TRIAGE – CAPITOLO 19

Loop 10 – Cercare

Passai circa un’ora a girovagare sotto l’edificio della facoltà di amministrazione aziendale alla ricerca di una ragazza che potesse sapere com’era l’ex fidanzato di Mai. Prima di andare là avevo setacciato la pagina Facebook di Mai in cerca di un uomo sospetto. Ma come previsto, Mai non aveva mai pubblicato delle sue foto con il suo ex. La maggior parte delle foto sulla sua pagina Facebook erano solo sue bellissime foto da sola.

Non era facile riconoscere una persona passata solo per qualche secondo davanti ai miei occhi. Presi posto sulla stessa panchina dove Art si sarebbe soffocato con le caramelle il giorno dopo. Quello era probabilmente il momento in cui tutti gli studenti erano a lezione. Se avessi aspettato fino alla pausa pranzo, avrei potuto vedere quella persona che camminare lì intorno.

Mezz’ora dopo iniziai a vedere gli studenti che camminavano lungo l’edificio e parlavano ad alta voce. Guardai l’orologio e vidi che erano esattamente le dodici.

«L’hai trovata?» La voce di Tol chiamò da dietro. Rimasi scioccato e mi voltai per vedere Tol in piedi che mi guardava.

«Perché non mi hai detto nulla?!» Alzai le mani e mi massaggiai il petto per lo spavento. «Non ho ancora visto quella ragazza. È difficile, anche se davvero la trovassi, potrei non riuscire a ricordare il suo viso. Il modo migliore sarebbe chiedere a Mai.»

«Hmm…» Tol incrociò le braccia: «Ci proverò.»

«Anche io cercherò di trovare una risposta.» Osservai gli studenti che camminavano nella nostra direzione. «Hai intenzione di mangiare in mensa?»

«SÌ.»

«Porta anche me. Forse troveremo quella ragazza mentre mangia.» dissi con tono eccitato.

«Ah…» Tol sembrò esitante. «Non mi piace molto mangiare lì, ma posso portarti.»

«Il cibo non è delizioso?» domandai.

«No…» Tol rimase in silenzio per un momento. «Di solito lì incontro molte mie ex.»

Scoppiai a ridere. Il famoso Tol aveva paura di incontrare le sue ex fidanzate. «Perché? Non succederà niente.»

«No… È solo…» Tol agitò la mano come se non volesse più parlarne. «Non vieni?»

«Arrivo.» risposi. Tol annuì e mi guidò. Lo seguii, guardandogli le spalle e sorridendo come un matto. Tol mi sta portando alla mensa sotto l’edificio della facoltà dove i tavoli erano occupati per più della metà. Vidi un paio di posti che potevano andare bene, così gli diedi un paio di colpi sulla spalla per farlo volare e indicargli il punto.  

«Tol, laggiù… Ahi!» Il mio lungo braccio colpì accidentalmente la cartella nella mano di una giovane ragazza che si era avvicinata, facendo cadere i documenti nella sua mano su tutto il pavimento. «Scusami!» Continuai a chiedere scusa prima di chinarmi per aiutare quella studentessa a raccogliere i documenti.

«Va tutto bene.» Una ragazza dai capelli lunghi si accovacciò per raccogliere il fascicolo con noncuranza. Potei vederla alzare lo sguardo su di me di tanto in tanto. Una volta raccolti tutti i fogli, ci alzammo insieme.

«Mi dispiace tanto. Non ti ho visto.» Mi inchinai leggermente verso la giovane ragazza per scusarmi. Lei annuì di rimando. Quella ragazza era così carina. Se mi fosse successo in passato, probabilmente avrei finito per chiederle il suo Facebook, ma poi mi voltai per vedere la vera persona di cui mi importava che stava lì a guardarmi con un’espressione semplice che non riuscivo a interpretare. Quindi, non osai fare altro e tornai indietro per raggiungere Tol.

«Il suo nome è Nam Fah, una del secondo anno. Stella della facoltà.» disse Tol in tono asciutto. «Bella scelta.»

«Ehi, non volevo.» Mi affrettai a fare ammenda. «Non essere arrabbiato.»

Tol sospirò. Probabilmente non voleva continuare a sentire battute, quindi ripresi a camminare. Tol mi portò al tavolo vicino a un negozio di noodles, dove si stava formando una lunga fila di studenti. Allungai il collo a destra e a sinistra, cercando di scrutare i volti di ogni ragazza che passava.

«Siediti qui, occupa i posti. Cosa vuoi mangiare? Te lo porto io.» disse Tol.

«No, vado io a comprarlo. Ne approfitto per andare a cercarla. Tu siediti e aspetta.» Spinsi Tol per una spalla invitandolo a sedersi e lui lo fece con riluttanza, poi gli chiesi: «Cosa vuoi?»

«Khao Man Gai Tod, extra-large*.»

*(N/T: Pollo fritto con riso.)

«Va bene.» Prima di andare, decisi di fare un’ultima battutina. «Sarò io il tuo riso al pollo.»

Tol mi guardò con un’espressione confusa sulla sua vita. «Che diavolo?»

«Cosa? Non hai sentito parlare della canzone Khao Man Gai*?» Tol mi guardò sbattendo le palpebre, senza dire nulla. Poi mi resi conto che la canzone poteva essere troppo vecchia per lui. Era una canzone cantata da P’James. Era super popolare. «Non importa, tornerò presto.»

*(N/T: thai – ข้าวมันไก่ – è una canzone di Ruangsak Loychusak, detto James. https://www.youtube.com/watch?v=hm7OVC2MQDg

Mi allontanai dal tavolo e con una mano mi grattai il la nuca per alleviare l’imbarazzo creato dalle mie battute imbarazzanti che a quanto pare non erano divertenti, ma stressanti. Andai dritto allo stand di pollo con riso, in coda dietro a due studenti che stavano aspettando di ordinare. Decisi di guardarmi intorno, stanco di fissare le persone davanti a me. Era davvero difficile. Se avessi trovato quella donna e avessi ricordato il suo viso, sarebbe stato difficile come vincere alla lotteria.

Ritornai al tavolo con due piatti extra-large di pollo fritto con riso. Tol posò il telefono sul tavolo e prese il piatto. «Grazie. Ti darò i soldi.»

«Non c’è bisogno, offro io.» Presi posto di fronte a lui. «Credo di non essere riuscito a trovarla. Hai provato a parlare con Nong Mai?»

Tol scosse la testa. «Ci ho provato, ma Mai non me l’ha detto. Ha denunciato l’aggressione, ma continuo a pensare che non sia sicuro.»

«Va bene. Lascia che se ne occupi la polizia.»

«Ma Mai mi ha detto che il suo ex è il figlio di una persona influente, quindi non sono sicuro se questo sia abbastanza sicuro per Mai o no.» Tol sospirò, poi continuò: «Mai ha bisogno di qualcuno di cui prendersi cura.»

«Vuoi ancora chiedere a Mai di essere la tua ragazza, qualunque cosa accada, vero?» Non volevo dire quello che pensavo, ma uscì automaticamente dalla mia bocca.

«È qualcosa che volevo fare fin dall’inizio, se non ti fossi opposto.» Tol disse duramente. «Dirmi di non chiedere a Mai di essere la mia ragazza pubblicamente è inutile, so che in verità lo dici solo per il tuo bene, così da avere una possibilità con me.»

«No…» Beh, quello che Tol aveva detto non era tanto lontano da ciò che pensavo davvero. «Pensa al tuo futuro. Quel ragazzo non ti lascerà in pace. Anche se non morirai nei prossimi due giorni, non sei sicuro del futuro. Se muori di nuovo, anche io tornerò indietro, ancora e ancora, per indagare più e più volte sulla causa della tua morte, fino a quando non l’avrò trovata e risolta. Non è facile.»

Tol rimase in silenzio. Sapevo che era offeso, ma non poteva più discutere con me. 

«Allora, cosa devo fare per impedirti di tornare?»

«Per quanto ne so ora, devi andare avanti con la tua vita, in modo che io possa smettere di tornare indietro nel tempo. L’altra cosa è un qualcosa che non sono sicuro sia giusto, ma se deve andare come ho promesso da bambino, allora dobbiamo sposarci.» Indicai me e Tol. «Tu mi piaci, quindi posso sposarti. Tuttavia, probabilmente sei tu che non vuoi sposarmi. Dunque la seconda opzione non è possibile: se non vuoi più che ti disturbi e interferisca con la tua vita, tutto quello che devi fare è continuare a vivere e tagliare fuori tutti i rischi.»

Tol raccolse il pollo e il riso con un cucchiaio, mangiò e non disse nulla. Guardandolo in faccia, sapevo quanto quel ragazzo fosse una persona testarda e reticente. Nella sua mente, probabilmente ora stava discutendo con me, ma io potevo solo sperare che riconoscesse le mie vere speranze per lui.

**********

La mia missione per trovare l’ex ragazzo di Mai era fallita perché era giunto il momento per me di tornare nel mondo reale. Tornai al pronto soccorso come il dottor Tin, che ora era lo stesso dottore sano e attivo di prima. Tol era anche un grande incoraggiamento per lui, anche se era stato sempre scontroso ogni volta che l’avevo pregato di non chiedere a Mai di diventare la sua ragazza. Prima di recarsi alla lezione del pomeriggio, Tol mi aveva incoraggiato con la frase: «Non esagerare, se svieni di nuovo, non devi per forza rialzarti subito in piedi.»

Anche se era difficile dire se quella frase esprimesse preoccupazione o una qualche  imprecazione, almeno non voleva che esagerassi. Sei preoccupato per me, Tol, che gentile da parte tua.

«Preparati, mio caro amico.» Sing si avvicinò mettendomi una mano sulla spalla non appena uscii dallo spogliatoio. «Due persone coinvolte in un incidente a catena stanno arrivando in ospedale con un grave trauma cranico. Dottor Tin, mi stai ascoltando?»

«Sì.» Sapevo già come sarebbe stato il turno del giorno. Sapevo anche che uno dei due pazienti, di cui aveva parlato Sing, non sarebbe sopravvissuto e l’altro sarebbe stato portato d’urgenza in una sala operatoria per alleviare la pressione intracranica. «C’è altro?»

«Gli altri pazienti sanno già dove andare. Un caso in attesa in reparto, un altro caso aspetta di essere operato, mentre quello laggiù aspetta di tornare a casa.» Come previsto, Sing. da futuro insegnante di medicina, aveva sicuramente risolto rapidamente i vari casi. Il mio amico si voltò e mi sussurrò. «Oggi posso portare Nong Pin a fare uno spuntino?»

Ricordavo quella frase di Sing e diedi la stessa risposta che gli avevo dato nel loop precedente: «Perché disturbarmi? Vai pure e chiedi a quel bastardo, Gap.»

Sing rise, poi alzò una mano per salutarmi e andò dritto in sala relax. Mi soffermai sulla figura del medico e scossi leggermente la testa. Era uno psicopatico competitivo. Anche quando si trattava di donne, se ne andava in giro flirtando con le donne degli altri. Non ero mai riuscito a capire cosa gli passasse per la testa. Credevo che amasse pregustare la sensazione di vincere, di cui era sempre molto fiducioso dato che era una persona di bell’aspetto e intelligente. Mi dispiaceva per il nostro piccolo Gap che era diventato un giocattolo per Sing. Capivo la sensazione del medico più giovane perché, in passato, ero stato io ad essere preso di mira da quel quattr’occhi psicopatico.

Andai direttamente verso la squadra di quel turno, composta da due ragazze esterne e Kung. «Prepariamoci a un grave trauma cranico. L’esterno può aiutarmi a rivedere il processo di cura di un caso di incidente?»

Poi iniziò la guerra. Corsi avanti e indietro nel pronto soccorso finché non dimenticai di controllare l’ora. Ricordai che durante quel turno sarei stato ricoperto di sangue durante l’intubazione tracheale di un paziente e un’enorme quantità di sangue sarebbe finita anche sul mio viso. Quindi mi ero preparato indossando occhiali protettivi e una veste di plastica. Tutti poi dissero che ero stato fortunato nell’indossare preventivamente le protezioni, come se l’avessi saputo in anticipo. Avrei tanto voluto rispondere: «Che diavolo, sì! Perché dovrei lasciarmi ricoprire di nuovo di sangue quando già sapevo che sarebbe successo?»

Quando guardai di nuovo l’orologio, erano già le tre passate. Il caos nel pronto soccorso era diminuito finché non erano rimasti solo due pazienti guardando la stanza con orgoglio. Quello era il momento in cui potevo facilmente sgattaiolare via per godermi la cena. Mentre stavo camminando verso la sala da pranzo, il mio telefono squillò. Lo presi e sorrisi ampiamente quando vidi il nome del chiamante, così risposi subito.

«Che succede?»

[P’Tin, sono andato a chiedere a uno dei miei junior. Ha detto che l’ex fidanzato di Mai è probabilmente un ingegnere del quarto anno di nome Bas.] Tol era andato dritto al punto senza alcun preambolo. [Non sono sicuro di chi sia, ma quel tizio ha detto di averlo visto camminare con Mai.]

«Un ingegnere? Hai il suo profilo Facebook? Mandamelo. Gli darò un’occhiata.» Quanto poteva essere influente quell’ingegnere per poter scampare alla prigione?

[Te lo mando. Se è davvero lui, come lo affronteremo?]

«Dammi un momento per studiare prima il bersaglio. Se lo studiamo bene, potrebbe esserci un modo per spaventarlo.» Decisi di rifuggiarmi nella saletta dei residenti per maggiore privacy. «Ma penso che non dobbiamo fare molto. Aspetta fino a dopodomani notte. Ti chiamerà per parlare, va bene? È allora che uscirò e ti aiuterò.»

[P’Tin…] disse Tol in tono monotono. [Il suo ex voleva chiedermi di rompere con Mai. Se non sono il suo ragazzo, probabilmente non mi affronterà.]

Ero sbalordito. «Ah, sì…» Avevo dimenticato che l’ex di Mai non avrebbe avuto problemi con Tol se non fosse stato il suo ragazzo; ed era quello che io volevo. Ma ogni pensiero di Tol era solo per Mai e la cosa non sarebbe cambiata fino a quando noi due non avremmo risolto la faccenda. 

«Possiamo trovare una soluzione dopo quella notte.»

[Ma quella sarà l’unica possibilità di poterlo affrontare di persona.]

«Penserò bene a cosa dovremmo fare. Quando avrò deciso, ti chiamerò.» Allungai una mano per aprire la porta della stanza dei residenti.

[Non metterci troppo, P’Tin. Non abbiamo molto tempo.]

«Lo so e cercherò di capirlo stasera.» Alzai la mano e mi massaggiai le tempie. «Nong Tol, non andare a dormire tardi, prenditi cura della tua salute e non dimenticare di prendere le tue medicine.»

[Va bene.] rispose brevemente Tol e riattaccò. 

Entrai nella stanza dotata di un piccolo bancone da cucina. Stanco del cibo gratis in ospedale, scelsi di mangiare dei noodles istantanei dal sapore piccante di Tom Yum. Mentre mi chinavo per prendere la confezione di noodles dallo scaffale, sentii sbattere forte la porta dello spogliatoio. Mi voltai sorpreso perché non ero entrato in quella stanza nel precedente loop, quindi non sapevo cosa stava succedendo.

«Davvero! Sei serio, Hia?» La voce di Gap proveniva dallo spogliatoio.

«Diavolo sì.» La seconda voce che seguì fu quella di Sing. Mi raddrizai in piedi.

«Perché devi rubare le cose degli altri?!»

«Se dici così, allora Pin è tua?»

«Hia!»

Drizzai le orecchie così tanto per origliare che quasi volarono via. Oggi, Gap e Sing avrebbero litigato per Nong Pin nello spogliatoio? Non lo sapevo…

«Non hai il diritto di impedirmi di flirtare con Pin perché non è ancora la tua ragazza. Lascia che sia lei a decidere.»

«Hia, ma sono arrivato prima io!»

«Cose come chi arriva prima o dopo non sono importanti.»

Quel bastardo era davvero Sing. Anche quella volta, quando era arrivato a rubare l’infermiera con cui flirtavo, era stato così. Sentii un tonfo e la porta dello spogliatoio si aprì. Gap uscì con l’espressione più irritata che mai, e poi si voltò scioccato quando mi vide in piedi con in mano una pacco di noodles. Gli rivolsi un sorriso forzato, ma Gap evitò il mio sguardo e uscì dalla stanza, seguito da Sing, che si mise le mani in tasca. Guardò Gap con un sorriso come se fosse estremamente soddisfatto di qualcosa.

«Non volevo origliare, mi è capitato di sentire. Ma… Non ti sei ancora tolto questo vizio?» Mi voltai per dire con Sing.

«Quale vizio?» Sing inarcò le sopracciglia.

«Quel vizio…» Mi girai per togliere il coperchio dei noodles. «Credo che tu abbia esagerato, mi dispiace per lui. Anche a Nong Pin piace Gap.»

«Non mi sento in colpa per lui.» Sing si voltò e mi sorrise dolcemente. «Perché il mio bersaglio non è Nong Pin.»

Poi Sing uscì dalla stanza come se niente fosse accaduto, lasciandomi immobile con la pentola d’acqua bollente in mano. Sbattei le palpebre mentre cercavo di capire cosa avesse detto Sing.

«Merda!» imprecai. Nong Pin, sei in pericolo!

Subscribe
Notificami
guest

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Facebook
Twitter
Pinterest



Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.