THE RED THREAD – CAPITOLO 4

Vicino al cuore

«Cos’è?» Korn guardò i resti neri sul piatto e rimosse la carcassa con una forchetta.

«… Frittata.» rispose debolmente In.

«Che diavolo hai fatto?» Korn diede un’occhiata più da vicino. Dopotutto, interpretava il ruolo del ‘fidanzato dispettoso’, non poteva mangiare il cibo del suo ragazzo.

«Mentre la stavo friggendo si è attaccata alla padella. Non sono riuscito a girarla. Ma ci sono questi qui!» In si voltò per prendere un contenitore di plastica e lo diede a Korn.

«Huh? Dolci?» Korn aprì il coperchio e scoprì che si trattava di dessert tailandesi, organizzati in una composizione, come semi di jackfruit, Thong Yip e Look Chub. 

«Ho aiutato mia madre a farli. Soprattutto questo.» In ne indicò uno. «La forma a stella è molto difficile da realizzare.» Prese il dolcetto che aveva la forma di una stella malandata, ma che aveva il colore più bello. «Aaa… Apri la bocca, veloce!»  

Korn scosse la testa divertito, poi aprì la bocca per ricevere il dolce. Dopo aver masticato, il sapore gli riempì la bocca.

«Com’è? Ha un buon profumo? L’ho fatto con delle fragranze.»

«Mmmh, è delizioso.» Korn si chinò e gli diede un bacio, sussurrando: «A proposito della frittata, posso saltarla?»

********

Un dolce sogno fece sorridere l’alta figura sotto le coperte, il che accadeva raramente quando era sveglio. Si stava godendo la sua beatitudine, quando tutto finì al suono della sveglia.

Dean si alzò per sedersi, si strofinò il viso per mettere in moto il cervello. Il sogno che aveva avuto un momento prima svanì al punto da non riuscire a ricordare nulla, ma lasciò una sensazione calda nel suo cuore arido. Non si sorprese quando le sue grandi mani asciugarono le lacrime che erano sgorgate dagli occhi. Fin da bambino aveva sempre sognato qualcuno ma non ricordava mai i dettagli, e ogni volta che si svegliava, si ritrovava a piangere per un dolore che non riusciva a spiegare. Man mano che cresceva, sognava sempre meno, ma quando lo faceva, la tristezza si trasformava in una felicità che lo faceva stare bene per tutto il giorno. 

Forse era a causa della tristezza mista alla felicità che sembrava sempre alla ricerca di qualcuno… chi poteva rispondere al perché si sentiva così?

Il giovane si contorse prima di andare in bagno a lavarsi. Sciacquata la faccia e gli occhi, si guardò severamente allo specchio. Alcune immagini gli balenarono in mente sovrapposte ad altre come se vedesse qualcuno che sembrava simile a lui, ma con un diverso sorriso luminoso. Dean scosse la testa e imprecò a bassa voce, poi si fece la doccia in fretta e si vestì. Doveva essere ancora addormentato.

La famiglia di Dean era composta da cinque persone, escluse le due domestiche. I suoi genitori lavoravano spesso all’estero, lasciandolo da solo con i suoi fratelli più piccoli. Tutto ciò andava bene per Dean, dato che era troppo pigro per incontrare anche la faccia di suo padre, non sapeva perché continuassero a litigare.

Il tavolo da pranzo era più solitario che mai. C’era solo sua sorella che stava facendo colazione e suo fratello che era impegnato a parlare al telefono. Dean osservò le pietanze semplici: uova fritte, salsiccia ed il pane che la domestica aveva preparato, ma che lui non aveva voglia di mangiare, quindi prese semplicemente del succo d’arancia e lo bevve. 

«Phi, oggi torno tardi a casa perché devo preparare un progetto con i miei amici.» Don, il suo fratellino, gli chiese gentilmente il permesso con uno sguardo cauto a cui Dean annuì in risposta.  

Dean sapeva che entrambi i suoi fratellini erano molto spaventati e cauti nei suoi confronti. Probabilmente perché era cresciuto con sua nonna fin da bambino. Quando erano tornati a vivere insieme, erano ormai cresciuti. Molte volte aveva provato ad avvicinarsi, cercando di adattarsi, ma c’era qualcosa che lo bloccava. Forse perché era introverso e non accettava i legami familiari che la situazione peggiorava di giorno in giorno.

«Questo fine settimana devo andare al campo per fare amicizia con le matricole. Devi tornare a casa per stare con nostra sorella.»

«Posso stare a casa da sola, Phi.» disse in fretta Del, sua sorella, perché temeva di causare problemi a suo fratello Don. 

«No!» disse Dean con voce severa: «È pericoloso che una ragazza stia da sola, chiamerò per controllare.» Si alzò e prese le chiavi della macchina e il cellulare posato sul tavolo. Scosse la testa quando sua sorella gli corse dietro per chiedergli se non volesse fare colazione.

********

La berlina nera rimase ferma nel parcheggio della scuola. Il ragazzo alto prese dei documenti e rimase seduto, accigliandosi esitante. Era uscito da casa un’ora prima della lezione. Non aveva voglia di nuotare o di andare al club, era pigro e non voleva incontrare altre persone. Alla fine, il suo stomaco decise per lui. Anche se non voleva andare a mangiare, era troppo affamato.

La mensa principale dell’università era la più grande e offriva un’ampia selezione di pietanze. Il giovane si recò al bancone per ordinare, fortunatamente era molto presto, quindi non c’erano molte persone e così non perse tempo.

 «Zietta, una frittata con riso per favore!»

Dean ordinò la prima cosa che gli venne in mente. In un attimo, la gustosa frittata fu nelle sue mani, cercò così un tavolo libero a cui sedersi e gustare la sua colazione.

Il gusto della frittata era uguale a tutte le altre che aveva mangiato, ma stranamente, ripensò a quella bruciata che non era riuscito a mangiare. Non sapeva però dove l’avesse vista, perché non aveva mai mangiato una frittata bruciata.

Mentre ci stava pensando, il telefono iniziò a vibrare fino a far tremare il tavolo. Lanciò un’occhiata al nome visualizzato sullo schermo. La foto del vicepresidente rimase lì fino a che decise di rispondere, anche se non aveva davvero di farlo.

«Che c’è?» La voce profonda di Dean mostrava che non era dell’umore giusto perché era stato disturbato mentre faceva colazione. 

«Oh, che cattivo umore. A che ora arrivi all’università?»

«Sono già qui, che succede?»

«Ah, non è troppo presto? Meglio, allora. La presidentessa del club di cibo thailandese è passata per parlare degli snack, quindi voglio che tu vada e l’ascolti.»

Parlando del vicepresidente del club, era davvero un maniaco del controllo. Si allenava dalla mattina alla sera… No, a volte, quando i membri giocavano in acqua come dei bambini, lo facevano sempre innervosire. Dean si affrettò a mangiare il resto del riso mentre indugiava: «Okay, andrò al club.»

Balzò in piedi e prese il piatto vuoto. Raccolse frettolosamente i documenti mentre parlava al telefono. Non gli importava molto di ciò che succedeva intorno a lui. Qualche secondo dopo, un ragazzo che teneva in mano un piatto di riso arrivò a sedersi proprio a quel tavolo. 

«Oh, sono qui e sto per iniziare a mangiare. Si, la mensa centrale. Si, ti aspetto.» Pharm poggiò la frittata con riso sul tavolo. Continuò a parlare con Team, prima di riattaccare e sedersi per aspettare i suoi amici e mangiare insieme.

Guardando la frittata, Pharm pensò fosse divertente. Quando era piccolo, era salito su una sedia di nascosto da sua madre e aveva cercato di friggere le uova imitando i suoi genitori. A quel tempo aveva usato dei fornelli elettrici e non sapeva come regolarli. Alla fine, la sua prima frittata venne carbonizzata e lui fu sculacciato dalla madre. Si lamentò con sua madre affinché le insegnasse a prepararla, ma non sapeva perché volesse farlo. Quello, però, fu solo l’inizio. Da quel momento aveva iniziato ad aiutare la madre in cucina; inoltre, sua madre lo prendeva sempre in giro dicendogli che sarebbe diventato una brava sposa, quindi doveva imparare rapidamente a cucinare. 

Pensandoci su, il volto di Pharm si rattristì. Appoggiò il braccio sulla sedia, ma si fermò improvvisamente quando toccò qualcosa.

«Oh, cos’è?» borbottò, sembrava quasi che qualcuno si fosse dimenticato dei documenti.

«Oiii!» Il corpo del suo amico era chino su di lui, intento a portare la frittata nella sua bocca.

«Team! Il mio riso!!» Pharm colpì forte la mano dell’amico.

«Solo un pezzetto, ok ok… vado a comprare del cibo.» Il cane affamato tolse la mano mentre andava via.

Pharm scosse la testa. Mise i suoi fogli sul tavolo, dimenticandosi che ci fossero quelli di un’altra persona.

«Che cosa significa il post di P’Dean? Pharm l’hai mai incontrato?» Manao gli mostrò lo screenshot che Team aveva mandato sul gruppo Line. Pensandoci su, non capiva cosa avesse voluto dire con quel ‘non dimenticare mai’.

Pharm scosse la testa: «Non l’ho mai incontrato prima.» 

********

In quel momento era a lezione d’inglese; l’insegnante, con un forte accento britannico, stava spiegando come scrivere dei resoconti in modo corretto. Team, il quale non capiva le lingue straniere, stava seduto ed era di cattivo umore. Manao e Pharm, avendo studiato in una scuola internazionale, seguivano la lezione senza problemi. Parlavano a bassa voce mentre nascondevano il telefono sotto i banchi.

«Sono rimasti tutti sorpresi quando ha postato quello stato dopo più di un’anno. È stato così strano.» Manao iniziò la conversazione, provando ad analizzare il post. Qual era il suo motivo? Voleva sapere cosa ne pensassero i suoi due amici.

«Magari aveva già mangiato quel dolce in passato e voleva fare una foto ricordo.» rispose Pharm. Se non avesse risposto, la sua amica non avrebbe fermato la sua curiosità.

Manao si morse le labbra: «No, com’è possibile? Credo che tu e P’Dean siate collegati.»

«Istinto da fujoshi?» Team, il quale era rimasto in silenzio, si unì alla conversazione.

«Fujoshi? Cos’è?» Pharm era confuso dalla nuova parola.

«Sono quelle cattive ragazze a cui piace vedere dei ragazzi insieme.» spiegò Team ridendo a bassa voce. Manao sbuffò.

«Haa… anche se noi fujoshi* siamo aggressive, non shipperemmo mai un amico con un ragazzo così semplicemente. E, per favore, tieni d’occhio la lavagna piena delle spiegazioni dell’insegnante. Provi davvero qualcosa, Pharm? Se non ti piace, diccelo, non ne parleremo più.» disse Manao, fissando curiosa il viso del suo amico.

*(N/T: una fujoshi è una donna/ragazza con una passione per lo Yaoi o, com’è chiamato adesso, Boys’ Love. Questo termine è nato in Giappone e ha una connotazione negativa, infatti la parola significa ragazza o mela marcia.)

Pharm sorrise allegramente, scuotendo la testa, e colpì l’amica con la penna: «Non pensare troppo, se non mi piacesse davvero te lo direi.»

«Perciò ti piacciono i ragazzi?»

Il ragazzo a cui fu posta questa domanda rimase fermo per un po’. Sospirò e disse: «… Non… ne sono sicuro.»

La sua risposta fu corta e incerta, scioccando i suoi amici. Pharm non era sicuro se dirlo o no ma, rimuginando sui suoi amici, li ritenne degni di fiducia.

«Se ve lo dico, non ridete, ok? Fin da piccolo…Ho sempre sentito la mancanza di qualcuno.» disse fissando il suo quaderno quasi stesse per scavarci dentro.

«Allora…» Manao e Team parlarono quasi contemporaneamente.

«Non so chi sia, né com’è fatto… è tutto sfocato… Ma mi sento felice e davvero innamorato di questa persona.» disse a voce bassa.

«Quella persona… è un ragazzo?» chiese Team.

L’amico annuì: «Si… È questo che mi confonde sul mio orientamento sessuale.» disse lentamente mentre incrociava le dita: «Ho sempre cercato quella persona… fino a che… durante il giorno dell’orientamento ho visto P’Dean.»

Manao alzò le mani coprendosi le guance, sorrise timidamente mentre Team apriva la bocca per capire la storia. 

«Si… si… quella persona è P’Dean, giusto?» chiese la ragazza. Sembrava quasi stesse per urlare, ma cercò di trattenersi così da non attirare l’attenzione.

«Non ne sono sicuro dato che non l’ho mai realmente incontrato.» Pharm strinse le mani mentre guadava i suoi amici: «Ma mi sento triste ogni volta che sento la sua voce e guardo una sua foto.»

«Andiamo a incontrarlo. Cercherò un modo per farvi conoscere.» Team iniziò a infiammarsi, era curioso di sapere cosa potesse succedere tra i due ragazzi. 

«No…» Pharm scosse la testa, le sue mani stavano tremando: «Ho paura.»

«Non devi aver paura, calmati. Vai a vedere Team al club così incontrerai P’Dean.» Manao provò a fare un piano ma il suo amico continuava a scuotere la testa. I suoi occhi diventarono lucidi, non riusciva a calmarsi.

«Non è come sembra, ho davvero paura… paura di incontrarlo.» Pharm chiuse gli occhi… Aveva paura che potessero essere divisi in futuro.

Vedendo che il viso di Pharm stava diventando sempre più bianco, Team e Manao si scambiarono un’occhiata e strinsero forte le mani del loro amico, accarezzandole.

«Non l’hai ancora incontrato, calmati. Siamo qui per incoraggiarti.» disse la ragazza sorridendo. Lo calmò parlando dolcemente e Pharm iniziò a rilassarsi.

«Giusto, non l’hai ancora incontrato, perciò va tutto bene. Hai ancora la possibilità per fare dei dolci deliziosi così che io possa portarli a P’Dean.» Team sollevò le sopracciglia, le sue parole li fecero ridere.

«Miss Marisa!! Mister Pharm!! Mister Teerayu!!» L’insegnante urlò, facendoli spaventare.

«I’m sorry.» Tutti e tre si scusarono. Alla fine sospirarono perché l’insegnante gli aveva chiesto di scrivere un resoconto di tre pagine per punizione.

**********  

L’orologio segnava le 9:00 di sera, Pharm aveva appena finito di farsi la doccia. Durante il pomeriggio, dopo le attività del club, la presidentessa aveva parlato di tutto ciò che sarebbe servito per preparare l’ordine richiesto dal club di nuoto. Quel giorno era lunedì, quindi avrebbero dovuto comprare gli ingredienti il venerdì e rimanere in cucina per preparare il tutto. Infine, avrebbero dovuto portare l’ordine al club di nuoto il sabato mattina.

Pharm accese il computer e prese alcuni fogli. Come poteva fare un resoconto di tre pagine in inglese? Anche i suoi amici erano stati puniti. 

Ricordandosi della giornata, Pharm non riuscì a trattenersi dal sorridere. Quando riusciva a parlare con qualcuno di ciò che teneva dentro di sé, si sentiva così bene.

«Ummm… Gli appunti d’inglese…» Pharm sfogliò tutti i documenti dato che li aveva raggruppati.

«Trovati… aww.»

Sotto gli appunti d’inglese trovò dei fogli strani. Pharm provò a ricordare, dovevano essere i documenti trovati quella mattina in caffetteria.

«Dev’essere capitato accidentalmente.» Rimase scioccato dopo aver letto delle frasi al lato del foglio. Lo fissò per poi allargare gli occhi.

Dean 571 – xxxx

Pharm si gelò per qualche secondo e poi rise: «Magari è solo una coincidenza che il nome sia lo stesso.» La sue labbra dissero così, ma il suo cuore continuava a battere forte. Il codice dello studente mostrava definitivamente come quella persona fosse del terzo anno. Pharm sospirò, entrò dentro la pagina dell’Università e cercò nel motore di ricerca degli studenti.

Le mani gli tremavano mentre trascriveva il codice, mosse il mouse e cliccò.

Il ragazzo si morse le labbra prima di entrare dentro l’account. Il nome sullo schermo era la prova che fosse la stessa persona che pensava.

571-xxxx Ratthanon Wongnate, Facoltà di Amministrazione Aziendale.

I fogli tra le sue mani si sparsero tra il tavolo e il pavimento dopo averli lanciati, urlando: «Ooiii!!»

Inconsciamente si allontanò dal tavolo, quasi avesse visto un mostro.

«Che fortunaaa… ma come farò a restituirglieli?» Pharm iniziò ad agitarsi. Si sedette sulla sedia, poi si alzò e camminò in giro per la stanza. Fissò la pagina di Facebook, accigliandosi: «O dovrei aggiungerlo tra gli amici e dirglielo? Oii… dovrei chiedere a Team di darglieli domani mattina? Aww, è impossibile. Team ha detto che stanotte non sarà nel suo appartamento, è tornato a casa. Non riesco a pensare ad altro.»

Il ragazzo borbottò tra sé per più di un’ora, fino a che non capì che non aveva altra alternativa se non restituirglieli personalmente.

L’orologio segnava le 11:00. Pharm stampò il suo resoconto. Si girò, spense il computer e si preparò per andare a dormire. Ma, prima di alzarsi dalla sedia, fissò i fogli che gli stavano facendo venire il mal di testa. Le sue labbra sottili fecero un sorriso e con le mani toccò il nome scritto sul foglio. 

Le dita scrissero ogni lettera mentre le ripeteva a bassa voce, quasi come se avesse paura che qualcuno potesse sentirlo.

«Buonanotte, P’Dean.»

**********

«Pharm, hai qualche attività del club oggi?» chiese Manao stringendo il braccio del suo amico. Nei suoi occhi c’era una luce scaltra.

«No! Ma devo andare in biblioteca per un po’. Ieri, P’Oom ha detto che sono rimasti un po’ di soldi dal budget usato per il club di nuoto, ci ha consentito di preparare qualche dolce in più. Voglio cercare un libro di ricette.» spiegò Pharm.

«Ne saremo molto felici.» Team si unì felicemente alla conversazione quando scoprì che il cibo sul pullman sarebbe stato preparato dal club del suo amico.

«Uhm… prima ne parlerò con lei. Non posso aspettare fino a sabato.» Non poteva promettere nulla ma non stava neanche rifiutando.

Manao chiese di condividere il cibo prima di separarsi: sembrava fosse occupata anche lei con il suo club. Il club di recitazione aveva deciso di lavorare con il club dei film per girare un drama. Manao sembrava in pena, quindi Pharm decise che avrebbe preparato dei dolci per tirarla su di morale, sembrava una buona idea.

Aveva alcuni libri tra le mani. Si portava dietro i documenti di P’Dean da tre giorni. Non osava restituirglieli perché aveva paura, ma era anche preoccupato che non avesse gli appunti per l’esame. Pharm sospirò, purtroppo doveva smetterla di pensare.

Libri su ogni tipo di panini e dolci thailandesi erano sparsi sul tavolo. P’Oom gli aveva chiesto di preparare dei dolci, alla fine aveva già deciso. Realizzò quanto sarebbe stato difficile: doveva stare attento alla crema di cocco e agli ingredienti che potevano andare a male.

Un mini panino con un dolce thailandese poteva essere una combinazione strana.

«Per prima cosa, Manao è a dieta perciò un panino con pollo e avocado dovrebbe andare bene.» Girò le pagine colorate, i menù erano davvero incredibili. Qualche volta, ridendoci su, pensava che avrebbe dovuto davvero scegliere economia domestica dove sapeva come sopravvivere. 

«Li devo fare anche per Team. Un panino con pomodoro e tonno andrà bene. Devo solo fare una lista di dolci thailandesi facili da fare e che possono essere conservati per tutta la notte.»

Il ragazzo scrisse allegramente, apprezzando quei momenti, fino a che non realizzò che era passata un’ora. Sbadigliò, alzandosi e raccogliendo tutti i libri prima di decidere cosa fare. Mentre camminava tra i tavoli, i suoi piedi si fermarono improvvisamente.

… Che succede?

Il suo dannato cuore stava ballando.

Pharm indietreggiò lentamente e si fermò davanti a un tavolo con quattro sedie, ma in cui solo una persona vi era seduta. A essere precisi, stava dormendo. Il suo viso era nascosto, se ne vedeva solo una parte. 

P’Dean!!! Perché? Quando? Come? 

Il corpo di Dean era solo a un metro di distanza da dove si trovava lui. 

Pharm guardò a destra e a sinistra: Sarebbe giusto svegliarlo e restituirgli i documenti? O dovrei fingere di non averlo visto e andare via? Sono solo pochi fogli, può riprenderli tanto.

Mentre guardava quei lineamenti definiti, quel naso appuntito e quelle ciglia lunghe era sicuro che…

Aspetta!! Merda, Pharm! Perché ti avvicini così?! Si girò velocemente quando si accorse di essersi avvicinato un po’ troppo al suo viso.

Il ragazzo confuso si grattò il capo, le sue guance erano rosse. Il suo cuore stava battendo così forte da farlo tornare indietro al suo tavolo.

«Dannazione, stargli così vicino fa impazzire il mio cuore.» disse mentre si stringeva il petto, chinandosi.

«Uh…» Lacrime calde caddero di nuovo. I sentimenti dentro il suo cuore erano irrefrenabili. Sentiva come se stesse impazzendo: Perché il solo vederlo mi rende così felice?

Alla fine capì. Il ragazzo dagli occhi rossi trovò l’origine del problema, prese un post-it e ci scrisse una breve spiegazione. All’inizio scrisse il suo nome, poi lo cancellò. Sgattaiolò verso il tavolo e mise i documenti vicino al ragazzo addormentato con il coraggio rimastogli. Infine gli fece una foto come souvenir.

«Dormi bene… P’Dean.» sussurrò al proprietario dei documenti.

Il ragazzo alto si svegliò dopo aver sentito una risata leggera. Si strofinò il viso e gli occhi e vide una ragazza che gli sorrideva. Dean scosse la testa, in quel periodo dormiva troppo poco. All’inizio voleva solo leggere un libro e poi andare al club ma aveva dormito fino alle 6:00 del pomeriggio. Quando controllò il telefono vide un sacco di chiamate e messaggi su Line da parte dei suoi amici, incluso un messaggio di Win in cui chi chiedeva dove fosse scomparso.

Dean sospirò, si alzò, raccolse le sue cose, ma smise di essere accigliato quando vide i fogli che non era riuscito a trovare e che aveva dovuto chiederne degli altri a un suo amico. La cosa più importante, però, era un piccolo post-it.

Li ho trovati in mensa. Scusami se è passato così tanto tempo.

Il cuore del presidente del club di nuoto quasi smise di battere. Questa volta si svegliò felice ma un po’ stranito in quanto quella persona non era da nessuna parte. Dean si bloccò momentaneamente, poi prese il post-it per guardarlo. 

Sotto quella frase c’era scritto un nome, cancellato, ma ancora vagamente visibile. Con la fiducia recuperata, sorrise gentilmente, prese il portafogli e mise il post-it dentro il riquadro per le fotografie. 

Poi si infilò il portafogli dentro la tasca della sua camicia… vicino al cuore.

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