TRIAGE – CAPITOLO 1

Loop 1

TMP!

Il suono di un tonfo mi svegliò dal sonno. Mi girai sporgendomi per guardare il mio comodino e mi misi a sedere sul letto. Mi guardai intorno e solo allora un pensiero attraversò la mia mente. 

Che posto è questo?

«Dottor Tihn!» La voce di qualcuno che urlava il mio nome catturò la mia attenzione. Guardai Aim e vidi che la giovane infermiera stava posando le mani sul tavolo. Solo allora mi resi conto che la voce che avevo sentito prima era quella di Aim che stava cercando di svegliarmi bussando sul tavolo.

«Come riesci a dormire quando là fuori c’è una guerra? Potresti uscire e aiutare i novellini?»

«Dannazione. Mi dispiace.» Mi chinai per prendere il mio stetoscopio preferito che era caduto a terra: «Avevo intenzione di mangiare solo per 10 secondi e poi tornare a lavoro. Non credevo che mi sarei addormentato così.»

Aim guardò il mio pasto praticamente intatto: «Cavolo, ti sei addormentato mentre mangiavi. Stai bene? Hai bisogno di un po’ di riposo.»

Mi alzai in piedi e misi lo stetoscopio al collo: «Anche quando non sto bene, anche se avessi avuto febbre o dissenteria, se fossi svenuto o preso in pieno da un tir, non avrei potuto riposare a meno che non fossi morto.» Mi girai verso Aim, in piedi con le braccia incrociate davanti al petto: «Anche se dovessi morire, tu devi rianimarmi così posso tornare al lavoro.»

Aim rise: «Sei così divertente. Ora esci!»

Le regalai un saluto beffardo prima di lasciare la stanza e girare attorno al piccolo deposito accanto al pronto soccorso (ER) mentre provavo a sistemare i capelli arruffati di cui non mi ero occupato da molto perché quello, in tutta la mia vita, era il periodo peggiore che stessi vivendo. Ero rimasto sveglio fino a tarda notte per finire il mio rapporto su di un caso clinico duramente criticato dal mio professore. Per di più, la mattina seguente, avevo sia il turno mattutino che quello pomeridiano, senza mai fare pause.
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Ho preso la decisione giusta nel volermi specializzare in medicina d’urgenza?

Quello sarebbe stato il mio ultimo anno in quell’ospedale, ancora un altro po’ di tempo e avrei lavorato presso l’ospedale della mia città natale.

La prima cosa che notai mettendo piede al pronto soccorso era la guerra caotica che vi regnava. Un vecchio venne spinto su di un letto nella sala emergenza davanti a me. Gap e Pin, due specializzandi del primo e del secondo anno, erano tra i letti e altri due medici non erano certamente in una situazione migliore. Uno mi sfrecciò davanti per poi correre verso un nuovo paziente appena arrivato e l’altro, quando si accorse di me, fece una faccia come se avesse appena visto un dio.

«Dottor Tihn!» Wan chiamò il mio nome ad alta voce: «Mi aiuti per favore!»

Mi precipitai da Wan mentre visitava l’uomo di mezza età che aveva difficoltà a respirare. Wan era un medico esterno che aveva appena iniziato a lavorare al pronto soccorso pochi giorni prima e mancava ancora di esperienza nella gestione dei casi di emergenza. Era mio dovere aiutarlo e insegnargli mentre lo assistevo in una emergenza: «Qual è il caso?»

«Uomo, 52 anni. Soffre di asma. Aveva con sé un broncodilatatore e uno spray. Ha detto di essersi sentito stanco per circa 20 minuti prima di venire in ospedale. Il battito cardiaco è accelerato, livello di ossigeno al 94% e si sente un sibilo ai polmoni. Gli ho fatto usare il nebulizzatore, ma dopo la terza dose dice di sentirsi ancora stanco, ma il livello di ossigeno nel sangue sembra buono.»

«Sì, lo è, ma la respirazione non è regolare.» Presi il mio stetoscopio e auscultai il torace del paziente sentendo un forte sibilo in entrambi i lati, mentre il cuore batteva molto veloce: «Il paziente sta impiegando il diaframma nella respirazione e questo è un segno di insufficienza respiratoria. Il livello di ossigeno va bene, ma il paziente è ancora provato. Sarebbe meglio utilizzare un respiratore artificiale.» Dissi al paziente che annuì in risposta perché non era ancora in grado di parlare: «Mettete il respiratore e procuratevi un tubo da 7.5 mm con 10 mg di Valium.»

«Tubo 7.5 con Valium!» Un’infermiera mi fece eco precipitandosi a prendere l’attrezzatura mentre una più giovane corse a prendere una maschera con pallone per la ventilazione e, collegatolo alla bombola di ossigeno, seguì le mie istruzioni.

«Wan, l’hai già fatto prima?» Mi rivolsi al giovane Dr.Wan che nel frattempo si era spostato in avanti verso il paziente.

«Sì.» Wan era pronto a posizionare la maschera dell’ossigeno sul paziente: «Ma Dottore, per favore, rimanga qui ad aiutarmi. Temo di non riuscire a inserirlo correttamente.»

«Okay, resterò qui.» Mi guardai intorno per vedere se ci fosse qualche caso urgente di cui preoccuparmi. Dopo aver assistito lo specializzando, avrei passato al setaccio ogni singolo letto del pronto soccorso nel tentativo di riuscire a liberarne qualcuno. Quando il sedativo iniziò a fare effetto, Wan spostò la testa del paziente in modo da avere una chiara visuale delle vie respiratorie. Preso un divaricatore faringeo, si apprestò a intubare il paziente inserendo il tubo nella cavità orale, ma poi lo estrasse. Lo specializzando sembrava avere familiarità con quella procedura. Probabilmente non ci sarebbe stato nulla di cui preoccuparsi.

Più di trenta secondi dopo, non vi era alcun segno che Wan riuscisse a intubare il paziente. 

«Riesci a vederlo?» Chiesi notando che la mano del Dr.Wan che teneva il divaricatore iniziò a tremare.

«Non vedo niente.» La fronte dello specializzando era imperlata di sudore e pochi istanti dopo il monitor emise il forte e acuto segnale acustico indicante che il livello di ossigeno nel paziente si stava lentamente riducendo dal 90% all’80%, fino a scendere al 70%.

«Ehi, prima schiaccia l’Ambu*.» Ordinai allo specializzando di aiutare prima il paziente a respirare schiacciando il palloncino perché la situazione non era buona: «Ti lascio fare un altro tentativo, se non ci riuscirai, me ne occuperò io.»

*[N/T: Il pallone autoespandibile (noto come Ambu, dall’acronimo Auxiliary Manual Breathing Unit) è uno strumento utilizzato per supportare l’attività respiratoria. Può essere utilizzato in Terapia Intensiva per ventilare manualmente un paziente sedato oppure per supportare l’attività ventilatoria in un paziente in arresto cardiocircolatorio.]

Wan estrasse il divaricatore e, asciugatosi il sudore dalla fronte, prese di nuovo la maschera per coprire nuovamente la bocca e il naso del paziente.

«Un paziente privo di sensi in arrivo!» La voce di qualcuno attirò l’attenzione di tutti al pronto soccorso. Vidi accorrere un gruppo di persone per dare un’occhiata al paziente dell’incidente. Sul letto vi era un giovane, adagiato su una tavola spinale arancione e legato con le cinghie di sicurezza. Il collo era stato immobilizzato, così come la gamba destra. Mi voltai per guardare il caso di asma e tornai dal paziente. Vidi che la specializzanda Pin, era accorsa verso il nuovo paziente e mi sentii sollevato. 

«Wan, vai ad aiutare Pin. Me ne occupo io.» Ordinai allo specializzando di occuparsi del caso di incidente mentre io li avrei raggiunti un attimo dopo aver intubato il paziente. Il giovane paziente molto probabilmente era solo privo di sensi, ma il suo cuore continuava a battere. Indossai i guanti e, preso il posto di Wan, manovrai il respiratore e quando l’ossigenazione del paziente raggiunse il 90% mi accinsi a intubare.
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Accidenti… Non si vedeva proprio nulla. Era un caso complicato. 

«Il paziente è in arresto cardiaco!» Guardai in alto. Il cuore del paziente aveva smesso di battere a causa dell’incidente? Sarei voluto andare ad aiutare, ma non potevo di certo lasciare un altro paziente. Pin era una persona esperta. Sapevo che avrebbe salvato la vita del paziente agendo nel modo corretto.

Impiegai parecchio tempo per l’intubazione, ma con l’aiuto divino, al mio secondo tentativo riuscii con molto sforzo a inserire il tubo nella laringe del paziente. Dopo aver attaccato il tubo al respiratore, mi precipitai al telefono per contattare la persona di turno al reparto di terapia intensiva per chiedere se avessero posto.

Quando le condizioni del paziente si furono stabilizzate, corsi a vedere come procedeva il paziente arrivato poco prima a causa dell’ incidente. Vidi che questo era stato già intubato e che il polso era ritornato a una velocità soddisfacente. La pressione sanguigna era bassa. La specializzanda Pin venne a farmi rapporto sul caso. Lei era solo un anno più giovane di me e di solito era sempre carina e in ordine, ma quel giorno il turno era stato in grado di scomporla.

«Maschio, 23 anni. Incidente in moto per caduta accidentale. Quando è stato soccorso, era già privo di sensi. I segni vitali sono buoni. Solo il battito cardiaco era accelerato, ma quando abbiamo iniziato a visitarlo il polso si è improvvisamente fermato. L‘ECG ha rivelato un arresto cardiaco, si è trattato di PEA*, ma dopo 2 cicli il polso è tornato normale.»

*[N/T: I pazienti trovati in ritmo cardiaco defibrillabile – fibrillazione ventricolare (FV) o tachicardia ventricolare senza polso (TV) – hanno una possibilità di sopravvivenza all’ACR (Arresto CardioRespiratorio) nettamente superiore a quelli in ritmo NON defibrillabile: asistolia o attività elettrica senza polso (PEA).]

«È ancora giovane. Quale potrebbe essere la causa?» Guardai il monitor riflettendo.

«Credo sia stato causato dalla perdita di sangue, anche se non c’è emorragia esterna. Solo la gamba destra è rotta. L’osso pelvico sembra a posto. Anche i polmoni sembrano buoni. Probabilmente c’è un’emorragia addominale. Sto per fare l’ecografia.»

«Sì, vai pure. Non dimenticare di preparare il sangue in caso di trasfusione e continua a monitorare l’ECG. Dì a uno degli esterni di chiamare per un consulto chirurgico. Parlerò io con i suoi parenti.»

«Intesi.» Pin annuì e si girò per parlare con Wan. Ero certo che Pin sarebbe stata in grado di occuparsi di quel caso, così mi diressi verso gli altri letti occupandomi sia dei casi che richiedevano il ricovero in reparto, sia di dimettere i pazienti già curati e infine compilai le cartelle cliniche dei pazienti in attesa di ricovero. Forse sarei stato nei guai o quanto meno me ne avrebbero dette di ogni per aver fatto ricoverare molti pazienti, specialmente quando diversi reparti dell’ospedale erano al completo.

«Polso assente!» Gridò Wan mentre ero al telefono per un consulto chirurgico. Pin corse immediatamente dal paziente e io ancora una volta mi tranquillizzai terminando la telefonata prima di raggiungerli.

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Erano passati 30 minuti. Il caso si era concluso con le grida dei genitori del paziente.

Due infermiere erano entrate nella stanza per ripulire dal sangue il corpo del paziente. Respiratore, tubi per la somministrazione endovenosa e monitor vennero staccati dato che il cuore del paziente aveva smesso di battere prima che riuscissimo a eseguire una TAC e a mandarlo in sala operatoria. Non ero riuscito a capire cosa fosse accaduto al paziente e probabilmente l’avrei scoperto solo dal risultato dell’autopsia.

Mi alzai a guardare il corpo senza vita di fronte a me con il cuore spezzato. Il paziente era solo uno studente. Aveva ancora un bel colorito e un buon aspetto. Forse era famoso nella sua facoltà e sarebbe potuto diventare il futuro della nazione e la speranza della sua famiglia, ma il destino aveva deciso che avrebbe lasciato presto quel mondo a causa di un incidente in moto. Sospirai profondamente per espellere la stanchezza e mi allontanai rapidamente dalla stanza per andare a occuparmi di un nuovo caso appena entrato.

Quella era una situazione che dovevo affrontare ogni giorno.

Abituati ai fallimenti e continua ad aiutare e a salvare altre vite. Era quello che mi ripetevo ogni singola volta.
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«Sono così stanco.» Gridai all’interno della sala relax allungando la maglietta per coprire la mia pancia visibile dopo essermi stiracchiato. Gap, l’altro residente, si tolse il camice davanti a tutti. Le nostre divise erano composte da un camice blu e pantaloni con il logo dell’ospedale sul petto a sinistra. Avevo sempre con me una maglietta bianca e un camice di riserva nel caso in cui mi fossi macchiato di sangue, cosa comune lavorando in un pronto soccorso.

«Interrompi lo spettacolo e siediti con me. Le tue gambe si spezzeranno. E io sto impazzendo.»

Guardai l’orologio, era mezzanotte e mezza. Adagiai il mio corpo esausto su una sedia accanto all’altrettanto esausto Gap: «Non lamentarti. Io devo tornare per il turno del mattino. Faccio pena.»

Il turno mattutino andava dalle 8 alle 16 mentre quello pomeridiano dalle 16 alle 24. Avrei dormito e mi sarei svegliato direttamente per il turno della sera. Sbadigliai di nuovo e appoggiai la testa sul tavolo. Sarei dovuto tornare al mio appartamento in affitto non lontano dall’ospedale, ma non ero sicuro di avere le energie necessarie per guidare.

«Riguardo a quel caso, hai idea di cosa abbia potuto causare il decesso?» Sentii la voce del giovane Wan.

«Probabilmente è stato a causa di un’emorragia interna. Ho notato uno strano gonfiore all’addome e quando l’ho toccato ho notato che era rigido.» Sentendo Pin parlare notai che il suo tono di voce mostrava che era immersa nei suoi pensieri: «Non c’era abbastanza tempo per un intervento chirurgico all’addome e salvarlo.»

«Non ho assistito al caso, però potrebbe prendermi un attacco di follia e unirmi a voi… Ma i miei occhi si stanno letteralmente chiudendo, quindi penso che me ne tornerò a casa.»

«Ehi.» Sentii una mano scuotermi per un braccio seguita dal suono di una sedia che veniva spostata.

 «Dr.Tihn me ne vado anch’io.» Disse Pin: «Ci vediamo al prossimo turno.»

«Ok.» Gemetti con la faccia ancora sul tavolo mentre pensavo che avrei fatto meglio a riposare un po’ prima di guidare o io stesso sarei diventato un caso del pronto soccorso per quel turno di notte. Prima che il mio cervello si spegnesse, il volto del giovane che aveva subito il brutto incidente mi balenò nella mente. Pensai che non lo avrei mai dimenticato, ma, come mi ripetevo in quei casi, quel giovane non sarebbe stato né la prima né l’ultima persona che non saremmo riusciti a salvare.

Quando tutti lasciarono la stanza, facilmente caddi in un sonno profondo.
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Benvenuti in questa nuova avventura!! ❤️❤️
State seguendo il drama?? Noi si e lo AMIAMOOOO 🥺🥺

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Lolly
Le regalai un saluto beffardo prima di lasciare la stanza e girare attorno al piccolo deposito accanto al pronto soccorso…" Leggi il resto »

Felicissima di poter leggere questa Novell 😍
Grazie mille 😘😘🤩

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