TRIAGE – CAPITOLO 21

Loop 10 – Piano

«Ho provato in ogni modo a scoprire chi possa aver lasciato la lettera, ma non si tratta di lui.» disse Tol mentre indicava la persona che appariva nel video delle telecamere di sicurezza che aveva salvato sul suo telefono. «Questo ragazzo è Tae, un mio junior. Ha detto che qualcuno gli ha chiesto se mi conoscesse o se almeno stava nel mio stesso dormitorio e, quando gli ha risposto di si, quella persona gli ha chiesto se poteva consegnarmi una lettera da parte sua. Tae, non sapendo cosa fare, l’ha lasciata davanti alla mia stanza.»

«Questo ragazzo, però, potrebbe ricordare la faccia di chi gli ha dato la lettera, no?» Presi il telefono di Tol e lo avvicinai al volto per guardare attentamente. 

Vidi il ragazzo di nome Tae camminare verso la porta della stanza di Tol, bussare un paio di volte e aspettare in evidente disagio qualche istante prima di appoggiare a terra la lettera che aveva in mano.

«Tae ha detto di ricordare il suo volto, ma quando gli ho mostrato una foto di quel tipo di ingegneria, ha detto che non si trattava di quel ragazzo.» Tol alzò la mano e si strofinò il viso.

«Ugh, mi sta venendo il mal di testa. Puoi dirmi l’ordine esatto degli eventi di stasera che ti ricordi?»

Tol e io eravamo comodamente seduti nella stanza del mio appartamento. In quel momento erano le cinque e mezza del pomeriggio e mancavano solo poche ore prima che Tol dovesse presentarsi davanti all’ex di Mai.

«In questo momento, ricordo di essere uscito a mangiare con la mia squadra di basket o di essere uscito a mangiare e guardare un film con te.» Tol aggrottò le sopracciglia come se stesse pensando intensamente. «Verso le 21 ho ricevuto una chiamata dall’ex di Mai che mi diceva di incontrarlo al campo da basket dietro la facoltà.»

«E cosa è successo poi? Raccontami quanti più dettagli possibile, in modo da poter pianificare correttamente ogni cosa.» Ascoltai attentamente la risposta di Tol. Il mio cuore prese a battere molto forte, come se qualcuno avesse iniziato a suonare il tamburo nel mio petto.

«Quando sono arrivato era molto buio.» Tol chiuse gli occhi, cercando di rievocare tutti i ricordi che aveva visto in sogno. «Non sono sicuro di aver detto qualcosa all’ex di Mai. Il nocciolo della conversazione era che dovevo rompere con Mai, ma io avevo rifiutato.»

«E Mai è rimasta lì con te?»

«Sì.» rispose Tol, aprendo gli occhi per guardarmi. «Non avevo ancora finito di parlare con il suo ex che Mai è stata trascinata via, un’altra persona è intervenuta e mi ha bloccato.»

«Un’altra persona!» urlai. Non avrei mai pensato che un altro personaggio sarebbe apparso in scena.

«Sembra proprio di si.» Tol fece un respiro profondo. «L’unica cosa che ricordo di aver sentito dopo è stato l’urlo di Mai. Era stata sorpresa da qualcosa, non ne sono sicuro. Quando Mai è stata trascinata in auto, stavo per intervenire, ma quel bastardo mi ha bloccato. Ho dovuto combattere con lui per liberarmi e poter correre con tutte le mie forze nella direzione opposta. Dopo di che, tutto è diventato sfocato e posso solo ricordare la sensazione di dover correre verso una moto per raggiungere l’auto che stava portando via Mai. E poi…» Tol mi indicò. «Una volta ho sognato di vederti correre per fermarmi, ma dopo non ho visto più niente.» Certo, Tol era già entrato in coma. Mi sdraiai sul letto, sbattendo le palpebre, guardando il soffitto. «E se ti chiedessi di non andare a incontrare l’ex fidanzato di Mai?»

«EHI!» La sua risposta si trasformò in un’esclamazione. Mi voltai e vidi che Tol si era messo a carponi sul letto mentre guardava sorpreso verso il pavimento: «Hai un gatto?»

«Miao…»

Zebra emise un miagolio rauco, come se stesse rispondendo a Tol: «Esatto, umano.»

Tol guardò Zebra con sguardo spaventato, il che mi fece immaginare Tol come un gatto randagio che incontrava il gatto padrone di casa, mentre spaventato drizzava la coda.

«Sì, ho dimenticato di dirtelo. Hai paura dei gatti?»

«N…. Non proprio, ho solo paura di essere morso.» Tol abbassò lentamente i piedi a terra. «Quando ero un bambino, sono stato morso da un gatto e il vaccino che mi è stato somministrato intorno alla ferita ha fatto molto male.»

Aah.. Più lo conoscevo, più sentivo che Tol era una persona adorabile. Sotto la sua personalità forte, c’era solo un ragazzo che non pensava a niente in modo complicato. Era un ragazzo che si comportava da testardo e insensibile,ma in realtà aveva un buon cuore. Cercava di non mostrare nessuna debolezza, ma a volte non riusciva a nasconderla. Mi era sempre piaciuto molto quel tipo di persona. 

Che ragazzo fantastico!

«Cosa mi hai appena chiesto?» Tol si rivolse a me.

«Ho detto che se ti chiedessi di non incontrare l’ex di Mai, mi ascolteresti?» chiesi con un’espressione preoccupata sul viso. «Solo questo. Non devi pensarci troppo e non devi rischiare la vita.»

«No.» rispose subito Tol. «Non so cosa succederà a Mai. Non posso lasciare che lei rimanga con quella persona.»

La risposta di Tol mi fece ripensare a qualcosa. Quando Tol era nel reparto di terapia intensiva, non avevo visto Mai venire a trovarlo nemmeno una volta. All’epoca mi ero chiesto arrabbiato: ‘come può Mai non essere venuta a trovarlo? Il tuo ragazzo è in condizioni critiche. Sei davvero la sua ragazza?’

Ma forse le era successo davvero qualcosa.

Quel pensiero mi fece tremare le mani: forse la mia missione non consisteva solo nel salvare la vita a Tol, ma anche quella di Mai. Se avessi rinchiuso Tol nella mia stanza quella sera, forse lui sarebbe sopravvissuto e quel loop infernale sarebbe finito. Ma il giorno dopo avrei potuto sentire la notizia della scomparsa di una bellissima studentessa, e Tol avrebbe vissuto una vita piena di rabbia e imprecazioni contro di me per non avergli permesso di aiutare la sua migliore amica, a cui era stato vicino fin dall’infanzia, nonostante sapesse cosa gli sarebbe successo. E quel loop non si sarebbe di certo chiuso con un lieto fine.

«Ugh, cosa devo fare?» Alzai entrambe le mani, passandole tra i miei capelli, schiacciandoli,  ed emisi un ruggito rabbioso. Ci fu un lungo silenzio tra di noi prima che Tol iniziasse a parlare.

«Lascia fare a me. Andrò a trovare il suo ex come al solito, alla stessa ora, nello stesso posto. Ma troverò un modo per accendere una luce in quella zona e poi tu ti nasconderai da qualche parte nelle vicinanze. Ci riprenderai di nascosto e registrerai ogni cosa. Mi raccomando, ricorda di riprendere bene e in primo piano la faccia di quel ragazzo. Io proverò a negoziare affinché lascino andare Mai. Gli prometterò di rompere con Mai, o qualcosa del genere. Poi potremmo caricare il video sui social, per metterli in ridicolo, e conservarlo come prova nel caso in cui accada qualcosa altro in futuro.»

Tornai a sedere sul letto e guardai Tol con una crescente sensazione di speranza nel mio petto. «Va bene.»

«Allora, è tutto deciso, P’Tin. Ho promesso che non esagererò. Se dovesse verificarsi un evento inaspettato che potrebbe richiedere forza o una mia fuga, potrei aver bisogno del tuo aiuto.» Tol si mise una mano sul petto. «Io… Non morirò più.»

Mi spostai per sedermi vicino a Tol e allungai la mano. «Lo hai promesso.»

Tol abbassò lo sguardo e allungò la mano per stringere la mia. «SÌ.»

***********

Tol e io eravamo in piedi al lato del campo da basket con le luci accese. Entrambi eravamo arrivati lì alle 19 per rendere l’area il più luminosa possibile. Dopo essersi preso cura della luce, Tol mi indicò un punto preciso.

«Questo è il posto dove ho parlato con l’ex di Mai.» Tol si fermò sotto il canestro da basket e indicò verso destra. «Mai si fermerà in questa zona. Dopodiché il ragazzo di Mai la porterà via. Poi l’altro ragazzo verrà fuori da quell’angolo del campo per bloccarmi. Ho cercato di combattere contro lui proprio qui, poi sono corso alla macchina parcheggiata accanto all’edificio.»

Annuii. «Allora mi nasconderò proprio dietro questo pilastro, dato che è un punto cieco e nessuno mi noterà.» Camminai posizionandomi dietro un pilastro abbastanza grande da nascondermi. Non si accorgeranno di me.

«Allora io mi sposterò un po’ da questa parte, in modo che tu possa vedere bene il viso dell’ex di Mai.» Tol si avvicinò di più verso il centro del campo, da quel punto avrei avuto una chiara visuale.

«Ok.» Provai ad aprire la fotocamera del telefono e ad alzarla per testare la distanza nel video. «Ora è perfetto.»

«Sì.» Tol guardò l’orologio. «Aspetterò da qualche altra parte finché non riceverò la chiamata. Tu resta qui, ok?»

«Ok.» Tol stava per lasciare il campo, ma io corsi fuori e lo afferrai per un braccio. Tol si fermò e si voltò a guardarmi.

«Non dimenticare la promessa che mi hai fatto. Qualunque cosa accada, non sforzarti, non correre. Ci penserò io, hai capito, vero? Questa è la cosa che più mi preoccupa tra tutte le cose che abbiamo pianificato.» Tol annuì.

«Te l’ho promesso.» Poi Tol si allontanò velocemente dal campo lasciandomi a guardarlo preoccupato.

Ogni secondo del tempo passava lentamente mentre tenevo in mano il telefono e mi nascondevo silenziosamente in un angolo buio dietro un pilastro. Il mio cuore batteva così forte che quasi potevo sentirlo uscire dal mio petto; provai a calmarlo ripetendomi che io e Tol avevamo preparato tutto bene e che nulla sarebbe andato storto.

Il suono di alcuni passi divenne lentamente più forte, riportandomi alla realtà. Appoggiai la schiena al pilastro e mi voltai lentamente verso la fonte della voce che ruppe il silenzio.

«Non dovresti farlo, P’Hart. Smettila di infastidire Tol.» Poi vidi due persone entrare nel campo da basket. Una di loro era Mai che indossava ancora l’uniforme universitaria. L’altro era un ragazzo che non avevo mai visto prima, la cui figura e altezza erano probabilmente simili alle mie.

«Se ti rifiuti di rompere con Tol, farò in modo che sia lui a lasciarti.» Il ragazzo di nome Hart si voltò per parlare con Mai, le afferrò il polso e lo strinse forte in modo che potesse seguirlo. Quel gesto mi fece arrabbiare al punto di saltare fuori solo per dare un pugno in faccia a quel bastardo. Ma se lo avessi fatto, il nostro piano sarebbe andato in fumo. Avviai la registrazione del video cercando di non esporre la videocamera.

«Ahi.» gridò Mai per il dolore.

«Quando arriverà Tol?» Hart gridò con rabbia: «Bas, chiamalo di nuovo.»

Udii il nome della seconda persona che probabilmente era uno studente di ingegneria. Tentai di riprendere anche lui con la fotocamera, un uomo in piedi fermo in un angolo del campo, con in mano un telefono. Sì, quello era l’ingegnere sospetto di nome Bas. Non era l’ex di Mai, ma solo un subalterno di Hart.

«P’Hart, per favore non fare niente a Tol.» iniziò a implorare Mai.

«Non lo farò se Tol ti lascerà e tu tornerai ad essere la mia ragazza. È semplice, ma se non lo farà, non posso garantire che non gli accadrà nulla.»

«P’Hart!» Mai stava cercando di liberare la sua mano da quella di Hart.

«Lascia andare Mai.» disse la voce del protagonista proveniente da lontano. Vidi l’espressione sul volto di Mai passare da spaventata a speranzosa. Poi Tol fece il suo ingresso sul campo. La sua faccia sembrava fiduciosa, come se potesse gestire l’intera situazione.

Hart afferrò ancora più forte il polso di Mai e sorrise malvagio. «Questa persona è Tol? Ti piace un ragazzo così?»

Sentendo ciò, mi infuriai io per Tol.

«Che cazzo vuoi?» chiese Tol in tono piatto.

«Wow, questo ragazzo sta usando un linguaggio scurrile con me.» disse Hart ridendo. «Va bene, non mi dispiace perché sono di buon umore. Dì a Mai che vuoi rompere con lei e io la porterò a casa con me. Lascia che Mai torni con me com’era prima e dopo stasera non infastidire mai più  Mai.»

«Va bene.» rispose subito Tol, confondendo i tre, soprattutto Mai. «Posso rompere con lei, ma prima devi lasciarla andare.»

«Lasciare che Mai venga con te stasera? Diavolo no.» Hart stava per girarsi e, afferrata Mai per un braccio, la trascinò con sé. «Quindi, ora che voi due vi siete lasciati, se ti vedo ancora girare intorno a lei, presumo che tu stia ancora immischiando con le mie cose.»

Vidi Mai seguirlo forzatamente, Tol stava cercando di seguirlo, ma Bas, entrato in scena, lo bloccò. Tol avrebbe voluto reagire contro Bas, ma scelse di non farlo e guardò nella mia direzione, chiedendomi aiuto. Nello stesso momento, Mai urlò forte per qualcosa, facendomi mettere il telefono in tasca e iniziare a correre fuori dal mio nascondiglio senza pensare alla mia vita. Mi avventai contro Hart puntando dritto al suo collo, cosa che l’uomo non si aspettava, permettendo a Mai di scappare dalla sua stretta. Vidi Bas correre verso me e Hart.

«Tol! Porta Mai via da qui!» gridai forte a Tol prima di essere colpito da un pesante pugno di Hart allo stomaco.

«Dottore! Stai attento, hanno un coltello!» urlò Mai.

Capii subito perché Mai aveva gridato poco prima. Un oggetto d’argento scintillante si trovava nella mano sinistra di Hart. Doveva averlo usato per minacciare Mai di seguirlo in macchina senza opporre resistenza. Nel loop precedente, Tol potrebbe non aver notato l’arma a causa dell’oscurità in cui era immerso il campo. Ma quella sera l’oggetto che Hart teneva in mano stava brillando sotto le luci.

Una frazione di secondo dopo il riflesso sparì perché quell’oggetto era stato infilzato nella parte sinistra del mio petto.

Quello che provai subito dopo fu la sensazione di annegare. Feci un respiro profondo con una sensazione straziante e crescente nel lato sinistro del petto. Sentii Mai e Tol gridare insieme. Guardai il proprietario del coltello che aveva un’espressione leggermente scioccata sul viso per un momento prima di voltarsi e scappare. Abbassai lo sguardo sul coltellino da tasca che pendeva dal mio petto. Picchiai con entrambe le ginocchia il duro cemento del campo e sentii la mano di qualcuno accorso a sostenermi.

«P’Tin!!!» La voce di Tol fu l’ultimo suono che sentii prima di perdere conoscenza.

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