THE RED THREAD – CAPITOLO 5

La stella più dolce

«Buongiorno.»

La voce dolce e chiara di Manao era un buon modo per iniziare la giornata. Pharm le sorrise in risposta al saluto fino a socchiudere gli occhi. Erano solo le sette e un quarto ed erano già seduti al tavolo di pietra sotto un grande albero di fronte alla facoltà.

«Dov’è, dov’è? Hai detto che c’è qualcosa che posso mangiare.» gridò di nuovo la ragazza.

«Aspetta prima Team. Ha chiamato per dire che sta arrivando.» Pharm la fermò afferrando la mano della ragazza che stava per aprire la scatola di plastica che era sul tavolo.

«Huh… ho fame. Team è troppo lento. Troppo lento. Ahi!.» cominciò a lamentarsi Manao.

«Di chi ti sai lamentando? Chi è lento?» Team colpì la testa di Manao con un foglio in inglese. Non era stato troppo forte, ma la ragazza fece comunque una smorfia di dolore.

«Dannazione, Team, hai attaccato il fragile corpo di una donna!» Manao si voltò per contrattaccare senza sosta.

Hmmm… il suono del litigio interruppe la pace del mattino.

«Possiamo mangiare?» Pharm aprì il coperchio della scatola. L’interno era ricco di morbidi panini integrali. «Ci sono alcuni ripieni di avocado e pollo condito. Questi invece, sono al pomodoro e tonno. Mangiateli così avrete più energie.»

Gli occhi di Manao brillarono come se avesse visto luccicare la scatola di panini, alzò la testa e guardò il suo amico con gli occhi spalancati.

«Pharm, sposami. Mi prenderò cura di te. Devi solo cucinare per me.» disse Manao tirando il braccio dell’amico e implorandolo.

«Vuoi che Pharm sia una moglie così che vuoi trovargli un marito, giusto?» chiese scherzosamente Team, allungando la mano per prendere il panino con il ripieno di avocado e iniziare a mangiare.

«Maleducato!» gli gridò Manao, per poi continuare: «Non dire la verità dietro le mie parole.» Alla fine si voltò di scatto nella direzione opposta. 

Pharm si strinse le tempie: quei due suoi amici passavano giorni a chiacchierare di cose di cui lui non riusciva a tenere il passo. «Sbrigatevi a mangiare, abbiamo solo mezz’ora.»

La ragazza urlò, prese in fretta un panino al tonno e lo mangiò di gusto. 

Non appena il cibo entrò nelle loro bocche, i due rimasero completamente in silenzio. Pharm sedeva lì, con il mento in sù e sorrideva. Gli piaceva guardare gli altri mangiare il cibo fatto da lui. Aggrottò le sopracciglia quando vide Team aprire la borsa, prendere una bottiglia di succo d’arancia e fargliela scivolare verso di lui. La bottiglia era ancora molto fredda per il ghiaccio sciolto.

«L’hai comprato tu? Proviene dalla caffetteria XX.» Pharm fece una smorfia confusa, ma prese la bottiglia, la girò a destra e a sinistra prima di aprirla e bere. Il gusto del succo d’arancia era dolce e delicato, ma Pharm iniziò a soffocare a causa della frase successiva. 

«No, è da parte di P’Dean.»

«Cough, Cough.» Pharm soffocò e tossì prima di voltare gli occhi sul suo amico. «Non scherzare.»

Team alzò le sopracciglia, «Chi sta scherzando? Questa mattina ci siamo fermati al club e abbiamo incontrato P’Dean. Me l’ha dato, ed eccolo qui.» Poi gli consegnò un piccolo post-it con una grafia abbozzata.

-Grazie. Da: Dean-

Il volto del giovane diventò rosso. Più i suoi due amici lo prendevano in giro con gli occhi, più si imbarazzava. Pharm prese i post-it e lo incollò nel suo diario, poi iniziò a mangiare il panino cercando di sopprimere il battito accelerato del suo cuore.

Grazie…

Un post-it a colori, delle stesse dimensioni di quello che aveva usato per P’Dean l’altro giorno.

Dean, grazie per cosa?

Pharm si era riunito con le ragazze del club per andare al supermercato a comprare delle scatole da cucina. Gli unici membri maschi erano lui e un altro anziano del terzo anno che più che altro faceva loro da assistente. Non era difficile fare un mini hamburger, ma dovevi comprare un grande sacchetto di piccoli panini per hamburger, carne, uova, formaggio e verdure fresche.

Per quanto riguardava Pharm, era incaricato di acquistare cose per fare dolci thailandesi. Oggi aveva portato da casa anche un’arma segreta. Meno male che l’aveva comprata e l’aveva lasciata da parte, perché quell’arma non era in vendita nei comuni negozi. 

«Ecco le noccioline, dove sono i fagioli mungo sgusciati?» Ora che aveva tutti gli altri ingredienti, gli erano rimasti solo quei fastidiosi fagioli. Non appena raggiunse lo scaffale dove avrebbero dovuto essere, si accorse che era vuoto.  

«Ehi, è tutto finito.» affermò cercando di guardare su e giù. Alla fine, trovò un barattolo di fagioli che lo staff del negozio aveva messo sullo scaffale più alto. Il giovane mise il broncio. Quando raggiunse il punto più alto con la mano, stando in punta di piedì, iniziò a saltare. Se il barattolo fosse caduto, si sarebbe schiantato sul pavimento.  

«Il personale non è qui. Come faccio?» Cercò di allungarsi, ma non funzionò.

«Ehi, cos’altro manca?»

«I farmaci generici sono già stati acquistati. Gli intossicanti non sono fermamente proibiti.» disse una voce bassa rimproverando un amico che fingeva di offrire.

«Poco per volta. Non strafare, Dean.»

«Mangia, ubriacati e annega, chi sarà il responsabile? Vai a comprare bibite e acqua.»

Un suono familiare fece alzare Pharm dal suo posto. Non osava voltarsi, muoversi o anche solo abbassare la mano che si stava allungando. Provò a trasformarsi in un ninja o diventare un camaleonte davanti allo scaffale in cui si trovava per non farsi riconoscere e sopravvivere.

«Oh, c’è un cestello d’acqua laggiù.» Sentì la voce di P’Win forte e chiara, finché non riuscì a sentire nient’altro. Pharm tirò un sospiro di sollievo, rimase immobile con gli occhi chiusi, aspettando che il suo cuore tornasse a battere a un ritmo normale. Si chiese perché stava trattenendo il respiro, non aveva mica sognato di incontrare P’Dean proprio lì, eppure era praticamente successo.

Ma non era strano perché quel supermercato era il più vicino all’università. Anche Dean e Win probabilmente erano andati in quel posto per prepararsi al ritiro del giorno dopo. 

Dopo essersi calmato, tese di nuovo la mano, mettendosi di nuovo in punta di piedi pensando di farcela e poi…

Eh?

Pharm sbatté le palpebre quando una grande mano spuntò dal nulla e afferarò il barattolo, per poi porgerlo a lui. Si voltò e si preparò un grande sorriso per esprimere la sua gratitudine ma si scontrò con un petto ampio.

«Mi dispiace.» si scusò Pharm. Mi sarò rotto il naso? Poi, improvvisamente… il suo cervello divenne completamente bianco.

P’… Dean.

Il tempo intorno a loro sembrò essersi fermato. Il respiro dell’aiutante vacillò per un momento, non pensava che la figura che si dimenava in punta di piedi fosse qualcuno che non si aspettava di vedere.

Nessuna parola uscì mentre i loro occhi erano incollati l’uno all’altro. I loro volti erano separati da meno di un righello. Così vicino che Pharm poté sentire il suo respiro e il suo debole profumo.

Molti sentimenti iniziarono a uscire da qualche parte.

Mancanza… terribile mancanza. 

Il suo cuore perse un battito e sentì un formicolio agli angoli degli occhi. Una sensazione di familiarità svanì nella sua memoria: sorrisi, risate, baci, abbracci, tutto ciò che era stato nel sogno si trasformò in… quest’uomo.

Gli mancava da morire, fino a fargli perdere la testa. Non sapeva come descrivere i suoi sentimenti in quel momento. 

Dean guardò la sua faccia ben rasata che ora era rossa. Labbra sottili premute insieme, occhi limpidi pieni di lacrime e prima che il cervello potesse dare un comando, la grande mano si mosse per asciugarli leggermente.

Proprio quando i loro corpi si toccarono, sussultarono come se l’elettricità fosse passata tra loro. La sensazione che era stata offuscata divenne improvvisamente più chiara, come un’antenna TV sintonizzata sul canale giusto.

Mi ami molto?

“Ti amo di più.

Il giovane confuso scosse la testa, fece un respiro profondo sopprimendo la sensazione di volerlo abbracciare forte e dire ripetutamente “Ti amo”.

… Come si fa quando… ancora non si conoscono… 

Cominciò a insinuarsi un terribile imbarazzo. Pharm fu il primo a distogliere lo sguardo per nascondere la sua trepidazione. Il giovane non aveva ragione. Cosa avrebbe dovuto fare?

 Accidenti! Non mi sono mai sentito così stupido in vita mia!!

«Bene…» Dean decise di aprire la bocca per iniziare a parlare per primo.

«Dean, dove diavolo sei andato a morire? Non posso portare l’acqua da solo!!» Il vicepresidente del club di nuoto gridò dentro il supermercato. Inoltre, spingeva lentamente il carrello nella stessa corsia dei suoi amici. 

Sia Dean che Pharm rimasero sorpresi. Il presidente del club si voltò al suono dei suoi compagni idioti, e quando si voltò di nuovo, vide Pharm correre come un disperato per andarsene via, facendolo restare immobile e sbalordito.  

«Cosa stai facendo?» Win afferrò la spalla del suo amico che sembrava stordito. «Cos’altro stai cercando? Puoi sbrigarti a tornare adesso.»

Dean strinse le labbra. Da quando erano diventati amici, non aveva mai voluto prenderlo, tagliarlo in migliaia di pezzi e gettarlo nel fiume Chao Phraya in quel modo prima d’ora.

«Cretino!» Avevo l’opportunità di parlare con lui, ma tutto è scomparso perché sei uno stupido!!

Win era confuso su cosa avesse fatto di male al suo amico per essere così arrabbiato. Voleva chiedere il motivo, ma il presidente sembrava come un orso che aveva mangiato un nido di vespe, quindi tenne la bocca chiusa. 

Che tipo di bomba ho calpestato qui?

Intanto Pharm era crollato e si era accovacciato davanti all’auto parcheggiata. Gli mancava il respiro, aveva corso senza pensare alla sua vita. Prese un respiro più profondo, aprì la portiera dell’auto, gettò dietro la roba e decise di aspettare lì i suoi amici.

Il grumo di singhiozzi si sciolse prt iniziare a scorrere come un ruscello d’acqua. Singhiozzava come non faceva da molti anni, circa dalla morte di suo padre.

«P’Dean… P’Dean.» chiamò ripetutamente una voce tremante. Più vedi, più ti avvicini.

Amore… lui amava davvero P’Dean. Era stato amore a prima vista.

«Dannazione!» sbatté la mano sul volante con tutte le sue forze. L’altra mano si stava asciugando le lacrime gonfie: «Perché, perché, perché?»

Perché quell’amore a prima vista doveva essere su uno scaffale di fagioli mungo? 

Dannazione!

 *********

Alle 6:30, i membri del club di nuoto del primo e del secondo anno si erano riuniti alla fermata dell’autobus dell’università. C’era caos e i ragazzi erano impegnati a caricare incessantemente le loro cose dentro l’autobus.

«L’autobus parte alle sette. Sbrigatevi. Non venite a piangere da me.» La voce del presidente del club echeggiò. La voce diceva chiaramente che il suo umore non era buono. Quei begli occhi sembravano in fiamme. Ovunque guardasse, bruciavano al punto che la persona osservata deve nascondersi alla vista.

«P’Win… Cosa c’è che non va nel capitano?» chiese di nascosto Team al vicepresidente, i cui occhi ora erano infossati, come uno che non aveva dormito abbastanza.

«Non lo so, è così da ieri. Devo fare attenzione a cosa calpestare o mi rimprovererà.» borbottò Win.

«Dannazione, cosa sta succedendo qui?» Spostò leggermente il corpo in modo che i senior potessero vedere un’altra persona in piedi dietro di loro, sbattendo le palpebre.

«Oh, Nong Pharm.» Win sorrise subito dolcemente. 

Team tirò fuori un sacchetto di scatole di cibo per dare un’occhiata. «Pharm è venuto a consegnare il cibo che avevamo ordinato. Dove lo tieni?»

«Chiediamo prima a Dean.» Gli tirò la manica della camicia e gli fece quasi cadere il braccio.

Team sorrise brillantemente: «Ehi, Phi. Comunque, lascia che sia Pharm ad andare a chiedere a P’Dean di persona.» Dal sacchetto del cibo, prese una scatola e la mise nella mano dell’amico che aveva la bocca spalancata.

«Team…» Pharm si lamentò. Ma al suo migliore amico non importava e lo spinse di nuovo ad andare verso il presidente del club.

Dean chiuse il pennarello dopo aver finito di scrivere, le valigie dei ragazzi erano state tutte caricate. Sospirò e si strofinò le tempie nel caos, non sapendo che qualcuno lo stava fissando alle spalle.

«Uh, P’Dean… il cibo nella scatola…»

Si levò un suono sconosciuto. Dean si girò per rispondere frustrato alla persona che avrebbe dovuto essere un junior del club.

«Basta metterlo in macchina…»

Le parole gli scomparvero in gola. I suoi occhi acuti si spalancarono come se non potesse credere ai suoi occhi.

«Nong… Pharm.»

La persona chiamata fece un respiro profondo, le sue guance bianche cominciarono ad arrossire.

«Ecco Phi, per l’autobus numero uno.» Pharm porse due grandi buste di plastica piene di scatole di carta.

«Ah, grazie.» Lo sguardo feroce presente prima nei suoi occhi svanì quando allungò la mano per prendere i sacchetti, ma il mondo intorno a lui si fermò incapace di farlo. I due rimasero a fissarsi per quasi un minuto prima che Pharm parlasse per primo.

«Ieri… Grazie mille per avermi aiutato a prendere la roba.»

«… Va tutto bene…» La persona che rispose mantenne ancora le sue parole. Non era per nulla infastidito, perché anche persone come Dean Rattanon potevano mostrare entusiasmo.

«Oh, e mi dispiace per essere scappato così, ecco…» Pharm si affretta a trovare delle scuse. Ieri era stato così scortese anche se Dean aveva cercato di aiutarlo a sistemare le cose per lui.

Dean mise un debole sorriso all’angolo della bocca. Il ragazzino davanti a lui cercò di spiegarsi con un suono tremante, il viso tutto rosso.

Il giovane prese le buste e posò delicatamente l’altra mano sui capelli morbidi del giovane.

«Va tutto bene…» disse con una voce gentile e gli altri non riuscirono a credere che quello fosse lo spietato presidente del club di nuoto.

Per quanto riguardava la persona che era stata toccata da lui, il suo corpo si era già irrigidito.

«Ciao! È ora che l’autobus parta, non ti preoccupare.» Win colse l’occasione per cogliere le parole del presidente per rimproverarlo. Rimase a guardarlo parlando con il ragazzo più giovane. Quegli occhi erano così abbaglianti che fu irritante.

«Oh!» esclamò ad alta voce Dean voltandosi.

Pharm riuscì a vedere la bocca di Dean imprecare verso Win in modo molto infastidito, finché non scoppiò a ridere.

Purtroppo, il giovane tolse le mani dai capelli morbidi. «Vai tu per primo.»

«Uh, P’Dean.» Pharm afferrò l’orlo della camicia dell’altro prima di lasciarlo andare rapidamente, come se fosse bollente. Quando Dean alzò le sopracciglia e lo guardò con aria interrogativa, lo sciocco pensò immediatamente alle parole del suo migliore amico.

Non sarai in grado di sbirciare e quando ne avrai la possibilità, dovrai andare avanti!

Il giovane fece un respiro profondo per consolarsi. Combatti Pharm. Team ha creato una tale opportunità!

«Questa è per te.» Pharm alzò una scatola di cartone per la persona che lo fissava con uno sguardo interrogativo. «Ha il tuo nome scritto sopra. Non confonderla con le altre scatole.» Tieni il mio cuore, tienilo nella tua grande mano e girati. Non mi aspetto alcuna risposta.

Quando l’autobus era in moto, il presidente spiegò nuovamente i compiti dei senior prima di distribuire snack nella fila successiva. Gli applausi entusiasti dei membri del club non si fermarono quando aprirono le loro scatole per trovare due mini hamburger delle dimensioni di un pugno di un bambino con una bandierina di legno inserita nel mezzo. Pane soffice ancora caldo, formaggio giallo fresco e verdure croccanti. Inoltre, la consistenza densa e morbida emanava un profumo seducente.

«Ehi, che spuntino carino.» qualcuno rise.

«Hamburger estremamente deliziosi. Carne succosa.»

«Dolce molto delizioso, molto profumato, dov’è questo posto?»

Mentre tutti si stavano godendo il loro cibo, Dean, seduto sul sedile anteriore da solo con una valigetta e una borsa dei medicinali sul lato, riagganciò il cellulare dopo aver chiesto notizie all’autobus numero due. Con la mano prese la sua scatola e sorrise leggermente alla calligrafia sul coperchio.

Non appena la scatola venne aperta, il mini hamburger apparve davanti ai suoi occhi, mentre accanto c’era un contenitore di carta contenente dei dolci che tutti conoscevano bene.

Luk chup…

Dean prese il contenitore e guardò le tre piccole stelle colorate che erano in essa. Quando diede un morso a una sentì l’aroma che i luk chup prodotti e venduti nei negozi al giorno d’oggi non facevano spesso. La sua bocca si riempì di quel gusto e il suo viso normalmente severo si rilassò dolcemente. A poco a poco la visione indistinta del sogno si fece più chiara.

«Aprì velocemente la bocca, phi!»

«… Ha un buon odore. Hai cucinato una candela?»

«Perché il tuo è a forma di stella?» La faccia e la voce di Win fecero capolino dal sedile posteriore, guardando la scatola dei dolci dell’amico con sospetto perché c’era un nome scritto sopra. «E sono anche ben tre stelle! Hai barato.»

«Chi ha imbrogliato?» chiese Dean, confuso.

«Tutti hanno ricevuto solo due luk chup, in più hanno la forma tipica rotonda. Nessuno le ha a forma di stella!» Il vicepresidente protestò contro l’ingiustizia, poi allungò la mano per afferrare il contenuto della scatola.

Dean si affrettò a chiudere il coperchio della scatola quando il brontolone sembrò sul punto di strappargli via una delle sue stelle.

«Siediti.» lo avvertì, ma non così frustrato e sconvolto come la prima di partire. Win rise leggermente e poi si ritirò al suo posto.

Sospetto… che lo zucchero venga aggiunto al sangue per il buon umore.

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