come al solito ma sembrava un po’ stanco.

«… Se pensi che sia già morto, perché stai intraprendendo questa azione?»

Se stesse veramente cercando di verificare se era morto, avrebbe assunto una persona e avrebbe atteso il rapporto. Phil gli aveva chiesto perché avesse annullato tutti i programmi e aveva agito in quel modo, ma Noah non aveva detto nulla. Gli aveva dato solo un’occhiata.

Phil si rese conto di aver chiesto qualcosa di stupido e si scusò subito, «… mi dispiace.» 

Noah chiuse gli occhi come se stesse dormendo e Phil non gli parlò più. Non sapeva quanto tempo era passato ma dopo pochi minuti, ci fu il messaggio dalla cabina di pilotaggio.

[Siamo arrivati, atterremo presto. Si ballerà un po’.]

Phil guardò fuori dalla finestra sentendo il pilota Luiso. L’aereo charter di Noah stava atterrando nella pista dell’aeroporto JFK di New York. Phil guardò Noah che stava ancora con gli occhi chiusi. Non era possibile che quest’uomo sensibile non avesse sentito la vibrazione. I suoi occhi erano ancora chiusi, o perché non voleva aprirli o perchè davvero non lo sapeva, ma: «Signor Raycarlton. Siamo arrivati ​​a New York.»

Phil lo svegliò con attenzione e Noah aprì gli occhi molto lentamente. I suoi occhi erano ancora più freddi del solito.

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