TRIAGE – CAPITOLO 20

Loop 10 – Lettera

Feci un ultimo tentativo e aprii la pagina Facebook di Mai nel tentativo di trovare il profilo di quell’ingegnere, fino a quando l’orologio non segnò le due del mattino. Più cercavo, più la consapevolezza che l’unico modo era lasciare che Tol chiedesse a Mai di essere la sua ragazza. Quando lei avrebbe accettato, il suo ex si sarebbe fatto vivo, il che avrebbe reso tutto molto più semplice.

Chiusi lo schermo del portatile. Stavo provando così tanto perché volevo che Tol fosse mio, anche se sapevo che essere il mio ragazzo non era l’esatta soluzione. Sospirai per la frustrazione, cercando di superare il mio egoismo, presi il telefono e mandai un messaggio Line a Tol.

Tol: Ci rinuncio. Vai a chiedere a Mai di essere la tua ragazza domani.

Non potevo proibire a Tol di essere il suo fidanzato, quindi il mio dovere si riduceva solo a fare in modo che Tol sopravvivesse alla notte dell’incontro con l’ex di Mai.

**********

«Woohooooo.» Un gruppo di ragazzi prese a urlare sotto l’edificio, seguito dai sussurri eccitati delle persone che avevano assistito alla scena.

«Le ha chiesto di essere la sua ragazza!»

«Chi è quella ragazza?»

«P’Mai, una cheerleader della facoltà di arte!»

Rimasi in piedi ad assistere alla proclamazione d’amore di Tol a Mai per un po’ prima di camminare e sedermi accanto a un ragazzo che stava leggendo un libro mentre mangiava delle caramelle. Mi voltai a guardare Art che probabilmente non sapeva chi fossi, ma avrebbe potuto avermi sognato un paio di volte. Art stava per mettersi in bocca un’altra caramella, cosa che mi immobilizzò per un istante.

«Nong!»

Art, sbalordito, mi guardò. Sospirai di sollievo che la caramella non fosse ancora entrata nella sua bocca. Stavo cercando di parlare con Art per distrarlo, ma subito il suono dei passi di qualcuno che si avvicinava velocemente mi fece voltare in fretta. Tol stava camminando dritto verso di noi e si fermò davanti ad Art; afferrò il sacchetto di caramelle e lo gettò nella spazzatura con un forte tonfo mentre io e Art eravamo storditi dalla scena. Vidi Mai in piedi in lontananza con in mano dei fiori. Ci stava guardando con un’espressione perplessa sul viso.

«…Cosa…. Che diavolo c’è, Tol?» Art guardò Tol che stava ansimando per respirare, apparentemente un po’ stanco.

«Non mangiarne.» Tol indicò la spazzatura. «Ti si bloccheranno in gola.»

Avevo appena trovato qualcuno che risolveva i problemi persino peggio di me e quella persona era Tol. Non riuscivo a smettere di ridere. Non sarei stato più l’unico mostro. Grazie Tol per essere anche tu uno strambo.

Art si voltò a guardare me che stavo morendo dal ridere, mentre tremava con una faccia terrorizzata. Mi alzai e spinsi Tol per le spalle per farlo allontanare.

«Troppo diretto, Nong.» sussurrai sorridendo.

«Pensavo che non lo avresti aiutato. Stavi guardando me e Mai e non hai buttato via le caramelle di Art, non ho resistito.» mi rispose Tol irritato.

«Stavo per parlare con Nong Art. Prendere e buttaare via le sue caramelle è un po’ troppo.» Gli accarezzai la schiena. «Allora… hai chiesto a Mai di essere la tua ragazza senza intoppi?»

«Sì… A lei sta bene che io la aiuti.» Tol si voltò per guardare Mai, da lontano, mentre reggeva un mazzo di fiori.

«Ok…» Non sapevo perché mi sentivo così vuoto nel mio cuore, anche se sapevo che Tol e Mai non erano innamorati l’uno dell’altra. Ma perché sentivo che il mio incoraggiamento mi spingeva lontano da Tol? «Dobbiamo parlare di domani sera.»

«Dovremmo dire a Mai la verità su quello che sta succedendo?» chiese Tol. «In modo che possa stare attenta.»

«Penso che non dovremmo. Lascia che tutto accada in modo naturale. Devi solo tenerla d’occhio.» Sorrisi leggermente. «Chiamami se sei libero. Il mio turno inizia alle quattro. Puoi andare da Mai adesso.»

Tol mi guardò in silenzio. «Non te ne penti?»

Alzai le sopracciglia. «Pentirmi di cosa?»

«…Lascia perdere.» 

Poi Tal si allontanò da me e andò dritto dalla sua ragazza. Ripensai alla domanda di Tol, ma quando vidi i due ragazzi in piedi uno accanto all’altra, la sensazione di oppressione al petto lentamente esplose e la risposta si palesò chiara nella mia testa.

Tol mi aveva chiesto se mi ero pentito per aver lasciato che Mai diventasse la sua ragazza, ma la cosa ancora più strana era: perché mi aveva fatto quella domanda?

**********

Queste maledette slides…

Sospirai mentre aprivo il PowerPoint per rivedere la presentazione della mattina seguente. Il solo guardare il titolo mi faceva venir voglia di vomitare. Uno dei tormenti del loop era il dover ripetere ancora e ancora le stesse cose come quando appena terminato un lavoro il pc ti abbandona e tu non avevi ancora salvato il file. Iniziai a lavorare con il livello di noia più alto raggiunto nella mia vita. Erano le due del pomeriggio, avevo deciso di lavorare alle slide prima del mio turno pomeridiano così dopo avrei potuto dormire qualche ora in più.

Mentre lavoravo, diedi un’occhiata al mio telefono perché volevo parlare con Tol riguardo la sera seguente. La porta della stanza dei residenti si aprì con la figura alta del dottor Sing che entrava. «Che diamine? Mi hai rubato il computer.»

«Non è tuo, è il computer di tutti.»

«Volevo cercare un Cafè su Facebook in modo da potermi sedere e rilassare con Nong Pin.» Sing prese una sedia e si sedette accanto a me. «Consigli?»

«Sing.» Mi voltai a guardare il mio compagno di classe e decisi di chiedergli ciò che pensavo da tempo. «Cosa intendi quando dici che il tuo obiettivo non è Nong Pin?»

Sing sorrise ampiamente. «Nong Pin è solo una parte della cosa, ma soprattutto… mi piace vedere Gap passare un momento difficile; è divertente.»

Sussultai. «Cosa diavolo ti ha mai fatto Gap?!»

«Nulla.» Sing alzò le mani per appoggiarsi al tavolo. «Ma dovresti vedere i suoi occhi quando mi guarda. Il suo sguardo è pieno di odio, con qualche lacrima. Vorrei solo allungare una mano e afferrarle.» Sing alzò la mano e la strinse a pugno. «Non è come con te quando ci siamo sfidati per Nong Khao. Non sembravi così debole.»

«Sing… Non ti capisco proprio. Cosa vuoi di preciso?» Cercai di calmarmi dal prendere a pugni la sua faccia, ma non potei fare a meno di allungare la mano e afferrargli il colletto. «Smettila di fare così, lascia andare Gap con Pin.»

Sing inarcò le sopracciglia e alzò le braccia come se si stesse arrendendo. «Va bene.»

Ma dal sorrisetto sul suo volto era chiaro che non fosse per nulla dispiaciuto. Lasciai andare il suo colletto e riportai la mia attenzione alla mia presentazione. Dovevo cercare di stare fuori dagli affari altrui perché prima devo prendermi cura di me.

«Ancora non ho trovato un Cafè, dovrò andare a chiedere a Nong Pin più tardi.» Sing si alzò e uscì lentamente dalla stanza.

Scossi la testa stancamente. Dovevo concentrarmi sul mio lavoro. Più veloce avrei fatto, più tempo avrei avuto per occuparmi delle faccende di Tol. Non lo avrei fatto più con noncuranza perché non lo avrei dovuto più fare, punto. Tutto doveva finire in quel loop. Tol non doveva morire.

Il mio telefono vibrò quando lo schermo si illuminò. Diedi un’occhiata al messaggio Line che era arrivato. Quando lessi il nome del mittente afferrai in fretta il telefono per aprire la chat.

Tol: P’Tin.

Tol mi aveva mandato delle foto. Una ritraeva un pezzo di carta con una scritta dalla grafia scarabocchiata, con un pennarello rosso. 

-Rompi con lei, altrimenti sei fottuto.-

Non appena vidi quella scritta risposi a Tol. Mi venne in mente quella volta in cui, in uno dei primi loop, Tol aveva scambiato me per l’ex ragazzo di Mai, e aggredendomi aveva menzionato una lettera di minacce. Probabilmente stava accadendo la medesima cosa anche in questo loop.

Tin: Dove l’hai trovata?

Tol: Era sul pavimento davanti alla mia stanza nel dormitorio.

Tin: Sono preoccupato per te, qualcuno ha visto chi l’ha messa?

Tol: Cerco di chiedere ai miei amici nel dormitorio.

Tin: Prova a guardare le telecamere a circuito chiuso, dovresti vedere chi è stato.

Tol: Ok.

Tin: Ricordi se hai chiesto di vedere le telecamere nei loop precedenti?

Tol: Non ho mai sognato di vederle, quindi forse no.

Tirai un sospiro di sollievo quando trovai qualcosa che poteva essere risolto. Avrei voluto  lasciare il mio lavoro e andare ad aiutare Tol, ma non potevo essere egoista nel farlo. Quel loop doveva essere l’ultimo. Tutto doveva andare secondo i piani. Se avessi fatto qualcosa di inaspettato questo avrebbe influenzato ogni mia azione futura. 

Tin: Allora prova. Dimmi se scopri qualcosa di nuovo.

Tol: Va bene.

Se avessimo scoperto chi era l’ex fidanzato di Mai, avrei potuto impedire l’evento seguente. 

Rivolsi la mia attenzione al lavoro davanti a me e cercai di riportare i miei sensi alle slide dopo che erano stati dispersi a causa di Tol. Ero entusiasta di come le cose stavano andando in quel loop e di come ero arrivato fin lì. Non volevo tornare indietro ancora e ancora perché non sapevo quanto ancora il mio spirito avrebbe resistito all’essere intrappolato di nuovo in quel loop. La mia pazienza si sarebbe sicuramente esaurita e io avrei finito con l’impazzire. 

**********

«Wow, come diavolo hai fatto? Hai schivato tutti i diretti proprio come sapessi in anticipo quale domanda ti avrebbe fatto la professoressa.» Sing mi avvolse le spalle con un braccio mentre lasciavamo la sala conferenze. «Nessuno è mai sopravvissuto alla professoressa Mam prima d’ora. Sono tutti morti, ma il tuo cadavere è il più bello.»

Tolsi il suo braccio dalla mia spalla. «Vattene, pervertito.»

Sing rise: «Pervertito, ma bello. Oh, e non dimenticare la tua promessa, ho scambiato i turni con te, quindi devi prendere a me e Pin due biglietti per il cinema con posti ‘luna di miele’.»

Sospirai: «Domani li avrai.»

Avrei seguito lo stesso piano, ovvero scambiare quel turno pomeridiano con Sing e prendere due biglietti per il cinema, così avrei potuto passare del tempo con Tol fino alla fine di quella notte pericolosa. Non avrei mai lasciato da solo Tol, non fino a quando non avremmo visto insieme l’alba del giorno dopo.

Sing mi guardò: «Perché fai questa faccia? Qualcuno ti ha spezzato il cuore?»

«Non scherzare con me. Sono stressato.» Mi avvicinai a lui, afferrai il mio stetoscopio nero e me lo appessi intorno al collo. «Vattene da qualche parte, dovrai tornare per il turno pomeridiano al posto mio.»

«Sicuramente stai uscendo con una ragazza.» Sing si morse il labbro e fece un suono. «Va bene, mi aiuti molto, lascia che ti aiuti anche io.» Sing mi diede una pacca sulla spalla e uscì dalla stanza, mentre io rimasi a fissare le sua schiena mentre se ne andava. Prima lasciami uscire da questi loop, poi mi occuperò di te. Mi dispiaceva per Pin e Gap, che dovevano essere i giocattolini di Sing.

Quando uscii al pronto soccorso, notai che Gap si stava nascondendo dietro un pilastro finché Sing non se ne andò, poi prese la cartella del paziente e venne da me. Durante quel loop mi era capitato di notare il comportamento insolito di Gap.

«Hia, ho bisogno di te per un consulto!» Gap mi si avvicinò, portando la cartella del paziente. Guardai il giovane di fronte a me, doveva essere scioccato nel sentire che quel turno pomeridiano lo avrebbe passato con Sing invece che con me. «Una paziente di 35 anni, affetta da SLE e con sopraggiunta incapacità nel parlare. Potrebbe trattarsi di una ricaduta della SLE, ma non sono certo sul fare o meno una TAC ora.»

«Se non riesci a distinguerlo da un ictus, allora vai e chiedi una tac. Fai fare anche le analisi  del sangue e controlla anche che il LES sia attivo.» Nell’ultimo loop mi ero rivolto molto male a Gap, forse lo avrei rifatto anche nel loop corrente, anche se avevo visto quanto fosse già stressato il povero Gap a causa di Sing. 

«Ok, Hia.» Gap rispose docile e si avvicinò rapidamente al paziente.

Di quel giorno ricordavo la maggior parte dei casi che avevo affrontato nel mio turno perché li avevo vissuti almeno un centinaio di volte. Ero persino capace di ricordarne uno semplicemente vedendo di sfuggita il volto del paziente al pronto soccorso; cosa che mi fece volgere il mio lavoro in modo rapido ed efficiente tanto che tutti si complimentarono con me. Tuttavia, avevo fatto tutto quello con il solo scopo di uscire dal lavoro in orario e andare da Tol per parlare di quella sera. Non appena l’orologio segnò le quattro, passai velocemente il testimone del turno a Sing che mi stava aspettando.

«Ok, ora puoi andare. D’ora in poi mi occuperò di tutto io, divertiti con la tua ragazza.» Sing mi diede una pacca sulla spalla prima di entrare a guardare il nuovo caso in arrivo. Mi voltai e vidi Gap che si stava allontanando da Sing. 

Oggi tieni duro, Gap. Se Tol sopravviverà questa notte, tornerò a occuparmi di Sing solo per te.

Tornai di nuovo nella sala relax dei residenti per cambiarmi e indossare una semplice t-shirt e dei pantaloncini, poi mi precipitai fuori dal pronto soccorso.

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