TRIAGE – EPILOGO

Gasp!

Fui sorpreso e mi svegliai grondante di sudore. Inspirai con una sensazione straziante nel petto che aleggiava ancora dal sogno. Avevo sognato di fare un viaggio con Tin. Dopo di che mi ero sentito molto debole, avevo avuto la dissenteria, avevo vomitato ed ero svenuto al ristorante. Avevo sentito la voce di Tin e dopo tutto quello che vidi fu l’oscurità.

Conoscevo questo tipo di sogno. Ne avevo fatto uno quando ero uno studente del quarto anno. Sognavo così quando morivo in un altro mondo parallelo. Sognavo solo quando… Tin tornava indietro ad aiutarmi.

Sapevo cosa stava succedendo. Mi sedetti, feci un respiro profondo e guardai a sinistra, aspettandomi di trovare il mio partner. Ma non era a letto. Scesi in fretta dal letto e aprii la porta della camera da letto. L’alta figura di Tin era in cucina a preparare il cibo. Era ancora in maglietta e pantaloncini e rompeva un uovo in una ciotola. Lo guardai in silenzio prima di entrare e mettermi accanto a lui.

«Ho sognato che stavo per mangiare una frittata con prosciutto e formaggio.» dissi, sorprendendo Tin.

«Tol!» Tin mi guardò con un’espressione sorpresa. «Quando ti sei svegliato?»

Lo fissai con una faccia che non sapeva nulla. «Non ricordi cosa hai fatto?»

«Cosa… cosa ho fatto?» Tin sbatté le palpebre. «Vuoi dire ieri sera?»

Ieri sera, io e Tin abbiamo passato la notte insieme, come al solito, niente di nuovo. 

«No.» Prendere in giro Tin era piuttosto divertente. «Intendevo la faccenda di oggi, delle prossime ore, quella di stasera che non è ancora arrivata.»

«Di cosa stai parlando? Dimmelo, sono confuso.» Tin aveva un’espressione confusa che sembrava molto divertente.

«Oggi sono morto.» Alzai la mano per sistemare i capelli del mio ragazzo. «Grazie per essere tornato indietro per salvarmi.»

La bocca di Tin si aprì e mi indicò. Un’espressione perplessa gradualmente cambiò da sorpresa a felice. Poi le lacrime di Tin sgorgarono come qualcuno che apriva una diga. «Infatti…»

«Più torni indietro, più ti dimentichi di dirmelo, vero?» sorrisi un po’.

«Tol!!» Tin gettò tutto sul bancone, mi abbracciò forte e pianse come un bambino. Era divertente per un ragazzone che aveva quasi trentacinque anni come lui. «Davvero, Tol…»

Gli accarezzai dolcemente la schiena per confortarlo. «Cosa mi è successo? Nel mio sogno, non era chiaro.»

«Io… mi sono ricordato che avevi un’infezione del sangue causata dai frutti di mare…» disse con voce soffocata. «Ti ho accompagnato al mare. Hai detto che volevi mangiare in uno dei ristoranti di pesce sulla strada. Non sembrava molto pulito, ma siccome volevi mangiare, ti ho portato a mezzogiorno. Poi hai detto di aver iniziato ad avere la diarrea, ma hai detto che stavi bene. Allora, ti ho comprato una bevanda a base di elettroliti. La sera ti ho portato a mangiare il porridge e sei svenuto, cadendo. Avevi la febbre molto alta, quindi ti ho portato al pronto soccorso e tu eri in stato di shock. Hai anche una malattia cardiaca, quindi non ce l’hai fatta. Ti hanno pompato il cuore per molto tempo, ma alla fine…» Il corpo di Tin tremò. «Non mi sono preso cura di te. Mi dispiace, mi dispiace…»

Non sapevo se compatirlo o ridere di lui. «Pensalo come un brutto sogno. Non dobbiamo andare di nuovo in quel ristorante, ok?»

«Non accadrà più, l’ho promesso.» Tin fece un passo indietro e guardò il mio corpo come per verificare che fossi davvero io.

«Sono morto facilmente, scusa per non essere stato attento.» Alzai gli occhi al soffitto per contare quante volte ero morto. «Basta piangere.»

«Quando non sono riuscito a salvarti, sono tornato di corsa nella mia stanza, sono andato fuori di testa e ho pianto per tutto il tempo. Pensavo solo che dovevo svegliarmi prima che tu morissi. Ho dovuto prendere dieci sonniferi per addormentarmi. Pregando per tutto il tempo che una volta sveglio potessi vederti vivo. E ci sono riuscito davvero, grazie al cielo, grazie mille.»

Ci vollero quasi dieci minuti per calmarlo. Alla fine, invece, fui io a preparare la colazione per Tin. Lo feci sedere e aspettare al tavolo. I suoi occhi rossi mi guardavano costantemente, come se temesse che scomparissi.

Sapevo che qualcosa del genere sarebbe accaduta un giorno. Era stato un bene che non ci fossimo sposati. Se il voto fosse scomparso, sarei già entrato nella bara. Portai la colazione e la misi davanti al mio ragazzo. Alzai la mano per accarezzargli i capelli ancora una volta. Tin sembrava sul punto di piangere di nuovo.

Dio ti benedica, sono qui. Sono tornato.

Fine

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