BLUE KISS – CAPITOLO IV

Una volta amici, sempre amici

In un ospedale

La madre di Kao venne immediatamente trasferita al pronto soccorso quando arrivarono. Pete e Gib erano molto ansiosi mentre aspettavano il risultato dal dottore. Gib aveva pianto per la maggior parte del tempo, quindi Pete cercò di confortarla. Anche se non era molto bravo a confortare le persone, non poteva restare lì a guardarla piangere.

Aspettarono quasi un’ora, fino a quando il dottore uscì per dir loro che la donna non era in gravi condizioni. Aveva solo la febbre alta e un’improvvisa ipertensione, per questo aveva perso i sensi cadendo dalle scale. Oltre questo, avevano bisogno di suturare la ferita alla testa, che comunque necessitava pochi punti. Il dottore le avrebbe fatto alcuni esami una volta sveglia e se non ci fosse stato niente di grave, sarebbe potuta tornare a casa.

Sebbene sua madre fosse stata trasferita in una stanza di degenza, Gib non aveva smesso di piangere perché era ancora preoccupata. Pete cercò di farla sentire meglio dicendole che sua madre adesso stava bene e che probabilmente anche Gib si sarebbe ammalata se avesse continuato a piangere.

«Gib!»

Mentre Pete faceva il fratello maggiore per Gib al posto di Kao, la porta venne spalancata così forte che i due si voltarono a guardare. Kao si avvicinò a Gib, apparendo estremamente preoccupato.

«Kao!»

Gib gettò le braccia al collo di suo fratello come se avesse bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi. Nonostante sapesse che sua madre stava bene, era ancora preoccupata. Inoltre, Gib si sentiva a disagio e pensava che nessuno potesse capire come si sentiva più della sua famiglia.

«Come sta?» chiese Kao mentre abbracciava sua sorella, accarezzandole delicatamente la testa per confortarla. Guardò sua madre che era incosciente a letto con gli occhi pieni di preoccupazione, poi guardò Pete che stava guardando lui e Gib che si confortavano a vicenda.

Kao aveva precedentemente ricevuto una chiamata da Gib. Gli aveva detto che loro madre era caduta dalle scale e aveva perso conoscenza e che Pete le aveva portate in ospedale. Kao stava tornando a casa in quel momento, era sceso rapidamente dall’autobus e aveva preso subito un taxi per l’ospedale. Sfortunatamente, il traffico era stato terribile, quindi era arrivato più tardi di quanto si aspettasse. Era un tale sollievo aver sentito che sua madre non era in gravi condizioni.

«Il dottore ha detto che sta bene. Farà un ultimo controllo quando si sveglierà. Se non c’è niente di grave, può tornare a casa.» disse Pete a Kao perché Gib stava ancora piangendo.

«Grazie per aver accompagnato mia madre in ospedale.»

Pete annuì e apparendo perplesso. Non avrebbe mai pensato che Kao lo avesse potuto ringraziare senza preoccuparsi di perdere il suo orgoglio. Pete si sentiva in imbarazzo e si vergognava di non essere stato in grado di dire “grazie” o “scusa” così facilmente come aveva fatto Kao, nonostante quest’ultimo lo avesse già salvato due volte.

«Nessun problema.» disse Pete quando realizzò di dover rispondere qualcosa. Rivolse a Kao uno sguardo imbarazzato mentre si gratta il collo, com’era sua abitudine fare quando si sentiva timido o imbarazzato. «Anche se non fossi stato io, chiunque si fosse trovato in quella situazione avrebbe fatto la stessa cosa.»

Kao annuì senza dire nulla. Accompagnò Gib verso il divano e si sedette tra lei e Pete. Dopo un po’, gli venne in mente qualcosa; si girò verso Pete con uno sguardo interrogativo.

«Gib mi ha detto che sei venuto a cercarmi, che succede?»

«Ecco…» Pete non riusciva a trovare le parole adatte.

«Quindi?» Kao lo guardò, in attesa di una risposta.

«Ecco… Non dobbiamo consegnare la relazione lunedì?» Dato che Kao gliel’aveva chiesto in modo serio, Pete decise di dire la verità. Sentiva che il loro rapporto stava migliorando quindi, forse, andava bene dirgli la verità. «Ho sentito che Sandee e i ragazzi si trovavano da Thada per lavorare alla relazione, ma non ho sentito nulla da te, quindi ho immaginato la stessi facendo da solo a casa.»

«Vuoi dirmi che eri venuto a casa mia per aiutarmi con la relazione?»

«Perché no? Non posso aiutare?»

«Certo che puoi! Ma non pensi sia un po’ strano?»

Kao aggrottò le sopracciglia con fare sorpreso, come se non potesse credere che Pete si fosse trasformato in una persona totalmente diversa. In passato, Pete non avrebbe aiutato neanche se fossero stati tutti e cinque nello stesso gruppo, e Kao ha dovuto svolgere la maggior parte del compito quando si sono trovati a dover lavorare in coppia. Normalmente Pete non avrebbe neanche chiesto a Kao come stava procedendo; ma oggi, Pete aveva persino guidato fino a casa sua per aiutarlo con la relazione.

Era una cosa incredibile!

«Uhm… Ehm, Siamo solo noi due. Chi ti aiuta se non lo faccio io?» Pete cercava di spiegare, facendo una faccia seria e cercando di nascondere il suo imbarazzo. Cercava di farla passare come una cosa assolutamente normale. Totalmente credibile.

«Wow! Sei proprio una brava persona.»

«Anche se non mi piaci, non sono proprio così senza coscienza.»

«Va bene, va bene. Ho capito!» Kao guardò Pete e gli sorrise lievemente. A dirla tutta, non aveva mai pensato che Pete fosse una brutta persona; se lo fosse stato, non sarebbe rimasto nello stesso gruppo di amici visti i loro litigi precedenti. Ed invece oggi, Pete aveva portato sua madre in ospedale e confortato sua sorella.

«Come vuoi. Prometto che ti farai un culo così!»

«Non credo che potrò essere di grande aiuto, non aspettarti troppo.»

«Lo so, non preoccuparti, non mi aspetto molto da uno con un quoziente di intelligenza come il tuo.»

«Kao, sei un coglione!» Nell’essere indirettamente chiamato “stupido”, Pete era ad un passo da strangolare Kao per vendicarsi, ma si trattenne visto che Gib e sua madre erano nella stanza con loro. Pete e Kao potevano litigare molto, ma sapevano entrambi che il muro tra di loro stava iniziando a sgretolarsi poco a poco. Entrambi iniziarono a realizzare che c’era voluto del tempo per diventare amici, ma… ne era valsa la pena attendere.

******************

Lunedí
Casa di Kao

«Penso che Pete sia un ragazzo piuttosto dolce, anche se sembra un po’ rude.»

Kao alzò la testa dalla sua scodella di porridge per guardare sua madre quando lei, così dal nulla, iniziò a parlare di Pete; mentre loro, Gib inclusa, stavano facendo colazione insieme.

Era preoccupato che Pete potesse aver fatto qualcosa che avesse fatto arrabbiare sua madre.

«Perché improvvisamente parli di lui? Ti ha fatto arrabbiare in qualche modo ieri mamma?»

«No! Perché mai gli farei un complimento se fossi arrabbiata?»

Si mise a ridere quando vide lo sguardo preoccupato del figlio. Pete si era offerto volontario per andare a prenderla all’ospedale ieri mattina visto che era stata trattenuta una notte in osservazione. Quando erano arrivati di nuovo a casa, Kao e Pete hanno lavorato sulla relazione fino a sera. Aveva chiesto a Pete di rimanere per cena, non c’era stato un singolo incidente che le avesse fatto pensare male dell’amico di suo figlio. In realtà, avrebbe dovuto ringraziarlo svariate volte per averla salvata.

«A proposito, mi raccontavi di avere dei problemi con un tuo amico dell’università. Come vanno le cose ora?»

« Ah… Beh… già tutto risolto, mamma.» rispose Kao in modo vago «Tutto ok.»

«Mi fa piacere sentirlo, non dovresti avere problemi con nessuno. Beh, non ho idea di chi sia quell’amico, spero non sia Pete.»

A Kao per poco non andò di traverso il porridge; prese velocemente un bicchiere d’acqua e si ricompose prima di rispondere a sua madre. Non voleva farle sapere che l’amico di cui si era lamentato fosse… lo stesso ragazzo a cui lei aveva appena fatto un complimento.

«N… No, assolutamente no!»

«Giusto! Come potrebbe essere Pete? È stato così gentile. Mi ha consolato in continuazione quel giorno.» Anche Gib commentava a favore di Pete. Vedendo quanto a sua madre e Gib piacesse Pete, Kao si sentì felice per lui.

Comunque, non riuscì a fare a meno di pensare che fossero state fortunate a conoscere “Pete l’Eroe” che appariva raramente. Se avessero incontrato “Pete il Cattivo” come succedeva a Kao tutti i giorni, non avrebbero mai parlato di lui in questo modo.

******************

Ora di pranzo

Mensa della facoltà di Ingegneria
Università N

«È stata la prima volta nella mia vita che ho esposto una presentazione in modo così serio.» disse Pete a Kao mentre loro, insieme agli altri, stavano pranzando in mensa dopo la fine del corso di scienze sociali. Questa volta Pete aveva aiutato Kao nell’esposizione, non era rimasto in disparte come un manichino come faceva di solito. Dato che erano solo loro due, se non si fossero divisi le parti da esporre, Kao se la sarebbe dovuta sbrigare da solo.

Ieri, dopo che Pete era andato a prendere la madre di Kao in ospedale e l’aveva riportata a casa, lei lo aveva ringraziato per averla salvata. Anche Gib disse che era stato davvero gentile ad averla confortata in quel momento. Pete sentì scoppiargli il cuore, era la prima volta che riceveva gratitudine e complimenti per delle buone azioni.

Dopodiché, lavorarono al progetto insieme. Kao aveva suddiviso i contenuti, li aveva riassunti ed aveva insegnato a Pete come fare una buona esposizione e come rispondere alle domande che il professore avrebbe fatto. Di conseguenza, Pete era arrivato ben preparato.

«Hai fatto un buon lavoro! Il professore ti ha addirittura fatto i complimenti.» Kao diede una pacca sulla spalla a Pete in segno di incoraggiamento. All’inizio, Kao pensava che Pete non ce l’avrebbe fatta, ma alla fine aveva fatto un ottimo lavoro ed era riuscito a rispondere alle domande del professore in modo scorrevole.

«Perché ho avuto un insegnante eccezionale.»

«Come previsto dal mio studente.»

Continuarono a parlare e ridere, ignorando completamente gli altri tre amici. Thada, Sandee e June si guardavano fra loro meravigliati. Che sia successo qualcosa tra questi due nel weekend? Stavano per uccidersi a vicenda venerdì sera, quindi quando avevano fatto pace? Com’era possibile che oggi stavano parlando così allegramente?

«Mi sono perso qualcosa?» inizió Thada. Pete e Kao smisero di parlare e guardarono gli altri.

«Cosa state guardando tutti?» chiese Pete.

«Stiamo guardando voi due. Cos’è successo? Perché siete così amichevoli fra di voi oggi?» chiese Sandee.

«Giusto! Volevo chiederlo durante la lezione. Perché voi ragazzi avete collaborato così bene durante la presentazione?» sottolineò June. «In più, dopo che siamo usciti dall’aula, voi avete continuato a chiacchierare immersi nel vostro mondo.»

«Non potrei essere più d’accordo. Sembrava come se foste amici entrambi dalle vostre vite precedenti.» aggiunse Thada.

«Beh…» Pete pensò attentamente a come spiegare la situazione senza perdere il suo orgoglio. «Sandee mi ha chiesto di essere il compagno di Kao, quindi eravamo solo noi due, di conseguenza dobbiamo aiutarci a vicenda.»

«Questo è un progresso eccezionale, Pete. Guarda June e Thada! Sono stupidi come sempre.»

«Hey hey hey, non tirarmi in ballo.» dissero Thada e June nello stesso momento.

«In ogni caso, cos’è successo alla tua faccia? Te lo sto chiedendo da stamattina, ma non hai detto una parola» June continuò.

«Cosa stavate combinando? Ditecelo!» aggiunse Sandee.

Essendo incalzati in questo modo, Kao e Pete si guardarono e decisero di confessare. Pete raccontò che era stato coinvolto in una zuffa con Mork e i suoi tirapiedi e Kao l’aveva salvato; successivamente lui aveva portato la madre di Kao all’ospedale dopo che era caduta dalle scale.

«Quindi, avete vissuto dei momenti toccanti.» li prese in giro June.

«Si, come nei drama in Tv.» concordó Thada.

«Smettetela di prenderli in giro; è un bene che vadano d’accordo. Non siete stanchi di fargli da arbitri? Beh, io si.» disse Sandee, sollevata del fatto che fossero in buoni rapporti. Ogni volta che Pete e Kao si fissavano erano pronti a litigare, la cosa la rendeva esausta perché era preoccupata che questo avrebbe distrutto il loro gruppo.

«Quindi dobbiamo festeggiare stasera.» propose June.

«Ancora?» chiese Sandee con un’espressione annoiata.

«Celebriamo la nostra amicizia. E… Pete offre di nuovo perché non ho soldi.» disse June.

«Ancora io?!»

«Quindi non vieni?»

«Certo che vengo. Non hai soldi, nessun problema. Mi prendo cura io di voi stasera!» Pete aveva un grosso sorriso in faccia mentre tutti gli altri esultavano, ad eccezione di Sandee che stancamente alzò gli occhi al cielo.

Questi ragazzi… trovano sempre una ragione per festeggiare! 

*****************

Sette giorni dopo
Facoltà di Ingegneria
Università N

Dato che la relazione di Pete e Kao era migliorata, di conseguenza anche l’atmosfera del gruppo lo era. Pete e Kao trovavano sempre qualcosa di cui parlare ed erano diventati culo e camicia. Thada, Sandee e June non potevano fare a meno di prenderli in giro dicendo loro che si erano trattenuti per metà anno dal parlarsi e adesso che andavano d’accordo avevano un sacco di cose da dirsi.

«Non è un fottuto pezzo da novanta? Si chiama “Fongbeer” e studia management.»

Pete scorreva il profilo instagram della sua nuova ragazza, poi lo mostrò a Kao chiedendogli un’opinione. Pete le aveva chiesto il numero e il LINE ID quando l’aveva incontrata alla festa l’ultima volta. I suoi amici probabilmente l’avevano già vista, ma il pub era buio, loro erano abbastanza ubriachi e lei era truccata pesantemente e vestita in modo provocante. Pensava che i suoi amici non avessero potuto capire bene quanto lei fosse in realtà adorabile. Ecco perché stava chiedendo di nuovo la loro opinione.

Ma… Kao sospirò e basta, non gli interessava, non guardava, non diceva nulla.

«Ti sto chiedendo la tua opinione. Come ti sembra? È carina?» Pete lo incalzò.

«Si, beh…» rispose Kao solo per farlo smettere.

«Non mi sembri convinto. Dimmelo di nuovo, è carina o no?»

«Se ti piace, vacci a parlare. Perché lo chiedi a me?» la frustrazione di Kao aumentava. Già lo infastidiva che Pete avesse una nuova ragazza e adesso gli stava persino chiedendo un’opinione. Questo aggiunse solo dolore al suo cuore. «Adesso mangia cazzo! Smettila di guardare foto di ragazze. La lezione sta per iniziare, quindi cerca di finire in tempo.»

«Perché sei arrabbiato con me?»

«Voi due siete nel vostro mondo di nuovo. Date retta anche a noi.» disse Thada.

«Che mondo? Mi ha appena rimproverato.»

«Comunque… Kao e Pete hanno già fatto pace, ma ora, che succede a questo qui?»

Sandee tirò fuori un nuovo problema guardando June. La sua faccia era seria, le sue mani che scrivevano su LINE, gli occhi incollati allo schermo come se stesse aspettando una risposta. Dal suo sguardo frustrato, i suoi amici potevano dedurre che non ne aveva ricevuta alcuna.

«Hey amico, tutto bene? Ultimamente ti vedo spesso con questa faccia seria.» chiese Pete a June.

«Non c’è niente che non va.» June alzò lo sguardo, e fece un sorriso forzato.

«Niente che non và un cazzo! Sputa il rospo! Siamo amici, lo sai. Lo capiamo se hai problemi.» Vedendo l’espressione di June, Kao si preoccupò. Aveva notato che June era diventato silenzioso da ieri.

«Ho avuto una telefonata dalla madre di King. Mi ha detto che King non risponde alle sue chiamate da qualche giorno. Non ho idea di che cazzo gli stia succedendo.» June iniziò a parlare di quello che lo stava stressando. Lui è sempre stato un ragazzo divertente e ottimista, ma ora sembrava insolitamente stressato. Ciò significa che il problema era molto grosso.

«Era la prima volta che non rispondeva alle sue chiamate, per questo mi ha chiamato. Ma quando ho provato a chiamarlo, non ha risposto neanche alle mie. Mi chiedo cosa stia succedendo. Si è comportato in modo strano ultimamente.»

«Magari stava studiando.» disse Sandee cercando di essere ottimista.

«Se fosse stato così, potrebbe avermi chiamato quando finiva.» June era ancora dubbioso.

«Per caso è ritornato al dormitorio?» chiese Thada.

«È tornato tutti i giorni, ma sempre tardi. Probabilmente ha fatto festa con i suoi amici.»

«Sembra avere un sacco di soldi ultimamente. Ho pensato che avesse vinto alla lotteria.» disse Kao.

«Ho provato a chiedergli dove avesse preso tutti quei soldi, ma non me l’ha voluto dire. Se avessi continuato sarei stato troppo indiscreto, ma ogni giorno si comporta in modo sempre più strano. Sono preoccupato che possa fare brutte cose.»

«Brutte cose?» chiese ancora Pete chiese.

«Non ne sono sicuro, ma ho una strana sensazione. Non importa! Potrebbe non essere nulla!»

Dato che June non voleva che i suoi amici rimuginassero troppo sulla questione, abbandonò l’argomento. Ma non riusciva a smettere di preoccuparsi. A parte quello che aveva detto lui stesso, aveva notato altre stranezze. King usava il suo telefono in modo furtivo e lo controllava in modo possessivo anche se June non l’aveva mai toccato una sola volta. King era anche diventato amico con persone che June non aveva mai visto prima e non sembravano studenti universitari.

June stava provando a tenersi tutte le domande nella sua mente. Non voleva insistere troppo con lui, perché non voleva avere problemi con King. In fondo, June credeva che King non avrebbe mai fatto qualcosa che potesse distruggere il suo futuro.

*********************

Dormitorio di June

June si sforzò di pensare che King non avrebbe mai fatto qualcosa di terribile. Forse, i soldi derivavano dai suoi lavori part-time o dal totocalcio, perché alle scuole superiori era solito guadagnare qualche soldo dalle schedine anche se non erano tanti come adesso.

In ogni caso, June era preoccupato. King era stato il suo migliore amico sin dai tempi delle medie, ne avevano passate di cotte e di crude ed erano persino venuti insieme a Bangkok per studiare. June era davvero preoccupato per il suo amico.

June ritornò al suo dormitorio prima del solito quella sera, sperando di vedere King che tornava a casa per cambiarsi e rimase sorpreso nel vederlo parlare con un gruppo di persone fuori dal dormitorio. Si stavano comportando in modo strano, e June era sicuro che non fossero amici di King dell’università. June diventò ancora più sospettoso quando King lo vide e disse a quei ragazzi di andarsene.

«King!»

June lo seguì velocemente. Pensò che fosse arrivato il momento di avere una conversazione seria. Più June lasciava che questa cosa si trascinasse, più la sua preoccupazione sarebbe aumentata. Non voleva più tenersi tutte le domande nella sua mente. Se King vedeva realmente June come suo amico, non gli avrebbe mai potuto mentire.

«Che ti succede? Perché mi chiami urlando? Mi hai spaventato.»

«Chi sono quei ragazzi? Come fai a conoscerli? Sembrano sospettosi.»

«Che succede a te? Sembri molto serio.»

«Sembro serio perché lo sono. Adesso rispondi!»

«Sono miei amici.»

«Quali amici? Come li conosci? Non sono tuoi amici dell’università, da quello che mi ricordo.» June continuò a domandare, i suoi occhi che osservavano le reazioni di King tutto il tempo. Aveva già incontrato gli amici di King prima e se li ricordava tutti.

«Sono davvero miei amici. Ci siamo conosciuti in un pub.»

«Quindi sei così amichevole?» June non se la bevve e pensò che King gli stesse nascondendo qualcosa. «Ti sei addirittura fatto degli amici maschi dal tavolo accanto? I ragazzi di solito si trovano delle amiche quando vanno alle feste.»

«Che problemi ci sono se mi faccio degli amici maschi?»

«Un’altra cosa,» disse June. «Tua madre mi ha detto che non rispondi alle sue chiamate; è molto preoccupata per te.»

«Stavo studiando quando mi ha chiamato. Mi sono semplicemente dimenticato di richiamarla.» King si inventò una scusa.

«Ma tu rispondi sempre alle sue chiamate e non ti dimentichi mai di richiamarla.»

«Perché mi stai facendo l’interrogatorio?»

«Lo faccio perché ti comporti in modo strano.»

«Cosa intendi?»

«Lo sai cosa intendo. Non farmelo spiegare.»

June era sia preoccupato sia arrabbiato dato che King si stava comportando come se non fosse suo amico. I suoi comportamenti erano cambiati molto ultimamente. Ma June sapeva che anche se avesse continuato a chiedere, King non gli avrebbe detto nulla. Se King avesse voluto dirglielo, lo avrebbe già fatto.

«Richiama tua mamma. Non farla preoccupare. Pensaci prima di fare qualsiasi cosa. Pensa ai tuoi genitori. Loro lavorano duramente perché tu possa studiare. Vogliono che tu abbia successo, non che crei problemi.»

King non disse nulla e se ne andò via. Tutto quello che June poteva fare era sospirare. Davvero non aveva la minima idea di cosa stesse passando per la testa di King e cosa stesse facendo che l’aveva portato a cambiare così tanto. Ma non avrebbe mai saputo la verità domandando.

Se voleva sapere… avrebbe dovuto scoprirlo da solo!

/ 5
Grazie per aver votato!
Subscribe
Notificami
guest

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Facebook
Twitter
Pinterest



/ 5
Grazie per aver votato!

Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.