NEVER LET ME GO – EPISODIO 5

La vita senza Palm era noiosa.

Per essere più precisi, la vita senza Palm era diventata noiosa da quando era avvenuta la rissa. Il dipartimento di sicurezza era intervenuto poiché aveva trovato il colpevole. Pum e gli altri tre studenti erano stati espulsi e inseriti nella lista nera della scuola, grazie al potere della famiglia “Kiattakulmaetee”. Per quanto riguardava Palm invece, la madre di Nuengdiao era riuscita a farlo sospendere per una sola settimana.

L’avvocato della signora Tanya aveva fatto del suo meglio per trovare un accordo. Palm infatti non aveva fatto nulla di male, la telecamera di sorveglianza aveva dimostrato che Palm aveva agito in quel modo per proteggere il suo amico. I genitori di Pum però avevano denunciato più volte l’accaduto, spingendo per l’espulsione di Palm. Alla fine però si era risolto tutto facilmente.

Nuengdiao sentiva spesso il rumore della persona che nuotava nel cuore della notte, ma non osava uscire per incontrarlo.

«Mamma, stai bene?»

La mattina successiva all’espulsione di Pum, l’atmosfera in casa sembrava essere cambiata. Anche sua madre tornava a casa più spesso e soprattutto prima del solito. All’inizio pensava che fosse arrabbiata con lui, ma forse si sbagliava. Il piccolo mondo della famiglia era più complicato di così. 

«Nessun problema.»

«Zio Chanon ha detto che eri sorvegliata.»

La madre rivolse subito uno sguardo all’autista che si trovava all’angolo della stanza. L’uomo scosse appena la testa, poi lei rispose comunque con una voce flebile: «Alcuni hanno smesso di tenermi d’occhio, altri ancora no..»

«Chi pensi che ci sia dietro?»

La donna alzò il fazzoletto per pulirsi la bocca e poi scosse la testa restando in silenzio.

«Come va con Chopper? Passate ancora del tempo insieme a scuola?»

«Perché me lo chiedi? C’è qualcosa che non va?»

«Prima rispondimi.»

«Va tutto bene. Siamo in classi diverse, quindi non ci parliamo tanto.» Nuengdiao ricordò lo sguardo che Chopper aveva rivolto a Ben. Non sapeva se parlarne con lei oppure no.

«Voglio dare il casinò di Poipet a Supakit. Mi ha detto che voleva gestire un’attività a lungo tempo. Inoltre per me è molto lontano, non posso andare avanti e indietro.»

La famiglia aveva diversi casinò in Cambogia, che potevano generare buoni profitti, ma l’amministrazione era piuttosto faticosa. Naturalmente, un’attività in nero era difficile da gestire. Nuengdiao aprì la bocca per dire qualcosa ma la madre lo interruppe, si alzò dal tavolo per andare a lavoro e disse a Chanon di prendersi cura lui di Nuengdiao, finché Palm era sospeso da scuola.

«Perché sei così teso?» Ben fu la prima persona con cui parlò una volta arrivato a scuola. Nuengdiao infatti, prima di andare in classe, andò nella sala di musica. Scoprì così che Ben aveva rimosso tutti i fogli che lo insultavano. Era geloso del sorriso di Ben, sembrava sempre molto affettuoso. Anche lui avrebbe voluto nascere come una persona normale, senza aspettative o pressioni da parte degli altri.

«Questo mondo è pesante.» Disse Nuengdiao. Era troppo stanco per stare in mezzo alla gente, non aveva voglia di fare niente, neanche di suonare il pianoforte. Prese il cellulare, mise un po’ di musica e si immerse in un nuovo mondo, dove nessuno poteva disturbarlo.

«Se è troppo pesante per te, posso portarlo io.»

La musica sparì dalle orecchie di Nuengdiao, Ben infatti si chinò per prendere un auricolare e indossarlo. I due erano entrambi seduti sul palco. Il sorriso di Ben era calmo ma determinato. Nuengdiao si voltò per guardarlo, le sue emozioni represse vennero risvegliate.

«Posso fidarmi di te?»

«Sì.» Ben sorrise: «3… 2… 1…»

Ben contò lentamente e approfittò dell’ultimo momento per allungare la mano sinistra e usarla per poggiare la testa di Nuengdiao sulla sua spalla. Quel tocco era stato incredibilmente delicato in mezzo alla crudeltà della vita. Era una sensazione che non aveva mai provato prima. Era passato molto tempo dall’ultima volta che si era riposato contro la spalla di qualcuno.

Nuengdiao non riuscì a trattenere le lacrime.

Tutto nella sua vita sembrava raggiungere la fine. L’immagine del figlio cattivo si ripeteva nella sua mente, alternata all’immagine del padre che gli diceva di amarlo, all’alienazione della madre, al pugno che gli aveva riempito la bocca di sangue, al dolore e senso di colpa che provava sapendo che Palm era stato trascinato dentro quel vortice. Il dolore era come una valanga che si abbatteva su un diciottenne.

Ben non sapeva cosa fare per confortarlo, così lo prese semplicemente per mano.

In tutta la sua vita, Nuengdiao non era mai stato abbracciato in quel modo da una persona, perciò nel momento in cui Ben lo strinse a se scoppiò a piangere. Ben si limitò ad accarezzargli lentamente i capelli, sussurrandogli di non preoccuparsi. Solo in quel momento Nuengdiao si rese conto di quanto desiderasse l’abbraccio di qualcuno.

«Hai ancora me.» Era una rassicurazione che non aveva mai ricevuto. Quella rassicurazione non veniva dai suoi genitori o da altre persone, ma da Ben. Nuengdiao non ricordava per quanto tempo era rimasto appoggiato con la testa sulla spalla Ben, mentre piangeva sulla sua misera vita. Era un momento così magico che per Nuengdiao fu impossibile capire se stesse andando troppo veloce o troppo lento. Tutto ciò che riuscì a fare fu parlare dal profondo del suo cuore.

«Grazie P’.*» 

*******

«Mi dispiace tanto.» Nuengdiao disse mentre si sedeva sul bordo della piscina. Era passata la mezzanotte e Palm era uscito a nuotare senza chiedere il permesso al padre. Nuengdiao si scusò con la persona che aveva di fronte. Se non fosse stato per lui, Palm avrebbe avuto una vita migliore di quella. O almeno, non avrebbe dovuto assumersi la responsabilità di ‘proteggere Nuengdiao’.

«Nuengdiao.» Vedendolo arrivare, Palm riprese a nuotare verso il bordo della piscina, con uno sguardo colpevole: «Mi dispiace.»

«Per cosa?»

«È colpa mia se è stato colpito. Se fossi stato più veloce, non avrebbe sofferto.» Il senso di colpa riempì il viso.

«È per questo che mi eviti da una settimana, Palm?» Nuengdiao in realtà pensò di essere stato troppo impaziente. Se avesse aspettato forse nessuno di loro si sarebbe fatto male.

«Sto bene.»

«Nuengdiao.»

«Non sentirti in colpa. In realtà ho agito di fretta, se ti avessi dato retta fin dall’inizio forse le cose non sarebbero andate così.»

«Sta bene?»

«Sì. Quindi non devi sentirti in colpa. Abbiamo sbagliato entrambi.»

Palm rimase in silenzio per un po’, poi sorrise.

Poteva considerarlo un vero amico? Nel profondo del suo cuore, Nuengdiao sperava che la persona che aveva di fronte diventasse suo vero amico, non solo per le sue responsabilità o per il suo status da guardia del corpo.

Poi si ricordò di una cosa.

«Hai degli amici intimi?»

«Ne avevo, ma non non sono più in contatto con loro.» Rispose Palm

«Allora, hai mai avuto un fidanzato?»

«Oh, no!» La persona di fronte a lui era visibilmente spaventata perché quella domanda lo aveva spiazzato. Vedendolo reagire in quel modo, Nuengdiao scoppiò a ridere. Allora Palm emise un lungo sospiro, come se si fosse reso conto di essere appena stato preso in giro.

«So che sei etero.»

«Perché me lo chiede?»

«Niente…» Nuengdiao fece una lunga pausa, poi continuò: «Mi piacciono i ragazzi e voglio provare a uscire con qualcuno della scuola. Non è un problema se te lo dico, vero?»

Le emozioni di Palm erano contrastanti. Abbassò gli occhi leggermente e si rabbuiò: «È Ben?»

«Come fai a saperlo?»

«È l’unica persona con cui ha legato, ma inaspettatamente vi siete innamorati.» Disse Palm con voce roca: «Lo ha già detto a qualcuno?»

«No, lo sto dicendo solo a te. Non ti è permesso dirlo a mia madre. Sei mio amico, non tradirmi.»

«No, non lo farò.» Con quell’accordo Nuengdiao considerava Palm come un amico, doveva mantenere il suo segreto: «Lo giuro.»

Aveva lasciato che tutto, anche i sentimenti di Nuengdiao e Ben seguissero il loro corso. In realtà Ben non aveva mai detto direttamente che provava qualcosa per Nuengdiao, ma Nuengdiao stesso lo sentiva. Così aveva lasciato che le cose cose accadessero. Voleva provare a vivere la sua vita al massimo, almeno per una volta.

Ben e Nuengdiao si incontravano il giovedì e il venerdì alla sala da ballo. Quando Nuengdiao e Ben erano insieme la musica prendeva il sopravvento, Palm si teneva a distanza. Nuengdiao sognava di diventare un musicista, anche se sapeva che la sua tecnica non era poi così eccellente, voleva comunque studiare duramente per perseguire il suo sogno. Ma il suo ostacolo più grande era sua madre, non gli avrebbe mai permesso di fare qualcosa di diverso dall’ereditare ciò che il padre gli aveva lasciato.

«Sai, non sorridi mai quando non suoni il pianoforte.» Ben gli porse un bicchiere d’acqua.

Palm era dall’altra parte del corridoio e chiacchierava con una ragazza che Nuengdiao vedeva spesso nella sala da ballo. Chiacchieravano sempre in modo piuttosto intimo. Sentendo Ben che lo richiamava, Nueng sussultò e fece finta di nulla.

«Non l’ho notato.» Disse Nuengdiao ridendo.

«L’altro giorno ho incontrato Chopper.. mi ha chiesto se stavo uscendo con te.» Disse Ben con un volto sereno, ma nei suoi occhi c’era una gioia che  Nuengdiao poteva quasi toccare, era come un bagliore di luce.

«E tu cos’hai risposto?» 

C’era una risposta semplice che confermava la loro relazione che ancora non aveva un nome preciso?

«Do, re, mi, fa, sol, la, si, do.» Ben canticchiò le note musicali di una canzone senza parole ma dopo averla ascoltata, Nuengdiao riuscì ad organizzare rapidamente gli accordi nella sua testa. Era la prima volta che sentiva la musica risuonare nelle orecchie in quel modo.

Non importava che tipo di rapporto aveva Ben…

*******

Un altro evento scolastico. Ogni anno, nel mese di settembre, si celebrava l’anniversario della fondazione della scuola. L’atrio della sala riunioni veniva decorato come un luogo per una festa di lusso. L’evento era un’opportunità per gli ex alunni di tornare a scuola. Le attività dei senior e dei junior consistevano nel creare dei video per ricreare l’atmosfera della scuola. Gli studenti pagavano delle rette molto costose, quindi nessuno voleva recitare davvero.

«Vuoi mettere la musica di sottofondo?» Chiese Ben mentre regolava il suono del pianoforte che era nascosto dietro il palco, accanto agli altoparlanti.

«Ha senso perdere tempo a suonare la musica di sottofondo?» Nuengdiao rispose con un sorriso.

Con il passare del tempo, anche il rapporto tra lui e Ben si era sviluppato. Nuengdiao in giacca e cravatta, fingeva di essere un musicista che era stato mandato lì a suonare per la festa. Un uomo che si nascondeva nel buio e comunicava con le persone attraverso la musica.

«Ok, abbasso il volume.» Ben annuì. Anche lui indossava un completo. Entrambi sembravano i principi di un’opera segreta a teatro. Quello spettacolo era molto simile al sogno di Nuengdiao di diventare un musicista. Anche se quel sogno era un segreto non svelato, aveva un grande valore.

«Ok.» Le dita di Nuengdiao toccarono i tasti con rispetto. In quel momento di fantasia aveva scelto una canzone cinese, perché il sottofondo musicale richiamava perfettamente una melodia cinese. Anche se si trattava di una canzone vecchia, aveva un significato profondo che era impossibile dimenticare: “Mong Uyen Uong Ho Diep” (sogno di una coppia di farfalle).

La storia di ieri è come l’acqua che scorre verso est.
Non possiamo tenerla così lontana.
Tante preoccupazioni turbano il mio cuore.

La musica rendeva libero Nuengdiao. Si sentiva leggero nel cuore. Non sentiva la pressione di dover rendere onore al nome Kiattakulmaetee. In quel momento era pieno di entusiasmo, libero dai problemi.

Ritirandosi per tagliare l’acqua, altra acqua scorre.
Sollevando la tazza di pepe, più triste diventa.

Nuengdiao girò la testa e guardò Palm per un attimo. Lo seguiva ancora dappertutto, era una fedele guardia del corpo. Poi guardò Ben, che si era avvicinato al pianoforte. Aveva un sorriso stranamente bello, come il dipinto incompiuto di un’artista.

Due parole d’amore, amare
Vuoi fare una domanda?
O vuoi fingere di essere ingenuo?
Sapere poco, sapere molto, è difficile sapere abbastanza.

La performance si interruppe in quel momento perché qualcuno si era seduto al suo fianco. Ben aveva scelto il momento giusto per mettere la musica in sottofondo. I due erano seduti uno accanto all’altro sulla lunga panca del pianoforte.

«Do, re, mi, fa, fa, sol, sol, la, la, si, do.»

Non importa quale sia la nostra relazione…

La persona di fronte a lui sorrise, era bella come un sogno.

«Mi stavo chiedendo… che tipo di relazione è la nostra?»

«Allora, cosa vorresti fare?»

Nuengdiao sollevò leggermente le sopracciglia, sorridendo. Ben si avvicinò al suo viso. Il suo respiro sapeva di vita. Il ragazzo di fronte a lui poteva essere toccato, non era un sogno e neanche un’illusione.

I volti di Ben e Nuengdiao avvicinarono sempre di più. Le loro labbra si sfiorarono dolcemente sino a quando la distanza tra loro fu pari a zero. Nueng si sentì libero dai pesanti fardelli che aveva sulle spalle, perché era Ben a portare quel mondo sulle sue spalle, in modo semplice e profondo.

La musica continuava a suonare.

Le coppie che si amano, sia nella realtà
che nei sogni non possono stare insieme.
Nella memoria frammentaria, sono distinte
e separate l’una dall’altra.

Ben ricambiò il sorriso.

Si sentirono dei passi pesanti in lontananza. La figura sembrava provenire da lontano, a un braccio di distanza da loro. I due si separarono automaticamente e si voltarono. La stanza era ancora vuota e la canzone risuonava ancora. L’unico cambiamento era dato dalla presenza di un ragazzo in piedi con un’espressione preoccupata.

Nuengdiao si accigliò. Palm si guardò intorno, osservando tutte le possibili entrate. La stanchezza non era sparita dagli occhi di Palm, che con voce roca disse: «Nuengdiao, c’è una telecamera qui.»

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