ECLIPSE – EP. 4 CAPITOLO 3

Coma

Questo quiz includeva delle domande a risposta multipla, a risposte aperte e dei vero o falso. C’erano domande così facili che nessuno avrebbe dovuto sbagliare, domande a trabocchetto e domande così difficili che nessuno sarebbe riuscito a rispondere. Il test sarebbe durato mezz’ora e, anche se il punteggio di questa verifica contava solo l’1% della valutazione finale, gli studenti di quella classe selezionata non avevano modo di farlo facilmente. 

L’intera stanza tacque finché non ci fu solo il suono delle pagine che giravano e il suono della penna che scorreva. Dopo aver girato tra i banchi per controllare due o tre studenti, l’uomo alto si fermò accanto al banco di Akk e chiese: «Dunque, Ayan, riesci a rispondere?»

«Posso rispondere, ma non so se piacerà all’insegnante o meno.»  Il sorriso in risposta non mostrava alcuna esitazione. Anche Akk esaminò il test e sorrise con soddisfazione.

«Signor Akk, per cosa sta sorridendo?»

Di conseguenza, il ragazzo dovette smettere di sorridere.

L’insegnante fece un cenno verso il ragazzo spudorato: «Forse non piacerà a me, ma potrebbe piacere al Signor Akk.»

Odio questo bastardo, sorride più spudoratamente di prima!

«Professore, non so di cosa stia parlando.» Akk rispose senza alzare lo sguardo dal foglio, così il professore sospirò e si allontanò.

Il tempo concesso per svolgere l’esame era ormai al termine. 

«Mettetevi in coppia con il compagno di banco, accanto alle risposte mettete un segno qualsiasi, se sbagliate, mettete uno zero…»

«Se non riesci a leggere nulla, chiedi a me.» sussurrò Namo a Wat nel posto accanto, ma non così difficile da sentire.

Ad Akk non importava. Stava consegnando il suo foglio delle risposte al ragazzo accanto a lui, pensando che Wasuwat avrebbe annuito in risposta al piccoletto con un forte “Huh”.

«Beh… Se leggiamo qualcosa che non capiamo, va bene lo stesso. Magari, anche se capiamo, potremmo scrivere in modo confuso.» Namo non aveva ancora finito.

«Capisco le tue intenzioni, ma non va bene. Se ci sarà qualcosa di sbagliato, lo segnerò.»

 «Ohi…» Namo si lamentò contro Wat.

«Se non capisci qualcosa, puoi chiederlo a me.» disse lievemente Ayan mentre consegnava il foglio ad Akk.

«Come potrei non non capire? Non sono così stupido.» Akk gli strappò il foglio dalla mano. Accidenti, la calligrafia di questo bastardo è terribile. L’inizio di ogni parola era solo una macchia nera e il resto era attorcigliato come un germoglio. Come posso leggerlo?! 

Prese il foglio e lo avvicinò al suo viso. Dannazione, c’è del profumo sopra…

«So perché non riesci a vedere bene…» Il proprietario del foglio aveva ancora altro da dire.

Perché la tua calligrafia è davvero incasinata!

«Perché l’amore rende ciechi!»

Akk fece cadere in fretta il foglio sul banco.

«Non ti ho ancora detto chi è che ami.» La voce di Ayan era allegra.

Il volto di Akk era caldo come il fuoco. Perché devo stare seduto accanto a uno così?

Dopo averlo pensato, all’improvviso si ricordò. Ah già, sono stato io ad alzare la mano e a proporlo!

«Scusa…» continuò Ayan. «Sapevo che ci sarebbe stato uno scambio, ma temo che tu non riesca a leggere comunque.»

Akk guardò la persona pensierosa con la coda dell’occhio, senza dire: “Lo so, di solito vedo che il tuo modo di scrivere è peggio di così.”, ma così facendo Ayan avrebbe capito che lo guardava segretamente. 

«Come facevi a sapere che l’insegnante ce li avrebbe fatti scambiare?» chiese Akk senza alzare lo sguardo dal foglio.

Ayan rise di lui: «Vale solo pochi punti. Gli insegnanti non perdono tempo a correggerli.»

«Il quesito numero uno…» L’insegnante iniziò a leggere il problema e diede subito la risposta.

Come previsto, Ayan procedette tranquillamente, mentre Akk si rese conto che, una volta abituatosi, la calligrafia era sufficiente per essere leggibile.

Oltre a correggere, Akk provò anche a dare segretamente un punteggio. C’erano alcune risposte scritte in modo impreciso. Diede un’occhiata ad Ayan per vedere se stesse facendo le giuste correzioni. Sembra di si.

«So che hai buone intenzioni. Potresti semplicemente non segnarlo correttamente.» disse casualmente.

Akk aveva intenzione di tornare indietro e aggiungere qualche punto in più che aveva dedotto in un primo momento a causa dell’ambiguità delle risposte, ma poi decise di lasciarli in quel modo. Non c’è bisogno di aggiungere, vale solo un punto!

Il suo punteggio e quello di Ayan corrispondevano sempre. Quando detraeva mezzo punto, anche lui lo detraeva a sua volta. Come se per tutto il tempo in cui stava correggendo il quiz, Ayan lo stesse osservando di nascosto e provasse a fare la media per avere il suo stesso punteggio, fino all’ultima domanda. 

Grande, l’ultima è sbagliata!

Incapace di non ridere, cerchiò lo zero prima che il professore annunciasse la risposta.

«Oh, hai sbagliato!» disse il ragazzo accanto a lui.

Cosa?!

Per la prima volta in assoluto, Akk si era avvicinato a lui, ignorando il suo dolce profumo, per controllare la sua risposta.

Aveva risposto diversamente da  lui e pensava che fosse corretto. 

«Finito!» disse il professore.

A seguito della sua voce, Ayan cerchiò il figlio alla fine della sua ultima risposta. Akk portò tremante la punta della penna sulla superficie del foglio, ma non riuscì a tracciare correttamente.

«Il professore sta passando a ritirare.» Il proprietario del foglio avvicinò il suo viso e quando vide che la sua mano tremava, la afferrò così da aiutarlo a premere e trascinare la penna. «Oh, mezzo punto in più di te!»

Akk ritirò in fretta la mano. Voleva accartocciare il foglio del test, ma non poteva.

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