VEGAS X PETE – SPECIALE BUON NATALE (M)

[Natale]
-Pete- 

«Non ti lascerò andare!» Vegas gridò, mentre eravamo in camera da letto, sospirai profondamente, ero molto frustrato. 

Sapevo già quale sarebbe stata la risposta, ma tra finire nei guai con un Vegas imbronciato ed essere rimproverato dal signor Khun fino a quando le mie orecchie non sarebbero diventate insensibili, cosa mi avrebbe fatto più paura? Ovviamente la risposta che mi ero dato era stata: “Khun”. 

Quella persona era nota per essere terrificante, qualunque cosa non lo soddisfacesse diventava un problema esorbitante. 

Mi ero trasferito a vivere con Vegas da più di due mesi, la prima settimana, era venuto a fare il matto a casa della Seconda Famiglia ogni giorno per protestare contro la mia decisione e mi aveva chiesto di tornare a casa a vivere con la Famiglia Principale, non mi dava tregua, stavo impazzendo!

«Sono troppo pigro per spiegarti.» Mi sedetti sul divano, sentendomi debole e stanco, ero in questo dilemma da giorni. 

Con Khun Tankhun… non si poteva ragionare con lui e Vegas non provava empatia verso di me, era come passare da un pazzo all’altro. 

Ragazzi siete impossibili!!!! Accidenti! 

Vorrei scappare!! Vorrei che a entrambi venisse un infarto perché non riuscite a trovarmi da nessuna parte. Dovete impazzire e morire! 

Perché devo vivere situazioni del genere? Alla fine della mia vita, sarò sicuramente ricoverato a Sri Thanya*. Mi sembra di essere bipolare. Comportatevi bene, ragazzi! Abbiate pietà di me! 

[N/T: *Sri Thanya è il più grande ospedale psichiatrico della Thailandia.]

«Devi dirgli che non andrai! Sei matto a lasciarmi per una settimana?! Come farò a vivere? Ci hai mai pensato?» disse Vegas mentre si vestiva, si era appena fatto una doccia e si stava preparando per andare in azienda per un incontro con la famiglia principale.

«Ma Khun Tankhun ha detto che se non vado, verrà e brucerà la tua casa. Cosa hai intenzione di fare?» dissi in tono seccato, alzando le sopracciglia e voltandomi a guardare Vegas.

«Khun è un idiota?» disse Vegas, restando fermo.

«Hai ancora dei dubbi? È tuo cugino maggiore.» Appoggiai la testa contro lo schienale del divano e aprii gli occhi per guardare il soffitto con stanchezza, il mio cuore era sconcertato da tanta stupidità.

«Ehi! Non ti lascerò andare. Sei stato con la famiglia principale ogni Natale.» Vegas stava parlando più del solito, normalmente brontolava e basta.

«Sì! Beh, il signor Khun mi ha invitato a festeggiare il Natale in spiaggia, vuole che andiamo insieme, se non ci vado, lo sai il casino che viene fuori. Che stress!» Scossi la testa per la frustrazione prima di sbattere la testa contro il divano, ma fui riportato rapidamente alla realtà, quando vidi Vegas fronte a me, con la mia faccia posizionata proprio nel mezzo del suo corpo, costringendomi a distogliere rapidamente lo sguardo per risparmiarmi l’imbarazzo.

«Cosa c’è… eh?» disse Vegas con un sorrisetto. «Guarda, lo incontri ogni notte.» Mi mise una mano sulla testa e la accarezzò con lo stesso affetto di sempre.

«Bastardo! Ugh!!!» imprecai, prima che Vegas tirasse verso di sé la mia testa mentre lui si chinò e mi baciò così appassionatamente che dovetti spingerlo via, non era il momento giusto, stronzo!! 

Non riuscivo a trovare una via d’uscita, avrei dovuto dare una risposta al signor Khun entro quella sera perché sarebbero partiti l’indomani alle cinque del mattino, ma non importava quale fosse la mia risposta, la mattina dopo mi sarei sicuramente ritrovato Khun Tankhun in piedi davanti alla porta.

«Per favore, non andare!» Vegas mi afferrò la testa e la fece dondolare avanti e indietro, in maniera molto affettuosa, ma la posa era strana perché ero posizionato proprio sul suo inguine, questo comportamento era familiare, così familiare che riflettei per un momento e poi sentii la risata sorniona di Vegas.

«Bufalo!» Scossi la testa e gli diedi un leggero pugno nello stomaco prima di abbassargli il polso per farlo sedere sul divano accanto a me.

«Eh! Scusa, ti è così familiare.» Presi un cuscino e glielo lanciai in testa con tutta la forza che avevo.

«Non c’è nulla di vergognoso!» Vegas afferrò il cuscino nella mia mano per strapparmelo via prima di gettarlo lontano, poco dopo mi prese le mani e le tenne strette.

«Non sono spudorato come te!» lo rimproverai, ma gli permisi di alzare entrambe le mie mani e poi di baciarle alternativamente a destra e a sinistra, non so quante volte, forse dieci volte. Il fatto che fosse seduto e mi baciasse le mani in questo modo mi fece sentire ancora più stressato. 

Come potrei lasciarti per una settimana!?

Da quando avevo deciso di passare la mia vita con lui, anche se prima avevo cercato di resistergli per molto tanto tempo che l’avevo quasi ucciso, non ci eravamo quasi mai separati. Quando andava in azienda, ero con lui, quando andava all’università, andavo a prenderlo. Ogni singolo pasto lo passavamo insieme, eravamo insieme praticamente sempre. 

C’erano state volte in cui il signor Khun mi aveva chiamato a casa della famiglia principale, ma era stato solo per poche ore, poi la sera, Vegas veniva a prendermi. Diciamo solo che non c’era stato un giorno in cui non eravamo stati insieme. «Vorresti venire con me? il signor Khun mi ha chiesto di invitarti.» dissi piano.

«Come posso venire? Ho lavoro fino alle orecchie.» disse Vegas, poi mi tirò il polso finché il mio corpo non cadde nel suo abbraccio.

«L’azienda non chiuderà per Natale, vero?» dissi con un leggero sbuffo.

«Visto che la Famiglia Principale ha deciso di viaggiare, Il karma ricade su di me.» Vegas emise un profondo sospiro.

«Allora chiudi l’azienda.» Mi sentivo come se fossi molto viziato ultimamente.

«I grandi clienti verranno a vedere i prodotti durante il periodo natalizio. Non posso andarmene.»

«Perché i tuoi clienti vengono a Natale? C’è Babbo Natale?» iniziai a fare il prepotente mentre mi ritiravo dall’abbraccio di Vegas.

«Eh! Lo sai, non sono nemmeno riuscito a prendere ferie neanche per il nuovo anno.» disse Vegas, sorridendo al mio atteggiamento.

«Eh! Comunque non hai mai tempo per me, dovrei festeggiare Natale e Capodanno da solo?» Non sapevo nemmeno io perché stavo parlando come se fossi un gattino viziato.

Non mi importavano le vacanze in passato, non ci avevo mai prestato molta attenzione, volevo solo dormire, dormire e dormire. In realtà, quell’anno, sarei dovuto essere felice di aver dormito bene senza che nessuno mi disturbasse, perché quando ero con Khun Tankhun, gli piacevano molto le vacanze, quindi mi buttava giù dal letto per andare via tutto il tempo. Anche dopo essere andato a vivere in una casa diversa, signor Khun stava facendo la stessa cosa, non cambiava mai!

«Beh… aspetta che finisca il mio lavoro.» disse Vegas e mi fissò con i suoi modi freddi come al solito. Mi sentivo accaldato ogni volta che mi fissava in quel modo.

«E se finissi il lavoro alle due o alle tre del mattino?» dissi.

«Macau è qui, ti farà compagnia.» disse Vegas.

«Questo Natale, Macau andrà a festeggiare a casa di un amico, ha chiesto il tuo permesso, non ti ricordi? Vorrebbe a dire ‘stare da solo’.»

«Sì.» Vegas si staccò un po’ da me e si accigliò come se stesse elaborando qualcosa nella sua mente.

«…Uhm, dannazione, non ci avevo pensato, facciamo come dici, ti aspetterò a casa.» 

Quando vidi che iniziava a sembrare imbarazzato, gli dissi subito detto che non importava, semplicemente, avrei dovuto trovare un modo per parlare con Khun Tan. Come potevo lasciare Vegas da solo quando era diventato tutto nella mia vita? Mi importava dei suoi sentimenti più di chiunque altro, non volevo che si sentisse infelice o si preoccupasse troppo per me, avrei dovuto essere il posto più sicuro della sua vita, quindi, non importava quanto grande o piccolo fosse il problema, non avrei dovuto lasciare che il mio amante soffrisse. 

In quel periodo, che dedicava tempo e fatica allo studio e al lavoro, avevo capito benissimo perché non poteva chiudere l’attività durante le vacanze, anche Khun Kinn potrebbe non essere in grado di andare in ferie, perché durante la pausa natalizia, le persone erano interessate solo alle celebrazioni, quindi il commercio illegale di armi poteva approfittare del momento per poter fare i suoi traffici senza essere disturbato troppo dalla polizia che era distratta da altre cose. Pertanto, durante quel periodo, ci sarebbero stati più clienti del solito. 

Molti partner commerciali tendevano a discutere di trasporti o affari durante quel periodo, era così da molto tempo, ma non ero abituato a lavorare durante le vacanze visto che ero la guardia del corpo di Tankhun a cui non importava del mondo e non sapeva nemmeno quando fosse il momento di maggior lavoro per entrambe le famiglie. Sospirai…

*************

«Certo, Vegas.» 

Aprii la porta di casa, sospirai per la centesima volta da quella notte, alla fine mi aveva dato il permesso di andare, era tornato dall’azienda intorno alle otto di sera, l’avevo visto stressato, fino a mezzanotte, quando aveva detto che mi avrebbe permesso di uscire con signor Khun.

«Hai messo in valigia quattro maglioni?…» Vegas non rispose alla mia domanda, mi consegnò uno zaino.

«Perché dovrò indossarne così tanti? Ne basta uno solo.» Allungai la mano per prendere lo zaino e lo misi sulla schiena.

«Vai via per una settimana… fatti la doccia, non essere pigro se vedi che fa freddo.» Vegas mi puntò il dito contro con una leggera minaccia.

«Oh sì… non c’è bisogno di ripetere che starò via una settimana.» dissi piano, chinando leggermente la testa, anche se ero ormai arrivato vicino al cancello, il mio cervello era ancora confuso. 

Che cosa avevi intenzione di fare, Pete? Davvero avresti lasciato questo bastardo a casa da solo? Impazzirà e si scatenerà di nuovo con le altre persone. Tornerei e lo fermerei? 

Dovevo calmarmi, Vegas sembrava molto più rilassato, anche se gli avesse dato un po’ di fastidio, per quanto potesse essere la sua natura, probabilmente non avrebbe avuto di nuovo lo stesso comportamento. Ma non ne ero sicuro. Quel bastardo poteva essere molto imprevedibile, un giorno era bravo e il giorno dopo uno stronzo. Era nato per essere un malvagio. Cosa avrei dovuto fare? 

Ahia!!! Cosa stavo per fare!

«Perché ti sei colpito di nuovo? Te l’ho già detto? Smettila con questo comportamento idiota, continui a parlare a te stesso e a litigare con te stesso!» Vegas mi posò leggermente il dito indice sulla fronte prima di mettere le mani su entrambi i lati delle mie guance 

«Sono d’accordo a lasciarti andare in vacanza, non essere testardo, ok?» Il suo tocco era caldo come sempre, mi faceva desiderare di non allontanarmi troppo da lui, non ero sicuro se quello che stavo pensando fosse giusto o no, perché per tutto il tempo sentii che Vegas non poteva vivere senza di me e allo stesso tempo, anche io non potevo più vivere senza di lui.

Il suono del clacson di un’auto risuonò da lontano, l’auto viaggiava alla velocità della luce.

Senza vederlo, sapevo già chi fosse la persona che aveva ordinato di suonare il clacson sin dall’ingresso del viale. Voleva che tutti i vicini si alzassero e si lamentassero? Mi veniva da piangere. Era sempre così! Stavo impazzendo. 

Afferrai il cancello di ferro con entrambe le mani prima di sbattere la testa contro di essa per cercare di affrontare tutte quelle follie, fino a quando Vegas non emise un suono con la gola simile ad una risata, mise la mano sulla mia fronte in modo che io non colpissi davvero la recinzione per poi farmi male.

«Hai chiamato la polizia per farlo arrestare? Che bastardo!» Feci un respiro profondo mentre Macau veniva verso di me.

«Macau, non stavi dormendo?» chiesi a Macau inebetito, aveva capelli arruffati e camminava con gli occhi ancora quasi chiusi mentre si sporgeva per prendermi la mano.

«P’Peteee… non voglio che tu vada con quel bastardo, adesso sei un membro della Seconda Famiglia.» Macau sfregò impulsivamente la testa contro il mio braccio mentre mi supplicava.

«Un membro della Seconda Famiglia? Che diavolo è! L’ho sentito! Eh! Pete è mio! Qualunque cosa accada, è mio. Ricordalo!» Tankhun scese dall’auto in modo dignitoso, tenne la testa alta e parlò con voce possente, prima di correre dritto verso di me per allontanare la mano di Macau.

Oh cielo…! Sono stressato! Perché dovevo nascere come Pete? Perché!

«Eh… Primo cugino, hai chiesto a Pete se vuole stare con te o no? Ah!!! Non devi chiederlo! Perché ora Phi Pete sta a casa mia, vive con me, vive con mio fratello. Guardare le serie con P’ Pete è così divertente, P’ Pete ricorda ogni episodio. Se gli chiedo qualcosa, è in grado di rispondere a tutto nei dettagli. Comunque, cugino maggiore, non puoi capire questa sensazione, perché la famiglia principale non ha Pete come suo…» disse Macau con tono beffardo sia negli occhi che nell’espressione. 

Se fossi stato un Khun Tankhun, lo avrei…vabbè.

Ero senza parole, il signor Khun strinse forte i pugni e inspirando ed espirando più velocemente e meno profondamente, i suoi occhi si spalancarono finché i bulbi oculari quasi uscirono dalle orbite.

«Macau!!! Sei un bastardo!»

«Khun Tankhun!!!» Prima che si gettasse verso Macau, gli bloccai in fretta la strada e lo tenni stretto con tutte le mie forze.

«Pete lasciami andare! Lo stai proteggendo? Eh? Sei cambiato.» Tankhun batté leggermente sulla mia spalla e mostrò un’espressione infastidita.

«Smettila! Mia moglie si è fatta male.» Vegas tirò il colletto della mia camicia finché non barcollai contro il suo petto.

«Rompi con lui!» Khun si voltò a guardarmi con occhi verdi e gonfi e parlò come se quella volta stesse giocando sul serio, mentre Vegas continuava ad avvolgermi le braccia intorno alla vita da dietro. «Troverò qualcuno che fa per te, conosco un bel ragazzo con una bella figura, ti piacciono i ragazzi con gli occhi con una sola palpebra, vero? Hai incontrato l’amico del dottor Top? Il suo nome è il dottor Thew. È molto bello. Sei interessato a lui?»

«Andiamo Pete! Entra in casa!! Macau! Chiudi a chiave il cancello.» Vegas prese lo zaino dalla mia schiena e tirò il mio polso verso la casa.

«Woah, stavo solo scherzando.» All’improvviso, il furioso signor Khun abbassò la voce e si allungò per prendermi il braccio. Accidenti! Ero tutto stordito. 

Se avessi dovuto paragonarmi ad un personaggio dei cartoni animati, i miei occhi stavano girando come una trottola. Che cosa state facendo bastardi!!!

«Se Khun inciterà mia moglie a rompere di nuovo con me, giuro che farò in modo che Macau chiami il dottor Top.» disse Vegas con voce severa, con l’indice che indicava Khun. 

…e gli occhi di Macau brillarono più del solito.

«Eh!!!» Tankhunlasciò la mia mano e rimase in piedi con le braccia incrociate e l’espressione contrariata.

«Bene! Prendi lo zaino.» Vegas rimise lo zaino sulle mie spalle, era stato lui a toglierlo poco prima e non si vergognava a darmi di nuovo l’ordine di indossarlo.

«Allora mi lasci andare, sei sicuro?» Mi voltai per parlare con Vegas che all’inizio aveva la faccia fredda e malvagia come al solito, ma dopo un po’ fece un debole sorriso.

«Uhm.»

«P’ Pete, torna presto.» Distolsi gli occhi da Vegas per guardare Macau, che fissava costantemente sTankhun.

«Va bene, ti comprerò degli snack.» Allungai la mano per accarezzare delicatamente la testa di Macau prima di stringere la cinghia dello zaino intorno alla spalla e alzare gli occhi per guardare di nuovo Vegas

«Che succede? Non fare quella faccia.» chiese Vegas e usò due delle sue dita per massaggiarmi le sopracciglia.

«Se… c’è qualcosa che non và, devi chiamarmi subito.» dissi piano. 

Anche se le mie gambe si stavano già dirigendo verso la meta, ciononostante, pensavo ancora molto a lui, sapevo quanti guai avrebbe avuto, non potevo davvero fare a meno di preoccuparmi.

«Cosa mi può succedere?» disse Vegas con un sorriso.

«Se hai mal di testa, la medicina è nel cassetto del comodino dalla mia parte e non devi dimenticare di fare colazione prima di uscire di casa, altrimenti non avrai le energie per lavorare… non guidare più veloce di 100 km/h, basta, e devi…»

«Eh! Perché? Sono così debole?» disse Vegas scherzando.

«Sono preoccupato per te.» dissi ad alta voce con un cipiglio, era tutto confuso nella mia mente, stavo cercando di organizzare tutto per lui in modo che stesse bene.

«Sei così carino! Non ti lascerò andare. Entra in casa!» Vegas mi tirò per la spalla, preparandosi a entrare di nuovo in casa.

«Whoaaaaaaaaa… non puoi.» Tankhun, che era rimasto in silenzio per molto tempo, lo interruppe frettolosamente. Con la coda dell’occhio, potevo vedere che Khun Tanhun fingeva di vomitare molte volte mentre parlavo con Vegas.

«Ehi! Andiamo… posso stare con Macau, mi sentirò un po’ solo, ma va bene.» Vegas scrollò le spalle, emisi un altro sospiro pesante prima che lui avvolgesse il mio corpo in uno stretto abbraccio,che ricambiai.

«Pete, non preoccuparti, mi prenderò cura io di lui, sono andato a casa del mio amico solo per una notte.» disse Macao con un grande sorriso.

«Oh! Se è così attaccato a te, puoi legarlo a te.» disse il signor Khun, senza pensare a quello che stava dicendo.

«Bene.» disse Vegas con il viso calmo. 

«Ahia!» gli pestai i piedi.

«Vieni con noi, Vegas? Così Pete non si comporterà come se stesse per morire da un momento all’altro.» il signor Tankhun si voltò a guardarlo.

«E il lavoro che mi lasciate? Sei il cugino più grande, ci avevi mai pensato?» 

«Allora lascia stare tutto, che nessuno lavori, lascia che l’azienda fallisca, mio padre è un uomo d’affari scaltro e aiuterà a rimettersi in carreggiata presto. Escogitiamo un piano, roviniamo tutto e facciamolo incriminare dai clienti» disse, in modo rilassato, come se non gli importasse di niente. 

Sigh… ero stanco, in quel momento capii le parole che Porsche diceva spesso.

Deluso, scoraggiato, figlio di puttana. Non ci sarebbe stata più speranza con un erede come Khun.

«Se non mi importasse dello zio, rovinerei tutto a causa di uno come te.» disse Vegas piano, chinando la testa per baciare la mia. 

«Lo lascio a te, primo cugino, non lasciare che parli spesso da solo, o diventerà un idiota come te.» Vegas mi lasciò alla stessa velocità con cui Khun stava per lanciarsi verso di lui, lo fermai appena in tempo.

«Owww!!! Venite con noi o restate qui a parlare? Altrimenti me ne vado a dormire a casa.» Khun Kim fece capolino fuori dall’auto in uno stato di sonnolenza, sembrava essere piuttosto infastidito. Quindi Khun mi afferrò il polso e si diresse verso l’auto, salutai Macau e feci un cenno a Vegas, il quale mi rivolse un debole sorriso mentre mi guardava finché non salì finalmente in macchina.

Quando salii in macchina, era tutto tranquillo. Arm, che era a capo come autista, aveva la faccia appoggiata sul volante come se riposasse gli occhi. Pol si sedette accanto a lui, addormentandosi con il collo leggermente piegato. Porsché si addormentò in grembo al signor Kim che gli stava abbracciando il corpo. Quanto a Kinn e Porsche, erano seduti sul sedile posteriore. La testa di Khun Kinn era appoggiata sulla spalla di Porsche mentre dormiva con le braccia ancora incrociate. Si poteva vedere chi era il più grande della casa e chi proteggeva chi…

Mi spostai per sedermi in prima fila con Khun Tankhun; i suoi occhi scintillanti cercavano qualcosa con grande entusiasmo.

«Ehi, sei con me? Io e Pol abbiamo preparato il gas per bruciare la casa della Seconda Famiglia.» Arm alzò lo sguardo dal volante e si portò alla bocca l’intera bottiglia di caffè. Mi guardò attraverso il parabrezza.

«Beh, non è ancora pronto per essere bruciata. C’è un sacco di roba in casa mia.» dissi scherzando, i miei occhi che guardavano fuori dall’auto videro due fratelli entrare in casa mano nella mano. Una sensazione opprimente di disagio mi assalì. 

Dannazione! Erano molto soli, vero? 

Avevano molto lavoro da fare. Si sarebbero sentiti soli o no?… Ohhh!!!! Non appena l’auto partì, all’improvviso, un microfono nero si avvicinò alla mia bocca.

«Cantiamo.» disse Tankhun con voce allegra. I suoi occhi abbaglianti, pieni di aspettativa, rivolti verso di me.

«Le altre persone stanno dormendo, Signore.» dissi cautamente. Soprattutto Porsche si sentiva molto infastidito e si sarebbe svegliato per maledirci.

«Non devi preoccuparti. Tutti indossano i tappi per le orecchie tranne me.» Arm si voltò verso di me.

«Tappi per le orecchie?» Chiesi, giusto per essere sicuro.

«Uhm! Ché li ha comprati per tutti noi. Pol era così commosso che ha gridato.»

«Zitto, Arm! Ché è un tale stronzo!!! Non metterli, Pete. Devi cantare con me!» Ordinò ad alta voce, ma nessuno in macchina reagì. Quindi funzionano! Li voglio indossare!!!

«Khun Tanhun, per favore, accendilo.» Sorrisi seccamente e guardai a destra e a sinistra cercando un modo per sfuggire alla situazione. Cosa avrei dovuto fare? Beh, se fosse stato un momento normale, avrei cantato anche io, ma erano le 5 del mattino, quasi le 6, non avevo voglia di cantare!!!

«Qual è la canzone?»

Sbattei spesso le palpebre mentre guardavo Khun, pregandolo di lasciarmi andare per una volta, ma non sembrò funzionare. In quel momento, il mio telefono squillò e vibrò, era stato un segnale salvavita. Mi sentii terribilmente sollevato, non importava il motivo della vibrazione, c’era solo una sola aspettativa nel mio cuore…

LINE

Vp Vegas:

Solo i tre puntini che aveva inviato alla mia chat mi fecero sorridere.

Pv Pete: ?

Vp Vegas: Non riesco a dormire.

Mi accigliai subito. Dopo tutte le cose brutte accadute a Vegas, di notte era diventato una persona che non riusciva a dormire bene. All’inizio aveva dovuto usare medicine per farsi aiutare e lo stava facendo ancora.

Pv Pete: Hai mal di testa?

Vp Vegas: No.

Pv Pete: E allora?

Vp Vegas: Non ci sono abituato.

Pv Pete: Non sei abituato a cosa?

Vp Vegas: Il letto è così grande.

Pv Pete: oh oh oh

Provai a premere le labbra per sopprimere un sorriso. Vegas stava scrivendo un messaggio per rispondermi non appena gli avevo risposto, credevo che nessuno di noi due potesse lasciare la chat per primo.

Pv Pete: Prendi i cuscini dal divano e li metti in fila sul letto. Stupido!

Vp Vegas: *adesivi di orsi arrabbiati*

Pv Pete: Vado a dormire. Sono stanco.

Inviai un messaggio sperando in una risposta immediata…ma… il telefono rimase completamente silenzioso, non aveva nemmeno letto o si è addormentato? Ma avevo risposto quasi immediatamente. Come era potuto uscire così in fretta?

Fissai la chat in quel modo per diversi minuti prima che il mio sorriso svanisse, lasciando solo un mistero: Vegas, cosa c’era che non andava in te, ti eri addormentato o chissà che diavolo stavi facendo?

Dopo un momento sentii il suono di una notifica di Instagram.

Vagas.Korravit ha aggiunto una storia.

Abbassai immediatamente lo sguardo. Per cento giorni e mille anni non aveva mai scaricato IG. Non aveva mai usato i social media. E quale fantasma lo aveva perseguitato? Non riuscivo a capire il suo umore. 

Aprii Instagram e feci clic in fretta sulla storia di Vegas. Aveva condiviso una canzone con testi e suoni in uscita.

“Miss Miss (ma non può) raggiungerti. Sai quanto sono angosciato? Voglio solo sapere se io e te siamo sulla stessa pagina. Voglio davvero sapere se hai cambiato idea o sono solo io a pensare? O manca qualcosa? Come il modo in cui i miei sentimenti non ti raggiungono mai.”

[N/T:Canzone: คิด(แต่ไม่)ถึง [Same page?] – Tilly Birds. Molti di voi hanno sentito questa canzone cantata da Nammon in Bad Buddy Series.]

Sorrisi quasi immediatamente quando capii il significato di Vegas. Il perché si stava comportando in quel modo! Non avevamo quasi mai avuto un momento come quello, passato a flirtare insieme? Chiacchiere? Eh? La prima volta che ci eravamo incontrati, mi aveva fatto venire la pelle d’oca. Inoltre, quando aveva cercato di riconciliarsi con me, l’avevo rimproverato e insultato finché non era rimasto quasi nulla di buono. Diciamo solo che fino a quel momento ci parlavamo bene per tre frasi di fila e senza infastirici. Era abbastanza buono…

«Signor Tankhun! Posso avere un momento?» Presi il telefono nella mano di Khun Tan che era collegato alla TV e misi la canzone che volevo, Tankhun si bloccò per un momento, fissando la mia azione con sospetto.

“Per favore prenditi cura di te stesso. Mi manchi ancora ogni giorno. È sempre lo stesso, non è mai cambiato. Il tempo di notte è così freddo, mettiti una coperta prima di addormentarti. Se ti senti solo, per favore pensa a me, come io penso a te.”

[N/T:Canzone คนทางนัน (Miss You)]

Sollevai il telefono verso la TV prima di registrare la canzone e poi premetti il pulsante di condivisione sul mio IG. Sorrisi e ridacchiai leggermente. Mi sentivo come se stessi facendo qualcosa di pazzo. Mi maledissi mentalmente e mi rimproverai per la mia stupidità di condividere la canzone dall’app come se Vegas non lo capisse.

«Cos’è questo?» Khun Tankhun guardò il telefono che avevo in mano per vedere ma in quel momento non mi importava più di niente e guardai le persone che avevano visto la mia storia. Vedere che il nome di Vegas mi fece battere il cuore ancora di più. Non riusciva più a trattenere un sorriso da pazzo, proprio come me.

Vegas: Miss (ma non) raggiungimi, capisci?

Pete: Beh, quella persona è la stessa.

Le parole che sia io che Vegas avevamo digitato significavano “Mi manchi” senza dirlo direttamente. Dannazione! Perché avevo voluto mettere la mia faccia sul sedile dell’auto in quel modo? Mi piaceva quel pazzo. Il cervello era completamente disconnesso dagli estranei. Non importava quanto Tankhun facesse rumore intorno a me, non riuscivo a sentire nulla.

«Oh mio dio… come siete dolci. Il solo immaginare Vegas mi ha fatto venire la pelle d’oca. Quanto siete coraggiosi a farlo!» Khun fissò lo schermo del telefono e fece una smorfia incredula. «Questo non è ancora oltre l’area di Bangkok. Voi ragazzi siete davvero troppo.» il signor Khun continuò a borbottare. Così gli ripresi il telefono dalla mano e misi di nuovo la canzone “Miss (but can can) reach”.

«Di nuovo?» Tankhun mi stava fissando e urlando, quindi alzai in fretta la mano in un gesto come segno di fermarmi.

«Posso ascoltare qualcosa, Khun Tankhun?» Mi sdraiai sul cuscino e continuai a guardare attraverso lo specchio, sorridendo dolcemente.

«No!!! Voglio ascoltare ‘Under the same moon’!» Tankhun provò a rimuovere la mia mano dal suo telefono per cambiare la canzone, ma feci resistenza.

[N/T: Canzone ลาวดวงเดือน (Sotto la stessa luna).]

«Signor Tankhun, fammi sentire prima questa.»

«Pete, ridammi il mio telefono.» Non mi importava più. Ascoltai la canzone “Miss (but can can) reach” con la persona nella direzione opposta in modo alternato. Khun stava urlando forte ma fece molti sforzi prima di stancarsi e addormentarsi.

Alla fine, il signor Tan sbadigliò, si addormentò e anche io feci lo stesso. Non sapevo chi aveva aiutato Arm a fare a turno alla guida, ma mi svegliai di nuovo quando arrivammo ​​a Hua Hin Beach.

«Ciao Natale!» Non mi svegliai autonomamente, ma per via del signor Khun che saltava fuori dall’auto urlando al mare. Qual è stato il Natale? Cos’era!

«Natale tuo padre! Il tuo Babbo Natale galleggia nel mare?» Dal sedile posteriore risuonò la voce familiare di Porsche, quindi mi voltai per salutarlo.

«Ciao.» feci un cenno con la mano, poi la alzai l’altra per rendere omaggio al signor Kinn e signor Kim che mi sorrise.

«Hai dormito a lungo?»

«Sì.» risposi a Porsche. L’auto non si era fermata al benzinaio, mi sentivo strano, un po’ letargico.

«Vegas nonè venuto?»

«Lo vedi qui?» scherzai.

«Uhm, come ha fatto a lasciarti andare? Di solito quando venivi dalla prima famiglia per qualche ora lo faceva impazzire.» disse Porsche mentre scendeva dall’auto e si spazzolava i capelli con freddezza prima di socchiudere gli occhi sul sedile posteriore dell’auto che il signor Kinn ora aveva fatto scivolare giù per dormire. 

«Kinn vattene. Non costringermi a chiedertelo una terza volta.» disse Porsche con voce rigida. Guardavo Porsche con ammirazione ogni volta che si comportava così. Sapevo che io e lui eravamo nella stessa posizione, ma la sensazione era completamente diversa. Ad esempio, quando Porsche alzava la voce, Khun Kinn eseguiva senza esitazione. Francamente, temeva che Porsche scomparisse. Aveva così paura di non essere se stesso. Era lo stesso tipo di paura che l’amico del signor Kinn, Time, aveva scritto in una canzone, scherzando sul fatto che fosse preso di mira. Tutti i miei rispettati capi, ecco a voi! Il signor Kinn aveva seguito Porsche in modo così facile. Volevo provare a farlo con Vegas. Volevo cercare di sembrare serio, rispettabile e così dannatamente figo!

Uscii dall’auto e poi mi misi in una posa stoica come quella di Porsche, mantenendo la vita rilassata e allentando il colletto come un gangster.

«Ehi, Vegas! Esci!» dissi, simulando Porsche. «Questo suono non può… ehm…Vegas! Non costringermi a chiedertelo per la terza volta!» Gonfia il petto e alzai di nuovo la voce.

«Di nuovo…»

«Pete, sei matto?» mi chiese stupita la voce del signor Kim mentre scendeva dall’auto.

«Sì, signor Kim.» Tornai a comportarmi normalmente e sorrisi imbarazzato. Volevo solo provare. Era una specie di flusso. Tutto sarebbe andato bene se prima mi fossi esercitato.

«Il bastardo di Vegas non è qui. Dannazione! Se ti manca così tanto, la prossima volta puoi semplicemente rifiutare Tankhun. Mio fratello malvagio. Bastardo! Separare marito e moglie, oh mio… Che peccato!» Il signor Kim era il signor Kim. Non sapevo cosa dire.

«Kim…» Porsché chiuse gli occhi mentre seguiva Khun Kim, il suo stato d’animo era completamente sconvolto. Aprì entrambe le braccia e il signor Kim si accovacciò e si mise Porsché sulla spalla. Ché appoggiò la testa con entrambe le braccia impotenti a far fluire la gravità, permettendo al signor Kim di portarlo a malapena in casa. Nessuno era cosciente, nemmeno uno. Non capivo perché le persone intorno a me dovevano diventare così.

«Prendo i primi posti nella stanza vicino al mare!» Poi Tankhun mi superò di corsa alla velocità della luce.

«No è mio!» Quindi il signor Kim lasciò cadere il Chè a terra e corse dietro al signor Tankhun.

«Lo voglio io!» Il signor Kinn aprì improvvisamente gli occhi. Sveglio dalla sonnolenza, corse dietro ai suoi fratelli in casa. Era finito  il mantenere le apparenze? Un momento prima, erano ancora mafiosi ed ora l’intera famiglia era fuori di testa.

«Kim! Bastardo! Come puoi lasciarmi in mezzo alla strada? Eh?» Porsché, la cui testa quasi cadde a terra, la alzò e imprecò dietro al signor Kim.

«Hahaha… andiamo.» Mi avvicinai e gli afferrai la mano per aiutarlo ad alzarsi poiché ora era seduto sulla sabbia davanti alla casa.

«P’Pete, ciao!» Porsché sorrise per salutarmi.

«Ciao!»

«P’Vegas non è qui?» Sospirai alla domanda del fratello del mio amico. Era davvero caduto in un sonno profondo. Non riusciva nemmeno a sentire di cosa avevamo parlato.

«No, non lo è.» Sorrisi a Porsché e gli tenni la mano, camminando lungo la villa con piscina privata proprio accanto alla spiaggia, che era di proprietà della Famiglia Principale perché il figlio maggiore voleva solo svegliarsi e vedere le barche a vela in mare. La storia aveva le sue origini. Quando il signor Khun era un bambino, gli piaceva cantare «Oh bellissimo mare. Il mare è azzurro e il cielo azzurro brillante. Possiamo vedere una barca vela a navigare in mare.» Questo era tutto. P’Chan aveva detto che il signor Tankhun piangeva sempre desiderando una casa da cui si vedesse la barca a vela navigare in mare. 

Sospirai, c’era una sanguinosa guerra in corso all’interno della villa che sentii un dolore lancinante alle tempie. I tre fratelli stavano cercando di bloccare gli altri dal salire al secondo piano perché c’era una camera da letto più grande e una vista migliore delle altre.

«Lasciami andare! Papà ha detto che questa casa appartiene a me.»

«Ma l’ultima volta, hai dormito in quella stanza, quindi questa volta tocca a me.»

«Sei il fratello minore, devi sacrificarti per me, il tuo secondo fratello.»

«Che tipo di logica è questa, Kinn?»

«Ragazzi, per favore! Posso esibirmi per voi. Altrimenti, sarà sbagliato con il mio concetto. Voglio svegliarmi e vedere le barche a vela!»

Arm, Pol ed io, che aiutavo a portare i bagagli in casa, guardavamo la scena con pigrizia. Poi vidi di nascosto Porsche seduto sul divano a guardare quella scena. La sua faccia indicava che stava per esaurire la pazienza e presto sarebbe dovuto essere in grado di porre fine a quella guerra.

«Dove vai, Pete?» Pol mi urlò contro. Prima che le mie vertigini peggiorassero, avevo programmato di andare a controllare la roba in macchina e fare una passeggiata sulla spiaggia per prendere una boccata d’aria.

«Tornerò presto.»

«Allora quale stanza prenderai?»

«Qualsiasi.» gridai ad Arm e Pol.

Non appena la fresca brezza mi colpì il viso con l’odore familiare del mare, mi fece sentire la mancanza di casa mia. Ricordai l’ultima volta che ero tornato a casa con Vegas, mia nonna era quasi svenuta. Ma a ripensarci, quando eravamo insieme a casa mia sull’isola, eravamo molto felici.

Mi sentivo a mio agio ogni volta che sedevo immobile e fissavo con aria assente il panorama del mare. Era calmo ed era così aperto che era quasi vuoto. Ero stato in grado di eliminare il caos dal mio cervello finché non mi calmai. Sia il suono delle onde che l’aria che colpiva la pelle aumentavano l’adrenalina nel corpo, era quasi indescrivibile. Anche se il cervello riusciva a rimuovere tutto, potevo sentire il suono del battito del mio cuore che diventava sempre più chiaro. Ero stato in grado di togliermi tutto dalla mente tranne l’unica persona che sembrava essere in bilico intorno a me tutto il tempo.

‘Se solo…’ Pubblicai una storia con l’immagine di un paesaggio marino e un messaggio al centro e subito premetti per condividerla.

Vegas: Se solo…?

Pochi istanti dopo, mi arrivò una notifica su Line di Vegas.

Pete: Da quanto tempo sei sveglio?

Diedi un’occhiata all’ora sul mio telefono ed erano quasi le undici. Doveva svegliarsi presto per fare colazione e poi tornare a dormire e impostare di nuovo la sveglia verso mezzogiorno perché oggi c’era stato un incontro serale con un cliente.

Vegas: Mi sono appena svegliato.

Pete: Hai fatto colazione?

Vegas: Mi sono addormentato alle sette.

Pete: Allora perché hai tenuto gli occhi aperti fino al mattino?

La calma che avevo per un momento si trasformò in frustrazione.

Vegas: non riuscivo a dormire.

Pete: perché?

Vegas: Non sono abituato a non averti.

Chiusi gli occhi ancora mentre la mia frustrazione cominciava a svanire. Quel bastardo era bravo. Ogni volta che qualcosa mi turbava, aveva un modo di parlare che mi faceva sentire meglio. A volte avrei voluto urlare come Porsche, ma non potevo.

Pete: Chiacchierone! Allora cosa fai fino al mattino?

Vegas: Ho guardato la tua foto.

Pete: La mia foto? Per…?

Vegas: Immagina…

Pete: Cosa?

Vegas: La tua faccia e la tua voce.

Pete: ?

OH MIO DIO! Quel bastardo di Vegas era davvero fastidioso. Non era riuscito a digitare un messaggio un po’ più lungo? Lo sapeva che la tastiera gli permetteva di usare le lettere gratuitamente senza pagare un centesimo!

Vegas: Quando hai quasi finito.

Pete: Vegas!

Vegas: E poi ho iniziato…

Pete: Cominciano a darmi fastidio i piedi, idiota!!

Vegas: 55555. Sto solo scherzando. Sono rimasto sul letto a giocare fino al mattino.

Pete: Alzati e mangia del riso.

Vegas: Ah, da quanto tempo sei arrivato?

Pete: Appena arrivato.

Vegas: In conclusione ‘se solo…’?

Pete: Se solo cosa?

Sorrisi un po’ mentre guardavo lo schermo come un vincitore. Sapevo cosa voleva che dicessi quel bastardo di Vegas.

Vegas: Ho messo i tre puntini, la frase continua.

Pete: Allora tigre!

Vegas: Bene, bene, se solo…?

Hehe, mi sentivo così bene ad incasinarlo mentre lui cercava di farmi parlare. 

Pete: Se solo…

Pete: Se solo…

Pete: Se solo…

Vegas:

Pete: Se solo…

Vegas: Se solo…?

Pete: Se solo…

Vegas: I miei piedi prudono!

Risi di soddisfazione.

Pete: Se solo cosa?

Vegas: Beh, non voglio saperlo.

Vegas: Non importa. Prima mi faccio una doccia.

Pete: Se solo tu fossi qui con me.

Vegas: Hehe 🙂

Eheh tuo padre!!!! E da quando sorridevo così tanto?! Dannazione!

«Smettila di sorridere al mare. Sorridi alla terra. Sorridi alla spiaggia. Pete è impazzito!» urlò Pol dalla parte anteriore della casa e subito smisi di sorridere.

«Oh! Sei ancora innamorato? Quante volte hai fatto l’amore?» Arm si unì a lui e mi sorrise scherzosamente finché non mi tolsi le scarpe per tirargliele contro. 

«Voi bastardi!»

«Non farlo. Se li butti in piscina, noi tre dovremo cambiare di nuovo l’acqua. Entra in casa adesso!»

Sicuramente non mi sarei lasciato prendere in giro in quel modo. Invece, passai dal lanciargli le scarpe in testa per picchiarli con quest’ultime.

«Voi ragazzi morirete!»

Dopo aver corso per casa fino allo sfinimento, mi avviai con lo zaino preparato da Vegas verso la stanza. C’era un letto singolo King size e un bagno privato. Perché le stanze grandi erano state lasciate a scelta dal signor Kim e il signor Kinn. Sembrava che il signor Tankhun sarebbe stato il vincitore della battaglia della sorte. Doveva essere così. Chi potrebbe resistere al monello viziato di Tankhun? Quella persona aveva davvero superato ogni limite nel mondo. Anche se questa era una grande villa con piscina, il signor Kinn e Porsche mi avevano offerto una grande camera da letto perché Vegas li avrebbe accusati di trattarmi male. Ma anche allora, la sera dopo, Time, Tae e Mew si sarebbero uniti a noi. Quindi non volevo disturbarli o creare problemi.

«Ragazzi ascoltatemi! Voglio che la piscina sia piena di palloncini colorati. Meglio se a forma di Babbo Natale, pini e renne. Voglio che Babbo Natale guidi una slitta con le renne davanti. Riempi la piscina, rendila bella, fa che il mondo la ricordi. Capisci quello che sto dicendo?» 

Arm, Pol ed io ci preparammo per un barbecue, accendemmo il fuoco, organizzammo le bevande e passeggiato intorno alla piscina. Le nostre bocche aspiravano le sigarette, ignorando le parole di Khun Tankhun che stava passeggiando anche lui intorno alla piscina. Lo ignorai semplicemente e quando si stancò, si fermò. «Per quanto riguarda le luci, mi piacerebbe averle appese tutt’intorno alla casa. Lascia che scorrano giù come una cascata. Fai in modo che lo schema brilli in tutta la casa in modo così straordinario che i pescatori di Chao Pramong possano vedere la nostra casa con le luci accese. Lo voglio.»

«Aspetta che la luce del sole si indebolisca. Andiamo al mercato, vero?» chiese Pol.

«Sì.»

«Per quanto riguarda l’albero di Natale, voglio che sia alto almeno tre metri. Mettilo davanti a casa. Fallo risaltare. E voi ragazzi dovete comprare dei pupazzi di neve. Beh, non posso prendere quello vero. So che in Thailandia fa troppo caldo, quindi accetto anche i falsi. Non impazzirò. Voglio che sia come i pupazzi di neve che fanno la guardia all’albero di Natale. Oh, ma l’albero di Natale, sto chiedendo qualcosa di strano perché non voglio essere come nessun altro.»

«Voglio mangiare i gamberi tigre ma anche i gusci di Babylonia sono buoni. E tu, Pete?» Arm mi diede una gomitata mentre accendeva la seconda sigaretta.

«Uhm! Voglio andarmene. Vediamo cosa c’è di fresco e succoso.»

«Al bordo della recinzione, dall’altra parte della casa, voglio che ci siano tutti i palloncini. Bianchi, rossi o colorati vanno bene. Ma ehi! È di nuovo una luce lampeggiante, meglio che prendersela dappertutto. Mettine più di mille ai margini della recinzione. La sfida di oggi è come fare in modo che questa casa abbia quanta più elettricità possibile e….»

«Khun, con chi stai parlando?» Strinsi gli occhi per dare un’occhiata al signor Kim. Era appoggiato al bordo della porta e beveva un po’ d’acqua in modo agghiacciante. Ci girammo tutti per aiutarci a vicenda a pulire e a prepararci per la nostra festa senza prestare attenzione al nostro capo.

«Non lo so…» il signor Tan rispose al signor Kim e ci guardò con aria assente. Sembrava che avesse parlato finché non si fosse stancato. Dopo un po’, avrebbe salito le scale e avrebbe fatto un pisolino. Era come se la carica di una batteria continuasse a diminuire sempre di più, perché da quando era entrato in casa, non aveva smesso di camminare, di correre, di parlare. Sono stanco. Per favore!

Khun Tankhun e Khun Kim fecero il giro della casa. Dopo un minuto, avrebbero sicuramente litigate di nuovo. Quanto a Porsche e Khun Kinn, avevo visto che avevano portato documenti per lavorare. Quindi si seppellirono nella stanza. Non sapevo se avesse funzionato davvero perché di tanto in tanto potevo sentire Porsche urlare e imprecare contro il signor Kinn. Probabilmente non molto lavoro. Allora perché il dovere era stato posto sulle spalle di Vegas nel periodo Natalizio quando tutti erano andati in vacanza per rilassarsi! Anch’io ero segretamente infastidito. E in quel momento, il suono di una notifica sul telefono mi distrasse.

Vegas: Ho appena finito di mangiare. Vado in azienda.

Pete: Ok.

Risposi Vegas tornando alla mia abitudine. Ogni volta che dovevo andare a casa della famiglia principale, Vegas mi aggiornava su cosa faceva in quel momento. Ad essere onesti, mi sentivo bene, mi faceva sentire importante. Quando doveva uscire per incontrare un cliente o partecipare a una grande riunione, di solito mi lasciava con il signor Khun. Quando finiva i suoi affari, tornava subito a prendermi. La vita scorreva così da un po’. Era stata una strana sensazione perché avevo fatto la stessa cosa più e più volte, non così colorata e divertente come quando ero con Tankhun, dove succedeva sempre l’imprevisto. Ma c’era una felicità che non riuscivo a spiegare, come se alcune parti mancanti fossero state riempite. 

Vegas ed io vivevamo una semplice vita quotidiana. Anche se non riuscivo ancora a indovinare il suo umore, non mi sentivo male, mi sentivo davvero bene.

«Quindi P’Vegas sarà molto solo.» Porsché arrivò, si sedette accanto a me e mi aiutò a preparare il barbecue.

«Può darsi che non lo sia. Sta lavorando.» dissi, alzando la testa per sorridere all’amato fratello di Porsche. La lotta per le stanze sembrava essersi interrotta.

«Ma durante le vacanze del conto alla rovescia come questa, P’Vegas deve voler stare con te.» Porsché mi aiutò a raccogliere le cose e me le portò.

«Sta lavorando. È così impegnato che dimenticherà quando sarà ora di fare il conto alla rovescia per il nuovo anno.» dissi quello che pensavo. Quando Vegas faceva sul serio, era molto concentrato. Anche quando aveva fame, dimenticava di mangiare.

«In realtà, P’Vegas è cambiata molto.» disse Porsché con un sorriso.

«Molto.»

«Davvero in meglio! E’ cambiato per essere migliore per te. Puoi sicuramente sentirti più felice.»

«Ma non so quante acque posso sopportare*.» dissi scherzando. Non sapevo se Vegas potesse davvero essere così gentile o no. Poteva essere un breve periodo di tempo in cui stava pensando a qualcosa che lo facesse sembrare umano. Ma non sapevo quando il male che lo aveva controllato sarebbe tornato alla luce. Faceva paura.

[N/T:* จะดีได ้สักก ีนํา Un modo di dire thai che significa: “quanto tempo posso sopportare”. ]

«Che acqua?» Pol si sporse in avanti nella conversazione tra di noi e parlò per ambiguità.

«Accidenti! Nong Chè è qui!» Spinsi via la sua testa.

«Il Nong di cui parli è stato viziato molto tempo fa?» disse Arm, sorridendo.

«Davvero Ché?» Mi voltai per chiederglielo. Porsché adesso era come il mio vero fratello. Quando succedeva qualcosa, a volte mi chiamava per parlare prima di parlare con suo fratello. Bene, sembrava che Porsche dovesse lavorare ogni giorno proprio come il signor Kinn.

«Non è vero. Sono ancora vergine.» Porsché sorrise sfacciato.

«Oh! C’è un fulmine nel cielo sereno. Presto pioverà.» dissi sarcasticamente.

«Aspetta un minuto! Pianterò io stesso la citronella.» Ché gonfiò con orgoglio il petto.

[N/T: C’è un’antica credenza dove si dice che si potesse fermare la pioggia facendo piantare la citronella da una vergine. Il tutto ha un doppio senso.]

«Eh!» Noi tre sembravamo stufi. Porsché sorrise solo finché non chiuse gli occhi. Ma non importava quanto sorridesse, una linea di emozione balenò sul suo viso che sembrava luminoso, ma aveva una personalità cruda e selvaggia, sembrava che stesse copiando esattamente suo fratello maggiore. Porsche sembrava avere alcune preoccupazioni sul fatto che fossi stato piuttosto sensibile da quando ero stato con Vegas per la maggior parte del tempo. Ero terribilmente bravo ad osservare.

«Vuoi andare al mercato insieme?» Mi voltai per chiederglielo.

«Sì.» In risposta annuì frettolosamente.

«Allora vai a chiedere a Khun Kim. Adesso stiamo per andare.» Arm, Pol ed io, che ero responsabile della gestione della vita di tutti qui, dovevamo prenderci cura del loro vitto e alloggio. Anche se non lavoravo più per la famiglia principale, facevo il possibile per aiutare. Inoltre, il signor Khun aveva portato solo due guardie del corpo. Non volevo lasciare che il mio amico si prendesse tutte le responsabilità e lo facesse da solo. Almeno ero nella posizione per poterli gestire ed aiutarli ad organizzare. Quindi non volevo creare più oneri o comportarmi diversamente.

«Non devo chiedere. Posso venire.» Ché raddrizzò il petto e annuì.

«Sei sicuro? Altrimenti, saremo maledetti. Siamo stufi del fatto che il nostro orecchio sia insensibile a causa del signor Tan, siamo abbastanza nervosi.» disse Pol.

«Davvero.» ripeté Porsché. Questo era ancora più strano. Porsché sembrava così turbato che potevo sentirlo ma non volevo chiederglielo in quel momento perché se avesse voluto dirlo lo avrebbe detto lui stesso.

Portammo Ché con noi quando andammo in un vicino mercato di prodotti freschi per comprare pesce da cucinare la sera. La zona in cui alloggiavamo era così privata che non c’erano quasi ristoranti. Inoltre, il signor Tankhun probabilmente non voleva mangiare niente di sfizioso perché ci aveva chiesto di uscire a fare la spesa da mezzogiorno. Era un bene che  fosse esausto e fosse andato di sopra a dormire. Se quel burlone ci avesse seguito, non saremmo riusciti a comprare nulla perché il mercato sarebbe stato incasinato.

Quello era il nostro trucco segreto: far parlare molto Tankhun. Quando si stancava, doveva andare a letto. Ci aveva risparmiato un sacco di mal di testa!

«P’ Pete…» Quando arrivammo ​​al mercato, Ché ed io restammo indietro rispetto a Pol ed Arm.

«Sì?»

«Pensi che Kim mi farà un regalo di Natale?» chiese Chè con un’espressione estremamente preoccupata.

«Beh… dovrebbe.» Non riuscivo ancora a capire cosa volesse dire veramente quel ragazzo piantagrane.

«E il regalo di Capodanno?» Ché inclinò la testa con aria interrogativa. Non lo sapevo, non ero il signor Kim. Che diavolo stai chiedendo!

«Come faccio a saperlo? Potrebbe essere..» La mia bocca era veloce come il mio pensiero, parlavo con un’espressione perplessa, non sconfitta dal dubbio sul suo viso.

«Ma io dico di no.» Disse a bassa voce.

«È importante?»

«È importante, P’. Fa capire se tiene a te o meno. Ad esempio, quando torneremo a casa, P’ Vegas avrà sicuramente un regalo di Capodanno per sorprenderti.» Porsché fece un gesto esagerato e un’espressione del viso prima di svanire di nuovo con preoccupazione. 

Sapevo che doveva essere stressato per la paura di non ricevere i regali. Lui e suo fratello erano  entrambi avidi di soldi. Non c’era niente di sbagliato in questo. Avevo sentito da Arm che Porsche aveva chiesto un orologio da un milione di baht al signor Kinn. Lo aveva costretto a comprarlo come regalo di Capodanno. Era una moglie o un ladro?

«Eh? Non credo che Vegas abbia niente da dare.» dissi con pura emozione. Vegas non era una persona molto romantica. 

«No, P’!» disse Porsché con fermezza.

«Perché? Non è il mio compleanno. Potrei riceverlo come no.» dissi quello che pensavo.

«È un giorno importante, P’. Mostra attenzione. Serve per aggiungere dolcezza alla vita coniugale. Ma questo è ciò che mi preoccupa… Ok. Vieni qui.» Ché mi trascinò fuori dal gruppo di Arm e Pol che stavano raccogliendo le verdure. «Io e P’ Pete andiamo a comprare degli snack per un momento.» Ché mi tirò il polso e si voltò verso Arm e Pol, che alzarono lo sguardo annuendo confusi.

«Dove stiamo andando?» Ché mi trascinò dall’altra parte del mercato che vendeva frutta e poi ha preso il telefono per fare qualcosa e anche lui espresse la sua opinione.

«In realtà, non volevo regali.» Fissai le sue azioni con stupore. «Ma Kim è cambiato. Gli importa meno di me. Lo sai?»

«Non lo sapevo. Me l’hai appena detto.» gli risposi.

«Eh, non è più quello che era prima.»

«Ci hai pensato molto?» Andò al chiosco della frutta e scattò foto senza fermarsi.

«No. Diminuisce decisamente l’importanza che ho.» disse Ché, continuando a scattare foto del frutto nel cestello.

«Che metro di paragone usi? Potrebbe essere impegnato. Di recente, il signor Kim ha appena iniziato a lavorare in azienda.»

«Cosa? Eh? È molto facile, P’ Pete. Ora non ha fretta di guardare le mie storie. A volte non le guarda affatto. A volte guarda ma non risponde.» Chè alzò la testa dal fare le foto.

«Instagram?» Ripetei le parole per verificare di aver capito bene.

«Sì! È la dimostrazione di quanto una persona che prima teneva a noi, adesso si preoccupa per noi?» Poi Chè abbassò la testa e digitò qualcosa al telefono.

«Sei pazzo. Potrebbe non essere disponibile. Sai, pensi troppo.»

«Allora facciamo una prova. In questo momento è in casa, penso che sia sdraiato a letto a guardare la TV. Quindi è disponibile! Credo che sia cambiato.» Chè condivise la sua storia su IG prima di passarmi il telefono.

“Vuoi che smetta di amarti. Quando mi hai lasciato ero scoraggiato. Lasciami dimenticare tutto di te, ti ho mai avuto al mio fianco?”

Lessi il messaggio che Porsché aveva scritto, una frase insieme a una foto che era stata scattata di recente dal banco della frutta, con una canzone ‘Peaches’. 

[N/T:Canzone: เจ็บน ้อยทีสุด (Il minor dolore possibile)- ZEAL.]

«È una canzone. La aggiungo alla mia storia. In passato, quando ancora non stavamo insieme, dopo solo 5 minuti, guardava e prendeva in giro ogni singola storia. Ora anche dopo una giornata non ha ancora visto le mie storie.» Chè si lamentò con grande tristezza negli occhi.

«Eh?» Il mio cervello stava cercando di elaborare.

«Quando pubblichi una storia, dopo quanti minuti viene a guardare P’Vegas?»

«Non lo so, pubblico raramente.»

«Riso nuovo con pesce azzurro*, probabilmente all’inizio anche io ero come te. Ma il giorno in cui lui dopo più di un’ora non aveva visto la mia storia, tutto è cambiato.»

[N/T: Parole originali ข ้าวใหม่ปลามัน Kaomai Plamun. Sarebbe la nuova fase del riso per una nuova coppia sposata. Un po’ come il periodo della luna di miele da noi.]

«Eh, ma Vegas è raramente al telefono.»

«Allora proviamo ad aggiornare una storia. Voglio vedere se accadrà come ho detto.» Ché fece un cenno di incoraggiamento al telefono che avevo in tasca. E non sapevo perché stavo così impazzendo in quel modo «Condividi una foto come storia!»

«Io? Non so cosa pubblicare.»

«Fidati di me, ti dimostrerò la mia teoria. Soprattutto quando voi due dovete stare separati in questo modo, non vuoi sapere quanto manchi a P’Vegas?» Iniziai a pensare alle parole di Ché finché non mi tolse il telefono dalla mano. «Se non sai cosa fare, ti faccio una foto.» Ché camminò e si voltò prima di aprire l’app, poi si fermò davanti a un un negozio di souvenir fiancheggiato da piccole bambole di stucco. Prese una bambola maschio con un’espressione sciocca e fece immediatamente una foto.

«Che diavolo stai facendo?»

«Uh huh…» Poi Ché lasciò la bambola nello stesso posto prima di scrivere qualcosa sul mio telefono. «Fatto.» E mi passò il telefono.

«Se lui ti ama, anche se stai fermo e non fai niente, lui ti amerà ancora?» Che diavolo?!

Alzai lo sguardo dallo schermo del telefono e chiesi confuso. Ché prese il suo stesso telefono e guardò l’ora.

[N/T: Canzone ถ ้าเขาจะรัก (ยืนเฉยๆเขาก็รัก) (Abbastanza) / First Anuwat.]

Questa canzone è più adatta a Tae.

«Conterò il tempo.» Prima che Ché finisse di parlare, mi arrivò una notifica su instagram.

Vegas.Korravit risponde alla tua storia.

«Non dirmi che P’ Vegas ha già risposto.» Ché fece una smorfia incredula mentre io annuii in risposta. «Estremamente inaspettato! Non è passato nemmeno un minuto. È follemente innamorato di te.»

Toccai per leggere il messaggio.

Vegas Korravit: Chi ami?

Peteeeeee.eeee: Neanche io lo so.

Vegas.Korravit: Oh! Chi ami?

Peteeeeee.eeee: Non lo so. Ché l’ha appena pubblicato da solo.

Vegas.Korravit: Porsché? Davvero? Non farmi incazzare.

Peteeeeee.eeee: Davvero, è la verità.

Vegas.Korravit: Chi ami?

Peteeeeee.eeee: Non sai leggere il tailandese?

Vegas.Korravit: Pete!

Sospirai pesantemente. Ché perché improvvisamente stai bruciando la mia casa? Vegas sta diventando sempre più difficile da capire. 

Peteeeeee.eeee: È solo una canzone.

Vegas.Korravit: Hai detto di amare qualcuno attraverso quella bambola.

Peteeeeee.eeee: Non l’ho fatto!

Vegas.Korravit: Pete!

Peteeeeee.eeee: Ow!!!! Che diavolo stai facendo?

Vegas.Korravit: Sono infastidito. Mi rispondi!?

Peteeeeee.eeee: Sei fermo o in piedi?

Vegas.Korravit: In piedi.

Peteeeeee.eeee: Stai fermo.

Vegas.Korravit: ?

Peteeeeee.eeee: Se ti amo, anche se stai fermo e non fai niente, ti amo ancora.

Vegas.Korravit:

Peteeeeee.eeee: Da seduto ti amo ancora… mentre dormi ti amo ancora… mentre corri ti amo ancora.

Fin dall’inizio, quando avevo aggrottato le sopracciglia perché dovevo spiegare a un bufalo come Vegas, si era scoperto che stavo sorridendo come un’Idiota!

Vagas.Korravit: Chi?

Peteeeeee.eeee: Tu! 💕💕💕💕💕

Vagas.Korravit: Eh eh eh!

«State litigando? Mi dispiace.» Ché guardò lo schermo e chinò la mano con un’espressione colpevole sul viso.

«No.» Scattai una foto di Porsché e la mandai a Vegas.

Peteeeeee.eeee: [invia foto]

Vagas.Korravit: Hmm, ben fatto!

Peteeeeee.eeee: Ben fatto?

Vagas.Korravit: Continuo a lavorare.

Peteeeeee.eeee: Ok.

Tenni il telefono nella tasca dei pantaloni come al solito e presi tra le braccia la testa di Porsché, pesava ancora se avesse fatto qualcosa di brutto, ma probabilmente non sapeva che piacevo davvero a Vegas perché mi aveva fatto dire quello che voleva sentire. 

Stupido bastardo!!! Ahi!

«P’ Vegas sembra amarti molto, ma questo è probabilmente un momento di passaggio come Kim.» disse Porsché piano, come se parlasse da solo, ma lo sentii. Periodo di passeggero? O forse era vero? Vegas voleva solo riconciliarsi con me o forse era davvero pazzo di me? 

Poteva essere che il suo folle amore fosse solo per quello che aveva detto Chè, che era solo l’inizio.E forse dopo tanto tempo insieme si sarebbe potuto annoiare. Guardando indietro, la mia vita non era molto vivida o eccitante. Se all’inizio sembrava dipendente da me, dopo molto tempo sarebbe potuto diventare noioso.

Io e Porsché andammo ad aiutare Pol e Arm a comprare alcune cose e poi tornammo a casa. Lungo la strada, continuavo a pensare al “periodo di passaggio”. Sapevo che probabilmente Chè non intendeva dirlo perché nella sua testa continuava a pensare molto al signor Kim. Quindi sarebbe potuto sembrare un po’ strano. Aveva detto che in passato il signor Kim non lo lasciava andare da nessuna parte, ma ora non gli importava molto, raramente lo seguiva. Inoltre, all’inizio Ché non avrebbe intrapreso questo viaggio con il signor Kim, ma Khun Kim non lo aveva convinto a venire. Aveva detto così. Non sapevo come rispondergli, potevo solo ascoltare perché non sapevo cosa stesse pensando il signor Kim. Poteva non essere niente ma non ero sicuro.

«Oggi faremo un pasto leggero. Quindi aspetta che Tae, Time e Mew si uniscano a noi. Quando verranno, sarà la vigilia di Natale. Prepareremo la casa per prepararci al Natale.» 

Dopo cena, Khun Tankhun si diede da fare, organizzandosi per l’indomani. Ci ordinò di andare a comprare le luci per la decorazione perché dopodomani era Natale e il signor Khun sarebbe rimasto lì per passare il nuovo anno. Ecco perché dovevo stare in spiaggia per quasi una settimana.

«Allora ho finito di cenare. Adesso vado a letto. Sono stanco.» Porsche alzò un bicchiere d’acqua da bere e si preparò ad alzarsi dal tavolo da pranzo. La cena di oggi era stata cucinata da Arm, Pol e me con l’aiuto di Chè come apprendista. 

«Perché sei stanco? Ho detto che avremmo mangiato un pasto leggero, questo significa che possiamo bere ancora alcolici.» gridò Tankhun.

«Ho sonno. Vado a dormire.»

«Perché hai sonno, è già notte?» disse Khun con riluttanza.

«Che ne dici se provi a portare lavoro da fare come me e Kinn? Ho avuto a che fare con i clienti al telefono fino a quando non mi hanno iniziato a fischiare le orecchie. Inoltre, Vegas è tornato a metterci di fretta. Ha fretta di incontrare suo padre o che cosa?» Porsche si lamentò a lungo. Ascoltai attentamente quando sentii il nome Vegas. Stava correndo? Ma era tutto pronto, c’era un programma di chi e quando incontrare quali clienti. In realtà non avrebbero dovuto esserci problemi.

Pv Pete: Cosa stai facendo?

Scrissi su LINE a Vegas.

Vp Vegas: Sono appena tornato a casa.

Vp Pete: Macau?

Pv Vegas: Nella sua stanza a guardare la serie.

Pv Pete: Hai già mangiato?

Vp Vegas: Scendo adesso a mangiare.

Pv Pete: Io ho appena finito e sono pieno.

Scattai una foto del mio piatto di riso vuoto appena finito e lo inviai a Vegas.

Vp Vegas: quanti piatti?

Pv Pete: 1 piatto.

Vp Vagas: Non ci posso credere.

Pv Pete: Perché?

Vegas: Sei avido.

Pv Pete: Vegas!

Vp Vegas: Vado a mangiare.

Vp Vegas: Non andare a dormire ancora.

Pv Pete: Perché?

Vp Vegas: Ti chiamerò.

Finii di leggere l’ultima frase e sorrisi dolcemente. Anche quella distanza era buona. Mi aveva fatto sentire come… Mi aveva fatto sentire come se avessi quattordici anni. Quando avevo avuto la mia prima ragazza. 

Ah! Che diamine!! Perché dovevo essere imbarazzato!

Il tempo in cui eravamo stati separati mi aveva fatto pensare più al tempo che stavamo insieme. Volevo parlargli di più, sentire la sua voce e sentire ancora di più il suo abbraccio…

«A che ora arrivano Time, Tae, Mew domani?»

«Non lo so.» Il signor Kinn rispose a suo fratello maggiore.

«Come fai a non saperlo?»

«Allora perché me lo chiedi?» Kinn si girò per chiedere.

«Ho intenzione di organizzare un giro di liquori quando Tae, Time e Mew saranno qui.» Tankhun fece una smorfia determinata finché le persone intorno a lui scossero la testa. «Ma oggi, prima mangiamo con leggerezza.» 

Aiutai Arm e Pol a pulire il tavolo da pranzo e lavare i piatti. Per quanto riguardava il signor Tankhun, chiamai Ché per aiutare a collegare il sistema audio. Non ne sapevo nulla, quindi usai l’abilità evanescente. Era meglio intrufolarsi nella mia camera da letto.

«Chi vi ha permesso di entrare in stanza? Tornate. Vi ho detto di tornare! Canterò al karaoke.» Dopo che tutti si erano dispersi per dormire, le urla di Tankhun risuonarono per tutta la casa. 

Per favore, conserva le tue energie per domani. Credimi. Non ci hai punito abbastanza oggi?

Avrei potuto fare un pisolino e ricaricarmi perché avevo dovuto prepararmi alla follia per tutto Natale e Capodanno. 

Per favore, cerca di stare tranquillo, goderti il ​​mare e dormire per un giorno!

Non ascoltai alcuna obiezione, entrai e mi sdraiai sul letto, mentre chiudevo gli occhi pacificamente perché Khun Tankhun continuava a bussare nella mia stanza. Arm e Pol non l’avevano fermato. Dannazione! Come avevo fatto a guadagnare merito nella vita passata? Perché questa vita era stata così miserabile? Quel dannato bastardo deve avere una faida con me.

Mentre mi stavo rotolando sul letto all’improvviso arrivò una telefonata. Rimbalzai in fretta e presi il telefono.

‘VEGAS’

Non sapevo perché il mio cuore improvvisamente si gonfiò di felicità in quel momento. Il solo vedere il nome di Vegas che mi chiamava anche se stavamo insieme quasi tutti i giorni e non erano nemmeno ventiquattro ore che ci eravamo salutati. Volevo sentire la sua voce. No! Volevo vedere la sua faccia così disperatamente.

«Uhm.» risposi cercando di nascondere le mie emozioni.

[Cosa stai facendo?]

«Sono sdraiato nel letto.»

[Con chi sei andato a letto oggi?] chiese Vegas con un tono più cupo.

«Solo. Hai finito di cenare?»

[Sì, vado a farmi una doccia. Accendi la videocamera.] Vegas mi chiese di accendere la camera. Mi alzai, mi misi a sedere sul letto, mi sistemai un po’ i capelli e accesi la telecamera seguendo il suo ordine. 

«Ok.» dissi in tono normale quando vidi apparire la sua faccia sullo schermo.

[Sto cercando un posto dove mettere la fotocamera.]

«Aspetta!» Dovetti interromperlo immediatamente mentre il mio sguardo scorreva fino a quando mi resi conto che ora era in bagno. «Vuoi fare una doccia? Puoi farla prima e poi parliamo.» dissi in fretta. Ma Vegas riuscì ad abbassare la telecamera senza ascoltare la mia obiezione.

[Vai a farti una doccia!!] disse minaccioso il bastardo di Vegas.

«Vai a farti tu una doccia, quindi riattacca!»

[No! Anche tu devi farti una doccia.] Vegas si avvicinò allo schermo e sorrise compiaciuto.

«Okay, allora vado a farmi una doccia. Riaggancio.»

[No!!! Devi portare il telefono in bagno con te. Non riattaccare e non spegnere la telecamera.] disse Vegas spudoratamente. Rimasi scioccato per un po’. Poi si mise davanti alla telecamera e si tolse i vestiti. 

Stronzo!!! Pervertito! Ti segnalerei a Paweena!

[N/T: Paweena Hongsakul, ex ministro dello sviluppo sociale e della sicurezza.]

«Vegas, sei matto?» Lo maledii più forte che potevo.

[Muoviti! Sto contando… 1, 2…]

«Ok va bene!» Oh! Bastardo! Inoltre non sapevo perché ogni volta che iniziava a contare, dovevo seguire tutto quello che diceva. Anche se non sapevo cosa sarebbe successo se avesse contato fino a 3!

[Bene, presto, vai in bagno. È privato?] Vegas stava cercando di guardarsi intorno.

«No! È un bagno in comune.» Gli mentii perché il bagno era proprio dentro la mia stanza.

[Bene, sono così eccitato.] Vegas poi mi fece l’occhiolino e un sorriso che mi fece venire la pelle d’oca.

«Stronzo! Che diavolo hai intenzione di fare?» Volevo quasi buttare via il telefono quando vidi Vegas.

[Facciamo una doccia.] disse Vegas con un sorriso.

«No!!!»

[Per favore, lascia che ti guardi mentre fai la doccia.] Vegas disse a bassa voce e mi fece tremare il cuore.

«Psicopatico!» continuai a rimproverarlo.

[Sai solo… Eh? Vai in bagno ora!] Iniziò a darmi un ordine che mi fece fare una faccia come se stessi per morire.

«No!!!»

[Pete! Ora!] Non sapevo perché ogni singolo ordine di Vegas sembrava un decreto, obbligava sempre il mio corpo a obbedire automaticamente. [Chiudi a chiave la porta.]

«No! Sei matto? Chi altro si farà una doccia qui per vedermi?» Inciampai in bagno, poi cercai di discutere con le mie gambe per convincerle a disobbedire al suo ordine e costringere le mie mani a premere il pulsante per riattaccare immediatamente a quel figlio di puttana.

[Quando sei a casa, fai spesso la doccia con me.] disse Vegas con un sorriso. Era stato un bene che potevo vedere solo la sua faccia perché avevo notato che si stava contorcendo, probabilmente si stava togliendo i pantaloni.

«Non è lo stesso!» dissi severamente.

[Cerca un appoggio per il cellulare e poi togliti i vestiti!] Vegas continuava a darmi ordini senza sosta.

«Non ci penso neanche!» Continuai a litigare con lui. 

La società in cui sei cresciuto ti ha trasformato in questa persona? Bastardo!

[Chiedo solo questo per me. Come regalo speciale per Natale e non dimenticare che è il mio compleanno.] Vegas iniziò a convincermi.

«Cosa? Perché mi hai detto che non prendevi sul serio i giorni speciali?»

[Non mi fai nessun regalo?] disse Vegas con calma, ma potevo sentire la sua indignazione.

[Il mio compleanno, Natale, Capodanno, ti ho lasciato andare in vacanza così non dovevi rimanere bloccato qui e lavorare con me. Come puoi, Pete!] Vegas sospirò pesantemente. 

Un Vegas brillante e loquace iniziò a rivelarsi a poco a poco. Mi faceva male la testa. 

Come hai potuto offendermi così tanto? Bene, te l’avevo già chiesto. Non ho dimenticato nessun giorno importante e mi hai permesso tu di andare in vacanza.

«Err!! Bastardo!» La mia faccia ora sembrava sul punto di piangere quando sentii che si lamentava come un’anziana. Dovevo rifiutare i suoi ordini e non assecondarlo! Dannazione!

Le mie mani… da quando ho trovato un posto dove mettere il cellulare ? Basta così Pete!

[Ti chiedo solo questo. Voglio davvero stare con te tutto il tempo. E ora fai un viaggio quando devo lavorare. Ogni volta che mangio, dormo, faccio la doccia, voglio vedere la tua faccia.] Vegas iniziò ad attenuarsi dolcemente ma stava mentendo! 

Quando hai cenato proprio ora, non hai affatto chiesto di vedere la mia faccia. Oh bufalo!

[Togliti i vestiti.] Vegas diede l’ordine.

«No!» Protestai in fretta.

[Avanti! Di cosa ti vergogni? Ci siamo visti spesso. Inoltre, oggi sono molto stressato. Voglio abbracciarti e voglio sentirti così tanto. C’è un problema con i prodotti di esportazione. Non pensi di consolarmi un po’?] Un Vegas luminoso e allegro con un sorriso felice iniziò a farsi vedere a poco a poco. [Questo è tutto ciò che ti chiedo.]

Mi coprii la faccia con le mani, volevo sbattere a morte la testa contro il muro.

«Vegas… un’altra cosa? Ti prometto che ti comprerò un regalo più tardi.» dissi piano, cercando di negoziare il più possibile.

[No, non voglio nient’altro in questa vita… Tranne te.] Vegas cominciò a elemosinare perché conosceva la mia debolezza. Mi fece togliere lentamente la maglietta e poi i pantaloni, mentre dentro la mia testa, stavo maledicendo me stesso. Perché diavolo dovevo avere un punto debole?

«…Posso tenermi la biancheria intima?»

[No! Dai…dai…] 

Maledetto bastardo, non parlarmi con quella voce. Perché io… le toglierei. 

Chinai la testa, non osavo nemmeno guardare lo schermo del telefono.

[Molto bene tesoro… fai tre passi indietro, bene, così…] E feci un passo indietro dal telefono. Idiota! Avevo finito!

«Dannazione!» Alzai lo sguardo, lo maledissi e scoprii che anche il suo corpo si stava allontanando dal telefono nel punto in cui potevo vederlo dappertutto. E in quel momento, la mia faccia si riscaldò. La mia temperatura corporea era più alta del normale. Il petto sinistro ballava in modo incontrollabile. Giurai di non aver mai fatto una cosa così imbarazzante in vita mia. Ma anche allora, mi tolse il fiato quando Vegas aprì la doccia e rimase sotto l’acqua. Tutto il suo corpo era fradicio, sembrava ancora più sexy. Stronzo!

[Uhm… Guardami senza battere ciglio in quel modo.] disse Vegas con un sorriso. Poi usò la mano facendola scivolare lungo tutto il corpo. 

No, Pete. No! Svegliati!

Quindi mi girai in fretta per affrontare la doccia e la aprii.

[Grazie per il regalo di Natale… Avanti… Il mio regalo di compleanno.] disse Vegas con una faccia sorniona. Si versò del sapone liquido sul palmo della mano e accarezzò lentamente su tutto il corpo.

«C… cosa?»

[Il mio regalo di compleanno… fallo da solo così posso guardare.] Vegas si morse le labbra e si strofinò il membro avanti e indietro con la mano.

«Vegas!» Alzai subito gli occhi al cielo. Di che cazzo era pieno il suo cervello?

[Per favore… Per favore… dai!] Vegas usò di nuovo un tono implorante. Volevo quasi nascondere la mia faccia per terra. In effetti, la mia bocca imprecava ma il mio corpo stava iniziando a reagire alla scena di Vegas che si faceva una doccia. 

Ti odio, Pete. Ti odio. Non seguirlo! Sii consapevole. Recita Namotassa! Fai respiri ritmici e profondi. Sì Num. Pong Num. *

Non riuscivo a trattenermi! Bastardo!

[N/T*:Pete sta cercando di meditare. Sì ยุบ (sgonfiare/rimpicciolire) significa espirare perché la pancia si sgonfia quando espiri. Pong พอง (gonfiare/gonfiare) significa inalare perché la pancia si gonfia quando inspiri.]

«Allora devi farlo con me!» Vegas annuì con un sorriso soddisfatto. Afferrò il suo membro con una mano e lo fece scorrere lentamente su e giù. I suoi occhi mi fissavano e non batteva le palpebre. Visto che non si vergognava, non avevo niente da perdere. Premetti del sapone liquido sul palmo della mano e lo strofinai su tutto il corpo per calmarmi e trattenermi per un po’. Ma quando fissavo lo schermo, il suo viso e lo sguardo nei suoi occhi mi rendevano incapace di trattenermi. Spostai lentamente la mia mano sul basso addome e iniziai a scivolare sempre più in basso fino a quando sentii una rigidità nel mezzo del mio corpo. La afferrai e iniziai ad accarezzarla, muovendomi lentamente.

[Molto bene tesoro… ah… voglio così fottutamente stare con te… ah…] Vegas iniziò a gemere. Ad essere sincero, la sua voce mi eccitava sempre di più ed iniziai a muovere le mani sempre più frequentemente. Tutto il mio corpo ora sembrava così debole che riuscivo a malapena a mantenere l’equilibrio, quindi dovetti appoggiare la schiena al muro prima di voltare la faccia in su, accarezzare il membro al ritmo a cui ero abituato.

«Ummm…ah…umm.» gemetti inconsciamente. Anche l’altra mano era aggrappata al muro perché la mia emozione veniva sopraffatta ogni volta che socchiudevo gli occhi a Vegas, che era in uno stato non diverso dal mio. Anche lui si tenne al muro con una mano.

[P… Pete… Uhm… gemi più forte…] Vegas mosse la sua mano più velocemente e anch’io. L’immagine nel mio cervello era solo di Vegas. Più aprivo gli occhi per vederlo, più volevo raggiungere l’apice più velocemente. Era così sexy che aumentava il calore nel mio corpo, permettendogli di scorrere attraverso ogni parte di me.

[Non lo sopporto… Pete… ah… Puoi tenere la telecamera? Avvicinati… Uhmmm…] 

Non potevo dire di no quella volta. Fin dall’inizio avevo cercato di oppormi a lui, ora potevo facilmente soddisfare sia me stesso che Vegas. Andai a prendere il telefono e mi morsi il labbro perché l’altra mano si muoveva ancora su e giù sulla mia erezione.

[Ah… non fare quella faccia… Aaah… finirò presto… Pete… Ugh. Siediti… siediti sul pavimento] 

La mia coscienza era così offuscata che seguii automaticamente gli ordini di Vegas. Mi sedetti lontano dalla doccia con l’acqua che scorreva e appoggiai la schiena contro il muro come prima.

«Ugh…Vegas… Io… Uhm.» Afferrai il nucleo nella mia mano con una sensazione di formicolio che mi bruciava tutto il corpo fino a diventare quasi inarrestabile. Era giusto dire che volevo davvero stare con Vegas in quel momento?

[Um… si… abbassa la telecamera…] Spostai la telecamera nella visuale del mio membro. Con l’eccitazione che mi aveva portato ad osare tutto.

«Uhmmm…»

[Si inginocchiati… uhm… così… bravissimo tesoro… ah… spalanca le gambe… bene… uhmm…] 

Il mio cervello si stava svuotando a poco a poco e la frequenza della mia mano era diventata più veloce. Vegas gemette il mio nome ancora e ancora… E per la prima volta gli diedi uno sguardo attraverso lo schermo senza imbarazzo. Il mio cervello aveva cominciato a confondersi…

«Uhm…»

[Verrò presto… Ah… Pete… Uh] E finalmente Vegas ed io venimmo insieme. Ero senza fiato, mi sentivo stanco e stremato. Mi sedetti e rimasi senza respiro in quel modo per alcuni minuti, e così fece Vegas.

[Così bravo! Sei il migliore, moglie mia!] Sentendo il suono di Vegas attraverso il telefono, la mia coscienza iniziò a tornare. Che cazzo avevo appena fatto? 

[Pete… Pete!] Abbassai lo schermo e iniziai a mordicchiarmi le unghie. Volevo sbattere ancora di più la testa contro il muro. Pete, il credulone, il licenzioso, il figlio di puttana!

[Haha… Perché sei così imbarazzato? Fatti vedere e parlami.] Vegas disse e rise.

«Parlare di cosa?» Presi il telefono e mi mostrai solo per un quarto sullo schermo.

[Hai davvero raggiunto l’orgasmo. Hahaha…] Vegas stava ancora imitando la mia espressione facciale proprio ora per prendermi in giro, quindi gli mostrai il dito medio. 

«Riattacco subito!»

[No!]

«Cos’altro? Cos’altro vuoi?» Sarei rimasto senza un soldo, non avendo più niente, nemmeno una faccia per guardarmi allo specchio.

[Questo Natale vuoi una casa o una macchina? Hai messo tutti i tuoi soldi in questo.] Vegas sorrise mostrando la sua seconda personalità.

«Niente. Di che cazzo stai parlando!» dissi con imbarazzo.

[Dai… ci hai messo così tanto impegno.]

«Se ancora non la smetti di infastidirmi riattacco!» risposi con voce aspra.

[Ok, niente più scherzi. Dopo aver fatto la doccia, vado a letto. Anche tu, vai a letto velocemente.] Vegas iniziò a regolare il tono della voce alla normalità.

«Uhm.»

[Sii un bravo ragazzo. Allora…. un giro è sufficiente.]

«Coglione!»

Quella volta avevo davvero riattaccato. Non potevo più sopportare che Vegas mi prendesse in giro. Che diavolo avevo fatto? La voglia in me era fuori controllo e inarrestabile. 

Il nonno e la nonna potrebbero sapere che il loro nipotino non si era comportato bene? Nooooooooo!

Andai un po’ fuori di testa prima di raccogliere il coraggio per finire di fare la doccia. Perché mi aveva chiesto di fare una doccia? 

Bastardo! Ci hai sicuramente pensato. La tua mente è piena di piani malvagi. 

Mi stesi sul letto esausto. Vegas aveva inviato un messaggio di buona notte e aveva detto che il giorno dopo sarebbe potuto essere occupato perché doveva incontrare molti clienti. Avevo capito tutto e avevo chiuso in fretta la conversazione per lasciarlo andare a dormire perché anche io avevo molto sonno.

************

Il giorno successivo, la voce di Khun Tankhun attraversò un microfono portatile e risuonò per la casa, svegliandomi stordito. 

Perché te la prendi con gli altri la mattina presto? Sei mai stato stanco? Hai mai pensato di voler dormire di più?

«Svegliati, popolo thailandese! Non dormite come sassi in questo modo! Il paese continuerà a prosperare e non grazie a tutti noi.*» Mi feci una doccia, mi vestii comodo e mi sistemai per qualche secondo per iniziare una giornata molto nervosa.

[N/T: Canzone ตืนเถิดชาวไทย (Wake up Thailand)]

«Hellooooooo!!! Un ex capo della guardia del corpo che ora è mio cognato. Ehi, considero Vegas come mio cugino solo per colpa tua, Pete, svegliati! Stamattina ho chiesto a Pol di noleggiare una banana boat. Oggi giocheremo insieme dai, dai, dai! Lascia che Kim sia l’autista!» Khun parlò nel microfono portatile che risuonava rumorosamente in tutta la casa prima di camminare per tenermi il braccio e iniziare a parlare ad alta voce e chiassosamente.

«…Sì, aspettiamo fino al tardo pomeriggio, la luce del sole diventerà più debole. Va bene signor Tankhun?» dissi, togliendo la sua mano dal mio stesso braccio come al solito.

«Perché? Voglio giocare adesso. Perché?»

«Khun Tankhun, dovresti smettere di parlare al microfono. Se Porsche non si è ancora svegliatoi, scenderà sicuramente e ti maledirà.» Mi misi l’indice sulle labbra e cercai di persuaderlo ad abbassare la voce.

«Lascia che si svegli. Lascialo scendere a imprecare! Eh! Fai finta di lavorare. Ieri sera l’ho sentito: ‘Uhmmm… Ahhh… ecco fatto. Kinn, uh…uhmm… mi sono fatto male…’ Una cosa del genere.» Ingogiai la mia saliva con difficoltà. Non potevo credere che il Khun avrebbe sentito cosa stavano facendo Porsche e Kinn la notte prima, ma aveva raccontato una scena vivida. Quindi la mia voce ieri sera, avrebbero potuto sentirla Pol e Arm che erano rimasti accanto alla mia stanza? Accidenti!

«Sveglio?» Arm, in abito casual, indossò un grembiule e sollevò una pentola di porridge dalla cucina.

«Uhm.» Annuii. Mi sentivo paranoico, mi sentivo a disagio con i miei amici. Se mi avessero sentito, dove avrei nascosto la mia faccia?

«Vieni a mangiare il porridge di riso. Avrai forza.» Arm mi fece un cenno e riuscì a raggiungerlo. Chi diavolo aveva la forza? Perché dovevo avere forza?

«Uhm.» Mi avvicinai e mi sedetti al tavolo da pranzo con Khun Tan.

«Dai, dai.» disse Pol, entrando in casa. «Sono arrivate molte decorazioni.»

«Sì, prima vieni a mangiare, poi aiutaci a scaricare dalla macchina.» Arm fece un cenno a Pol, che corse in fretta.

«Porridge di riso? Bene! Pete, devi mangiare molto, così il tuo suono sarà chiaro.» Chiaro? Suono chiaro? Perché dovevo avere un suono chiaro? E qual era il suono di cui stavi parlando?

«C… perché?» Chinai la testa e finsi di essere concentrato sul porridge e di tanto in tanto guardavo le reazioni dei miei amici.

«Oh! Quando suonerai* il canto sarà chiaro.» Canto? Cosa ho cantato?!

[N/T*: Parola originale ร ้อง /róng/ significa cantare/piangere (gemere).]

«Suonare cosa?!» Sbottai subito, ma con impazienza mi precipitai un po’ in modo che il cucchiaio di porridge cadesse sul tavolo.

«Che diavolo, Pete?» Arm mi porse frettolosamente un fazzoletto.

«Va bene. Qual è il suono?» chiesi a Pol che aveva un’espressione perplessa sul viso.

«Un suono… un suono…» Che diavolo era quel suono? Improvvisamente diventai irrequieto.

«Cos’è quel suono?!» Per sbaglio urlai a Pol.

«Vuoi usare il microfono. Ti farà male la gola.» Poi Khun Tan mi consegnò il microfono.

«No, signor Khun.» Alzai la mano e allontanai il microfono da me. «Qual è il suono, Pol?» Poi mi rivolsi a Pol, continuando a fare smorfie.

«Cosa c’è che non va in te, Pete?» Sia Arm che Pol mi guardarono dubbiosi. Persino Tankhun, che stava masticando porridge su entrambi i lati della guancia, inclinò la testa per guardarmi.

«Allora qual è il suono?»

Pete, sei diventato molto sospettoso. Calmati. Inspira ed espira. 

«Beh… il suono della tua voce che canta al karaoke con il signor Khun. Sai che Tankhun ama cantare con te. Devi avere una voce chiara stasera. Canterai di sicuro tutta la notte…» disse Pol. Dopo un po’ mi fissò e fece una smorfia come per piangere.

«Oh… ehm, ok.»

«Mi hai urlato contro… Perché mi hai urlato contro? Sono arrabbiato.» Pol fece una smorfia triste mentre si grattava la testa.

«Scusa, mi sono appena svegliato. Ho le vertigini.» Era quasi sparito, Pete! Ehi! Non essere sospettoso.

«Lo spero davvero. Sono triste. Mi hai urlato contro.» Pol prese una ciotola di porridge sul tavolo e si sedette dall’altro lato. Poi la sua mano afferrò il porridge da mangiare senza guardarmi.

«Mi dispiace.» dissi e sospirai. Cercai di comportarmi normalmente, ma dimenticai di notare che Arm socchiuse gli occhi, fissandomi torvo.

«Oppure… la scorsa notte… hai cantato…» Arm indicò il mio viso, quindi afferrai la ciotola di porridge proprio mentre Porsché scendeva assonnato al piano di sopra, posai in fretta il cucchiaio e andai verso Porsché, lo presi per il polso e uscimmo.

«Vieni ad aiutarmi a portare alcune cose.» dissi rapidamente al fratello perplesso prima di sentire il rumore dei passi di Arm che ci seguiva.

«Il suono è come quello prodotto da Porsche, vero??? Pete!!! Che cosa hai fatto??? Cos’era quel suono? Uhm… uhm… Ah… Ah… Tutto qui? Come hai potuto farlo? Vegas non era qui. Come hai fatto?!!!» E poi si era unito anche il signor Khun fino a quando avrei quasi voluto buttarmi in mare. Mi ero comportato in modo così sospetto da essere scoperto? Non mi sembrava!

«Bastardi!» Mi diressi verso la macchina con Chè piantagrane, che era rimasto lì in piedi a stropicciarsi gli occhi, sbadigliando diverse volte, ma mi aiutò a togliere le cose dall’auto.

«Banana Boat!» Ché passò da semisveglio a completamente sveglio e corse verso la Banana Boat, così misi giù le mie cose e lo seguii.

«Facciamo un giro con quella oggi!». dissi a Ché, che aveva alzato il telefono per scattare di nuovo alcune foto. 

«Hai caricato di nuovo una storia?»

«Sì, Phi. Ieri gli ci sono volute quattro ore per visualizzare la storia che avevo postato al mercato. Cosa ne pensi?»

«Il Signor Kim potrebbe non essere una persona dipendente dai social media.»

«Non è questo, è solo che sono diventato meno importante per lui.»

«Avete dormito insieme come al solito la notte scorsa, giusto?»

«Ma è una questione di sentimenti.»

«Che diavolo ti succede?»

«Phi non capisco. P’ Vegas ti ama. Ti ha parlato inaspettatamente, ha anche risposto immediatamente.» Riflettei per un momento, era quasi mezzogiorno adesso, avevo scritto a Vegas quando mi ero svegliato circa mezz’ora prima, non sarebbe stato sveglio normalmente, ma quel giorno avrebbe avuto un incontro con dei clienti alle nove del mattino, non mi aveva ancora risposto o era semplicemente impegnato? Di solito quando si svegliava, doveva assolutamente salutarmi, ma aveva detto che quel giorno sarebbe stato impegnato.

No no no no no… Basta, Pete! Non farti troppo influenzare dalle paranoie di Chè, che poi ti fa male la testa!

«L’amore non è una cosa da poco. La vita così fà schifo.» Ché aveva pubblicato una storia con una foto del banana boat e il suo folle commento, a volte i due fratelli erano difficili da comprendere, quindi smisi di preoccuparmi della sua follia e feci un video da postare nelle mie storie senza aggiungere alcun messaggio sarcastico per infastidire nessuno c’era solo il vento che soffiava e l’atmosfera era buona.

Quando finii di contemplare il mare, ci aiutammo a vicenda a portare le cose in casa. 

In quel momento, avrei voluto quasi prenderli a pugni in faccia, incluso il signor Khun… Perché… vaffanculo! 

Continuavano a chiedere del rumore. Qual era stato? Che rumore avevo fatto la notte precedente? 

Se lo stavano chiedendo a vicenda, a morte, di solito quando uno era stanco la smetteva.

Dopo pranzo, avevamo lavorato insieme per addobbare la casa con il signor Khun che faceva il DJ. Ultimamente, si entusiasmava suonando la canzone Jao Dtak*, perché aveva detto che quella serata sarebbe stata una dura battaglia. Alla fine, la questione dei rumori che avevo fatto era stata dimenticata, visto che in quel momento tutti cantavano e urlavano energicamente, fatta eccezione per la coppia Kinn e Porsche, che era al secondo piano, impegnata a lavorare, urlare e litigare ad alta voce. Speravo sinceramente che prima che la vacanza finisse, i due non si sarebbero uccisi a vicenda.

[N/T*: Canzone  เจ ้าตาก Jao Dtak (Prince Dtak) è una canzone che parla di un principe Thai e delle sue gesta in battaglia.]

«Ché!!! Potresti smetterla di postare storie sarcastiche per infastidirmi? Mi appartieni e sono sempre interessato a te.» Il signor Kim teneva ferma la scala per far salire Ché che appese le lucine al muro mentre i due continuavano ad irritarsi a vicenda. Il signor Kim aveva cercato di spiegare, ma Ché lo aveva ignorato e ogni tanto si girava dall’altra parte per maledirlo.

Ripensando alla storia di instagram, presi subito in mano il telefono, per controllare le notifiche, ma… Accidenti! Erano passate quasi quattro ore, Vegas era scomparso silenziosamente, inaspettatamente scomparso del tutto, senza nemmeno rispondere al messaggio di LINE che avevo inviato.

Pv Pete: Sono sveglio. Ti sei già svegliato?

Anche se non aveva ancora letto, sentivo che qualcosa non andava, quindi entrai nel mio IG per controllare una cosa, guardai chi aveva visualizzato la mia storia dell’onda, ma… Vegas non l’aveva ancora vista.

Un attimo?? Cosa stava succedendo???

«Sì! È la dimostrazione di quanto una persona che prima teneva a noi, adesso si preoccupa per noi?» Le parole di Ché all’improvviso, mi ritornarono in mente. 

Ti importa di me??? 

Vegas mi aveva detto che sarebbe stato impegnato, poteva non essere nulla, cercai di non pensare troppo al fatto che Vegas non si stesse facendo sentire, ma non era da lui, di solito appena arrivavo a casa della famiglia principale, mi chiamava spesso.

Non appena mi resi conto che si trattava di una situazione insolita, chiamai immediatamente Vegas. Sapevo che era in riunione con dei clienti, ma avrebbe almeno fatto una pausa per riposare.

La mia chiamata venne interrotta, allontanai il telefono dall’orecchio e lo osservai, sorpreso.

Che cosa stava accadendo? Non era mai successo che Vegas non rifiutasse una mia chiamata. A volte, quando era in riunione, rispondeva per parlare con me.

Non esitai a prendere di nuovo il telefono per chiamare la guardia del corpo di Vegas.

[Ciao]

«Dove sei?» chiesi frettolosamente, preoccupato. 

Non ero preoccupato che Vegas potesse darmi meno importanza o paura che stesse con qualcun altro, non ero preoccupato, nemmeno un po’, del fatto che potesse stancarsi di me, ma quel comportamento era un po’ insolito, almeno avrebbe potuto dirmi se aveva mangiato, se stava per continuare una riunione o altro, non sparire così. Volevo solo sapere se era al sicuro.

[Sto aspettando Khun Vegas… sta parlando con un cliente] Tirai un sospiro di sollievo.

«Da quanto tempo parlano? Ha già mangiato?»

[Uhmm…. Sì. È tutto per ora.]

«Prenditi cura di lui.» riattaccò. 

Avevo un leggero mal di testa e cercavo di convincermi che non ci fosse niente, appena avrebbe avuto del tempo, mi avrebbe chiamato.

«Parla con Vegas, se vuole accelerare il lavoro in questo modo, allora sarebbe meglio si mettesse a costruire dei razzi, non devi vendere tutte le cose che hai in magazzino.» Porsche scese dal secondo piano con il signor Kinn, entrambi sembravano pigri, inoltre, la bocca di Porsche non aveva mai smesso di maledire Vegas.

«Perché sta accelerando il lavoro?» chiesi mentre Porsche scendeva le scale.

«Beh, è ​​tuo marito. Non lo so. Devo gestire velocemente gli ordini di alcuni fottuti clienti. Natale e Capodanno non vanno da nessuna parte, giusto? Dannazione!!! Non ho tempo per dormire e riposare.»

«Potrebbe voler uscire qualche volta. Puoi smetterla di lamentarti di lui?!» Il signor Kinn abbracciò il collo di sua moglie e lo condusse in cucina per cercare qualcosa da mangiare.

Uscire? Da quando stavamo insieme, Vegas non era andato da nessuna parte perché lui aveva appena passato un sacco di situazioni brutte e ora era davvero serio riguardo al suo lavoro.

«Ciao a tutti.» La voce dei nuovi membri risuonò mentre stavano entrando in casa. Tutti gli occhi si fermarono a guardarli e salutarli. Khun Time, Khun Tae e Khun Miew entrarono in casa portando i bagagli e rimasero stupiti dalle diecimila luci che lampeggiavano incessantemente. Non capivo perché avessimo bisogno di così tante lucine lampeggianti.

«Ciao ragazzi. Time, sali sul tetto e metti il pupazzo di Babbo Natale per me.» il signor Khun lanciò il pupazzo a Khun Time, che aveva un’espressione stanca sul viso.

«Dov’è la mia stanza? Andrò a letto presto. Ci sarà una bella battaglia stasera, vero?» Khun Tae vide l’alcool allineato e sembrava estremamente interessato.

«Non devi dormire. Beviamo ora.» disse il signor Khun e si affrettò a occuparsi delle bevande.

«Già dall’inizio della giornata? Lasciami riposare prima. Sono stanco.» disse Khun Tae, sembrava esausto.

«Perché sei stanco? Sei corso da Bangkok a qui? Ti sei semplicemente seduto o sdraiato in macchina. Così comodo. Beviamo!!!!» il signor Khun gli porse un bicchiere di liquore mescolato a caso, Khun Tae sembrava sul punto di piangere.

«Maledizione… bere non è stancante come trovarsi di fronte qualcuno come te.» disse piano Khun Time. La situazione in casa, in quel momento, era molto turbolenta. Il tempo passò fino ad arrivare a tarda sera quando finimmo di decorare la casa. Le luci tremolavano finché gli occhi di tutti furono storditi. Dannazione! 

Facemmo una festa a bordo piscina, la cena era a base di pesce alla griglia, tutti si concentrarono principalmente sul bere, mi sedetti con le gambe immerse nella piscina, bevendo l’alcol che avevo in mano. Il mio cervello si spense. Non riconoscevo il sapore del liquore che avevo bevuto, non riuscivo a sentire la canzone di Khun che risuonava in tutta la casa. Non avevo avuto una conversazione con nessuno. In testa avevo solo Vegas, Vegas, Vegas… Non mi aveva chiesto niente. 

Non voleva sapere cosa stavo facendo in quel momento o se avevo già mangiato? O quanto il signor Khun mi aveva dato sui nervi? No, non avrei dovuto pensare troppo. Non dovevo riempire la mia testa di stupidaggini, ma non potevo fare a meno di pensare, eravamo sempre insieme, era un po’ strano e anche molto insolito questo comportamento, anche se avevo cercato di ipnotizzarmi dal preoccuparmi troppo delle cose minori perché non era da me, ammisi che dal giorno in cui era arrivato nella mia vita, avevo sentito che stavo diventando più fragile, anche se cercai di dire a me stesso quanto doveva essere impegnato, la mia mano toccò lo schermo, entrai su IG e feci scorrere le storie e chi le aveva visualizzate … controllavo il mio IG quasi ogni cinque minuti, fino a quando finalmente Vegas aveva visualizzato, ma era rimasto in silenzio e non aveva risposto come faceva di solito.

Cos’era successo? O la notte scorsa ero stato così osceno da essere inaccettabile? O l’avevo assecondato troppo facilmente? Dannazione!!!

Sette segni di qualcuno che si sta stancando del proprio amante… 

«Uno! Si annoia di più di quanto si diverta.» Porsché, passeggiando con il signor Kim, lesse qualcosa sul telefono e si sedette sul bordo della piscina non lontano da me.

«Non mi annoio mai con te.» disse Kim, forte e chiaro.

«Numero Due! Cerca tutte le scuse possibili per evitare di incontrarti faccia a faccia.»

«Quindi io e te stiamo parlando al telefono adesso!? Usa il tuo cervello!»

«Ma quando ti ho chiesto il permesso di andare con il mio amico, non mi hai trattenuto.» disse Chè.

Porschè e il signor Kim litigarono finché le persone circostanti non si fermarono a guardarli, ma sapendo che erano loro, ognuno tornò a dedicarsi ai fatti propri come al solito.

«Te l’ho detto, se vuoi stare con i tuoi amici, a me va bene, perchè magari ti stanchi a stare sempre con me.»

«E poi il numero tre, inizia a dire bugie.»

«Basta Chè, ti amo così tanto!»

«BUGIE!» Voltai il mio sguardo dall’altra parte, perché il signor Kim e Porsché sembravano impiegare molto tempo per risolvere i loro problemi, continuavo a giocare con l’acqua, facendo oscillare le gambe nella piscina, Khun Kinn e Porsche stavano rientrando nuovamente in casa.

«Aspetta! Dove vai, Porsche?» Poiché doveva passare dietro di me, lo fermai in fretta.

«Oi, Vegas vuole finire il lavoro stasera. Vai a chiedergli tu stesso che diavolo è successo!!!»

«Finire il lavoro? Beh domani ha in programma di incontrare tre clienti, vero?» Ero stato io ad aiutarlo a organizzare tutto.

«Secondo il piano, è così, ma tuo marito vuole incontrare tutti i clienti oggi, non so cosa diavolo stia succedendo. Visto che non ci sei, il suo stato mentale sta peggiorando.»

«Ti ha chiamato?»

«Chiama spesso Kinn!» Non avevo nemmeno avuto il tempo di chiedere a Porsche che Khun Kinn gli bloccò il collo ed entrarono in casa. Cosa stava succedendo?

Aveva chiamato il signor Kinn… ma non me? Continuavo a pensare, cercando di elaborare tutto nel mio cervello, cercai di sopprimere il sentimento che mi stava sconvolgendo il più profondamente possibile. Aveva chiamato Khun Kinn per parlare di lavoro…

Sussultai quando arrivò una chiamata al mio telefono.

«Vegas.» I miei occhi brillarono immediatamente quando mi resi conto che la persona che avevo aspettato tutto il giorno mi stava chiamando in quel momento.

«Ciao.» risposi rapidamente alla chiamata e abbassai il tono della mia voce.

[Scusami. Oggi ero troppo occupato] Anche Vegas parlò rapidamente, feci una smorfia, quello che stavo pensando era che fosse stato così impegnato da non aver avuto nemmeno il tempo di prestarmi attenzione? Era cambiato? Ma potevo solo…

«Va bene, non fa niente!» Bastardo!! Oiii!!! Stronzo!

[Quindi, cosa stai facendo?]

«Mi sto rilassando… ehm, perché stai mettendo fretta Khun Kinn e Porsche? Quei due non hanno quasi tempo per riposarsi.» gli chiesi, incuriosito.

[… Te l’hanno detto?] Vegas rimase in silenzio per un momento e poi parlò lentamente.

«Oh, Porsche ha maledetto i tuoi antenati.»

[Huh…] Vegas scoppiò a ridere.

«É perché il programma non è andato come previsto?»

[Oh… voglio solo finirlo velocemente.]

«Perché? Ti stancherai.»

[Voglio anche io prendermi una pausa] Le parole di Vegas mi fecero brillare gli occhi ancora di più.

«Davvero?» Il mio tono di voce che era scoraggiato divenne immediatamente allegro.

[Uhmmm…]

«Quindi stai guidando per venire a rilassarti con me qui? No. Probabilmente sei stanco. Lascia che Nop ti porti qui, ok?»

[…] L’altro capo della linea era così tranquillo che la mia eccitazione dovette calmarsi un po’.

«Vegas… Pronto?» borbottai di nuovo.

[Uhm… Pete, posso uscire con i miei amici??] Quello che disse Vegas spense il mio sorriso. Rimasi sbalordito.

«Vuoi uscire con i tuoi amici?» chiesi di nuovo, giusto per essere sicuro.

[Ehm, Jay mi ha invitato a festeggiare il Natale insieme al mio compleanno. Li ho già rifiutato i loro inviti più volte.]

«…» 

«Numero 2. Cerca tutte le scuse possibili per evitare di incontrarti faccia a faccia.»

 Quello che avevo sentito di nascosto da Porsché tornò in mente.

[Goditi la tua vacanza, ok!]

«Perché hai detto che a Natale, per il Compleanno e a Capodanno, volevi stare con me?» Qualunque cosa me lo avesse fatto dire, che fosse il turbamento o l’ubriachezza, era quello che pensavo davvero.

[…] Non ricevetti risposta.

«Ti stai affrettando con il lavoro per questo, vero? Quando ti avevo invitato a venire, mi hai detto che dovevi lavorare. In effetti, ti sbrighi a fare i tuoi affari personali ma non vuoi stare con me. Questo è tutto.» Buttai fuori tutto ciò che avevo in mente anche se sembrava sciocco. Non ero mai stato così. Mi ero sentito davvero male perché era scomparso tutto il giorno. Inoltre, mi stava dicendo che si era affrettato a finire il lavoro per poter uscire con i suoi amici. Dannazione! Che cazzo!

[Pete… Non è così] 

«Sì! Ecco. Ovunque tu voglia morire, allora vai.» Riattaccai con rabbia. Vegas, figlio di puttana, non erano passati neanche due giorni da quando ero partito. 

Ti sei già stufato di me? 

All’inizio avevo scelto di stare con lui, ma aveva insistito affinchè venissi qui, in poche parole, le persone come Vegas non cambiavano mai. Era stato via tutto il giorno, mi ero sentito estremamente sconvolto, aveva guardato le mie stories ma non mi aveva ancora risposto. 

Inoltre, mi aveva chiamato solo per dirmi detto che sarebbe uscito con i suoi amici. 

Oh mio dio! Figlio di puttana! 

Mentre reprimevo la mia rabbia in modo che le persone intorno a me non si sentissero in difficoltà e tutti si divertissero, improvvisamente Pol si avvicinò e mi diede un colpetto con il gomito.

«Posso prendere in prestito il tuo telefono per scattare una foto?» Lo diedi a Pol senza pensarci.

Arm e Pol mi spinsero in acqua, la sensazione che il mondo mi stesse girando intorno mi travolse senza sosta, all’inizio pensavo di non essere ubriaco, ma in quel momento capii di esserlo già da un po’. Quando il mio corpo era stato buttato nell’acqua fredda, i brividi e il disagio mi fecero venire voglia di esplodere.

Faceva così male, quell’amore doveva finire… Sentivo della musica ad alto volume, indistinta. Così saltai subito fuori dall’acqua e gridai ad alta voce.

«Perché l’amore fa così schifo!!!!!??! Perché la vita fa così schifo?!?!? Dovrei bere qualcosa, per la mia delusione. Voglio dare il benvenuto di nuovo al mio stato di single!!! Devo festeggiare!!! Senza di te. Lascia che sia. Non vedo perché dovrebbe interessarmi!!!!!» Comunicai le mie emozioni con la canzone così tanto, che tutti intorno alla piscina applaudirono.

[N/T:Canzone ส่งท ้ายคนเก่า ต ้อนรับคนใหม ่(Farewell to the Old and Welcome the New)« di Big Ass.]

«Peteeeee!!! Questo è il vero Pete!!!! Pete, mio figlio, è tornato. Bentornato tra le braccia di Tankhun!!!!!!!» il signor Khun corse fino alla piscina, così uscii fuori dall’acqua e mi diressi verso Khun e gli gettai un braccio intorno al collo. Per metà camminavamo, per metà correvamo verso l’altoparlante insieme a Pol che corse a portare del liquore e iniziò a ballare con gioia.

«Per la mia delusione! Voglio dare di nuovo il benvenuto al mio stato di single!!!!!!! Devo festeggiare!!! Senza di te. Lascia che sia. Non vedo perché dovrebbe importarmene!!!!!» WOWWWWWWWW!!!!!!!!!!» L’ultima foto era di me che mi stavo concedendo liquori e musica, dopodiché non sapevo nient’altro.

***************

Ruotai lentamente il mio corpo, lo sentivo appesantito come se ci fosse una pietra appoggiata su di esso. Non appena aprii lentamente gli occhi alla luce che entrava, il mio baricentro era scomparso, il soffitto bianco girava come una trottola insieme alla mia lenta reazione che mi aveva fatto sbattere le palpebre più volte.

«Sei sveglio?» La voce di Porsche mi fece voltare lentamente perché non riuscivo a muovermi velocemente.

«…Perché ho dormito qui?» Iniziai ad esaminare il mio corpo, indossavo solo un boxer ed ero sdraiato sul divano di casa. Inoltre, c’erano Pol, Arm, Khun Time, Khun Tae e Khun Miew sdraiati tutt’intorno.

«Devo chiederti, cosa è successo ieri sera?! Perchè voi ragazzi avete dovuto bere così tanto.» Porsche si mise in bocca il toast e rimase lì a guardarci stancamente.

«Che mi dici del signor Khun?»

«Kinn l’ha portato di sopra e si è sdraiato nella stanza laggiù, non potevo portarvi tutti di sopra, quindi vi ho lasciati qui.» Porsche sorseggiò il suo caffè e imprecò, in piedi, guardandoci.

«Non eri ubriaco anche tu?»

«Quando ho finito il mio lavoro e sono sceso, voi ragazzi stavate già facendo casino. Dannazione!! Oiii!!! Se io e Kinn non fossimo scesi in tempo, questa casa sarebbe andata a fuoco.»

«Perché?»

«Beh, Khun era infelice perché la musica si era fermata. Quindi vi ha chiesto di fare benzina e prepararvi a bruciare la cassa. Oih!!! C’è qualcuno intorno a me che è sano di mente?» Porsche continuò a mormorare ancora e ancora. 

Il ritmo con cui mi malediceva iniziò a indebolirsi. Mi Alzai dal divano e mi sedetti fermo immobile per un momento prima di raccogliere i miei vestiti inzuppati.

Era tutto in disordine, nemmeno un angolo della casa era a posto.

«Ho male, vattene.» Arm spinse via le gambe di Pol perché si stavano sovrapponendo ad altre persone. 

Voi bastardi! 

Stavo cominciando a tornare in me, mi misi a sedere e sbattei le palpebre. Entrai nella mia stanza, mi lavai la faccia e mi lavai i denti, prima di indossare con disinvoltura i miei vestiti e i miei pantaloni. I miei occhi catturarono qualcosa che mi fece iniziare a… ripensarci.  Uscii dalla stanza cercando il mio telefono, camminai per un po’ e lo trovai attaccato al tronco dell’albero di Natale, ero davvero sollevato dal fatto che non fosse caduto in acqua o si fosse perso.

Guardai l’ora, erano le 17:00. Oh… Era come se ci fosse ancora una possibilità. Avevo pensato che fosse ancora mattina presto quando avevo visto Porsche bere il caffè. 

Dannazione! Com’era strano! Perché avevo bevuto quella cosa del cazzo la sera. Toccai lo schermo e vidi molte notifiche ma non una sola chiamata. Le emozioni di ieri ricominciarono a tornare, ero tornato cosciente e avevo pensato alle cose che erano rimaste nella mia mente.

Avevo visto Vegas rispondere a una storia di Instagram 12 ore prima. Quindi cliccai frettolosamente per leggere.

Vegas.Korravit: Cosa???

Vegas.Korravit: Pete, non esagerare.

Che cosa? Che fine ha fatto? Sono diventato uno sciocco grazie a te.

Ma Vegas aveva risposto a una delle mie stories. Quando l’avevo pubblicata? Per curiosità, andai a visualizzare tra le mie stories. 

«Cosa cazzo!!!» Sgranai gli occhi quando vidi il video in cui stavo cantando “Farewell to the Old and Welcome the New.”

«Per la mia delusione. Voglio dare di nuovo il benvenuto al mio status di single!!!!!!! Devo festeggiarlo una volta!!! Senza di te. Lascia che sia. Non vedo perché dovrebbe importarmene!!!!!» E poi c’era una didascalia sopra la clip in grande che diceva “SINGLE!”

Dannazione! Cosa avevo fatto!!! Stavo per chiamare Vegas, ma mi bloccai immediatamente quando capii che aveva visto la mia storia più volte e non mi aveva ancora chiamato. Ciò significava che forse non voleva più parlare con me…

«I sette segni di qualcuno che si sta stancando del proprio partner… Uno, si annoia più di quanto si diverta. Due, usa tutte le scuse possibili per evitare di incontrarti faccia a faccia. E poi il numero tre, inizia a dire bugie.»

La voce di Ché riecheggiava ancora nella mia testa. «I sette segni di qualcuno che si sta stancando del proprio partner… Uno, si annoia più di quanto si diverta. Due, usa tutte le scuse possibili per evitare di incontrarti faccia a faccia.» 

Aveva detto che non poteva venire da me perchè aveva rimandato troppo spesso gli appuntamenti con gli amici. 

«Tre, inizia a dire bugie.» Se non avessi detto che Porsche stava insultando Vegas per aver accelerato le cose, mi avrebbe detto che si stava affrettando a finire il lavoro per andare con i suoi amici o mi avrebbe mentito dicendomi che stava lavorando? 

Anche se non avevo ascoltato tutti e 7 i segnali, sapevo già che probabilmente si sarebbe annoiato di me, ed erano le 17:00, ma aveva nemmeno aperto LINE per parlare con me. C’era solo un messaggio su instagram della sera prima. Allora come avrei potuto reprimere le mie emozioni per non essere di nuovo uno sciocco?

Perché ero diventato meno importante, giusto?

Il solo fatto di stare con me non era più eccitante.

Era forse perchè era passato il periodo di innamoramento? Ma perché il mio periodo doveva passare così in fretta e facilmente? Ebbene, stavo con lui da poco tempo, l’amore aveva già iniziato a svanire, così in fretta. Adesso comprendevo il motivo per cui Ché fosse così sciocco, così ridicolo, così irragionevole. Quando la persona amata cambia, possiamo accorgercene senza che faccia o dica nulla.

Uscii di casa perché non sapevo come controllare il sentimento di depressione che stava nascendo in me, come poteva il nostro amore essere così breve, non riuscivo a sopportare i miei sentimenti, anche se avevo sentito il signor Khun correre giù per le scale e chiederci di pulire la casa perché da lì a mezz’ora la festa sarebbe ricominciata, ma non mi ero divertito per niente e non volevo più essere lì.

Camminai abbastanza lontano dalla casa e mi sedetti con le ginocchia sulla sabbia, la mia mente era sopraffatta dalla confusione e dal troppo pensare. Il sole si stava abbassando verso l’orizzonte, la luce arancione che toccava la superficie dell’acqua era così bella da brillare, ma la guardai con aria assente. 

L’immagine di fronte a me in quel momento era probabilmente la stessa della mia vita, tutti dicevano che ero come il sole. Quando sorridevo o parlavo, ero sempre luminoso, ma anche per il sole arrivava il momento in cui si nascondeva per poi spegnersi. Le creature viventi non avevano bisogno del sole tutto il tempo, a volte volevi stare tranquillo e stare calmo,con l’oscurità e la luna, come me in quel momento. Forse era ora di andarmene…

Vegas aveva due personalità, forse la luce era così brillante che potrebbe voler trovare un po’ di pace, allora perché aveva detto che mi voleva… Se avessi potuto tornare indietro nel tempo, non tornerei mai da lui per dover assaporare quel dolore.

In altre parole, era come se fossi tornato ai primi tempi dopo essere scappato da casa sua. Nella mia testa continuavo a pensare a cosa stesse facendo. Aveva già mangiato? Oggi sarebbe andato al lavoro o a scuola? In quel momento continuavo a pensare alla stessa cosa ancora e ancora.

Mi ero seduto e stavo fissando a lungo il mezzo sole che sprofondava nel mare fino a quando la luce che colpiva la superficie dell’acqua si era attenuata. Ero immerso nei miei pensieri, dentro di me c’era di nuovo il buio. Rimasi seduto lì per un bel po’ di tempo finché non sentii dei passi e il suono di Arm che correva verso di me.

«Ti cercavo da molto tempo. Che ci fai qui?» Non mi voltai nemmeno a guardare il mio amico. Mi sedetti con le gambe incrociate e le mie braccia avvolsero le ginocchia, entrambi gli occhi fissi a terra senza meta. «Sbrigati, la festa è iniziata. Il signor Khun mi ha chiesto di venirti a prendere.» Arm mi toccò delicatamente la spalla.

«Aspetta un attimo, arrivo fra un momento.» dissi piano.

«Allora hai fame? Ho preparato del riso fritto da mangiare prima che il barbecue sia pronto.»

«Mangia prima tu, non ho fame.»

«Va bene, seguimi. Stai attento allo sconosciuto.» disse Arm e si voltò. 

Sconosciuto? Chi diavolo era? Continuai a concentrarmi sui miei pensieri finché non sentii che qualcuno era in piedi dietro di me.

«Arm, ho detto che arrivo fra un po’.» Pensavo che fosse  ancora  Arm che continuava ad insistere, doveva avere molta paura che il signor Khun lo insultasse…

«Ho sentito che sei single… Posso sedermi con te?» Mi girai quasi immediatamente al suono della voce, perchè sia ​​il tono che il ritmo di quella voce erano quello che mi era più familiare.

«Vegas.» chiamai il suo nome quando vidi la faccia di quella persona. 

Vegas, era riuscito ad uscire dalla mia mente? Perché lo stavo vedendo abbassare il culo per sedersi accanto a me? Quindi scossi la testa per riacquistare la mia sanità mentale e fissai la persona accanto a me.

«Rispondimi. Sei single?» Vegas si voltò per parlarmi con un leggero sorriso. 

Perché l’immagine nella mia mente ad alta definizione era così nitida e chiara adesso?

«Perché sei così scioccato?» Vegas si sporse verso di me e mi massaggiò leggermente le sopracciglia. Nel momento in cui mi toccò, capii subito che era reale.

«… Come sei arrivato fin qui?» gli chiesi con voce balbettante, varie emozioni mi invasero la mente, ero sia felice che dubbioso allo stesso tempo.

«Ho guidato.»

«Allora… Perché sei venuto?» Abbassai lo sguardo, non osai incontrare i suoi occhi, perché temevo che potesse vedere i miei sentimenti.

«Il mio cuore lo esige.» disse Vegas, facendo un sorriso smagliante.

«…E perché hai detto che oggi…»

«Eh… Credevi davvero che andassi con i miei amici? D’ora in poi… non potrò mai andare da nessuna parte.» Vegas abbassò la mano per sostenere le mie guance e le accarezzò delicatamente.

«Cosa intendi?» Non riuscivo ancora a capire nulla della situazione, non sapevo esattamente cosa volesse comunicarmi, allontanai la sua mano e lo fissai cercando una risposta nella mia mente dubbiosa.

«Non ho preso impegni con i miei amici.»

«Allora con chi hai preso impegni?»

«Sai cosa sento?!! Qualcuno è geloso?» Vegas sorrise maliziosamente, quindi allungai la mano e gli diedi un calcio sullo stinco.

«Allora, cos’è successo?»

«Volevo finire il lavoro per venire a festeggiare il mio compleanno con te.» Rimasi in silenzio per un momento mentre sentivo il mio cuore iniziare a battere velocemente.

«Veramente, siccome mi hai visto comportarmi da stupido, mi hai assecondato e hai cancellato l’appuntamento con i tuoi amici, giusto?» dissi quello che pensavo, ma suonava stupido.

«No, in realtà sono venuto per farti una sorpresa, ma Porsche… dannazione… ti ha detto che mi stavo sbrigando con il lavoro, poi quando me l’hai chiesto, non volevo che il piano venisse scoperto, quindi ho inventato la scusa degli amici.» disse Vegas, che era determinato a spiegare con uno sguardo serio sul viso.

Lo fissai dubbioso.

«Jay non ha preso nessun impegno con me. Ha portato sua moglie a Chiang Mai.»

«…»

«Fidati di me, Pete! Volevo venire da te dall’inizio. Dal giorno in cui sei partito, riesco a malapena a vivere. Giuro che sto dicendo la verità. Voglio averti sempre al mio fianco. Il primo giorno in cui sei tornato a cercarmi, quello che ti ho promesso, non sono cambiato. Sei tutto il mio mondo. Tutti i miei sentimenti, le mie emozioni vengono con te. Perché dovrei voler stare con qualcun altro? La persona che ha cambiato la mia vita sei tu. Quando non ti avevo al mio fianco, mi sentivo perso. Non sapevo come sarei sopravvissuto alla notte senza di te. Non sapevo che tipo di vita avrei avuto andando avanti. Quindi ho dovuto sbrigarmi e ho fatto tutto il necessario per poter stare con te.» 

Fin dall’inizio mi ero sentito vuoto, ora avevo iniziato a guardare in faccia la felicità che pensavo non fosse vera. Vegas era ancora Vegas. E la persona di fronte a me era una versione nuova di Vegas che aveva imparato a pronunciare frasi più lunghe, lunghi paragrafi senza nascondere nulla. Era sempre così con me e solo con me. Poteva dire quello che aveva in mente senza alcuna paura. Ero ancora il suo posto sicuro dal primo giorno fino a quel momento, mi sentivo terribilmente in colpa per essermi comportato in modo così stupido.

«Mi dispiace…» Sussultò e passai alla posizione seduta a gambe incrociate, poi chinai la testa finché non toccò quasi la sabbia. Fortunatamente, la mano di Vegas mi trattenne la fronte.

«Scusa per cosa?»

«Scusa per essere un idiota.» Alzai gli occhi per guardarlo in tono di scusa.

«Eh, potresti essere ancora più stupido. Va bene. È carino.» Vegas usò l’altra mano per accarezzarmi delicatamente la testa.

«Scusami.» Usai solo la parola scusa, poi chinai la testa per guardare di nuovo la parte sinistra del mio petto, era stato davvero un momento di sollievo, mi ero sentito bene quando l’avevo visto in piedi al mio fianco. 

Quando la canzone “I Gave In Since You Were In Front Of The Door” risuonò nella mia testa, mi ammorbidii immediatamente. Bastardo! Mi aveva cambiato troppo la vita.

[N/T:Canzone: ยอมตั งแต่หน ้าประตู (I Gave In Since You Were In Front Of The Door)]

Ma quel giorno, solo vedendoti, le mie forze si erano sciolte, e tu mi dici che vuoi che stiamo di nuovo insieme. Sai che tutto il mio cuore si arrende e torna ad essere tuo? Da quando ti ho visto in piedi davanti alla porta. 

Lui ed io rimanemmo in silenzio per un momento, ero ancora nella stessa posizione, ma Vegas fece qualcosa di imbarazzante, sembrava come se mi avesse messo un piccolo ferro freddo appeso al collo, mi affrettai a guardare in basso verso la cosa che Vegas mi aveva fatto indossare proprio in quell’istante.

«Buon Natale, amore mio.» Presi in mano una catena sottile e uno strano ciondolo.

«Questo è…» spalancai gli occhi e guardai Vegas che mi sorrideva.

«L’anello di famiglia.»

«Ma questo è l’anello del Leader, solo Khun Korn e te…» dissi scioccato.

«Ora è mio. Il secondo anello del capofamiglia, lo darò a te.» Stavo per aprire la bocca per chiedere il perché, visto che quell’oggetto era la cosa più preziosa che potesse identificare chi era al potere. 

«Te lo do perché sei il mio tutto. Senza di te non ci sarei io. Perché hai potere su tutti i miei sentimenti, le mie emozioni, il mio tutto, quindi questo anello è tuo.»

«Ma…»

«L’anello della Famiglia rappresenta il potere. Ma tu per me significhi dover vivere. Voglio continuare a vivere grazie a te. Voglio ricominciare da capo grazie a te. Pertanto, l’essere vivi e l’essere potenti sono dovuti  a te, Pete.» Vegas mi tenne la testa tra le mani, mentre parlava, si chinò e appoggiò la fronte contro la mia. 

Continuammo a fissarci e capii cosa voleva trasmettere con le sue parole, i suoi occhi mi avevano fatto capire fino alla fine che quello non era il vecchio Vegas ma era il mio Vegas, che mi vedeva come tutto nella sua vita e da allora in poi saremmo andati avanti insieme. Ci saremmo uniti, qualunque cosa fosse successo.

Un volto familiare con gli occhi a palpebra singola, di cui ero innamorato si avvicinò e premette delicatamente sulle mie labbra. Il mondo intero sembrava essersi fermato. Anche il sole che stava per tramontare all’orizzonte brillava come guida per noi due per continuare a camminare. Un bacio senza sensualità era come un promemoria che da quel momento in poi ci saremmo visti per sempre…

«Err, ho qualcosa per te.» Mi allontanai leggermente da Vegas e tirai fuori qualcosa dalla mia tasca.

 «All’inizio l’avevo comprata per dartela più avanti, ma sei qui, lascia che te la dia.» Consegnai a Vegas la bambola di stucco dalla faccia sciocca che Ché aveva pubblicato nella mia storia con la canzone «Se ti ama, anche se stai fermo e non fai nulla, lui ti ama ancora.»

«Oh… La bambola che ti ha fatto dire che mi ami.» Vegas prese la bambola in mano e l’ammirò, ero andato di nascosto a comprarlo quando avevo finito di fare acquisti perché sentivo che questa dannata bambola era importante. Mi aveva fatto dire qualcosa che mi aveva fatto sentire terribilmente imbarazzato. Era un oggetto così prezioso per me. 

Ma ti ho dato una bambola. Solo cinquantanove baht. Ahah.

«Buon compleanno!» dissi, sorridendo così tanto da avere gli occhi chiusi.

«Grazie.»

«Ti piace? Quando tornerò a Bangkok, ti ​​comprerò qualcosa di meglio.» dissi con imbarazzo. 

Morivo di imbarazzo! 

«Mi piace molto. Sembra stupida come te.» Il bastardo di Vegas aveva paragonato la bambola alla mia faccia.

«Vegas!» dissi con un tono basso e arrabbiato, perché sapevo che mi avrebbe fatto incazzare.

«Bene. Ti regalo un anello che mi somiglia. Mi dai una bambola sciocca che ti somiglia. Significa che ci apparteniamo.» Vegas si avvicinò ma io mi allontanai.

«La mia faccia non sembra sciocca… e ti appartengo da molto tempo.» dissi a bassa voce l’ultima frase, ma l’aveva sentita. 

Sorrise ampiamente e mi afferrò il collo in uno stretto abbraccio. 

Dannazione! Perché la depressione che mi aveva rovinato le giornate era sparita del tutto? Ora il mio tutto erano solo sensazioni che traboccavano dal mio cuore, il calore di quell’abbraccio, quell’odore. Era sicuro ed emozionante allo stesso tempo.

«Vegas, sei stanco di me?» Mi rannichiai sul suo ampio petto e gli chiesi con voce attutita.

«Perché mi dovrei stancare di te?» Vegas mi accarezzò la testa affettuosamente. Così appoggiai il mento sul suo petto e alzai la testa per guardarlo.

«Beh, Ché ha detto che se non guardi le mie storie in poco tempo, questo dimostra che non ti importa più di me.»

«Eh!?» Vegas si chinò a guardarmi, confuso.

«Ha detto che l’importanza è diminuita.» Rimisi la faccia sul suo petto, Vegas stava bene, rideva e mi abbracciava più forte.

«Di a Ché di venire fuori. Gli spacco la testa subito.»

«Suo fratello è brutale. Dici sul serio?» Lo guardai di nuovo.

«Dormiamoci sopra per ora.» Vegas mi afferrò la faccia, la rimise dov’era prima e si mise a dondolare avanti e indietro, ci abbracciammo a lungo, non sapevo dire per quanto…

Vegas seppellì il viso contro la mia testa e seppellì il naso diverse volte mentre mi baciava. Sarei voluto restare così per sempre, ma…

«Ragazzi!!! Quanto tempo avete intenzione di fare gli sdolcinati? Ho bisogno di ballerini! Sono solo!!!»

Poi arrivò una voce che distrusse l’atmosfera romantica e si avvicinò nelle sembianze di una figura alta e snella, imbronciata per mostrare la sua insoddisfazione. Sospirai…

«Stiamo arrivando,Signor Khun.» urlai di rimando.

«Che tipo di pazzia avrà in mente stasera?» Lo maledisse Vegas.

«Quello è il tuo Phi.» Mi alzai dalla sabbia e cercai di aiutare Vegas che sembrava volesse morire.

«Puoi colpirgli la testa con una bottiglia di liquore in modo che si addormenti?»

«Io, Pol, Arm, ci abbiamo pensato, ma avevamo paura che al risveglio diventasse più strano di prima. Andiamo. Altrimenti sarà ancora più elettrico. Ho mal di testa!» Alla fine, aiutai Vegas ad alzarsi e tornammo verso casa.

Ero più felice degli ultimi tre giorni. Solo perché la persona con cui volevo stare di più era venuta per stare con me, doveva essere un regalo di BabboNatale, giusto? Se era così, grazie per averlo inviato a me, perché quello era stato il regalo più bello della mia vita…

Auguro a tutti di trovare il regalo più bello come è successo a me.

Buon Natale e Felice Anno nuovo

Pete 🙂

-FINE-

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tania

l’ho letto tutto d’un fiato …GRAZIEEEEEEE!!!!!! Il miglior regalo di nataleeee!!!!!!!!

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