TONHONCHONLATEE – SPECIALE 2

Chonlatee pov

Una goccia di sudore scese lungo il mio viso, solo un altro po’ ed avrebbe raggiunto il mento se nulla l’avesse fermata. Le sue sopracciglia e gli angoli della sua bocca erano ricoperti da piercing che davano al suo viso un aspetto tagliente e feroce.

«Sono stanco, sono in piedi da stamattina… Quasi non riesco a reggermi, non devo più stare in piedi.» Ton si mise le mani in vita abbassando la schiena per la terza volta quel giorno.

Ton mi ordinò di riposarmi, minacciando che, se non ci fossimo riposati, avremmo avuto una lunga discussione.

«In realtà, non sono ancora così stanco.» Poggiando la cassetta delle donazioni del campo sul tavolo di legno, guardai l’uomo che lo seguiva, annusando con il naso sentii il vago odore di nicotina. «Hai fumato?»

«Ehm, ho sonno.»

«Allora perché non dormire?»

«Beh, il lavoro non era finito e abbiamo fatto riunione ieri sera.» spiegò Ton alzando la mano per accarezzarsi la nuca. Guardai attraverso i suoi occhi, il suo viso era stanco, aveva delle ombre scure. Sospirai.

«Mi hai detto di fare una pausa ed io ho fatto una pausa. Il campo inizia e sarà dura domani, non sarà una giornata facile per te.» Sapevo che Ton era il presidente del campo, quindi il suo lavoro era un po’ più pesante degli altri, ma vederlo così preso e appassionato dai propri compiti aveva trasformato l’immagine che avevo fino ad allora di lui. Ton quando voleva, sapeva essere una persona seria e quando si trattava di lavoro la sua determinazione e competenza erano impressionanti.

Era facile ammettere che era così affascinante che mi innamorai di nuovo di lui…

«Allora fai un pisolino sul mio grembo.»

«In questo momento sono avido.»

«Ho supplicato e le persone vorrebbero supplicare spesso.» Lo afferrai per un braccio e lo costrinsi prima a sedersi in macchina poi a distendersi lentamente di schiena con le gambe fuori dall’abitacolo e la testa appoggiata sulle mie gambe che gli facevano da cuscino. 

Un secondo dopo era pronto a dormire e si girò mettendosi di lato con gli occhi, nascose il suo viso nella mia pancia senza badare agli occhi della gente che ci passava accanto.

«Ti comporti come TC.»

«Lo sto imitando.»

«Stai per addormentarti?»

«Svegliami fra mezz’ora.»

«Sì…« risposi in tono piatto e infilai la mano tra i suoi morbidi capelli, accarezzandoli dolcemente.

«Grazie.»

«Per cosa?»

«Sei venuto ad aiutarmi, senza mai lamenti.» alzai una mano per rimettere a posto gli occhiali che stavano scivolando mentre tenevo la testa calata per vedere Ton. Aggrottai le sopracciglia quando sentii delle lamentele, non capivo cosa c’era di strano per cui lamentarsi. 

«Non sono stanco, tu sei molto più stanco di me.»

«Non ho molto tempo per farti vergognare ultimamente, vero?»

«Sei preoccupato?»

«Uhm…» Ultimamente Ton non era tornato spesso in camera, a volte arrivava la mattina presto e nella settimana precedente eravamo riusciti a scambiarci si e no qualche parola.  

«Ma io sono libero, quindi vengo ad aiutare con il lavoro. Sono qui, con le scatole in mano, a dipingere dei cartelli. Ti ho visto correre da una parte all’altra per via del troppo lavoro, mi sono persino chiesto se ti dessi fastidio.»

«No, ma ho rallentato a lavoro.»

 «Come?»

«Continuo a guardarti perché sono geloso.»

«Perché sei geloso? Sai che il mio cuore ti appartiene.»

«Lo so, ma non posso fare a meno di preoccuparmi.» La voce di Ton si abbassò alla fine della frase e le sopracciglia corrugate iniziarono a distendersi e presto udii il suo respiro diventare regolare, il suo petto alzarsi ed abbassarsi ritmicamente, Ton si era addormentato.

Alzai l’orologio per guardare l’ora dato che dopo mezz’ora avrei dovuto svegliarlo  per permettergli di continuare a lavorare… nelle ultime settimane non avevo pensato molto a Ton, non avevo tempo per lui, ma avrei aspettato fino alla fine del campo e dopo mi sarei preso tutto il tempo per Ton.

Avevo diciotto anni e ne avrei compiuti 19 entro pochi mesi, ma il fatto di prendere un grande autobus per la prima volta, era qualcosa di nuovo e piuttosto eccitante.

Il primo giorno del campo, quello del viaggio era iniziato in modo molto caotico molto prima del sorgere del sole. La sera prima Ton era tornato a dormire in camera e io ero rimasto sveglio ad aiutare il ragazzone dell’edificio della Facoltà di Ingegneria.

In conclusione, nessuno di noi due aveva dormito, ma l’eccitazione di prendere l’autobus per la prima volta nella mia vita mi aveva reso incapace di dormire.

Rimasi molto colpito nel vedere che su quell’autobus erano riuscite a salire molte più persone grazie alla notizia della mia partecipazione al campo di volontariato… anche se non credevo che fosse davvero così. Anche Ton non aveva dormito, era rimasto sveglio preoccupandosi del remoto caso in cui l’autobus ci avrebbe abbandonati per strada e della necessità di avere un veicolo di scorta. A volte Ton era anche più apprensivo del necessario. 

«Nong Chon!» gridò una voce sommessa mentre guardavo fuori dal finestrino, mi voltai verso la fonte della voce che scoprii appartenere ad una senior di un qualche club e la relativa pagina social, qualcosa all’università…

«Sì?»

«Posso fare una foto così da metterla sulla pagina?» 

«Uhm… puoi farmela in questa posa?» Le chiesi prima perché c’era un ragazzp disteso davanti a me con la sua testa sul mio grembo.  

«Così potrei avere una tua foto con Ton.»

«Lui sta dormendo.»

«Allora sei riuscito a farti restituire i soldi?»

«Uh… la notte è finita.» Risi un po’ seccamente, pensando al giorno in cui avevo dato quella risposta durante il concorso e mi sentii in imbarazzo nell’essere preso ancora in giro dopo tanto tempo…Ton non ci aveva dato molto peso e così nemmeno io.

«Allora scatto la foto. Sorridi dolcemente.»

Sorrisi e inclinai il viso nell’angolazione che ritenni migliore, ma prima che la senior potesse scattare, una grande mano della persona che era sdraiata in macchina si alzò e mi coprì il viso. 

«Non devi sorridere dolcemente. Sto dormendo e sono appoggiato a lui. Come puoi chiedere di fare una foto?»

«Ma il tuo viso non si vede per nulla.»

«Il mio viso al contrario si deve vedere nella foto che pubblicherai sulla tua pagina così si saprà che lui appartiene già a qualcuno.» Ton alzò la mano e mi accarezzò il viso con l’espressione ancora assonnata.

«Oh, P’Ton è solo questo? Lo sanno tutti che Nong Chon è il tuo ragazzo e tu sei così feroce, chi osa scherzare su questo?»

«Non posso….»

«Ok, posso avere anch’io una foto?» La senior si aggrappò al sedile per mantenere l’equilibrio mentre era in macchina, la sua espressione era leggermente seccata quando gli venne negato il permesso di scattare foto.

«Sembri ubriaca dagli occhi.»

«Se fossi ubriaca come potrei chiedere di fare una foto, so bene che uccideresti per meno…Inoltre la macchina tremerebbe ed io avrei le vertigini.» 

«In conclusione sei venuta per partecipare al campo o per fare una foto a Chon?»

«Quanto alla seconda opzione, a dire il vero, Nong Chon è una persona difficile da trovare.»

«È vero…» Ton annuì in accordo, prima di trascinarmi più vicino per unire le nostre guance, 

«Facciamo una foto«.

«Come sei sdolcinato.»

«Certamente.» Ton ricambiò a quell’affermazione sfoderando un gran sorriso.

«Fatto, grazie.»

«Nella didascalia scriverai che il punto di forza di Chonlatee è l’albero al suo fianco.» Ton afferrò l’orlo della maglietta della senior in modo da avvicinarla e sussurrarle in maniera minacciosa, lei si sentì in imbarazzo e lo spinse via subito   . 

«Sono infastidita da te.»

«Come mai?»

«Per l’amorevole moglie che hai accanto.»

«Beh, il mio bambino è il più carino.» Quando Ton finì di parlare, incurante di niente e nessuno mi strinse a sé, mi baciò la fronte e mi abbracciò dolcemente.

«Ci sono molte persone.»

«Basta abbracciarci.»

«Ton, sai perchè è così difficile trovarmi? Sì?»

«Certo, perché sono geloso di te.»

«Che cosa significa?»

«Ti ho nascosto.» Ero ancora perplesso dalle parole di Ton e quando aggrottai le sopracciglia, l’altro rise, «Non pensare troppo, giochiamo e basta. Sono bravo a nasconderti, sono bravo a nascondermi e sono molto bravo a trovarti.»

In conclusione, dopo quella sentenza… stavo ancora pensando troppo.

La tenacia con la quale Ton giocava con me a nascondino, quando me lo fece notare, era davvero notevole. Pensando al gioco e a Ton constatai che era perfetto per quel gioco, aveva occhi veloci e arguti e gambe lunghe che gli davano un vantaggio sugli avversari. 

Ad esempio, notai che quando camminavo diretto ad aiutare un gruppo di senior a sollevare un cartello di legno, mi sentivo tirare per un braccio e venivo spinto di lato e quel tocco familiare non poteva essere che il suo mentre sfoggiava la sua maglia speciale . Quando ero salito per verniciare il tetto dell’edificio scolastico, vidi al mio fianco… Il tatuaggio di un’ancora sul petto. Sempre molto attraente. Notai che molte donne nel campo guardavano di nascosto Ton e subito pensai che dovevamo parlarne.

«Mi piace quando mi trascini per nascondermi«

«Non lo chiamerei trascinare.»

«No, tu lo fai con l’intenzione di nascondermi. Il tuo gioco a nascondino è trascinarmi via, lontano dalla vista degli altri.» dissi in tono pacato. Più pensavo al suo comportamento più notavo che non era solo al campo, ma anche all’università.

«Quindi sei stato catturato?» Ton ammise con un sorriso sul volto, stava sudando e potevo sentire l’odore di colonia. Nel tardo pomeriggio mi stordiva ancora come sempre.

«Sei libero, così puoi allontanarmi dagli occhi degli altri, di solito utilizzi una pistola? O ti arrampichi sui tetti come una scimmia.»

«Sono abbastanza impegnato, ma te ne vai spesso in girò, così sono costretto a trascinarti via.»

«Certo e non pensi che tu invece te ne vai in giro o stai lì in piedi senza maglietta a mostrare i tuoi muscoli.»

 Non è affatto bello. 

«Cosa c’è che non va in questo?»

«Come scusa?! …» Alzai la voce per l’ emozione, ammettendo che ero infastidito dal fatto che troppe persone lo fissassero, ma con mia sorpresa Ton non rispose. 

«Non è giusto. Tu mi nascondi quando le persone guardano, ma io non  posso fare nulla quando guardano te.»

«Va bene, allora adesso mi metto la maglietta perché al mio ragazzo non piace che gli altri mi guardino«.

«Non sorridere così.»

«Non ho potuto trattenere il mio sorriso. Sono felice che alla fine tu provi un po’ di gelosia.»

Rimasi in silenzio, spalancando gli occhi, cercando di fare una smorfia feroce a Ton.

«Lo sono spesso, ma non ho voglia di parlarne. Ultimamente lo sono di più perché a te non importa molto di me, non parliamo molto.»

«Non mi distrarrai con questo interessante discorsetto perchè ammettilo, lo sai che io ti guardo sempre«.

«Non lo so, dopo il campo ti terrò stretto per tre giorni e tre notti.»

«Quanti giorni mancano alla fine del campo?» Ton contò con le dita il numero di giorni rimasti prima di chinarsi e sussurrarmi dolcemente all’orecchio: «Non posso sopportarlo perché non posso più abbracciarti.»

«Ci sono molte persone…«

«Vogliamo giocare a nascondino, ti nasconderò in modo che nessun altro possa trovarti… vuoi scappare e nasconderti?» Con i suoi pollici ruvidi mi accarezzò le guance, apparentemente lavorare con l’attrezzatura da costruzione aveva reso le mani di Ton più ruvide. 

«Mi sono rifiutato e mi hai trascinato comunque.»

«Ma ti stavo solo invitando a fare una passeggiata.»

«Va bene, lo sai che non mi sono mai offeso.» 

Ton sorrideva sempre di più, il tocco morbido delle labbra sulle mie guance fece sorridere anche me. Ero più sensibile al tocco di un uomo adulto soprattutto se ricordavo ogni momento in cui stavo giocando a nascondino dagli occhi delle persone intorno a me.

«Una caparra prima di andare al lavoro. Sono venuto qui e sono stato rimproverato, di nuovo.»

«Ton.»

«Eh?»

«Vorrei effettuare un deposito.» Mi alzai in punta di piedi e gli baciai il mento prima di usare entrambe le braccia per bloccare il suo collo all’interno della macchina e baciarlo per un momento.

«Ci vediamo stasera Babe.»

Non vedevo l’ora che scendesse il crepuscolo e cambiasse il colore del cielo. Anche se stavo cercando di svolgere il compito di dipingere al meglio il cartello, i miei occhi erano fissi sul tetto dell’edificio di nuova costruzione.

Non sembrava molto diverso dall’originale, il piano era un semplice quadrato contornato da mura ed il tetto che ricopriva l’edificio si estendeva su di un lato all’esterno come    protezione dal sole e dalla pioggia.

Ton si trovava sul tetto e lavorava mantenendo con una mano mano la trave e con l’altra un martello non molto grande, con in bocca un chiodo proprio sotto il piercing dopo aver preso a fumare non più di 3 sigarette al giorno perché aveva sonno…

Accanto a Ton un senior vecchio stile che Chon aveva visto spesso. Chon era andato completamente in fiamme a quella visione anche se il sole pomeridiano era così caldo che molti dei vestiti dei senior erano fradici. Ma il caldo e l’afa non sembravano disturbare nessuno anzi c’erano state discussioni tutto il tempo, ma tutte erano finite in una risata.

Il sole cocente tramontò lasciando il posto ad una fioca luce e un vento che soffiò per un periodo di tempo sufficiente a rinfrescarsi, ecco perché tutti avevano smesso di lavorare.

Mi alzai, lasciando la scena incompiuta in un angolo, camminando verso la persona che mi chiamava con una bottiglia d’acqua in mano.

Mi fermai davanti alle scale, aspettando che scendesse, ma a quanto pareva quel giorno Ton non sarebbe sceso così spesso.

«Vieni su!» 

Perché mi invita a salire?

«Aspetta! Scendiamo noi prima.» Nai alzò la mano per proibirmi di salire. Aveva i capelli scompigliati dall’aver tenuto un cappello largo per tutto il giorno che gli dava un aspetto goffo. Trovai incredibile il fisico del mio senior. Era asciutto, ma tonico, aveva una discreta massa muscolare anche se non era grosso come Ai o Ton. 

Era un po’ difficile venire al campo e stare con Ton, ma ne valeva davvero la pena se potevi ammirare le gambe di Ai ed i suoi muscoli.

«Resta giù o vieni ad aiutarmi.»

«Hey! Ma tu guarda se non deve fare sempre il bullo. Non solo sono stato ingannato dalle parole di mia zia, ma ora vengo a sapere che il mio migliore amico pensa ancora male di me.»

«Come ti avrebbe ingannato tua zia?» chiese Ai, muovendo la bocca dopo essere rimasto a lungo in silenzio probabilmente perché faceva molto caldo. La sua pelle bianca era piena di   striature rosse su tutto il corpo.

«La zia mi ha detto di studiare sodo in modo che io non debba lavorare, portare un peso e dover stare sotto al sole. Credevo di studiare sodo e invece guardami adesso. Ho trasportato tutti quei pesi sotto al sole per tutto il giorno. Oh, sto per svenire.» La loro chiaccherata terminò prima che Nai posasse un piede al suolo. 

«Medicinali.»

«Grazie, bella persona. Chon tu non dovresti proteggerti dal sole? Guarda, la mia pelle si seccherà e diventerà ruvida.»

«Non vuoi mica provarci con un ragazzo che non si addice alla tua faccia.»gridò Ton da un angolo in  alto. La sua bocca si sollevò in un sorriso e Nai divenne insicuro. Quando Ton stuzzicò la persona che stava allungando comunque un braccio verso di me abbassandolo incautamente fino alla vita.

«Non sono bello, non sono giovane, ma ho un marito che mi ama.»

All’inizio pensavo che Ai sarebbe stato zitto o che avrebbe solo scosso la testa, ma quel giorno accadde qualcosa di strano perchè oltre a non trovarlo divertente Ai afferrò saldamente il polso di Nai, e prese a baciargli le punte delle sue dita per poi proseguire lungo il braccio senza mai staccare gli occhi  dal suo ragazzo. 

Fa dannatamente caldo ora che li vedo flirtare davanti a me.

«Puoi andare a metterti la maglietta, se non lo fai, non dire che non ti avevo avvertito.»

«Va bene… Dov’è la tigre, Khun Tau, dov’è Khun Tau… Khun Tau, vieni fuori o qualcuno sarà ucciso.»

«Resta qui e mettila.»

«Oh, è qui.» Andai in punta di piedi verso Ai con un sorriso asciutto prima che afferrasse la maglietta da indossare.

Non riuscivo a smettere di guardare la figura di Ai… Ai era un tipo apparentemente tranquillo, ma che segretamente era feroce.

«Chon sbrigati a venire, mangia delle Pringles.»

Andare e seguire il proprio ragazzo era per lui meglio di un gesto feroce, ma in effetti lui era una persona gentile che conosceva davvero la sua faccia, ma che non conosceva il suo cuore.

«Ton è il migliore.»

«Eh?»

«Uno snack…» Afferrai la mano grande e grossa che mi stava aiutando a salire, tirandomi verso il tetto prima di dover camminare lungo la trave di legno. In fondo non era stato così difficile.

Ton prese posto lasciando le gambe penzoloni e dopo di lui anche io mi sedetti accanto ricevendo una Pringles dal tubo già aperto mentre veniva divorato.

La conversazione tra noi era sovrastata dal rumore del vento e da quello della folla non lontana, anche se lassù tutto sembrava relativamente tranquillo, confortevole, ci si sentiva al sicuro quando sedevi accanto alla persona che amavi.

«Sei stanco?» Ruppi  il silenzio, rendendomi conto che la mia vita era stata afferrata e trascinata vicino alla sua.

«Stanco, ma mi sto divertendo. Anche l’anno scorso ho partecipato al campo, ma quest’anno ne sono il presidente quindi sono un po’ più stanco.»

«Io sorrido sempre.»

«Sorridi con me.»

«Sto sorridendo?»

«Non sai che sorridi sempre e che il sorriso ti arriva fino agli occhi?»

«Forse sorrido perché ti guardo.» ammisi senza discussioni, di solito non era una persona che sorrideva ampiamente. Cosa stava succedendo?!

«Lo trovi divertente?»

«È divertente.»

«L’anno prossimo torniamoci insieme.»

«Se tu andrai allora verrò anche io.»

Ton tirò fuori dalla tasca dei pantaloni grigio scuro il telefono. Sapevo che sarei stato fotografato, quindi alzai le mano per formare un mini cuore.

Dopodiché sentii il suono di diversi scatti e, per essere onesti, presi anche io il mio telefono per scattare alcune foto a Ton da tenere per me mentre iniziammo a scambiarcene alcune finchè il cielo non iniziò a cambiare, diventando di un colore blu scuro scuro e l’aria si condensò in una fitta nebbia iniziando a diventare più fredda. In cielo, una dopo l’altra, comparvero sempre più numerose le stelle brillanti, smettemmo di oziare sul tetto e scendemmo per mangiare e per fare la doccia.

Il letto accanto a me era ancora vuoto poiché negli ultimi giorni ero andato a dormire presto e la maggior parte delle volte già dormivo all’arrivo di Ton, ma quel giorno era diverso. Ero uscito con Ton e saremmo andati a letto insieme, a tarda notte.

Raccolsi l’accappatoio rosa chiaro che avevo poggiato sopra il cuscino sul pavimento e lo misi alzando in testa il cappuccio per ripararmi dalla rugiada caduta prima di uscire dalla stanza e andare dove si trovava Ton.

Quella notte Ton indossava solo una maglietta sottile di cotone bianco e dei pantaloni blu scuro con ai piedi dei sandali perché la maggior parte della zona circostante era sabbiosa.

«Non hai freddo?»

«Un po’ freddo, dammi una mano…»

Allungai la mano per soddisfare la sua richiesta, ed un sorriso si accese all’angolo della mia bocca quando le nostre dita si intrecciarono. Nell’altra mano Ton reggeva un grande sacchetto di carta e non potei fare a meno di domandare, «Cosa c’è in quella borsa?»

«Atmosfera.»

«Una sorpresa per me?»

«Qualcosa del genere.» rispose Ton criptico e io fui abbastanza paziente da non chiedere oltre, lasciando che l’omone mi conducesse lungo la lunga strada circondata da così tante persone che l’atmosfera non era più così spaventosa come la prima volta. Erano state installate anche delle lampadine per illuminare la zona intorno al campo.

Ton mi condusse in un angolo, abbastanza lontano dagli alloggi, in una zona poco illuminata, dove bisognava far affidamento al chiaro di luna per guardarsi l’un l’altro.

«Hai mai fatto volare una lanterna?»

«Non dirmi che c’è una lanterna nella borsa.»

«Esatto.» Guardai l’alta figura accovacciarsi a terra mentre sentivo il rumore della carta che veniva aperta prima di vedere la lanterna bianca ed il cerchio che la sorreggeva. 

«Lo hai preparato da Bangkok?»

«Hmm, pensavo che ti sarebbe piaciuto venire con me e trovare un posto tranquillo dove farla volare insieme.»

«Ti nascondi e mi nascondi.»

«Cosa?»

«Mi piace giocare a nascondino e mi piacciono le sorprese.»

«Voglio solo fare tutto il meglio che posso, tutto quello che faccio è per ringraziarti.» Ton, in piedi in tutta la sua altezza, si voltò. Eravamo l’uno di fronte l’altro, mi porse un lato della lanterna di carta da reggere e quando Ton accese la cera la sua luce illuminò l’ambiente  circostante.

«Grazie per il tuo amore, grazie per la tua pazienza, grazie per esserti preso cura di noi.»

La fiamma arancione rifletteva lo sfarfallio negli occhi di chi parlava, affermando la sincerità e la serietà con cui il suo cuore tremava alla strana sensazione che gli pervadeva il cuore. Accadeva spesso, ma Ton non era ancora abituato… Ad un sentimento chiamato amore.

«Io sono … grazie per aver accettato il mio amore, grazie per esserti preso cura di noi, e di essere un meraviglioso fidanzato come promesso.»

«Ti amo Chon.»

«Anch’io ti amo.»

In piedi, fissandoci l’un l’altro negli occhi attraverso quella fiamma calda, rimanemmo a fissarci profondamente, rivelando l’un l’altro tutti i nostri sentimenti fino a quando la lanterna nella sua mano non iniziò a muoversi, volendo essere libera e non tenuta prigioniera.

«Dobbiamo lasciare la lanterna… ma ti promettiamo che non lasceremo le mani l’uno dell’altro.»

«Si, lo prometto.»

Tolsi la mano dalla lanterna nello stesso momento in cui Ton tolse a sua e quest’ultima prese lentamente a fluttuare verso l’alto.

Sfacciatamente pigra, la lanterna non aveva paura di prendersi tutto il tempo necessario per brillare prima di spegnersi…

Indugiando come delle labbra che si coccolano…

Così dolce nel ritmo del suo respiro…

RINGRAZIAMENTI

È stata una delle avventure più lunghe e travagliate mai vissute! Un’odissea per rimanere in tema(Lo so sono scema xD) Quanto ho amato Chon e quanto ho amato Ton. Mi mancheranno tantissimo! Un Tontonno così lo devono ancora scrivere! Una novel bella e divertente con un protagonista o meglio un’ ‘eroina’ che mancava da troppo tempo.  Un grazie ad Apate_00 che al tempo la propose (ricordo che all’epoca non sapevo dell’esistenza della novel ed è merito soprattutto suo se l’abbiamo iniziata) e che non mi ha mai abbandonata nelle avversità della traduzione, ad alevic88 e silveraifos che ci hanno aiutate e sostenute. 

Grazie a tutti voi che ci avete sostenuto e fatto piangere dalle risate per i vostri commenti, accompagnandoci per tutta la traduzione. 

CHE IL DISAGIO SIA CON NOI!

Lulalistic

Io ancora non riesco a credere che la storia di TonhonChonlatee sia giunta a termine! Ton e Chon mi hanno tenuto compagnia quasi per un anno, ho riso, ho pianto, ho riso mentre piangevo e piangevo dal ridere.
Ho avuto Lulalistic sempre al mio fianco e ci siamo ammazzate dal ridere oltre che rincretinite per tradurre dal thai e altre lingue che non avrei mai pensato di tradurre o editare, è stato davvero divertente. 

TC (non il cane LOL) mi ha dato molto, una novel matura, di mentalità aperta, reale e leggera. Non c’è stata nemmeno una cosa che non mi sia piaciuta, Chon ha sempre affrontato tutto a testa alta, ha saputo asfaltare come pochi, ma la cosa più bella è stata che è riuscito a farsi rispettare e soprattutto a rispettare se stesso. 

Ton, beh, Tontonno è inutile dire che mi ha fatta crepare dalle risate, nonostante i suoi sbagli ha sempre cercato di proteggere Chon e di renderlo felice anche quando non sapeva come fare, ha sempre cercato di fare qualcosa per lui, ogni riferimento ai peluches e alle sue figure di merda è puramente casuale, giuro!! 

Senza dilungarmi ancora, ho scritto un poema chiedo venia, ringrazio Lulalistic, Alevic88 e Silveraifos per essere state con me in questa avventura, e ringrazio tutti voi che ci avete tenuto compagnia in questa “Novel del Disagio”.

Ci vediamo al prossimo progetto!! *Bau, Bau* Oh, questo è TC che vi saluta!!

Apate_00

Non posso che unirmi ai ringraziamenti delle colleghe di avventura a cui ho dato il mio piccolo contributo, tradurre ed editare questa novel è stata veramente una sfida con noi stesse ma non abbiamo mai mollato! Ton e Chon ci mancheranno tantissimo!!!

Essendo la prima novel che finisco con voi, grazie per avermi accolto in questa famiglia!!!

Silveraifos

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Novella

ora che ho riletto Tonon e Chonlate mi dispiace lasciarli andare 😍😍😍grazie💟

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