KINNPORSCHE – SPECIALE FINALE 1

Finale speciale

In mezzo alla bellezza dei fiori, che erano accuratamente disposti e decorati in modo elaborato, il delicato profumo si diffondeva ancora l’area poiché il freddo manteneva tutto intatto. Il freddo estremo del cadavere non era così inquietante come la vista sfuggente dell’uomo che fissava la figura senz’anima.

«Finalmente, nonostante tu abbia cercato di scappare da me, non puoi sfuggirmi. Ora ho imprigionato il tuo corpo senza vita …» Disse una voce mentre si sedeva sulla sedia di legno splendidamente intagliata. Fissò la scacchiera sul tavolo e prese una pedina in mano.

«…»

«Hai detto che potevo solo ammirare il tuo corpo, non la tua anima. Ma non dimenticare che ora la tua anima è nelle mie mani…» Una grossa mano posò le pedine sulla scacchiera. 

«Chan… conosci il vero gioco degli scacchi?» Chiese l’uomo al suo subordinato più vicino, con un leggero sorriso che gli contrasse le labbra.

«Sì Khun Korn.»

«Il giocatore che riesce a fare scacco matto spesso possiede il cavaliere e la torre. La torre si muove nelle direzioni trasversale e longitudinale in quattro direzioni, come nessun altro pezzo. Il cavaliere può camminare a forma di L tutt’intorno e può scavalcare altri pezzi, ma dopo tutto, come scegliamo di muoverci e come posizionare i pezzi? Qualunque cosa facciamo, dipende da noi…»

«Allora, Khun Korn sceglierà uno scacco matto con un cavaliere o una torre?»

«Dipende da chi è più forte…» I suoi occhi acuti fissarono pensierosi la scacchiera.

«Ma soprattutto dovremmo togliere dal tabellone i pezzi che sono inutili come pedine.» Le dita sottili giocavano sul tabellone mentre rimuoveva i pezzi con noncuranza.

****************

Ospedale

In una costosa sala VIP, così oscurata che nemmeno un raggio di luce sarebbe potuto penetrare, l’oscurità aveva sopraffatto sia la vista che la mente fino a diventare completamente nera, la stanchezza che aveva fatto crollare chiunque come una luce guida scomparve improvvisamente senza preavviso.

Tre fogli di carta, gli furono posti davanti i quali contenevano una dichiarazione sul trasferimento del potere al capo della famiglia principale – Korn Theerapanyakul, che fosse il porto che era intestato a Khan o alcuni casinò che erano tutti classificati come imprese familiari.

«Devi accettarlo, Vegas. Perché verrai retrocesso, è una tradizione fin dalla generazione di Lao Gong. Se la famiglia principale o la seconda famiglia vengono rovesciate, tutto deve appartenere alla parte vincente e il vincitore sceglierà quello che vuole.» Disse una voce fredda mentre accavallava le gambe accanto al letto del paziente.

[N/T: Lao Gong è il bisnonno, nella lingua thailandese Teochew.]

«Eh… Sei perplesso su chi sarà la prossima seconda famiglia?» Disse Vegas con un leggero sogghigno.

«Eh… Questo gioco è molto più complicato di quanto pensi.»

«Non è la fine, vero?» Vegas guardò tutto con aria assente. Alla fine dei conti, non importava a quale generazione appartenessero, erano sempre stati intrappolati nel gioco dei loro antenati che credevano che solo il più forte potesse stare nella posizione più alta. La famiglia dei Theerapanyakul apparteneva ad una specie di follia di gruppo che mostrava il potere facendo pressioni sui propri figli per uccidersi a vicenda, per rimanere al di sopra della vetta.

Anche la vendetta della famiglia principale e della famiglia secondaria era stata iniziata da A Gong, che aveva scelto la vulnerabilità umana per giocare con le persone sensibili portando Nam Phung come pedina in questo gioco per dimostrare chi alla fine potrebbe avere il potere nelle sue mani senza compromessi…

«Penso che dovresti firmarlo rapidamente e farla finita.»

«Ora siete tutti in gioco.»

«La tua casa, la Famiglia Principale te l’ha data come ultimo tesoro…»

«Non la voglio.» Disse Vegas piano, come se non avesse niente da perdere.

«Oh… E quando ti riprenderai, dovrai tornare in azienda per gestire più scartoffie della Seconda Famiglia e consegnarmi tutti i clienti.» Un sorriso pieno di così tanti secondi fini che Vegas quasi non ne sopportava la vista. Afferrò la penna, firmò tutto e con noncuranza la restituì alla persone della prima famiglia. Aveva perso, non voleva tenere nulla, l’unica cosa che doveva fare era concludere tutto, perché sapeva che in quel momento non aveva altra scelta.

Quando le persone della famiglia principale, avevano ottenuto ciò che volevano, lasciarono subito la stanza, lasciando solo una sensazione di perdita, vuoto e oscurità. Vegas ora era bloccato in una grande sala senza via d’uscita…

«Vegas, sei già sveglio?» Improvvisamente, una voce familiare aprì la porta e fece entrare la luce brillante all’esterno, costrinse Vegas a socchiudere gli occhi per regolare la sua messa a fuoco.

«Ciao, voglio fare la spia su P’Pete.» Macau e Pete entrarono nella stanza insieme, accendendo tutte le luci della stanza.

«Macau! Non eravamo d’accordo?» Pete aggrottò la fronte verso Macau, posò la borsa sul divano e fece per avvicinarsi per chiudere la bocca al più piccolo.

«Mentre aspettava che finissi un corso extra di esercitazione… P’Pete… Ahhh… P’Pete ha comprato di nuovo delle cose da mangiare di nascosto.» Quello che Vegas aveva davanti agli occhi lo fece sorridere un po’: Pete e Macau si rincorrevano nella stanza, lo aveva capito da subito, solo quei due potevano fargli dimenticare per un attimo il dolore. 

La luce abbagliante mentre aprivano la porta indicava che sarebbero stati loro a guidare la speranza della sua vita.

«Ti ho detto che ti fa morire prima del previsto. Anche adesso lo stai ancora mangiando.» Vegas disse come se Pete non lo prendesse molto sul serio.

«Ma è delizioso, lo sai.» disse Pete dispiaciuto, e si sedette sul letto come al solito.

«Hehe, P’Pete è davvero testardo come ha detto Hia.» Disse Macao.

«Allora, qualcuno ha flirtato con Pete oggi?» Chiese Vegas, fissando Pete con calma.

«No, anche se le mie orecchie ascoltano P’Top, ma i miei occhi guardano P’Pete. Oggi l’amico di P’Top che di solito osserva P’Pete non si è avvicinato affatto.» Disse Macau, allungandosi e sdraiandosi comodamente sul divano premendo il telecomando per accendere la TV.

«Sei pazzo. Chi vuoi che abbia pensieri malvagi su di me come te.» Disse Pete.

«Chi lo sa? Ho dormito per un mese. Ogni volta che quel bastardo veniva a controllarmi, ti guardava fino quasi a possederti. Se non fosse che la mia ferita è ancora aperta, mi arrampicherei e farei crollare l’ospedale.»

«Oh, non te ne devi preoccupare. Nell’ultimo mese il bastardo Khun Tankhun è venuto ogni giorno per convincermi a tornare a casa e ha messo l’ospedale sotto sopra.»

«Eh?» chiese Vegas pensando con calma, mostrando un debole sorriso sarcastico al suo amante, ma gli occhi di Vegas non avrebbero mai potuto mentire a Pete.

«Cosa c’è che non va?» Pete accarezzò leggermente il braccio di Vegas.

«Niente… Tu vuoi…» Vegas stava per dire qualcosa che Pete sapeva molto bene, quindi parlò in fretta.

«Quante volte ti ho detto che ho scelto di restare qui? E non ho intenzione di andare da nessuna parte…» Pete mosse la mano per accarezzare il viso di Vegas, sorridendo. 

Vegas si sentiva bene ogni volta, solo sapendo che Pete era sempre al suo fianco. Pete era sempre stato il suo conforto, la sua speranza, la sua felicità, e non avrebbe potuto immaginare come avrebbe potuto vivere senza Pete.

********************

Magazzino

«La scacchiera è piena di pezzi…» Disse l’uomo che teneva tutto il potere nelle sue mani. Allo stesso tempo, si udì il rumore della porta della serra che si apriva e apparvero tutti i discendenti della famiglia.

«Che occasione speciale è oggi, papà?» chiese il figlio maggiore della famiglia con voce chiara e dolce.

«La tua voce mi fa sempre venire il mal di testa.» Korn lo incolpò, scuotendo la testa verso Tankhun, Kinn, Porsche, Kim e Porsché. Tutti camminarono nelle vicinanze per rendere omaggio a Nam Phung.

«Perché papà ci hai chiamati qui?» Tankhun si avvicinò ai quattro, guardando la figura di Nam Phung con ammirazione «Zia Phung è davvero bella. È bella e luminosa. Se vivesse ai nostri giorni, sarebbe sicuramente una star, giusto?» Khun si voltò per chiedere il parere di suo padre.

«Sì… Quando eri un bambino, Nam Phung ti amava così tanto, Tankhun. Ricordi?…»

«No.» Tankhun scosse la testa.

«Ehm, Nam Phung è rimasta con noi nella stessa casa, era appena andata via quando hai iniziato l’asilo. È successo prima di separare la famiglia. Anche allora, ti mandava ancora spesso dei giocattoli.»

«Se la zia fosse ancora viva, ci sarebbe un’altra persona che mi sosterrebbe. Vorrei che tu rimanessi perché a mio padre piace offendere.»

«Oh, se ti avessi assecondato di più, avresti fatto più scherzi, bastardo.» Disse Korn.

«Hehe! Grazie, per avermi amato così tanto.»

«Sì, Nam Phung ti amava così tanto. Ti ha persino chiamato Tankhun.» disse Korn, ricordandogli che l’aveva ancora nel suo cuore tutto il tempo.

«Davvero? Grazie, Zia!»

«Che ne dici di me, papà? Mia suocera mi amava?» chiese il figlio di mezzo Kinn, sorridendo leggermente.

«Anche Nam Phung ti amava, Kinn. Ma a quel tempo sia Pat che Nam Phung si erano trasferiti lontano da qui. Pertanto, siamo stati separati l’uno dall’altro per un po’ di tempo.» Spiegò Korn.

«Che ne dici di me, papà? Kim, Kimhan. Un bambino così adorabile che mia madre mi amerebbe con tutto il cuore.» Kimhan alzò un sopracciglio verso Porsché, finché Porsché non gli diede una gomitata.

«Doveva amarti molto, ma era anche il periodo in cui Nam Phung aveva avuto Porsche. Vi ricordate che voi quattro giocavate insieme?» Porsche e Kinn si guardarono perplessi.

«Ci siamo già incontrati?» Kinn sorrise e sussurrò a Porsche. 

«Probabilmente ho avuto una cotta per te sin da quando ero un bambino e poi da grande mi sono innamorato di te fino a perdere la testa.» Porsche diede un colpetto a Kinn.

«Siamo di fronte a mia madre.» Lo rimproverò Porsche.

«Quanto a me, sono ancora deboluccio.» Disse Porsche scherzando.

«Ma Porsche e Porsché venivano raramente a incontrare papà, perché a Tankhun piaceva giocare scorrettamente, Nam Phung non osava dire a Tankhun di non farlo, quindi ci incontravamo raramente.»

«Ah! Mi infastidivi?» Porsche si rivolse immediatamente a Tankhun. 

«Sei stato un demone fin da quando eri un ragazzino.» Porsche lo incolpò dolcemente, ma Tankhun si limitò a scuotere la testa da una parte all’altra.

«Bene bene.»

«Papà sono contento che ci siamo riuniti. Papà crede che anche Nam Phung sia molto felice di questo.» Gli occhi sfuggenti di Korn fissarono di nuovo il corpo senz’anima prima di guardare i ragazzi che si stavano stuzzicando a vicenda con un’espressione felice.

L’immagine che aveva davanti a sé, non lo lasciava totalmente indifferente. Tutti i suoi figli erano il suo grande sostegno morale, ma quando la stirpe “Theerapanyakul” e la loro successione e potere dovevano essere tramandate, avrebbe dovuto scegliere il più forte, per essere sicuro di proteggere ciò che il suo antenato e lui stesso si erano sforzati di creare, c’erano persone che erano abbastanza forti da farlo andare avanti. 

Tankhun era come il vento, soffiando attraverso il tuo cuore ti faceva sentire rinfrescato come Nam Phung, rendeva la casa allegra come ai vecchi tempi. Ogni volta che erano stanchi, il solo vento che gli accarezzava la faccia per un momento li faceva sentire sollevati e tornare di nuovo vivi. Quella era la sua unica debolezza, perché non avrebbe mai lasciato che questo bambino fosse lontano da lui. 

Quanto a Kinn, era come un fuoco che dava conforto e calore e allo stesso tempo lo rendeva impaziente. Risolutezza, prudenza e responsabilità lo avrebbero reso forte, ma Kinn era ancora privo di determinazione, spesso sensibile alle sue debolezze. Kinn era facile da leggere e i suoi nemici potevano prevedere cosa sarebbe successo. 

Quanto a Kim, era come l’acqua. Le acque tranquille scorrevano così in profondità che potevano trasformarsi ovunque e in qualsiasi momento con armonia, calma e coscienza che gli avrebbero consentito di analizzare saggiamente la situazione. Nessuno era mai stato in grado di capire cosa stesse pensando esattamente. Quindi, tra il fuoco e l’acqua, l’acqua verrebbe a spegnere il fuoco, o il fuoco farebbe evaporare l’acqua? Beh, abbiamo dovuto pensarci un po’.

«Kinn.» Korn chiamò il nome di suo figlio con voce profonda.

«Sì papà.»

«Sei stanco figlio mio?»

«Qual è il problema, papà?»

«Papà, ha visto che hai lavorato sodo. Fai di tutto per la nostra famiglia principale.» Korn fissò Kinn mentre rifletteva. Molti degli eventi che avevano messo alla prova Kinn, che fossero l’attacco al tiro a segno o l’assassinio al bar di lusso e tanti altri. La Seconda Famiglia potrebbe aver attaccato il secondo figlio alcune volte, ma ce n’erano alcuni che erano una prova che proveniva dal suo stesso lavoro.

«Lo sai bene? Quanto è difficile essere un Leader Supremo. E con cosa devi fare i conti.» Korn girò intorno a Kinn con gli altri presenti che fissavano la situazione da dietro.

«Sì papà.»

«Papà ha visto la motivazione e la lealtà verso la nostra famiglia… Khun, non ti dispiace cosa farà papà, vero…?» Korn si voltò a guardare il figlio maggiore chiedendo la sua opinione.

«Kinn, si merita tutto, papà.» Disse allegramente Khun al fratello minore quando seppe cosa voleva intendere suo padre.

«Sono d’accordo, papà.» Aggiunse Kim, sorridendo a Kinn.

Korn rimosse lentamente l’Anello della Famiglia Principale dal suo dito medio, facendo sì che Kinn fosse estremamente sbalordito dalla situazione di fronte a lui.

«Papà… non sta succedendo tutto troppo in fretta?»

«Kinn, puoi promettere che amerai la nostra famiglia finché vivrai?» disse Korn, consegnando l’anello a Kinn, che non era ancora in grado di elaborare la situazione molto bene.

«Ma…»

«Ti do prima l’anello del leader supremo. Quando verrà il momento, ti darò tutto, se quel giorno te lo meriti davvero.» Korn tirò verso di sé la mano di Kinn e mise lentamente l’anello che simboleggiava il potere sul suo palmo.

«Preserverò, proteggerò e difenderò la famiglia principale e servirò fedelmente fino al mio ultimo giorno.» Kinn tenne l’anello e disse quello che sentiva. Anche se il suo cuore non era ancora pronto e Korn non gli aveva ancora dato tutto, Kinn sentì una nuova sfida e responsabilità che stava per iniziare.

«Grazie, figliolo.» Korn diede una pacca sulla spalla a Kinn come modo per incoraggiarlo e credere in questo ragazzo. Kinn si voltò a guardare Porsche, che sorrideva ampiamente, conscio di ciò che il suo amante si meritava da sempre.

«E questo… l’anello della seconda Famiglia.» Chan porse un altro anello a Korn, che lo aveva personalmente estratto dal dito di suo fratello prima della cerimonia funebre.

«Papà, avremo una seconda Famiglia?» Quando i tre figli videro l’anello di rame che era il simbolo della Seconda Famiglia, apparve subito un’espressione turbata sui loro volti. 

Tankhun aveva uno sguardo particolarmente preoccupato, perché era uno che aveva sempre odiato la Seconda Famiglia.

«Papà restituirà tutto alla persona che merita…» Korn si avvicinò ai suoi tre figli e si diresse verso la bara di Nam Phung.

«Khan è morto, il fratello maggiore Wagim non ha ereditato nulla dalla famiglia e non aveva eredi. Quindi papà vorrebbe consegnare l’anello della seconda famiglia, a Porsche.» Korn si voltò verso Porsche e gli consegnò l’anello, facendo sì che tutti i presenti fossero sbalorditi, confusi e incapaci di agire, in particolare Porsche, la cui espressione divenne improvvisamente tesa.

«Perché papà sta facendo questo?» Chiese Tankhun scioccato, non poteva credere che suo padre avrebbe detto queste parole perché sapeva che la famiglia principale e la seconda famiglia avevano avuto conflitti di interesse di generazione in generazione.

«Sei il figlio di Nam Phung e Nam Phung è mia sorella, quindi hai il diritto di averlo…»

«Pa… io…» Kinn, che rimase immobile, immerso nei suoi pensieri. L’intero evento stava per ritorcersi contro di lui perché vedeva all’orizzonte problemi in futuro.

«Ascolta prima. Non lo sto facendo perché desidero che voi due combattiate tra di voi, so che Kinn e Porsche si amano molto, quindi vorrei che l’unione tra di voi possa riparare la frattura tra la prima e la seconda famiglia, così saremo in grado di andare d’accordo. Sono convinto che sia Porsche che Kinn si aiuteranno a vicenda a gestire Theerapyakul con stabilità.»

«Ma io non…» disse Porsche con fermezza. Korn fece un leggero sorriso prima di continuare.

«A cosa stai pensando? Sei venuto a vivere a casa nostra per aiutare Kinn e stai andando bene, ti affido solo il comando della seconda famiglia, sono solo affari.»

«Ma io non…»

«Porsche, ascoltami. Per tutto questo tempo, la mia famiglia ha fatto molte cose cattive a Nam Phung e mio fratello è stato colui che le ha causate. Nessuno di noi ha vissuto con nostra madre e nostro padre. Quindi non so come fare ammenda, pertanto, ti chiedo solo di lasciarmi fare quello che desidero, se non vuoi farlo per nessun altro, fallo per tua madre. Nam Phung ha il diritto di ricevere molto dalla famiglia, riguardo al tempo in cui se ne è andata e tu e Porschè siete dovuti stare da soli, vorrei potervi risarcire e fare del mio meglio… Non andare contro la mia volontà.» Disse Korn con tono fermo e con un’espressione determinata. 

Porsche guardò confuso l’anello della Seconda Famiglia prima che i suoi occhi si posassero sulla figura di sua madre di fronte a lui, quindi strinse lentamente l’anello in mano.

«Credo che voi due non mi deluderete…» Korn diede una pacca sulla spalla a Porsche e si voltò, sorridendo a Kinn con anticipazione. Kinn sospirò piano perché questa volta conosceva lo scopo di suo padre.

«Stai bene?» Kinn si avvicinò al suo amante con uno sguardo preoccupato sul viso poiché anche Porsche aveva uno sguardo preoccupato sul suo volto.

«Kinn, non finiremo per odiarci, vero?» Kinn strinse Porsche in uno stretto abbraccio e gli accarezzò la testa dolcemente, sebbene i due sapessero quanto si amassero, il cuore di Porsche tremò perché non riusciva a immaginare come avrebbe potuto ferire o odiare Kinn in questa vita. Non voleva che accadesse, non voleva che accadesse, non voleva cambiare. Pensò a se stesso e a quanto la Famiglia Principale e la Seconda Famiglia di Theerapanyakul vivessero l’una con l’altra con odio e conflitto.

*************

«Sono già tornati?» chiese Korn a Chan mentre usciva dalla serra e andava dritto al magazzino all’interno della recinzione.

«Sono tornati signore.» Chan chinò la testa mentre rispondeva al suo maestro.

«E li sta seguendo?»

«Lui sta arrivando.» Korn prese un sigaro, lo accese e sorrise, soddisfatto di quello che era successo. Tutto era come aveva programmato, quasi tutto era rimasto e i pezzi chiave avrebbero seguito il percorso come avrebbe dovuto essere.

«Chan, pensi che l’amore renda davvero le persone deboli?» Un denso fumo veniva soffiato nell’aria con occhi assassini che continuavano a seguire l’onda fumante.

«Sì.»

«Pa ha mandato Nam Phung a testare e controllare Khan. E se Nam Phung non fosse scappata da me con la morte, non l’avrei fatto a suo figlio.»

«Pa…» L’arrivo del figlio pose fine alla conversazione. Korn porse il mozzicone di sigaretta a Chan e fece cenno a suo figlio di seguirlo nel magazzino.

Quando la porta automatica si aprì, rivelando l’interno del magazzino, la parte anteriore era solo un normale magazzino usato per stoccare le merci, ma mentre si inoltrava nel misterioso e intricato retro, c’era una porta color ruggine che si confondeva con le pareti del magazzino, che, se non notata, sarebbe stata invisibile. Chan era riuscito a digitare la password per aprire quella porta prima di scoprire…

Dietro la porta c’era un ampio salone. Venti persone, vestite con un abito nero, si erano alzate in piedi dal tavolo delle riunioni allo stesso momento.

«Questo è Khun Kimhan. Il vostro nuovo leader.» Korn fece un cenno con la mano verso il figlio più giovane che fece tre passi avanti mentre si toglieva lentamente gli occhiali scuri. Sorrise e salutò le persone che stavano chinando il capo per rendergli omaggio.

«D’ora in poi, accetteremo solo ordini da Khun Kim.» Le parole del decreto echeggiarono in tutta la stanza. Un’organizzazione segreta che era stata istituita per molti anni per controbilanciare il potere dell’attività di Theerapanyakul su concorrenti e partner commerciali in modo che il potere non cadesse nelle mani di nessuno tranne che di Korn Theerapanyakul.

E ora, durante il trasferimento del potere, non sapeva chi avrebbe pensato di tradire o se la famiglia principale sarebbe stata debole in futuro, quindi aveva creato questa organizzazione in modo che tutto ciò che aveva costruito fosse ancora nelle sue mani e, soprattutto, era stato un buon test sapere che tra Kinn della famiglia principale e Kim dell’organizzazione segreta sarebbe stato il più forte?

Un porto abbandonato

Diverse settimane dopo

«Qual è il prossimo?» Porsche stava giocando con l’anello della Seconda Famiglia al dito.

«Prima andiamo con il flusso.»

«Sono solo preoccupato per i sentimenti di Kinn.» Disse Porsche, sospirando pesantemente.

«Credo che quando arriverà quel giorno il Secondo Fratello capirà.» Vegas lanciò un’occhiata a Porsche, poi si voltò a guardare il fiume e prese un bel respiro.

«Devo tradire Kinn?»

«Non puntiamo al Secondo Fratello.»

«Uhm… sono sicuro che Khun Korn non ha detto la verità… Ha mentito sull’offrirmi di diventare una guardia del corpo, mi ha imbrogliato, mi ha fatto credere alle parole di zio Athee e, soprattutto, sono molto dubbioso sul perché continuasse a mantenere il cadavere di mia madre. Perché quando mi ha visto, non ha detto niente…»

«Quindi una brava persona ucciderebbe suo fratello minore? Deve essere senza cuore.» Vegas disse con occhi vuoti, Porsche capiva molto bene la sensazione di perdita. Una cosa che gli aveva dato il coraggio di parlare del problema che era rimasto irrisolto con Vegas era stato perché pensava che Vegas fosse nella stessa situazione.

«Cosa ne pensi della famiglia principale e della secondaria?» Chiese Porsche a Vegas.

«Se non fossero stati degli psicopatici a cui piaceva da matti la competizione, allora…» Prima che Vegas potesse finire di parlare, una dozzina di uomini vestiti di nero si precipitarono improvvisamente al porto e li presero di mira. Sia Porsche che Vegas estrassero rapidamente le pistole e le puntarono verso gli ultimi arrivati.

«Khun Vegas.» 

Ma prima che iniziassero gli spari, Porsche e Vegas che stavano per premere il grilletto rimasero sbalorditi quando il gruppo di uomini si fermò davanti a loro e lentamente si inginocchiò.

«Siamo pronti a servire Khun Vegas. Per favore, abbi pietà di noi.» Vegas abbassò la pistola quando riconobbe che queste persone erano gli ex subordinati di suo padre e che erano sopravvissuti allo scontro con la famiglia principale.

«Khun Khan è stato molto gentile con noi. Dalla morte di Khun Khan, siamo stati sempre inseguiti dalla famiglia principale. Khun Vegas, per favore abbi pietà di noi. Almeno se dobbiamo morire, per favore non lasciarci morire invano. Vogliamo proteggere le persone che Khun Khan ama ancora una volta.» Tutti chinarono il capo addolorati, Vegas si voltò a guardare Porsche che sospirò profondamente.

«Almeno abbiamo più manodopera, non credi?» Porsche rise.

«Uhm, sei pronto?»

«Il gioco inizia ora!»

-FINE-

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4 Commenti
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Matsufla

Ca**arola che finale! Mi sarebbe piaciuto vederlo nella serie, perché fa capire più chiaramente che questo era solo l’inizio della soria. Ho il terrore che il finale della serie lo abbiano lasciato un po’ più vago proprio perché non è sicuro se ci sarà o meno una seconda stagione😭.
IO CMQ NON VEDO L’ORA DI LEGGERE I PROSSIMI LIBRI E SAPERE COME VA A FINIRE!
Intanto vi ringrazio per la teaduzione di questa prima novel e per il gran lavoro che avete fatto, spero proseguiate con il resto dei (4?) prossimi libri. GRAZIE!

tania

ahahaha!!! grazie mi sono venuti i brividi …, beh penso che khun korn non conosca veramente la determinazione e l’imprevedibilità di porsce , pensa davvero che può manovrarlo come ha fatto con sua madre?Chissà…grazie novel disagio è la mia novel preferita spero nel sequel.

tania

…aspetto con ansia altri special se ce ne sono

Nadia

Wow che finale inaspettato! Chissà se ci sarà il continuo mi piacerebbe proprio. Grazie mille per aver tradotto questa novel che ho adorato <3

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