KINNPORSCHE – CAPITOLO 24 (M)

Pensare troppo

-Porsche-

«Merda, Time! Perchè non mi guardi le spalle? Il tipo era in cima alla torre, un cecchino!» Il rumore proveniente dal gioco di Kinn era forte nella stanza relativamente silenziosa.

Stavo mettendo in ordine delle carte seduto sul divano e cercavo di non far vedere l’espressione sul mio volto. Kinn stava giocando al PC con passione implacabile, usava il mouse come un gamer professionista e batteva sulla tastiera come un pazzo.

Ogni volta che restavamo soli in camera, facevamo qualcosa di pazzo, ma se c’erano altre persone intorno a lui, immediatamente assumeva un’espressione seria. Il fatto che fossi sempre stato con Kinn durante quella settimana, aveva permesso di conoscerci meglio, diventando sempre più vicini. Realizzai che Kinn aveva due volti e li usava a seconda della situazione.

Si sentì bussare forte, poi la porta si aprì lentamente ed entrò una delle guardie del corpo, osservai Kinn prendere un bicchiere per versare dell’acqua, cercai di ignorare quel gesto senza senso mentre aspettavo che la guardia spiegasse il motivo della sua venuta.

Alla fine parlò: «Signor Kinn, sono qui per informarla che tra due giorni dovrà revisionare anche la contabilità in ufficio.» Kinn annuì con tranquillità.

Il subordinato mi guardò con disapprovazione mentre si incamminò per uscire dalla stanza. Nel vedere il suo atteggiamento alzai le sopracciglia, poi lo seguii con lo sguardo fino a che la porta non si chiuse.

Ultimamente, ero l’unico che occupava costantemente la camera di Kinn, fino a che le persone non iniziarono a chiedersi cosa stesse succedendo, visto che le mie giornate lavorative non erano minimamente nella norma. C’erano giorni in cui riuscivo a tornare nella mia stanza per mangiare e dormire vicino a Chè, forse perché stavo cercando di mantenere i confini che Kinn continuava a oltrepassare, o perché non volevo cedere sempre alle sue richieste.

Questo non fermava Kinn che semplicemente scendeva nella mia stanza e mi trascinava nella sua senza curarsi di quello che le persone potessero pensare.

Ogni giorno era uguale, facevo lo stesso lavoro… ma dire che il resto era rimasto lo stesso, era una bugia.

Appena Kinn vedeva la mia faccia mi spingeva sul letto e mi prendeva, almeno due volte  ogni giorno. E giusto o sbagliato che fosse, io lo lasciavo fare. Permettevo a Kinn di cancellare tutte le cose dolorose successe quella notte… ora era come se stesse scrivendo una storia nuova con un pennarello indelebile. Mi lasciavo coinvolgere da quella situazione, permettendo che le emozioni eliminassero le vecchie esperienze per sostituirle con nuove.

Affondavo sempre di più ogni giorno, chi l’avrebbe mai detto che l’eccitazione sessuale sarebbe stata così coinvolgente, che neppure io me lo sarei mai aspettato, a questi livelli poi?

«Maledizione! Bastardo, non camminare da solo dritto verso il nemico, rimani vicino alla squadra!» Kinn stava urlando di nuovo, era come vivere con una persona bipolare.

Alzai lo sguardo dalla pila di documenti per osservare Kinn. Non controllava più tutto come prima, ma pensavo che il lavoro fosse aumentato ultimamente. La maggior parte dei capi controllavano la lista delle giacenze, ma io che ne potevo sapere? Io che non ero bravo con la burocrazia, magari lo stavo facendo in maniera sbagliata, ma non sembrava importare a Kinn.

«Tu! Mew… bastardo. Sei la guardia, non stare lì senza far nulla, fai il tuo lavoro! Oh, ho rubato la bandiera! Spruzzaglielo negli occhi! Si, così!» Kinn gridava eccitato.

Maledizione! Ero così infastidito, volevo urlare che stavo facendo i conti!

«Puoi fare meno casino?!» Sbattei un plico di fogli sul tavolo e Kinn alzò lo sguardo per guardarmi, la sua bocca fece una piccola smorfia prima di riportare lo sguardo sullo schermo del PC.

«Hai ancora fame?» Kinn chiese, ma non lo guardai, mi voltai invece verso l’orologio a muro che indicava le tre del pomeriggio.

«No… Uh oggi è sabato, quindi dormirò con Chè nella mia stanza.»

Come avevo detto, nell’ultima settimana Kinn non aveva voluto lasciarmi andare, gli unici momenti in cui ero riuscito a vedere la faccia di mio fratello era durante un pasto o se ci incontravamo in giardino, sembrava come se mi fossi dimenticato di lui e dei miei amici, ero un po’ sorpreso dal fatto che non riuscissi a vederli più spesso, ma ero sempre nascosto in camera di Kinn, tutti i giorni.

Dissi che stavo studiando, visto che l’esame finale si stava avvicinando e che quindi Kinn mi aveva invitato a studiare insieme a lui. Mi vergognavo di dover inventare certe scuse!

«Oh, puoi andare.» disse Kinn,  alzai le sopracciglia guardandolo sorpreso. Ero sconvolto dal fatto che fosse così facile sfuggirgli.

«Ok, andrò allora. Pero’ non mandarmi continuamente messaggi su LINE o spengo il telefono.» Immediatamente intercettai la smorfia sulle labbra di Kinn che sembrava un sorriso malizioso, ma lui rimase seduto a giocare senza scomporsi.

Misi in ordine i documenti e continue a fare i conti relativi ai ricavi dei prodotto di Kinn, il silenzio riempì la stanza per alcuni minuti, finché non cominciai ad insospettirmi, perché se Kinn era d’accordo con la mia idea, questo voleva dire che il suo cervello stava escogitando idee indecenti.

Maledizione! Come volevasi dimostrare, pochi minuti dopo Kinn si tolse il microfono, le cuffie e spense il computer per poi alzarsi in piedi. Mi voltai brevemente a guardarlo e vidi che si stava togliendo l’orologio dal polso per posarlo sulla scrivania. Non capivo perché lo portasse anche in casa, ad essere onesti. Un attimo dopo, iniziò a sbottonarsi la camicia nera finché non la aprì del tutto, mettendo in mostra i muscoli scolpiti del suo petto.

Spostai lo sguardo leggermente ma fui distratto immediatamente e il mio cuore sembrava iniziare a perdere qualche battito.

Mi venne la pelle d’oca appena mi resi conto che Kinn stava venendo dritto verso di me, l’aria si fermò nella mia gola e mi trovai improvvisamente senza fiato. Non volevo che Kinn venisse a prendermi con quella facilità così mi alzai immediatamente dal divano. 

«Ho fame ora. Andrò di sotto per mangiare un po’ di riso.» Raccolsi i documenti sul tavolo, poi mi voltai per dirigermi verso la porta. Ma non riuscii ad allontanarmi più di tanto prima che le braccia di Kinn mi abbracciassero forte da dietro.

«Lasciami andare!» Tentai di liberarmi dal suo abbraccio. Non sapevo il perché ma più Kinn mi toccava, meno riuscivo ad opporre resistenza, con lui così vicino il mio corpo diventava stranamente debole.

«Perché ti ribelli?» Kinn mise il suo viso nell’incavo del mio collo, inalando profondamente il mio profumo fino ai suoi polmoni.

«Merda, Kinn! Siamo in pieno giorno!» Cercai di scappare dalla sua stretta, ma Kinn mi trattenne e in ogni caso, non riuscivo a resistergli.

«Questa notte, non dormirai con me, quindi fammi avere la mia porzione prima.» Kinn posò un dolce bacio tra le mie spalle.

«Se non vieni per un giorno, muori?» Cercai di sembrare il più scortese possibile, Kinn rise contro la mia gola. Le sue labbra soffici iniziarono a succhiare la pelle del mio collo, e ad ogni tocco risaliva più in alto, fino a che Kinn diede un morso delicato al mio orecchio e un’ondata di calore avvampò in me dalla testa ai piedi e mi fece venire le vertigini.

«Ti lascerò andare oggi… ma fammi fare un giro prima.» Sussurrò dolcemente al mio orecchio. Inclinai leggermente la testa, ma questo diede a Kinn l’opportunità di appoggiare il suo viso contro il mio collo più comodamente.

«Uh… no! Lasciami andare.» Mi sentii come se avessi perso tutte le forze e anche se protestavo, rimasi immobile a sentire il dolce tocco dei suoi capelli contro il mio viso.

«Io sono gentile con te… tu lo sei con me.» Kinn afferrò il mio braccio per farmi voltare a guardarlo.

Feci una smorfia infastidita, ma Kinn si sporse in avanti e inalò la fragranza delle mie guance prima di darmi un bacio leggero sulla bocca. Si allontanò un po’ e mi fissò negli occhi con espressione compiaciuta.

«Mmmm… ti voglio adesso…» La sua voce era calda e i suoi occhi erano pieni di desiderio, non che Kinn non fosse lo stesso quando era arrabbiato, ma anche quando supplicava, lo trovavo affascinante. Dal primo giorno fino ad oggi, non potevo resistere alla vista del desiderio nei suoi occhi in nessun modo.

«Chiudi la cazzo di porta!» dissi e spinsi leggermente il suo petto, lo vidi sorridere con espressione soddisfatta. Poi mi fece stendere sul divano, ero un po’ sorpreso perchè all’inizio pensavo mi portasse a letto.

«Aspetta un minuto…» Kinn si sporse e mi diede un bacio sulla fronte, poi andò verso la porta per chiuderla, si voltò all’indietro e disse: «Stai fermo lì.»

«Oh…» Mi voltai a guardarlo con espressione strana, mentre fissavo alternativamente anche la porta della camera con confusione.

«L’amore non si fa solo a letto.» disse Kinn sorridendo. Poi si mosse per andare a spegnere il condizionatore.

«Non pensare che lo farò in terrazza!» esclamai velocemente.

«Hehe, il divano andrà benone…»

Il mio cuore iniziò a battere all’impazzata al tono sexy della sua voce. «Ok.»

Kinn andò verso la camera per poi uscirne con una scatola di preservativi e del gel lubrificante. La mia faccia era calda e arrossata, il cuore batteva ancora più forte.

Kinn venne verso di me e mi trattenne il capo sorridendo, non sapevo quale espressione fare e come comportarmi. Stavo impazzendo, seduto in attesa per qualsiasi cosa Kinn stesse per fare. 

Che cazzo sto facendo? Perché non scappi via fuori dalla porta, Porsche?

Un momento dopo, Kinn mi spinse a distendermi per lungo sul divano, senza farmi vedere deglutii la saliva e lo guardai con aria spaventata; Kinn si premette sul mio corpo, entrambe le braccia lo supportavano mentre con le mani afferrava il mio viso prima di abbassarsi per darmi un caldo bacio.

Kinn stava premendo i nostri corpi stretti uno all’altro, fino a che anche le parti più intime si stavano toccando data la forza dei suoi movimenti. Sentivo la sua lussuria e la sete di tutto questo, il suo corpo era caldo e respirava affannosamente. La sua faccia si inclinò e mi baciò di nuovo mentre i suoi capelli mi accarezzavano il viso.

«Ah…» Le sue labbra erano premute contro le mie fino a che finalmente non riuscì a prendere un po’ d’aria, in quel momento inserì la lingua nella mia bocca. Le punte delle nostre lingue si stuzzicarono a vicenda per qualche minuto, poi Kinn leccò e succhiò la mia bocca, cominciai a sentire il formicolio su tutto il mio corpo, la mano di Kinn scese sul mio petto per accarezzarlo, giù verso i miei addominali fino a raggiungere il centro del mio corpo.

Dita affusolate toccarono tutta la lunghezza del mio pene che iniziò ad ingrossarsi e non riusciva a resistere a questa atmosfera di crescente eccitazione.

Kinn lasciò le mie labbra per baciare lungo la mia mascella, prima di arrivare all’incavo del mio collo dove succhiò e morse finché non iniziai a spaventarmi.

«Tu… Non lasciare segni!» Gli ricordai con voce roca, anche se c’erano già alcuni segni.

Ma, com’era tipico di Kinn, non riuscì a trattenersi. Poi, fece scivolare il suo viso giù per il mio collo succhiando e baciando sempre più verso il basso mentre le sue mani afferravano la mia maglia per tirarla su e scoprirmi il petto, spostò la sua lingua sui miei capezzoli, leccandoli e bagnandoli prima di morderli; dopodiché decise di proseguire senza ascoltare le mie richieste e di concentrarsi sulla pelle nascosta sotto i vestiti; lasciò segni ovunque partendo dal petto fino ad arrivare alle mie cosce, lasciando lividi e morsi a intervalli regolari.

«Ugh…fa male… uh.» Mi lamentai mentre stava usando la sua lingua per leccare e succhiare i miei capezzoli nuovamente.

La mano che stava accarezzando il mio petto iniziò a scendere verso il margine dei miei pantaloni, Kinn strofinò dolcemente i miei addominali per lungo tempo tanto che iniziai a provare frustrazione.

«Ergh… Smettila di fare finta e fallo direttamente.» Strinsi gli occhi e alzai la testa per guardarlo un attimo prima di afferrargli il polso per bloccarlo, poi spostai la sua mano giù sotto i miei pantaloni in modo che afferrasse quella parte di me che, poco a poco, stava iniziando ad essere molto sensibile.

«Stai imparando velocemente.» disse Kinn con un sorriso, poi spostandosi dal capezzolo, succhiò e morse il petto scendendo verso l’addome.

Lasciai andare la mano di Kinn per afferrare i suoi capelli, la sua mano si stava muovendo su e giù lungo il mio pene duro, provocando dei brividi intensi lungo il mio corpo, intrecciai le mia dita ai suoi capelli scuri mentre mi contorcevo di piacere.

«Uh… Kinn…» Lo guardai mentre stava assaggiando ogni parte del mio corpo come se fosse assetato e io fossi una bevanda rinfrescante. Mi tolse i pantaloni per poi tornare sulla mia erezione, iniziò ad accarezzarmi con un ritmo che faceva eco al battito del mio cuore.

«Ah… oh…vai piano.» dissi alzando la testa per guardare la calda lingua di Kinn leccare il mio addome.

Il ritmo della mano di Kinn era veloce già dall’inizio, fino a che la mia faccia si contrasse per la lussuria. Scese ancora più in basso in modo da poter baciare la mia coscia, il gesto mi sorprese, poi affondò con forza i suoi canini nella pelle morbida, succhiando e mordendo.

«Uh… Maledizione, fa male, Kinn!!!» Imprecai, ma la cosa non lo fece desistere anzi, iniziò a muovere la mano ancora più veloce. Le sue labbra vagavano per le mie cosce poi afferrò le mie ginocchia per allargare le gambe.

«Hmmm…» I gemiti che provenivano dalla gola di Kinn mi facevano emozionare ancora di più; sollevò leggermente le mie anche e poi fece scivolare la sua lingua lungo la superficie fra le mie natiche. Mi morsi le labbra immediatamente perchè la sensazione era così stimolante e magnifica che ero preoccupato di quale suono potesse fuoriuscire dalla mia bocca. Mi morse sulla curva del sedere, facendo si che io dovetti afferrare il cuscino del divano per smorzare altri gemiti.

«Argh… uh… oh…» Le dita di Kinn stavano lavorando insieme alla punta della sua lingua che sondava il mio ingresso. Non sembrava essere minimamente disgustato mentre mi leccava, anche se cercavo di ribellarmi a quel gesto, chiudendo le gambe senza accorgermene.

Kinn mi penetrò con la lingua e la fece viaggiare dentro di me in lungo e in largo fino a non poterne più. Il mio corpo si dimenava e avevo il respiro affannato mentre una strana tensione si impossessava del mio corpo, al punto tale che entrambe le gambe, anche quella che era sollevata, iniziarono a tremare.

«K-Kinn…» Feci scivolare una delle mie mani sul mio membro per prendere da dove Kinn aveva lasciato, era così duro e sensibile che facevo una fatica mortale a resistere; accelerai il ritmo della mia mano il più veloce possibile, la lingua di Kinn continuava a stuzzicare il mio buco stretto. Poco dopo, Kinn si sporse indietro per mettere del lubrificante sulle sue dita affusolate. Con le mani lucide per il gel, baciò l’interno della mia coscia per poi ungere il mio ingresso con il liquido freddo.

«Ugh… Kinn!… Mmm… Non ce la faccio!» Calciai con forza il divano quando lui iniziò a far entrare il primo dito, la stimolazione di qualcosa che colpiva il mio buco mi aveva fatto quasi venire lì sul momento. Anche se essere penetrato faceva ancora male, iniziava a passare sempre più velocemente. Kinn inserì il dito fino in fondo, iniziai a controllare il mio respiro per rilassarmi, così da non essere troppo rigido.

Kinn continuò a leccare l’interno della mia coscia, le sue dita si mossero lentamente ma con abilità, fino a che non colpì un punto all’interno del mio corpo che mi fece contorcere dal piacere. Kinn emise un suono soddisfatto e continuò a sbattere su quel punto ancora e ancora tanto da costringermi ad afferrare il cuscino con forza per trovare un sostegno di qualche tipo, con l’altra mano acceleravo i movimenti sul mio pene, poco dopo arrivarono le vertigini che scatenarono una tempesta nel mio cervello.

«Ah!… Kh… Kinn!» 

«Ah… Cosa?… Cosa c’è?… Uh, huh… oh…» La voce di Kinn era tremolante e il suono era così dolce.

Kinn infilò un secondo dito e colpì di nuovo lo stesso punto, ripetutamente. Fino a che, finalmente mi liberai in preda agli spasmi e feci arrivare il mio sperma su tutto lo stomaco e il petto.

«Ahhh…» La bocca di Kinn fece una smorfia soddisfatta, poi estrasse il dito prima di accasciarsi sul divano con me.

Stavo ancora ansimando cercando di ritrovare il fiato, mi spostai per fare spazio a Kinn, si distese sulla schiena e si allungò in avanti alzando le anche per togliersi i pantaloni.

«Mettimelo.» Kinn si avvicinò al mio corpo, presi il preservativo con mani tremanti e poi usai la mia bocca per aprire la confezione, per poi srotolarlo sul suo membro completamente eretto.

«Mmmm…» Kinn gemette con soddisfazione, poi si tolse la maglietta e mise del lubrificante sulla sua erezione.

Mi fece girare, mi ritrovai su un fianco con la schiena rivolta verso di lui, tutto il mio corpo stava tremando di stanchezza mentre si stendeva dietro di me e mi sollevava la gamba, il viso di Kinn era appoggiato nell’incavo del mio collo, la sua voce roca mentre mi pregava…

«Gira la testa…» Alla sua richiesta, mi voltai indietro ed accettai il bacio rovente che mi stava dando mentre infilava la sua calda erezione dentro di me.

«Ugh… Uh… uh…» Appena la punta del suo pene fu dentro, cercai di girare il viso, ma Kinn non mi lasciava andare e mi tratteneva nel suo bacio, facendosi largo dentro di me.

«Hmm… Ah…» Kinn emise un gemito leggero e si mosse con ritmo lento, dondolando avanti e indietro fino a entrare completamente in me.

«Oh! Ah… Ugh.» Voltai leggermente il viso per gemere e prendere fiato, ma non passò molto tempo prima che Kinn mi prese per un altro bacio.

Sentivo di essere incredibilmente pieno nel mio canale, l’enorme pene di Kinn era caldo e pulsante, le sensazioni magnifiche erano molto più intense del primo round.

Kinn iniziò a muovere le anche lentamente, spostò la sua faccia affondata nei miei capelli per guardare il suo membro che scivolava tra le mie natiche.

«Così sexy… davvero eccitante… Oh… Si…» La voce di Kinn era roca e si spezzava, era ancora disteso su un fianco quando lasciò andare il mio ginocchio per afferrarmi il fianco, guidandomi a cavalcare il suo pene, uscendo fuori mentre mi muovevo. Usò il suo piede per ancorarsi al divano mentre mi muovevo sulla sua erezione, il suo viso pieno di soddisfazione e desiderio insaziabile.

«Ah… Si… Kh… Kinn…» Gemetti mentre chiamavo il suo nome. Non riuscivo a capire me stesso. Era come se chiamare il suo nome mi rendesse ancora più emotivo. Appoggia il viso sul divano, mentre trattenevo il cuscino per dissipare le sensazioni che provenivano dal mio ingresso.

«Porsche… Si… ah.. sei così stretto!» Kinn chiuse gli occhi gemendo come me, iniziò a muoversi avanti e indietro vigorosamente, lo fece molte volte, per poi ritornare ad un ritmo più lento, ma era chiaramente concentrato nel punto sensibile che fa contrarre il mio canale e dimenare il mio corpo, ogni volta che colpiva quel punto mi levava il respiro.

«Ugh… Uh,oh.» Mi morsi le labbra infastidito, Kinn aveva colpito con forza quel punto di nuovo, non riuscivo a sopportarlo.

Mise una mano sopra la mia erezione e iniziò a strofinare.

«Porsche… Non ce la faccio più!» Il respiro di Kinn era corto. Tolse la mano dal mio pene e mi aiutò a supportarmi mentre mi giravo sulla schiena, presi le mie ginocchia e lui inserì il suo membro tra le mie gambe.Mi preparai e alzai le anche così da tenerle sollevate dal divano, in questa posizione Kinn prese il suo pene, sistemò il preservativo prima di aprire le mie gambe.

«Uh,Ooh…oh…» La mia faccia era nuovamente distorta mentre Kinn entrava dentro con una singola spinta. Non parlava mentre continuava quello che stava facendo.

Scesi un po’, prese le mie anche con le mani trattenendole, mi sorprese così tanto che dovetti nuovamente reggermi ai cuscini del divano.

«Ah… Sì… K… Kinn, troppo forte!… Io… Cazzo!» dissi con voce tremante, il divano si muoveva per l’impatto, Kinn continuava a dare spinte sempre più veloci aumentando il ritmo. Chiusi gli occhi e un’ondata si sparse per il mio corpo, le azioni di Kinn mandavano scosse elettriche ed ero così stordito da sopportare a malapena. Di nuovo mi sentii estremamente stimolato al centro del mio corpo, il mio cervello stava per abbandonarmi nuovamente. 

(La prostata da piacere, come insegna il sommo Seegasm)

«Porsche… è così… bello!» disse Kinn con un ghigno. Mi sentivo anche io allo stesso modo, diventava ogni volta più intenso.

Ero super sensibile, sentivo tutto in maniera più intensa ed era così bello! Toccare il corpo di Kinn, che si stava muovendo, potevo sentirlo tremare ogni tanto.

«Uh… Kinn… Hai cambiato la marca dei profilattici?» Finii la frase e mi morsi le labbra per il piacere.

Kinn accelerò le spinte con le sue anche, spingendomi verso il bracciolo del divano, dovevo tenere una mano sopra la mia testa e ancorarmi con l’altra allo schienale del divano per evitare di sbatterla.

«Nn… No… Aaaah… È davvero, davvero bello…» Entrambi i nostri corpi erano madidi di sudore.

L’odore del corpo di Kinn colpiva le mie narici e mi faceva battere il cuore; strinsi gli occhi per osservarlo, era alto, muscoloso, in forma e sodo con gli addominali scolpiti e i muscoli pronunciati, ma senza esagerare.

Il suo corpo era reso lucido dal sudore, aveva delle gocce che cadevano da lui. Sollevò il viso e con occhi lussuriosi, mi fissò. In quel momento le mie emozioni erano venute tutte a galla… Kinn che mi osservava con uno sguardo pieno di bisogno… Perchè mi fa stare così bene?!

«Oh… Ci sono quasi… Ci sono quasi.» urlai. Stavo davvero per venire di nuovo senza neanche aver toccato il mio pene. Il ritmo di Kinn aumentava, si faceva più veloce e più forte.

Più forte diventava, più io mi avvicinavo all’orgasmo, le mie mani iniziarono a irrigidirsi e le dita dei miei piedi si arricciarono, prima di eiaculare su tutto il mio addome.

«Porsche… questa volta è stato davvero… intenso.» disse Kinn mentre ansimava.

Pensai anche io la stessa cosa, potevo sentire Kinn pulsare dentro di me e il mio canale era ancora più sensibile, tanto che sentivo che avrei potuto avere un’altra erezione. Guardai di nascosto il volto di Kinn mentre stava venendo, la sua faccia era rossa.

Il mio canale si contrasse un po’ quando Kinn diminuì il ritmo, alzai la testa per osservare il punto in cui eravamo ancora connessi e mi sorpresi: perché sentivo molto calore dietro? Aggrottai la fronte. Anche se era davvero una sensazione strana… Questo… non era un buon segno, giusto?

«Porsche… Ahhh.» Kinn fece avanti e indietro per quattro o cinque volte e poi, lentamente, si tirò fuori.

«Che cazzo?!» chiesi con voce tremolante.

La stanza era silenziosa, si sentivano solo i nostri respiri affannati mentre Kinn guardò in basso verso il suo pene.

«Merda!» Gli occhi di Kinn si spalancarono leggermente.

Iniziai ad avere una brutta sensazione e chiesi di nuovo «Che c’è?»

Non riuscivo a vedere bene cosa stesse guardando, lo sguardo di Kinn si spostava tra il mio buco e il suo pene e vedevo una scintilla rovente nei suoi occhi che mi confondeva. 

Un attimo dopo, sospirò, tirò fuori il membro, tenendo in mano il preservativo, prima di distendersi esausto.

«Huh, il profilattico si è rotto.»

Rimasi pietrificato quando lo sentii pronunciare quella frase…

Aspetta un attimo!!!…Che cosa hai detto?!?

«Non è rimasto più nulla nel preservativo…» disse Kinn con voce affaticata per poi appoggiare la testa comodamente sullo schienale.

«Merda!!! Non è rimasto nulla!?!?» urlai appena ricomposi i pensieri. Mi misi a sedere e fissai Kinn con occhi spalancati.

Teneva, quello che era rimasto del profilattico, di fronte a me.

«Si… ma non devi stressarti, se dovessi rimanere incinto mi assumerò le mie responsabilità.» Kinn disse scherzosamente.

Ma non trovavo la cosa per nulla divertente, sollevai il mio piede come se stessi per dargli un calcio, Kinn si limitò a ridacchiare sommessamente, poi prese un fazzoletto per raccogliere quanto rimasto.

«Non è divertente, Kinn!» 

«Non ho nessuna malattia… o mi stai dicendo che tu ne hai?» Kinn alzò le sopracciglia con fare provocatorio.

Gli tirai un cuscino in faccia con tutte le mie forze.

«Sei un bastardo.» Mi abbassai la maglietta dopo aver pulito lo sperma dal mio stomaco con dei fazzoletti, realizzai che c’era anche un altro posto che era ugualmente appiccicoso…era il mio buco! Fanculo! La sensazione data dall’orgasmo che ancora durava era accompagnata dall’ansia… Come faccio a togliere lo sperma da li?!

«Vai a lavarti in bagno, pulirò il casino che abbiamo fatto sul divano.» disse Kinn dirigendosi a prendere un asciugamano per poi porgermelo, appena finì di avvolgerlo intorno al mio corpo, gettai via il fazzoletto usato, lanciai un’occhiata a Kinn e mi diressi verso il bagno.

Maledizione! È una cosa seria!

Mi sono sempre protetto quando facevo sesso con le donne, tutte le volte e sono abbastanza sicuro da parte mia di non avere nessuna malattia.

Ma non è da molto che faccio sesso con Kinn… prima di questo, c’erano molti uomini in fila per lui come se fosse un buffet. Quindi come facevo ad essere sicuro che Kinn fosse sempre stato attento? Con così tanti amanti, non c’era la possibilità che potessi prendermi qualcosa da tutta quella gente?

Oh, merda! Sono così stressato!!!

Aprii google e cercai un modo per pulire le tracce dal mio corpo, non sembrava difficile, ma ci volle molto tempo. Mi vergognavo un sacco. Cosa avrei dovuto fare?! Dopo aver lavato il mio corpo, andai in cerca di informazioni sui preservativi rotti.

Il consiglio che andava per la maggiore era di farsi delle analisi del sangue, quindi io di sicuro mi sarei fatto esaminare! Più leggevo più ero determinato. Volevo fare il test!

[In caso di rottura del profilattico, se sei in una relazione allora anche il compagno deve farsi il test. Se si tratta di sesso occasionale o di una sola notte, dovresti farto esaminare urgentemente!]

[È consigliato, che se davvero vuoi vivere con la tua ragazza, dovreste fare un test di tre mesi per essere sicuri. Ma se non sei fan degli esami, devi essere sicuro di non avere preservativi rotti, non si può aggiustare dopo!]

Grandioso! Cosa sono per Kinn? Un partner regolare o qualcuno con cui avere una botta e via?

Mentre rimuginavo su queste cose, la mia testa era confusa. In ogni caso, dovevo farmi controllare.

«Porsche, tutto bene?» Kinn bussò alla porta del bagno e urlò. Mi misi i vestiti e uscii, me lo ritrovai davanti.

«Dobbiamo andare a farci gli esami ora!» gli urlai contro appena aprii la porta.

«Um… se ti fa sentire meglio.» Kinn sorrise e mi feceva incazzare ancora di più.

«Oh! Pensi che sia una perdita di tempo?!» Sbottai voltandomi indietro mentre mi sedevo di peso sul letto con una smorfia sul viso.

«Che cazzo! Sei pazzo!? Come puoi prendertela con me? Non hai fiducia in te?» Kinn rimase in piedi a braccia incrociate con fare rilassato, appoggiandosi all’angolo della porta.

«Oh! Sei tu quello pazzo!» ringhiai a mia volta, la mia voce era ancora più frustrata.

Maledizione Kinn!!! Le persone come te dovrebbero morire, diventare cibo per i vermi!!!

Ero ancora confuso da me stesso e da quello che era accaduto per farmi arrivare a questo punto! Mi sedetti, stressato, aspettando che Kinn andasse in bagno, durante quel tempo, mi maledii silenziosamente. È così facile commettere un errore!

Ammisi che toccare Kinn mi creava dipendenza, anche solo per un momento, non potevo più fermare quello che il mio cuore provava! Ero impazzito!

«Non devi avere quell’espressione turbata.» Kinn stava guidando verso l’ospedale. Non aveva voluto che guidassi fin qui, diceva che più persone c’erano meno sarebbe stato sospettoso.

«Devo davvero chiedertelo, Kinn. Come fai ad essere così tranquillo? O è una cosa che ti succede spesso?» Ero così infastidito con lui che si comportava come se una malattia contagiosa non esistesse.

Se davvero ti fossi preso qualcosa, saresti ancora qui a ridere?

«Sono stressato, si, ma non così tanto. Anche se non mi è mai capitato nulla di simile.» disse sorridendo leggermente.

Perché questo mi faceva incazzare ancora di più?

«Fanculo! Con quante persone sei stato a letto? Non ti sei mai fatto controllare?!?!» urlai pieno di umiliazione.

«Hmmm… quattro, cinque, sei, no, dieci… dodici, tredici…»Alzò la mano dal volante e continuò a contare con le dita.

Sentii che la temperatura del mio corpo stava salendo sempre di più, le mie tempie pulsavano. Avevo caldo, specialmente alla testa!!!

«Fanculo! Sei davvero promiscuo!» Lo interruppi, si voltò e mi fece un sorriso.

«Va bene così…Tutte quelle sono state controllate da me ogni volta.» Kinn mi fissò di nuovo, poi riportò l’attenzione sulla strada.

Mi sentivo talmente infastidito e arrabbiato che volevo dare un calcio a Kinn e buttarlo fuori dalla macchina. Rimasi seduto con il broncio per tutta la durata del tragitto fino all’ospedale.

Non sentivo più la mia faccia avendo mantenuto un’espressione indifferente per tutta la durata della visita, mentre dicevo all’infermiere come mai ero li. Guardarono Kinn e me con il sorriso di chi la sapeva lunga, fino a che non riuscivo quasi ad alzare la testa per la vergogna.

«Qual è la ragione per cui siete venuti qui?» chiese il dottore. Guardai verso il basso, non sapevo cosa rispondere.

«Si è rotto il preservativo.» Mi voltai immediatamente per guardare Kinn che era seduto con le gambe incrociate senza scomporsi, parlava con espressione calma.

Mi sentivo così stordito che avrei voluto si aprisse una voragine sotto di me per sfuggire alla situazione.

«Dimmi, e non essere imbarazzato. Quand’è stata l’ultima volta che avete avuto un rapporto sessuale?» Il dottore si voltò per parlarmi.

Non ero in grado di deglutire e di respirare. Ad ogni domanda sentivo come se mi stessero tirando delle secchiate gelide in faccia!

«Un’ora fa.»

«Ok, aspettiamo le analisi del sangue.»

Lasciai che il dottore prelevasse il sangue, Kinn fece lo stesso, ma era così rilassato che mi faceva incazzare sempre di più. Se dovesse risultare positivo, ti chiederò conto di tutto questo!

Mentre aspettavo i risultati, che sarebbero stati pronti di lì a un’ora, Kinn mi invitò fuori a mangiare qualcosa. Ma in quel momento non volevo fare nulla, quindi lo obbligai a sedersi con me ad aspettare i risultati.

Kinn accese il telefono, si mise le cuffie e giocò con i suoi amici per un po’; per quanto mi riguardava, rimasi seduto a parlare di tesine sulla chat dell’università. Cercavo di concentrarmi il più possibile così da distrarmi un po’ per non pensare ai risultati del prelievo.

«Tu! Hey, tu!» chiamai Kinn che non riusciva a sentirmi, quindi mi sporsi per togliergli le cuffie, alzò le sopracciglia e si girò a guardarmi con espressione interrogativa.

«Devo andare via di casa domani. Devo andare da Te, al dormitorio per lavorare ad un progetto.» gli dissi.

«No.» Kinn tornò sul suo telefono. Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo.

«Così non va bene, devo aiutarli con il progetto.» dissi in maniera ragionevole. Il bastardo stava diventando sempre più fastidioso.

«Quindi farò venire i tuoi amici a casa mia per farlo.»

«Perchè?» chiesi, infastidito.

«Vieni a lavorare a casa, non voglio che tu te ne vada. Potrebbero capitare altre cose spiacevoli.»

«Posso andare all’università per una settimana. Va bene.» Erano successe diverse cose che non sono ancora state chiarite, ma finché non avesse trovato quelle persone non mi avrebbe lasciato tornare a casa mia o all’università? 

«Perché devi farlo all’università? Diciamo ai tuoi amici di venire a casa a fare il progetto.» Kinn disse con voce cupa, lanciandomi uno sguardo irresistibile.

«Tu, figlio di puttana!» Gli diedi un calcio sullo stinco, Kinn mi fece un sorrisetto, poi allungò una mano per picchiettarmi la testa finchè non dovetti allontanarlo da me.

«In conclusione, quanti amici verranno a trovarti? Chi sono?» Kinn chiese sorridendo.

«Beh, ci sono Tem e Jom.» dissi senza molta gioia, rendendomi finalmente conto che dovevo fare come diceva Kinn. Domani è domenica e devo lavorare! Non posso assolutamente scappare, devo solo aspettare che il debito diminuisca.

«Jom e Tem?» Kinn ripetè la mia frase. Si girò e strizzò gli occhi in modo sospettoso prima di acconsentire.

«Uhm.»

«Dai, io e i tuoi due amici ci conosciamo da un po’… e… anche il più giovane, Tem, è carino.» Kinn disse con un sorriso.

Mi accigliai subito, una brutta sensazione si riversò nella mia mente per un momento, insieme alle parole che aveva detto Vegas. ‘Porsche non è proprio il tipo che piace a Kinn.’

Gli uomini che piacevano a Kinn erano tutti ragazzini carini e magri. Rispetto a loro non ero lo stesso. Probabilmente a Kinn sarebbe piaciuto Tem perché poteva essere classificato come un ragazzo carino. Anche se era alto, con una buona muscolatura, sembrava fragile e gentile, oltre ad essere la Luna della Facoltà. Non sarebbe stato strano se Kinn fosse stato interessato.

«Lui ti piace?» Uscii dalla mia bocca ancor prima che potessi pensarlo e lui sorrise maggiormente. 

«Beh, cosa ne pensi? Credi che ti ami? È piuttosto carino.» Kinn alzò il viso e me lo domandò con un secondo sorriso.

Mi alzai subito dalla sedia e andai in bagno frustrato. Perché dovevo essere demoralizzato da lui? Fanculo! Perché Kinn era fastidioso? Perché esprimevo così facilmente le mie emozioni? Di solito ero una persona che teneva nascosti i propri sentimenti, indipendentemente da chi affrontavo ma quando ero vicino a Kinn, volevo esplodere con rabbia, fastidio e frustrazione per mostrargli quello che provavo. Fino a quando, a volte, mi sembrava di non essere più me stesso. Mi sembrava di rivelare tutto ciò che non era mai stato visto da nessuno: era quasi completamente visibile a Kinn.

Dannazione a te, bastardo!

Tornai a sedermi accanto a lui con il petto schiacciato dall’emozione repressa. Kinn si voltava a sorridermi di tanto in tanto, fino al momento in cui vennero pubblicati i risultati. Entrammo nello studio per ascoltare i risultati, il mio cuore batteva forte e sentii un improvviso senso di panico.

Kinn ricevette per primo i risultati del sangue ed io fissai intensamente il suo viso. 

«Negativo..» disse Kinn.

«Che cosa significa?» Mi accigliai perchè avevo poca esperienza in quel tipo di esami medici, non li avevo mai studiati e mai cercato di capirli. 

«Sono infetto!» Kinn gridò allarmato.

La mia faccia diventò immediatamente insensibile: lo shock arrivò così rapidamente, ero stordito, incapace di agire normalmente.

Non è vero, giusto? Vero!?

«Hahaha! Ehi, sto scherzando. Negativo significa che sono pulito» Mi mise un braccio intorno al collo e mi attirò a sé mentre parlò in tono divertito.

Mi svegliai dal mio stato di shock quando capii che stava scherzando, quindi spinsi il gomito contro il suo fianco con tutta la forza che avevo.

«Bastardo!! Sono estremamente frustrato!» Gridai. Le infermiere sorrisero, io girai il viso dall’altra parte, un po’ imbarazzato.

«Va tutto bene… controlla anche tu… così..» disse Kinn con una faccia sorridente, poi fece una pausa.

«Cosa?»

«Così posso entrare in te in qualsiasi momento..» mi sussurrò Kinn all’orecchio a bassa voce.

All’improvviso alzai la testa e gli diedi un calcio con tutta la mia forza. «Continua a sognare!» Lo spinsi via da me, poi me andai in fretta.

Dannazione! Nella testa di Kinn ci sono solo questo tipo di pensieri? 

Ero sollevato, ma c’era ancora molta indignazione nei suoi confronti e il fatto è che tutto quello mi infastidiva così tanto. 

Quando salii in macchina, mi sedetti davanti, stressato, senza parlare.

«Stai bene?» Kinn iniziò a guidare. I suoi occhi continuavano a fissarmi per tutto il tempo. «Stavo solo giocando un po’»

«Non è divertente» Kinn doveva aver pensato che fossi arrabbiato per i risultati per cui mi aveva preso in giro. Ma davvero, ero arrabbiata con lui per tutto, dannazione!!

«Cosa cazzo c’è che non va adesso, sei così permaloso?»

Non mi scompongo con queste stronzate. Ti odio!

«Non sono permaloso!» cercai di ritrattare. Kinn rise e più lo guardavo, più mi infastidiva.

«Non devi preoccuparti… ho fame e dobbiamo ancora mangiare. Ti lascio scegliere»

Ci pensai per un momento ed era ora di cena. Il fatto che fossi frustrato poteva essere la causa della rabbia e della fame. In ogni caso quello che era successo quel giorno aveva prosciugato molta della mia energia. 

Eheheh posso scegliere il ristorante? Sarà molto costoso! Fai attenzione al fatto che mi stai dando fastidio!

«Lo stesso ristorante in cui mi hai portato a mangiare l’ultima volta.» risposi in un lamento. Kinn passò dal sorridere ad accigliarsi a poco a poco.

È costoso. Quel giorno, ho visto che ha pagato decine di migliaia di baht. Oggi batterò quel record. Mangerò ogni singola cosa che voglio!

«Potrebbe scegliere un altro ristorante?» Kinn si girò verso di me e chiese con voce calma.

«Voglio mangiare gli uni.» dissi in tono serio, fissandolo.

«Possiamo andare in un altro posto. È altrettanto delizioso anche lì.»

Cominciai a chiedermi se fosse serio o no. Non appena avevo parlato di quel ristorante, Kinn sembrava essere cambiato.

Ma sei stato tu a portarmi in quel ristorante per primo!

«No! Voglio mangiare in quel ristorante! Hai detto che tocca a me, Kinn» Non lascerò che sia solo tu a cavalcare.

Ti darò fastidio giocando un po’. Voglio sapere perché è così brutto andare in questo ristorante!

«Scegli un altro ristorante e ti ci porto subito.» Kinn disse stancamente.

«Ho detto che voglio mangiare in quel ristorante. Se non mi ci porti, gira la macchina e torna a casa. Non avrò a che fare con te!» risposi. Sorrisi di nascosto nel vedere Kinn arrabbiarsi.

«Oh mio Dio!»

Non riuscivo a resistere a non sorridere, Kinn era davvero frustrato. 

Kinn diresse l’auto nel vicolo vicino al ristorante.

Sei tu quello che mi porta a mangiare. Non puoi essere frustrato perché è costoso!

L’auto si mosse e si fermò davanti al ristorante giapponese un po’ antiquato. E come al solito, quando entrammo nel locale, tutti salutarono Kinn e ci sedemmo all’istante.

«Portami dieci uni.» Ordinai al personale. Kinn si girò a guardarmi un po’, si sedette con una faccia imbronciata, senza dire niente per un po’.

Non mi interessa. Oggi devi essere rovinato da me. Sono arrabbiato dal momento in cui si è rotto il preservativo, fino a quando mi hai ingannato in ospedale. Me la pagherai!

«Sì, signor Kinn, vuole lo stesso?» chiese la cameriera, sorridendo. Se c’era qualcosa di molto costoso nel menu, avevo intenzione di ordinarlo!

«Sì. Ordini quanto basta per mangiare.» Kinn disse alla cameriere e si girò verso di me, esortandomi a smettere di immergermi nel menù.

Non farò come quel giorno in cui ero troppo nervoso per ordinare. Oggi ho capito come funziona.

«Mangerai tutto?» Kinn chiese di nuovo.

«Sì!» Sorrisi soddisfatto, poi mi sedetti e aspettai che la cameriera portasse il cibo. Riuscii a mangiare tutto il cibo davanti a me. Kinn si lamentò che avevo ordinato molto, ma ormai era troppo tardi e feci comunque orecchie da mercante continuando a mangiare.

«Ne vuoi un po’?» Misi davanti a me un piatto di uni e ne offrii uno a Kinn. In tutto, c’erano dieci piatti, con due porzioni su ogni piatto. Kinn guardò il piatto con calma, poi scosse la testa in segno di rifiuto.

«Non ti piace? O sei allergico?» chiesi curioso.

«No..» Si comportava come se pensasse a qualcosa e poi sospirò di nascosto.

Anche se mi meravigliai dell’atteggiamento di Kinn, la bellezza del cibo davanti a me era più interessante.

Ordinai un takoyaki* in padella che dovevo immergere nella pastella e cucinarlo da solo. Cominciai a pensare ai giochi sul mio vecchio computer. Uno di quelli era un gioco in cui aprivi un negozio di takoyaki e dovevi competere contro un timer prestabilito. Pensai che fosse divertente in quel momento e non lo consideravo strano. Quindi, quando avevo l’opportunità di sperimentare cose nuove, volevo provarle.

«Dannazione!» Misi la pastella e la feci cadere nella padella, ma si deformò quasi all’istante. Non volevo preoccuparmene.

«Eheh.» Kinn guardò con un sorriso.

«So come si fa, l’ho già visto fare.» Mi piacevano molto i nuovi giocattoli. Ma questo non era divertente. Qui, non riuscivo a farlo correttamente. Kinn usò gli utensili per capovolgerli per farli girare uno alla volta.

«Questo è buono.»

«Che diavolo?» Kinn usò una bacchetta per indicare uno dei takoyaki dalla forma distorta.

Mostrai un leggero cipiglio perché era certamente abbastanza strano. Girai il takoyaki avanti e indietro e quando ero sicuro che fosse cotto, lo colpii e ci soffiai sopra per farlo raffreddare. 

«Ah…» quando lo raffreddai lo portai alla bocca di Kinn.

«…Huh, lasci che sia io il manichino di prova.» Kinn alzò le sopracciglia e sorrise prima di accettare il takoyaki.

«Puoi mangiarlo?» chiesi seriamente. Lo lasciai mangiare prima per paura di non riuscire a farlo nel modo corretto. Anche se gli ingredienti non erano fatti da me, ero sicuro avessero un sapore delizioso, ma la forma mi spaventava.

«È buono.» disse Kinn, prima di prendere il tè da bere.

«Sta quasi bruciando, ti aiuterò con il resto.» disse la cameriera con un sorriso. Quindi prese gli utensili di legno per aiutare a realizzare correttamente il takoyaki.

«Grazie.» dissi in tono educato e pensai che dovesse essere attorcigliato in modo storto.

«Ricordo quando il signor Kinn aveva suggerito al signor Tawan di provare questo piatto. Quella volta è andata allo stesso modo.»

Kinn, che mi stava sorridendo, improvvisamente fece una faccia tesa. Guardai alternativamente lui e la cameriera.

«Scusi, non avrei dovuto dirlo.» L’impiegata si affrettò a finire il takoyaki.

Il viso di Kinn aveva un aspetto ancora più stressato e si sedette immobile. Fino a quando persi il coraggio fare la domanda che avevo sulla punta della lingua.

Chi è ‘Tawan’?

Kinn posò le bacchette e rivolse la sua attenzione al telefono. Intorno a me si creò un’atmosfera imbarazzante e Kinn era tornato ad essere una persona tranquilla, non quella giocosa che era quando era solo con me.

«Io… vado in bagno.» dissi a Kinn, ma non ci fu risposta.

Camminai lungo il corridoio per il bagno, feci i miei affari, mi lavai le mani e poi andai verso la zona per fumatori del locale.

Sebbene fosse solo una piccola area esterna, era decorata per adattarsi all’arredo del ristorante. C’erano fiori e bandiere in un bellissimo stile giapponese. Mi guardai intorno mentre fumavo.

C’erano pannelli di legno di colore marrone appesi al muro, con delle Polaroid messe insieme in uno stile artistico che catturò la mia attenzione.

Mi avvicinai per guardare quelle foto, pensando: ‘metti queste qui, falle vedere a qualcuno!’ Continuai a guardare le foto. La maggior parte erano foto di clienti che mangiano nel ristorante.

Eh?

C’era una foto di Kinn con Time e Mew, seduti insieme al tavolo che sorridevano alla fotocamera. Feci una smorfia con la bocca. Anche se era seduto lì con me, non sorrideva. Spostai lo sguardo per guardare l’altro accanto. Le mie sopracciglia si contrassero un po’.

Perché era di nuovo una foto di Kinn.

Ma questa volta era con quel ragazzo, Mek. E poi c’era… un ragazzo con un aspetto bello ma carino, non ordinario, piuttosto delicato e grazioso, seduto accanto a Kinn. I due erano chinati l’uno verso l’altro. Il braccio di Kinn era avvolto intorno al collo dell’uomo. Entrambi non guardavano la fotocamera, ma si guardavano e si sorridevano. 

Sotto il bordo bianco dell’immagine c’era una scritta con una tenue penna stilografica: ‘MEK KINN TAWAN’ ed un cuore disegnato.

Alzai le sopracciglia, guardando con interesse l’immagine, ed una domanda si fece strada nella mia mente. 

È questo il ‘Tawan’ menzionato dall’impiegato? Allora, qual è il problema con Kinn?

«Signor Porsche, il Signor Kinn mi ha chiesto di controllare che non ci sia nulla di cui hai bisogno e di riportarti al tuo tavolo.» Annuii in risposta all’impiegato che era venuto a cercarmi e spensi la sigaretta nel posacenere. Riflettei per tutto il tempo su quella foto con le stesse domande che mi giravano in testa.

Tornato al tavolo, vidi che Kinn era ancora imbronciato come prima. «Sei stato via per molto tempo.»

«Sono andato a fumare.»

«Sbrigati a mangiare così possiamo andare via.» Kinn disse con tono freddo. Non potei fare a meno di sentirmi frustrato. Nella foto sorrideva, ma adesso che era lì con me e non ci riusciva.

«Sono pieno.» dissi, e mi sedetti con le braccia incrociate.

Non sapevo perché ero arrabbiato con Kinn in quel momento, la questione però lampeggiava nella mia mente. Volevo chiedere, ma non sapevo perché.

«Ehi… per favore il conto.» Kinn guardò il cibo sul tavolo e scosse leggermente la testa.

Anche se c’era ancora molto da mangiare ed era solo un peccato, non ero dell’umore giusto per farlo. Vidi il conto, erano quasi diecimila baht. Kinn pagò con la carta e firmò il conto.

Salimmo in macchina e tornammo a casa. Nessuno disse niente e Kinn non mise su della musica per coprire l’atmosfera imbarazzante e cupa. Mi stavo ancora più arrabbiando e visto che Kinn non diceva niente, non lo avrei fatto neanche io.

«Ehi, va tutto bene… eh?» Non appena l’auto si fermò a un semaforo rosso, Kinn fece un profondo sospiro, poi mi mise una mano sulla testa e mi tirò verso il suo petto.

«Ahi! Lasciami!» Spinsi contro il suo petto e mi sedetti allo stesso posto.

«Cosa c’è che non va?» Kinn mi mise una mano sulla testa e me la accarezzò finché non la levai.

«Cosa non va in te?!» Usai tutta la mia pazienza per dirlo sottovoce. L’atmosfera soffocante era completamente sparita.

«… Stavo pensando a qualcosa.» disse Kinn con voce dolce. Voltai la testa dall’altra parte e guardai fuori dal finestrino.

«Più tardi, se non vuoi darmi da mangiare, non devi offrirti di farlo.» Ero frustrato ed era colpa sua. Non avevo detto che con questa persona avevo voglia di saltare in aria tutto il tempo?

«…» Kinn sospirò prima di allungare la mano verso la radio. Dopo un po’ la canzone iniziò ed anche se aveva un inizio divertente e Kinn stava canticchiando, la pesantezza nel mio cuore non si era affatto alleggerita.

La macchina si allontanò dal semaforo ed i miei occhi erano fissi sulla strada, l’atmosfera in macchina si fece più leggera. Non era imbarazzante e Kinn cantò il ritornello: «Oh, ho te, e questa ragazza non ha nessuno di nuovo. L’incantesimo sul mio cuore mi fa arrendere per sempre. Tu sei l’unico che ha reso la mia vita giusta. Vieni e illumina il mio mondo che diventa inaspettatamente buono… posso crederci!»

Lanciai un’occhiata a Kinn, stava guardando me e poi la strada. Con l’ultima frase aveva aumentato il tono della voce, stonando e fallendo nel cantare la canzone. 

«Dove hai perso la tua voce?» chiesi sorridendo. Kinn alzò un po’ le spalle e poi ballò a ritmo della canzone.

«Perso per te…» disse Kinn e mi lanciò uno sguardo civettuolo.

Guardai frettolosamente in un’altra direzione e sentii che il mio viso era caldo mentre le luci estive tremolavano un po’ nel mio cuore.

Che cazzo stai dicendo?!

«Dannazione! Fastidioso e perso.» Allungai la mano per spegnere la canzone. Sollevai lo schienale e feci finta di chiudere gli occhi per dormire. Merda! Perché non sono credibile?

La risata di Kinn era rumorosa, dovetti concentrarmi sul mio respiro, inspirando rumorosamente finchè non mi addormentai davvero.  

Quando arrivammo a casa, Kinn mi svegliò con un grosso bacio, come al solito. Salutai e andai a fare un bagno, ricordando com’era dormire nella mia stanza per la notte. La stanza di Kinn era severamente proibita ma lui mi guardò con un sorriso. Mi chiesi che piani diabolici aveva in mente. Finii di farmi una doccia ed uscii per seguire Chè, ma scoprii che era salito in camera di Kim per giocare.

Quindi andai prima a cercare Pete che mi invitò a fumare in giardino.

«Kim è davvero innamorato di lui. Te lo dico io!» Pete inspirò e si voltò per sorridermi, ci vedevamo spesso quando scendevo a mangiare ed uscivo a fumare, ma raramente avevamo la possibilità di parlarci.

«Devo essere stressato? Ho paura che sia depressione.» Parlai seriamente, stare vicino a Kinn sapevo quanto potesse diventare pazzesco.

«Eh… meglio stare con il signor Kim. Non devi preoccuparti di questo»

«Devo affittare un dormitorio per Chè? Non voglio che mio fratello cresca così.» Lasciai andare il fumo con un’espressione stanca.

Pete quasi si strozzò con il suo stesso fumo quando dissi quello.

«Ahahah. Ultimamente ti vedo raramente. Perché?» Pete mi chiese.

Ingoio la saliva, lanciai un’occhiata a Pete e mi ripresi in fretta. «Sai, sto per fare un test… quindi ho studiato.» dissi con un filo di voce e Pete sorrise.

«Sicuro?»

«Sì! Ehi Pete, ho qualcosa da chiederti.» distolsi rapidamente la questione. Quindi chiesi le  domande che avevo nel mio cuore.

«Che cosa?» Pete sembrò curioso.

«Qual è il problema tra Mek, Tawan e Kinn? Immagino che Mek sia suo amico. Ma chi è Tawan? Non l’ho mai visto parlare con questa persona.» Non appena finii la frase, il viso di Pete diventò teso.

«…Perché lo chiedi?»

«Voglio solo sapere.» Vidi Pete sospirare e fare un’espressione imbarazzata.

«Cosa ti fa venir voglia di sapere…»

«Io… mi chiedo. Di recente, vedo Mek abbastanza spesso.»

«Beh… io… cosa dovrei dire? Se ti dico qualcosa non pensarci troppo.» disse Pete in tono serio.

Mi accigliai immediatamente e parlai. «Perché dovrei pensare troppo?»

«Eh… Comunque, probabilmente dovresti sapere… il signor Mek è l’amico del signor Kinn, e il signor Tawan è il fratello minore del signor Mek… ed il signor Tawan è…»

Ascoltai tranquillamente ogni frase di Pete. Rimase un po’ in silenzio prima di decidere chiaramente di finire di parlare. «Il signor Tawan è l’ex fidanzato del signor Kinn.» Quando Pete finì di parlare ero confuso e non riuscivo a capire i sentimenti che attraversavano il mio cuore.

«Beh… non so come mai si siano lasciati. Ma è stata una cosa piuttosto strana. Dopo di ciò, non ho visto il signor Kinn uscire con nessuno.»

Gettai la sigaretta in un secchio, ed una sensazione insolita mi attraversò insieme a molta confusione.

«Stai bene…?»

«Hmm… mi va bene qualsiasi cosa.» Cercai di assumere un’espressione normale, potevo dire che Pete era davvero a disagio.

«Bene..»

All’improvviso si sentii un rumore nel mezzo della conversazione. Pete tirò un sospiro di sollievo. «Sì, Khun. Sono solo sceso giù per meno di dieci minuti»

«Io vado per primo, Porsche.» Pete mi diede una pacca sulla spalla ed entrò in casa.

Non potevo dire di non stare pensando molto in quel momento. 

Che sia ex fidanzato o no, hai già visto Kinn innamorato?

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Ninagreta98

Ciaoamo il vostro lavoro e vi ringrazio per quello che fate siete bravissimi/e.
Ho letto in questo capitolo un commento nella storia dove diceva “la prostata da piacere come insegna il sommo Seegasm” chi è? Sono curiosa. Potete rispondermi?

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