NEVER LET ME GO – EPISODIO 7

Ben da quel giorno non era più andato a scuola. Suo padre era un ufficiale di alto rango, con una grande reputazione alle spalle. Ben era rinchiuso nella sua casa, all’interno della caserma, e non poteva ricevere visite. Inoltre, se avesse ammesso di essere stato lui a baciare Nuengdiao, sarebbe stato sicuramente trasferito in una scuola militare per recuperare la sua “virilità”. Nuengdiao provava compassione, anche perché non aveva modo di contattarlo.

Nuengdiao stesso si era preso una settimana di vacanza da scuola.

In realtà, finché la madre lo capiva, non aveva paura degli sguardi inquisitori dei compagni di scuola. Ma la madre aveva chiesto espressamente alla scuola di trovare il colpevole e punirlo secondo le regole. Anche Nuengdiao dovette aspettare che la situazione si calmasse prima di tornare a scuola, per rassicurare la madre. Palm invece aveva continuato ad andare a scuola come al solito, Mentre lui aveva studiato da autodidatta per rassicurare la madre.

«Oggi vado al club di musica.»

Finalmente arrivò il giovedì. Nuengdiao si rivolse all’autista dicendo che lui e Palm si sarebbero visti nel pomeriggio. Avrebbe continuato a frequentare il club, anche se Ben non c’era più.

«La signora Tanya ha ordinato di non lasciarla uscire.»

«Ho detto a mia madre che volevo suonare il pianoforte e lei ha accettato.»

Chanon non era convinto.

«Dov’è mia madre?» L’autista sembrava un po’ titubante, così Nuengdiao ripeté la domanda: «Zio Chanon, dov’è mia madre?»

«La signora Tanya è andata in albergo a Krabi. C’erano alcuni protestanti, è dovuta andare lì per negoziare.»

«Non hanno ancora finito?»

«L’ultima volta è stata a Phuket, perché le persone erano contrarie a trasformare il terreno della foresta in un negozio di liquori.»

«Cos’altro non so?» Sembrava che sua madre avesse molte responsabilità, ma non gli aveva mai detto nulla. E la sua situazione non faceva altro che aumentare il mal di testa della madre.

«Signorino, penso che dovreste stare più attento.» Disse con voce seria: «Siamo costantemente attaccati in questo modo, credo che ci siano persone all’interno che incitano la gente.»

«Chi?» 

Chanon scosse la testa e Nuengdiao emise un piccolo sospiro. Era quasi ora di andare al club di musica, quindi chiese all’autista di dirigersi lì. Anche se era felice di suonare nuovamente il pianoforte, la sua testa era ancora piena di pensieri. Aveva bisogno di confidarsi con qualcuno, così si sedette nella sala delle esibizioni, in attesa dell’arrivo del suo amico.

«Palm.» Disse la voce, ma non era la persona che Nuengdiao si aspettava. La tenda che separava il salotto dal corridoio esterno si spostò, ma la porta rimase aperta, permettendo ai suoni provenienti dall’esterno di entrare. Era la voce di una ragazza che non conosceva.

«Makie.» La voce di Palm che parlava dall’altro lato.

«Finalmente ti conosco! È quasi il mio compleanno, ti andrebbe di venire?» Il tono di voce dell’interlocutore era pieno di allegria. Nuengdiao non riuscì a trattenere la sua curiosità, così si alzò e raggiunse lo stipite della porta. C’era una piccola apertura, dalla quale poteva vedere un uomo e una donna. In realtà, anche se l’aveva vista solo poche volte, aveva riconosciuto la proprietaria della voce. Era Makie, la nipote del proprietario del locale. C’era anche Palm, che le parlava, ma non si aspettava che fossero così vicini.

«Non so se sarò libero quel giorno.»

«Palm, per favore, prenditi una pausa. Non credo che chiedere al tuo capo un giorno libero sia così difficile, no?»

Nuengdiao guardò la propria ombra nel vetro. Dubitava di essere un capo particolarmente irragionevole. Se un giorno Palm gli avesse chiesto di poter avere un giorno libero per uscire con quella ragazza, glielo avrebbe concesso oppure no?

«Il mio lavoro non ha degli orari fissi, non saprei come chiederlo.»

«Dovresti rilassarti un po’, non essere così serio.» Una dolce risata risuonò mentre Nuengdiao continuava a sbirciare quel dolce viso da un angolo buio. Makie era una ragazza di valore, con una personalità allegra e socievole, era molto adatta ad un ragazzo come Palm. Non era una persona molto bella, ma era indubbiamente molto pura e schietta. Aveva sempre irradiato un’energia positiva, cosa che non aveva mai visto in sé.

«Mi piaci Palm. Ma tu non dire niente, prima ascoltami.»

«Io…»

Il cuore di Nuengdiao aveva smesso di battere. Il “mi piaci” della ragazza risuonava ancora nella sua mente. Palm aveva qualcuno che era interessato a lui, ma perché non glielo aveva detto? Lui gli aveva parlato della sua relazione con Ben.

«Non ci girerò intorno, mi piaci più di un semplice amico, capisci?» Disse Makie in tono più serio. Nuengdiao trattenne il respiro. Da un lato voleva che Palm rispondesse, dall’altro invece temeva che, se Palm avesse inseguito il suo amore, non sarebbe stato più il suo unico amico. Perché i due erano ancora amici, giusto?

«Io…» La voce di Palm era piena di confusione. Anche la persona che si nascondeva nell’oscurità mostrava un’espressione confusa. Non riusciva a dare un nome a tutti i pensieri che vorticavano nella sua testa. Il fatto era che non voleva lasciare il suo amico a nessuno e in nessun modo.

Lo squillo del cellulare di Palm interruppe il tutto.

Palm immediatamente si allontanò, dicendole che doveva rispondere alla chiamata del suo capo. Makie mostrò il suo disappunto, mentre Nuengdiao tirò un sospiro di sollievo e si affrettò a tornare al suo posto, come se non fosse successo nulla. La sua mano stringeva ancora il cellulare dentro la tasca.

Aveva volutamente ostacolato l’amore di Palm, senza capire perché lo avesse fatto.

*******

«C’è qualcosa che non va, signorino?» La voce mise a disagio Nuengdiao. Dopo aver finito il lavoro, al club c’era una festa di scambio. Si sedette in un angolo tranquillo, prese una bottiglia di vino e se ne versò un bicchiere. Si chiedeva perché alla gente piacesse così tanto bere, cosa c’era di tanto bello?

«Lasciami in pace.»

«Nuengdiao, è ubriaco?»

«Non sono ubriaco.»

«Solo gli ubriachi dicono di non esserlo.»

«Allora, sei ubriaco?»

«Non lo sono.»

«Quindi significa che sei ubriaco.» Nuengdiao aprì la bocca per litigare. Il suo umore era strano, caotico. Forse perché l’altra persona non gli aveva detto di lui e Makie, oppure c’era un altro motivo?

«È la prima volta che beve, vero?» La sua voce sembrava quella di una persona che deride i bambini. Gli piaceva dire quelle cose?

«Ignorami.» Breve e sarcastico in una sola parola. Nuengdiao guardò l’altro con gli occhi rossi, non riusciva a rispondere alle tante domande che gli stavano passando per la testa. In realtà, aveva paura di quei pensieri, perché la risposta era inaccettabile per lui.

«Mi dispiace.»

«Sono io che dovrei scusarmi.» Il sorriso della persona davanti al bicchiere di vino diventò più ampio, come se ridesse della vita.

«È difficile prendersi cura di una persona come me? Chanon ti ha detto di morire per me, quindi, che cosa farai?» 

Palm scosse leggermente la testa, non sapendo cosa rispondere.

«Idiota!» Imprecò Nuengdiao: «Se mi lascerai morire, sarà finita. Sarai libero di andare dove vorrai, di fare quello che vorrai e di frequentare chi vorrai.»

Palm sollevò immediatamente la testa e lo guardò negli occhi. Nuengdiao si accorse di ciò che aveva appena detto e distolse immediatamente lo sguardo.

«Che cosa vuole dire, signorino?»

«Niente.»

«Se si tratta di Makie, allora…»

«Non ho detto niente!» Il ragazzo colpì il tavolo, l’odore dell’alcol lo faceva sentire a disagio. Alla fine, rovesciò il bicchiere di vino sul viso di Palm, ma si sentì ancora vuoto. Nuengdiao si alzò e si diresse verso il bar. Palm voleva aiutarlo, ma lui allontanò la sua mano.

«Signorino, non faccia storie.»

«Chi sei tu per darmi ordini?» Da ubriaco sembrava aver ereditato il brutto carattere della sua famiglia, un’arroganza che nessuno poteva eguagliare. Tutta la scuola lo odiava per questo motivo.

«Stronzo!»

Il sorriso all’angolo della bocca quasi spingeva la persona che aveva di fronte nella polvere, calpestando la sua fiducia, sino a ridurla a brandelli.

«Scusa.» Nuengdiao lottò per sfuggire alla presa dell’avversario. Le scuse uscite dalla bocca di Palm lo resero estremamente irritabile, il suo tono di voce era incondizionatamente arrendevole. Il ragazzo camminava lentamente per prendere altro vino.

«Sei ubriaco, andiamo a casa.»

«Stammi lontano.»

Si udì una voce in lontananza. Nuengdiao si strofinò gli occhi e vide tre uomini grandi con facce sgradevoli. Riusciva a malapena a vedere la situazione attuale.

«Ho preso tutta la terra di tuo padre.»

«Ragazzo insolente, come osi dirmi questo?»

«La tua bocca è così pulita.»

La spinta dell’altro uomo fece vacillare Nuengdiao. Immediatamente una mano dietro di lui lo afferrò. Gli occhi di Palm erano pieni di rabbia.

*******

«Sei in cerca di guai?»

Palm caricò ogni parola con forza. Nonostante le parole che seguirono fossero convincenti, Nuengdiao si sentì solo annebbiato dall’ubriachezza. Sembrava una persona diversa da quella che quel giorno aveva picchiato Pum per proteggerlo.

«Non ho bisogno del tuo aiuto.»

Cercò di allontanarsi dalla persona che lo stava aiutando, ma non aveva le forza per farlo. Le parole a volte erano chiare e a volte erano ambigue.

 «Potrà rimproverarmi quanto vorrà dopo, ma ora mi lasci risolvere questo.»

Palm parlò con calma, mettendo in subbuglio i sentimenti interiori di Nuengdiao. Era una sua responsabilità, giusto? Era l’unica cosa che aveva spinto quell’uomo a fare quello che stava facendo? A Palm piacevano le donne, stava con Makie. Per quanto tempo si comporterà così con me?

«Si sieda qui.»

Palm lo aiutò a sedersi sulla sedia. Nuengdiao guardò sognante il ragazzo che stava affrontando una situazione pericolosa.

«La bocca del tuo amico è troppo sporca.»

Tre uomini circondarono Palm.

«Avete iniziato voi.»

«Ehi, stai dando la colpa a noi?»

Uno si precipitò verso Palm, ma lui si scansò subito. Il pugno che l’avversario aveva sferrato per bloccarlo, si era trasformato in un pugno diretto, che aveva colpito la mascella. Palm usò il gomito per rispondere e lo colpì con forza, facendo cadere l’avversario con la faccia a terra.

«Sei molto bravo.»

Un’altra voce parlò e corse subito verso Palm. Lui si girò per schivare, ma l’altro ragazzo saltò in avanti e sferrò un altro calcio. Nueng involontariamente gridò, ma non potè fare nulla per aiutarlo.

Uno di loro sbatté la bottiglia contro la gamba del tavolo. Si alzò e fece cadere l’altro uomo, lasciandone solo uno con in mano un pezzo di vetro tagliente. Nuengdiao cercò di avvertire Palm, ma era troppo debole. L’uomo si scagliò contro di lui invece che contro Palm.

Nuengdiao cercò di scappare, ma le sue gambe riuscirono a sollevarsi solo un po’ e poi cadde a terra. Quando chiuse gli occhi, sentì Palm urlare. L’ultima cosa che vide fu una testa di bottiglia appuntita che andava verso di lui.

L’odore del sangue si diffuse, ma non sentì nessun dolore. Aprì gli occhi e si rese conto che Palm aveva preso il suo posto. Il sangue che sgorgava dalla spalla destra tingeva di rosso il suo corpo. Nuengdiao guardò la persona di fronte a lui.

«È questo che fanno i servitori, giusto? Perché non mi lasci morire? Così potrai andare dove vorrai. Ti piace così tanto essere il mio servo?»

Nuengdiao sputò quelle parole pesantemente, rendendo più pesante il fuoco nel suo petto. Sebbene l’alcol nel suo corpo fosse ancora presente, la persona di fronte a lui non riusciva a nascondere i suoi occhi tristi. Il volto di Palm, pieno di delusione, si voltò.

Palm portò fuori la pistola. Nuengdiao non sapeva che Palm avesse con sé una pistola. Nel momento in cui Palm la estrasse, l’atmosfera cambiò completamente. L’uomo che teneva l’oggetto appuntito allentò immediatamente la presa sulla bottiglia e la lasciò cadere a terra. Palm si avvicinò a Nuengdiao, mise la pistola nella sua mano e la puntò sugli occhi dell’avversario, facendolo cadere a terra senza poi potersi alzare.

«Andiamo a casa.» disse Palm. Cercò di aiutare Nuengdiao a muoversi, ma senza successo. Infine, Palm sollevò il corpo da terra. Tutto cadde nel silenzio, più guardava l’altro e più si sentiva in colpa. La ferita sul suo palmo faceva sentire in colpa Nueng. Era tutta colpa sua.

«Signorino, torniamo indietro per primi. Mio padre verrà a occuparsi del risarcimento più tardi.»

Signorino. Palm non lo chiamava in quel modo da diverso tempo. Chanon gli aveva aperto la portiera e poi Palm lo aveva aiutato a sedersi sul sedile posteriore, ma Nueng riusciva a sentire solo la voce indistinta. Palm non salì in macchina ma rimase fuori.

Un silenzio avvolgente.

Nuengdiao aveva vissuto spesso in quel silenzio, ma non si era mai reso conto di quanto quel silenzio lo facesse sentire colpevole. La camicia macchiata dal sangue di Palm continuava a fargli girare la testa.

Sapeva di aver detto delle cose cattive e odiose. Tanto che lui stesso, al solo ricordo di quelle parole, si sentiva scavare in profondità in cuore, come tanti buchi. Ma, a causa di tutte quelle emozioni, soprattutto la prima volta che si era ubriacato, non poteva che fermarsi al solo pensiero. Qualcosa dentro di lui ringhiava, voleva uscire dalla sua bocca, ma non ci riusciva.

«Porta il signorino a casa, poi vieni ad aiutarmi.»

«Dove stai andando?»

Chanon tornò alla macchina e parlò a Nuengdiao con voce calma.

«Palm deve andare all’ospedale per curare la ferita. Qual è il problema? Passerò a prenderlo più tardi.» 

Subscribe
Notificami
guest

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Facebook
Twitter
Pinterest



Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.