A TALE OF THOUSAND STARS – SPECIALE 3 (M)

Il viaggio delle “Stelle”

Arrivata la notte una fresca brezza soffiava dolcemente sulla pelle di colui che se ne stava rannicchiato con le ginocchia al petto fuori sul terrazzino annesso alla capanna. I suoi occhi piccoli fissavano i campi tinti di nero dall’oscurità e nelle orecchie il canto dei grilli che avvolgeva l’intera casetta nella campagna, ma poi tutto intorno a lui tacque quando la gigante figura di qualcuno entrò nel terrazzo e gli si mise a sedere accanto.

Il terrazzino si fece improvvisamente sempre più stretto, ma il giovane che fino a quel momento aveva occupato l’area non si mosse. Tian strinse il forte avambraccio dell’amante prima di abbassare la testa e annusare il suo profumo, sapeva di sapone profumato dopo il bagno.

«Perché sei seduto fuori? Le zanzare ti mangeranno vivo.» Il giovane d’alta classe rise leggermente alle sue parole e decise di prenderlo un pò in giro. «…perché hai paura? Non appena sei arrivato con la tua gigante mole le zanzare sono volate via, piuttosto io avrei paura di essere colpito e ucciso da un M16.»

Il maggiore Phupha allungò una mano ed accarezzò i capelli di quel topo dispettoso mentre si chiedeva se vi fosse per loro un’opportunità di stare insieme «Com’è andato il viaggio al villaggio con lo zio Det?»

«Faceva molto caldo, ma è stato divertente. Ho imparato moltissime cose… anche quale dovrebbe essere il senso della vita.» L’ultima frase sembrò svanire nella notte.

Phupha gli afferrò la mano snella e avvolse le sue dita con la sua. «Non tutte le persone possono vivere allo stesso modo. Alla nascita le persone sono tutte diverse, vale anche per lo status familiare, il lavoro e l’istruzione; questi sono tutti dei limiti che ci impediscono di agire liberamente.»

«Anche un giovane d’alta classe come te che ha sempre avuto tutto è stato capace di lasciare tutto e andare lontano fino ad incontrare un soldato di frontiera come me nella landa selvaggia ai confini del paese. Ho persino pensato che fosse un miracolo. Quindi il tuo pensiero non deve essere necessariamente uguale a quello di un altro, tu hai il dovere di vivere la tua vita al meglio delle tue capacità.»

Tian strinse la presa sulla sua grande mano. Prima di decidere di parlare del suo passato che sentiva dentro di sé come gravi cicatrici che sarebbero rimaste con lui fino alla morte.

«Sono cresciuto come un vagabondo. Ho più di dieci anni di differenza con i miei fratelli e quando sono nato mio padre ricopriva già una carica molto importante. Oltre al lavoro doveva  anche andare agli eventi sociali con mia madre tutti i giorni ed io sono cresciuto con una tata. Così non mi sono più chiesto perché dei genitori raramente presenti mi regalassero i giocattoli costosi e non ho più pensato alla promessa di fare una piccola gita tutti insieme; ho dimenticato tutto. Questo è tutto. Se ciò non fosse accaduto non avremmo mai saputo quanto sarebbe stata perfetta la mia vita. Cosa mancava veramente? Quando ho scoperto di avere una miocardite virale che avrebbe portato ad una grave insufficienza cardiaca che mi avrebbe costretto a sottopormi ad un trapianto…»

Il figlio dell’ex vice comandante dell’esercito thailandese fece un respiro profondo ricordando  il dolore e la sofferenza di quel giorno. 

«…da persona normale che amava fare sport con gli amici diventai un bastardo malato che  non poteva più correre, il mio intero mondo, il mio futuro si sgretolarono in un istante. Iniziai a covare risentimento per tutto ciò che mi era accaduto sin da bambino. Incolpavo mio padre per non aver avuto mai tempo perché questo non gli aveva permesso di capire che cosa c’era di anormale nel mio corpo. Incolpavo mia madre per aver dato alla luce un corpo così debole. Il tempo passava e nessuna notizia o novità sulla possibilità di un donatore compatibile da cui potevo ricevere un cuore si allontanava così, come la speranza di una completa guarigione. Diventai sarcastico riguardo la mia stessa vita. Uscivo, bevevo, mi vestivo bene e guidavo solo auto di lusso ostentando ogni giorno tutta la mia ricchezza. Non mi importava di morire, ma non volevo morire a causa della miocardite.

Poi venne il giorno in cui mia madre, seduta in salotto, aspettò che tornassi a casa fino a tarda notte. Anche se mia madre non aveva mai avuto tempo per… Ero arrabbiato… perché solo quando ho scoperto di essere malato mia madre è tornata e mi ha aspettato.»

Le sue labbra sottili, premute insieme, tremavano leggermente. Tian si liberò dalla presa del maggiore, poi sollevò  la mano tendendo il braccio verso il cielo scuro, fissando la sua mano attraverso l’aria vuota.

«Ho spinto mia madre… ho spinto la persona di cui mi importa di più con questa stessa mano.»

Ricordando gli eventi di quel giorno il senso di colpa traboccò fuori condensandosi in  goccioline d’acqua limpida che fecero capolino dai suoi occhi cerchiati di rosso. «…La mamma cadde dalle scale e rimase sdraiata sul pavimento. Lo shock fu talmente forte che persi i sensi e al mio risveglio scoprii che il mio cuore non era più mio.»

Phupha poteva solo riprendere quella mano snella per trasmettergli il calore affinché quella persona sapesse che da quel momento in poi…non avrebbe più dovuto tornare indietro e combattere da solo come in passato. 

Come per assorbire quel buon desiderio, Tian girò il viso contro la spessa linea della spalla del maggior per asciugare le proprie lacrime. Poi continuò a parlare a voce bassa e ovattata.

«Stavo cercando il valore mancante nella mia vita. Tutti sanno che tutto quello che ho imparato, leggendo e seguendo il diario, è merito di ‘quella ragazza’, significa così tanto per me.»

«…un grazie sincero a te ‘Weaving Dream’ per avermi regalato questo vasto mondo.»

All’improvviso il cuore nel suo petto prese a battere in modo irregolare. Tian staccò in fretta la testa dalla forte spalla e si portò una mano al petto sotto lo sguardo sorpreso e vigile, ma ansioso del giovane soldato accanto a lui.

«Ti fa male il petto? Hai preso le medicine?» Phupha aveva appreso dal suo caro amico dottore che le persone che erano sottoposte ad un trapianto di cuore dovevano assumere degli immunosoppressori per il resto della loro vita. Tian aveva appreso dal diario che quella  parte non era sua e pertanto, il corpo poteva improvvisamente iniziare a rigettare il nuovo cuore. 

Tian sollevò il viso rigato dalle lacrime e un debole sorriso comparve sul suo volto mentre rassicurava l’altro dicendogli che non c’era nulla di cui preoccuparsi.

«…È strano. Anche se il cuore è solo un organo e non ha alcun ricordo, io credo che ‘Weaving Dreams‘ mi abbia sentito e sappia quanto apprezzo il suo sacrificio perché non mi ha donato solo una nuova vita, ma mi ha regalato dato anche una terra piena di felicità.»

«La scogliera di Pan Dao?» Delle sopracciglia scure sollevate si sollevarono, ma l’altra parte scosse la testa in segno di diniego e gli occhi del soldato divennero quasi sfocati quando le labbra sottili su quel viso liscio rivelarono un sorriso più ampio, splendente…ancor più luminoso e più bello di tutta la luce emanata da tutte le stelle di tutti i cieli riuniti insieme.

Tian si chinò e sussurrò la dolce maledizione dell’amore eterno a colui che gli sedeva accanto.

«Proprio accanto a te?»

Molto prima che Phupha si risvegliasse dalla beatitudine che lo circondava, gli occhi acuti di Tian brillano di una luce più dolce mentre con sguardo miracoloso si volse a guardare la persona cara per rivelargli tutto ciò che sentiva.

«Sei la mia felicità… Non credo che per tutta la vita potrei amare qualcuno più di così.»

Non servivano parole. Le loro labbra si avvicinarono. Tian chiuse gli occhi, annegando per l’eccitazione. Aprì leggermente la bocca per consentire alla punta della lingua del suo amante di assaporare la dolcezza all’interno.

Un basso, basso gemito risvegliò gli istinti predatori che l’ufficiale militare aveva silenziosamente tenuto a bada. Una grossa mano gli accarezzò la schiena magra, divenuta più muscolosa di prima, poi abbracciò la sua vita snella e lo strinse più vicino a sé.

Il bacio di un soldato sempre così tranquillo divenne incredibilmente violento. Il giovane di alta classe sentì il calore pervadere tutto il suo corpo e quando Tian sentì che non aveva più aria nei polmoni, spinse contro il suo petto come segnale di lasciarlo andare.

Phupha si morse lentamente il labbro sottile e leggermente ammaccato prima di arrendersi definitivamente. Fissò quel viso arrossato e liscio con imbarazzo, la gola secca, come un viaggiatore del deserto bisognoso d’acqua per dissetarsi.

Per tutta la vita si era dedicato anima e corpo al proprio paese quasi dimenticandosi di avere dei sentimenti d’amore. Se il destino non gli avesse portato Tian, forse avrebbe finito per sviluppare una malattia a trasmissione sessuale proprio come una volta il suo caro amico,il dottor Nam, gli aveva profetizzato.

Phupha non sapeva quanto Tian capisse quelle cose. Riguardo alle persone etero il desidero comune era quello di trovare una donna da amare e non disdegnare per il resto della vita, ma quando si parlava di cercare una persona del tuo stesso sesso e di uguale forza temeva che a furia di reprimere i suoi istinti sessuali un giorno sarebbero esplosi. 

Il colonnello dell’esercito thailandese emise gradualmente un lungo respiro caldo nel tentativo di rimanere il più calmo possibile. Da quando si erano innamorati, la loro relazione era cresciuta anche dal punto di vista fisico ed avevano avuto innumerevoli rapporti, non che Phupha se ne lamentasse…ma aveva sempre paura che il corpo di Tian, a causa un trapianto di cuore, non potesse sopportare un tale sforzo.

Il giovane insegnante Asa trovò quel silenzio insolito così alzò rivolse all’altro uno sguardo interrogativo e poi le sue labbra sottili si contrassero in un ampio sorriso. Appoggiò entrambe le mani ai lati del suo viso cercando di nascondere l’imbarazzo del suo amante.

«Capitano…» disse dolcemente con voce roca e profonda. «Penso che ti stai preoccupando per me nel momento sbagliato.»

L’abisso negli occhi di Phupha tremò all’improvviso. «Non provocarmi… ragazzino.»

La voce che parlava era roca e Tian non poté fare a meno di ridere in gola. Da quando aveva appreso di essere malato aveva rinunciato ed avere un qualsiasi tipo di relazione perché non voleva formare un legame con un’altra persona sapendo di non poterlo mantenere. 

Dopo l’intervento, era diventato abbastanza forte e aveva capito che il cielo con lui era stato magnanimo nel donargli non solo una nuova vita, ma anche un amante meraviglioso.

Persino il suo ruolo nella relazione era passato da ‘protettore’ a ‘protetto’.

Ma quando si trattava dell’ ‘Amore’ non c’era più spazio per cose come ruoli o dignità da mantenere.

Il giovane dell’alta società si chinò e baciò dolcemente quel mento forte prima di sussurrare cose che sapeva rendevano impaziente l’ascoltatore.

«Non provocarti…Chi sono io per provocarti?»

Qui…

Fuori casa…

Stare nudi sotto il vasto cielo e all’aria aperta era troppo imbarazzante. Phupha chiuse gli occhi e trasse un profondo respiro, provando a trattenersi con tutte le sue forze. Improvvisamente  si alzò in tutta la sua altezza portando con sé la mano snella prima di trascinare rapidamente l’altra persona all’interno della stanza.

La candida figura venne spinta all’interno in malo modo finendo con l’inciampare in una discrepanza tra le assi del pavimento in legno e atterrando con un tonfo sul materasso. Tian si rialzò mettendosi a sedere e prendendo tra le mani le dita dei piedi ferite nella caduta lanciando piccoli gridolini di dolore, ma quando sentì la possente presenza alle sue spalle strinse le labbra in una linea sottile. Braccia forti lo avvolsero e subito dopo delle grandi e calde mani presero ad accarezzargli dolcemente i piedi nudi e bianchi.

«Fa molto male?» chiese Phupha come per confortarlo, ma le sue mani ruvide si mossero ancora su di lui…avanti e indietro fino a raggiungere l’area sotto i pantaloncini da calcio.

Tian rabbrividì quando quei palmi infuocati si mossero sotto la sottile stoffa e audacemente afferrarono l’essenza nascosta sotto; inarcò le sopracciglia e socchiuse quel paio di begli occhi mentre l’eccitazione in lui cresceva man mano che quelle mani ondeggiavano sul suo inguine. Le sue dita sottili strinsero quel braccio forte mentre si curvava in avanti ed il suono del suo respiro, ridotto a rauchi rantoli si mescolava con i rumori della natura all’esterno. In poco tempo, il rigonfiamento sotto il palmo grosso e ruvido di Phupha non riuscì a trattenere il desiderio ed una grande increspatura d’acqua bianca e torbida sgorgò dal suo membro.

Tian sentì il suono rilassante del respiro della persona amata dietro di lui vicino al suo orecchio prima che una voce bassa e roca risuonasse carica di divertimento.

«È tutto incasinato…»

Il viso dell’ascoltatore divenne rosso. Tian si voltò e indicando i suoi pantaloncini tenne a precisare. «Ho portato solo un paio di pantaloncini come pigiama!»

«Quindi non devi indossarli, giusto?» Senza aspettare una risposta, il giovane ufficiale colse quell’occasione per afferrare l’elastico dell’indumento facendolo scorrere sulle lunghe gambe prima di buttarlo via.

«Non ci posso credere!» Tian gridò scioccato alla vista dell’oltraggioso gesto del suo amante, anche se da quando avevano deciso di stare insieme raramente avevano trovato qualcosa che li accomunava di certo non aveva mai pensato che… 

La mancanza di autocontrollo poteva trasformare l’eroe di una nazione in una belva feroce?!

«Non fare troppo rumore o disturberai le case qui vicino.» Phupha fece un profondo respiro prima di girare Tian per affrontarlo. Si chinò sulle sue labbra per mettere a tacere la tempesta di parole che ne sarebbe seguita e prese a mordicchiare e baciare la sua bocca passando poi alle guance.

Tian aggrottò le sopracciglia per il dolore, cercò di spingere via quelle forti spalle in segno di protesta o in caso contrario non avrebbe potuto resistere alla forza che lo costringeva a sdraiarsi sul materasso.

Phupha rise e Tian sentì contro di lui il suo respiro caldo che era come un’esortazione a lasciarsi andare, a mettere da parte il suo imbarazzo per agire secondo i suoi impulsi più profondi e così un’esile mano afferrò l’orlo della maglietta verde kaki sollevandola e con una buona cooperazione del militare riuscì a sfilargli l’indumento dalla testa per farlo ricadere a terra. 

La figura forte e abbronzata mostrava i segni di nuove e vecchie ferite dovute alle molte battaglie per proteggere la nazione. Per altri quelle ferite avrebbero potuto deturpare la bellezza di quel corpo, ma per Tian contribuivano a renderlo ancora più fiero e affascinante. 

Tian fece scorrere una mano lungo quel petto muscoloso fermandosi alla vita e sfiorando l’elastico dei pantaloni sportivi che celavano in modo tanto irrispettoso, a parer suo, il fulcro di quel corpo possente. Da sotto il tessuto l’eccitazione di Phupha era chiaramente visibile e Tian deglutì immaginando l’immensità che essi celavano. 

Lo giuro!

Quando si era spogliato o aveva fatto la doccia con degli amici maschi Tian non aveva mai provato niente…forse era solo perché quell’uomo non era solo un uomo, quello era il  ‘Maggiore Phupha’  e solo lui riusciva a fargli ‘sentire’ così tanto.

Phupha guardò il viso del suo amante che presto sarebbe diventato rosso, poi sorrise affettuosamente per la sua reazione. Sollevò leggermente il mento di Tian prima di parlargli in tono provocatorio. 

«…Che cosa stai aspettando? Sono tutto tuo.»

Nell’udire quelle parole l’ultimo brandello di coscienza del giovane venne strappato via e Tian afferrò le spalle di quella tigre feroce spingendola indietro, costringendola a sdraiarsi sul materasso e a inginocchiandosi davanti a lui. Con una mano abbassò i pesanti pantaloni della tuta rivelando la possente mascolinità che essi celavano.

Davanti ai suoi occhi, il membro di Phupha svettava in tutto il suo vigore con una perfezione invidiabile. In segno di sfida, Tian si incurvò in avanti e con la lingua prima sfiorò la punta calda, poi prese a leccare tutta la sua lunghezza spostandosi verso il basso e soddisfatto schiuse le labbra per accogliere nella sua bocca tutta quella grandezza.

Non era la prima volta che Tian lo faceva, ma quell’ eccezionale studente si era rivelato in poco tempo così capace che il suo insegnante chiuse gli occhi e prese a respirare in modo profondo e soddisfatto. La piccola bocca di Tian non era abbastanza larga da coprire l’intera asta di Phupha, ma il suo calore e la sua morbidezza furono sufficienti a provocare un formicolio indicibile nel maggiore che fece scivolare una mano sui capelli morbidi del suo amante per spingere la testa di Tian ancora più a fondo tra le proprie gambe consapevole di essere vicino all’apice mentre sentiva le vene che gli nutrivano il glande gonfiarsi fino a farle quasi esplodere per le coccole del suo amante.

Quando le onde di piacere si placarono, Phupha strinse i denti prima di riuscire a sollevare la testa dal suo amante e vedere che su quelle rosse e gonfie era rimasto un filo d’amore che traboccava dalla punta del suo pene. 

Tian si leccò le labbra mentre assaporava il gusto salato del suo amante, ma il suo comportamento sconsiderato procurò in Phupha una nuova ondata di desiderio che ridestò in modo violento di nuovo il suo membro.  

Phupha allungò una mano e tolse la maglietta dal corpo, anche la pelle bianca di Tian sotto le luci al neon del soffitto della casa era molto allettante, ma lo erano ancora di più quelle piccole vette rosee e dure sulla parte superiore del suo petto. Phupha ne sfiorò una con il pollice e a quel tocco i palmi di Tian si allargarono e tremanti strinsero la presa intorno alla sua vita mentre il suo amante lasciava andare un dolce gemito. 

Come se tutto il suo corpo fosse stato percorso da un’intensa scarica elettrica, il giovane insegnante volontario giaceva disteso impotente sul pavimento mentre lasciava il suo amante calarsi su di lui per assaporare con i denti, succhiando e mordendo con gusto. Il formicolio risultante da quel toccò spinse il corpo snello ad appoggiarsi alla persona a cavallo sopra e la parte sensibile tra le sue gambe sfregò contro i muscoli tesi e ondulati dei muscoli addominali di Phupha finché non iniziò a gonfiarsi di nuovo anche se non era passato molto tempo da quanto il giovane aveva raggiunto l’estasi del piacere. 

Phupha sollevò il viso e lo seppellì nel suo collo profumato per ridurre il calore dell’atmosfera bollente. Prima che il loro gioco d’amore quella sera terminasse, aveva in fretta allungato una mano verso il suo bagaglio per aprirne la cerniera anteriore e aveva afferrato l’attrezzatura necessaria.

Era arrivato persino a pensare di poter uccidere il suo amico per aver osato dargli una bottiglia di lubrificante e dei preservativi, ma in quel preciso momento…

Devo ammettere che il dottore solitario non manca di intuizione….

Tian ruotò lontano da loro la lampada che illuminava l’interno della stanza mentre Phupha apriva la bottiglia di gel per versarne una copiosa dose sulle dita e senza alcun indugio sollevò la figura chiara davanti a lui e allargò quelle gambe lunghe e snelle.

Anche se aveva mostrato una certa resistenza, alla fine Tian si arrese man mano che sentiva il sangue ribollire dentro di lui fino a quando tutto il suo corpo non fu completamente caldo. Alzò una mano e si coprì il viso arrossato per l’imbarazzo perché il segreto stava per essere svelato alla luce brillante dei neon. 

«Co…comandante per favore, spegni le luci,» lo implorò con voce roca.

Sembrava però che quella sera l’ufficiale fosse scomparso lasciando il posto ad un criminale senza scrupoli che mai avrebbe concesso nulla alla sua vittima. «Ma a me piace vederti chiaramente, esattamente così.»

Un sorriso fece capolino all’angolo della bocca del maggiore prima di far scivolare un dito umido e imbevuto di gel sull’ingresso del suo amante e a quel tocco la figura nuda e candida sembrò contorcersi leggermente mentre le sue dita si muovevano ritmicamente dentro e fuori  dai petali di quel luogo segreto. Phupha aveva sempre avuto la fama di possedere un formidabile autocontrollo, ma in quel momento sedotto dal corpo dell’amante dischiuso di fronte a sé in quel modo, aveva spazzato via anche l’ultimo brandello di pazienza e così inserì un secondo dito attraverso lo stretto foro percependo l’istantaneo riflesso dei muscoli morbidi di spingere fuori quel corpo estraneo e questo indusse l’ufficiale a mordersi il labbro inferiore con pazienza.

Tian chiuse gli occhi, tutto il suo corpo stava sudando, era come essere sottoposto a una tortura atroce. La sua mano snella afferrò il lenzuolo nel sentire la punta di un dito grosso e ruvido che gradualmente penetrava in profondità, indugiando nel suo corpo, ma tremò per il piacere quando l’esploratore raggiunse il bersaglio nascosto e Tian prese a gemere sempre più forte sotto l’attacco esperto dell’aggressore, il suo nucleo crebbe di nuovo, così rigido e la sua cima dura e gonfia fremeva per essere toccata.  

Come se fossero stati in grado di comunicare con lui, Phupha non avrebbe ignorato la muta richiesta di quei due boccioli di rosa che svettano davanti ai suoi occhi e si chinò per succhiare i contorni, assaporandone il sapore dolce mai provato prima, mentre continuava a muovere prepotentemente il dito contro il punto sensibile del suo amante.

Tian sollecitato in due punti strategici prese ad annaspare travolto dal piacere, allungò le mani tentando di afferrare il suo membro, ma vi riuscì perchè un’altra ondata di turbolento piacere salì e lo travolse mandando tutto in frantumi. Il suo viso era liscio, madido di sudore. Tian boccheggiava in cerca d’aria fresca per riprendere fiato. Non era passata nemmeno mezz’ora dall’ultima volta; per due volte aveva raggiunto il suo culmine non c’era che da biasimare il suo stesso corpo…

O da elogiare l’altra persona per essere troppo abile?

Il maggiore Phupha si sollevò e baciò le tempie palpitanti per il piacere come per confortarlo prima di baciare le sue labbra e con la punta della lingua schiuderle.

Dolci occhi acuti fissarono l’amante gentile di fronte a lui, Tian si allungò una mano tremante per accarezzare il viso tagliente di un vero uomo thailandese prima di chiedere sottovoce: «Tu… non sei nervoso?»

Phupha si immobilizzò quell’attimo che bastò a comprendere il significato di quella domanda e non potè fare a meno di sorridere sornione. Raccolse il pacchetto di preservativi di fianco e con un sussurro rispose: «Eccitato, ma in attesa che una persona gentile venga ad aiutare.»

Tian strinse le labbra e guardò l’altro uomo con disperazione. Si alzò e spinse l’alta figura a sdraiarsi sulla schiena prima di arrampicarsi e appoggiarsi su un fianco. Mani snelle afferrarono la busta di un preservativo e la strapparono per adagiarlo sul corpo possente che si ergeva maestoso. Quando ebbe finito, il giovane maestro Asa abbassò la testa e diede un profondo bacio alla cima sottostante.

Phupha con una mano accarezzò la sua schiena liscia e calda fermandosi sui suoi fianchi magri. I suoi occhi si strinsero quando il suo respiro iniziò a congelarsi. Uno studente eccezionale a cui erano bastate poche lezioni, si mosse molto velocemente, sapendo come usare il corpo per provocare e far tremare il cuore dell’altro.

Tian era a cavalcioni sopra di lui e si chinò sopra di lui iniziando a muoversi, abbassò il busto e lo cullò con il suo ritmo. Eppure continuava a muoversi felicemente. Alla punta grande e spessa non era ancora permesso l’ingresso a quel paradiso segreto.

Il soldato fece un respiro profondo mentre lasciava libero il giovane esploratore di vagare e leccare forte tutto il suo petto «Abbastanza divertente, eh?» ribatté perché non ce la faceva più a sopportare ad aspettare.

La persona sopra di lui lo rimproverò con finto dispiacere. «…Chi ha detto che i soldati hanno pazienza? Questo maggiore Phupha non ha nulla di tutto questo.»

La verità era che la bocca di Tian diceva una cosa, ma il suo corpo stava facendo esattamente l’opposto, mentre con un’esile mano afferrava la rigida maestosità avvolta dal preservativo ultra sottile prima di abbassarsi gradualmente con difficoltà sopra di essa permettendo ad ogni centimetro del membro di Phupha di scivolare dentro il suo morbido canale.

Phupha si accigliò travolto da quella combinazione di disagio e formicolio. Anche se la cavità calda era stata preparata con dita e il gel lubrificante, era ancora troppo presto per lasciare libero il desiderio di librarsi in avanti dentro di lui. Il tocco del palmo della sua mano si trasformò nella presa di una tenaglia mentre spingeva le natiche del suo amante verso il basso costringendolo a scendere sopra di lui.

Tian venne preso alla sprovvista dalla forza di quella presa che lo aveva costretto ad accoglierlo tutto in una volta e quando il suo corpo si fu abituato all’imponente invasione, quello prese a muoversi dentro di lui. Di conseguenza, il Maestro Asa non fu in grado di sostenere l’impeto di quel corpo e crollò sul forte petto sottostante.

Forti braccia lo avvolsero intorno alla vita, incatenando i loro corpi assieme come spinti dal timore che l’altro in un gesto impulsivo potesse allontanarsi e il corpo di Tian venne guidato muovendosi avanti e indietro, con una leggera torsione del busto in un ritmo più lento.

Tian seppellì la faccia liscia e rossa in una spalla di Phupha mentre inconsapevolmente gli sfuggì un singhiozzo rauco dovuto alla travolgente emozione soffocato nella pelle scura e abbronzata del suo amante come a voler sfogare la tensione crescente nell’area segreta dove l’attrito profondo colpiva il suo punto sensibile ed i loro corpi si fondevano in modo omogeneo generando in Tian un formicolio che di espandeva per tutto il suo addome.  

Labbra sottili si aprirono mordendo la carne sulla spalla dell’ufficiale per coprire gemiti e mugolii umilianti provocati dalla beatitudine che pervadeva tutto il suo corpo mentre il suo seme rilasciato per la terza volta era più chiaro e di volume minore, ma continua a sgorgare imbrattando quella pancia piena di forti muscoli.

Phupha sorrise quando sentì il gemito di Tian sulla pelle dietro la sua nuca. Cambiò posizione adagiando l’altra persona sul materasso senza mai lasciare che i loro corpi si staccassero. Le sue lunghe dita si concentrarono su alcune ciocche umide di sudore che si erano incollate alla fronte di TIan spostandole leggermente prima di chinarsi e per dargli un leggero bacio.

«Sei stanco? Persona talentuosa…»

Quando incontrarono i suoi, gli occhi snelli e sensuali si illuminarono. Usando tutta la sua forza rimanente Tian si sporse per prendere un pò del suo sperma dal suo muscolo addome.

«Tre giri completi di seguito. Se non proviamo come possiamo saperlo? Scopriamolo!!»

Il giovane colonnello rise debolmente prima di rispondere alle parole che avevano fatto tremare l’uomo infuriato sotto di lui: «… va bene, in caso di dubbio, proviamo con il primo round, ma se ancora non sarai certo di aver raggiunto il limite dovremo incrementare il numero dei round.»

A Phupha non importava cosa stesse dicendo mentre afferrava Tian aggiustando la loro posizione e ricominciava a muoversi ad un ritmo piatto, come per stuzzicarlo. Anche se Tian si era appena liberato, me la dolcezza e la pienezza che ancora aleggiava in lui innescarono rapidamente il nascere di una nuova turbolenza che prese a scorrere in tutto il suo corpo quando le sue gambe lunghe e snelle venivano aperte per accogliere l’attacco che si faceva più violento.

In quella posizione l’intero corpo di Tian tremava, la sua pelle liscia era sensibile al tocco dei polpastrelli ruvidi che lo tenevano stretto in vita mentre Phupha affondava la sua arma mortale.

L’interno di Tian era così stretto, ma a Phupha sembrava che lo accogliesse come un fiore che si apre sbocciando per lui mentre le calde e morbide pareti interne di Tian gli strizzavano il tronco. Il preservativo ultrasottile che indossava sembra svanito fuso dal calore dei loro corpi. 

Il giovane soldato si leccò avidamente le labbra secche, mentre affondava sempre di più nelle profondità del suo amante e sentiva la gioia invaderlo mentre la sua mente si librava disperdendo via ogni briciolo della sua coscienza. Occhi sottili traboccanti d’acqua fissarono un soffitto nebbioso, le sue labbra sottili si aprirono nell’emettere un rauco gemito verso l’altro seguito da un basso ruggito di gioia.

Phupha tirò fuori il suo corpo maestoso da quel celestiale paradiso e toltosi in fretta il preservativo rilasciò tutto il suo desiderio che ricadde a fiotti sul corpo snello e nudo del suo amante sotto di lui. Phupha fissò la scena seducente di fronte ai suoi occhi che lo spinse a chinarsi di nuovo per fare il prepotente dando un colpetto all’apertura tremante e gonfia non ancora pronta e vi inserì l’indice e il medio muovendoli con movimenti circolari.

Tian tentò di muovere le gambe per scongiurare quell’atto di bullismo verso la parte più sensibile tra i suoi glutei. La sua punta sensibile veniva strofinata e presa in giro dalla grande mano maliziosa come se Phupha non desiderasse che la storia d’amore arrivasse alla fine; ma la fine era semplicemente giunta.

«Non sono ancora messo così male,» disse una voce bassa con un tono implorante e familiare.

Perché non doveva capire che… Quali erano i bisogni degli uomini di solito? Per Phupha quella di fronte a lui era una delle persone più tolleranti, ma con il tempo l’esplosione dentro di lui divenne ancora più terrificante dell’atomo.

Tian emise un lungo respiro.

Ancora più importante, Tian si domandò che persona lui era agli occhi del suo amante. Fino a quel momento, oltre a dimostrarsi volenteroso, non aveva fatto poi molto. Che altro poteva fare?

Tian strinse delicatamente un grosso avambraccio prima di muovere le braccia intorno al collo forte del maggiore. «Ancora una volta.»

«Promettilo.» Le grandi labbra del maggiore si allargarono in un sorriso nel sentire la voce del suo Tian che in quel momento era così carino che avrebbe voluto divorarlo in un sol boccone.   

Phupha inserì facilmente tutto il suo membro nell’essenza interna  di TIan perché il suo canale non si era completamente chiuso, fece scivolare i fianchi fino verso di lui puntellandosi sui talloni. Essere immerso nella gioia di abbracciare in quel modo il suo amato era per lui il vero miracolo  donatogli dalle stelle. Quando la persona sotto di lui iniziò a gemere il giovane soldato si precipitò dentro e fuori per vincere la battaglia.

Tian si dimenò, scuotendo le gambe finché tutto il suo corpo non si tese ed il suono del suo grido seguito da diversi gemiti non echeggiò in tutta la casa tranquilla. La sensazione di formicolio aveva oscurato il dolore, i due amanti continuarono la loro danza finché Phupha non girò Tian su di un fianco prima di afferrare una gamba snella per sollevarla verso l’altra in modo da poter penetrare ancora più a fondo. 

Il viso liscio di Tian scivolò contro il lenzuolo stropicciato mentre  lacrime traboccanti davano voce al suo tormento insopportabile. «Io… non ce la faccio più… bast… non posso così…» Tian lo stava implorando con gemiti rochi.

Il giovane soldato si morse la morse un labbro mentre inseriva tutta la sua mascolinità nella cavità morbida e accogliente. Poi tirò completamente fuori il suo enorme ceppo e lo infilò dentro in un colpo solo ed improvvisamente l’acqua sfrigolante dell’amore fino ad allora trattenuta traboccò, sgorgando e riempiendo gli stretti vicoli del suo amante.

Phupha chiuse gli occhi inarcando la schiena e restando immobile per provare quella soddisfazione il più a lungo possibile prima di acconsentire a ritirarsi. Cadde in ginocchio e abbracciò il suo amante accartocciato tra le sue braccia seppellendo la punta del naso nei capelli folti e morbidi di Tian.

«Sei stanco?»

«Osi chiedere?!» Tian emise uno sbuffo e diede un piccolo buffo con un dito al suo braccio forte in risposta.«…il dottore diceva che avrei potuto condurre una normale vita amorosa, ma tu capisci la parola ‘normale’ per noi persone comuni?!»

Non per molto, ma a volte mi sono spinto talmente oltre che è stato difficile tornare indietro. Se continuiamo così in questo modo lo shock sarà così forte per il mio cuore che rischierò di svenire tra le braccia di quest’uomo. Sarà molto imbarazzante!

Il colonnello baciò la spalla dell’uomo sdraiato con la schiena rivolta verso di lui, prima di infilargli i pantaloni ed entrare nel bagno per darsi una ripulita. Una volta terminato tornò in camera con una ciotola d’acqua ed un asciugamano per ripulire il corpo dell’uomo irrequieto.

Quando un asciugamano umido toccò la sua schiena nuda, Tian si voltò sdraiandosi sulla schiena, prendendo un respiro lento per alleviare il dolore al bacino.

«Mi sento così appiccicoso che preferirei fare una doccia.»

«È tardi e potresti ammalarti. Ora asciugati e prendi degli antidolorifici. Per favore, fatti una doccia solo domani.» Phupha rispose alzando un braccio snello per asciugarlo con cura.

Un paio di begli occhi guardarono il proprio custode e Tian sentì un flusso di calore diffondersi attraverso il suo petto.

Che fortuna la mia per aver conosciuto ed essermi innamorato di questo gigantesco soldato.

Il suo viso liscio divenne rosso quando sorrise orgoglioso, ma a causa della sua natura esuberante non potè fare a meno di essere dispettoso con quella sua bocca «A questo punto dire che non tu l’hai mai fatto prima non è credibile.»

«Vuoi dire… pulire questo?« Le folte sopracciglia di Phupha si sollevarono mentre chiedeva, ma in maniera pericolosa un sorriso sbucava sul suo viso.

Phupha tornò subito ad assumere un’espressione impassibile. «Sì, lo faccio spesso. Se giochi con il fango e ti sporchi, devo pulirlo per te, in questo modo…» Una volta terminato con il braccio sollevò una delle gambe snelle di Tian e fece scivolare l’asciugamano umido lungo la fessura tra le sue natiche ancora sporca dell’amore appiccicoso.

«Capitano, io non sono un cane!»

Tian gracchiò con voce roca mentre i suoi pugni battevano contro il robusto petto di Phupha in segno di protesta che allungò una mano e strinse la punta del suo bel naso con i forti prima di rimproverarlo.

«Se vuoi essere un cane, allora combatti. Se vuoi essere una persona, devi sdraiarti e lasciarti ripulire per bene.»

Udendo le sue parole scherzose il nobile giovane si fermò e si sdraiò accigliato.

Ok…Se vuoi servire, fallo e basta. Un giovane come me ti stancherà per tutta la notte. Aspetta e vedrai!

Naturalmente la persona che aveva pianificato di fare il prepotente con il suo amante dopo aver sperimentato il potere di un panno inumidito con acqua calda usato per pulirlo comodamente, si addormentò dormendo come un sasso fino all’alba.

Subscribe
Notificami
guest

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Facebook
Twitter
Pinterest



Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.