KINNPORSCHE – CAPITOLO 44 (2/2)

L’ultima storia

«Porsche!» La voce di Kinn varcò in fretta la porta mentre correva verso di me. Non avevo la forza di tirarmi su ed ero inconsapevole di chi stava entrando in casa in quel momento.

«Porsche, c’è qualcosa che non va figliolo?» Una voce che sembrava uscire dalla mia memoria era ora davanti a me. Alzai lentamente lo sguardo dal pavimento.

Non sapevo che espressione avessi sul mio viso in quel momento e non mi interessava.

«Chan ha detto che voi ragazzi siete venuti qui. É quasi ora, se Kinn e Kim non vogliono che Porsche e Ché si facciano male, portateli a casa subito.» Khun Korn mi accarezzò la testa allungando il pollice per asciugarmi le lacrime. Soppressi ogni cosa nella mia mente prima di spingermi fuori dalle braccia di Kinn e sollevarmi lentamente da terra.

«Cosa farai con la seconda famiglia?» chiesi con calma.

«Oh, Kinn non te l’ha ancora detto?» Khun Korn si voltò a guardare Kinn con severità. Avevo guardato dietro di lui e avevo visto che c’erano le guardie in piedi che riempivano l’intera area. Quella scena assomiglia molto al passato in cui mio padre era stato circondato. Un déjà vu.

«Porsche, stai bene?» Mi chiese preoccupato Pete, che era in piedi dietro P’Chan.

«Allora, cosa hai intenzione di fare con la seconda famiglia?» Non risposi alla domanda di Pete, mossi appena gli occhi per guardare di nuovo Khun Korn.

«La seconda famiglia ci ha tradito. Ha dato le informazioni ai nostri concorrenti. Oggi papà sarà in grado di coglierli sul fatto.»

«Oltre a sradicare tutti i membri del clan minore?» Dissi con voce vuota. Ad un certo punto, vidi gli occhi di Pete svolazzare per la preoccupazione.

«Qualunque cosa sia da fare che consentirà alla nostra famiglia di andare avanti, dobbiamo farlo, Porsche.» disse Khun Korn più calmo e solenne di prima. Avrei dovuto aver paura di quell’espressione formidabile? No, era come se mi sfidassero.

«La seconda famiglia è tuo fratello, vero? Vi è stato insegnato ad uccidervi a vicenda?»

Le mie parole trasformarono i miei occhi che erano sempre gentili e compassionevoli in uno sguardo abbagliante di morte.

Com’era ridicolo usare le parole di mio padre contro la stessa persona.

«Cosa c’è che non va in te, Porsche? Penso che tu sia stanco. Kinn, porta Porsche a casa.»

«Ti hanno davvero tradito? O è solo che la seconda famiglia si sta rafforzando, ecco perché hai intenzione di sradicarli?»

«Porsche… andiamo a casa per ora.» Kinn mi tirò il braccio e lo guardò spaventato.

«Eh, i tuoi occhi… Sono proprio come…» Khun Korn non riuscisse nemmeno a finire le sue parole quando all’improvviso intervenne una voce.

«Paaaa!!» Tankhun entrò frustrato.

«Perché sei venuto qui?!» Khun Korn si voltò scioccato.

«Mi lasci solo in casa! Ho paura dei fantasmi!»

«Pol è rimasto con te.»

«Beh, stavo guardando film di fantasmi e ho avuto paura. Anche la faccia di Pol sembrava un fantasma! Ogni volta che si girava, rimanevo scioccato! Anche io voglio unirmi a te qui. Perché non me lo permetti?» Il bastardo si sdraiò sul divano senza avere la minima idea di cosa stesse succedendo.

«Dannazione Pol! Ti avevo detto di non perderlo di vista!» Pete si voltò per rimproverare il Pol, che scosse la testa in segno di sconfitta.

«Papà!» Kim urlò dall’ingresso di casa con Porsché che correva verso di me e mi abbracciava.

«Cosa è successo?»

«La seconda famiglia sapeva già del nostro piano. Questa è una trappola.» esclamò Kim, volgendo lo sguardo verso la sua famiglia. Le loro guardie del corpo si prepararono e iniziarono a prendere comandi per difendere il loro padrone.

«Khun Korn, la seconda famiglia si è intrufolata dal retro e ha distrutto il sistema dei cancelli su tutti i lati. Arm sta riparando il sistema in modo che le armi possano essere introdotte.» Pete riferì rapidamente dopo aver ricevuto una rapida parola da Arm.

«Ragazzi, preparatevi e andate a cercare un posto dove nascondervi.» Ci disse Khun Korn, mentre mi stringevo forte al braccio di Ché.

«Se succede qualcosa, voglio che tu corri al secondo piano, e sotto le scale che portano al terzo piano, troverai un piccolo ripostiglio. Puoi nasconderti lì.» Sussurrai all’orecchio di Ché.

«Merda! Hanno già circondato la casa!» Una delle guardie del corpo gridò mentre si sentirono diversi spari, facendo accovacciare tutti.

Le mie mani poi spinsero automaticamente Ché a correre verso il secondo piano e dirigersi verso il luogo di cui gli avevo parlato. Ci vollero solo pochi secondi e nessuno si accorse nemmeno che avevo mandato via mio fratello.

«Accidenti, che seccatura!» Esclamai e Kinn posò immediatamente gli occhi su di me.

«Cosa ci fai ancora qui Porsche!? Nasconditi!» Kinn disse, e nel momento in cui le sue mani raggiunsero le mie, i membri della seconda famiglia fecero irruzione in casa.

Kinn mi abbracciò immediatamente e tirò fuori rapidamente la sua pistola. Mirò verso i nemici e metà di questi cadde a terra.

Eravamo circondati e l’unico modo per liberarci di loro era il lato della casa verso un grande fiume.

Le guardie del corpo della famiglia principale avevano aperto il fuoco. Stavo diventando perplesso su cosa avrei dovuto fare in quella situazione. Perché lo stesso Kinn aveva tentato di proteggermi. Tuttavia, ero furioso per quello che avevo appena ricordato…

Il suono degli spari si fece più forte. Kinn mi trascinava costantemente per evitare i proiettili, e anch’io facevo lo stesso con lui. Era già pomeriggio e il cielo non era color indaco e si stava oscurando.

Non appena tentammo di contrastare la tirannia della seconda famiglia, la pioggia cadde dal cielo. Come se gli Dei dall’alto sentissero che stava per piovere l’inferno. E sia la famiglia principale che la seconda vennero interrotte.

Con gli occhi vuoti, guardai le persone di fronte a me. Il clan minore aveva tentato di inseguire incautamente il clan principale così da portarlo dove i loro alleati erano pronti e armati. Si affrontarono tutti finché il clan principale non si accorse di essere in inferiorità numerica.

«Stai andando da qualche parte?» Una voce profonda risuonò dall’altra parte, e quando guardai meglio era Khun Kan, insieme al bastardo di Vegas.

«Kan..» Khun Korn si spinse attraverso le guardie del corpo davanti a lui e lanciò uno sguardo compiaciuto a suo fratello. Quella era stata la prima volta che l’avevo visto con quel tipo di espressione.

«Non pensi di essere troppo vecchio per nasconderti? Dio! Mi fai ridere!» Khun Kan disse.

«E tu? Pensi che sia stata una mossa intelligente?» rispose Khun Korn, tirando fuori una sigaretta, l’accese e poi iniziò a fumare come se la seconda famiglia non fosse neanche lì.

«Non devo essere intelligente per sapere le tue abitudini, Korn. Anche un bambino può capirlo comunque.» Disse Khun Kan, alzando le mani come per dire a Khun Korn che era stato facile intercettato.

«Allora, cosa hai intenzione di fare? Ti unirai alla compagnia del signor Joseph per sabotare il clan principale di Teerapanyankun?» Khun Korn emise uno sbuffo di fumo, indifferente.

Sembrava che stesse discutendo del tempo. Mi ero appena reso conto che la seconda famiglia aveva idee così grandi da essere alla pari con i propri concorrenti. Per quanto avevo lavorato con Kinn, l’azienda del signor Joseph era una rivale, la cui società madre si trovava in Russia. Aveva avviato trattative con la famiglia principale in diverse occasioni e aveva voluto che la società Teerapanyakun si unisse alla rete e diventasse una sussidiaria per la linea a monte e per espandere il potere commerciale ad altri paesi.

«Eh. Stiamo parlando di vantaggi qui. Benefici non solo per i clan principali, ma dell’intera nazione.»

«Allora… quanto ti hanno dato?» Khun Korn parlava con noncuranza. Picchiettò la sigaretta in un bicchiere trasparente che una delle guardie del corpo aveva portato con sé.

«Più di quello che ho ricevuto oggi.»

«Hmmm.»

«Non dirmi che sei ancora ambizioso, che la compagnia di Teerapanyakun si espanderà da sola. Sveglia Korn, non accadrà mai!» Khun Kan continuò a schernire Khun Korn. E solo per il suono delle parole di Khun Kan, la mia testa pulsava. Come se fossi rinchiuso di nuovo nello stesso armadietto in cui mi nascondevo.

«Usa la tua fottuta mente, Korn!»

Quella voce…

«Porsche, qual è il problema?» Kinn mi strinse forte la mano.

Fanculo!

«Papà.. Non fare del male a mio padre…» cominciai a borbottare, mentre il passato mi balenò nella mente.

«Fratello… smettila di credere alle ultime parole di nostro padre e che la nostra famiglia durerà per sempre. Perché nel momento in cui Nam Phueng è morta, i nostri sogni e il nostro futuro erano già stati sepolti con lei!» esclamò Khun Kan, e mi fece cadere in ginocchio a terra.

Fermati!

«Sai com’è essere sempre il secondo?» Khun Kan disse strillando: «Siamo una famiglia, ma perché cazzo sento di non appartenere ad essa?» Disse quest’ultimo con rabbia, ma Khun Korn rimase imperturbato.

«Cosa stai pianificando, Kan?» Khun Korn rivolse a quest’ultimo un’occhiataccia.

«Non ci siamo mai sentiti parte di questa famiglia. Tutto era prerogativa del clan principale. Benefici, proprietà e persino potere. Facciamo lo stesso tipo di lavoro, ma veniamo trattati come se fossimo topi che chiedono l’elemosina per il cibo! Ne ho abbastanza di questo sistema! Vendiamo l’azienda e condividiamo gli stessi vantaggi!» esclamò Khun Kan, si prese alcune ciocche di capelli in mano e scivolò a toccarsi la bocca con frustrazione. Quest’ultimo tacque, prima di voltarsi verso di me con uno sguardo duro sul volto.

«Sai in cosa ti sei immischiato, Porsche?»

«Questa faccenda è tra me e te, Kan.» Khun Korn mi lanciò un’occhiata prima di rivolgere uno sguardo ribollente a quest’ultimo.

«Se Honey fosse ancora viva…»

Il mio cuore volò quasi fuori dal mio petto non appena sentii il nome di mia madre. Ma in questo, Khun Korn estrasse immediatamente la sua pistola e puntò la canna contro Khun Kan.

«Non hai il diritto di dire il suo nome!»

Risuonò uno sparo ed entrambe le parti diedero inizio alla rissa. Quei piccoli discorsi di Khun Korn e Kan avevano dato ad Arm abbastanza tempo per riparare il sistema di sicurezza e per far entrare i rinforzi del clan principale. Erano tutti armati e io potei solo rimanere immobile in uno stato di stordimento. Ero così perso con i pensieri, ma quando i miei occhi incontrarono qualcuno di familiare, mi risvegliai.

«Vegas!» Gridai e mi lanciai verso il bastardo che mi aveva drogato in albergo.

«Cazzo! Porsche!» esclamò Vegas, prima di mirare alla mia faccia mentre bloccava i miei attacchi.

«Tu, bugiardo figlio di puttana! Come osi!»

«Che diavolo!?» Vegas rispose come se non sapesse cosa stavo cercando di dire.

Ci prendemmo a pugni come se fosse la prima volta. Il mio pugno raggiunse la sua guancia e quel bastardo mi ruppe il labbro. Il gusto del sangue si diffuse attraverso la mia bocca, ma ero troppo preoccupato anche solo per sentirlo.

«Perché cazzo non me l’hai detto!?» Afferrai il colletto di Vegas e lui fece lo stesso.

«Mi dispiace!» disse Vegas, e noi due, a turno, ci lanciammo l’un l’altro contro al muro di recinzione. «Khet è morto. È stato catturato dal clan principale stamattina!»

«La famiglia principale!?» esclamai.

«E so già come sei imparentato con il clan principale!» Vegas mi colpì duramente in faccia e premette il suo avambraccio sul mio collo. Fui costretto con forza contro il muro mentre lottavo.

Dal nulla Kinn saltò verso di noi e prese a calci Vegas. Quest’ultimo si staccò da me a causa dei calci. Non sapevo cosa credere ora, ma l’unica cosa rimasta nella mia mente era che c’erano ancora molte cose che non sapevo del clan principale. La mia mente era confusa e non credevo di poter fare affidamento solo su di essa.

Vidi Kinn pestare a morte Vegas, ma all’improvviso la situazione si ribaltò. Vegas ora stava tenendo il collo di Kinn e quest’ultimo stava lottando per liberarsi. Continuarono a scambiarsi colpi, ma quando vidi che Kinn non stava prendendo il sopravvento, intervenni.

Ero ancora un po’ confuso, non sapevo da che parte dovevo stare, ma nel momento in cui avevo visto barcollare Kinn, la mia mente era immediatamente diventata bianca. Stavo per intervenire, ma Kinn estrasse la pistola e puntò la punta della canna verso Vegas.

«Dannazione… mio cugino Kinn è sempre migliore di me.»

«Non dirlo. Non ci hai mai visti come la tua famiglia fin dall’inizio.»

«Allora, se hai intenzione di uccidermi adesso, posso chiederti di dare qualcosa al tuo vice-capo?»

«Marcisci all’inferno, bastardo!» Quando Kinn stava per premere il grilletto, mi morsi le labbra. Non era che mi preoccupassi di  Vegas, ma cosa avrebbe provato Pete se lo avesse visto con i suoi occhi.

Mi aspettavo un forte scoppio, ma quando strinsi gli occhi verso Vegas, lui stava rotolando a terra con Pete addosso. Quest’ultimo stava prendendo a pugni Vegas senza sosta e Kinn potè solo sospirare, mettendo via la pistola. Sapevo che Pete stava cercando di proteggere Kinn, ma lo stesso valeva per Vegas.

«Tieni la pistola e, se possibile, non unirti alla lotta.» Kinn mi passò la pistola, che accettai con timore. Non ero nuovo a queste cose, ma semplicemente non sapevo dove e con chi avrei dovuto usarla. Per proteggere i miei cari, o per proteggere me stesso.

I miei occhi scrutarono l’intera area. Vegas e Pete litigavano sull’erba. Pete aveva continuato a prendere a pugni Vegas in faccia, ma quest’ultimo non aveva minimamente reagito. Vegas bloccava solo di tanto in tanto gli attacchi di Pete. Gli occhi di Vegas erano leggermente tristi per Pete, ma a volte cercava di alzarsi e guardava Khun Kan con preoccupazione. Kim, d’altra parte, aveva ucciso diversi subordinati della seconda famiglia. Era molto abile nel combattimento. Ma Tankhun era l’esatto opposto. Teneva male la pistola in mano, saltava sulla schiena di Pol e sparava in modo così stupido. Non aveva colpito niente, tranne gli alberi e il tetto della casa.

Kinn camminava tra la folla, non stava nemmeno cercando di uccidere le persone della seconda famiglia. Ma sapevo che il suo obiettivo era molto chiaro, intendeva affrontare lui stesso Khun Kan.

Lanciai un’occhiata a Khun Korn, che era saldamente protetto dalle sue guardie del corpo, e a P’Chan che non dava a nessuno la possibilità di arrivare a Khun Korn. Ammisi che P’Chan era molto abile, dato che in una mano teneva una pistola e nell’altra teneva un pugnale che poteva uccidere chi lo circondava a sangue freddo senza farsi male o doversi muovere di un centimetro.

‘Perché!? Perché non potete accettare che io sia migliore di chiunque di voi!? Non volevi lasciare andare la mia famiglia… quindi sarei rimasto qui e avrei seguito tutti i tuoi ordini come un cane!’

‘Te l’avevo detto Pat! Nessuno! Nessuno ti accetterà proprio come ha fatto la famiglia principale!’

‘Accettare? Da chi esattamente!? La tua famiglia mi ha accettato solo perché sai che mio padre può aiutarti a sbarazzarti del clan principale!’

L’immagine continuava a ripetersi nella mia mente. Il tono e la voce non erano vividi, ma una cosa era certa nella mia mente…

Il suono degli spari mi fece trasalire ripetutamente. L’immagine di mio padre puntato da una pistola divenne più persistente e più chiara man mano che il suono si ripeteva. Il mio smarrimento si trasformò rapidamente in risentimento. Aveva assassinato mio padre, lasciando soli me e mio fratello. Mi aveva ingannato in questo mondo, mi aveva giocato brutti scherzi. Mi aveva preso il primo mondo e mi aveva riportato nello stesso posto per prendere il secondo. Sapeva cosa eravamo io e Kinn… Ma perché… Cosa voleva?

Non sapevo da quando avevo iniziato a camminare nel mezzo dello scontro, con i clan minori che cercavano di balzare verso di me e il clan principale mi proteggeva da quest’ultimo. Non sapevo dove stavo andando, ma i miei passi mi stavano indirizzando verso…

«Porsche.»

Raggiunsi Khun Korn facilmente, senza alcun ritardo. Era stato naturale perché si fidavano di me, ma non me ne fregava più niente.

«Togliti di mezzo.» Rimasi in piedi di fronte a Khun Korn con espressione vuota. Khun Korn si girò nella mia direzione, e quando i nostri occhi incontrarono il panico aleggiava sulle guardie intorno a noi.

«Ehi Porsche!!!» Non appena puntai la punta della canna sulla fronte di Khun Korn, le principali guardie del corpo della famiglia mi puntarono le pistole addosso sconvolte. Tutta la vita intorno a noi si fermò, guardando l’evento con incomprensione. Persino Kinn, che stava cercando di raggiungere Kan, e Vegas, che correva in aiuto di suo padre, si fermarono.

«Porsche! Metti giù la pistola!» P’Chan mi disse con fermezza.

«Porsche, cosa stai facendo!?» Pol e Arm si avvicinarono in fretta e si fermarono dietro di me.

«Perché hai ucciso mio padre?» chiesi con voce tremante. Ne avevo abbastanza di questi eventi traumatizzanti, volevo delle risposte!

«Porsche…» Kinn si avvicinò lentamente a me, con gli occhi increduli.

«Eh! Mi hai quasi ucciso e mi hai detto di non dirlo a nessuno. Ma alla fine, i fagioli si sono rovesciati, vero?» Khun Kan si asciugò delicatamente il sangue dalla bocca mentre si avvicinava a me e Khun Korn finché Kim non dovette puntare una pistola verso Khun Kan. Alla fine sorrise compiaciuto e smise di camminare.

«Porsche, figliolo… hai capito male.» Disse Khun Korn con tono serio.

«Porsche, metti giù la pistola!» Disse di nuovo rigidamente P’Chan.

«Porsche metti giù la pistola. E voi ragazzi non puntate quella cosa a Porsche!» Tankhun camminava verso di me, ma non tutti gli credettero.

«Mia madre… Era tua sorella. Ma non ti sei nemmeno degnata di dirmelo…» Continuai a parlare con difficoltà.

E all’ultima frase che avevo detto, Kinn aperto gli occhi scioccato, prima che le sue lacrime cominciassero a scendere e mi guardasse confuso.

«Papà… cosa significa?» Tankhun e Kim chiesero.

«Sì… Nam Phueng è mia sorella.»

Strinsi la presa sulla pistola, mentre le lacrime mi rigavano le guance. Tankhun e Kim guardarono Kinn con compassione. Quest’ultimo stava per camminare verso di me, ma come se le sue ginocchia si fossero indebolite, Kinn crollò a terra.

«Porsche…» Kim si morse forte il labbro mentre abbassava la pistola, prese forte il muro a pugni quasi a rompersi la mano, con un tale dolore che Anon dovette fermarlo.

«Honey…» mormorò all’improvviso Khun Kan. La sua espressione era diventata inerte non appena aveva sentito il nome di mia madre, come se fosse rimasto in trance.

«Nam Phueng era la mia adorabile sorella. Siamo stati insieme come quattro fratelli fin dall’infanzia… e da quando è entrata nella nostra famiglia, tutto ha preso vita.» Disse Khun Korn con volto imbronciato, ricordando mia madre.

«Allora perché non me l’hai detto papà!?» Kinn urlò a suo padre. I suoi occhi erano sia blasfemi che terrorizzati, «Porsche… scusa, scusa, cosa devo fare? Cosa devo fare!» Kinn si voltò a guardarmi e cadde a terra e il suo pugno sbatté sul terreno con tutta la sua forza.

«Kinn…» mi mordicchiai forte il labbro. Entrambi stavamo soffrendo e nessuno di noi osò muoversi. Il mio cuore si frantumò alla conferma di Khun Korn e vedere Kinn crollare con me peggiorò le cose.

«Amavamo moltissimo Nam Phueng, o Honey. Era diventata il cuore della casa. E anche Agong e mamma l’avevano amata più di noi.» disse Khun Korn a bassa voce, facendo in modo che ognuno di noi lo guardasse.

«V…vuoi dire a me.»

«È stata adottata dai nostri genitori. La mamma voleva una figlia, quindi abbiamo preso Nam Phueng dall’orfanotrofio e l’abbiamo cresciuta come nostra.»

Kinn e Kim sospirarono insieme. Kinn si accarezzò il viso e gli occhi, come se un problema fosse stato risolto, ma non mi sentivo sollevato o altro.

«Allora perché non mi hai detto niente?» Chiesi.

«Voglio prendermi cura di te, Porsche. Ho saputo da Athi che eri testardo e, a quanto pare, non mi hai riconosciuto. Non sapevo come dirtelo. Come potevo crescerti come se fossi mio figlio se avessi saputo la verità.»

«Per compensare quello che hai fatto eh?» Disse Khun Kan con rancore.

«Hai detto che mi avresti solo augurato il bene… allora perché hai ucciso mio padre!?» Allungai il braccio e puntai di nuovo la canna verso la faccia di Khun Korn.

«Non l’ho fatto, Porsche.» Khun Korn disse con un’espressione abbastanza forte sul viso.

«Smettila di mentirgli Korn! Ormai non ha più senso! Digli la verità!» Khun Kan continuò a intervenire.

«Zitto bastardo! Davvero non hai alcun senso, eh? Ho fatto di tutto per far sembrare che Pat e Nam Phueng avessero avuto un incidente. Solo per te! E come mi hai ripagato!? Eh? Hai continuato a fare cose che hanno rovinato la nostra famiglia!» Khun Korn urlò a Khun Kan, e quest’ultimo potè solo aggrottare le sopracciglia verso suo fratello.

«Di che diavolo stai parlando!? L’hai fatto davvero per me, o l’hai fatto solo per confutare la tua colpa!?» Scattò Khun Karn.

«Quando accetterai la verità Kan!? Sapevo che odiavi Pat tanto quanto odi me!» Disse Khun Korn incredulo.

«Sì! E lo ammetto! Lo odiavo. Lo odiavo perché mi aveva portato via Honey! E qualunque cosa facessi o dicessi ad Honey… Lei non mi aveva mai accettato.» Disse Khun Kan, afferrandosi un lato della testa. Non sapevo più cosa credere.

«Quella tua gelosia fin dall’infanzia, non ti avrebbe mai portato da nessuna parte, Kan.»

«Ma non ho ucciso Pat! E sai benissimo cosa accadde quel giorno!»

[FLASHBACK]

«La tua patetica famiglia stava solo crescendo i bambini per uccidersi a vicenda! Papà ha ucciso suo fratello per diventare il più forte. E in futuro, tuo fratello farà  lo stesso!» Kan stava per prendere a pugni la faccia di Pat, ma Korn gli sbarrò la strada. Essere sconsiderato era il forte di Kan, ma questa era la prima volta che vedeva suo fratello arrabbiarsi. Perché in famiglia, lui era il braccio e Korn era il cervello.

«Papà non ci ha mai insegnato a ucciderci a vicenda!» Korn strinse il pugno e lo premette forte contro il viso di Pat. Kan disprezzava Pat, ma non poteva negare che sua sorella adorava il bastardo e vedere Pat in quello stato avrebbe solo reso triste Nam Phueng. E non sopportava il pensiero che la sua amata sorellina fosse in quello stato.

«Davvero adesso Hia? Aspetta e vedrai. E non pensare che io non sappia che ami segretamente mia moglie!»

«Sai già troppo, bastardo!» Ma prima che Kan potesse alzarsi. Korn tirò fuori velocemente la pistola e sparò con la pistola a Pat, facendo crollare quest’ultimo a terra. Kan lo guardò incredulo.

«Tu… l’hai ucciso… l’hai ucciso, Hiia!» disse Kan incredulo, guardando sconvolto il cadavere di Pat.

«Se lo meritava.»

«Allora cosa proverà Honey?!»

Nam Phueng bussò forte alla porta e quando vide il cadavere di suo marito, le ginocchia di quest’ultima indebolite, si accasciò a terra come un fiore appassito. Incapace di muoversi, di parlare e di sentire il diluvio di emozioni.

«Porta a casa Nam Phueng! Insieme a Porsche e Porsché!» Disse Korn severamente mentre le guardie scortavano Nam Phueng e Porsché fuori dalla stanza con Porsche che non si trovava da nessuna parte.

[FINE DEL FLASHBACK]

Ricordai tutto vividamente, e più Khun Kan parlava, più le mie dita si avvicinavano a premere il grilletto sul viso di Khun Korn.

«Sei davvero bravo a scrivere storie, Kan. Non hai alcun senso di colpa? Pensi che estrarrò una pistola con noncuranza e ucciderò le persone ogni volta che voglio? Non sono come te. Chi era disperato e ordinò che Pat venisse trattenuto senza motivo?» disse Khun Korn a suo fratello. Poi fece un respiro profondo e mi affrontò.

«Ascolta papà, Porsche. Credo che tu mi conosca abbastanza bene. Viviamo insieme e sai come tratto la mia gente più di Kan.»

[FLASHBACK]

«La tua patetica famiglia stava solo crescendo i bambini per uccidersi a vicenda! Papà ha ucciso suo fratello per diventare il più forte. E in futuro, tuo fratello farà  lo stesso!»  Pat scattò contro Korn, e quest’ultimo gli diede un pugno in faccia con rabbia.

«Papà non ci ha mai insegnato ad ucciderci a vicenda!» Korn strinse un pugno e colpì con forza la faccia di Pat. Kan d’altra parte stava solo guardando furiosamente il combattimento, con i suoi occhi fiammeggianti di rabbia.

«Davvero adesso Hiia? Aspetta e vedrai. E non pensare che non sappia che ami mia moglie segretamente!»

«Sai già troppo, bastardo!» Korn stava per prendere di nuovo a pugni la faccia di Pat, ma prima ancora che potesse alzare il pugno, Kan estrasse la pistola. E mise fuori combattimento Pat, uccidendolo.

«Kan! Che diavolo hai fatto… Perché l’hai ucciso!?» disse Korn incredulo, guardando il cadavere di Pat con shock.

«Se lo meritava.»

«Allora che ne dici di Nam Phueng? Cosa proverà nostra sorella?»

Nam Phueng bussò forte alla porta e quando vide il cadavere di suo marito, le ginocchia di quest’ultima si indebolirono e si accasciò a terra come un fiore appassito. Incapace di muoversi, di parlare e di sentire il diluvio di emozioni.

«Porta a casa Nam Phueng! Insieme a Porsche e Porsché!» disse Korn severamente mentre le guardie scortavano Nam Phueng e Porshé fuori dalla stanza con Porsche che non si trovava da nessuna parte.

[FINE DEL FLASHBACK]

Con lo sguardo nei suoi occhi e la fermezza nella sua voce mi rese debole. Essendo un adulto rispettato, allentai a malincuore la presa sulla pistola. Non sapevo più a chi credere.

«Mi dispiace di aver nascosto la verità, Porsche… L’ho fatto solo per esaudire l’ultimo desiderio di Nam Phueng. Mi dispiace molto averti causato problemi in questi ultimi anni…»

«Perché… perché una persona come te non dovrebbe capire?» Khun Kan si lamentò: «Hai ancora il coraggio di ingannare suo figlio… sai cosa è successo a Nam Phueng dopo? Khun Kan diresse il suo sguardo su di me. «Si è uccisa! Quello a cui hai creduto fino ad oggi ti sta solo ingannando, Porsche!»

Khun Kan abbassò lentamente la testa, le spalle tremanti. Vegas guardò suo padre da lontano, aveva la preoccupazione nei suoi occhi, ma decise di non intervenire.

«L’hai fatto tu stesso! Se non pensavi che avrei parlato di Nam Phueng quel giorno… non si sarebbe mai tolta la vita!»

[FLASHBACK]

Una settimana dopo la morte di Pat, Nam Phueng fu nascosta nel seminterrato segreto della famiglia principale. La stanza era buia, silenziosa, solitaria e nessuno poteva scappare. C’era solo vuoto nel cuore della donna, che teneva in braccio un bambino con le guance piene di lacrime.

«Porta via Porsché da Honey e consegnalo alla tata fuori.» Ordinò Kan, tenendo un vassoio di cibo tra le mani mentre cercava di negoziare con Nam Phueng, il che era chiaramente impossibile.

«No! Non lascerò che i miei figli stiano con nessuno di voi!»

«Perché devi parlarmi così, Honey?» Kan si sedette al suo capezzale, e subito dopo Nam Phueng ricadde contro il muro.

«Lasciaci andare!»

«Sto ancora inseguendo Athi e presto sarai di nuovo insieme a Porsche.»

«Dov’è Hia Korn… Voglio vedere Hia Korn…»

Nel momento in cui Kan sentì il nome di suo fratello dalla bocca di Nam Phueng, si irritò.

«Perché chiedi ancora di lui?» Disse Kan con rabbia.

«Allora esci! Non voglio vedere la tua faccia! Sei disgustoso!» Nam Phueng iniziò a piangere, e la cosa successiva che vide era Kan sopra di lei che la fissava.

«Sono disgustoso eh!? Nam Phueng!?» Disse quest’ultimo, afferrando entrambe le braccia di Nam Phueng.

«Lasciami andare! Ti odio! Ti odio!» Nam Phueng cercò di lottare e afferrare Porsché, ma Kan prese il bambino e lo portò via.

«É mio figlio! Restituiscilo! Ridammelo!»

[FINE DEL FLASHBACK]

«No no… Honey mi ha chiamato. Non mi odiava. Perché non avrei mai fatto del male a Honey, non le avrei mai fatto del male! Eri tu Hia! Sei tu che lei odiava da sempre!» Le lacrime di Khun Kan scorrevano continuamente, era così immerso nei suoi pensieri, come se fosse tornato di nuovo nella stessa situazione. Crudo e vivido.

«Smettila di prenderti in giro Kan! Hai portato via Porsché a Nam Phueng! Perché la amavi troppo a modo tuo non hai potuto nemmeno più occuparti di tua moglie!» disse Khun Korn con rabbia, mentre Khun Kan rimase senza parole.

Mi morsi il labbro verso la dichiarazione di Khun Korn e ruotai gradualmente la pistola nella direzione di Khun Kan. Nella mia testa, potevo vedere solo un debole tratto di una mano, ma era così sfocata che non riuscivo nemmeno a ricordare di chi fosse la mano.

«E a causa di quello che hai fatto, l’hai completamente persa…»

[FLASHBACK]

«Ridammi mio figlio!» Nam Phueng urlò a Kan nel momento in cui quest’ultimo consegnò il suo bambino alla tata.

«Mi odi così tanto, Nam Phueng?» Kan sogghignò leggermente e si avvicinò lentamente a lei.

«Sì! Ti odio così tanto che non sopporto di guardarti in faccia! E un giorno, questa famiglia sarà rovinata proprio come hai fatto tu alla mia!» Nam Phueng urlò a Kan, mentre quest’ultimo era impegnato a far scorrere gli occhi sul corpo di Nam Phueng.

«Famiglia dici? Questa è la tua famiglia.» Kan strisciò verso il letto e afferrò saldamente le caviglie di Nam Phueng.

«Non ti vedo mai come uno della mia famiglia! Vattene via!» esclamò, lottando per liberarsi dalle catene e dalla presa di Kan.

«Allora… farò anche di te mia moglie… In questo modo i nostri figli avranno entrambi la stirpe di Teerapanyakun.» Kan si accoccolò al collo di Nam Phueng. La molestò e la lasciò piangere per la disperazione.

«N…no! Fermo! Fermati Kan! Basta!»

[FINE DEL FLASHBACK]

«Mamma…»

Le parole di Khun Korn mi spezzarono di nuovo il cuore. Le mie mani iniziarono a tremare mentre lottavo per mantenere il controllo. Gli occhi di Kinn erano pieni di pietà, ma non importava quanto cercasse di entrare e afferrarmi, la mia mano puntava sempre la pistola in avanti. Volevo uccidere subito quel bastardo, così come tutti gli altri coinvolti nell’omicidio dei miei genitori. La mia vista era sfocata e la volontà di uccidere tutti intorno a me era prepotente.

«Ehi…» Chiamò una voce da dietro. Guardai mio fratello minore con le lacrime che gli rigavano il viso. Probabilmente aveva origliato per tutto questo tempo. E mentre Porsché si avvicinava sempre di più, Khun Kan alzò lo sguardo e rimase immediatamente scioccato.

«Honey…» Khun Kan chiamò dolcemente il nome di mia madre. «Nam Pueng!»

Quest’ultimo cercò di correre verso Porsché, ma sia Kim che io gli puntammo frettolosamente la pistola contro.

«Non osare avvicinarti a mio fratello!» Esclamai.

«Honey… mi dispiace. Mi dispiace così tanto…» disse Khun Kan frustrato. Il suo corpo crollò lentamente a terra mentre le sue emozioni lo divoravano.

«Nam Pueng non ti perdonerà mai, Kan.» Disse Khun Korn, guardando con pietà il fratello minore.

«Mi dispiace… non posso proteggerti… Nam Pueng… Honey..» Kan si sedette sulle ginocchia e continuò a delirare. «Perché dovevi fare questo Hia!?»

«Perché era la sua ultima richiesta prima che prendesse le pillole per suicidarsi, per colpa tua!»

[FLASHBACK]

Korn andò a cercare Honey, ma rimase sbalordita dalle condizioni in cui si trovava la sua sorellina. La piccola figura era seduta in un angolo della stanza, con il corpo coperto di lividi e la sua espressione era completamente pazza.

«Nam Phueng…» chiamò dolcemente Korn.

«N…no! Non avvicinarti a me! Esci! Esci!» Nam Phueng implorò disperatamente, abbracciandosi forte.

«Ehi sono io. Sono io Korn, calmati. Non ti farò del male.»

Quando quest’ultima sentì la voce di Korn, si fermò immediatamente. Alzò il mento e abbracciò saldamente Korn nelle sue braccia.

«Per favore. Aiutami! Per favore!»

«Sono qui, Nam Phueng. Sono qui.» Korn abbracciò sua sorella e confortò quest’ultima con la sua presenza.

«Hanno preso il mio bambino… hanno preso Porsché!» Nam Phueng continuò a gridare.

«Stasera porterò i miei uomini per portarti via da qui.» Disse severamente Korn a Nam Phueng, sollevando il mento di quest’ultima, mentre guardava la sorella sofferente. Quindi sfiorò lentamente con il dito i lividi che sua sorella aveva ricevuto da suo fratello. Gli aveva spezzato il cuore e non poteva sopportare di vedere di nuovo sua sorella in quello stato.

«Non posso venire con te Hia. Sai cosa può fare. Farebbe qualsiasi cosa pur di prendermi. Prendi invece mio figlio. Porta via mio figlio e lascialo ad Athi.»

«Ma che ne dici di te? Non puoi restare qui!»

«Se scappo con te, metterò in pericolo i miei figli. Lo conosci molto bene Hia… Non si fermerà mai finché non mi troverà…»

Korn non voleva lasciare Nam Phueng, ma non poteva fare niente. Non voleva accettarlo, ma sua sorella aveva ragione.

«Nam Phueng…»

«Puoi promettermi una cosa? Non lasciare che la famiglia Teerapanyakun trovi i miei figli. E qualunque cosa accada, non lasciare che siano coinvolti di nuovo in questa famiglia.»

Korn si morse il labbro in agonia, vedendo la donna che amava così tanto, soffrire di dolore. La donna che un tempo era diventata la luce della casa, ora annegava di dolore e risentimento. Non poteva dire altro, e si limitò a fare un cenno alla sua amata sorella minore.

«Allora… lascio questa lettera anche a te.»

«Ma se trovo a Porsche e Porsché in un posto sicuro dove stare, torneremo a prenderti. Te lo prometto.»

[FINE DEL FLASHBACK]

«Ma Nam Phueng ha scelto di proteggere voi due Porsche. Ecco perché lei… si è invece tolta la vita. Solo per tenervi al sicuro.» Khun Korn mi guardò pietosamente. Era stato lo stesso per l’intera famiglia principale che era qui, non sopportavano di sentire queste storie.

«Ho sempre mantenuto le mie promesse. Non avevo mai pensato nemmeno di cercarvi! Non fino a poco tempo fa quando ho appreso dalla tua bocca che hai infranto la tua stessa promessa e hai riportato questi due ragazzi sotto la tua ala!» disse Khun Kan e fece sì che tutti si guardino con sentimenti contrastanti.

«Dovevo! Perché non potevo sopportare di vedere come Athi aveva cresciuto i miei nipoti! Porsche doveva fare di tutto solo per sbarcare il lunario e convincere Porsché a studiare in una scuola prestigiosa, quando chiaramente avrebbero potuto farcela se Athi li avesse trattati meglio!»

«No! No! Vuoi solo possedere tutto ciò che Agong ha dato a Nam Phueng! Volevi solo che fossero con te perché ti facessero sentire che Honey era ancora viva!»

Pensai a quello che aveva detto Khun Kan e mi voltai a guardare Khun Korn incredulo.

«Questo è abbastanza, Kan!» Khun Korn ringhiò verso Khun Kan, ma quest’ultimo era troppo immerso in ciò che stava provando e continuò a scusarsi.

«Honey… mi dispiace… mi dispiace molto…» Si chinò sul pavimento e rimase in silenzio per un po’. Ma improvvisamente alzò la testa e prese la pistola da una delle guardie del corpo vicino a lui e la puntò in direzione di Khun Korn.

Khun Kan stava per sparargli, ma P’Chan fu abbastanza veloce da afferrare il polso di Khun Kan e allontanare con un calcio la pistola dalla mano di quest’ultimo.

Quando Vegas si precipitò a proteggere suo padre, il caos si riaccese. Kinn tentò di correre verso di me ma venne afferrato dal clan minore. Mentre puntavo la pistola contro il loro capo, eravamo entrambi circondati da orde di uomini della seconda famiglia. Quando ne ebbi l’opportunità, spinsi in fretta Porsché da Kim, che era in posizione di ricezione e poi tentò di voltarsi e combattere ancora una volta la seconda famiglia.

Feci molti errori cercando di difendermi con calci e pugni perché la mia pistola era stata lanciata via. Il mio corpo sbatté forte contro la porta della serra e ricordo che mia madre l’aveva costruita di proposito quel posto. Tuttavia, ora tutte le finestre erano fissate saldamente con una pellicola nera. E quando il mio corpo si posò sulla pellicola nera, sentii un freddo inteso.

«Porsche!» Kinn mi lanciò una pistola, che raccolsi immediatamente, e sparai dalla parte del nemico. Quei bastardi si stavano precipitando verso di me, e quando misi le mani sulla pistola, tutti volarono via.

Il mio sguardo si soffermò sul posto in cui mi trovo ora, e un profumo familiare all’improvviso mi colpì il naso. Era il profumo di mia madre.

«Porsche!» Khun Korn scosse la testa, facendomi segno di seguirlo, e subito dopo mi ritrovai all’interno della serra di mia madre.

Khun Korn chiuse la porta, lasciando dentro Khun Kan, P’Chan, Kinn e io. Il mio sguardo indugiò con sospetto e si fermò sul viso a disagio di Khun Korn. Mi dava fastidio, ma i miei sensi erano troppo occupati con la situazione che stavo affrontando ora.

Il profumo familiare di mia madre e il suono dei violini continuavano a suonare. Seguii l’odore di mia madre e quando raggiunsi la fonte, i miei occhi si spalancano per lo shock.

«Mamma!» Sussultai.

L’immagine di fronte a me era mia madre, che indossava un lungo abito bianco e teneva in mano un mazzo di rose. Era tenuta in una bara di vetro, in perfette condizioni come se stesse solo dormendo.

«Mamma, mamma!» Mi tenni stretto alla bara, cercando di rompere lo specchio in ogni modo possibile in modo da poterla abbracciare completamente.

«Porsche! Porsche, calmati.» Kinn si avvicinò e mi tirò via dalla bara di vetro.

«Nam Pueng! Honey!» Khun Kan impazzì quasi quanto me, mentre fissava impotente.

«Hai detto che è stata sepolta nel nostro cimitero di famiglia… qual è il significato di questa Hiia!?» Disse, stringendo i pugni e continuando a piangere.

«L’ho fatto perché era l’ultimo desiderio di Nam Phueng.» Khun Korn si avvicinò lentamente a noi.

«No! No!» Khun Kan continuò a blaterare.

«Sta aspettando il giorno in cui… potrà rivedere i suoi figli. Ho fatto di tutto solo per esaudire il suo ultimo desiderio… e mi dispiace davvero di averti fatto aspettare Porsche…»

«Questa è una bugia…» Khun Kan si voltò per afferrarsi le tempie.

«Quel giorno… mi ha detto che anche dopo la sua morte, voleva almeno che i suoi figli la vedessero. Ecco perché l’ho fatto.»

«Ti ha detto di non scherzare più con loro.»

«Te l’ha detto nella lettera?»

«Sei stato tu quello che ha ricevuto quella lettera! Te la lascia lei Hia!» Khun Kan urlò sempre più forte, ma la mia attenzione non era su di loro ma su mia madre davanti a me.

«Mamma… per favore apri gli occhi. Sono proprio qui, tuo figlio… per favore… per favore svegliati…» Continuai a chiamare il nome di mia madre, sperando che mi sentisse. Ma sapevo che non importava quanto forte la chiamassi, non mi avrebbe risposto mai più.

«Quel giorno, prima che cedessi Porsché alle cure di Athi, Nam Phueng gli aveva consegnato una cornice che lo staff di Black Rose aveva fatto per il loro bambino mentre cresceva». Khun Korn pronunciò, prima di rivolgersi a suo fratello. «Allora, smettila con la tua illusione ora Kan! E smettila di rovinare il nostro clan e gli ultimi desideri di Nam Phueng!»

«Honey…» Khun Kan continuò a chiamare il nome di mia madre. E più proiettava la sua voce, più forte diventava il dolore dentro la mia testa.

«Athi doveva morire e stamattina hai ordinato di raccogliere il suo corpo perché volevi disperatamente distruggere tutte le prove. L’intera famiglia Kittisawat ha dovuto soffrire, solo a causa della tua gelosia Kan! Sei così da quando eravamo giovani. Sei geloso di me perché papà mi ha prestato molte attenzioni, e poi hai rivolto la tua gelosia a Pat e a Nam Phueng! Stai annegando di gelosia sin dall’inizio e ti ha consumato tutta la vita!»

Tenni di nuovo una presa salda sulla pistola, mentre cercavo di digerire tutto ciò che stavano cercando di dire. Perché se non l’avessi fatto, sarei impazzito ed avrei fatto di nuovo casino. 

Mamma, cosa devo fare?

«Hai mai amato qualcuno?» disse Khun Kan di punto in bianco, dirigendosi verso Khun Korn con il pugno serrato.

«Certo Kan, e tu lo sai benissimo… farò di tutto per la nostra famiglia, e ora che Porsche e Porsché ne fanno parte, farò di tutto anche per loro…» disse Khun Korn con convinzione, rivolgendo al fratello uno sguardo imbronciato.

«SONO SOLO BUGIE!!!» urlò Khun Kan, puntando il pugno verso il fratello maggiore. Fu tutto così improvviso, e prima ancora che potessi battere le palpebre Khun Korn sparò alla testa di Khun Kan.

«Dormi ora, fratello mio…» disse Khun Korn in agonia, tenendo la testa bassa, mentre chiudeva gli occhi verso il corpo di suo fratello. P’Chan poi prese immediatamente il corpo di Khun Kan e lo appoggiò su un lato.

Ha mentito!

Una voce debole mi urlò dentro la testa, nel momento in cui vidi il cadavere di Khun Kan.

Ti ha mentito Porsche! Ha mentito!

Incapace di sopportare ciò che avevo sentito, puntai la pistola alla testa di Khun Korn, facendo andare nel panico tutti quelli intorno a me.

«Porsche!»

La voce familiare che stavo aspettando di sentire chiamò il mio nome, ma quando alzai la testa era Kinn, che proteggeva suo padre dalla mia pistola. Era in piedi davanti al grilletto, le lacrime che gli rigavano le guance mentre mi lanciava uno sguardo di totale agonia.

«Fidati di mio padre, Porsche… e rimani con me per sempre.»

«Ma la tua famiglia ha ucciso i miei genitori, Kinn!»

«Papà può aver sacrificato delle persone, ma questo è il suo unico modo per proteggere te e tuo fratello. E ha promesso di prendersi cura di entrambi ora.»

«Non so più di chi fidarmi, Kinn.» Mi morsi forte il labbro, guardando Kinn dolorante.

«Ti amo, Porsche. Ti amo più della mia vita. E se quel giorno arriverà, quando sarai sicuro che la mia famiglia ha fatto qualcosa per ferirti… Puoi uccidermi. Se è l’ultima cosa che estirperà il dolore nel tuo cuore.» Disse Kinn, con pieno rimorso, accettando la punizione per le cose che non aveva mai fatto.

«Sono molto dispiaciuto di averti mentito, Porsche. Ma l’ho fatto solo per richiesta di tua madre… e ho tenuto qui il suo corpo, perché era anche sua volontà almeno incontrarti, anche se è già morta.» disse Khun Korn, con il suo tono confortante di nuovo.

«Sei il mio tutto, Porsche. Ma se davvero non riesci a perdonare la mia famiglia, accetterò volentieri la punizione.» Kinn prese la canna della mia pistola e se la mise sulla fronte.

«Dannazione…» sussultai mentre il mio cuore si scioglieva al gesto di Kinn.

Deve essere così?

Tutto il mio mondo mi era stato portato via proprio davanti ai miei occhi, e non potevo nemmeno fare nulla per proteggerlo. Ma ora, la fede del mio secondo mondo era proprio alla mia portata, e davanti alle mie dita… avrei dovuto scegliere ancora di premere il grilletto?

«Io… ti amo, Kinn.» Gli dissi. Le mie ginocchia si indebolirono rapidamente e scivolai a terra.

«Porsche.» Kinn chiamò il mio nome e mi serrò in uno stretto abbraccio. Sia il suo sguardo che il suo calore fecero sciogliere il gelo che sentivo. Kinn aveva detto di credere a suo padre e mi aveva pregato di rimanere tra le sue braccia per sempre. Voleva che perdonassi suo padre e ricominciassi tutto da capo.

Se gli credessi, ti arrabbierai con me, mamma?

Volevo Kinn al mio fianco, nel bene e nel male. Era la luce della mia vita, l’armatura che mi aveva protetto da quel mondo crudele e astuto.

Non avrei mai dimenticato chi aveva fatto del male alla mia famiglia e avrei sopportato l’angoscia e il dolore che mi avevano causato. Userò quei ricordi per ricordare e guidarci sempre verso il percorso che avevo scelto.

«Anch’io ti amo, Porsche. E ti proteggerò, qualunque cosa accada.» Kinn pronunciò quelle parole, dandomi un leggero bacio sulla testa.

«Andiamo a casa, figliolo.» Khun Korn si chinò e mi accarezzò dolcemente la testa. E stavo per staccarmi dall’assistenza di Kinn quando sentii dei forti rumori.

«Papà!» Vegas stava sbattendo rumorosamente la porta dall’esterno.

Diedi un’occhiata al cadavere di Khun Kan con sentimenti contrastanti dentro di me. Non sapevo cosa provare, o come reagire a quello che era successo. Aveva rovinato la mia famiglia, ucciso mio padre e persino violentato mia madre… ma meritava davvero di morire per quello che aveva fatto?

«Fallo entrare.» Khun Korn ordinò a P’Chan e fece un cenno verso la porta.

Non appena la porta si aprì, Vegas si bloccò. I suoi occhi erano vuoti mentre fissava direttamente il corpo di suo padre. Era come se tutti i suoi sensi fossero crollati in un batter d’occhio. Riuscii a vedere il dolore nei suoi occhi mentre scuoteva la testa incredulo. Voleva disperatamente afferrare suo padre, ma scelse di non farlo e di scappare.

«Vegas!» gridò Pete, seguendo Vegas con lo sguardo. Stava per correre dietro a quest’ultimo, ma si fermò sui suoi passi e andò invece dritto da Khun Korn.

I miei occhi non lasciarono mai Pete, mentre gradualmente si avvicinava a noi. Non doveva dire niente, perché sapevo esattamente cosa stava pensando nel momento in cui i nostri sguardi si incrociarono.

«Capo… mi dispiace molto.» Pete chinò lentamente la testa e si tolse la spilla della famiglia principale insieme al suo blazer nero e la porse verso Khun Korn.

«Sei sicuro di questo, Pete?» Khun Korn chiese.

«Perdonami, capo.» Disse Pete con voce tremante.

«Va bene, va bene.» Khun Korn prese tutto dalla mano di Pete e lo porse a P’Chan che era in piedi accanto a lui.

«Grazie, Capo, per aver avuto pietà di me.» Pete chinò leggermente la testa prima di correre dietro Vegas.

«Pete… Pete!» Tankhun stava per seguire Pete, ma Arm e Pol lo afferrarono.

Il mio sguardo si limitò a seguire l’azione del mio amico e in silenzio gli auguravo ogni bene per qualunque cosa avesse in programma di fare.

Potevo essere contro lui e Vegas… ma se si sentiva davvero in quel modo nei confronti di Vegas, non potevo farci niente, augurare il meglio a entrambi e sperare che un giorno saremmo potuti stare di nuovo tutti insieme.

[UN MESE DOPO]

Dopo l’incidente, tutto sembrò difficile e caotico e la famiglia principale organizzò un funerale onorevole per Khun Kan. Pete poi ci aveva dato cattive notizie, dal momento che quel giorno della morte di Khun Kan Vegas era uscito sotto una forte pioggia ed era stato coinvolto in un incidente. Vegas non aveva mostrato segni di ripresa per un mese.

Pete tenne d’occhio Vegas e Macau, che erano tutti e due sotto la sua giurisdizione. Anche se Tankhun continuava a disprezzare i fratelli, cercava comunque di visitare Vegas quasi ogni giorno perché gli mancava Pete. Kinn e Kim avevano entrambi affrettato tutto per chiarire le cose sia con la famiglia principale che quella secondaria, in modo da tornare alla normalità il prima possibile.

E per noi, che eravamo stati stressati per tutto il mese, Tankhun aveva deciso di organizzare una festa per rilassarsi e distendersi. Ma ovviamente aveva inviato tutti i nostri amici.

«Illumina la festa, Time!» Tankhun continuò a camminare e dirigere le persone nell’evento.

«Dang, il cibo del tuo hotel fa ancora schifo!» Quest’ultimo prese in giro Tae e il bastardo in cambio gli diede un calcio sul fianco.

«Per quanto riguarda voi tre, Jom, Tem e Mew! Andate ad aiutarmi a dirigere lo stereo. Alzeremo la musica finché non saranno tutti sordi!» Il piccolo ding dong era troppo eccitato, mi stava facendo venire il mal di testa.

«Ehi! É vero!?» pronunciò improvvisamente Arm, camminando verso di me con Pol dalla sua parte.

«Vi ho già detto di occuparvene voi stessi! Ed entrambi non riuscite ancora a decidere!?» Rimasi di fronte a loro, con le braccia incrociate. Era passato un mese e questi due non riuscivano ancora a decidere chi avrebbe preso il posto di Pete.

«Questo genere di cose doveva essere deciso con attenzione, Porsche!» disse Pol.

«Non hai scelta Pol. Quando mi stancherò anch’io di questa merda, ti farò prendere il mio posto o te o Arm. Chi viene prima.» Ridacchiai, ed entrambi si voltarono per darmi un’occhiata.

«Di che cavolo stai parlando di Porsche. È una cosa seria.» disse Arm incredulo, e io potei solo ridere in risposta.

«Andiamo, ragazzi! Chi sarà chi?» Chiesi.

«Diavolo! Vieni qui Arm!» esclamò Pol, tirandosi su le maniche e trascinando Arm verso di sé.

«Facciamolo qui!»

«Prendilo!» Arm rispose con lo stesso entusiasmo, sollevando le maniche.

«Va bene! Sarà solo una volta. E chi vince, prende il posto.» dissi, ed entrambi mi guardarono.

Entrambi fecero un respiro profondo e dissero in coro.

«Jackenpon*!»

*[N/T: Sarebbe il nostro Sasso Carta Forbici, o meglio “Morra cinese”]

«Fanculo!» esclamò Arm.

«Sì!» e Pol esultò.

«Non voglio essere il capo delle guardie del corpo di Tankhun!!!» Arm urlò ed io e Pol ridemmo forte al suo grido.

«Allora, è Arm?» Domandò Kinn, porgendomi un bicchiere di liquore, e io annuii in risposta con un leggero sorriso.

«Sei stanco?» Chiese Kinn, accarezzandomi leggermente la testa.

«No.» Gli risposi, con la mia attenzione sui due che stavano lottando per non essere il capo delle guardie di Khun.

«Sei sicuro?» Il tono di Kinn si abbassò improvvisamente e il mio sguardo si posò su di lui.

Mi stava pizzicando appena, con le sue labbra appoggiate agli angoli della mia spalla e della mia nuca.

«Possiamo farlo stasera?» Sussurrò.

«Non cominciare, bastardo!» Lo rimproverai e il pazzo si limitò a ridacchiare.

«Entra, va tutto bene.» La voce di mio fratello echeggiò all’improvviso e la mia attenzione andò dritta alle figure che arrivavano in giardino. Erano Kim e Macau.

«Vi avevo detto che l’ora era alle 18. Che ora sono già eh!? Sono già le 20! Ritardatari!» Tankhun rimproverò i ritardatari e Macau potè solo tenere la testa bassa.

«Phi calmati, va bene?» Ché ribatté.

«Vieni ad aiutarmi con questo filo allora!» disse Tankhun, tirando a sé il braccio di Macau. 

Poteva sembrare che odiasse quest’ultimo, ma sapevo che nel profondo ci teneva anche a lui.

«Perché devo essere io? Non puoi chiedere alle tue guardie del corpo di farlo?» Macau, ancora con la testa ancora bassa,obiettò.

«Vedi quelle bellissime luci laggiù? L’hanno fatto. Quindi, smettila di lamentarti e aiutami qui!» rispose Tankhun, e Macau non potè fare a meno di sospirare.

Kimi, invece, vegliava su suo fratello e suo cugino. «Peccato.» pronunciò, prima di voltarsi verso di noi e gridare: «Ehi! Ho una buona notizia per tutti voi, Vegas è sveglio.» Dopo aver ascoltato la dichiarazione di Kim, tutti sorrisero di gioia. Il clan principale e quello secondario potevano non essere ancora in buoni rapporti, ma apprezzavano gli sforzi dei tre fratelli nel fornire aiuto sia a Vegas che a Macau.

Io, invece, ero stato viziato da Khun Korn. Mi aveva dato tutto ciò che nostra madre ci aveva lasciato e aveva anche fornito molto di più. Mi aveva lasciato portare Porsché al conservatorio dove era tenuta nostra madre e ci aveva dato tutti i diritti su nostra madre e sui suoi averi. Volevo che fosse seppellita come si deve, ma Porsché mi aveva detto di lasciarla stare per un po’. E quando sarebbe arrivato il momento giusto, l’avremmo messa  accanto a quella di nostro padre.

«Grazie, Kinn. Per tutto.» Guardai Kinn con sincera gratitudine.

«E grazie a te per avermi scelto.» Kinn sorrise, abbassò velocemente la testa per baciarmi le labbra senza paura degli occhi di nessuno.

«Certo! Non ho un posto dove andare bastardo!» Lo presi in giro.

«Anche se lo farai, non te lo permetterò.» Kinn ridacchiò, posando le mani sui miei fianchi, e automaticamente gli misi il braccio intorno al collo.

«Perchè mi ami?» Facevo a Kinn la stessa domanda ogni giorno. Non sapevo perché mi piaceva così tanto sentire la parola “amore” dalla bocca di Kinn. Mi scaldava solo il cuore.

«Chiedilo di nuovo.» Rispose, carezzandomi dolcemente il fianco.

«Rispondimi.» dissi a bassa voce, giocando dolcemente con i suoi capelli. Non sapevo quando l’avevo imparato, ma funzionava sempre bene quando lo facevo.

Kinn ridacchiò al mio gesto, prima di avvicinare il viso al mio orecchio e dire in tono roco, afferrando forte le mie natiche: «Perché sei cattivo.» 

Sussultai, mi avvicinai al viso di Kinn e chiesi ancora: «E?»

«E lo amo così tanto.» Kinn si chinò in avanti e mi baciò sulla guancia. Sorrisi prima di seppellire il viso nelle sue spalle.

Potevamo essere partiti con il piede sbagliato, ma era finita bene. E se fosse arrivato il giorno in cui avremmo dovuto affrontare di nuovo delle sfide, sarebbe andata bene, purché Kinn mi tenesse stretto così…

«~Fah mai laeo la na naung songrahn rao raung Tumnaung pleng tohn nohn ngai ja tohnb pai tohn tohn Tung yohk tung yohn yao yuan yua jai~»

(È già un cielo nuovo, sta cantando Songkran. Quella melodia, quel tono. Ballando e ondeggiando in modo provocatorio.- Tankhun sta cantando.)

Ma prima dovevamo fare i conti con questo bastardo!

«Non è ancora nemmeno Songkran*! Che diavolo!» Urlai.

*[N/T: Songkran è il capodanno del calendario lunisolare buddhista.]

«Sono affari miei!» Rispose Thankhun, prima di continuare a cantare.

Dannazione! Non è ancora nemmeno Songkran per il bene di Pete! Perché sta cantando Ram Wong Reung Songkran!?

Kinn ed io scuotemmo la testa per le azioni di suo fratello. Mi voltai per guardare la casa e mi imbattei in Khun Korn e P’ Chan al secondo piano che ci stavano guardando attraverso il vetro. Rivolsi loro un leggero sorriso e Khun Korn fece lo stesso. Doveva essere stato felice come i miei genitori di vedere che ci sorridevamo di nuovo. Con tutte le risate e i sorrisi che erano accaduti quella sera, avrei voluto che rimanesse così per sempre…

[Dentro la stanza dei Korn]

Gli occhi di Korn guardavano il giardino, mentre le sue guardie insieme ai suoi figli ridevano di gioia. Era soddisfatto e il suo cuore era pieno perché tutto stava andando liscio secondo il suo piano.

«Solo i vincitori possono essere gli autori della storia.» Disse Korn mentre sollevava comodamente il brandy nella sua mano.

«Cosa faremo dopo, signore?» Chan rispose.

«Lascia che si amino profondamente. In questo modo, il gioco sarà divertente.» Korn si sedette lentamente contro il bordo della finestra di vetro.

«E il clan principale ha bisogno del più forte di tutti per durare a lungo, come lei ha detto, signore.» Chan porse un sigaro e Korn lo tenne pensieroso in bocca.

«Questo è ciò che mio padre mi ha sempre insegnato. E l’amore da solo non può durare. A differenza della forza.» Korn fece un piccolo sorriso.

«Stavi parlando di Kinn, mio ​​signore?» hiese Chan monotono. Ma Korn si limitò a mormorare in risposta.

«È bravo. Ma secondo me… Kim è il più forte di tutti.»

Chan rimase in silenzio, e in risposta si inchinò solo al suo maestro. Korn poi guardò in basso dalla finestra, fissando profondamente le persone come se fossero pedine del suo gioco. Poi tirò fuori un foglio, li fissò per un momento, poi lo accartocciò nel pugno come se non fosse niente e disse: «Che la sopravvivenza del più adatto abbia inizio.»

[FINE DEL LIBRO 1]

******************

Ebbene sì, siamo arrivate alla fine del Libro di KinnPorsche, quando abbiano iniziato a seguirlo su Tunwalaai nel 2020 non era neanche completo, però con piacere ci siamo buttate in questa traduzione!
Ma non temete, mancano una decina di speciali e la prossima settimana si ricomincia con Vegas e Pete, ce la faranno a chiarirsi?

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16 Commenti
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Gabriela

Grazie mille

N.

Non so voi ma questo finale mi ha lasciata con un senso di inquietudine…. Che intenzioni avrà Khun Korn? Si capirà negli speciali? Perché mi sembra non abbia buone intenzioni con Kinn e Porsche.

Anna

Concordo pienamente!
Quel dubbio che mette ansia

Danihal

No ma vabbe dubbione penso che alla fine forse sia proprio lui il cattivo della situazione ma ci saranno altri libri spero perche così non puo terminare

Ylenia

Bello bello tutto il libro mi ha conquistata, mi ha emozionato : ho riso, ho pianto, provato dolore e rabbia, gioia e tristezza. Mi ha toccato il cuore questa storia,
Ma poi arriva il finale e che cavolo! Non capisco più niente Korn che cavolo vuoi? sil buono che in realtà è il vero cattivo? Non capisco Non lo accetto non mi piace!

Loredana

Bhe……..che dire…..questo capitolo è stato veramente un’altalena di emozioni …
Sono ancora in stato confusionale…..
Da un po’ sospettavo che fossero in un certo senso parenti ma ho avuto paura quando sembrava che fossero cugini.
Alla fine sembrerebbe che tutto volga all’happy end….
Se …..Non ci fosse quell’ultima frase detta dal padre…..Non mi piace per niente…..

Simax81

grazie infinite per aver tradotto questa meraviglia!

chiara

Domanda da un milione di dollari, ma senquesto è il LIBRO 1, un libro 2 esiste, o almeno è stato iniziato, oppure c’è il rischio che non vengano mai scritti i prossimi libri e noi restiamo così?? Io non ero così ossessionata da qualcosa da quando a 11 anni ho scoperto Harry Potter.
Grazie per il vostro duro lavoro nelle traduzioni

taty

Solo i vincitori possono essere gli autori della storia… questa frase mette meda ansia… ilcaro paparino e i suoi giochini…ahi ahi Capitolo bellissimo!! Bel finale!! Col botto proprio…ahahah grazie per averla tradotta mie care pulzelle unicornose… 😀

Anna Maria

Che finale!!!PRATICAMENTE INIZIERÀ UN’ ALTRA FAIDA??!!!
Ma forse Kinn e Porsche, lasceranno volentieri lo scettro a Kim, per aprire il loro bar sulla spiaggia!!!☺️🤗❤️

BlackCat13Vraska

Non capisco se Korn vuole davvero bene a Porsche o é tutta scena.
Khun e il film sui fantasmi….flashback dell’episodio 8.
Khun potrebbe benissimo colpire tutti…chi gli ha dato una pistola? 
So che é una cosa seria, ma la reazione di Kinn e Kim alla rivelazione mi ha fatto ridere. Pensavano ad un incesto. 
Oddio! È troppo per Porsche… La verità, la tomba della madre….. 
Ora sono confusa, chi ha sparato al padre? Korn o Kan? Anche se sono convinta che sia Kan… Korn sembrava cosí buono, invece é un gran pezzo di feci

sara

Grazie x questa traduzione,come sempre fantastiche…che dire l’ultima parte è lascia tutto aperto x altri risvolti,speriamo bene.Cmq ora capisco perchè Kim nella serie è rappresentato in maniera un po’ ambigua,ma non aggiungo altro.Ai prossimi speciali….grazieee

Fanny R.Iddle

Grazie mille anche per questo capitolo 💞

Nadia

Grazie mille per la traduzione di questo libro. E’ stata una storia bellissima piena di batticuore e adrenalina, l’ho adorata! L’ultima frase di Korn mi mette i brividi chissà…..grazie ancora ragazze <3 <3

tania

pazzesco mi è piaciuto molto grazie per la splendida traduzione ! il finale ovviamente riporta ad un secondo libro che spero esca presto … beh per quanto riguarda korn sicuramente non è così buono come sembra altrimenti non sarebbe un boss della mafia credo sia un manipolatore e un sadico che non esita a usare anche i suoi stessi figli ,fredddo e calcolatore .
Ma nella mia testa vorrei dargli una seconda oppotunità di rivelare la verità o che uno dei suoi figli lo superi in astuzia e lo costringa ad assumersi la responsabilità delle sofferenze subite da porsche .
Comunque …che la storia continui!!!!!!!vi adoro noveldisagio!!!!

tania

è così straziante quando porsce scopre di sua madre …ma mi chiedo anche korn era ossesionato da lei? conservarla in una teca e tutto il resto tra fiori e violini non è un pò strano?
mi piace molto l’ultimo capitolo decidere fra il fantasma di khan e la lussuria di kinn…ahahahahahaha!!!!!
team noveldisagio siete il top

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