VEGAS X PETE – CAPITOLO 8 (M)

-Pete-

Il giorno del funerale

«Etchù!» Starnutii finché il mio naso non divenne rosso. Da quando mi ero svegliato, starnutivo senza sosta. Inoltre, avevo continuato a strofinarmi il naso che colava fino a quando non avevo iniziato a sentire una sensazione di bruciore, oltre che le vertigini.

«Stai bene?» Vegas, che stava scrivendo qualcosa sul suo computer, era sdraiato sul letto, la testa inclinata mentre mi guardava. Il tempo era imprevedibile quel giorno e sentivo la testa pulsare.

«Non lo so. Potrei essere allergico al tempo. Penso che pioverà.» risposi.

Girai gli occhi per guardare lo scaffale dall’altra parte della stanza in modo da poter trovare un libro da leggere per alleviare la mia noia. Normalmente, il clima umido del paese non mi influenzava troppo. Dopotutto, avevamo solo stagioni soleggiate o piovose e non avevo mai avuto reazioni allergiche prima. Ma immaginavo che anche il mio corpo fosse cambiato con il passare del tempo. Non riuscivo a fermare il mio mal di testa né i miei starnuti e la tosse.

Mi concentrai sul prendere un libro dallo scaffale e notai Vegas con la coda dell’occhio, il suo mento leggermente sollevato mentre mi guardava. Dannazione, il bastardo Vegas era ancora lì. 

Quel giorno sarebbe rimasto a casa tutto il tempo, facendo avanti e indietro dalla sua camera da letto al suo ufficio. Era strano e mi sentivo ancora più nervoso. Non ero abituato alla sua presenza tutto il tempo. Con lui lì, non potevo trovare un modo per staccarmi la catena dal polso. In poche parole, non avevo ancora capito come scappare. 

Cavolo! Non ha affari da qualche altra parte o qualcosa del genere?

«Qui.» Ero così concentrato sui miei pensieri che non mi accorsi che Vegas era in piedi vicino a me. Quindi usò il ginocchio per toccarmi e farmi voltare verso di lui.

«Eh?» Mi alzai dal divano e lo guardai inebetito.

«Prima prendi la tua medicina.» Vegas teneva un bicchiere d’acqua in una mano e una pillola gialla nell’altra. 

«Una pillola?» chiesi mentre tendevo la mano.

«Per curare il tuo raffreddore. La tua faccia è rossa. Non stai bene.» Vegas si accasciò e si sedette accanto a me, posandomi delicatamente la mano sulla fronte.

Distolsi lo sguardo in fretta nell’altra direzione, senza osare fissarlo direttamente. Non sapevo perché ma da quando mi aveva aiutato a radermi ieri e mi aveva baciato, avevo sentito qualcosa di strano. Non sapevo come fosse successo ma avevo sentito qualcosa dentro di me che non era paura né disgusto. Era quasi come se mi sentissi bene. Non sapevo cosa c’era che non andava in me, non lo avevo capito bene neanche io.

«Va tutto bene. Sto bene.» mi irrigidii. Sapevo che avrei dovuto seguirlo ancora, che non avrei dovuto resistere né essere testardo, ma la mia bocca si rifiutava.

«Prendi le tue pillole.» disse Vegas in tono normale. Così presi l’acqua e dopo aver messo la pillola in bocca, buttai tutto giù. Dopo che Vegas si era assicurato che lo facessi, andò a spegnere il condizionatore, poi andò dritto verso il balcone, spalancò le tende e aprì la porta a vetri.

«Forse sei rimasto in questa stanza con l’aria condizionata per troppo tempo? Ti porterò un ventilatore.» disse Vegas prima di uscire dalla camera da letto.

Lo guardai con tale confusione, cosa c’era di sbagliato in lui? Era stato troppo gentile ultimamente. Non si era affatto infastidito o arrabbiato con me. Era strano! Era così gentile in questi giorni, come se fosse un giovane santo vestito di bianco. Era come se fossi in un altro mondo. Era strano. Era molto strano.

Vegas, il bastardo, tornò portando un alto ventilatore nero, lo mise ai piedi del letto e lo collegò prima di accenderlo. Si alzò e si sdraiò sul letto, con la nuca appoggiata alla testiera mentre si appoggiava il portatile sullo stomaco, poi mi fece cenno di andare da lui. 

Avevo scelta? Non volevo avvicinarmi troppo, volevo comportarmi come Porsche con Kinn, che puntava i piedi a terra e gridava sempre ad alta voce: ‘No, non ci vado!’ 

Immaginavo di farlo, ma avrei potuto farlo davvero? Ovviamente no. Così, invece, strisciai verso il letto imbronciato, mi sedetti a gambe incrociate, di fronte a lui e lo fissai con occhi che chiedevano cosa volesse.

«Vieni a letto.» Vegas tirò il mio braccio per andare verso di lui.

«Vuoi che dorma? Mi sono appena svegliato.» dissi, cercando di allontanare la sua mano.

«La medicina che hai preso induce il sonno. Ti addormenterai in un attimo.» Vegas continuava ad attirarmi verso di lui.

«Lo so già. Perché mi prendi per il braccio?» Nonostante ciò, una parte di me mi diceva di non resistere. Anche così, mi irrigidivo ogni volta che toccava il mio corpo. Mi sentivo una giovane donna riservata. Mi faceva sentire come se fossi una ragazza di quattordici anni.

«Non essere testardo. Ti ho detto di venire qui.» Nel sentirglielo dire, andai un po’ nel panico. Temevo che il mio piano sarebbe fallito. 

Non dimenticare, Pete! Devi essere noioso. Qualunque cosa dica, seguilo.

«Sto male.» ripetei, nel caso fosse passato velocemente, anche se sapevo che non sarebbe successo. Era solo un forte raffreddore. A chi mancavo così tanto?

«Vieni qui!» Vegas mi tirò ancora una volta finché la mia faccia non incontrò il suo petto. Si aggiustò in fretta il braccio per avvolgermelo intorno, muovendomi finché non sembrò che mi fossi appoggiato a lui come se fosse un cuscino. 

«Non vuoi guardare?» Vegas mosse la mano che non mi stava abbracciando e aprì una cartella nel suo computer dove c’erano più di dieci film salvati.

«Aspetta cosa?» Inclinai la testa e andai a dare un’occhiata più da vicino allo schermo. I miei occhi brillavano come se avessi trovato qualcosa di prezioso. «Mi fai vedere un film?» chiesi eccitato, dimenticando quanto fossi teso fino a poco tempo fa sdraiato su di lui in quel modo.

«Sì. Ma li ho salvati tutti e questo non è connesso a Internet.»

«Lo so.» dissi senza guardarlo mentre tornava a far scorrere l’elenco dei film. Finalmente avevo qualcosa di divertente da fare! Mi sentivo come un uomo delle caverne che aveva appena scoperto la luce e il suono. Non mi sentivo un uomo civile senza film o programmi TV da guardare.

Ero così entusiasta di scegliere un film che inconsciamente avevo appoggiato il mento sullo stomaco di Vegas. Anche se quel bastardo di Vegas si era allungato e mi stava accarezzando leggermente i capelli, non l’avevo insultato nella mia testa. Al momento, ero solo concentrato sullo schermo.

«L’ho già visto. Ecco, guarda… oh, sembra troppo deprimente. E questo?» Mi rivolsi a lui per chiedere il suo parere, fu allora che vidi Vegas sorridere brillantemente per una frazione di secondo, ma improvvisamente smise di farlo come se niente fosse.

«Scegli quello che vuoi.»

«Ehi, non giudicarmi, ma voglio guardare i cartoni animati.» dissi dolcemente, increspando le labbra.

Cliccai sul film, ingrandendolo e alzando il volume. Vegas mi attirò più vicino a lui, muovendomi fino a farmi sdraiare sul suo petto mentre mi abbracciava con entrambe le braccia. Non l’avrebbe mai fatto prima e improvvisamente sentii il suono del suo cuore che batteva. Sentii il calore del corpo di Vegas e anche se eravamo sempre nella stessa stanza, non avevo mai provato quel tipo di atmosfera prima. Una certa sensazione si fece strada in me, ero così incasinato. Era come se non riuscissi a capire cosa mi stesse facendo Vegas, ma lasciai che mi avvolgesse tra le sue braccia come desiderava.

Entrambi i nostri occhi stavano fissando lo schermo, scelsi un cartone animato Disney. Era la storia di un ragazzo messicano che amava la musica ed era il motivo per cui riusciva a viaggiare nell’aldilà. L’avevo già visto con Khun e mi era piaciuto molto. Era spensierato e non stressante. Era stato un bene per me perchè la mia vita era già stressante da morire. Godersi qualcosa per divertimento mi aveva fatto sentire bene anche me.

«Ahah.» Vegas e io ridemmo insieme. Eravamo così immersi nella storia che stavamo guardando che eravamo nel nostro mondo. Quel bastardo di Vegas continuava a cambiare posizione di tanto in tanto. Mosse il braccio per sostenere la testa, ma l’altra mano mi teneva ancora forte. Spostai la testa verso il suo stomaco, ma ogni volta mi tirava indietro al petto. Era troppo permaloso, l’idiota!

«L’hai già visto?» chiesi, guardando Vegas. Staccò gli occhi dallo schermo e si voltò a guardarmi, scuotendo la testa. 

«Indovina?« Chi possiede la chitarra?» Mi comportai come aveva fatto il giovane maestro. A Tankhun piaceva guardare i film e poi si fermava sempre a chiedere le opinioni di coloro che guardavano con lui. E volevo sapere se Vegas era stupido o intelligente.

«Basta indovinare.» disse Vegas con un’espressione gelida.

«Allora chi pensi che sia?» Strinsi gli occhi su di lui, avrebbe potuto non saperlo davvero e se fosse stato così avrei riso fino a morire. 

«Continua a guardare.»

«No, devi dirmi chi pensi che sia.» Inclinai la testa e lo fissai da vicino, aspettando una risposta. Volevo che mostrasse la sua stupidità, così avrebbe perso la calma.

«Beh, continuerò a guardare.» Vegas premette la mia testa sul suo petto.

«No, voglio sapere se hai indovinato?» Spostai la sua mano, sporgendomi in avanti per chiederglielo di nuovo. Un sorriso malizioso apparve sul mio viso. Vegas probabilmente non lo sapeva. Era stupido. 

É un cartone animato per bambini, amico! 

Persone come lui fingevano di essere fantastiche e potenti, ma non riuscivano nemmeno a indovinare cosa succedeva in un semplice cartone animato come quello. Probabilmente aveva paura di rivelare il suo lato idiota, eh? 

«Beh, allora lo rovinerò, hehe. La chitarra è di…»

«Smettila. Non mi piace quando le persone rovinano il finale dei film.» disse Vegas minaccioso mentre mi indicava. Ah! Quella era la mia occasione.

«Quella chitarra appartiene a… Ehi!» Vegas all’improvviso mi coprì la bocca con la mano. 

Bene, gli tolsi la mano e aprii la bocca per parlare di nuovo. «Vedi, la chitarra appartiene a… Hmf!»

I miei occhi si spalancarono per lo shock quando mi resi conto che questa volta non era la sua mano a coprirmi la bocca. Invece, si chinò in avanti e premette forte le sue labbra sulle mie. I sentimenti del giorno prima tornarono di nuovo. In un attimo, il mio cuore iniziò a battere forte. Spinse via il portatile e mosse il mio corpo per sdraiarmi correttamente sul letto, non mi accorsi nemmeno che stava succedendo.

Vegas si mise a cavalcioni su di me prima di baciarmi di nuovo più forte. Aprì le labbra, mordendomi delicatamente il labbro inferiore prima che la sua lingua calda esplorasse la mia bocca. Stavo provando una sensazione completamente nuova. Da quando ero arrivato lì, Vegas non l’aveva mai fatto nemmeno una volta. Mi aveva solo dato dolore, senza nutrimento, senza mai farmi provare quello strano tocco che mi stava dando adesso. Aveva approfittato del momento in cui ero stato colto alla sprovvista ed aveva iniziato a succhiarmi la lingua, sondando intorno alla mia bocca. Stavo iniziando a realizzare a poco a poco la sensazione che saliva nel mio corpo.

«Ugh…» protestai con un suono dalla gola e usai la mano per spingere via il petto di Vegas. Si staccò da me e fece un debole sorriso, accarezzandomi i capelli con la mano. I suoi occhi che prima avrebbero sempre mostrato rabbia e irritazione ora mi fissavano con un’emozione indescrivibile.

«La chitarra appartiene a Hector. L’ho già visto.» disse Vegas con un sorriso che apparve immediatamente sul suo viso.

Mi ha ingannato! Stupido! 

Quando finì di parlare, non potevo nemmeno aprire la bocca per insultarlo. Abbassò il viso nell’incavo del mio collo e inalò il mio profumo. Mi irrigidii e una sensazione di formicolio si diffuse in ogni parte del mio corpo.

«V…Vegas, no.» Non sapevo se dovevo essere sorpreso del cambiamento nella mia espressione. 

Dovevo provare a fermare la persona che avevo di fronte o no? Perché alla fine, comunque, non potevo fare nulla. Avrei dovuto fare quello che mi diceva il mio cervello e lasciargli fare quello che voleva così si sarebbe rapidamente annoiato di me. Ma d’altra parte, non potevo ancora accettarlo. Ero confuso e la mia mente era nel caos. Se avessi chiuso gli occhi e avessi lasciato che accadesse, forse sarebbe stato disposto a lasciarmi andare. Ero così spaventato perché sapevo come mi avrebbe torturato.

«Vegas… non farlo.» dissi piano mentre le sue labbra esploravano il mio collo, baciandomi e occasionalmente mordendomi. Continuò a farlo finché non raggiunse la mia clavicola.

Avevo la pelle d’oca su tutto il corpo, ma la cosa strana era che il mio cuore aveva iniziato a battere in modo incontrollabile. Provai a spingerlo via, ma tenne duro. Iniziai a sentirlo ancora più di prima, ciò rese le cose più difficili e mi sentii come se fossi stordito.

«Sono… s…spaventato…» respirai pesantemente, cercando di sopprimere tutto in me mentre sentivo il mio corpo indebolirsi. Si staccò dal mio petto e tornò alle mie labbra prima di baciarmi di nuovo profondamente. Ci stavamo baciando forte finché non mi vennero le vertigini.

Dovevo ammettere che era bravo in quello. Anche se avevo avuto una ragazza prima, non avevo mai avuto qualcuno che mi avesse fatto sentire così prima. Continuò ad attaccarmi la bocca finché non fui devastato per un momento. Non riuscivo più a trattenere le emozioni dentro di me.

Presi un respiro profondo mentre la mano di Vegas si trascinava attraverso il centro del mio corpo, dirigendosi verso i miei pantaloni. Il mio corpo tremava. 

No, no, non sono mai stato così con un uomo prima d’ora. 

Ma forse era perché non avevo avuto alcun tipo di orgasmo per due settimane ed era per questo che mi stavo lasciando andare. Con solo una piccola stimolazione, il mio corpo era stato rinvigorito. Prima Vegas mi avrebbe preso così, violentemente, senza alcun sentimento, quindi non avevo mai lasciato uscire le mie emozioni perché ero solo spaventato e paranoico. Per questo, tutti i miei sentimenti si erano accumulati dentro di me.

«Pete… hai paura di me?» Vegas si staccò un po’ dalla mia faccia, quindi, usò la punta del naso per strofinarmi il viso sul lato della mia guancia.

«Hmm.» mormorai in gola. Entrambe le mie mani tenevo saldamente la coperta. Anche se sapevo che il mio corpo lo voleva, nella mia mente mi sentivo spaventato. Era tutto così contraddittorio. Questo bastardo di Vegas mi torturava, se avessi cercato di resistere ora, mi avrebbe fatto del male ancora più di prima? Non volevo che accadessero di nuovo cose brutte tra me e un uomo. La mano del bastardo continuava ad accarezzare la parte testarda di me. Ma mi sentivo malissimo mentre gli eventi passati scorrevano nella mia mente.

«Ti prometto che se farai il bravo, non ti farò del male…» disse piano Vegas, poi abbassò il naso e mi baciò entrambe le guance. Chiusi gli occhi in silenzio mentre il suo palmo spesso scivolava sotto le mie mutande e tratteneva delicatamente la mia virilità. Smisi di respirare per un momento. Era come se tutti i miei sentimenti fossero concentrati nella parte in cui lo aveva fatto.

«Ugh, V-Vegas… Se dico di no… Se mi rifiuto, mi punirai?» dissi senza fiato, mentre le sue grosse mani grosse mi accarezzavano tra le gambe.

Nella mia mente, ero completamente confuso. Non potevo combatterlo e non perché non avessi forza, ma perchè ero ancora legato dalle catene e anche se avessi cercato di toglierle, il posto più lontano in cui potevo arrivare era il divano. 

«Non oserò più fare niente di drastico… ma non voglio fermarmi. Andrà tutto bene, Pete. Ti prometto che non ti farò del male.» Era la prima volta che sentivo Vegas supplicarmi.

Strinsi gli occhi su di lui, vedendo il suo sguardo pieno di una tenerezza che non avevo mai visto prima. Anche se ero terrorizzato fino a tremare, riuscii ad allungare una mano e ad afferrare un cuscino per coprirmi il viso. Accidenti! Cercai di pensare in modo logico, dicendomi che doveva volere di più, ma non trovai una risposta.

La faccia di Vegas scivolò sul mio petto, mentre entrambe le sue mani mi toglievano i pantaloni. Mi morsi il labbro forte perché sapevo cosa sarebbe successo dopo. La sua lingua calda scorreva attraverso il mio addome, affondai leggermente i denti nel cuscino, rendendomi conto che non si stava comportando affatto in modo violento. La sua mano afferrò il mio pene e lo accarezzò. Mi sentivo patetico e disgustoso, tuttavia, c’era un’altra sensazione che stava crescendo. Era un bene che non stesse più facendo male al mio corpo, ma anche così, non potevo dimenticare che ero stato violentato da lui. Almeno non faceva male.

«Ugh… Hmm…» Cercai di mordermi il labbro più forte che potevo per evitare che i suoni che stavo facendo scivolassero fuori. Quando il bastardo Vegas passò il pollice sulla testa del mio pene, ammesi che mi era piaciuto. Non era strano che il mio membro reagisse facilmente agli stimoli. Il mio cuore continuava a battere, mentre le sue mani continuavano a farlo, le sue labbra iniziarono a muoversi verso le mie cosce. «Uffa, Vegas…»

Vegas mosse la mano su e giù più velocemente, enfatizzando il ritmo che era sia forte che gentile. Sapeva quanto fossi sensibile ed il mio corpo iniziò a contorcersi. Poi alzò un po’ le mie gambe e le aprì. La mia vista iniziò a offuscarsi mentre Vegas muoveva rapidamente il polso, insieme all’altra mano che ora correva attraverso l’area vicino al mio sedere. Il suo tocco fece tremare tutto il mio corpo.

«Ugh… ugh.» Staccai le mani dal cuscino e l’abbracciai forte. Improvvisamente sussultai di nuovo quando sentii lo stesso lubrificante freddo spalmato nella mia parte posteriore. Il sudore cominciò a filtrare su tutto il mio corpo. Ero spaventato e teso, ma sentivo anche di volere che mi toccasse di più. Ero così confuso.

«Pete, farò con calma.» disse Vegas, ma non mi importava. Le sue mani stavano lavorando sodo per darmi piacere, almeno finchè non infilò un dito nella mia entrata posteriore. Quello mi fece irrigidire di nuovo. 

«Mi…fa male! Fa male!» Rimproverai Vegas che tirò subito fuori il dito.

«Pete… rilassati e basta.» Allontanò il cuscino dal mio viso e premette un leggero bacio sulle mie labbra. Le sue mani stavano ancora accarezzando il mio pene e mi baciò su tutto il viso prima di allontanarsi.

Poi si mise di nuovo del lubrificante sul dito, inserendolo lentamente e, sebbene facesse ancora male, non era tanto quanto il primo. Ero sudato, il mio cuore batteva così velocemente che quasi pensavo stesse per scoppiare. Il mio busto tremava quando iniziò a muovere il dito insieme allo stesso movimento ritmico della sua mano che accarezzava il mio pene.

«Ugh… hng…» Sentii un senso di oppressione alla schiena e mi sentivo come se stessi per venire da un momento all’altro. Non sapevo quando Vegas aveva inserito più dita. Si mosse così forte che il mio corpo iniziò a gonfiarsi. Il dolore iniziò a svanire, lasciando solo l’attrito tra i nostri corpi e una sensazione di piacere, un formicolio fino a non poter trattenere i miei gemiti.

«Ahh…» Era così diverso quella volta. Così diverso che non potevo crederci. Odiavo ed ero disgustato dal sesso perché ero stato così testardo al riguardo. Ma ora, tutto sembrava inaspettatamente bello.

Il bastardo di Vegas accelerò la velocità di entrambe le mani, ed in quel momento non riuscii più a trattenermi. Improvvisamente mi sentii stordito e poi un’improvvisa sensazione di spasmi quando venni su tutto il mio stomaco. 

Deglutii per l’intensità di tutto ciò, insieme alla pesantezza del mio respiro, ma Vegas non mi permise di prendermi una pausa. Rimase tra le mie gambe, afferrandomi le cosce e sollevandole fino a quando i miei fianchi quasi galleggiavano sopra il letto. Non perse un altro secondo, posizionando il suo pene, che indossava un preservativo, contro la mia entrata e spingendo lentamente. 

«Sì… Ahh…» sentii Vegas gemere mentre si muoveva lentamente con un ritmo superficiale. Tutto il mio corpo ricominciò a tremare.

«Ugh… fa male.» dissi, chiudendo forte gli occhi. Anche se mi faceva male e mi sentivo un po’ insensibile, dovevo dire che in realtà non era affatto come prima. Il dolore che prima quasi spezzava il mio corpo era inesistente ora. Sentivo qualcosa di così diverso che non poteva essere descritto, la tensione verso il basso della mia schiena rendeva il tutto ancora più caldo. 

Mentre Vegas spingeva tutta la sua lunghezza dentro di me, cercai di rilassarmi in modo da non dovermi concentrare troppo sulla sospensione. Non sapevo come avevo aperto gli occhi per guardare Vegas, che si stava asciugando il sudore e mordendosi forte il labbro inferiore come se stesse cercando di trattenere le proprie forze. Si voltò a guardarmi e fece un leggero sorriso prima che il suo viso si avvicinasse e mi baciasse gentilmente la fronte.

«Bravo ragazzo. Te l’avevo detto che non avrebbe fatto male.» Vegas disse, continuando a spingere. Lasciò baci dalla mia fronte fino alle mie labbra prima di tornare a raddrizzarmi di nuovo, tenendomi i fianchi con la mano e iniziando a muoversi dolcemente.

«Ugh…» mi affrettai a trovare qualcosa a cui aggrapparmi. La mia mano passò sul cuscino e lo tenni stretto di nuovo. Vegas muoveva i fianchi dentro e fuori, gettando indietro la testa e gemendo di tanto in tanto.

«Ahh… Hmm.» Chiusi di nuovo gli occhi mentre iniziava a cambiare il ritmo, si mosse sempre più veloce. Il mio cuore continuava a battere come se stesse per esplodere. La resistenza cominciò a svanire gradualmente e Vegas enfatizzò le sue spinte nel mio corpo che mi fecero muovere sotto di lui. Si rilassò e colpì ripetutamente lo stesso punto che mi feceva provare piacere.

«Ugh, tu… tu psicopatico.» Afferrai il cuscino e glielo lanciai addosso quando capii che il mio membro stava ricominciando a rispondergli.

Il bastardo Vegas mi sorrise maliziosamente, ma i suoi occhi mi guardarono con una certa emozione. Non era aggressivo come una volta e mi fece battere il cuore. Vegas iniziò a muovere i fianchi a un ritmo più veloce. Una delle sue mani tenne il mio pene ancora una volta e si mosse all’unisono.

«Ahh…ah.» Noi due gememmo allo stesso tempo. Il mio corpo ondeggiava per la forza e Vegas alla fine sembrava non essere in grado di trattenersi. Cominciò a spingere più forte e anche più veloce. La mia temperatura corporea iniziò a salire, era così estenuante che mi sembrava di correre su un tapis roulant con la velocità massima. Ma l’intenso piacere che provavo non cessò mai. Ogni volta che il corpo di Vegas toccava il mio, mi rendeva ancora più incapace di controllare le mie emozioni.

«Hmm… Vegas…» La mia voce tremava e dovetti mordermi dolcemente il labbro inferiore.

«Così… mi piace… quando tu… quando chiami il mio nome… sto venendo, ahh.» Non sapevo nemmeno cosa stesse dicendo Vegas, non riuscivo a sentire bene. Con la sua voce profonda, Vegas gemette di nuovo, poi si chinò e posò entrambe le mani sul letto, muovendo i fianchi ancora più forte e più velocemente di prima. I nostri corpi erano pieni di sudore, la mia vista iniziò a offuscarsi mentre venivo di nuovo.

Con le pillole che Vegas mi aveva fatto prendere e l’esaurimento per quello che avevamoa appena fatto, mi sentivo come se potessi dormire. Vegas entrò e uscì un paio di volte prima che potesse venire anche lui, si sdraiò accanto a me e  respirammo con affanno, il nostro petto che si sollevava ritmicamente.

«Stai bene?» Vegas mi teneva stretto in un forte abbraccio.

«Bene«, sto cazzo.» dissi, la mia voce ancora roca ed entrambe le gambe mi tremavano in modo incontrollabile.

«Haha… come hanno fatto i tuoi cartoni animati a diventare porno?» disse Vegas ridendo. Così raccolsi tutte le mie forze, rotolai fuori dal letto e corsi in bagno. 

Quella feccia! Fanculo! Stronzo!

Iniziai a lavare il mio corpo non appena la mia coscienza tornò. Volevo quasi sbattere la testa contro il muro per uccidermi. 

Perché l’ho fatto?! Cazzo Pete! Quel figlio di puttana deve avermi accecato. Ho fatto qualcosa di stupido. 

Adesso ero di cattivo umore. Dannazione, Vegas! Così iniziai a strofinare il mio corpo per levare le macchie di quello che avevamo fatto.

«Dovrò lavarmi anch’io. Quindi, se ci metti troppo tempo, entro.»

Alzai il dito medio verso la porta del bagno. Poi accelerai in fretta il lavaggio prima di prendere l’asciugamano e avvolgerlo intorno al mio corpo ed uscire.

«Eh.» Vegas nudo mi guardò e mi fece un sorriso malizioso prima di entrare in bagno con una faccia allegra.

Afferrai rapidamente i miei pantaloni e li indossai prima di saltare sul letto per coprirmi con una coperta.

Sono un tale stupido! Che cosa ho fatto? 

Iniziai ad insultarmi mentalmente senza sapere perchè Vega si comportava così. Era strano ed ero scioccato. 

Insultai me stesso finché non mi addormentai. Non sapevo nemmeno quando Vegas era uscito dal bagno perché ero troppo stanco e la medicina aveva avuto effetto su di me. Quando aprii di nuovo gli occhi, lo vidi entrare e uscire dalla camera da letto verso l’ufficio con in mano una pila di carte. Non osavo guardarlo in faccia!

Camminò mentre scriveva qualcosa sul suo iPad e si diresse di nuovo direttamente nella stanza. Rendendosi conto di ciò, mi sdraiai e mi rimisi di nuovo sotto la coperta.

«Pete! Non fingere di dormire. Sono le 20:00. Alzati e mangia.»« disse Vegas in tono normale prima di allungare una mano per togliermi la coperta, ma non resistetti e me la rimisi addosso. 

«No! Non ho fame!»

«Andiamo. C’è ancora del maiale da mangiare. È già sera e non hai ancora mangiato.» disse Vegas ridendo. Di cosa rideva?

«Non voglio mangiare.»

«Pete! Uno, due…»

«Oh no!» Non sapevo nemmeno perché mi ero spaventato all’improvviso ma non mi aveva lasciato scelta. Saltai subito fuori dal letto, lo guardai accigliato prima di andare a sedermi sul divano. Sul tavolo di fronte, c’erano alcuni piatti del sud allineati, era quello che Vegas aveva comprato per me ieri. Ancora più importante, c’erano due piatti di riso fumanti. In realtà, avevo fame, ma non sapevo come affrontarlo.

«L’avevo già preparato prima. Non ti sei svegliato così ho ordinato a Nop di scaldarlo.» Vegas si abbassò e si sedette al mio fianco, mettendo un altro piatto davanti a me. Misi il riso nel piatto e mi chiesi se sarebbe andato tutto bene.

«Quale piatto è delizioso?» Vegas appoggiò il braccio contro lo schienale e mi fissò. Lo vidi con la coda dell’occhio ma non osavo guardarlo dritto negli occhi.

Non osare rispondere con un’insulto!

«Pete!» Il bastardo chiamò il mio nome, ma non suonò duro, così tirai un sospiro di sollievo e misi del cibo nel mio piatto.

«Non hai ancora mangiato?» chiesi a bassa voce, afferrando il cucchiaio e mettendomelo in bocca.

«Stavo aspettando di mangiare con te.»

Perché mai dovrebbe voler mangiare con me? Cosa vuole? C’è meno cibo questa volta, se dovesse finire ne comprerà altro o no? Che strano. 

Continuavo a pensare tra me e me, ma non osavo aprire bocca.

«Veloce, quale piatto è delizioso?»

Eh! Quale piatto è delizioso? Ogni piatto è delizioso. Ma era mio! Me lo prenderà? Eh, aspetta e vedrai!

Allungai la mano e misi del curry giallo nel suo piatto e poiché ero una persona gentile, gli diedi anche un gambero.

«Il colore lo fa sembrare così piccante.» Vegas raccolse il piatto di riso e lo annusò prima di prendere lentamente il cucchiaio e raccoglierlo. Feci finta che non mi importasse mentre mi mettevo del riso in bocca con un sorriso malizioso.

«Provaci.» dissi senza guardarlo e notai che fissò il riso a lungo. 

«Bene.» Vegas stava per metterlo in bocca e lentamente gli diede un piccolo morso. Improvvisamente strinsi gli occhi su di lui e mi sentii terribilmente offeso.

«Oh, perché mangi così? Ecco.» Riposi il mio piatto di riso sul tavolo, gli presi il piatto in mano e ne presi un grosso boccone, tendendo il cucchiaio verso la sua bocca.

«Accidenti.» Le labbra di Vegas si contrassero in un piccolo sorriso prima di aprire bocca.

«Ecco fatto…» Quando iniziò a masticare, il potere della pasta di curry del sud iniziò a funzionare, si strozzò e prese subito un bicchiere d’acqua. Posai il piatto di riso e mi voltai per continuare a mangiare da solo. 

Te lo meriti, stronzo! Non osare mai scherzare con noi gente del sud!

«Dannazione, è piccante.» Vegas posò il bicchiere d’acqua e si voltò per rimproverarmi.

«Hai chiesto quale piatto fosse delizioso. E quello è davvero delizioso.» Lo guardai di rimando per un momento prima di continuare a mangiare il mio cibo. Così Vegas si arrese a mangiare solo una frittata.

«Cazzo! Dannazione, è così piccante. Penso che avrò mal di stomaco. È colpa tua.» Vegas continuava a borbottare. «Beh, è ​​comunque delizioso. Sembra che le cose del sud siano sbalorditive, come il cibo. Soprattutto le persone, eheh.» Vegas si avvicinò ancora di più a me, al punto che dovetti voltarmi.

«Di cosa stai parlando?» Lo ignorai immediatamente dopo averlo guardato infastidito. Vegas si voltò e tornò a guardare il suo piatto, usando il cucchiaio per tagliare la sua frittata mentre parlava senza senso.

«Non riuscirò mai a farlo grazie a te.» continuava a dire Vegas, la sua voce era bassa e la sua espressione un po’ strana. Posai il piatto di riso, presi in fretta il bicchiere d’acqua e bevvi. 

Fanculo! Perché parlava così? Non avevo idea di cosa stesse cercando di dire!

«Probabilmente morirò…» disse Vegas di nuovo sarcasticamente.

«Dannazione, Vegas! Di cosa stai parlando, eh?» Mi alzai subito dal divano.

«Argh! Continua a mangiare.»

«Cos’hai che non va?!» urlai mentre mi allontanavo e presi un asciugamano prima di sparire in bagno. Quella volta, giurai che non l’avrebbe più fatto. Non sapevo se volevo ucciderlo o no! Cosa stavo facendo?! Era un demone sin dalla nascita!

Finii di farmi la doccia e dopo cena Vegas mi portò di nuovo l’antistaminico da prendere dopo aver mangiato. Più tardi quella notte, regolò anche il condizionatore d’aria, il che mi fece sentire meglio. Così, dopo aver mangiato, mi preparai per andare a dormire. 

Non volevo parlare con quel figlio di puttana!

Per fortuna, quando mi sdraiai, Vegas andò a fare una doccia. Ma mentre sonnecchiavo come se stessi dormendo, all’improvviso sentii qualcuno abbracciarmi da dietro. Non avevo la forza di combatterlo perché ero pigro ed esausto. Perché sapevo che era lui? Perché il suo odore unico mi aveva penetrato in profondità nei miei sensi?

Vai a dormire, Pete! Vai e ignora la cosa irritante che stai provando nel tuo cuore.

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Mi svegliai la mattina dopo e Vegas aveva ordinato allo stesso stronzo di portarmi la colazione, che era un semplice porridge. Si sedette con me sul divano, poi si alzò ed andò a lavorare, ma non nel suo ufficio. Portò una pila di carte e la mise tutta sul letto. Sapevo solo che mi avrebbe costretto a sistemare il letto più tardi perché era tutto incasinato.

Un fantasma lo possedeva? Cosa stava pensando? Dov’era finito Satana? 

Aveva esaminato il suo computer, aperto alcuni file e lavorato di ottimo umore. Merda, è chiaramente bipolare. Idiota!

Mi sdraiai sul divano tenendo un libro vicino al petto perchè anche se mi avesse invitato a guardare un maledetto film, non lo avrei guardato. Avrei cambiato la situazione in modo che la storia non si ripetesse. Ero nella posizione dell’imputato e sapevo che mi avrebbe solo causato sofferenza. 

Lo ammetto, ok! Essere fregato da un ragazzo… non lo voglio.

Non riuscivo a decidermi, ma cercavo di vederla come la verità del mondo. Gli esseri umani erano nati così. Era solo che tutti erano un po’ diversi. Era meglio prendersi il tempo per trovare un modo per scappare.

Pensai a come avevo letto troppi libri di Dharma, mi sentivo come se potessi sentire le preghiere nelle mie orecchie. Non sapevo quanto fosse strano. Ero ossessionato, così chiusi il libro dei sermoni del Dharma e mi misi a leggere qualcos’altro.

‘Impara la tua personalità dal tuo gruppo sanguigno.’

Volevo vedere se questo libro aveva ragione o meno. Comunque non avevo altro da fare. Non potevo fare molto stando in una stanza con Vegas. Per evitare che il mio cervello venisse distratto, continuavo a cercare qualcosa per divertirmi.

‘Sei una persona molto intelligente.’ Giusto! ‘Sebbene tu sia un po’ pigro, sei sempre ottimista. Preferisci essere uno che dona piuttosto che uno che riceve. Ti arrabbi facilmente. Spesso non presti attenzione alle piccole cose. Ma ci sono anche momenti in cui pensi troppo.’ Sono così? Eh. Bene, se volevo sapere se era giusto, avrei dovuto chiedere ad altre persone e analizzare la mia personalità.

Come avrei fatto a saperlo? Avrei dovuto chiedere a Vegas? A sapere cosa stava pensando in questo momento, poteva anche avere intenzione di uccidermi. Ad essere onesti, però, volevo davvero sapere cosa aveva in mente in questi giorni, perché si era comportato in modo così strano ultimamente. Ma temevo che non avrebbe risposto se glielo avessi chiesto direttamente. Dai! L’occasione era arrivata. Avrei dovuto usare il libro del test della personalità. Cosa poteva succedere?

«Vegas.»

«Hmm, che succede?» disse Vegas mentre i suoi occhi si concentravano sullo schermo del laptop.

«Che gruppo sanguigno sei?»

«Me?» No, bastardo, stavo chiedendo al cane! Ci siamo solo io e te nella stanza. Certo, stavo parlando di te.

«Sì.»

«AB.»

«Così bello.» mormorai piano. Quando ero giovane, pensavo che mi sarebbe piaciuto avere un po’ di questo gruppo sanguigno perché le persone che avevano sangue AB erano rare. Cosa stava pensando? Non riuscivo a indovinare, quindi avrei dato un’occhiata al suo gruppo sanguigno.

«Leggimelo ad alta voce.» disse Vegas, quindi gli feci un cenno con il capo prima di voltare pagina per leggere cosa diceva per il gruppo AB.

«Sei una persona misteriosa e curiosa, spesso con una personalità complessa. Non puoi controllare le tue emozioni. Hehe, questo libro è accurato. Tendi a non amare alcune persone che sono egoiste, ma raramente rifletti su te stesso. Haha.»« Non potevo fare a meno di ridere. Le labbra di quel bastardo di Vegas si contrassero in un sorriso prima di scuotere la testa.

«Ovviamente mi stai mentendo.»

«No, è scritto qui.» Girai il libro e glielo mostrai. Alzò la testa per un momento e continuò a lavorare.

«Allora a quale gruppo appartieni?»

«O.»

«Che cosa diceva?»

«Che siamo brave persone, belle e fighe.»

«Dovresti buttare via quel libro. Ti sta mentendo.»« disse Vegas con un sorriso. Mi accigliai subito.

«Pfft!».» sbuffai senza un suono e aprii il libro per continuare a leggere.

‘«Che tipo di persona sei nel profondo?’?» Hmm… Vegas, a cosa stai pensando ultimamente, dovrò scoprirlo!

«Vegas.» chiamai di nuovo il suo nome.

«Che cos’è?» chiese piano. Non si voltò a guardarmi e stava ancora lavorando sodo. Prese un altro documento, lo lesse per un po’, prima di digitare qualcosa nel suo laptop.

«Immagina che tu vada un giorno in campeggio con i tuoi amici nella foresta. All’improvviso, ti giri per vedere una roccia molto bella, quindi ti fermi a guardarla per un po’. Ma quando ti volti, tutti i tuoi amici sono scomparsi. Cosa fai ? Uno, cammini lungo il sentiero davanti a te.

Due, esci dal sentiero per trovare un ruscello. Terzo, trovi un sasso da lanciare e chiedi in che direzione andare. Quattro, grida aiuto. Quale sceglieresti?»

«Hmm… non mi piace andare nella foresta.» disse Vegas con calma.

«É« una situazione ipotetica.»«

«Hmm… non mi fermerei a guardare la roccia in primo luogo.»

«Argh! Diciamo solo che ti sei fermato per questo.»

«Io starei fermo.»

«Non fa parte delle scelte.»«

«Va bene! Chiederei aiuto.» disse Vegas, senza prestare la minima attenzione.

«È davvero la tua risposta?» dissi a bassa voce.

«Sì, chiamerei aiuto.»

«Va bene, numero due: all’improvviso entri in una casa abbandonata. Cosa fai? Uno, bussi alla porta d’ingresso. Due, bussi alla porta sul retro. Tre, ti arrampichi attraverso la finestra. Quattro, stai in piedi di fronte alla casa.»« continuai a chiedergli.

«Beh, sono lì a chiedere aiuto, vero?» disse Vegas con una risata.

«Ma all’improvviso hai trovato una casa abbandonata.»

«Sono solo lì in piedi, a urlare. Come posso vedere una casa abbandonata?»

«Diciamo solo che ti sei alzato e hai urlato, poi ti sei girato. E poi qualcosa ha attirato la tua attenzione nell’angolo della tua visuale.» Mi alzai dal divano e lo guardai. Il bastardo alzò un sopracciglio e si voltò a osservarmi.

«Cosa? Perché dovrebbe esserci una casa abbandonata? Come mai l’hai tirata fuori  all’improvviso?»

«Beh, non l’hai vista all’inizio!» Iniziai a urlargli contro. Merda, non riusciva nemmeno ad assecondarmi.

«Va bene. Starò davanti alla casa.» disse Vegas, scuotendo di nuovo la testa.

«Vedi, è così semplice» dissi in tono seccato. Poi mi girai per leggere l’elemento successivo. «Ma poi hai deciso di entrare in casa.»

«Eh?!» Vegas si rivolse a me.

«Ascolta. Hai deciso di entrare in casa e sei andato a controllare il soggiorno. Allora, in cosa ti sei imbattuto? Uno, un grande specchio. Due, un simpatico lupo. Tre, un cadavere. Quattro, uno scheletro

«Ho appena detto che mi sarei fermato davanti alla casa. Come faccio a vedere qualcosa là dentro?» Vegas strinse gli occhi su di me.

«Perché l’ho detto io. Ho pensato che fosse meglio entrare. Diciamo solo che sei entrato in casa.»

«Ancora una volta, non sono entrato.» Sospirai esasperato e lo fissai torvo.

«Non sto giocando, bastardo!» Chiusi il libro e lo gettai sul tavolo.

«Bene. Allora scelgo il simpatico lupo.»

«Non gioco!» dissi alzandomi dal divano e girando per la stanza. Cosa avrei fatto dopo?

«Vieni qui.» Vegas mi fece cenno. Subito scossi la testa in risposta. Non ce la facevo più! Lo guardai accigliato. Poi mi stesi sul pavimento e iniziai ad allenarmi. Sigh… La mia vita continuava a girare in tondo! Mi sdraiai sul tappeto e iniziai a fare i sit-up.

«Pete, ti senti solo?» mi chiese Vegas improvvisamente.

«Mi sento solo. Mi lasci andare?» risposi rapidamente, guardandolo di nuovo. Quel bastardo di Vegas sembrava immerso nei suoi pensieri.

«No, voglio tenerti per me.» mormorò Vegas. Non avevo sentito bene quello che aveva detto, quindi lasciai perdere. «Non sarò qui domani.»

«Dimmi perché» dissi indifferente. Sinceramente, gli eventi del giorno prima mi avevano ancora un po’ infastidito.

«Devo passare la notte con mio padre al casinò e un altro giorno in più. Tornerò dopodomani«.» Vegas iniziò a raccogliere i quaderni e le carte che aveva ammucchiato sul letto e uscì per metterli via. Ah! Era un bene che non fosse qui, così avrei potuto trovare un modo per scappare più liberamente. Quindi non avrei dovuto sedermi ed essere paranoico a causa sua. Ero stanco!

«Aspetta un minuto. Aiutami a fare le valigie.» Vegas tornò nella stanza con la sua chitarra appoggiata sul divano. Emisi un sospiro esasperato mentre mi comandava. Avevo dovuto fare ciò che era stato chiesto. Avevo dovuto smettere di fare gli addominali e alzarmi da terra prima di andare direttamente all’armadio.

«Di che cosa hai bisogno?» chiesi impaziente, poi tirai fuori dal cassetto una valigia di marca di lusso.

«Tutto quello che posso indossare quando incontro i clienti. Due abiti casual. Poi un paio di pigiami.» Ah! Volevo quasi quasi mettergli solo le mutande, senza pantaloni o altro, ma l’avrei fatto davvero?

Tirai fuori una delle sue magliette, quella che sapevo gli piaceva indossare. Lo sapevo perché ero io a mettere i vestiti usati nel cesto della biancheria nella stanza per il lavaggio delle domestiche. Quando tutti i vestiti erano asciutti, la persona che aveva messo i vestiti nelle grucce e li aveva posizionati nell’armadio ero io. Quindi sapevo quale gli piaceva indossare e quale non gli piaceva.

Fanculo! Perché alle persone in questa casa non importa nemmeno che io sia qui nella sua stanza?

«Quando vai laggiù, non litigare con tuo padre.» dissi timidamente. Ero troppo pigro per occuparmi di lui se si irritava quando tornava.

«Non lo farò.» disse Vegas mentre prendeva la sua chitarra e la accordava lentamente.

«Sa anche che mi hai rinchiuso qui?» chiesi per curiosità.

«Eh, sei matto? Se mio padre lo avesse saputo, non ti avrei trattenuto.» disse Vegas, sogghignando.

«Allora perché lo hai fatto?»

«Beh, mi piaci.»

«Psicopatico.» sussurrai sottovoce. 

Ti piace torturare e giocare con le persone. Le persone come te sono davvero un casino.

«Le persone che rimarranno in casa saranno Nop e alcuni dei miei subordinati.»

«Allora, cosa hai intenzione di fare dopo?» chiesi sottovoce e Vegas mi guardò confuso.

«Cosa intendi?» Alzò un sopracciglio verso di me.

«Sul conflitto tra clan minore e maggiore… non credo che Boss Korn sia una persona malvagia.»

«Oh, non so quando faranno la prossima mossa. Per ora, si stanno ancora sorridendo a vicenda. Probabilmente troverò il tempo per giocare con loro. Da quando hai avuto quelle informazioni, le abbiamo fatte sparire quasi tutte.»

Mi fermai e pensai che non meritasse di dirlo. Non avevo visto affatto il mondo esterno, quindi non sapevo cosa stesse pensando di fare il clan principale. Ero preoccupato per la famiglia, ma credevo che le prove che avevo ottenuto fossero sufficienti, solo non sapevo cosa stesse succedendo.

Quando guardavo Vegas, il mio cuore perdeva un battito. Quel bastardo di Vegas, non era pazzo, era solo una persona problematica per il trauma che aveva subito fin dall’infanzia. Ma quello che aveva fatto era stato così grave che sarebbe stato difficile perdonarlo.

«Ma va bene. Voglio anche sapere se alla mia famiglia non è rimasto più niente. Il clan principale li ha presi tutti sul serio. Non sono così preoccupato per la nostra sopravvivenza ma sono preoccupato per Macau. Ancora non lo so come sarà dopo questo. Sicuramente Kinn probabilmente non mi risparmierà perché ho giocato con il suo amante in quel modo. Si vendicherà di me.» Vegas sospirò e fissò il vuoto, immerso nei suoi pensieri.

«Ma hai ancora tempo per smettere di fare stronzate e rimediare. Puoi smettere di fare casino con Porsche. Puoi smettere di pensare di corrompere l’azienda della tua stessa famiglia. Penso che ci sia ancora tempo.»

«Non ho a che fare con Porsche da molto tempo e mio padre si è occupato di tutto il resto.»

«Si è occupato? Intendi lasciare che Big distrugga le prove come sempre.» Lo dissi accidentalmente con durezza rispetto a quanto intendevo, ma era vero che era quello che faceva sempre il clan minore.

«Quel bastardo di Big è scomparso. Penso che potrebbe essere stato portato via.» Aggrottai le sopracciglia, se quello che diceva Vegas era vero, allora il clan principale era decisamente serio quella volta.

«Già…?»

«Era inutile, Pete! E dipende da mio padre cosa fare. La mia pazienza sta finendo e sono stanco. Se vogliono distruggere la mia famiglia, allora lasciali fare. Voglio solo che Macau sia al sicuro. Inoltre, io non voglio più competere con Kinn perchè non importa quanto sia bravo, nessuno può vedere i miei sforzi. Ora aspetterò solo il giorno in cui mio padre cadrà. Voglio sapere se sua moglie e i suoi figli sono ancora con lui o no.» disse Vegas ed io rimasi fermo.

«Puoi lasciar andare tutto questo. Credo che tutto non sia malvagio. C’è ancora tempo per te per uscire dai guai in cui ti sei cacciato e Khun Korn amerà te e Macao. Non sei suo nipote? Se qualcosa va storto, chiamarlo e chiarisci. Sai che quello che stai facendo non va bene.» dissi per migliorare la situazione, ma non sapevo se avevo fatto bene. Il bastardo di Vegas mi fissò con aria assente ed io mi innervosii. Fanculo! 

«Se muoio, prega anche per me. Sembra che tu capisca il mondo così tanto.» disse Vegas e le sue labbra si contrassero in un piccolo sorriso. Cavolo! Il mio cuore affondò.

«Uh… Allora ti piace suonare la chitarra?» Io, che avevo particolarmente paura di morire ultimamente, puntai scioccamente verso la chitarra che aveva in mano e cambiai argomento. Non potevo più stressare Vegas, altrimenti si sarebbe trasformato di nuovo.

«Sì.»

«Perché ti piace suonare la chitarra? Perché non la batteria o il basso?» Argh! Volevo solo sapere di lui. Era giusto cambiare argomento? Era regolare, ma forse era un po’ sospetto.

«Beh, un mio anziano della scuola ha detto che potevo suonare la chitarra per flirtare con le ragazze. Ma non mi interessano le donne, quindi la uso invece per flirtare con i ragazzi che mi piacciono«.

«Oh, flirtare?» Ahh, volevo darmi uno schiaffo in bocca, volevo solo cambiare argomento. La stanza era tranquilla in quel momento e non volevo parlassimo di cose stressanti. 

Argh! È tutto finito.

«Non ne sono più sicuro però. Di recente ho flirtato con te ma mi hai lanciato un cuscino, quindi non so se sei solo timido o mi odi.» disse Vegas con un sorriso. Il ricordo esatto mi balenò in testa, ma pregai che non intendesse quello che pensavo.

«Ti odio, immagino…»

Mi affrettai a ripiegare gli abiti che stavo mettendo in valigia mentre Vegas strimpellava la chitarra e i suoi occhi mi fissarono prima di aprire bocca e iniziare a cantare. Quanto a me, cercai di tenere la testa bassa mentre facevo i miei affari, piegando i vestiti e mettendoli in valigia. Continuava a suonare mentre mi guardava in quel modo, e mi sentivo un po’ a disagio.

«Conservo i momenti in cui siamo solo noi due. Nel mio cuore, non posso dimenticarlo. Sei più luminoso del cielo blu. Hai un cuore d’oro. Con le immagini d’amore, vorrei poter cambiare le nostre vite. Quando sorridi, il mondo diventa bello. Voglio solo ringraziarti per ogni buon giorno che ho con te..

Non osavo nemmeno alzare la testa per incontrare i suoi occhi, sapevo che ancora non mi aveva distolto lo sguardo di dosso finché non iniziai a sentirmi come se non fossi più me stesso.

«Non hai intenzione di ricambiare il flirt?» chiese Vegas, sorridendo.

«Che boxer porterai? Tra questo o questo.» Alzai due boxer per mostrarglieli. Il bastardo di Vegas si limitò a sorridere, ignorando completamente la mia domanda. 

«Oh, ho finito. Farei meglio ad andare in bagno…» Misi la valigia davanti all’armadio e mi alzai, guardai a destra e a sinistra, prima di andare dritto in bagno. Non appena chiusi la porta, mi appoggiai con la schiena al muro e subito appoggiai la mano contro la parte sinistra del petto.

«Sto per avere un infarto«. Imprecai e continuai a guardare la porta del bagno di tanto in tanto. Di che cazzo stava parlando Vegas? Non ero stupido, semplicemente non volevo accettare la verità. Non è vero, non lo è! Argh!

La strofa che aveva cantato proprio ora era chiaramente destinata a me. Stava scherzando o dicendo la verità?! Che diamine?! Passai una discreta quantità di tempo in bagno, continuai a rosicchiarmi le unghie finché non ne rimasero poi molte. 

Oh, dannazione! I vasi sanguigni nel mio cervello stanno per scoppiare!

Rimasi lì per un po’ prima di aprire la porta del bagno con un sospiro di sollievo. Vegas andò in ufficio e rimase lì, parlando con i suoi subordinati con uno sguardo teso. Per metà camminavo per metà correvo verso il letto e mi sedetti mentre cercavo di capire cosa fare dopo. Così decisi di prendere un libro e leggerlo, almeno c’era qualcosa che potevo fare.

«Hai mangiato troppo poco.» Più tardi nel pomeriggio, Vegas mi fece portare un panino da uno dei ragazzi. Anche Vegas era venuto a mangiare come al solito e quella volta avevamo mangiato fritto. Mi era anche stato dato del curry con il riso ma dopo tre o quattro bocconi posai il cucchiaio.

«Non lo so, ma mi sento già pieno. Non so perché però.» Bevvi dell’acqua mentre guardavo il piatto di riso, confuso. Perché tutto il cibo che stavo mangiando era stato così soddisfacente ultimamente? Era come se qualcuno mi rendesse merito e mi sentivo stranamente a mio agio.

«È strano. Di solito mangi finché non sei sazio. Beh, se hai fame più tardi stasera, dimmelo e basta.»

Annuii e all’improvviso sentii la pelle d’oca. Vegas, devi cambiare idea. Non innamorarti di me. Non essere serio con uno come me!

Tutta la notte, Vegas dormì mentre mi abbracciava da dietro. Rimasi sdraiato con gli occhi chiusi per la maggior parte della notte, fingendo di dormire anche se in realtà non riuscivo a prendere sonno. Il calore emesso dal suo corpo mi dava sollievo dall’aria condizionata che Vegas aveva regolato per me. Mi aveva tenuto stretto al suo petto per tutta la notte. Eravamo coperti con la stessa coperta, le sue braccia e le sue gambe si intrecciavano con le mie e potevo sentirlo russare dolcemente accanto a me.

Lasciatemi morire! Non riuscivo a capire quando l’avevo fatto sentire in quel modo e non ero nemmeno come Porsche. Lui era un figo, il suo viso era estremamente bello e sembrava sofisticato come Tankhun. Mentre io a volte sembravo un senzatetto. Anche se dovevo ammettere di essere bello, ero comunque io! Ero solo un uomo normale. Solo una semplice guardia del corpo. Non potevo crederci. Cosa voleva di me? Quali erano i suoi standard se prima gli piaceva Porsche e ora me?

Non sapevo quando mi ero addormentato, ma mi svegliai di nuovo quando sentii che c’era qualcosa sulla mia guancia. Provai a spazzarlo via perché ero infastidito ma quando aprii gli occhi per guardarlo, rimasi scioccato dalla sorpresa.

«Ora vado via. Torno subito… resta nella mia stanza e comportati bene.» Vegas premette il naso contro la mia guancia e mi annusò leggermente. Non potevo dire niente e quando finì quello che stava facendo, uscì dalla stanza portando la sua valigia. Mi alzai dal letto ed emisi un profondo sospiro. 

Sigh… impazzirò prima ancora di poter scappare da qui.

Andai a farmi una doccia e feci i miei esercizi mattutini. Feci parecchia attività fisica perchè era l’unica cosa che potevo fare lì. Quando non riuscivo a trovare nulla, mi sdraiavo sul divano. Il mio cervello non era ancora in grado di pensare a Vegas e scappare. Ero sdraiato con la testa che penzolava dal divano, guardando l’intera stanza a testa in giù solo per poter sembrare un po’ diverso dal solito. Volevo poter vedere qualcosa di nuovo.

«Noppp, lasciami andare per favore.» dissi con voce lamentosa mentre ero ancora sdraiato come prima. «Lasciami andare adesso…» Anche se sapevo che non mi avrebbe ascoltato, continuavo a dirlo. Mi sentivo come se stessi diventando più coraggioso, ma non ne ero sicuro.

«Perché stai sdraiato così? Alzati e mangia il tuo cibo.»

«Noppp… cosa devo fare?» dissi raucamente. Nop posò il piatto di cibo sul tavolo davanti al divano e guardò le mie condizioni con sicurezza.

«Non morirai, Pete. Non preoccuparti.»

«È vero…»

«Ma non ti lascerà andare. Cosa hai intenzione di fare a riguardo?» Aggrottai le sopracciglia alle parole di Nop. «Immagino che tu possa continuare a farlo. Quando abbasserà la guardia, mi lascerà sciogliere  la catena per te. Ma non che ti permetterà di scappare…capisci quello che sto dicendo?»

Alzai lo sguardo e mi voltai per sdraiarmi a pancia in giù, afferrai il libro vicino al tavolo accanto a me. «Cosa intendi?»

«Non capisci? A Vegas piace…» Alzai la mano per impedire al ragazzo di continuare a parlare perché sapevo esattamente cosa intendeva dire.

Argh! Sono stressato! Presi il libro e lo aprii per dare un’occhiata più da vicino. Improvvisamente, i miei occhi lanciarono un’occhiata alle pagine del libro sull’apprendimento della personalità di qualcuno. Ieri, il mio cervello aveva improvvisamente pensato a qualcosa: alle persone con sangue AB non piacevano le persone egoiste. 

Dannazione! Non voglio che si senta così per me. È ancora strano, non lo so.

«Che tipo di persone odi?» lessi il libro e aprii la bocca per chiederglielo.

«Perché? Cosa stai cercando di fare?»

«Te lo sto solo chiedendo. Dimmelo.»

«Non mi piacciono le persone come Kinn.»

Vedevo spesso Vegas dire come poteva il signor Kinn essere così perfetto. Era il più ragionevole dei tre fratelli, ma a volte era prepotente e un po’ pignolo. Doveva essere stato rimproverato spesso da Porsche, ma era tranquillo, taciturno e aveva un aspetto formidabile, e all’inizio non gli piaceva quel tipo di persona. Il signor Kinn era un avversario per lui, ma con cosa potevano competere? 

«Cosa devo fare per farlo annoiare o infastidire con me in modo che alla fine mi lasci andare?» Chiesi all’idiota a cosa stavo pensando. Perché per tutto il tempo che avevo provato a far ammattire Vegas o a farlo annoiare di me, non aveva mai funzionato. Avevo bisogno di un nuovo piano.

«Oh… eh, non credo che accadrà.»

«Rispondimi. Di che tipo di persona pensi si annoierebbe?» L’idiota mi guardò. Stavo solo chiedendo la sua opinione.

«Non si annoierebbe mai di te.»

«Non è vero! Che tipo di persona non gli piace?!» Mi sedetti e lessi il libro che descriveva la personalità del gruppo AB.

«Eh…»

«Rispondimi.»

«Una persona come Tankhun forse? Probabilmente è infastidito con lui. Lascia perdere. Non ha senso. I tuoi sforzi saranno vani.»

Oh! Davvero, perché non ci avevo pensato? Quello era esattamente ciò che diceva il libro. Non amavano le persone egoiste. Quello era chiaramente ciò che era Tankhun. Ogni volta che Khun voleva qualcosa, doveva ottenerla. Perché era così? Non lo sapevo. Gli piaceva inveire e si irritava spesso. Quando succedeva qualcosa che non piaceva a Khun, iniziava a urlare e poi si arrabbiava con noi. Perché non ci avevo pensato in primo luogo?

Dimenticalo. Non funzionerebbe ormai. Sono un idiota! Devo usare il mio cervello intelligente e iniziare a escogitare un piano per farlo annoiare di me. Quando esce, anch’io dovrei fare quello che fa con me Khun. Infastidirlo con le chiamate! Giusto! Facciamolo!

«NON!» Chiamai l’idiota che era appena andato via un momento fa. Gridai forte e lanciai una scatola di fazzoletti contro la porta a vetri perché non potevo raggiungere la porta con le mie catene.

«Che cosa?» Lo stronzo entrò con un’espressione seria in faccia.

«Chiama Vegas per me.» Aggrottò le sopracciglia, rimase immobile come se avesse sentito qualcosa che non andava. «Muoviti.»

«Perché vuoi chiamarlo?»

«Fallo e basta e chiamalo.» dissi con un cipiglio.

«Eh, sei strano. E non fare quella faccia.» Lo stronzo infilò la mano nella tasca dei pantaloni e tirò fuori il telefono. «Va bene. Mi ha ordinato di chiamarlo immediatamente se volevi parlare con lui. È come se poteste leggervi a vicenda nella mente.» mormorò lo stronzo.

Mi alzai subito in piedi e non ero troppo eccitato dal fatto che sarei stato in grado di eseguire correttamente il mio piano. Lo stronzo premette il nome di Vegas nei suoi contatti e lo chiamò prima di passarmi il telefono. Presi il telefono con entusiasmo.

[Cosa c’è?] Non appena rispose alla chiamata, il mio cuore iniziò a tremare per l’eccitazione. 

«Dove sei?!» urlai seccato, copiando le frasi che diceva spesso Tankhun.

[Oh… Pete, di cosa hai bisogno? Nop è proprio lì?] Vegas aggiustò la voce e mi parlò con un tono allegro. 

«Ti ho chiesto dove sei!» Ehi! Questo è terribilmente divertente.

[Beh… sono bloccato in autostrada, perché me lo chiedi?] 

«Quando torni?» provai a urlare.

[Tornerò domani. Te l’ho già detto, vero?]

«NO! Devi tornare adesso!» Urlai e Nop alzò immediatamente gli occhi al cielo.

«Perché vuoi che torni di fretta?» chiese Nop a bassa voce.

«Shh, lasciami stare…» aggrottai le sopracciglia in risposta.

[Che diavolo stai facendo?] Il bastardo Vegas sembrava sorpreso.

«Non lo so! Devi tornare adesso!»

[Cosa c’è che non va in te, Pete? Sto lavorando con papà. Come posso tornare di fretta?]

«Non lo so, non c’è motivo, ma devi correre indietro. QUESTO È TUTTO!» Riattaccai e sorrisi.

«Perché stai facendo questo? Tornerà presto. Non puoi semplicemente aspettarlo?» Nop riprese il telefono con un’espressione incredula sul viso.

«Non tornerà, hehe.»

Calmati, vedrai che ti divertirai. Ma… mi sono dimenticato di pensare a lui. E se tornasse davvero e mi picchiasse o qualcosa del genere? 

Lo farò a intervalli. Lo chiamerò per infastidirlo come fa Khun. Chiamerò così spesso che non potrà fare nulla. Anche se… nessuno osa fare nulla a Khun, ma Vegas sicuramente mi farà qualcosa.

Quindi dovetti sedermi e riflettere su un nuovo piano. Forse potevo farlo, ma dovevo farlo con attenzione, a intervalli. Avevo bisogno di farlo in un modo che lo irritasse ma non troppo da farlo arrabbiare con me. Così mangiai il mio cibo e ho continuato a pensarci. Per tutto il giorno continuai a pensare, andare in giro e fare le stesse cose che facevo qua e là. Era come se più restavo solo, più i miei pensieri continuavano a diventare più profondi. 

Cosa dovrei fare?! Sono annoiato, voglio andarmene da qui!

Mi sdraiai prima sulla schiena e poi su un fianco. Stavo pensando che verso le 22 avrei chiamato l’idiota per poter richiamare Vegas. Avevo stimato un tempo in cui avrebbe potuto dormire. L’avrei svegliato in modo che rispondesse al telefono e si irritasse e si arrabbiasse. Se si fosse arrabbiato così tanto, non sarebbe stato in grado di fare nulla perché era già al casinò. E comunque era così lontano che non avrebbe potuto fare nulla. Avevo analizzato tutto.

Sentii il suono della porta scorrevole che veniva aperta, alzai la testa per guardare ed era Nop con il telefono all’orecchio. Stava rispondendo con alcune parole alla persona con cui stava parlando dall’altra parte della linea.

«È il signor Vegas.» Mi mise il telefono in mano e andò a sedersi sul divano. Ingoiai a vuoto per la paura, dovevo essere io quello che chiamava per primo. 

«Che cosa?» Mi misi il telefono all’orecchio e accettai senza paura. Mi aveva rovinato il piano chiamandomi prima che io lo facessi una seconda volta.

[Non dormi ancora?] chiese Vegas con tono normale. Non c’era alcun segno di rabbia, quindi mi sentii un po’ sollevato.

«No.»

[Hai già cenato?] Staccai il telefono dall’orecchio e lo guardai confuso. 

Vegas, perché fai cose che mi fanno venire i brividi, eh?!

«Sì.»

[Ok va bene. Sei arrabbiato con me? Non posso tornare indietro adesso. Papà mi rimprovererà e non posso permettermi di farlo ora. Ma tornerò domani. Vuoi che ti compri qualcosa quando torno?]

Mi strofinai il viso per l’esasperazione e sospirai pesantemente. «Dove sei ora?»

[Sono già in albergo. Vado a dormire perché domani devo svegliarmi presto.]

«Torna indietro, adesso. Ora.» dissi a bassa voce. Mi sentivo a disagio, non sapevo cosa fare.

[Perché non pensi a me finché non riesci a dormire? Haha.] Quel bastardo, Vegas, figlio di puttana! Parlai all’altro capo della linea senza fare rumore. [Dai… Torno domani.]

«Uhm, a che ora torni?»

[Probabilmente in tarda serata, non ne sono sicuro.]

«Ho detto a che ora!» Presi un respiro profondo e urlai di rimando.

[Ah, entro e non oltre le sei. Ti comprerò del cibo da mangiare, ok?]

«Uh, certo. Comprami del curry. Voglio mangiarlo.» Anche se l’avevo detto detto con voce aspra, la mia mente era tornata a pensare a cosa avrei mangiato il giorno dopo. 

[Ok… adesso vado a dormire. Domani lavorerò in fretta e tornerò di corsa.]

«Va bene. Porta anche degli spuntini. Qualcosa di dolce.»

[Okay… non hai intenzione di salutarmi con la buona notte?] Scossi forte la testa e pensai che non gli avrei detto una cosa del genere di sicuro.

«Sbrigati e torna indietro. Questo è tutto.» Riattaccai non appena sentii la risata di Vegas dall’altro lato della linea.

Deve aver voluto provocarmi! Ma non era affatto arrabbiato! Oh, cosa devo fare? Devo insultarlo per farlo arrabbiare? Ma potrebbe essere fuori luogo. Oh, Pete! 

Lo stronzo venne a prendere il telefono, scuotendo piano la testa e mi guardò come se avessi già perso il senno.

Mi rotolai nel letto, era difficile addormentarsi prima, quando quel bastardo si stendeva e mi abbracciava tra le sue braccia. Stanotte, non sapevo perché, ma era ancora più difficile dormire. Forse era perché continuavo a pensare a sciocchezze nel mio cervello e mi appisolai solo quando ormai era mattina.

Il giorno dopo, mi svegliai verso mezzogiorno. Non sapevo quando quell’idiota mi avrebbe portato da mangiare e guardai ansiosamente l’orologio sul muro. Accidenti! Perché lo stavo guardando? Volevo così tanto il curry? Ero così ghiotto?

«NOPP!» Chiamai Nop e lanciai di nuovo la scatola dei fazzoletti contro la porta a vetri. Avrei fatto meglio a chiamare Vegas e infastidirlo di nuovo. Forse questa volta si sarebbe irritato ed arrabbiato solo un po’.

L’idiota ha aperto la porta appena in tempo e stava parlando al telefono.

«È il signor Vegas… entrambi la pensate allo stesso modo e allo stesso tempo.» disse a bassa voce e mi porse il telefono. 

È un buon momento per chiamare, vero?

«Ciao.»

[Pete, potrei essere un po’ in ritardo.]

«PERCHÉ?!» Inconsciamente distorsi la mia faccia e sembrava che il bastardo avesse un sorriso stampato in faccia, come se avesse un segreto.

[Se hai fame, mangia quello che ti è stato dato per ora. Ti comprerò il curry più tardi, ok?]

«Come mai?!» gli chiesi con tono seccato. Ero irritato e mi sono sentivo un po’ deluso.

[Devo andare a un funerale.]

«Chi è morto?» chiesi freneticamente. Perché ero così di cattivo umore solo perché non potevo mangiare il curry come mi aspettavo?

[Non lo so ancora. La segretaria di mio padre mi ha preparato un abito nero da indossare. Ho appena saputo che il clan principale ha ordinato la chiusura dell’azienda per una settimana.]

«COSA?! Cosa c’entra questo con il clan principale?» Sentendo quelle parole, mi sentii insensibile dalla testa ai piedi. Ero diventato pallido quando avevo sentito che la cattiva notizia proveniva dal clan principale.

[È un funerale organizzato dalla famiglia principale.]

«Chi è?!» chiesi con impazienza. Nella mia testa, iniziai a pensare a molte cose. Ero terribilmente preoccupato per Khun, Kinn e Kim.

[Non lo so neanche io. Non ho ancora raggiunto il tempio. Aspetta, te lo dirò una volta che lo saprò… Vegas, ho bisogno di te qui.] Vegas mi parlò finché non sentii la voce di Khun Kan intervenire. Così parlò velocemente prima di riattaccare. [Non è sicuramente Khun, Kinn o Kim, altrimenti la notizia si sarebbe già diffusa. È tutto per ora.]

Il silenzio mi avvolse non appena la chiamata terminò. Rimasi costernato dalle parole che aveva detto Vegas. Se si era arrivati ​​al punto che avevano dovuto chiudere temporaneamente l’azienda, significava che la persona che era morta doveva essere molto importante. Ma non importava chi fosse nella famiglia principale, qualcosa del genere ormai era successa. Volevo davvero correre a casa della famiglia principale. 

Dannazione! Mi sento così male.

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Loredana

Se sapessiche è il tuo di funerale chissà cosa faresti…..😕😲😢

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