TRIAGE – SPECIALE 2 (SING X GAP)

Il piccolo cervo del Re

Era  il compleanno di Sing

Non sapevo come descrivere i miei sentimenti verso quella persona, perché dal primo momento in cui ero entrato nel reparto di medicina d’urgenza, Sing mi bastonava mattina, mezzogiorno, sera e notte. Immaginavo che fosse perché mi odiava da quando avevo parcheggiato l’auto davanti alla sua alla festa di inizio anno. Ma quella faccenda era banale. Come faceva a odiarmi così tanto? Essendo un senior, doveva amare e desiderare insegnare a un nuovo studente come me, come faceva già Tin. Non capivo.

Quindi, ero stato costretto ad andare alla festa organizzata nella stanza di Sing. Se Tin non mi avesse invitato e se Pin non fosse venuta, probabilmente avrei scelto di restare a casa per prepararmi al turno del mattino successivo.

I partecipanti erano Pong, Pin, Kung, Tin e Sing, ovviamente. Alzai il bicchiere per bere mentre i miei occhi si concentravano sul viso di Pin. Durante il periodo di riposo, lei aveva un aspetto squisito e luminoso. Era la donna più affascinante che avessi mai visto. Probabilmente ero uno delle dozzine di uomini che la pensavano allo stesso modo. Era da un po’ che cercavo di flirtare con lei, sapevo di essere solo una delle sue tante scelte, ma non sarebbe stato male se ci avessi provato.

Pin alzò lo sguardo da una pentola shabu e mi sorrise. Era così carina.

All’improvviso, una smorfia sul viso di Singharat che intervenne nel mezzo, ruppe l’atmosfera. «Gap, la carne di maiale sta per finire. Vai a comprarne un po’ al negozio dall’altra parte della strada.»

Avrei voluto alzare il dito medio, ma essendo un suo junior e per di più era lui il festeggiato, cercai di piegare le dita verso il basso. «Va bene, vado.»

«Posso andarci io.» Pin si alzò immediatamente, mentre Tin guardò noi due e sorrise.

«Non c’è bisogno!» gridò Singharat. «Pin, hai appena finito il tuo turno, resta qui. Gap, vai a comprarlo.»

Mi girai per sorridere a Pin: «Va bene. Vado così che P’Pin possa riposare.»

Mi alzai e mi voltai verso la porta, smisi di sorridere e imprecai alle spalle di Sing. Quando uscii dalla stanza, borbottai tra me e me: «Gap, fai questo, Gap, fai quello. Mi vedi come un servitore? Sicuramente mi usa molto.» Uscii dalla stanza verso l’ascensore e aspettai.

Dopo un po’, sentii dei passi di qualcuno che camminava. Mi girai e vidi una figura alta in piedi con entrambe le mani in tasca. Occhi acuti mi fissavano attraverso gli occhiali. La sua presenza mi fece accigliare: «Hia, perché mi segui?»

«Per aiutarti a portare la spesa. Quando ho detto che ti avrei lasciato andare da solo?» L’ascensore si aprì. «Perché stai fermo? Sbrigati.»

Sospirai ed entrai nell’ascensore con Sing. Non mi ero mai sentito così a disagio in un ascensore in vita mia. Quando arriverà l’ascensore al piano terra? Non potevo sopportare di stare con quella persona in un posto tranquillo e angusto.

Poi lui ruppe il silenzio: «Ti piace Pin?»

«Eh?» mi aveva sorpreso: «Perché lo chiedi?»

«Guardando da lontano, posso dire che ti piace.»

«E perché te ne devo parlare?»

Sing semplicemente ignorò la mia domanda, il che mi fece piangere forte in cuor mio. Fortunatamente, l’ascensore arrivò a destinazione. Mi sarei liberato dallo stare insieme a lui, avrei mantenuto le distanze da Singharat fino al ciglio della strada. Stavo per attraversare la strada, ma all’improvviso la grande mano di Sing mi afferrò il braccio e lo tirò così forte che persi l’equilibrio cadendo su di lui mentre con l’altra mano mi sosteneva in modo che non cadessi. Sentii una grossa macchina passare ad alta velocità davanti a noi.

«Sei cieco? Non hai visto la macchina?!» Sing mi urlò contro, facendomi prendere dal panico. Poi si allontanò in fretta da me.

«Gr… grazie.»

«Non voglio aggiungere altri casi al turno pomeridiano. Fai attenzione la prossima volta. Se non riesci ad attraversare, trova qualcuno che ti accompagni.» Sing finì di parlare e si incamminò lungo la strada. «Vieni, ora la strada è deserta, o vuoi che ti porti io?»

Uffa, voglio impazzire. Attraversai la strada insieme a Singharat con una smorfia sul viso. Respira Gap, presto non dovrai stare insieme a lui.

********

«Svegliati. Hai il turno mattutino con me.»

Il dolore per essere stato schiaffeggiato sulla testa e la voce di Tin interruppero il mio sogno. «Huhhh.» mi lamentai in risposta, spostai un po’ il mio corpo e continuai a dormire.

«Se non ti svegli… dirò al professore che hai ottenuto dei risultati scadenti e di terminare i giorni di iscrizione ai corsi facoltativi tra un mese!»

Quando capii che quello non era un sogno, balzai in piedi e mi sedetti. «Non puoi cancellare la data del mio corso facoltativo!!»

«Huh.» Tin mi sorrise e uscì dalla stanza. Alzai la mano per accarezzarmi i capelli finché non li riordinai. Non ero sicuro di essermi ubriacato per il liquore o per il sodio della zuppa nel brodo di maiale. Ma di sicuro, ora c’era una gamba lunga e pesante del Dottor Singharat sulla mia coscia, che mi impediva di alzarmi dal letto. Non riuscivo a ricordare come fossi finito a letto con Sing in quello stato. Ma non era successo niente di grave perché anche Tin aveva dormito qui insieme a noi. Mi voltai a guardare Sing e sospirai. Volevo davvero uscire di lì prima che si svegliasse. Cercai di afferrargli la gamba e di sollevarla leggermente.

Non riuscii però a farlo. Singharat allungò la mano e mi spinse giù e mi abbracciò forte come un sostegno.

«Hia!» gridai e mi contorsi tra le sue braccia che erano forti come una verga di ferro. Immaginavo che avrei dovuto chiedere aiuto. «Ehi Tin, aiutami!»

Ci fu silenzio… Tin probabilmente aveva già lasciato la stanza.

«Ah, amico.» mi voltai per guardare il viso di Sing che si era avvicinato così tanto a me da essere terrificante. Sing sembrava ancora dormire profondamente, ma il mio cuore batteva forte fino a quasi saltarmi fuori dal petto. «Hia! Lasciami andare, devo essere in servizio domattina!» dissi ad alta voce, con l’intenzione di svegliare l’altra persona.

Singharat stava ancora dormendo, in più parlava nel sonno: «Ti piace Pin, Gap?»

Spalancai gli occhi. Perché era ossessionato dal fatto che mi piacesse o meno Pin?

«Io non ti piaccio, vero?»

Rimasi stordito come se il mio corpo fosse rimasto paralizzato per un momento.

«Se non ti piaccio, non ti permetterò nemmeno di farti piacere Pin.»

«Aspetta, cosa?!» Sing, bastardo. Mi dimenai più forte, riuscendo così ad uscire dall’abbraccio e alzarmi dal letto senza fiato. Potei solo pregare che ciò che aveva detto nel sonno fosse dovuto all’ubriachezza, non ai suoi veri sentimenti. Presi velocemente la mia borsa e la maglia a maniche lunghe che avevo lasciato sul pavimento. Quindi uscì dalla stanza il più velocemente possibile.

********

«Io non ti piaccio, vero?»

«Se non ti piaccio, non ti permetterò nemmeno di farti piacere Pin.»

Quelle parole mi avevano perseguitato nella mente tutto il giorno, sembrava che il proprietario di quelle frasi provasse qualcosa. Sembrava che non sapesse nemmeno cosa stava dicendo, il che era buono. Almeno potevo essere sicuro che Sing stava parlando nel sonno e non chiaramente dei suoi sentimenti. Quindi, rivolsi la mia attenzione su Pin. Dovevo sbrigarmi a flirtare con lei prima che Sing capisse cosa stava dicendo.

«Oggi ho un appuntamento, Nong Gap.» Pin sorrise dopo che il mio invito a cena. «Scusami.»

«O…Oh, davvero? Va bene… E domani?»

Pin aveva uno sguardo preoccupato sul viso. «Domani sarò in servizio fino a tarda notte.»

Dubbioso, diedi un’occhiata alla pagina Facebook di Pin nel caso in cui avesse caricato le foto dei luoghi in cui era andata. Come previsto, qualcun altro l’aveva portata a una cena sontuosa in un ristorante costoso. Qualcuno mi stava buttando fuori dalla sua vista. Avevo solo una persona in mente, ma ancora non osavo crederci. Fino a quando non trovai una foto dello stesso piatto di Pin sul profilo Facebook di Singharat il giorno successivo.

Qualcuno poteva chiedermi se fossi arrabbiato. Sì, lo ero. Ma non ero uno che voleva fare la guerra con nessuno, specialmente a Singharat. Sarebbe stato un futuro insegnante di medicina l’anno seguente. Se avessi scelto di litigare con lui, il mio prossimo anno avrebbe potuto sicuramente essere pieno di guai. Avrei dovuto scegliere tra le donne e la pace nella mia vita e nel mio futuro.

Mi sarei tirato indietro, ma volevo chiedere solo una cosa: il non interferire più con la mia vita.

Ma no… quello che successe dopo fu l’esatto contrario.

Ecco perché non sarei stato più l’unica vittima.

Pin mi aveva trascinato fuori per calmarmi sul retro dell’edificio, che era usato per gli incidenti e le emergenze. Mi tolse dalle mani il cartellone e mi fissò con un’espressione dispiaciuta. «Perché hai fatto questo?»

«Perché mi piaci P’Pin.»

«No, Gap. Non l’hai fatto perché ti piaccio, l’hai fatto per qualcos’altro. E lo sai che è brutto usarmi come strumento per sconfiggere gli altri? Sono un essere umano, non qualcosa che è destinato ad essere usurpato.»

Anche se il tono di Pin era gentile, vedevo la frustrazione sul suo viso. Non riuscivo a guardarla negli occhi. «Lo so.»

Pin sospirò: «Sei un junior molto carino per me. Mi sento bene con te. Ma per questa situazione, vorrei allontanarmi da voi due. Probabilmente è la cosa migliore.»

Quello doveva essere un rifiuto da parte di Pin, ma sorprendentemente, non avevo rimpianti probabilmente perché neanche Sing avrebbe avuto Pin.

«Io non ti piaccio, vero?»

Le parole sonnambule di Sing mi balenarono di nuovo in testa. Abbassai lo sguardo per un attimo, prima di alzare la testa per guardare la ragazza e darle in mano un mazzo di fiori. «P’Pin, per favore, prendi questi fiori e…. mi dispiace di averti creato problemi.»

Pin mi prese i fiori dalla mano con un’espressione perplessa. Mi girai e me ne andai. Il mio cervello era completamente offuscato. Riuscivo a malapena a elaborare dove stavo camminando. Mi chiesi molte volte come mi sentissi. Non ero deluso, non ero arrabbiato e non ero triste. Sembrava che nella mia testa ci fossero sempre più domande.

Quando me ne resi conto, andai in un ristorante dove sapevo che ci sarebbe stato alcol per me. Di solito io e i miei amici andavamo lì per festeggiare. Quella era la prima volta che ci andavo da solo, ma andava bene. Il mio stato attuale era troppo teso per incontrare qualcuno.

Ero immerso nei miei pensieri, colmo di domande. Perché Hia Sing ha dovuto litigare con me? Perché, anche se avevo fatto marcia indietro da P’Pin, Hia litiga ancora con me? Quella volta perché ha parlato nel sonno in uno strano modo? Come se… La mia faccia divenne calda all’improvviso. Cosa c’è di sbagliato in me?

Non sapevo quanto tempo fosse passato da quando non usavo il telefono. Non rispondevo neanche alle chiamate degli amici da ovunque loro venissero. I miei pensieri iniziarono a volare via. Almeno l’alcol mi aiutava a non stressarmi per Pin e Sing per un po’. In combinazione con la musica dal vivo e l’atmosfera della luce notturna, iniziai a sentirmi molto meglio.

«Laggiù.» La voce di qualcuno risuonò. Dopodiché, sentii qualcuno prendermi e tirarmi su dalla sedia.

«Sapevo che doveva essere qui perché veniamo sempre insieme.»

«Grazie, non devi portarlo tu. Lo farò io stesso.» Questa voce è… Girai la testa tremante per guardare il proprietario della voce. Ma quello che successe dopo fu… tutto buio. Addio.

********

Una sensazione di vertigine mi colpii non appena aprii gli occhi. Il sole del mattino splendeva attraverso le tende trasparenti e colpiva il familiare soffitto della stanza. Sbattei le palpebre per capire dove fossi. E come sono arrivato qui? Provai ad alzare la testa stordita e mi sedetti. Mi guardai intorno. Questa stanza non è mia… Ma perché è così familiare?

«Ehi, sei sveglio?» la voce roca di Singharat risuonò da vicino. Rimasi sorpreso e mi girai a guardarlo. Il proprietario della voce si stiracchiò pigramente mentre era sdraiato per poi sedersi. Ma non era ancora così scioccante quanto le sue condizioni in quel momento. Quella era la prima volta che vedevo il suo corpo in bella vista. Era un tipo imponente, il che derivava dai muscoli che erano solitamente coperti dai suoi vestiti. Abbassai in fretta lo sguardo per vedere il mio corpo e scoprii che non era diverso dal suo. Tutto ciò che mi era rimasto erano le mutande.

«Che diavolo?!» afferrai rapidamente una coperta e l’abbracciai per nascondere il mio corpo. Lo guardai con un’espressione scioccata sul viso. «Hiaa!»

«Gap, ti ho riportato nella stanza sano e salvo, dato che eri ubriaco come un cane, per la seconda volta. E ancora non mi ringrazi?» Sing spalancò la bocca per sbadigliare. «Sono andato a dormire tardi perché ho dovuto trascinarti a casa.»

«E perché non mi hai… portato nel mio dormitorio?» chiesi con voce balbettante.

Singharat rise: «Non riesci a ricordare niente?»

Rimasi sbalordito per un momento: «Ricordare?»

Il dottore più grande sospirò: «Eri… eri ubriaco. Stavo per portarti nel tuo dormitorio, ma hai rifiutato e hai detto che volevi parlare con me.» Sing allungò la mano per afferrare il suo telefono sul comodino. «Sapevo che non avresti creduto alle tue azioni, quindi l’ho registrato.»

Presi il telefono di Sing: sullo schermo c’era una clip che sembrava essere accaduta la sera prima. Ero seduto sul sedile del passeggero accanto all’autista, ubriaco, mentre Sing si allungava per scuotermi la spalla.

[Gap, bastardo. Cosa hai detto? Dillo ancora una volta.]

[Hia, psicopatico.]

[No! Ho chiesto cosa mi hai appena detto!]

[Hia, mi chiedi perché non mi piaci? Risponderò allora, ti odio davvero. Non mi piace essere preso in giro e non mi piace quando dimentichi quello che dici. Allora, come ti senti nei miei confronti? Eh?]

[Te l’ho mai detto?]

[Sì! Hai parlato mentre dormivi.]

[E se te lo dicessi, saresti scioccato?]

[Riguardo a cosa?]

[… voglio che tu sia mio.]

Mi venne la pelle d’oca dalla testa ai piedi quando mi vidi sorridere nella clip.

[Allora fallo, se hai il coraggio di portarmi nella tua stanza.]

«Hia… questo…» indicai il telefono nella mano di Singharat con un’espressione scioccata. «M… ma ero ubriaco, letteralmente ubriaco! Non prendere sul serio le parole di un ubriaco. Quindi mi hai creduto e mi hai portato a…»

«Sapevo che eri ubriaco,» Singharat si avvicinò a me, e io indietreggiai in fretta verso la testata del letto. «Allora, io…» Sing abbassò lentamente lo sguardo e poi passò i suoi occhi attraverso il mio corpo. Poi mi guardò in viso senza dire nulla. C’era solo un sorriso misterioso all’angolo della sua bocca. Sentivo il mio cuore battere forte, la mia faccia era così calda. «Allora, ti ho tolto i vestiti, ripulito il vomito e ti ho lavato, bastardo!»

Alzai la mano per indicargli il viso e gridai. «Non ci credo! Allora perché ti sei tolto i tuoi vestiti?»

«Normalmente dormo senza. Se non ci credi, sono affari tuoi. Tieni, guarda.»

Singharat sollevò la coperta. Alzai subito la mano per coprirmi gli occhi perché non volevo vedere il suo piccoletto. Ma in realtà, Singharat indossava un boxer. Anche così, mi sentivo ancora diffidente. Sing alzò la mano, quindi, mi affrettai a schivare perché pensavo che mi avrebbe colpito, ma in realtà la posò sulla mia testa e l’accarezzò.

«Se l’avessi fatto mentre eri ubriaco, sarei stato uno stronzo. Lasciamelo fare quando non sarai ubriaco.»

Mi sentivo caldo su tutto il viso. Gli tolsi la mano. «Non succederà. Vattene!»

Singharat mi guardò in faccia. La sua espressione mi dava una strana sensazione al petto.

 «Ho appena realizzato che mi piace quando mi guardi, quando reagisci alle mie parole… Il motivo per cui ti ho preso in giro era che volevo che mi prestassi attenzione. Mi sono arrabbiato quando hai provato a flirtare con qualcun altro che non fossi io.»

Rimasi scioccato e mi pietrificai per un momento. «E… e cosa dovrei fare?»

«Nulla. Lasciami flirtare con te. E quando ti piacerò, potrai diventare il mio ragazzo, okay?»

«Aspetta!»

«Ok, allora. Ti ho prenotato. Ho già detto a tutti che sei mio. Nessuno può scherzare con te.» Singharat mi sorrise maliziosamente e prese il telefono per mostrarmi una foto. Era un selfie di Sing che mi baciava segretamente sulla guancia mentre dormivo senza rendermene conto.

«Oh, mio Dio!» Stavo impazzendo. Rimasi seduto fermo e mi chiesi se stavo bene con quello che era successo. In caso contrario, avrei dovuto dirglielo. Poi pensai di scappare e chiedere aiuto a Tin, ma quando ci pensai ancora una volta, la risposta era in realtà l’opposto. Perché mi sento in imbarazzo quando guardo la faccia di Hia Sing? Più imbarazzato di quando guardo P’Pin. Devo essere pazzo… oppure Hia Sing mi ha drogato?

***********

«Gap…Gap!»

Io, che stavo scrivendo un grafico, mi rivolsi in fretta alla persona che correva verso di me. Tin si fermò senza fiato davanti a me. «Gap, hai bisogno di aiuto? Sing ti ha costretto, vero? Puoi dirmelo, non lascerò andare questo genere di cose. A Sing deve avere qualche lezione!»

Mostrò una faccia preoccupata. «Uh… non è niente, Hia.»

«Come può non essere niente! Sing era…»

Come potevo spiegarlo a Tin? Che quello che stava accadendo ora non era quello che gli altri pensavano. Non ero ancora in grado di dire nulla. L’altra parte era venuta direttamente da me. 

Tin alzò lo sguardo e incrociò le braccia con un’espressione seria sul viso.

«Perché mi guardi così, Tin?» chiese Singharat con un sorriso malizioso.

Tin fissò ferocemente il viso di Sing. «Non ho paura di te, Sing. Dico sempre la stessa cosa. Devi smetterla di scherzare con Gap. Se questo problema non viene risolto e lo fai soffrire, vergognarsi e perdere la concentrazione sullo studio, la questione che minacci Nong Gap raggiungerà il professore.»

Sing rise. «Pensi di sapere tutto, ma in realtà non è così. Tin, perché non usi il tuo tempo per fare qualcos’altro, piuttosto che aiutare le persone?»

Merda. Due capi residenti avevano iniziato una guerra. Ed era tutto a causa mia. Mi guardai intorno nella stanza, scoprendo che molti membri del personale si erano fermati a guardare incuriositi. Comprendevo l’infermiera Aim e l’infermiere Toi. Se quei due avessero litigato in mezzo al pronto soccorso per colpa mia, non sarebbe stata una buona cosa. Mi intromisi per separare i due e mi misi in mezzo a loro.

«Hia! Fermati!» urlai. «Hia Sing e io stavamo parlando!»

Sentii un piccolo grido da Toi. Quanto a Tin, fece una smorfia che non capiva: «Parlare di cosa?»

«Parlare come… in fase di frequentazione.»

Singharat scoppiò a ridere. «Siamo ancora in una fase di frequentazione?» Alzò la mano per accarezzarmi la testa e me la avvolse intorno alla spalla. Poi si voltò a guardare Tin come un vincitore. «È chiaro, Dottor Tin?»

Tin era in ginocchio e l’infermiera Aim dovette spingere una sedia per farlo sedere.

«Gap… è vero?»

Sing alzò la mano per coprirsi la bocca, sbadigliando. «Ciò che è chiaro non ha bisogno di essere spiegato ulteriormente. Sarebbe una perdita di tempo. Ora mandami i turni.»

Volevo davvero scusarmi con i testimoni che ne erano venuti a conoscenza in quel modo. Tutti dovevano essere confusi, me compreso. Sperai che prima o poi avrebbero perdonato il caos creato da me, Pin e Sing. Dopo quello, promisi che la situazione sarebbe tornata alla normalità. 

Perché ormai ero caduto nella trappola del Re.

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