NEVER LET ME GO – EPISODIO 4

«Salve a tutti, sono Panakorn Jannaloy, ma potete chiamarmi Palm.»

Nuengdiao appoggiò il mento sulle mani mentre il figlio di Chanon si presentava alla classe. Quella era la classe di lingue, gli studenti durante le lezioni parlavano principalmente in inglese e in cinese. La madre di Nuengdiao voleva che Palm fosse nella stessa classe del figlio per poterlo tenere d’occhio. Ma, mentre Nuengdiao era bravo in cinese, il livello di Palm era zero. La signora Tanya però era una persona abbastanza influente, per cui era riuscita a metterli nella stessa classe. «Forse anche lui ha un buon aggancio. Ha appena iniziato il corso ed è già entrato in questa classe.» Disse Pum con disinvoltura.

Nuengdiao rimase in silenzio, con gli occhi fissi sulla finestra. Il tempo passava lentamente, notava i tanti piccoli cambiamenti non troppo evidenti. Il primo giorno di Palm era filato liscio perché avevano fatto un accordo ufficiale: sarebbe andato a scuola da solo e sarebbe tornato a casa da solo, in modo che nessuno lo scoprisse.

«Dove vuole andare, Signorino?»

Nuengdiao disse che voleva andare a pagare la sala da ballo in cui era andato l’ultima volta. Purtroppo però era aperto solo il giovedì e il venerdì, quindi quel lunedì pomeriggio l’edificio sarebbe stato chiuso. L’atmosfera all’esterno era cupa, non c’era nemmeno una luce accesa.

«L’hai fatto apposta, vero?»

«Cosa intende, signorino?»

«Quel ragazzo…»

«Non capisco…»

«Perché tuo figlio è venuto qui proprio adesso? Gli manca un solo anno di scuola.»

«Suo zio è morto e non voglio che viva da solo.»

Nuengdiao guardò l’uomo dallo specchietto retrovisore. Chanon era un uomo tanto goffo quanto onesto. Ma Nuengdiao aveva la sensazione che sapesse più di quanto non dicesse.

«Dimmi la verità, l’hai nascosta per troppo tempo.»

Ci fu un lungo silenzio. Ma alla fine Chanon parlò: «In questo momento, sia la signora Tanya che il signorino sono sotto sorveglianza. C’è persino una lettere di minacce per l’acquisizione del terreno del mercato da parte dei residenti.»

«Per questo hai chiamato Palm?»

«Crediamo che il colpevole sia uno studente della scuola.»

«Per proteggermi?»

«Ha sicuramente ricevuto aiuto dall’esterno. Io non posso essere lì per proteggerti. Ogni cosa può essere pericolosa.»

«Rispondi alla mia domanda.» Chanon rimase in silenzio, non aveva mai visto quel lato del signorino.

«Sì.»

Quella singola parola aveva un significato implicito. Nuengdiao pensò al ragazzo con il quale aveva ballato qualche giorno prima.

«Quindi hai chiesto a Palm di venire qui per farmi da guardia del corpo?»

Nuengdiao era silenzioso. Per un breve periodo di tempo era stato convinto di sapere tutto, ma in quel momento, dopo aver sentito la verità da Chanon, si sentiva come un cieco guidato dalle altre persone. Come quando il padre lo confortava nel buio, dicendogli di combattere con una pistola. Doveva fare di tutto in modo da diventare il figlio che suo padre si aspettava.

«Basta così.» Nuengdiao mormorò chiudendo la discussione su quell’argomento.

L’auto era ancora in movimento, insieme ad altre due auto poco distanti. Nuengdiao sentiva di avere un legame speciale con Palm, perché era come una mano invisibile, ma sempre pronta ad aiutarlo, che lui lo volesse o meno.

«Cosa c’è che non va, papà?» Chiese timidamente Palm al padre, come se sapesse. Chanon rispose subito che non c’era nulla di cui preoccuparsi. Scosse la testa e se ne andò.

«Palm!»

«Signorino.»

Sentendosi chiamare in quel modo, Nuengdiao serrò le labbra immediatamente. Non disse nulla e si limitò ad avanzare verso di lui.

«Allora, come pensi di imparare il cinese?»

«Non lo so. Credo che prenderò in prestito un libro dalla biblioteca e studierò da solo.» Rispose con aria preoccupata. Il cinese non era certamente una lingua facile da imparare per i principianti, soprattutto se si studiava da soli. Nella loro classe di lingua, quasi tutti sapevano parlare cinese e inglese, mentre Palm non era abbastanza bravo per parlare fluentemente come gli altri.

«Ti insegnerò io.»

**********

Il rapporto tra Nuengdiao e Palm si stava sviluppando senza problemi. Forse perché nascondendosi dietro quella ‘amicizia’ mascherata a scuola, Nuengdiao aveva trascinato Palm nel suo gruppo con il pretesto di fare insieme i compiti. I due parlavano tanto tra loro ed erano diventati amici, come voleva la loro famiglia. Ogni giorno Nuengdiao insegnava a Palm il cinese di base. Palm, dopo aver studiato andava spesso a nuotare nella piscina della casa, per scaricare la pressione accumulata durante le lezioni stressanti.

Entrambi il sabato seguivano le lezioni di autodifesa. Nuengdiao non aveva mai vinto contro quel ragazzo di nome Palm. Quando entrava in campo, era una persona diversa, dura e seria. Come se volesse dimostrare che non gli era permesso perdere contro nessuno. Nuengdiao si era persino arreso all’idea di non poterlo battere. Conosceva il proprio corpo e quali parti allenare.

«Péngyǒu, significa amico.»

«Pengyou.»

«No, la lettera yǒu. È la terza battuta.» Disse Nuengdiao interrompendo il tutoraggio. Le due persone erano sedute a bordo piscina, davanti a loro c’erano i libri di cinese di base e i quaderni di scrittura. Seguendo i consigli di Nuengdiao, Palm aveva provato a leggere la terza battuta, ma non ci era riuscito: «Devi solo ricordare che è come il tetto thailandese jattawa, Péngyǒu.»

«Péngyǒu.»

«Esattamente.»

«Perché non lo ha detto subito che era come jattawa, è molto più semplice così.»

I due discutevano sempre in quel modo. Erano sempre più uniti, al punto che gli altri li guardavano e pensavano che fossero due veri amici, non sembravano un capo e la sua guardia del corpo.

«Ci sono alcune parole che suonano in modo diverso, basta imparare le parole di base, anche lentamente. Quando pronunci una frase lunga, potresti non notare questa differenza, però c’è.»

«Péngyǒu.» Disse Palm soddisfatto. Poi prese la matita per prendere appunti.

«Jìn lái rú hé.» (Come stai in questi giorni?) Chiese Nuengdiao. Palm aggrottò le sopracciglia confuso e pensò ad una risposta base, che tutti dovevano conoscere per forza.

«Wǒ bù bù zhī dào.» (Non lo so.)

«Come stai in questi giorni? Quando dirai Péngyǒu, ti chiederò questo.»

«Wǒ shì nǐ de péngyǒu ma.» (Sono suo amico?)

«Shì de.» (Esatto.) Sorrise Nuengdiao.

«Nǐ xiāng xin wǒ de huà ma.» (Mi credi?)

«Nán yǐ zhì xin Diao» (Credo in Diao.)

«Xiǎng wǒ zhèng minh.» (Dimostralo.)

«Zen me» (Come?) Palm chiuse il quaderno, poi sorrise sornione e si alzò dirigendosi verso la piscina poco distante. Nuengdiao rimase sorpreso dalle azioni della persona che aveva davanti. Mentre il cuore di Palm sembra avere un fuoco vivo e non aveva intenzione di spegnersi.

«Nǐ dàng zhēn ma.» (Dici sul serio?)

Palm rise e si tolse i vestiti, lasciando solo i pantaloncini, poi si tuffò in acqua. Scomparve per un po’ per poi riemergere. Si spostò i capelli bagnati che erano rimasti attaccati alla fronte. Il suo volto brillava di una luce che metteva in risalto un sorriso che Nuengdiao non riusciva a capire.

«Si de.» (Sì.) Palm allungò la mano verso di lui. Nuengdiao guardò la persona di fronte a lui e sorrise, afferrò la mano del ragazzo e saltò in piscina. Nonostante fosse cresciuto in una famiglia benestante, con una piscina privata in casa, il numero di volte che era entrato in acqua si poteva contare sulle dita delle mani.

«Non so nuotare.» Nuengdiao non nascose le sue debolezze e l’altro si limitò ad annuire.

«Può stringere la mia mano.» Palm prese la sua mano per stringerla e guardò la persona di fronte a lui. Nuengdiao sentiva che l’abisso senza fondo non era più così terrificante come prima, nel momento in cui Palm gli aveva dato un appiglio.

«Non lasciare la mia mano, ok?»

Entrambi i loro corpi galleggiarono nell’acqua che ondeggiava dolcemente. Una mano di Nuengdiao stringeva la spalla di Palm, mentre l’altra avvolgeva delicatamente la sua vita. Per un attimo Nuengdiao pensò a dolci melodie in un’atmosfera romantica.

«Ha ancora paura dell’acqua?»

Sentendolo Nuengdiao scosse velocemente la testa. Palm gli spiegò brevemente come trattenere il respiro e poi si immerse nell’acqua, per controllare il fondo della piscina. Una volta finito risalì e riprese la mano di Nuengdiao. Gli disse di trattenere il respiro e poi si immersero insieme verso il fondo.

La visione successiva era più interessante di quanto pensasse.

La luce tremolante si rifrangeva attraverso le piccole increspature dell’acqua, mostrando colori diversi. Nuengdiao si guardò intorno eccitato. Palm invece mosse le labbra, facendo uscire delle bolle dalla bocca. Nuengdiao però riuscì a decifrare chiaramente le parole.

«Nǐ yǐ shì wǒ de péngyǒu.» (Anche tu sei mio amico.)

**********

«Palm.» L’adolescente chiamò la persona di cui più si fidava all’interno di quella scuola. Nuengdiao era in piedi davanti all’armadietto per prendere la borsa e prepararsi per la lezione, ma la serratura era bloccata da qualcosa che non permetteva alla chiave di girare. Quella volta era il residuo di una gomma da masticare. Nuengdiao chiamò Palm e gli chiese di aspettare per andare a vedere la telecamera di sicurezza, che aveva chiesto alla scuola di installare.

«Vado a chiamare qualcuno.» Disse Palm con calma, voltandosi a guardare l’amico che stava per esplodere dalla rabbia.

«Non c’è bisogno, vado da solo. Tu aspettami qui.» Disse Nuengdiao mentre si preparava a correre verso la sala di sicurezza. Era da diverso tempo che subiva questo genere di scherzi, ma quella volta era determinato a scoprire il colpevole.

«Calmati.» Palm gli afferrò il braccio, ma tutto ciò che ottenne fu uno sguardo tagliente. Rimase quindi in silenzio e lo guardò andare via.

«Nuengdiao.» Sussurrò il suo inseguitore.

Nuengdiao aprì la porta ed entrò nella sala del club di musica. In quel momento il suo cuore si spezzò, vedendo i diversi fogli di carta, con il suo volto e quello di suo padre stampati sopra e la scritta ‘Figlio della crudeltà’. Erano sparsi per tutta la stanza. Decine, centinaia di fogli attaccati alle pareti, alle sedie, ad ogni strumento musicale presente nella sala. L’immagine sui fogli era una caricatura, un personaggio in stile cartone animato che lanciava soldi e diceva “Sapete chi è mio padre?”.

«Bastardi!» Urlò e i quattro ragazzi che stavano attaccando quei volantini si voltarono immediatamente. Tre di loro erano mascherati e non sembravano studenti della scuola.

«Calmati!» Palm cercò di fermarlo, ma Nuengdiao si avventò su uno dei ragazzi, senza lasciargli il tempo di prepararsi all’attacco.

Le mani di Nuengdiao lo afferrarono per il collo, ma il ragazzo riuscì facilmente a liberarsi dalla presa. Palm corse verso i due, ma gli altri tre lo circondarono. Palm stava cercando di aiutare Nuengdiao, ma quando vide uno dei ragazzi mascherati avvicinarsi a lui, gli diede un calcio alla gamba facendolo cadere. Nuengdiao ne approfittò per togliergli la maschera.

«Pum!»

Quel ragazzo poteva non essere il suo ‘amico’, ma era comunque la persona più vicina a Nuengdiao, dopo Palm. Un sorriso cattivo apparve sul viso del ragazzo, suscitando in Nuengdiao un orrore che non aveva mai provato prima. Era come se avesse aspettato a lungo quel momento…

«Tuo padre è un vero idiota.»

Il disprezzò nelle sue parole fermarono Nuengdiao, così Pum ne approfittò per alzarsi in piedi. Erano uno di fronte all’altro: «Tuo padre ha ingannato i residenti per far firmare loro un contratto incondizionato, così la loro terra sarebbe diventata sua. Tua madre li ha costretti a quel contratto per 10 anni, fingendo di dover costruire una casa. In un solo giorno poi, si è presa tutto.»

«Sai quanto costa quel mercato? 30 milioni. I miei genitori hanno ipotecato la loro casa, solo per investire nella costruzione di un mercato dove la gente potesse guadagnarsi da vivere.» 

Gli occhi di Pum erano rossi come il sangue.

«Quindi, qual è stato il risultato? La colpa è di tuo padre. Ha imbrogliato tutti per farsi restituire la casa dopo 30 anni. Fanculo, la mia famiglia non ha mai riavuto i soldi, tua madre si è presa tutto.»

Nuengdiao non aveva mai sospettato che la famiglia di Pum fosse coinvolta nell’acquisto di quel terreno da parte della sua famiglia. Sapeva solo che lavoravano nel settore immobiliare ed erano abbastanza ricchi. Nient’altro.

«Allora, cos’hai intenzione di fare?» Chiese Nuengdiao. Anche i suoi occhi erano rossi come il sangue. Il suo cuore era un mix di emozioni: rabbia, delusione, umiliazione e tristezza.

«Non è forse colpa di tuo padre che ha investito stupidamente i suoi soldi?»

Pum gli afferrò il colletto. Mentre poco lontano da loro Palm stava combattendo con gli altri tre. Per lui non sarebbe stato difficile batterli, ma erano abbastanza ostinati.

«I tuoi genitori sono sono feccia… e tu sei cattivo tanto quanto loro.»

La sopportazione di Nuengdiao aveva raggiunto il limite. Strinse il pugno e colpì la persona davanti a lui con tutte le sue forze, ma la mancò. Pum allora si voltò e lo colpì a sua volta prima che potesse fare qualcos’altro. Un leggero sapore di sangue e il dolore si diffusero in tutta la sua bocca.

«A quanto pare a te piace colpire alle spalle, bastardo!» Urlò Nuengdiao e sputò a terra il sangue, provocando così la pazzia di Palm. Si ricordò della lezione imparata il sabato precedente: allargare le gambe per far cadere l’avversario in avanti e poi attaccarlo di nuovo.

«Bastardo, figlio senza padre!»

Prima che Nuengdiao potesse sfruttare al meglio la lezione, il volto di Pum scomparve improvvisamente, mentre un’altra persona si trovava al centro tra loro due. Il ragazzo era stato un perfetto scudo, che fece vacillare Pum. Ma prima che potesse cadere, il forte pugno di Palm lo colpì contro la mascella destra. Il volto di Palm si contorse sotto la forza della mano.

Nel giro di pochi istanti, il sangue stava gradualmente gocciolando a terra. Nuengdiao si voltò a guardarsi intorno, anche gli altri tre erano stesi a terra e si contorcevano dal dolore. Nuengdiao si afferrò inconsciamente l’orlo della camicia. Non sapeva cosa stesse pensando la persona davanti a sé, ma la sua voce era determinata mentre gridava. Come se fosse un ordine al quale non si poteva disobbedire. Il giuramento di tenere al sicuro una persona. La paura iniziale era quasi svanita.

«Non sei più degno di toccare Nuengdiao.»

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