NEVER LET ME GO – CAPITOLO 10

I due vivevano ancora normalmente, facevano le pulizie al mattino e andavano a suonare al ristorante la sera. Il guadagno era sufficiente per comprare il cellulare.

«Dov’è Maem?» Un uomo con gli occhiali scuri raggiunse la reception. Nuengdiao guardò l’orologio, erano già le dieci di sera, quindi quello non doveva essere un ospite che voleva fare il check in, inoltre il suo comportamento non era quello di un cliente.

«Ti ho chiesto dov’è Maem?» L’uomo gridò e sbatté la mano sul tavolo, facendola tremare. Il forte rumore fece correre fuori Palm e sua madre, che si trovavano in cucina.

«Che cosa ci fai qui?» Disse la donna di mezza età, facendo cenno a Nuengdiao di togliersi di mezzo.

«Il capo mi ha chiesto di riscuotere il debito.»

«Quale debito? Ho già pagato gli interessi del mese.»

Nuengdiao ascoltò in silenzio. Sebbena zia Maem non mostrasse timore, nei suoi occhi c’era un accenno di pressione.

«Dovresti sapere che quando si chiede un prestito, non si può pagare solo gli interessi, ma si deve pagare anche il capitale. Il capo ha detto che, se non riuscirai a restituirlo in tempo, dovrai trasferirti altrove e lui venderà questo motel.»

Nuengdiao deglutì la saliva, mentre Palm rimase ad ascoltare, osservando la situazione.

«Quindi i soldi verranno presi dal prezzo del mutuo.»

«Andrò alla polizia.» L’uomo rise di gusto, poi gli occhi stretti si abbassarono.

«Pensi che il mio capo dia dei soldi alle persone senza avere legami con la polizia? Pensi che ti aiuteranno?A voi la scelta. O pagate o perdete questo motel.» 

Maem lo fissò, con un’attenzione tale che gli occhi stavano per uscire dalle orbite. Strinse i denti e i pugni, mentre tremava leggermente.

«Quanto?» Disse Nuengdiao facendo voltare tutti.

«Che hai detto?»

«Ti ho chiesto quanti soldi, capitale e interessi, in totale?»

Maem lo guardò con occhi confusi. Anche Palm gli tese la mano, ma Nuengdiao gli fece segno con uno sguardo determinato.

«300.000 Baht.»

«Ho preso solo 100.000 Baht.»

La donna sbatté la mano sul tavolo, facendo sì che l’uomo estraesse immediatamente la pistola. Poi anche Palm tirò fuori la pistola dalla tasca e le due parti si fronteggiarono.

Tutto era così teso che non si riusciva a respirare, ma alla fine Nuengdiao disse: «30 minuti, prenderò i documenti necessari e ti pagherò i 300.000 Baht.»

«Nuengdiao!» Urlò Maem sorpresa.

«So che sei stato assunto per riscuotere i debiti e vorresti averne una parte. Se mi lasci prendere i documenti, ti darò 100.000 Baht. Altrimenti, aspetta che il tuo capo venda l’edificio e non avrai neanche un soldo.»

«Credi che io sia stupido?»

Nuengdiao allora continuò: «Allora la scelta è tua. Io ti darò i 300.000 Baht e tu potrai prendere da quei soldi i 100.000 baht. Non vuoi rischiare di finire in prigione, vero?» Era calmo, la sua espressione mostrava di non essere spaventato dalla canna della pistola, ma in realtà le sue membra erano deboli. Le mani dietro la schiena tremavano e il sudore scendeva a fiotti, ma doveva mantenere la calma.

«Se mi stai mentendo, ti ucciderò.» L’uomo mise via la pistola e andò via. Nuengdiao si portò la mano al petto e tirò un sospiro di sollievo.

«Andiamo a prendere i soldi.» Disse in modo autoritario, poi cercò nel portafoglio una serie di carte di credito da poter usare al bancomat, il cui importo totale raggiungeva i milioni, ma che non potevano essere prelevati per paura di rivelare informazioni che avrebbero portato la polizia a scoprire dove si trovava. Ma in quel momento non riusciva a pensare ad altro.

«Ma…»

«Se dovesse succedere qualcosa, verremo presi anche noi. È meglio non fare troppe storie.»

Palm non riuscì a dire niente. Così, insieme, si recarono a un bancomat vicino per prelevare da circa 10 carte. Quando tornarono, l’uomo li stava già aspettando. Mentre contava i soldi, le due pistole erano sul tavolo. Infine, anche Maem recuperò il libretto rosso e i relativi documenti.

Nuengdiao e Palm tenevano sotto controllo la telecamera di sorveglianza e poi attivarono la registrazione, per evitare che l’uomo cambiasse idea, almeno avrebbero avuto le prove.

*********

«La ripagherò.» Nella quiete della notte, una voce roca parlò dolcemente. La luce della luna filtrava attraverso la fessura delle tende, illuminando il volto di Palm. Fissò l’immagine di fronte a sé, pensando a ciò che era successo, anche se quello poteva essere l’inizio della fine.

Nuengdiao guardò il suo unico amico con un’espressione strana, la parola ‘dovere’ pronunciata da sua madre era ancora impressa nella sua mente. Dopo che l’uomo andò via, ricevette un profondo ringraziamento da Maem.

Palm le aveva chiesto perché lei e suo padre avessero divorziato, lei si limitò a sorridere per poi spiegarglielo. Palm era il risultato di due persone che avevano oltrepassato il limite tra loro, che erano state costrette a sposarsi. Ma poi si erano resi conto che non potevano più continuare con quel matrimonio vincolante e quindi entrambi avevano scelto di divorziare pacificamente.

«Che succede?» Chiese Nuengdiao.

«Sono 300.000 Baht.»

Nuengdiao guardò l’altra persona negli occhi. Palm era l’unica speranza che gli era rimasta. Si era chiesto molte volte se Palm sapesse l’importanza che aveva nella vita di qualcuno.

«Facciamo finta che io stia pagando per te.»

«In che senso?»

«Per la mia vita.» Sussurrò Nuengdiao. Il prezzo da pagare era troppo alto, una vita non sarebbe stata sufficiente.

«No, sto solo facendo il mio dovere.»

«Mi hai salvato la vita. Adesso siamo pari.» Il suo volto si avvicinò lentamente. Poi delle braccia muscolose strinsero Nuengdiao in un abbraccio. Nella stanza buia, la voce di Palm suonava come una luce intensa.

«Non voglio che il signorino dica questo.»

«Perché?»

«Io…» Nuengdiao sentiva una feroce lotta interna.

«Un giorno anche tu avrai la vita che meriti.»

«Palm, non intendo averti per sempre. La mia vita è una maledizione, ma tu non hai nulla a che fare con questo. Tu e tuo padre avete pagato abbastanza per me.»

«Non ti ho mai detto che me ne sarei andato.»

«Ma quella sera…» Si riferiva alla foto su Facebook di Palm e Makie durante la serata al club.

«C’è qualcosa che vuoi chiedermi?»

«In realtà, l’ho vagamente intuito, ma volevo chiedertelo.»

«Non è successo niente.» La persona tra le sue braccia stava dicendo una mezza verità, ma quando le sue labbra toccarono la sua fronte, si fermò di colpo. Movimenti delicati come una parola di conforto, ma che allontanavano la malinconia che si stava aggrappando al suo cuore.

«Chiedimi quello che vuoi. Ti risponderò sinceramente.»

«Esci con Makie?»

Palm sorrise dolcemente: «Non usciamo insieme.»

Qualcosa sembrò uscire fuori dal suo petto, facendolo rilassare.

«Ci siamo promessi di rimanere amici per sempre.»

«Perché? Devi stare con me 24 ore al giorno, non vorresti una vita privata?»

«Non è per responsabilità. È solo che nel mio cuore ho già qualcuno con cui voglio stare.»

Il cuore di Nuengdiao si sentì nuovamente appesantito. Era confuso, non sapeva se chiedere o meno. Alla fine, deglutì e chiese: «Chi è questa persona?»

Il suo corpo tremò leggermente, temendo che dopo aver sentito la risposta, non sarebbe stato più in grado di restare in quell’abbraccio.

«Nuengdiao.»

«Dimmi.» La sensazione di soffocamento era sparita, così Palm sussurrò all’orecchio di Nueng.

«Non ti sto chiamando. Sto rispondendo.»

*********

Una luce brillò nel cuore di Nuengdiao.

Per tutta la vita aveva desiderato quello. Essere trattato in modo speciale da qualcuno, ma non per via di un obbligo. Non perché obbligato dalla sua famiglia, ma perché era una persona di cui potersi fidare. Palm abbracciò strettamente Nuengdiao, condividendo con lui più che il calore. Il loro cuori erano entrati in contatto.

«Palm.»

«Mh?»

«Sai di cosa stai parlando?» Nuengdiao parlò sinceramente. Si era già reso conto dei suoi sentimenti, ancora prima del loro bacio nella stanza con l’organo. Forse era successo durante lo stretto abbraccio che si erano scambiati nell’edificio abbandonato, o forse mentre passavano le giornate in quella città. In ogni caso, in quel momento, non aveva importanza il quando.

«Sì. lo so.» Palm gli accarezzò dolcemente la mani tra i capelli, stringendolo un po’ più a sé.

«Se te lo chiedessi…»

«Risponderei.»

«Voglio dire… ti arrabbieresti?»

«Non lo farei.» Nell’oscurità Nuengdiao non poteva vederlo, ma poteva sentire il sorriso di Palm. Sprofondò ancora più tranquillamente contro il suo corpo.

«Ti piacciono i ragazzi?»

«Prima pensavo di no, ma adesso non sono più sicuro.»

Palm fu diretto, allentò la presa delle sue braccia sul corpo di Nuengdiao e lo guardò negli occhi. Il vento fece ondeggiare lentamente la tenda, impreziosendo il momento in cui i due si guardarono senza distogliere lo sguardo. Nuengdiao sentì il suo cuore battere fortissimo.

«Ma sono sicuro…» La voce di Palm si affievolì appena quando Nuengdiao lo zittì con un bacio. Un’emozione speciale li univa, si scambiavano carezze cariche di una dolcezza amara, come una piantina che cresce nella stagione di freddo, destinata ad essere abbattuta improvvisamente da una folata di vento. Ma ciò non avrebbe messo fine alla sua vita e non gli avrebbe impedito di aggrapparsi ancora alla vita con tenacia. Il sentimento nascosto nel suo cuore aspettava di essere rivelato.

«Posso…»

«Sì, puoi.»

Prima che potesse finire di formulare la domanda, Nuengdiao lo interruppe. Palm voltò facilmente Nuengdiao, poi si mise dietro la schiena e cominciò a sbottonargli la camicia, bottone per bottone. Le sue dita accarezzarono la pelle di Nuengdiao, che inclinò la testa all’indietro e lo colpì leggermente. Il bacio passò dalla nuca alle spalle e poi alle clavicole.

«Hai visto il tatuaggio sul mio collo?»

Entrambi i loro corpi erano nudi. Palm allungò la mano per aprire le tende e far passare un po’ di luce.

«L’ho visto.»

«Leggilo.»

«Erzì, significa bambino.»

Non sapeva quando il tatuaggio era apparso sulla sua pelle, ma lo ricordava già da bambino. Era come una grande aspettativa da parte della sua famiglia. Ma in realtà a lui ricordava solo quando fosse incompetente e deludente.

Palm premette delicatamente le labbra contro il tatuaggio: «Solo perché ti piacciono gli uomini, non significa che sei un cattivo ragazzo.»

«La signora Tanya ha detto di aver costretto Nuengdiao a fare solo una cosa. Se tuo padre fosse ancora vivo, penserebbe la stessa cosa. Devono essere felici di avere un figlio come te.»

Le lacrime della persona tra le sue braccia scesero, tutto il dolore che aveva sopportato sino a quel momento scorreva fuori dai suoi occhi. Nuengdiao si girò, incontrando occhi caldi e braccia che aspettavano di abbracciarlo. Le loro labbra si toccarono ancora e ancora. La luce della luna illuminava dolcemente il loro stretto letto, trasformandolo in una pista da ballo, dove due persone si intrecciavano e ondeggiavano al ritmo di una canzone d’amore, senza melodia ma piena di sublimazione.

«Dovrei pensare alla persona che ho davanti.» Palm sorrise.

«Hai detto che ti piaccio?» Nuengdiao lo provocò per primo, poi lasciò che le cose fluissero con naturalezza. Era una sensazione piacevole, come bere un whisky stuzzicante. Più volte fisso gli occhi di Palm e tremò leggermente.

«Ti piace quello che stai provando, Nuengdiao?»

In quel momento le due persone diventarono una sola. Il sudore scorreva lungo i capelli di entrambi. Nuengdiao si morse il labbro, cercando di reprimere il suono in gola, lasciando solo respiri. I battiti dei loro cuori e la lussuria si stavano scatenando.

«Se ti dico di no, cosa farai? Ti fermerai?» Sussurrò Nuengdiao con voce roca. Il suo respiro era ansimante e tremante. Voleva solo provocarlo, ma respinse quell’idea perché non era più in grado di farlo una volta che Palm ebbe chiamato il suo nome.

«Non lo farò, ma sarò gentile.» Le sue parole erano gentili, ma il suo corpo diventava sempre più violento, facendo sì che il suo cuore iniziasse a battere più velocemente. Nuengdiao sussultò, stringendo il lenzuolo con entrambe le mani.

«Ti piace?» Nuengdiao non rispose, si limitò a stringere le labbra.

«Ti piace?» Chiese ancora Palm mentre si muoveva più velocemente, riempiendolo di emozioni e felicità formicolanti.

«Mi piace.» Finalmente il ragazzo si decise a parlare. Le sue parole non potevano più essere nascoste.

«Cosa ti piace?»

«Tutto.»

«Ti piaccio?»

Nuengdiao afferrò il cuscino all’angolo. Una sensazione di felicità gli riempì il petto. Si lasciò sfuggire un urlo, non riuscendo a dire altro. Non riusciva a resistere alla lussuria che gli stava inondando il corpo.

«Mi piace…»

«Chi ti piace?»

Nuengdiao avrebbe voluto tornare indietro e prenderlo a pugni, ma poiché era troppo stanco, rispose con leggerezza: «Palm. Mi piace Palm.»

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