TONHONCHONLATEE – CAPITOLO 23

Per mostrare a chi Chon appartenesse, Ton aveva un proprio metodo base.

Il suo piano ben presto diede il primo risultato quando, nel tardo pomeriggio, Ton aveva accompagnato Chonlatee al campus prima camminando mano nella mano e poi mettendogli una mano attorno alle spalle davanti al suo gruppo di studio. Ton che indossava la tipica camicia larga della sua facoltà prese infine le chiavi della sua macchina da una tasca per non avere di nuovo lo stesso problema.

La notizia che Tonhon forse avrebbe dovuto aspettare Chon per andare a giocare, portò alcuni suoi compagni di corso a strabuzzare gli occhi.

Ma quello era stato solo l’inizio… Ton aveva postato anche molte foto sui social.

In ognuna delle foto Chonlatee aveva una posa divertente con due pollici all’insù mentre in alcune appariva solo metà del suo viso o solo le sopracciglia e gli occhi. Altre sue foto sembravano degli scatti accidentali e in altre ancora aveva alzato le mani per coprirsi il viso non volendo essere fotografato, in conclusione non c’era una singola sua buona foto.

Chon era confuso mentre aspettava di fronte l’edificio della Facoltà di Ingegneria dato che Ton gli aveva lasciato l’auto, così era andato a prendere il ragazzo più grande da solo.

«Ho messo like alla foto di Chon e ne ho anche creato tre nuovi account così da aumentare i like.» Nai sembrava entusiasta di vederlo alla Facoltà di Ingegneria mentre si precipitava in fretta dal suo amico. 

«Le foto sono già state pubblicate sulla pagina?» 

Chon sapeva della foto per via di Nai, credendo fosse quella scattata due giorni prima.

Dopo quella notte infatti, gli era salita una forte febbre tanto che Chon smise addirittura di studiare per prendersi cura di lui, e non sapeva nemmeno cosa stesse succedendo intorno a loro.

Allora questa foto dove e quando è stata scattata?

«Sì, molto carina. Per un tipo molto geloso come lui con tutti questi mi piace per te Chon, le vene sulla sua fronte staranno pulsando di gelosia.»

«Chon vedi ora che Nai lo sa anche l’intero mondo ne verrà a conoscenza.» Ton lo afferrò per abbracciarlo e per misurargli la temperatura corporea.

«Niente febbre, sto bene.»

«Sicuro?»

«Si, va tutto bene.» Chonlatee socchiuse gli occhi quando un naso prominente premette contro sui suoi capelli. Avere gli occhi di tutti su di lui lo rendeva timido, ma Ton non sembrava per nulla imbarazzato.

«Ehi! Lascia che ti abbracci anche io e che ti baci la fronte, sono proprio invidioso della fortuna che ha Ton.»

Un ragazzo come Nai non aveva per fidanzato una persona che parlava molto e a cui piaceva battibeccare infatti quando il senior finì di parlare, Ai giunse alle sue spalle e si limitò ad appoggiare il mento sulla sua testa facendo finta di essere seccato. Ma quando Ai avvolse la vita del suo compagno con un braccio, con la mano libera prese ad accarezzare dolcemente la testa di Nai, ridendo divertito dalle sue parole.  

Con i piercing al sopracciglio e alle labbra, dal viso di Ton non sembrava trasparire alcuna emozione; certo la sua espressione non era arrabbiata, ma sembrava comunque molto spaventosa.

«Mettilo in riga Ai, è molto più facile.»

«È più semplice da gestire.» disse Ai con voce dolce, trascinando Nai al tavolo di pietra per sedersi. ‘Parla bene.’ 

«Sei così cattivo! Non ti amo più! Ton perché non porti anche Chon alla rimpatriata? Ho detto a Khun che ha organizzato il tutto, che sabato prossimo porterò anche Ai così posso ubriacarmi e qualcuno potrà portarmi a casa.» 

 «Non sarà divertente, Chon non può bere.» rispose Ton alzando lo sguardo per nulla interessato.

Sicuramente ci andranno giù pesante, forse dovrei andare e tenere sotto controllo la situazione, ma Ton non mi ha mai chiesto di andare con lui, non mi ha invitato. Forse non me lo ha mai chiesto perché pensa che se ne sarebbero andati presto o forse i suoi amici e Ton vogliono la propria privacy.

Quando Chon sentì dire a Nai che avrebbe portato Ai con sé, un campanello d’allarme si accese dentro lui.

«Posso perfettamente prendermi cura di me stesso. Chon lo capisce, sa che non ho alcuna voglia di morire, giusto?» domandò il ragazzo sul cui volto brillavano i piercing. Il più piccolo non poté fare a meno di rispondere «Sì.»

«Certo che avere un ragazzo come Chon davvero non ti fa avere paura di morire.»

«Eh?» Ai mise le mani sotto il mento per enfatizzare la sua espressione mentre mimava la parola wow. Sembrava davvero sincero, «Sì, hai un ragazzo fantastico, anche se il ragazzo in questione sembra un po’ stanco.»

«Come?!» 

«Chiedilo direttamente a Chon.» 

«Sei stanco, Chon?» gli chiese Ton ed i suoi occhi brillarono di malizia.

Non c’era bisogno per Chonlatee di mentire, giusto? Se era stanco, avrebbe dovuto semplicemente dire di essere stanco… stanco di dover aspettare. Chon era preoccupato… 

«Un po’.»

«Tra poco riuscirò a farti stancare di meno e anche se ho intenzione di fare molto… non avrai male alla schiena.»

Che stupido che sei Ton!

Ai scoppiò a ridere e anche Nai, che cercava però di mantenere un’espressione seria non riuscì più a trattenersi, ridendo di gusto. 

«Va bene così. Ton è fatto così, ci sono abituato.»

«Ti ha fatto stancare molto non è vero?» chiese Nai a Chon. Chon era imbarazzato dalla sua franchezza, ma Ton sembrava non curarsene.

«Beh… sì, abbastanza.»

«Di cosa state parlando? Non capisco.»

«Non fare l’idiota… non sto parlando con te. Sei una persona che non ha nessuna cura per le cose delicate.» Quello che doveva essere un foglio venne arrotolato e sbattuto con forza sulla testa di Ton che non sembrò minimamente scalfito dal colpo ricevuto. Anche se dovevano studiare, un secondo dopo Ton strappò dalle mani del suo amico il foglio attorcigliato e tra loro iniziò una giocosa battaglia. 

Chon si voltò a guardare Ai e vide l’altra persona sorridere osservando il comportamento infantile degli altri due e sospirò rassegnato. 

«A volte è davvero stancante, ma bisogna trovare il modo di gestire il proprio ragazzo, no? Hai già trovato un modo per gestire Chon?» Ai raccolse il foglio che gli era stato lanciato. I suoi occhi nocciola fissarono in silenzio Nai e dopo avergli detto qualcosa a cui Nai non replicò, si trattenne per sedersi poi di fronte a Ton. «Ton per prima cosa devi trovare il modo giusto per riuscire a gestire al meglio Chon, devi tenerlo sempre sotto controllo!»

**********

Una t-shirt bianca dal collo largo venne tirata fuori dall’armadio e messa sopra il tatuaggio a forma di ancora sul petto, lasciando il disegno visibile in maniera sfocata, e venne poi abbinata a dei jeans chiari con le gambe strappate.

Portafoglio e cellulare vennero presi contemporaneamente dal primo ripiano della libreria e riposti nella tasca posteriore dei pantaloni, prima che Ton prendesse le chiavi della macchina e bussasse alla porta per avvertire che stava uscendo. Si avvicinò all’allegro junior che era in pigiama, seduto a gambe incrociate sul letto e lo guardava avvicinarsi. 

«Se dovessi ubriacarti chiamami e dimmelo che ti vengo a prendere.»

«Tranquillo, puoi prenderti cura di te stesso stasera, non preoccuparti.»

«Non preoccuparti? Sei comunque il mio ragazzo

Chonlatee rimarcò la parola ragazzo, anche se Ton era un po’ ingenuo alle volte, ora il suo comportamento mostrava chiaramente quanto fosse geloso, tanto che il ragazzone lo abbracciò per confortarlo credendo così di alleviare le sue preoccupazioni.

 «Prometto di non parlare con Amp.» disse Tonhon.

​​«Ton mi fido di te, non rendermi triste.»

«Grazie.» disse Ton e la pelle delle guance di Chonlatee incontrò il freddo del metallo all’angolo della bocca di Ton.

«Che cosa c’é?»

«Grazie per essere buono con me, per la fiducia. Grazie per esserti fidato di me.»

«È quello che devono fare i fidanzati.» Il calore sulle guance di Chon durò un attimo

prima di svanire quando l’altro si alzò, allontanandosi.

«Sì… non guidare veloce. Per favore chiamami.»

«Bene, chiamerò. Adesso vado.» Con voce rauca Ton salutò Chon prima di lasciare la stanza.

La promessa però, venne dimenticata non appena Ton uscì dalla stanza. Non chiamò il suo ragazzo perché appena arrivato al locale incontrò conoscenze di vecchia data, e una vecchia conoscenza in particolare. Quella che avrebbe dovuto essere la sua prima priorità venne surclassata e sostituita dal sapore caldo e speziato dell’alcool che dalla bocca era arrivato fino al cervello. Senza contare le molte sigarette al mentolo che un amico gli aveva dato, ormai aveva perso il conto di quante ne avesse fumate. Il livello di lucidità in Ton si era notevolmente abbassato e la sua coscienza si era già dimenticata della promessa fatta, tanto che ben presto iniziò a entrare in stato di amnesia.

Ton percepì un tocco leggero sulla spalla e subito si voltò a guardare torvo il viso tagliente del suo amico Ai, entrato in fretta nel locale, con l’intento di strappare dalla mano di Ton il bicchiere color tè.

«Sei irascibile per via di quella bella donna? Lei ti guarda, tu guardi lei.» sibilò Ai «Nai mi ha detto che si chiama Amp… è la tua ex.» 

Ai prese posto accanto a Ton al tavolo dove sedevano tutti gli ex compagni della scuola superiore, che però non catturarono l’attenzione del ragazzo che li salutò con noncuranza senza nemmeno presentarsi. Ai riusciva a essere a suo agio anche con persone che non conosceva, e anche dopo essersi presentato, non si curò affatto degli altri seduti al tavolo. 

Per quanto riguardava Nai molto probabilmente era in un angolo del locale, non visibile dal tavolo, a parlare e ballare in maniera goffa con dei vecchi compagni di classe.

Al tavolo Ai prese uno strano cocktail giapponese a base di un liquore scuro creato dal riso Oishi, sorseggiandolo tra una frase e l’altra come se si trattasse di un potente superalcolico. 

«Stai andando a chiamare Chon, non è vero? Vai e senti la persona che sta aspettando un po’ tue notizie.»

Nel momento in cui Ton pose la mano sulla tasca posteriore dei suoi jeans si accorse che era vuota, ma con la poca lucidità rimastagli, realizzò di aver lasciato il suo telefono in macchina. 

«Tu, invece, puoi fare quello che vuoi?»

«Non sono un tipo molto premuroso, ma se fossi nei panni di Chon, seduto qui e guardassi il mio ragazzo lanciarsi occhiate di fuoco con la sua ex… Ton, Chon non ha detto nulla su questa uscita perché si fida di te, ti ha dato piena fiducia… non distruggerla comportandoti in questo modo.»

«Ho dimenticato il telefono in macchina…» Ton parlò con voce calma senza mostrare alcuna reazione per l’avvertimento di Ai.

«Chiama Chon per prima cosa. Se vai via prima dimmelo e dillo anche a Nai così sarà più facile trascinarlo via da qui.»

«Ok. Grazie.» disse Tonhon un momento prima proprio di alzarsi dal tavolo barcollando.

«Non deluderlo.»

«Non lo farò. Lo amo anche io.»

«Mio padre mi ha insegnato che quando si ama qualcuno dobbiamo innanzitutto preoccuparci per lui. Prova a metterti nei panni di Chon e immagina come ti sentiresti se fossi al suo posto. Spero che tu non sia davvero così stupido da non sapere che con il tuo comportamento stai ferendo il tuo ragazzo.»

«So cosa sto facendo.»

«Sii consapevole dell’amore che Chon prova per te e di come possa essere frustrante per lui vedere, anche solo per un secondo, che non hai preso sul serio la vostra storia.» Ai ammise a se stesso che non gli aveva fatto piacere dover parlare così al suo amico. 

Quando Ton arrivò al parcheggio, riflettendo sulle parole di Ai e su come doveva sentirsi Chon, sentì crescere in lui una frustrazione maggiore di quella provata nell’ascoltare la ramanzina del suo amico per aver dimenticato così in fretta la sua promessa.

Ho completamente dimenticato la promessa fatta a Chon “Ti  chiamerò non appena sarò arrivato al locale… e ti prometto che ignorerò completamente la mia ex ragazza Amp”.

Ma scambiarsi degli sguardi ogni tanto con lei non significa che provo ancora qualcosa o che voglia tornare insieme a lei; si tratta solo di non dargliela vinta, di dimostrarle che anche senza di lei io sto benissimo.

Se il solo camminare verso il parcheggio per raggiungere la propria auto si era dimostrata un’impresa abbastanza impegnativa, Tonhon guardando la propria macchina capì che il peggio doveva ancora venire. Appoggiata al veicolo c’era la sua bella ex ragazza e Ton guardandola si sentì ancora più frustrato. 

«Ammetto che il mio ex ragazzo è molto bello, ma il piercing sulle tue labbra mi fa ancora sentire a disagio.»

«Amp…»

«Ti avevo avvertito che se ci fossimo incontrati di nuovo, per certo, non si sarebbe trattato di una coincidenza.»

«Allora cos’è?» Ton sospirò in maniera profonda.

Avvicinandosi all’auto Ton poté sentire il profumo della ragazza. Era un odore familiare e subito provò disgusto verso se stesso per quella sensazione allettante che provava ogni volta che si erano incontrati, per quell’inspiegabile arsura provata… che li aveva fatti vivere come in trance… quello di certo non era quello che si provava quando si era davvero innamorati, non è vero? 

Perché il mio cervello mi sta dicendo che tutto quello che provo è solo fastidio? Forse è perché l’amore che provavo per te è svanito. No, forse non ti amavo nemmeno. Il nostro non è mai stato amore, ma solo attrazione.

«Ton, tu non potrai mai dimenticarmi veramente… Prova a negare che la mia vicinanza non ti faccia alcun effetto. Ci basta così poco per infiammarci e bruciare insieme… Io lo so meglio di chiunque altro.»

«Mi piacerebbe molto Amp, solo non con te.» Ton trasse di nuovo un respiro profondo.

Il calore che Ton sentì incendiare il suo corpo era solo una naturale reazione fisica che un ragazzo provava quando qualcuno cercava di sedurlo. La persona però con cui voleva perdersi era quella con un profumo leggero, una fresca fragranza che delle volte era tanto seducente, ma che a volte lo calmava e lo confortava.

 «Vuoi farlo con Chon?»

 «Voglio farlo con il mio ragazzo. E non solo questo, anche se può sembrarti strano.»

«Lo ami così tanto?»

«All’inizio non ne ero del tutto sicuro, ma quando ti ho visto Amp, ho capito cosa provo davvero per Chon. Stavo giusto per chiamarlo… Amp lascia perdere, ora andrò a parlare con il mio ragazzo, il mio nuovo ragazzo a cui sono molto affezionato, che mi rende molto felice e con cui non litigo ogni tre giorni.»

In quel momento però, le esili braccia della ragazza avvolsero strette la sua vita. Ton allontanò da sé Amp spingendola gentilmente, tutto ciò che desiderava era prendere il telefono e il portafoglio dalla macchina, tornare dentro il locale e cercare Ai in modo da poter ritornare alla propria stanza.

I pensieri di Ton si interruppero quando all’improvviso Amp schiacciò le sue morbide e fresche labbra su quelle di Ton e vi indugiò in un bacio profondo. Si dice che a galoppare non sia mai solo il cavallo, ma con lui c’è sempre il cavaliere… così Ton si ritrovò a ricambiare il finto bacio della ragazza.

«Se io non sono felice allora nemmeno tu devi esserlo Ton.»

«Perché ti comporti come se non ci fossimo mai amati in passato, come se l’unica cosa che abbiamo fatto fino a ora è insultarci e ferirci a vicenda.» ribatté Ton.

Purtroppo per Ton, lui aveva sempre cercato di avere l’ultima parola quando discuteva con la donna di fronte a lui. Era sempre stato così, se Amp era cattiva lui doveva esserlo di più, se Amp era calda e sensuale Ton doveva esserlo di più… Ton avrebbe sempre cercato di prevalere sull’altra persona e avrebbe fatto di tutto per avere e mantenere il controllo.

Tonhon sapeva di avere quella brutta abitudine… e di averla usata accidentalmente anche con Chonlatee… ma lui e Chon non avevano avuto grandi problemi, al contrario erano sempre andati d’accordo…

Mi dispiace molto Chon… prometto che d’ora in poi mi comporterò meglio… 

Amp si chinò accanto all’auto per guardarsi nello specchietto laterale dell’auto e ripulire le labbra da tutto il rossetto ormai sbavato. 

Ton una volta aveva anche trovato sexy quel gesto, ma quello era il passato. In quel momento guardando quelle labbra, Ton provò ribrezzo e quando sentì cosa la donna stava dicendo di aver appena fatto, provò disgusto anche per se stesso.

«Ho registrato un video del nostro bacio e l’ho appena inviato a Chon. Buona fortuna Ton  con il tuo nuovo amore. Vi auguro di tutto cuore ogni bene.»

«Perché… perché sei meschina dannazione?!»  

Dopo aver inveito contro la donna Tonhon si rese conto che la loro storia era davvero finita e di come avesse superato del tutto il suo primo amore.

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