KILL THE LIGHTS – CAPITOLO 6

C’erano molte persone che stavano defluendo dall’uscita dei voli interni Jetblue da LA a New York.

La hostess Jaime uscì camminando un pò rapidamente tra la gente, perché un passeggero aveva lasciato i suoi occhiali da sole. Poichè era fastidioso camminare su quei nuovi paia di tacchi, a causa di quel maledetto servizio e dato che era una novellina, doveva cercare il passeggero.

Un maledetto idiota, che aveva lasciato quei nuovi occhiali da sole Gucci S/S… Era l’uomo che era rimasto seduto completamente voltato verso al finestrino, l’uomo che indossava un berretto profondamente calcato sul viso e dormiva abbassando la testa. Jaime ricordava il lato davvero pallido del suo viso.

Che aspetto aveva? Ricordava solo jeans semplici e camicia bianca. A causa della sua atmosfera semplice, non riusciva a ricordare affatto come fosse. Eppure ricordo abbastanza bene la faccia delle persone … Jaime non ci pensò troppo e cercò l’uomo con il berretto.

«Mi scusi!» Jaime gridò verso quell’uomo con il berretto che non si fermò e Jaime gridò più forte: «Mi scusi! I suoi occhiali da sole!» 

Mentre stava pensando che il tipo non solo fosse stupido ma anche sordo, quell’uomo si voltò. Sembrava perplesso ma presto vide gli occhiali da sole nella mano di Jaime e sorrise leggermente.

«Ah. Ops, mi dispiace. Me ne sono dimenticato.» Si scusò con un tono brillante, ma Jaime si bloccò per la sorpresa guardando l’uomo che le prendeva gli occhiali da sole e lo fissò.

«Sei quella troia, no, Haley …» Jaime mormorò scioccata e quell’uomo, Haley, non si arrabbiò nemmeno perché lei lo aveva chiamato puttana. Ridacchiò, le fece un cenno con la mano e se ne andò.

Fino a quando il suo collega non l’aveva raggiunta con il bagaglio e le aveva chiesto: «Cosa c’è che non va? Non l’hai trovato?» Jaime era rimasta lì per un po’ con un’espressione stupida a guardare la schiena di Haley.

«Lo sapevi, quel ragazzo era Haley!»

«Haley? Quella troia delinquente? Ti ha insultato? Quella puttana pazza. Se ne va ancora in giro ben tranquillo dopo aver fatto quello che ha fatto.» lo insultò il suo collega.

«Come stava? Non non stava bene, vero? Era carino quando era piccolo, ma di questi tempi è così marcio.»

Il collega gliel’aveva chiesto come se si aspettasse che Jaime dicesse: ‘Sì. Era totalmente il peggiore. Sembrava che avesse odore di droga!’ ma Jaime aveva ancora quella stupida espressione disse balbettando: «No, no, beh …guarda, inaspettatamente …»

«Eh?»

«No, beh, io, io penso che sia ancora una celebrità …« Quando mi ha sorriso, qualcosa scintillava … Jaime si coprì la punta arrossata dell’orecchio con la mano e intravide la direzione in cui Haley era scomparso.

Haley indossava gli occhiali da sole mentre si allontanava tra la folla, di solito non portava occhiali da sole, a meno che non fosse troppo soleggiato, ma si rese conto del motivo per cui Tony gli aveva preparato degli occhiali da sole.

Ma chiamare una persona troia davanti alla sua faccia mentre prendeva un taxi davanti all’aeroporto, Mason pensò di non sapere se fosse colpa di Haley, perché viveva in modo disordinato, o se fosse colpa del pubblico che era così scortese.

«Per favore, mi porti alla 119 esima strada.»

Invece di partire subito, l’autista guardò Mason attraverso lo specchietto retrovisore.

«Mi sembra di averti visto da qualche parte … Sei forse una celebrità?»

«Ho sentito che mi somiglio con Simon Wayne.» Mason sorrise e lo disse scherzosamente, e l’autista rise.

«Simon? Sei molto più giovane e bello, di cosa stai parlando?» Il tassista gli aveva stretto la mano e aveva lasciato l’aeroporto felice. Continuava a sbirciare Mason probabilmente perché gli sembrava familiare, ma poiché indossava un paio di occhiali da sole, non riuscì a riconoscerlo e presto perse interesse.

Mason tirò giù il finestrino e sentì il vento. Una calda brezza di New York passò dolcemente sulle sue guance. Quando il taxi attraversò il ponte, sentì odore di acqua bagnata. A causa del sole l’acqua era scintillante. Una canzone della radio del taxi gli colpì dolcemente le orecchie. ‘Non chiedermi perché sto piangendo … perché quando comincio a sgretolarmi sai come farmi sorridere. Mi salverai da me stesso. Da me, sì … ‘(Christina Aguilera: Save Me from Myself)

Si era appoggiato alla finestra pensando che fosse abbastanza bello essere vivi. Con un buon umore, si spinse indietro i capelli ondeggianti dal vento e sentì uno sguardo fisso sulla sua guancia. Quando aveva alzato la testa, il tassista stava guardando in quella direzione, si era sorpreso e aveva riso.

«Perché l’atmosfera era così dolce, non me ne sono nemmeno reso conto …»

«Sei davvero una celebrità?» Inclinò la testa e chiese, e Mason si mise gli occhiali da sole e si limitò a sorridere.

Il taxi lo lasciò all’ingresso della 119esima strada. Aveva pagato in contanti ed era sceso dal taxi. Si avvicinò al vicolo e guardò l’edificio dove si trova la sua casa. La sua casa era a due isolati da Harlem, ed era un piccolo appartamento al settimo piano. Quell’edificio era stato costruito negli anni intorno alla nascita di Haley, quindi era vecchio, ma costava poco e il manager era schifoso. Per Mason, che tornava raramente a casa, era una casa piuttosto buona.

Mason prese tutta la posta dalla cassetta all’ingresso dell’appartamento e premette il pulsante dell’ascensore. L’ascensore scese con un forte rumore di macchinar, Mason salì al 7° piano e guardò un po’ all’interno. Mentre stava cercando di capire se c’erano nuove telecamere installate, inclinò la testa pensando: ‘… Non devo farlo più?’ Ci pensò un po’ e realizzò che Haley non aveva nessuno che lo rapisse o lo assassinasse, e Mason, che era già morto, non c’era più.

«Questa vita è troppo comoda. Non riesco ad abituarmi …» mormorò Mason a se stesso. 

Aveva paura che la vita di Haley fosse troppo comoda rispetto a quando doveva lottare per la sua sopravvivenza. Chi se ne fregava se qualcuno che non lo conosceva lo chiamava troia. Andava bene anche se alla gente non piaceva. Non conosceva nemmeno quelle persone in ogni caso. 

L’ascensore si fermò emettendo un forte suono e Mason scese mormorando: «Cosa ho fatto nella mia vita precedente che mi ha reso la vita improvvisamente confortevole?» 

No, se quella vita presente era la vita di Haley, allora la vita precedente sarebbe stata la vita di Mason? ….. Non era stata sicuramente una vita felice ….

Mason si sentiva come delle donne che venivano picchiate tutto il tempo. Andò a casa sua nervoso per la sua improvvisa vita tranquilla e confortevole.

L’appartamento era situato alla fine del corridoio a forma di ‘L’, stanza 719. Mason si fermò di fronte alla porta grigia e toccò un piccolo spazio sopra la porta. Fortunatamente Haley non era così basso, quindi sentì qualcosa di freddo sotto la punta del dito.  Non appena aprì la porta, vide la casa familiare pervasa da un’aria fredda.

Mason in qualche modo si sentì strano ed entrò. Era proprio come si era sentito quando aveva incontrato Noah, ma in quel momento aveva sentito un déjà vu più forte, guardando il luogo in cui aveva vissuto con il corpo di un’altra persona.

Accese la luce e si grattò la testa. Aveva parlato male di come viveva Haley, ma neanche quel modo di vivere non era eccezionale e dato che non era tornato a casa sua per due mesi, il posto era coperto di polvere.

Mason passò in rassegna la posta, buttò tutto nella spazzatura e aprì un cassetto. Tra le chiavi arrugginite, tirò fuori una piccola chiave e andò in camera sua e aprì una cassaforte sotto il tavolo. Nella cassaforte c’erano una manciata di piccole chiavi e Mason ne prese due. Con quelle chiavi aprì l’ultima cassaforte nell’armadio.

Dentro la cassaforte c’erano pochi passaporti falsi che usava durante le missioni, un po’ d’oro, dollari, euro, yen, ecc. Aveva un pacchetto di soldi da ogni paese e c’era un’altra chiave. Una delle chiavi che aveva tirato fuori da sotto il tavolo e quella piccola chiave erano della banca J.P. Morgan Chase a New York, al sicuro. Le cose che effettivamente valevano qualcosa erano lì.

Anche se viveva in quel tipo di posto, Mason non guadagnava pochi soldi. I mercenari svolgevano un lavoro estremamente pericoloso ma altamente retribuito, e Mason era un veterano che aveva lavorato per più di dieci anni nel campo. Guadagnava più di un avvocato piuttosto benestante e, poiché non usava davvero i soldi, aveva una quantità di denaro oltraggiosa sul suo conto.

Mason sognava da tempo di aprire un piccolo caffè se fosse rinato. C’era un piccolo bar in cui andava quando stava attraversando il periodo peggiore della sua vita, e il proprietario e sua moglie sembravano molto felici e gentili. Di tanto in tanto discutevano, ma lui poteva vedere chiaramente che stavano facendo tesoro della reciproca compagnia, amandosi e rispettandosi a vicenda. Era così invidioso.

Come mercenario, si era fatto un mucchio di nemici, quindi quel tipo di vita pacifica era in realtà un sogno. Non era qualcosa che poteva dire alla gente, ma pensava che sarebbe stato possibile realizzarla usando la vita di Haley. Ovviamente non poteva essere come quella coppia.

Mason si strofinò amaramente le labbra. Pensava che probabilmente avrebbe vissuto da solo per il resto della sua vita. Era davvero felice quando si era sposato e si era sentito appagato e soddisfatto quando aveva avuto una figlia. Ma quando aveva perso tutti quelli che amava, lo shock era stato insopportabile, quindi non poteva nemmeno pensare di incontrare una nuova persona. Certo, se avesse incontrato una donna che gli fosse piaciuta, avrebbe potuto cambiare idea. Il tipo di Mason era una donna piccola e fragile, come se potesse spezzarsi da un momento all’altro, un tipo che poteva accudire e proteggere.

Tirò fuori riviste e dvd da sotto il letto: erano della sua porno star preferita. Soldi, porno e, tra le pistole che teneva nel cassetto, scelse la Glock 1, che non avrebbe appesantito troppo il debole polso di Haley, e la Colt M1911, che per un po’ gli era piaciuto usare. Dopo aver  impacchettato tutto, Mason si guardò intorno e si rese conto di aver dimenticato qualcosa di molto importante e andò in soggiorno. Prese la foto di sua moglie e di sua figlia che era sul tavolo davanti al divano. Per l’ultima volta si guardò intorno con indifferenza. Non perse troppo tempo e aprì la porta sentendosi spensierato.

Nel momento in cui Mason aveva cercato di uscire dalla porta senza esitazione, si era bloccato tenendo la porta aperta. Qualcuno inaspettato era in piedi, lì davanti.

Capelli biondi brillanti e un bel viso, alto come un modello, con un corpo perfetto e un abito lussuoso che gli si adattava perfettamente, emanava un’atmosfera scintillante, come qualcuno che era nato per incarnare la parola ‘lussuoso’. Là c’era un uomo che non sembrava nemmeno aver mai visto quel tipo di vecchio appartamento.

Era Noah Raycarlton.

Perché quest’uomo è qui? Mason lo fissò in modo assente, ma anche Noah lo stava fissando con la stessa espressione di Mason.

«…. uh.»

Ci fu un lungo silenzio tra i due, e quando Mason cercò di dire qualcosa, il viso di Noah divenne molto freddo. Mason pensò, in modo assente, ‘è incredibile come il suo bel viso possa trasformarsi in qualcosa di così freddo…’ ma proprio in quel momento, Noah afferrò il bavero di Mason e lo spinse rudemente contro il muro.

Poiché era stato colto di sorpresa, Mason andò a sbattere contro il muro riuscendo ad evitarlo solo per metà.

«Ehi, scusa!»

«Cosa sei?»

Il viso di Noah si avvicinò molto vicino al suo viso. Era così arrabbiato che i suoi occhi sembravano mostrare una fiamma blu. Mason si limitò a sbattere le palpebre alle parole arrabbiate di Noah. Cosa intendi con ‘Cosa sei?’. Non riusciva a capire cosa intendesse dire con quella domanda. Dato che conosceva già Haley, probabilmente non stava chiedendo chi era, allora stava chiedendo perché era lì. Ma in realtà quella era la domanda che Mason avrebbe dovuto porre. Quando Mason aprì la bocca per chiedergli ‘perché sei qui?’, in quel momento si udirono dei suoni.

«Non è nemmeno stupido. Non sarebbe mai venuto a casa sua, giusto?»Con dei passi si udì una voce stizzita.

«Lo so. Ma cazzo…. Perché diavolo vive in un posto come questo con tutti quei soldi che guadagna?»

Mason fissò sorpreso fuori dalla porta udendo voci familiari. Qualcuno stava venendo da quella parte e Mason conosceva quelle persone. Erano mercenari Zii. 

Perché questi ragazzi sono qui? Cosa vogliono dire con ‘non è possibile che io sia venuto a casa mia’? Credono che sia ancora vivo? Mentre la mente di Mason stava ancora lavorando, Noah aprì la bocca dicendo: «Chi sono …»

Mason gli bloccò rapidamente la bocca e chiuse la porta senza emettere alcun suono. Non era sicuro di cosa stesse succedendo, ma aveva una brutta sensazione, si sentiva davvero male.

Mason afferrò la spalla e la mano di Noah prima che quello si mettesse a urlare chiedendogli che cosa stava facendo e corse dentro la casa. Afferrò la borsa che aveva lasciato cadere e cercò un posto dove nascondersi in questo piccolo appartamento. Sentiva avvicinarsi il suono degli stivali militari e sudava freddo.

Noah si lasciò trascinare con aria assente a causa della strana azione di Mason, ma presto la sua coscienza tornò. Gli schiaffeggiò via la mano e gli afferrò la nuca e lo spinse sul letto. Poiché Mason era impegnato a cercare un posto dove nascondersi, sputò tutto il fiato a causa di quell’attacco improvviso.

«Questo … che diavolo stai facendo?» Sentì quella voce fredda come il ghiaccio giungere da sopra la sua testa.

«Cosa, aspetta, mi scuserò più tardi quindi …..»

Con la debole forza di Haley, non poteva respingere il braccio di Noah. Ovviamente avrebbe potuto colpire il polso e rompergli le ossa, non voleva farlo, ma non avevano tempo per discutere! 

Gli occhi di Mason si spostarono rapidamente quando sentì i passi fermarsi proprio fuori dalla porta dell’appartamento. Stavano cercando una chiave: da fuori parlavano a voce alta e Mason li sentì dire: «Perchè non la sfondi e basta?» Mason sentì il suo cuore battere forte e guardò Noah. Noah sentì il rumore esterno e fissò anche fuori dalla camera da letto. In quel momento, la sua forza si indebolì un po’. Mason non si fece scappare quell’attimo: con un unico movimento lo spinse via, poi lo afferrò, gli tappò la bocca e lo trascinò sulla terrazza. Non appena ebbe chiuso la tenda, la porta di fronte alla terrazza, si aprì.

«Che cazzo… Era già aperto?»

«Penso che qualcuno sia già entrato … Quel bastardo non aveva una donna con cui usciva?»

«Non è possibile che ne avesse una. Ha lavorato così a lungo, probabilmente è tornato a casa sua tipo dieci giorni in un anno… Se avesse avuto una donna che usciva con lui in quella situazione … avrebbe il mio rispetto, davvero, quel figlio di puttana.»

Mason trattenne il fiato sentendoli ridere e scherzare. Il suo cuore batteva così velocemente a quella inaspettata situazione, ma cercò di mantenere la calma. C’erano tre uomini. Non avevano tirato fuori le pistole e, a meno che non fossero degli idioti, non avrebbero fatto del male a Noah. Il problema era lui. 

Non so cosa stia succedendo, ma anche se è una situazione difficile, penso che potremo scappare quando abbassano la guardia. Meno male che ho preparato le armi. 

Mason si rese conto di non avere la sua borsa con sé e si spaventò. Guardò da dietro la tenda e sotto il letto c’era la borsa caduta per terra. Quando Noah gli aveva afferrato la nuca e lo aveva gettato sul letto, probabilmente in quella occasione l’aveva lasciata cadere. Mason si morse le labbra e trattenne ancora il fiato. 

Si udì una voce dal soggiorno. «Che diavolo! Questo figlio di puttana è tornato a casa?»

«Ehi, anche la sua cassaforte è aperta. Wow, questo ragazzo è pazzo. È scappato con 50 milioni ed è tornato a casa per svuotare le sue casseforti? Quanto deve impazzire una persona per i soldi per farlo?» Lo avevano detto con una risata. Pazzo per i soldi? Scappato con 50 milioni? Chi? Lui? Mason roteò gli occhi e si mise ad ascoltarli.

«Tuttavia, se sono veramente 50 milioni, è qualcosa che puoi rischiare la vita.»

«Cazzo, quanti soldi! Anche io impazzirei.» disse qualcuno, ma un altro ragazzo gli sorrise.

«Vuoi morire? Solo perché Mason è stato in grado di scappare in questo modo. Se fossi stato tu, saresti stato subito beccato e avresti un buco in testa.»

«Beh , è vero, ma quel figlio di puttana è troppo avido. Beretta ha detto che non è possibile che Mason faccia quel genere di cose, e poiché il corpo di Aaron è ridotto così male, potrebbe essere stato Aaron a scomparire. Se fosse così, sarebbe quel ragazzo che ha preso i soldi.»

Mason deglutì con la gola secca. Capire la situazione fu questione di un secondo. 

Quindi Aaron, quel figlio di puttana mi ha ucciso e mi ha persino incolpato di tutto e se n’è andato con la cassaforte

Per quel ragazzo, non c’era altra scelta che fare quello. Se se ne fosse andato con la cassaforte in modo evidente, avrebbe limitato il suo raggio di movimento e sarebbe stato catturato presto.

Dopo la sua morte, Mason non aveva pensato molto ad Aaron. Primo, perché vivere come Haley era piuttosto impegnativo e secondo, perchè pensava che Zii si sarebbe vendicato di Aaron.

Mason era profondamente perso nei suoi pensieri e si rese conto che Noah, che Mason stava tenendo fermo bloccandogli la bocca, stava alzando la mano. Gli lasciò andare velocemente la bocca.

Noah si alzò da quella posizione scomoda e lanciò un’occhiataccia a Mason con una faccia irritata mentre si strofinava la bocca. La sua faccia mostrava come non capisse cosa stesse succedendo, quindi sarebbe stato zitto, ma aveva anche una faccia che mostrava che stava pensando di consegnarlo a quei ragazzi.

Mason sorrise goffamente e prestò attenzione all’esterno. Controllò che quei ragazzi fossero usciti e allungò il braccio dalla veranda. Il braccio non raggiungeva per pochi centimetri la sua borsa.

«Questo ragazzo sembra essere andato piuttosto di fretta. Non è il tipo che lascerebbe in giro questo genere di cose.» Mason li sentì scavare tra le lettere all’interno del bidone della spazzatura.

«Forse qualcuno l’ha lasciato apposta. Non sarebbe strano per lui tornare in questo posto?»

«Questo … sembra che non sia passato così tanto tempo da quando ha visitato casa sua.» L’uomo che aveva pronunciato quelle parole probabilmente aveva controllato il segno di polvere dove c’erano le cornici. Si sentì il suono della sicura di una pistola che veniva sganciata.

«Eh. Forse è nelle vicinanze?»

«Potrebbe essere ancora in casa.»

Il sospetto era legittimo, guardando la porta aperta e tutta quella roba rovesciata. A causa deI suoni che provenivano dall’esterno della stanza, Mason trattenne il respiro e allungò di più il braccio. Un ragazzo entrò di nuovo in camera da letto, Mason ritirò rapidamente il braccio e ingoiò con la gola secca.

Stava pensando intensamente a cosa dire se fosse stato scoperto. Non poteva dire: ‘Conosco Mason in qualche modo’. Quei ragazzi non avrebbero esitato a rinchiuderlo per sapere dove si trovava Mason.

Se avesse detto loro tutta la verità, non sarebbe andata ancora meglio! Non poteva certo dire a quei ragazzi che avevano il cervello pieno di muscoli: ‘Il mio corpo è morto, ma la mia anima è entrata in questo corp’. Anche se lo avesse detto, non gli avrebbero creduto.

Il ragazzo guardò nell’armadio, nel bagno vicino alla camera da letto, sotto il letto, e alla fine afferrò la tenda per controllare la veranda. Una lunga ombra si stagliò davanti a Mason. 

Quando la tenda si apre, corri e spingi via quel tizio e raccogli quella borsa e … In quel momento la testa di Mason girò come una trottola.

«Ehi. Ci sono delle impronte fuori nella polvere, sono ancora fresche.» Il suo compagno lo chiamò da fuori la stanza. L’uomo esitò un po’ davanti alla tenda ma poi uscì dalla stanza. Si sentivano quei ragazzi che parlavano dall’esterno. Probabilmente avevano concluso che Mason avesse già lasciato la casa poiché se ne andarono dalla casa emettendo un fruscio.

Mason rimase in ascolto del suono della porta che si chiudeva e dei passi che si allontanavano poi rilasciò il respiro che stava trattenendo. 

Ahh cazzo, Aaron quel bastardo fino alla fine …..

Sarebbe stato un grosso problema se si fosse distratto pensando che avessero già avuto notizia della sua morte. Quella volta era stato davvero fortunato. Se fosse stato un po’ in ritardo nel nascondersi o se quei ragazzi fossero stati un po’ più attenti, probabilmente non se la sarebbe cavata in quel modo.

Dato che il suo corpo era già morto, non erano affari suoi se Aaron e Zii facevano qualcosa. Che Zii e il suo superiore Beretta attraversassero una situazione di merda o non fossero in grado di catturare Aaron, era diventato un affare mondiale completamente lontano da Mason.

Ovviamente Aaron era un essere detestabile e si era sentito a disagio sentendo i suoi colleghi che abbaiavano sotto l’albero sbagliato. E si sentiva un po’ a disagio per essere diventato un idiota che era scappato a causa dei soldi per quei ragazzi che erano stati i suoi colleghi. Ma a causa di quella situazione e del corpo debole di Haley, non poteva semplicemente saltare fuori per vendicarsi, e sarebbe stata una cosa stupida da fare dire a Zii che la persona che era viva era Aaron e non Mason.

Sarebbe stato come buttare via l’unica possibilità di vivere una vita pacifica in una pozza di fango.

Perché dovrei fare quel genere di cose stupide? Questa era la possibilità che aveva guadagnato morendo una volta. L’unica cosa che Mason doveva fare era lasciare quella casa e andare direttamente in banca, prendere i soldi e non avvicinarsi mai più a quel posto.

Mentre stava organizzando con calma i suoi pensieri, Noah si alzò. Mason lo notò e si voltò a guardarlo. Noah uscì dalla veranda entrando in casa e raccolse la borsa con una fredda espressione. Lanciò un’occhiata a Mason con occhi rilassati e capovolse la borsa.

«Uh … No!»

Mazzette di banconote, oro, passaporti, pistole, porno esplicito e alcune foto incorniciate si riversarono sul pavimento

«Ah dannazione, cosa sei …»

Mason si mosse subito e si chinò per raccogliere l’immagine tra le cornici rotte: muovendosi dietro la sua schiena la mano di Noah cercò di afferrargli la nuca. No, non poteva farsi prendere questa volta. Davanti alla porta la prima volta, sul letto la seconda volta, e adesso questo attacco. Mason non era abbastanza ingenuo da essere attaccato tre volte di seguito.

Evitò l’attacco di Noah e, usando il suo stesso sbilanciamento, tirò con forza il suo braccio e lo fece cadere a terra.

Noah atterrò sul pavimento mentre Mason si alzava contemporaneamente. Voleva chiedergli perché lo stava attaccando, ma si spaventò. La mano bianca di Noah sanguinava a causa di un taglio provocato da un vetro rotto.

«Mi dispiace.» Mason inconsciamente si scusò vedendo gocciolare sangue. Quando il suo sguardo si incrociò con quello accigliato di Noah, sentì che i suoi sentimenti si stavano complicando. I suoi occhi dall’aspetto gentile sembravano un poco sorpresi ed era un po’ pallido. Si sentiva come se stesse facendo il prepotente con una persona debole che guardava la sua mano morbida, senza calli sanguinanti. In realtà la persona debole era lui stesso che occupava il corpo malandato di Haley. No, lui era un professionista che aveva combattuto per più di dieci anni. Anche se non l’aveva fatto apposta, comunque Mason fu preso dal panico a differenza del suo solito io e si inginocchiò a terra.

«Ho reagito perché hai attaccato … Stai bene? Deve esserci un kit di pronto soccorso. Sbrigamoci, la tua ferita …»

Dove l’ho messo? Era nel cassetto del soggiorno? Mason stava pensando al suo polveroso kit di pronto soccorso e mentre cercava di guardare la ferita di Noah, venne proiettato all’indietro.

Noah, che aveva una faccia pallida come se stesse per collassare da un momento all’altro, aveva spinto con forza Mason come se non fosse ferito affatto e si era messo seduto sopra il corpo di Haley premendo sulle sue spalle.

Mason inghiottì il suo gemito di dolore e si morse le labbra. Un dolore acuto gli venne alla schiena a causa di quei vetri rotti.

Ben presto delle luci cominciarono a danzare davanti ai suoi occhi. Noah gli aveva schiaffeggiato la faccia con freddezza, guardandolo come se stesse guardando un documento dell’azienda. Una, due, tre volte..alla fine era stato schiaffeggiato così tante volte che aveva perso il conto.

Quando la mano di Noah si fermò, Mason sentì in bocca il sapore salato del suo sangue e imprecò dentro, mentre Noah ansimava come se fosse lui quello che era stato picchiato. 

Pensare a come mi sia lasciato schiaffeggiare da un fragile, giovane erede, è stato piuttosto doloroso.

«… Mi scusi, signor Lusk.»

Mason aprì gli occhi e lo guardò ascoltando la sua voce che lo chiamava con le sue orecchie che ronzavano. Il bel viso di Noah era proprio davanti al suo viso. I suoi occhi erano leggermente aperti e aveva una faccia strana, e respirava affannosamente per trattenere la rabbia.

«Probabilmente devi rispondere bene alla mia domanda. Se menti o balbetti qualcosa che non riesco a capire, non sono sicuro di cosa farò. Con la tua stupida testa, probabilmente non puoi immaginare cosa farò. Sono un dilettante in questo, quindi non posso controllarlo.» Noah sorrise leggermente e Mason annuì pensando: prima picchi qualcuno e poi gli fai una domanda: sei assolutamente un professionista.

Noah pensò a cosa chiedere mentre mi guardava con i suoi occhi freddi. La sua faccia dimostrava che non sapeva bene che domanda fare.

«Questa casa … Come conosci Mason?» Chiese Noah parlando lentamente.

Era venuto in questa casa per controllare se Mason fosse davvero morto. Se era il Mason che conosceva, doveva essere morto di sicuro, ma per caso, se fosse stato vivo, era certo che un oggetto di questa casa sarebbe sparito. Una foto di sua moglie e di sua figlia. 

Se davvero fosse scappato con la cassaforte con dentro 50 milioni di dollari, sia che l’azione fosse stata impulsiva o calcolata, senza quella foto non sarebbe stato a suo agio. Non era mai stato veramente ossessionato dalle cose fisiche, ma quella foto era diversa. Se avesse agito in maniera calcolata, probabilmente l’avrebbe portata con sé prima della missione, se avesse agito impulsivamente, probabilmente sarebbe tornato a casa per portarlo con sé.

In realtà, quando Noah era arrivato a New York e si era fermato davanti alla porta di casa di Mason, era un po’ assopito. Pensava che Mason fosse morto, ed era ora che se ne rendesse conto. Era un compito semplice verificare se la foto era a casa o no. Lo sapeva nella sua testa, ma Noah era rimasto fermo per un po’ a guardare la porta chiusa.

Mason è davvero morto? Probabilmente è morto. Cosa succederà dopo che l’avrò verificato? Piangerò? O proprio come al solito mi dirò ‘Vedi. Certo, il mondo non funziona mai come in un film’ annuirò e vivrò come al solito? Oppure … 

Noah aveva continuato a pensare a cose stupide con la testa che andava svuotandosi.

Un vento freddo gli aveva attraversato il petto. Il suo respiro si faceva sempre più stretto a poco a poco come se qualcuno lo stesse soffocando. Assolutamente pensava che sarebbe morto. Pensava di volere qualcuno che lo salvasse, ma ora, davvero, nessuno poteva più salvarlo. Era stato quello il momento in cui se ne era reso veramente conto.

La porta si era aperta dall’interno e una faccia a cui non aveva nemmeno pensato era spuntata fuori. Noah si era dimenticato del pensiero che stava per morire e aveva aperto la bocca come un idiota. Se il fantasma di Mason fosse saltato fuori, sarebbe stato piuttosto meno sorpreso.

Haley Lusk. Noah aveva guardato attentamente l’uomo che era uscito dalla casa di Mason.

«Cosa ci fai in questa casa?»

All’inizio, Noah pensava che Haley sapesse in anticipo che sarebbe venuto a casa di Mason e che fosse arrivato prima. Quello era un pensiero ovvio. Haley era il tipo di persona che lo avrebbe fatto, e oltre a qul motivo, non era riuscito a pensare ad altro. Ma quando Noah lo vide nascondersi in veranda da quegli agenti Zii, si mise a pensare con freddezza.

Come faceva questo figlio di puttana a sapere delle informazioni su Mason? Se lo avesse seguito, non sarebbe potuto essere già in casa; se avesse sentito l’informazione da qualche altra parte, l’unico informatore avrebbe potuto essere solo Phil, ma non lo avrebbe mai fatto, in alcun modo.

Inoltre Haley non era in piedi davanti alla porta, era uscito dall’interno. Ciò significava che o aveva la chiave o sapeva dov’era la chiave. Insieme a questo, quando aveva visto gli oggetti che aveva messo nella borsa, aveva pensato di dover sapere cosa stava succedendo.

Noah premette le spalle di Haley e gli si sedette sopra, inclinò la testa e lo guardò. Dietro le sue spalle, era una piccola quantità, ma stava sanguinando e le sue labbra erano screpolate e sporche di sangue. Se fosse stato Haley, lo sapeva, avrebbe sicuramente iniziato a urlare o piangere, comportandosi da matto. Invece, aveva una faccia calma con la bocca chiusa.

Noah era quello che si sentiva scosso. Non che la sua espressione fosse cambiata di molto, ma i suoi occhi tremavano un po’.

Cos’era quella sensazione di déjà-vu? Qualcosa lo infastidiva nel petto. Noah aprì gli occhi a metà e alzò lentamente la mano. Quando stava per colpire ancora una volta quell’uomo fastidioso, lui gli fece una domanda, lui che aveva tenuto la bocca chiusa con faccia indifferente.

«E allora tu?» Chiese Haley con gli occhi ben aperti. «Perché sei in questa casa? Quali sono i tuoi affari qui?»

Noah aggrottò la fronte, afferrò con forza e tirò il bavero di Haley, poi sorrise dicendo: «Non ti ho mai dato il permesso di fare una domanda.» Haley contrasse la guancia come se fosse stata solleticata e sospirò.

«Mm … Ma non posso dirti niente finché non mi dici perché sei venuto qui.» Gli rispose Haley con calma. Noah raccolse una pistola sul pavimento spinto dalle sue parole impertinenti. Una Glock 17. 

Noah l’appoggiò al dito dell’uomo sotto di lui e disse. «Non è bene mettersi troppo a proprio agio pensando di avere dieci dita.» tolse la sicura e caricò la pistola. Premette a metà il grilletto e osservò l’espressione di Haley che aveva solo un’espressione un po’ perplessa: non era la reazione che si aspettava. 

Cos’era quella brutta sensazione di disarmonia? Noah si morse le labbra e premette il grilletto. Il proiettile si incastrò tra l’indice e il medio di Haley che non sussultò nemmeno anche se un proiettile gli era passato tra le dita. Non era che non si muoveva perché pietrificato dalla paura perchè i suoi occhi azzurri lo stavano fissando direttamente.

Gli occhi che lo fissavano direttamente. Noah sentì che il suo cuore batteva molto velocemente.

«Chi sei.» Caricò di nuovo la pistola e la puntò alla testa di Haley. «Chi cazzo sei.»

Noah in realtà non sapeva molto della vita di Haley. Ovviamente perché non gli importava o non voleva prendersi cura di lui. Nonostante questo, sapeva che quell’uomo era diverso dalla persona che si era ubriacata e aveva fatto un casino. Quell’uomo era veramente Haley Lusk? Quella troia drogata? Noah sentì la pelle d’oca sulla sua guancia e lo fissò. Non sapeva neanche lui perché continuava a pensare a Mason mentre guardava quell’idiota, ma Noah stava già provando diversi déjà-vu.

Si morse le labbra, avvicinò la punta della pistola e appoggiò il dito sul grilletto. Non sapeva cosa stava facendo, ma non gli importava. Premere il grilletto sembrava molto naturale.

«Scusa…» Mason era leggermente accigliato perché era infastidito dalla pistola sulla fronte. «… A proposito, non puoi uccidere una persona in questo tipo di posto.»

La voce che aveva attraversato l’orecchio di Noah l’aveva fatto smettere di respirare. Si sentiva stordito come se fosse tornato a un giorno nel passato.

Mentre Mason scendeva in ascensore con lui, lo guardava di sfuggita. Noah aveva una faccia un po’ spenta e si stava rimettendo a posto i capelli. I suoi occhi verdi erano un po’ appannati.

‘Non puoi uccidere una persona in questo tipo di posto.’ Quando Mason aveva pronunciato queste parole, si era sentito istrano. Noah gli stava puntando contro la pistola, e, che se ne rendesse conto o no, la pistola tremava. I suoi begli occhi stavano bruciando. Aveva messo il dito bianco sul grilletto e Mason aveva pensato che quella non fosse più una minaccia: Noha gli avrebbe sparato davvero. Pensava che se avesse detto qualcosa sarebbe andata meglio, ma quando disse ‘pensa a quel posto’, il viso di Noah si increspò terribilmente. Vedendo la sua faccia rigida, come se avesse sentito qualcosa di estremamente spaventoso, Mason dovette trovare una scusa.

«No, queste pareti sono sottili. Un colpo ha risuonato proprio ora, probabilmente nell’appartamento accanto l’hanno sentita, e tu sei una persona famosa quindi … E qualcuno potrebbe averti visto entrare qui … Quindi, allora puoi risparmiarmi?’ aveva chiesto Mason servilmente. Quando Mason guardò Noah come se avesse risposto a qualsiasi tipo di domanda se lo avesse chiesto ancora una volta, Noah sbatté lentamente gli occhi. Sbatté le palpebre più volte come se stesse osservando l’altra persona.

«Ah … non c’è modo.» Mormorò tra sé, ma in qualche modo la sua faccia era pallida. Mason diede un’occhiata sotto il suo piede, la forza che premeva sulla sua spalla si indebolì e alla fine riuscì ad afferrare la Colt con il piede.

Mason si sdraiò rilassando il suo corpo e poi spinse con tutte le sue forze. Un proiettile della Glock che Noah teneva in mano fece un buco nel soffitto.

Cazzo, voleva davvero sparargli. Mason rabbrividì e raccolse la Colt accanto a Noah e gli puntò la sua pistola alla tempia. Respirava pesantemente tenendo la pistola e dato che la sua forza era scarsa, era già senza fiato. Noah si sedette in un angolo e fissò il pavimento con un’espressione indifferente come se non gli importasse niente.

«Metti giù quella pistola.» Disse Mason picchiettandogli sulla tempia, ma Noah non si mosse. «Scusa? Devo spararti? Non mi senti?» Chiese Mason ancora una volta. 

Noah alzò lentamente la testa la inclinò e disse con occhi indifferenti. «Allora spara e basta.»

«Scusa?» Chiese stupidamente Mason, e la mano di Noah scivolò sul suo viso sospirando come se fosse stanco. Mormorò qualcosa a bassa voce. Pensava di aver detto abbastanza perché cazzo lo stava chiedendo di nuovo? Era così fastidioso.

«Signor Ray, Raycarlton?» Mason lo chiamò in preda al panico, e Noah gettò via la pistola e si alzò con una faccia molto irritata, stanca e annoiata per poi chiedere: «Perché non spari?»

Chi chiederebbe perché non spari? Mason non sapeva come rispondere, quindi chiuse la bocca. Non intendeva comunque sparare, ma continuare a dire ‘non sparerò’ era un po’ strano. Noah lo guardò come se fosse patetico e raccolse la foto tra i vetri rotti sul pavimento. 

Chiese con tono poco irritato e pigro. «Farò una domanda ed ho bisogno di una conferma: Mason è morto? ….. Oppure è vivo? Sembra che tu lo sappia.» A causa di quello che aveva detto Noah, Mason contrasse le labbra. 

Perché lo chiedi, perché chiedi il mio stato con quell’espressione? Quelle domande gli vagavano in testa. Mason deglutì guardando in quegli occhi che aspettavano la conferma della sua morte.

Ci sono risposte che Mason era pronto a dire, ed erano tutte risposte negative. ‘Non lo so. Non devi saperlo.’ Oppure ‘ho sentito che è morto.’ Qualunque cosa avrebbe detto, non sarebbe stato ‘è vivo’. Non poteva dirlo. Non era vero, e la sua vita come Haley avrebbe potuto essere in pericolo. Una persona che sapeva dove si trova Mason. Zii, che stava cercando di rintracciarlo, avrebbe sbavato.

Aveva pensato a delle cose da dire, ma Mason non poteva dirle semplicemente muovendo le labbra.

«Ah, beh … Non importa. Penso di aver capito.» Noah vide il viso rabbuiato di Mason e tagliò corto. «Sì, sapevo che sarebbe stato così.» mormorò Noah e diede un’occhiata fuori da una finestra. Mise la foto sul tavolo ed uscì dalla camera da letto come se niente fosse.

Masoni fissò un po’ la sua schiena, poi impacchettò la foto e la sua roba. Dopo aver impacchettato tutto, chiuse con il lucchetto la borsa. Si alzò, vide la macchia di sangue sul pavimento e si grattò la testa.

Sul serio, che affari aveva con quella casa? Sicuramente era venuto in quella casa sapendo che quella era la casa di Mason. Quali potevano essere i suoi affari? E cos’era quello strano sguardo e quell’espressione?

Ero curioso di molte cose, ma non sembrava che quell’uomo gli avrebbe detto niente dal momento che aveva il corpo di Haley.

Qualcosa lo faceva sentire a disagio, ma poiché non poteva chiederglielo direttamente, avrebbe dovuto dimenticarsene, ma quegli occhi spenti continuavano a tornargli in mente.

Comunque è il giovane erede che ha attirato abbastanza la mia attenzione. Non voglio interferire con gli affari degli altri, ma quello è l’uomo a cui ogni tanto penso. Penso che sia stato così anche dieci anni fa. 

Mason pensò a quella volta, sospirò profondamente ed uscì di casa. Svoltò nel corridoio e davanti all’ascensore con la porta rossa c’era quell’uomo alto. Noah era uscito già da un pò di tempo.

Pensavo che l’ascensore fosse rotto, ma era già fermo al 7° piano. Sembra che nessuno salga o scenda. È stato appena chiamato. Perché non sta entrando?

«Non entri?» chiese premendo il pulsante. L’altro uomo alzò lentamente la testa e guardò attentamente Mason. Non disse niente, si limitò a voltare la testa e guardò l’ascensore aperto. Poi, salì nell’ascensore senza dire niente.

Mason fissò l’uomo che si era posizionato nell’angolo dell’ascensore senza nemmeno  premere il pulsante. Entrò nell’ascensore, dopo aver premuto il pulsante del piano terra, guardò l’ascensore che scendeva di piano in piano e dando un’occhiata alla persona al suo fianco. Noah si stava tirando su i capelli e respirava piano. In qualche modo sembrava molto fragile e coinvolto. 

Non è un po’ pericoloso se se ne va in giro così scosso? Non sembra che sia quel tipo di persona. Cosa c’è che non va in lui? Mason lo stava guardando. Andrebbe bene se ci fosse il suo segretario o una guardia del corpo giù nell’atrio, ma se fosse da solo … non sarebbe un’interferenza inutile? Mason stava pensando questo.

All’improvviso l’ascensore smise di emettere il suono pesante del motore e la luce si spense.  Si sentì anche il suono dell’aria condizionata che si spegneva.

Ah, sono di nuovo le solite stronzate. Mason sospirò per il solito malfunzionamento dell’ascensore che si verificava frequentemente quando era vivo. Era una casa in cui non veniva nemmeno 20 giorni all’anno, ma in quei periodi quei guasti accadevano sempre una o due volte.

Mason si controllò in tasca e si rese conto di non avere un cellulare o un accendino. Pensava che sarebbe morto respirando se avesse fumato con quel corpo, quindi aveva pensato di smettere da quando era nato di nuovo, ma ora si rammaricava un po’. Ah, sono stato così superficiale. Mason fece schioccare la lingua e guardò Noah di fianco a lui. Poiché non si era ancora abituato all’oscurità, sapeva che era lì, ma non poteva vederlo.

«Scusami, hai un telefono o un accendino?»

Non sembrava uno che fumasse, ma se avesse avuto qualcosa, gli avrebbe chiesto di accenderlo, ma Noah non disse nulla.

Quando Mason fu in grado di vedere la sua faccia, vide che aveva una faccia infastidita, aveva pensato di poterlo ancora sentire, ma ora che era buio gli sembrava di parlare a un muro. Mason toccò la parete e si avvicinò ai pulsanti. Erano lì da qualche parte … Sentì qualcosa sotto le sue dita e lo premette, e presto sentì il suono del collegamento.

Sembra che il signor Jordan, il tecnico, avesse lasciato la sua postazione. Nessuno stava rispondendo alla chiamata. D’altra parte, era ora di cena. Mason sospirò silenziosamente e tornò al suo posto toccando le pareti e si sedette sul pavimento. Era seduto per terra in silenzio e lentamente i suoi occhi si stavano abituando all’oscurità. Mason guardò al suo fianco Noah e si chiese se gli sarebbe dovuto importare di lui o meno. 

Alla fine gli disse: «Non so per quanto tempo staremo qui…Dovresti sederti.»

Jordan era un mangiatore incredibilmente lento. Se non era passato molto tempo da quando era andato a mangiare, avrebbero dovuto aspettare almeno una o due ore. Ma anche al tono gentile di Mason, non ci fu risposta.

Mason pensò apaticamente ‘Certo. Mi fanno male le gambe, d’altra parte non sono le mie’ e si grattò la guancia. Il luogo in cui era stato schiaffeggiato era irritato e pruriginoso. Haley aveva anche una pelle debole. Perché questo ragazzo è un uomo? No, se questo corpo fosse una donna, sarei nei guai … Mason non aveva niente da fare, quindi stava solo pensando a un pensiero inutile per perdere tempo. All’improvviso, si voltò a destra dove si trovava Noah. Sentì il suono del suo respiro e alzò la testa.

Non sapeva quando fosse iniziato quel tipo di suono, ma il suono del respiro di Noah stava diventando sempre più ruvido. Mason si alzò esitante, Noah si stava chinando un po’ tenendosi il petto con entrambe le mani.

«…Sig. Raycarlton?» Anche quella volta non rispose, ma Mason gli si avvicinò con cautela. Si era abituato all’oscurità, ma non lo vedeva bene. Più vicino. Quando arrivò proprio davanti alla sua faccia, fu in grado di vederlo.

I suoi occhi erano spalancati. Sembrava che stesse guardando qualcosa, ma la sua attenzione era completamente sfasata. La fronte, le guance e il collo erano bagnati di sudore come se avesse piovuto. Ansimava e il suo respiro si spezzava come se fosse sul punto di urlare.

«Noah?»

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