NEVER LET ME GO – EPISODIO 9

«Potrai restare qui, ma dovrai lavorare.»

La madre di Palm si chiamava Maem, aveva un aspetto puramente del sud Thailandia, con grandi occhi marroni e capelli corti e tinti. Aveva un aspetto piuttosto feroce, ma quando sorrideva sembrava davvero gentile.

La presunta ‘casa sicura’ era in realtà un motel economico, aperto dalla madre di Palm per il turismo.

«Va bene.»

«Vai nella stanza 201 e riposa. Ti chiamerò quando ci sarà qualcosa da fare.»

Il motel era un vecchio edificio, al piano terra c’erano la reception, la stanza del proprietario e la cucina. Il primo piano aveva circa 3 o 4 camere, a seconda della zona. Nel complesso era abbastanza semplice, proprio un posto economico. Il prezzo medio della camera era di circa 500 baht* a notte, compresa una semplice colazione con omelette, latte e succo di frutta. I servizi igienici e il bagno erano in comune. La maggior parte delle persone erano turisti stranieri che amavano viaggiare con solo lo zaino in spalla.

*[N/T: sono 13,16 euro.]

«Riesce a stare qui?» Chiese Palm dopo che i due portarono le loro cose in camera. La stanza 201 era più grande delle altre, ma nonostante ciò c’era solo un letto matrimoniale. Quindi lui e Diao sarebbero stati piuttosto stretti. Ma in una situazione simile, non era molto sicuro far dormire Nuengdiao da solo.

«Non c’è problema, sono stato in posti ancora più stretti.» Nuengdiao sorrise dolcemente, poi ricordo quando svenne nell’armadio.

«Posso chiamare lo zio Chanon?» Cambiò improvvisamente argomento, perché era ancora preoccupato per la sparatoria alla madre. Tuttavia, entrambi i loro cellulari erano rimasti a casa per cancellare ogni traccia. Palm aveva portato un cellulare con una tastiera, che poteva solo rispondere alle chiamate e ricevere i messaggi.

«No. Papà mi ha detto di non chiamare. Se è preoccupato per la signora Tanya, provi a cercarla su internet, potrebbe trovarla.»

I due disfarono velocemente le valigie, si lavarono, indossarono i vestiti che avevano lasciato i turisti e corsero al piano inferiore per prendere in prestito il computer della madre di Palm. La donna si limitò ad accendersi una sigaretta e fumò, senza chiedere ai due per cosa volessero usarlo.

«Nessuna informazione.» Disse Nuengdiao mentre cercava il nome di sua madre, senza riuscire a trovare nessuna notizia. Questo però lo fece preoccupare ancora di più. L’assenza di notizie dimostrava che tutto era stato insabbiato da qualcuno di potente. E poi, perché Chanon non li aveva ancora chiamati?

«Andiamo a dormire, cercheremo meglio domani.»

Nuengdiao non poté fare altro che annuire, entrando nella stanza. Il letto dell’hotel era piuttosto stretto e rendeva difficile per entrambi sdraiarsi. Provava una sensazione molto strana, perché non era abituato a condividere il letto con altre persone.

«Si sente a disagio?» Una voce roca risuonò nell’oscurità.

«No, sono solo preoccupato per la mamma.»

Tra milioni di emozioni, scelse quella che in qualche modo riguardava anche Palm. La persona accanto a lui sembrava infatti provare il suo stesso sentimento, la preoccupazione per suo padre. Inoltre, nessuno dei due sapeva cosa fosse successo dopo la loro partenza. Chanon sarebbe stato in grado di gestire la situazione?

Palm non sapeva cosa dire, si limitò ad abbracciarlo dolcemente e dargli una pacca sulla testa per tirarlo su. Nuengdiao si spostò delicatamente per sdraiarsi sul petto dell’altro, prendendo in prestito quel calore che non sapeva a chi appartenesse.

«Da bambino mi sdraiavo così su mio zio. Diceva che se avessi avuto paura, avrei dovuto abbracciare qualcuno e mi sarei sentito confortato.»

Le lacrime di Nuengdiao continuavano a scendere. Il destino gli aveva fatto incontrare Palm. Se non fosse stato per la persona che aveva accanto, forse non sarebbe riuscito a respirare in quel momento.

«Mamma starà bene, vero?» Nuengdiao chiese a bassa voce, pur sapendo che il suo interlocutore non avrebbe avuto la risposta. Ma la forte agitazione gli faceva soffrire il cuore così tanto che non poteva sopportarlo da solo.

«Non lo so.» Palm accarezzò lentamente il corpo più piccolo che stava tra le sue braccia: «Ma so che il signorino starà bene.»

Quelle parole lo fecero riflettere. Nuengdiao era ancora un membro della famiglia, indipendentemente dal fatto che sua madre fosse viva o morta, un giorno sarebbe tornato a casa e avrebbe rivendicato suo padre e sua madre.

«Grazie.»

Nuengdiao non ricordava di essersi addormentato. Sapeva solo che in terra straniera aveva ancora una persona al suo fianco, un miracolo che non può essere dimenticato. Nuengdiao sentiva calore. Palm era come un amico, un fratello, una guardia del corpo. Quel calore era quello di una persona che aveva desiderato per tutta la vita.

Quella notte Nuengdiao non ebbe incubi.

Entrambi erano vestiti in modo strano, perché potevano scegliere solo abiti in cattive condizioni che avevano trovato dentro il guardaroba. C’erano pantaloni da Muay Thai, camicie di Surat Thani, dolcevita e jeans strappati.Entrambi scelsero i vestiti che sembravano più comodi, perché nessuno dei due aveva con sé molti contanti. Inoltre, prelevare denaro dal bancomat sarebbe stato piuttosto pericoloso a causa della divulgazione di informazioni.

«Due giorni fa c’è stata un’irruzione a casa della famiglia Kiattakulmaetee…»

Il suono proveniente dal televisore della reception attirò immediatamente l’attenzione dei due. Si erano precipitati ad alzare il volume per ascoltare meglio, L’immagine che veniva trasmessa era quella delle tracce dello scontro, macchie di sangue e l’immagine sfocata della madre. La polizia che indossava i guanti e girava per la stanza per raccogliere le prove lasciate dagli assassini.

«Cinque persone sono morte e una è rimasta gravemente ferita. Si tratta di Tanya Kiattakulmaetee, proprietaria della principale società immobiliare del Paese. È ancora in condizioni critiche, ma sotto controllo dei medici. Se ci saranno ulteriori informazioni verranno comunicate tempestivamente.»

La notizia fece battere forte il cuore di Nuengdiao. Diversi giornalisti stavano cercando di intrufolarsi per intervistare il medico che la stava curando. Era il terzo giorno e sua madre era ancora lì. Da un lato era sollevato che sua madre fosse ancora lì e non lo avesse abbandonato, ma era ancora estremamente preoccupato.

«Secondo le indagini preliminari della polizia, l’attuale sospettato è Chanon Jannaloy, l’autista della famiglia. A giudicare dalle impronte digitali e dalle ferite da proiettile compatibili con un grosso calibro, i pubblici ministeri lo hanno incriminato per omicidio intenzionale. Il sospettato ha protestato e chiesto la libertà provvisoria, ma gli è stata negata a causa della gravità del caso…»

Palm impallidì e guardò l’immagine nella tv che fece sentire Nuengdiao in colpa. Chanon era stato arrestato dalla polizia, le mani avvolte in un panno anche se tutti sapevano che sotto erano strette dalle manette. Il fatto che non fosse stato rilasciato su cauzione significava che Chanon sarebbe dovuto rimanere in carcere sino a quando la polizia non avrebbe trovato tutte le prove.

«Palm, dobbiamo tornare indietro. Siamo testimoni diretti sulla scena del crimine. Possiamo dimostrare la sua innocenza.»

«Non possiamo.» La sua voce era così piena di dolore che quasi si spezzò. Versò una piccola lacrima, ma la sua voce rimase calma mentre guardava suo padre: «Se andassimo adesso, la persona che sta dietro tutto ciò pianificherebbe qualcosa. Starà aspettando da molto tempo.»

Seduta dietro il banco della reception, Maem osservava i due in silenzio. Non sembrava troppo preoccupata dal fatto che il suo ex marito fosse in prigione.

«Intervistiamo i parenti della vittima. Il signor Supkit Kiattakulmaetee…» Il suono della televisione attirò nuovamente l’attenzione dei due.

«Mio nipote è stato rapito il giorno dell’incidente. Non voglio incolpare nessuno, ma anche il figlio del sospettato è sparito. Chiederanno il riscatto. Ho rischiato di perdere mia cognata, non posso rischiare di perdere anche mio nipote.» A Supakit scesero le lacrime come se non potesse più sopportarlo.

«Non preoccuparti troppo, Palm. Tuo padre è una persona cattiva, ma questo non significa che lo sia anche tu. Puoi fare quello che vuoi, ma riportaci Nuengdiao. Non fargli del male, ne ha passate abbastanza.»

Il cuore di Nuengdiao divenne improvvisamente freddo. Non lo aveva mai visto così disperato. Gli occhi di Palm guardavano Supakit con odio, era chiaro che stava deliberatamente incastrando Palm. Non c’erano prove che Palm lo avesse rapito, erano semplicemente scappati insieme. A pensarci bene, la talpa di cui parlava sempre Chanon, poteva essere proprio Supakit.

«Vivo con un rapitore e con il figlio di un gangster?» La proprietaria dell’hotel parlò lentamente, come se non fosse successo niente. Fortunatamente i media non avevano diffuso la foto dei due.

«Dobbiamo tornare indietro.»

«Non possiamo.» La sua voce era rauca, con un tono forzato. I suoi occhi fissavano lo spazio vuoto: «Mio padre non ha fatto niente. Dimostrerò la sua innocenza a qualunque costo. Ma adesso la cosa più importante adesso è la sua sicurezza. Se scoprono dove si trova, la prenderanno e porteranno via tutto.»

«Zia Maem, per favore mi presti il suo cellulare.»

La donna glielo diede e Nuengdiao dopo averlo ricevuto si disconnesse dall’account di Maem e poi entrò in quello di sua madre. Era sempre stato in grado di accedere per scoprire tutto dal cellulare di Tanya, ma non aveva mai pensato di farlo davvero come in quel momento. Impostò la ricerca e poi ingrandì le coordinate ottenute.

«Casa dello zio Supakit.» La persona che teneva in mano il cellulare rabbrividì. Lo zio non aveva motivo di tenere il cellulare di sua madre. Se avesse davvero voluto trovare il vero colpevole lo avrebbe consegnato alla polizia, ma invece non l’aveva fatto. Quindi, l’unico motivo era che dietro tutto ciò c’è Supakit.

Palm chiese immediatamente conferma e Nuengdiao annuì appena.

**********

Nuengdiao e Palm avevano iniziato a lavorare come camerieri nel motel, come aveva chiesto Maem al loro arrivo. Nonostante Nuengdiao fosse miliardario, doveva comunque lavorare per uno stipendio di 300 baht* al giorno. Tuttavia, scosse la testa e rifiutò ad alta voce quando Palm si offrì di sostituirlo, dicendo che non poteva rimanere in quella situazione per tutta la vita.

[N/T: sono circa 8 euro.]

Il lavoro iniziava la mattina presto e finiva verso le 14. Dovevano preparare la colazione per gli ospiti. In realtà non era molto difficile, perché si trattava di cose semplici, ma erano tante cose. Dovevano tagliare la frutta, aggiungere acqua, cibo secco, cuocere il pane, lavare i piatti. Inizialmente Palm sospirava perché Nuengdiao era piuttosto maldestro, ma con il tempo le cose sembravano essere migliorate.

Dalle 10 alle 14 era l’ora delle pulizie. Di solito a quell’ora gli ospiti facevano il checkout, quindi il loro compito era quello di sistemare la stanza, portare i cuscini e gli asciugamani a lavare, asciugare e poi stirarli. Nei giorni senza nuovi ospiti si sedevano a guardare la televisione sentendo l’odore persistente del fumo di sigaretta di Maem.

«Guarda qui.» Disse Nuengdiao mentre andavano al mercato a comprare altra frutta per la colazione. Passarono davanti a un piccolo ristorante all’interno del tempio cinese. C’era un annuncio di lavoro per chi sapeva suonare il pianoforte.

«Non se ne parla. Abbiamo del lavoro da fare.» Gli occhi di Palm mostravano preoccupazione.

«Solo già le 14. Possiamo andarcene»

«Allora, che cosa farà con questi soldi?»

«Voglio comprare un nuovo cellulare e tu potrai registrarti con il conto di zia Maem.» Disse timidamente, perché l’unica felicità la trovava in un vecchio pc. Guardare la tv era noioso, quindi voleva comprare un dispositivo che gli permettesse di ascoltare la musica e guardare video, senza però spendere troppo.

«Vede un pianoforte qui?»

«C’è quell’organo elettronico.» Lo indicò: «È come un pianoforte, ma la struttura è diversa. Anche il suono in realtà, ma per della semplice musica cinese, andrà bene.»

Alla fine Palm accettò di seguirlo. Il gestore disse che li avrebbe assunti per suonare musica cinese dalle 18 alle 20, dal giovedì al sabato, per 500 baht al giorno. Nuengdiao annuì entusiasta. Era la prima volta che suonava da quando aveva lasciato Bangkok. Se avessero suonato per tre giorni alla settimana, in due settimane avrebbero potuto avere abbastanza soldi per comprare il cellulare nuovo.

«Il ristorante è chiuso il lunedì. Se volete esercitarvi potete venire, anche per dare un’occhiata. Se avete altre domande, per favore, fatemi sapere.» Disse brevemente il gestore del ristorante.

Nuengdiao contava avidamente il tempo che lo separava dall’inizio di quel lavoro. I due attraversarono il tempio, dicendo di essere andati per esercitarsi. La guardia del tempio diede loro una scorciatoia per il negozio, poi accese la luce. L’atmosfera del bar era tranquilla.

«Sedetevi pure. Io darò un’occhiata, non ci vorrà molto.» Palm annuì.

Sapeva di non poter essere di grande aiuto, così prese uno sgabello e si sedette. Nuengdiao amava suonare il pianoforte, era una passione che lo faceva sentire libero dalla vita mondana. Da quando era arrivato a Surat Thani riusciva a cantare solamente sotto la doccia, ma in quel momento le sue dita premevano i tasti dell’organo.

«Signore, che canzone vuole ascoltare?» Si appoggiò delicatamente sulla sedia,sorridendo come se davanti avesse un centinaio di spettatori.

«Non conosco molto la musica cinese.»

«Non la conosci?»

«Ho sentito solo una canzone, cantata da lei signorino Nuengdiao.»

All’improvviso si ricordò di Ben. Non sapeva se stesse bene, se fosse felice o triste. Nuengdiao non disse nulla ma fece scorrere le dita sui tasti. Anche se non erano lisci come quelli del pianoforte, valeva la pena suonare.

Come una coppia di fenici

Durante gli anni difficili

Chi può sfuggire allo stagno della sofferenza umana?

Una coppia nel bel mezzo di un mondo pieno di fiori

Esistere nel mondo è già un miracolo

Non c’è bisogno di volare verso il cielo blu

Basta continuare a dormire dolcemente

Un’immagine si creava nell’infinito.

La musica non era ancora finita, ma Nuengdiao si alzò contemporaneamente a Palm. La mano sinistra di Palm afferrò la mano destra di Nuengdiao, come se fossero spinti da una grande forza gravitazionale. Nello spazio silenzioso, le due persone muovevano lentamente i loro corpi, mentre i loro occhi si guardavano, brillando come raggi luminosi.

Erano come ali volanti, simili a quelle di una phalaenopsis*, che anche trovandosi in un brutto momento, si stringevano per superare insieme le difficoltà. Entrambi non lo avevano detto ad alta voce, ma avevano capito comunque le intenzioni l’uno dell’altro. Nueng si rese conto di avere ancora qualcuno al suo fianco, anche nei brutti momenti. Dal club di musica, dagli edifici abbandonati ai templi in rovina. Quella persona c’era sempre stata ed era ancora lì, al suo fianco.

*[N/T: Phalaenopsis è un genere di orchidee epifite che comprende oltre settanta specie, diffuse principalmente dall’Asia tropicale e subtropicale all’Australia.]

Come se fossero sotto incantesimo, le loro labbra si toccarono leggermente. Nuengdiao sapeva quando aveva desiderato la persona che aveva di fronte. Palm era il suo tutto, non poteva separarsi da lui. Anche se non sapeva dove e quando fosse iniziato quel sentimento, in quel momento lo stava provando. Il ragazzo di fronte a lui non era un estraneo, ma era qualcuno che poteva curare le sue ferite. Per quanto tutto quello fosse spaventoso, si sentiva sollevato.

Non sapevano perché si amassero così tanto. Ma nel profondo dei loro cuori, sapevano di essere destinati ad essere inseparabili. Il filo che li legava era così forte, che neanche la distanza tra i loro corpi poteva separarli.

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