MIDDLEMAN’S LOVE – CAPITOLO 9

Jade lo odia

Il mio lavoro non era molto emozionante o stimolante. Per lo più dovevo solo progettare, modificare e creare opere d’arte ogni giorno. A volte il mio battito cardiaco aumentava quando il mio capo mi chiamava, al cento per cento per sistemare il mio lavoro, allo zero per cento per complimentarsi con me. Più il tempo passava, meno passione per il lavoro avevo. Pensavo di lavorare solo per i soldi, non per l’ispirazione e la passione per la mia carriera, e questo era un po’ deprimente.

Dopo quattro anni di lavoro, mi ero trasformato in un completo salariato. Non provavo più l’emozione di lavorare, ma quel giorno era diverso. Ero seduto alla mia scrivania, fissavo l’orologio e la porta dell’ufficio ogni cinque minuti. Uea era stato chiamato dieci  minuti prima e la sedia accanto alla mia era vuota.

La maggior parte delle volte, non venivo mai chiamato per una buona cosa, ma in quel momento volevo essere chiamato così tanto, perché era il giorno in cui ci avrebbero annunciato il cambio di stipendio. 

Lo stipendio salirà!

Cercai di rilassarmi e mettere un freno ai cavalli. Ottenere più soldi era un grande dono che ci ispirava a lavorare di più. Mi chiedevo di quante percentuali salirà, dove avrei portato i miei amici per festeggiare e per cosa spendere il mio stipendio. Avevo studiato i fondi comuni di investimento, forse ne avrei risparmiati alcuni per i fondi mensili e avrei aspettato di guadagnare il bonus. Non suonava troppo male.

Mentre stavo pensando al futuro, Uea tornò indietro con un volto privo di emozioni. Mi trascinai a lui con la sedia.

«Com’è stato? Hai avuto un aumento?»

«Sì. Ora tocca a te, Jade.» rispose brevemente senza ulteriori spiegazioni, ma non ero irritato per non avermi detto quanto aveva ottenuto.

Normalmente non discutevamo sui nostri stipendi. All’inizio non capivo bene il perché, ma alla fine capii che era un argomento delicato che poteva portare le persone nella stessa posizione ad avere sentimenti negativi l’uno verso l’altro. Non avevo mai chiesto a King e Uea quanto venissero pagati, e neanche loro l’avevano mai chiesto a me. Il denaro era un argomento delicato. Mi alzai e feci un respiro profondo per rilassarmi dall’eccitarmi troppo, prima di entrare nella stanza del grande capo con un cuore appassionato. 

Eppure sapevo che non avrei dovuto avere molte aspettative nelle correnti condizioni economiche.

Dieci minuti dopo uscii dalla stanza del capo a testa bassa, sentendomi una persona completamente nuova rispetto a quella che era entrata.

Mi ero fatto il culo tutto l’anno, e l’aumento era solo dell’uno per cento. Quindi quell’anno avevo preso duecento e dieci baht.

Due banconote rosse e una grossa moneta?! Non posso nemmeno comprare un buffet a volontà!!!

Tornai alla mia scrivania e dissi a Gun che era il prossimo, poi mi sedetti sulla mia sedia appassendo lentamente. Il sogno che speravo era andato.

Volevo lasciare quell’azienda, ma in quel momento era difficile cercare una nuova sede. Non potevo davvero dare la colpa di tutto alla compagnia. L’economia ultimamente era stata dura e sembrava andare in discesa. Avrei dovuto almeno essere grato di aver ottenuto l’uno per cento.

Bene, devo conviverci. Se l’azienda è ancora in piedi, allora anch’io posso. Se c’è qualcuno da incolpare, allora forse è il gover… Non ho detto niente.

«Coraggio. Almeno abbiamo ancora un aumento.» Uea probabilmente si accorse che stavo morendo dentro, quindi si chinò e mi confortò.

Annuì, accettando il mio destino.

Duecentodieci baht erano ancora soldi. Questo mi avrebbe dato tipo due pasti, o se avessi davvero risparmiato, forse tre pasti. 

«P’Jade.»

La persona accanto a me mi chiamò a bassa voce. Mi voltai e vidi Mai che mi porgeva una caramella con un sorriso gentile.

«Vuoi qualcosa di dolce per sentirti meglio?» 

«Oh, zucchero. Sì, per favore.»

Presi la caramella, la scartai e me la misi in bocca. La dolcezza mi fece chiudere gli occhi dalla gioia.

A Mai non piacevano molto i dolci, ma sulla sua scrivania c’era sempre un barattolo pieno di caramelle. Era un po’ contraddittorio, probabilmente li teneva a portata di mano per risollevarsi dalla fatica.

«Ti senti meglio?» chiese.

Annuii. Aveva ragione, i dolci aiutavano davvero a sollevare il tuo umore.

«Sì, meglio. Ho bisogno anch’io di un barattolo di caramelle per la mia scrivania.»

Sorrisi e gli feci un occhiolino. Il suo sorriso si allargò: «Non ce n’è bisogno. Se ne vuoi una, puoi semplicemente prenderla dalla mia scrivania. Prendile tutte se vuoi.» disse.

Questo mi sorprese, quindi gli chiesi: «Allora come faccio a prenderne uno se non ci sei?»

«Te li darò a casa tua.»

«Accidenti. Non c’è bisogno di tanto disturbo, per me.»

«Perché sei tu, ecco perché mi impegno molto.» I suoi occhi castano scuro fissavano i miei. Sbattei ripetutamente le palpebre mentre mi venivano in mente le strane congetture di Gun. Alla fine, dovetti distogliere lo sguardo. 

«Stai usando parole dolci per ottenere un punteggio alto alla fine del tirocinio, vero? Non funziona. Torna subito al lavoro!» Mi voltai e continuai il mio compito incompiuto.

Sì, un altro motivo importante per cui è così gentile con me è perché devo valutarlo. Perché non ci ho pensato? Sono anche il migliore amico della sua cotta; non è niente di speciale che sia così premuroso.

Feci un respiro profondo e cercai di concentrarmi sul mio lavoro. Avrei aspettato che Gun tornasse, così avrei potuto dargli uno schiaffo in testa un paio di volte. 

Perché mi fa pensare troppo a cose stupide?!

**********

Il pranzo di un impiegato con un aumento dell’1% finì in un negozio di noodle a buon mercato non lontano dall’ufficio. All’inizio avevo programmato che, dopo aver ottenuto un aumento, avrei festeggiato in un ristorante barbecue nel centro commerciale vicino, ma si era scoperto che una volta vista la percentuale di aumento, Uea, King ed io avevamo deciso che era meglio mangiare solo i noodles di pollo per il bene dei nostri portafogli.

La vita è tragica… Il clima è incredibilmente caldo. Ero già il tipo da avere caldo facilmente, e avevo appena mangiato noodles di pollo davvero piccanti, quindi ora le mie labbra erano tutte rosse e insensibili. Il sudore mi scorreva su tutto il viso e sulla schiena mentre Mai mi aiutava porgendomi ripetutamente dei fazzoletti.

Fortunatamente, indossavo una canottiera sotto i vestiti, altrimenti sarei sembrato ancora più miserabile.

«Ahhh… oh…»

«Jade, stai mangiando noodles o stai scopando? Che cazzo di rumore stai facendo?»

La bocca cattiva di King si stava di nuovo comportando male. Gli presi a calci la gamba sotto al tavolo, fulminandolo mortalmente.

«È piccante per me! Inoltre, non sto facendo quel tipo di suono!»

«Quindi sai che tipo di suoni fanno le persone quando scopano? Lascia che ti dica una cosa: la persona che viene scopata fa lo stesso verso di quello che hai appena fatto.»

«No è vero!» Lo negai con tutto me stesso.

King alzò le sopracciglia e chiese: «Non hai una dolce metà, come fai a sapere che non è così?»

«Ho visto dei porno. Non mi ingannare!» dissi con piena fiducia. 

Anche se ero un vergine single, non ero ingenuo. Avevo già navigato su Pornhub in passato. In quei video non gemevano come me, le loro voci erano acute mentre la mia era bassa.

Sono troppo intelligente per questo!

«Awww. Su che sito li hai guardati? Condividili con me. Ahahah.» rise ad alta voce. Quando mi resi conto di quello che avevo appena detto, mi schiaffeggiai le labbra.

Fottuto King, mi ha ingannato per dirlo! E ho fatto un cazzo di casino. Le ragazze al tavolo accanto probabilmente l’hanno sentito. Fanculo!

«King! Vaffanculo, bastardo!»

Gli presi a calci le gambe per sfogare la mia rabbia. Il tempo non era così caldo come il mio umore in questo momento. Vidi Uea fare un sorriso e Mai non riusciva nemmeno a trattenere la sua risata. Questo mi fece impazzire ancora di più, quindi mi avvicinai a King e lo colpii ancora e ancora. Stavo facendo una tale scena che tutti intorno si voltarono a guardarmi. 

«Oh, Jade, perché sei imbarazzato? Ogni ragazzo guarda quei video… Ahi!»

Qualcuno gli aveva dato una forte pacca sulla spalla, ma non ero stato io. Uea si stava infastidendo.

«Non puoi mangiare in silenzio? E tu, smettila!» disse Uea.

King schioccò la lingua, ma alla fine smise di prendermi in giro. Tornai al mio posto e continuai a mangiare i miei noodles piccanti.

È così dannatamente piccante, ma non lascerò che mi prenda di nuovo in giro! 

«Ah…»

I miei occhi ricominciarono a lacrimare per la piccantezza. Provai davvero a sopportarlo, ma era davvero troppo. 

È questo il peperoncino killer o qualcosa del genere?! 

Beh, ero stato io lo stupido che ci aveva messo un sacco di peperoncino. Non potevo davvero incolpare il cuoco. Cristo!

«P’Jade.»

Mai mi diede un colpetto sulla spalla mentre stavo davanti alla scodella con gli occhi rossi. Lo fissai di rimando e strinsi forte le labbra.

Sono così pronto a colpire chiunque in questo momento. Se mi prende in giro come King, non mi importerà nemmeno se è più giovane, io…

«Prendi un po’ d’acqua.» Mai mi porse un bicchiere di acqua ghiacciata.

Ingoiai tutto in fretta. Prima che me ne rendessi conto, finii il bicchiere intero, così lo posai e ringraziai Mai. 

Non potevo fare a meno di guardare il cattivo amico di fronte a me, mostrandogli un buon esempio. Vedi? Mai non mi mette mai in imbarazzo quando sono in queste condizioni. È anche uno studente veloce e un ragazzo educato. Per questo mi piace molto.

Una persona fantastica come lui meritava sicuramente di conquistare Uea.

Il pranzo che si era quasi trasformato in una scena del crimine passò. Pagai il cibo e andai a prendere il bubble tea che avevo ordinato, poi tornai da King e dal team.

«Voi ragazzi potete andare avanti in ufficio. Mi fermerò in erboristeria per un po’.»  dissi.

«Cosa devi comprare, P’Jade?» chiese Mai. I suoi occhi scrutarono il mio viso e il mio corpo per vedere se fossi ferito o malato. Quell’azione era così adorabile che non potei fare a meno di accarezzare la testa del ragazzo alto.

«Guarda la tua faccia. Non c’è niente che non va in me, Mai. Voglio andare dalla proprietaria del negozio.»

«Oh, vuoi andare a vedere ‘quello’?» disse King.

«Sì, non lo vedo da più di un mese. Non so quanto sia cresciuto.»

«I cani crescono molto in fretta. In questo momento, probabilmente non assomiglierà al cucciolo che ricordi.»

«È vero.» borbottai. La versione più carina dei cani era il primo paio di mesi. Ero così impegnato con il lavoro e a fare il ficcanaso che il cucciolo di cui avevo chiesto a qualcun altro di prendersi cura era stato dimenticato. 

«Hai chiesto a qualcuno di prendersi cura del tuo cucciolo?» chiese Mai.

Scossi la testa e aprii la bocca, ma King mi tagliò via con la sua voce rauca: «Questo tizio non sa nemmeno prendersi cura di se stesso, come potrebbe prendersi cura di qualcosa? Vedi, un mese fa ha raccolto un cucciolo abbandonato dal mercato e lo ha temporaneamente lasciato alle cure della proprietaria di una erboristeria mentre cercava di trovare una casa per quel piccoletto. Ma nessuno voleva il cucciolo, quindi la proprietaria della erboristeria si è offerta volontario per prendersi cura di lui. Vedi, il tuo P’Jade ha un talento speciale per procurarsi dei guai.»

«Capisco.» disse Mai dolcemente mentre guardavo male King.

Perché non riesce a parlare bene? Lo ucciderebbe se non facesse incazzare qualcuno per un giorno? Inoltre, non cerco guai: si chiama aiutare gli animali indifesi! Dice stronzate più di quanto abbaia un qualsiasi cucciolo!

«Volete venire anche voi?»

 King fu il primo a scuotere la testa. 

«No. Non mi piacciono i cani.»

«E tu, Uea?»

«Sai che non posso.» La sua voce suonava amara. Quei occhi rotondi mi fissavano come se fosse deluso.

«Ah, già. Dimenticavo che sei allergico al pelo degli animali. Scusa.» Gli diedi una pacca sulla spalla un paio di volte per tirarlo su di morale. Uea amava, e dico amava cani e gatti, ma era così allergico al pelo degli animali che ogni volta che si avvicinava a loro starnutiva fino a piangere.

Quando eravamo studenti, eravamo andati in un cat café. Eravamo rimasti lì meno di cinque minuti, perché Uea starnutiva tantissimo. Tutti i clienti gli lanciavano uno sguardo sgradevole. Quindi, da allora, il mio amico aveva cercato di evitare l’interazione con gli amici pelosi. Tutto quello che poteva fare era guardare le foto di cani e gatti su Facebook e Instagram.

Ama gli animali con tutto il cuore, ma il suo corpo li odia. Mi sento male per lui.

«Ok. Allora vai in ufficio con King per primo. E tu? Sei interessato…»

«Posso venire con te, P’Jade?» chiese Mai prima ancora che potessi finire di invitarlo. Alzai le sopracciglia per quanto sembrava eccitato. 

Forse gli piacciono i cani.

«Va bene! Per quanto riguarda voi ragazzi, comportatevi bene quando tornate in ufficio. Non uccidetevi durante il tragitto.» li avvertii. Stavano finalmente parlando di nuovo tra loro. Se avessero litigati subito dopo, sarei potuto morire a causa dell’emicrania.

«Preoccupati solo per te. Mai, prenditi cura del tuo senior. È un po’ con la testa sulle nuvole, potrebbe essere investito da un’auto.»

«Figlio di puttana!»

Mi girai per rimproverarlo, King rise e se ne andò con Uea. Lo vidi sussurrare qualcosa a Uea, che gli diede un pugno sul petto. Devo interrompere la visita del mio cucciolo e tornare indietro per evitare una rissa? Stavo diventando titubante.

Ma voglio dire, probabilmente andrà bene. Non si uccideranno a vicenda. 

«Va bene, Mai, da questa parte.» Lo tirai per un braccio e lo condussi all’edificio non troppo lontano dalla zona ristorazione.

L’area vicino al mio ufficio era piuttosto sorprendente. Era pieno di tutti i confort. Il vicolo accanto all’ufficio era come una bottega dove si poteva camminare per raggiungere la fermata dell’autobus. Al mattino, il vicolo era pieno di venditori di street-food, per lo più congee, grissini cinesi, maiale alla griglia e riso glutinoso, ecc. Mangiavo sempre lì. Il lunedì, mercoledì e venerdì sera, c’era un mercato nel vicolo in cui portavo spesso Mai a mangiare con me.

Il capo aveva sicuramente scelto il posto giusto per l’ufficio. C’era così tanto da mangiare al mattino e al pomeriggio anche se c’era solo un posto per il pranzo.

Allora perché diavolo mi preoccupo?!

«Hai salvato un cucciolo?» chiese a bassa voce il ragazzo accanto a me mentre camminavamo insieme.

«Già. Stavo venendo al lavoro, poi ho sentito un urlo. Ricordi la signora al carretto del maiale alla griglia? Lei è un po’ grande, scontrosa e gli piace sbraitare al marito. Sì, quella signora ha trovato il cucciolo che vagava intorno al suo maiale, così ha colpito il piccoletto. Non ho mai capito perché dovesse colpirlo. Era piccolo e magro. Avrebbe potuto semplicemente rimproverarlo in modo che se ne andasse.»

Lasciai uscire la frustrazione ripensando a quel giorno. Mi faceva ancora incazzare a pensarci. Comunque non avevo mai comprato il maiale alla griglia lì, quindi dopo quel giorno non avrei mai comprato niente da quella bancarella. Non sostenevo le persone che facevano del male ad animali indifesi.

«Quindi hai aiutato il cucciolo?»

«Sì. L’ho portato fuori di lì. Non sapevo da dove venisse ed era quasi ora di timbrare il cartellino, così ho chiesto alla proprietaria della erboristeria di prendersi cura di lui temporaneamente. Ho postato delle sue foto su Facebook e cose del genere per settimane, ma nessuno mi ha contattato. Fortunatamente, la proprietaria ha provato pietà per il cucciolo, quindi ha accettato di tenerlo.» Inveii e allo stesso tempo bevvi il mio bubble tea per placare la mia sete. Ricordai che in quel momento mi sentivo così impotente che non sapevo cosa fare. Non mi aspettavo nemmeno che qualcuno mi contattasse per adottarlo e il mio condominio aveva una politica di divieto di animali domestici. Mi ero persino chiesto se i miei genitori sarebbero stati in grado di accoglierlo, sapendo che odiavano gli animali. Fortunatamente, la proprietaria della erboristeria aveva detto che lo avrebbe tenuto.

«Sei così gentile.» Mai mi guardò con strani occhi luccicanti. Il suo sguardo mi rese così nervoso che dovetti guardare dall’altra parte. Mi strofinai il collo dolcemente.

«No. Chiunque al mio posto avrebbe fatto la stessa cosa. Era davvero minuscolo.»

«Sono sicuro che non tutti lo farebbero. Penso che tu sia davvero gentile.»

«Ah, grazie.» risi un po’. Non sapevo come sentirmi. Non mi ero mai considerato una persona gentile. Quindi, quando Mai mi aveva fatto i complimenti, non seppi come comportarmi.

«Eccoci qui.» Mi fermai davanti a una erboristeria vecchio stile. Non c’erano molte persone lì all’ora di pranzo, quindi il negozio era vuoto. 

«Ehi. Jade. Non ti vedo da un po’.» La proprietaria era una signora di mezza età. Mi salutò mentre aprivo la porta, la salutai anch’io e sorrisi.

«Mi dispiace davvero, ho avuto molto lavoro da fare. Sei carina come sempre, P’Na.» 

«Vuoi del tè al crisantemo per le tue dolci labbra?»

«Sì grazie.» risi, fingendo di guardare avanti e indietro tra lei e il frigo delle bevande dietro di lei. La donna rise. Perché ero così vicino alla proprietaria di quella erboristeria? Perché compravo lì ogni giorno il tè al crisantemo, ma dopo l’apertura di un nuovo stand di bubble tea al primo piano del mio ufficio, raramente avevo la possibilità di acquistare le bevande lì. Sì, mi sentivo un po’ male per questo.

«E chi è quello là fuori? Un bel giovanotto. È il tuo ragazzo?» Na guardò Mai che era in piedi fuori dal negozio. 

Lo negai subito: «Oh, no, no! È uno stagista presso la mia azienda. Abbiamo pranzato insieme, quindi l’ho portato a conoscere Sakhu. Beh, dov’è il piccolo?»

Mi guardai intorno, ma non lo vidi da nessuna parte. Na mi disse di aspettare mentre si dirigeva verso il retro del negozio.

Un attimo dopo uscì, tenendo in braccio un cane di razza thailandese con il soffice pelo bianco verso di me. La dimensione del suo corpo mi sorprese.

«Oh cielo, riesco a malapena a riconoscerlo. Adesso è paffuto.» 

«Mangia molto. Devo tenerlo al secondo piano altrimenti i clienti si lamenterebbero.» Me lo consegnò. Quando ci eravamo incontrati per la prima volta, era solo un cucciolo magro ricoperto di polvere e sporco. Ora sembrava essersi evoluto in un maiale.

«Penso che diventerà grande presto.»

«Sì, il mese prossimo lo darò a mio suocero a Ratchaburi. Starà in un frutteto e avrà molto spazio per correre.»

«È fantastico. Ehi, piccoletto, hai un futuro brillante davanti a te.» dissi al piccolo, forse non così piccolo, Sakhu tra le mie braccia, poi mi sentii geloso. In quel momento avrei voluto esiliarmi in qualsiasi posto al di fuori di Bangkok. L’aria doveva essere decisamente migliore di quella di Bangkok, e non c’era alcun ingorgo.

Avevo intenzione di risparmiare un po’ di soldi. Quando avrei avuto cinquant’anni, avrei comprato della terra e fatto un po’ di giardinaggio. C’era ancora molta strada da fare. Avrei dovuto ancora affrontare la realtà in quella città crudele per un bel po’ di tempo.

«Mai, vieni a vedere. Non è il più carino?» portai Sakhu da Mai, porgendogli il ragazzetto peloso.

Mai prese Sakhu e lo accarezzò dappertutto. Sakhu sembrava felice del gesto premuroso di Mai e dello sguardo adorante nei suoi occhi. Rimasi fermo e lo guardai giocare con Sakhu. Per un momento era come vedere due cuccioli che si salutavano.

Hmm… Mai normalmente mi segue ovunque. A pensarci bene, è proprio come un cucciolo gigante, soprattutto quando gli faccio i complimenti per il lavoro. Riesco quasi a immaginare le sue orecchie e la coda da cagnolino che oscillano… Proprio come un cucciolo.

«Ami i cani?» Mai chiese dopo avermi restituito Sakhu. Toccai leggermente il naso del piccoletto con il dito e risposi: «Cani, gatti, mi piacciono tutti. È un peccato che non possa averli a casa mia. E tu?»

«Anche io, esattamente come te.» disse.

Lo guardai e sorrisi alla nostra somiglianza: «Sono adorabili, vero?»

«SÌ.»

Il ragazzo alto si avvicinò a me. Gli occhi castano scuro di Mai e i miei si incrociarono. Il sorriso gentile apparve sul suo bel viso, poi disse qualcosa a bassa voce… qualcosa che mi stordì.

«Sì. Davvero adorabile.»

Mi voltai automaticamente e guardai Sakhu tra le mie braccia. Il cucciolo paffuto bianco mi guardava con occhi luminosi, dolcissimi. Espirai lentamente, cercando di ignorare il calore sul mio viso. Sakhu è adorabile, e Mai parlava di lui, non di te, Jade. Perché diavolo sei così imbarazzato?

«Uhm… Allora… aspetta qui. Restituirò Sakhu alla sua proprietaria.» 

Mi affrettai a rientrare, rifiutandomi persino di guardare la faccia di Mai. Improvvisamente il cuore mi batteva forte quasi come se volesse saltare fuori dal petto. Ero stato attaccato dall’aura di Mai. Volevo dire, era un bel ragazzo, quando aveva detto qualcosa di quel tipo da vicino, ero rimasto affascinato.

Ricorda che ha fatto i complimenti al cane, non a te! Smettila di comportarti in modo strano, Jade!

Dopo aver salutato P’Na, tornai in ufficio. Sentii la voce di qualcuno da dietro. Mi girai e vidi Mint del reparto contabilità, la mia cliente abituale che aveva King come bersaglio. Dissi a Mai di andare per prima e mi avvicinai a Mint che era tutta rossa e timida.

«Ciao, Mint. Cosa regali a King oggi?»

Guardai un grazioso sacchetto di carta sulla sua scrivania e guardai il suo viso arrossire. Con questo volevo dire che non era solo timida, ma metteva un po’ troppo blush. Mi trattenni dal dirle che forse quella sfumatura non le si addiceva solo per il gusto di non essere preso a pugni o qualcosa del genere.

«Biscotti. Li ho fatti io.» Me li mostrò con orgoglio. 

All’interno del sacchetto c’era una scatola d’acciaio con nove scomparti di vari biscotti: burro, cioccolato, marmellata di fragole e marmellata di mirtilli. Sembravano così deliziosi che una persona golosa come me quasi sbavava. Rimise la scatola nel sacchetto di carta e mi rivolse un dolce sorriso.

«P’Jade, potresti passare questo a…»

«King, giusto? Sicuro, come sempre.» 

Presi il sacchetto di carta. Se King non me li fa assaggiare, venderò davvero il suo numero ai suoi ex!

«No, no. Non King.» Lei scosse la testa. 

La guardai confuso. Ha una cotta per King, no? Se non è lui, allora perché li da a me? Aspetta. Non dirmi…

«Vedi, questi li ho fatti per Mai. Ho sentito che è ancora single, e che tu sei il suo supervisore, quindi se non è troppo fastidioso…» congiunse timidamente le mani.

Rimasi di sasso. Qualche strana frustrazione da dentro era come lava pronta ad esplodere da un vulcano.

Ecco il punto, Nong. La scorsa settimana hai regalato questi dolcetti fatte in casa al mio migliore amico. Come mai questa settimana passi al mio protetto? Non è così che facciamo le cose, tesoro. Non lo è! 

Feci del mio meglio per comportarmi normalmente anche se non mi piaceva particolarmente quella idea. Sapevo che l’amore e i sentimenti erano complicati, ma continuava a non piacermi.

Mai era per il mio migliore amico e gli piaceva Uea. Era una brava persona… non potevo non fare il tifo per lui e il mio migliore amico, ovviamente. Quindi dovevo chiedere scusa agli altri. Non permetterò mai a nessuno di mettersi in mezzo a loro! Dopo essere stato una persona così buona per così tanto tempo, è ora che tu sia un cattivo ragazzo, Jadenifat!

«Mint, vuoi dare questi biscotti a Mai?»

«SÌ.»

Le sue guance rosee sembravano ancora più rosse. Feci finta di sospirare ad alta voce come se avessi qualcosa di pesante per la testa.

«Mint, beh…»

«C’è un problema?»

«Beh, sì. Ce ne sono alcuni.»

Guardai a destra e a sinistra, avvicinandomi alla ragazza che stava pazientemente ascoltando.

«Senti. Non voglio ferire i tuoi sentimenti, ma dato che siamo vicini, voglio che tu sappia che…Mai…»

«Cosa?»

«Ha una cotta per qualcuno.»

«Che cosa?!»

I suoi occhi che erano già grandi grazie al potere delle lenti a contatto diventarono ancora più grandi. Mi strinse forte il braccio. A differenza del suo corpicino snello, la sua stretta era molto forte, mi sorprese un po’.

Calmati, Nong. Sto quasi soffrendo in questo momento!

«Chi è?!»

«Ah… cosa?»

«Per chi ha una cotta Mai?!»

«Mi dispiace davvero, ma è abbastanza privato. Quindi… sì, non devi più portare queste cose a Mai, perché probabilmente non le prenderebbe, nemmeno da me. Gli piace molto questa persona.»

Trascinai la voce quando dissi la parola ‘davvero’ prima di tirare indietro il braccio. Stava lì in piedi, con la mascella che quasi cadeva a terra. Alla fine, mi lasciò andare mentre era ancora sotto shock. Mi strofinai il braccio. Perché è così forte? Mi verranno i lividi?

«È davvero così? Che peccato.»

«Va tutto bene. Mint. Ci sono altri ragazzi single là fuori. Una ragazza carina come te andrà benissimo. Ignora Mai. Ma cosa dovremmo fare con questi biscotti? Vuoi che li porti a King?» chiesi.

Sospirò e tirò indietro il sacchetto di carta.

«Va bene. Mi dispiace di averti disturbato.»

«No, va bene.»

Rimasi lì tristemente, guardandola mettere quella busta nel cassetto e chiuderla a chiave proprio davanti a me. La salutai e tornai nel mio ufficio.

Che peccato. Perché non ha dato a King quei biscotti come prima? Voglio davvero provarli.

Mi sedetti alla mia scrivania, accesi lo schermo e canticchiai. Nonostante avessi perso la possibilità di prendere degli spuntini, ero eccezionalmente felice.

Bene, la missione è stata completata. Ahah.

«P’Jade.»

«Hmm?»

«Per cosa stai sorridendo?» chiese Mai, facendomi capire che stavo sorridendo così tanto che le mie guance mi stavano facendo male

«No, niente. Ho solo pensato a una storia divertente.» dissi e ignorai quella cosa. Gli dissi di tornare al lavoro e di prestare attenzione allo schermo. Feci del mio meglio per non sorridere.

Ma…

Perché è così difficile non sorridere? Hahaha.

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Kira

210 bath all’ora giusto? 🤔 Credo sia davvero troppo poco per un anno di lavoro.
Comunque Jade inizia a provare qualcosa per Mai anche se sciocco com’è non l’ha ancora capito.
È davvero carinissimo.

Last edited 1 anno fa by Kira
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