KINNPORSCHE – CAPITOLO 23 (M)

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-Porsche-

«Non posso farlo con nessun altro, non più…»

«Sì… fa male… ma il senso di colpa e i sentimenti non mi lasciano mai.» 

La punta del naso di Kinn sfiorò la punta del mio. La sensazione in quel momento era come se stessi cercando di trovare una risposta: chi ero davvero? Più sentivo il respiro leggero e caldo di Kinn sul mio viso, più tremavo. Rinforzava le mie emozioni… quanto era grave per il mio stato d’animo? Mi faceva ricordare quel giorno, non riuscivo a dimenticarlo. Sebbene fosse difficile ammetterlo, le sensazioni di calore, eccitazione e agitazione continuavano a penetrare nei miei sentimenti guardinghi.

«Come posso trovare delle scuse? Sono io la causa dei tuoi cattivi sentimenti. Tu… possiamo ricominciare da capo?» Kinn disse piano.

«Mi fanno stare male.»

«No… Se hai delle immagini terribili nella tua testa, allora gli eventi di quel giorno continueranno a farti stare male. Quindi posso aiutarti io? Io… cancellerò quei cattivi ricordi. Te ne regalerò degli altri, Porsche… Posso?» Kinn domandò a bassa voce, stava chiedendo il permesso.

Non risposi, ma chiusi gli occhi e sentii la sua bocca posarsi sulle mie labbra con sicurezza.  Non sapevo perché mi venisse voglia di toccarlo e stavo cercando di credere che questa volta avrebbe cancellato quelle immagini dalla mia mente. 

Kinn mi succhiò le labbra ancora e ancora. I suoi bei denti bianchi morsero il mio labbro inferiore, finché la sensazione di formicolio sembrò diffondersi in tutto il mio corpo. Sembrava quasi riversare il suo corpo sul mio, tenendomi saldamente in posizione mentre si metteva a cavalcioni su di me. Le nostre labbra erano ancora unite mentre eseguiva quella manovra senza interrompere il contatto. La sua lingua calda invase la mia bocca finchè rimasi senza fiato. 

La mia mente si rilassò e lasciò andare i sentimenti di autoindulgenza che Kinn diceva di star provando a cancellare. E sembrava che stesse davvero cercando di creare una nuova esperienza che fosse migliore della prima. Non appena la punta della sua lingua entrò nella cavità della mia bocca, il mio cuore battè forte e il calore in tutto il mio corpo aumentò. Kinn mi succhiò la lingua e leccò ogni angolo della mia bocca fino a farmi quasi impazzire.

Aggrottai la fronte e mi voltai quando sentii un leggero rumore. Kinn aveva allungato la mano, afferrato il telecomando e spento immediatamente l’aria condizionata.

Le sue labbra erano ancora attaccate alle mie e anche se stavo cercando di capire quale scopo avesse la sua azione, non ci eravamo allontanati, ma soprattutto Kinn era molto bravo a baciare. Conosceva il ritmo e quando mordere al momento giusto. I baci ribelli di Kinn provocarono un formicolio nel mio basso ventre mentre usava la sua lingua calda per assaporare la mia bocca, come se avesse sete da molto tempo.

«Ah…» Gemetti dolcemente. La bocca di Kinn si sollevò in un sorriso soddisfatto prima che le sue labbra si spostassero sulla mia mascella, sulle mie guance e poi sul collo. Quella lingua calda si trascinò sul mio orecchio fino a solleticarlo, ma andava bene… così come mi andava bene quella sensazione di vertigini mentre mordeva quell’area.

«… Non lasciare un segno… Uh…» dissi con voce debole mentre inclinai il viso in modo che potesse toccare comodamente il mio collo.

Non sapevo se Kinn avesse sentito quello che stavo dicendo mentre la sua mano scivolava sotto la mia maglietta finché non mi spaventai leggermente. Le sue dita entrano in contatto con il mio capezzolo pizzicando con decisione, ma non in modo doloroso.

«Ehm…» Mi morsi il labbro per non emettere troppi suoni imbarazzanti. Le mie dita passarono sull’ampia schiena di Kinn. La sua mano abbandonò il mio petto per sfilare via la mia maglietta con una certa rapidità.  

I suoi occhi si strinsero un po’ e un attimo dopo abbassò improvvisamente il viso trascinando la sua lingua calda sul mio petto, succhiando e mordendo delicatamente in alcuni punti, finché il mio cuoio capelluto formicolò di nuovo e mi venne la pelle d’oca. 

«Agh…» Mi sorpresi quando iniziò a mordermi quell’area, non pensai a respingerlo ma al contrario lo lasciai fare mentre le mie emozioni continuavano a fluire. La sua mano si allungò sul mio petto, alternando sfregamenti e pizzicamenti sui miei capezzoli, finché non inziai a muovere il mio corpo avanti e indietro con frenesia.

La punta della sua lingua continua a stuzzicarmi, prima di trascinarsi fino ai miei addominali. Afferrai forte entrambe le sue spalle, le mie unghie affondarono mentre lui succhiava e mordeva ogni parte del mio corpo. Dentro di me stavano esplodendo vari sentimenti e non avevo idea di come fermarmi. Un guizzo nel mio cuore, lo fece battere per l’eccitazione.

«Uh… Oh… Ugh.» Riuscii solo a emettere suoni incoerenti mentre una delle mani di Kinn scivolava nei miei pantaloni, accarezzando il mio nucleo rigido attraverso la biancheria intima. Più mi eccitavo, più diventava duro e in cuor mio lo supplicavo di scivolare sotto le mutande così di avere un nudo contatto tra noi. Ma Kinn mi prendeva in giro, continuando a strofinare sopra gli slip.

«Kinn, basta… Toccalo!» dissi con la voce roca, guardandolo con gli occhi socchiusi mentre mi leccava la pancia. Poi il suo viso si contrasse in un sorriso soddisfatto mentre trascinava bruscamente sia i miei pantaloni che le mie mutande fino alle ginocchia. Alzai un po’ la testa  gridando forte quando la sua mano afferrò il mio membro, muovendosi lentamente su e giù. Il suo pollice strofinò la mia punta che iniziava a prendere liquido preseminale mentre una serie di formicolii percorrevano il mio corpo. 

«Ah… Uh… Sì…»

Kinn alzò il viso per baciarmi di nuovo ed io lo accettai. La sua mano continuò a andare su e giù sempre più velocemente finché le dita dei miei piedi si contrassero.  

«Lo sai che sei davvero sexy?» disse Kinn contro le mie labbra. Sentii caldo e leggerezza nel cuore, prima che la sua mano accelerasse di nuovo, al punto che a malapena riuscivo a sopportarlo. Kinn alzò il viso e si sdraiò su un fianco accanto a me, il suo sguardo scese sul mio membro mentre il suo movimento perfetto ed interrotto continuava. 

Strinsi gli occhi per guardare il suo viso e i suoi occhi pieni di lussuria, pensando che anche lui in quel momento fosse molto sensuale. Mi morsi il labbro, mentre la sua mano continuava. Si leccò le labbra prima di voltarsi a guardare la mia faccia senza dubbio distorta mentre l’orgasmo si avvicinava.

«Ci sei vicino, eh?» La sua voce dolce mi fece battere il cuore per un attimo.

«Sono così vicino… sì… un po’ di più… sì.» Annuii e gemetti senza vergogna. Dovevo ammettere che era molto bello quando il suo pollice strofinava forte sulla punta del mio membro fino a farmi venire. Rilasciai un fluido lattiginoso sul mio corpo che nel mentre, sussultava incontrollato. Il mio cervello scaricò all’improvviso una parte della tensione accumulata nelle ultime settimane. 

«È il mio turno…» mi sussurrò Kinn all’orecchio mentre io giacevo senza fiato. Mi girò a faccia in giù sul letto e si tolse velocemente i vestiti. Mi voltai per guardarlo ed il suo membro era eretto mentre lo accarezzava lentamente con la mano, poi spostò la mano sul comodino per prendere la scatola di preservativi ed il gel lubrificante. 

La mia gola si irrigidì mentre ingoiai la saliva alla vista di Kinn, in piedi con la mano sul suo pene rigido, una vampata di calore salì sul viso. Si mosse e fece scivolare il suo corpo su di me, infilando il viso nel mio collo prima di spostarsi per baciarmi le labbra mentre giravo la testa di lato verso di lui.

«Uh…» Il corpo di Kinn era madido di sudore, rendendo più chiaro il suo odore che mi creava dipendenza. Più inspiravo, più sentivo calore. La sensazione all’interno del mio corpo era di un intenso bruciare. Kinn stava trascinando la lingua sulla mia schiena finché non raggiunse le mie natiche. La sua mano giocò con la mia carne. Ricordavo ancora la sensazione di dolore della prima volta che stava generando in me emozioni diverse. I suoi denti graffiarono la mia natica prima di affondare le zanne nella curva tesa.

«Ah… fa male!» La mia voce era un grido sommesso mentre ripetevo le parole che avevo detto la prima volta. I miei sentimenti erano molto diversi dalla prima esperienza perché c’era una sorta di impegno nel cercare di rendere il sesso memorabile. Kinn era severo ed aveva una nascosta ferocia e autoindulgenza.

«Ugh… non ce la faccio più.» disse con voce tremante, prima di alzare i fianchi dal letto, curvando la schiena in modo che la parte superiore del mio corpo fosse ancora appoggiata sul morbido materasso.

All’improvviso mi diede uno schiaffo sul sedere ed io emisi un’esclamazione di sorpresa mentre sentii una risata uscire dalla sua gola. Si piegò, dandomi un morso sulla guancia mentre una mano passò attraverso le natiche, facendo tremare tutto il mio corpo.

«Prometto… non ti farà così male questa volta.» disse Kinn, prima di tenere le mie ginocchia aperte e di far scivolare la sua lingua calda nella fessura tra le mie natiche. Non appena la sua lingua toccò l’ingresso della mia cavità posteriore, chiusi in fretta gli occhi e strinsi con le mani le lenzuola.

Le vertigini che provavo e il languore nel mio canale posteriore dopo che la lingua bagnata di Kinn aveva sparso la saliva intorno al buco stretto fece indurire di nuovo il mio membro.

«Uh… ah, Kinn… ho paura!» Riuscii a malapena a parlare mentre una nuova sensazione di estraneità si insinuò dentro il mio corpo. Non avevo mai immaginato di essere così ipersensibile. 

La punta della lingua di Kinn stuzzicò il mio ingresso, entrando ed uscendo senza alcun disgusto. Usò anche le sue mani per afferrare e allargare le mie natiche finché non fui completamente aperto. Spremette del gel lubrificante su un dito lungo prima di posizionarlo contro l’ingresso del mio canale.

«Ah… oh… oh! Freddo!» La sensazione di freschezza si alternò con un dito rigido che spinse nella mia stretta apertura.

«Ahhh… non irrigidirti.» Kinn si chinò e mi sussurrò all’orecchio mentre il suo dito cercava di penetrare nel mio corpo ma era molto difficile. «Se ti irrigidisci… ti farai male…» disse Kinn con voce tesa. Ansimai brevemente come per prepararmi al dolore,  Kinn lo notò e rubò la mia bocca per un altro bacio.

«Uh… della grandezza del tuo dito… ancora stretto… Ah…»

Kinn continuò a baciarmi, come per aiutarmi a dimenticare il dolore che stavo provando nel mio canale posteriore.

«Ah!… Fa male.» Infilai la faccia nel materasso mentre Kinn premette quasi metà del suo dito all’interno. Mi girò la faccia e mi baciò, poi si affrettò a calmarmi andando ad afferrare con l’altra mano il mio membro, provocando una sensazione di formicolio e non di dolore. 

«Ah, ah!» Kinn spinse il dito fino in fondo ed io mi sentii come se fossi già esausto mentre crollavo in avanti sul letto, finché una delle mani di Kinn non mi sostenne di nuovo l’anca.

«Non devi irrigidirti…» disse Kinn mentre iniziava a muovere lentamente il dito dentro e fuori.

«Perchè, è vietato?» dissi con voce frustrata ma Kinn continuò a confortarmi con i baci come una sorta di consolazione. Alla fine iniziò a muovere il dito in modo circolare, ripetendo il gesto più e più volte, finché non iniziai ad avere formicolii di insensibilità.

«Solo un dito… ancora, il tuo buchetto stretto lo sta succhiando così bene.» disse Kinn, con aria compiaciuta, poi aggiunse un secondo dito senza preavviso. 

«Ugh…Oh! Kinn!» Strinsi forte le lenzuola. Il mio corpo era madido di sudore e l’aria calda nella stanza risvegliò molto i miei sensi. Kinn mosse le dita dentro e fuori ripetutamente prima di tirarle fuori completamente. Poi fece rotolare velocemente un preservativo sul suo membro, insieme al gel, rendendolo scivoloso, prima di applicare altro lubrificante sul mio ingresso.

«Uff!» Chiusi di nuovo gli occhi con fermezza mentre prevedevo il dolore che stava per arrivare.

«Shhh… rilassati un po’…»

Perché sentivo che era diverso dalla prima volta? Come il giorno e la notte? Quel tipo di Kinn mi aiutava davvero. Allungò una mano, tenendomi stretto il fianco mentre usò l’altra per premere la testa del suo grosso pene contro il mio ingresso.

«Ah!» Emisi un suono di sorpresa mentre la punta premeva contro di me.

«Un po’ di più… solo un po’… lentamente…» disse Kinn con voce tremante. L’atmosfera nella stanza in quel momento era che Kinn fosse sopraffatto quanto me dalla sensazione dei nostri corpi che si univano. Morsi le lenzuola mentre Kinn si infilava ancora di più dentro di me mentre sudava e gocciolava quanto me. Sentivo che il pene dentro di me era così caldo che facevo fatica a sopportarlo.

«Non stringere ancora… avrò finito presto… ah… agh…» La voce di Kinn finì con dei gemiti.

Cercai di respirare il più lentamente possibile, il mio sedere pulsava e formicolava mentre Kinn si spingeva nella profondità del mio corpo. 

«Ah… ugh… ah… fa male!»

Kinn espirò sollevato una volta entrato del tutto, prima di rannicchiarsi su di me per baciarmi dolcemente la nuca.

«Così stretto!… Ah… Mi stai facendo impazzire.» Kinn gemette sommessamente, aspettò un momento, poi mi sussurrò all’orecchio: «Ah… farò movimenti più lenti… sennò… finirò prima.»

Cominciò a muovere lentamente i fianchi, spingendo dentro e fuori. Il mio corpo tremava, sentendo un piccolo arricciamento alla fine del suo movimento, come se stesse cercando qualcosa. Il mio membro era duro e scomodo. L’odore del profumo unico di Kinn mi prese a calci nel naso, allettandomi fino a quando il mio cervello iniziò a offuscarsi, pieno di erotismo. Mi guardai indietro e vidi la piccola medicazione bianca sulla ferita sullo stomaco di Kinn.

Come puoi usare così tanta forza? Non fa male?

«Bene! Ah… Stare dentro di te è così bello.» Kinn accelerò il ritmo dei suoi fianchi, restando in ginocchio, cercando di bloccare le mie gambe in modo che non si chiudessero. Entrambe le mani sostenevano la mia vita mentre si muoveva molto velocemente. Il mio canale sembrava stretto e pieno e quella sensazione mi piaceva.

«Oh!Ah… giusto, proprio lì!» gridai. Kinn sembrava sapere cosa mi piaceva, più colpiva quel punto, più sentivo un piacere intenso. Il mio incitamento non accelerò il ritmo delle sue spinte, al contrario, rallentò colpendo quel punto nel mio corpo più volte, fino a quando non ricominciai a mordermi il labbro per trattenere i gemiti. 

«Oh…Kinn… Non posso… Uh…»

Quando Kinn vide che ero debole e stavo crollando sotto il potere delle sue spinte, colpì quel punto lentamente ancora un paio di volte, prima di accelerare il ritmo dei suoi fianchi più velocemente e più forte di prima. 

«Ah… ah… sì…» I gemiti risuonarono in tutta la stanza mentre Kinn si tuffava dentro di me, finché il mio cervello iniziò ad annebbiarsi e il mio membro a contrarsi. Venni senza nemmeno toccarmi, con il fiudo bianco che fuoriusciva da me per la seconda volta.

«Ah… Io… Così vicino… Argh… Porsche!» Kinn strinse forte i denti e i suoi fianchi scattano in avanti. Mi ci volle un momento per rendermi conto che l’enorme pene di Kinn si stava contraendo dentro di me mentre veniva.

«Ah!!» Un suono soddisfatto uscì dalla bocca di Kinn mentre lasciava la mia vita ed entrambi crollammo sul letto, lui sopra di me. Rimanemmo così per qualche minuto finché Kinn non uscì dal mio corpo.

Kinn mi fece girare sulla schiena, cosa che riuscì a fare facilmente. Poi fece qualcosa che mi portò a trattenere il respiro. Si tolse il preservativo usato e senza sosta ne fece rotolare uno nuovo lungo il suo membro caldo, che era ancora eretto. La sua bocca sexy si sollevò in un sorriso mentre mi accigliai e strizzai gli occhi per la paura.

«Ancora una volta… voglio vedere la tua faccia.» Non avrebbe ascoltato nessuna obiezione da parte mia, e poi non avevo nemmeno la forza per fermarlo.

Kinn mi sollevò i fianchi, infilando le gambe sotto le mie cosce per portarmi nella posizione corretta prima di applicare altro lubrificante sul suo pene, poi lo inserì immediatamente nel mio canale. 

«Ah!!! Merda Kinn, fa male!» La mia faccia era distorta dal dolore, anche se dovevo ammettere che era stato molto più facile della prima volta. Ma la mancanza di preavviso e la non preparazione erano sufficienti a farmi lamentare. Kinn mi tenne i fianchi e si chinò per baciarmi prima di ricominciare a muoversi con quel ritmo familiare.

Iniziò con un ritmo lento, spingendosi dentro di me in un modo molto specifico, concentrandosi su un certo punto del mio corpo finché i miei sensi non si sovraccaricarono, e il piacere di un formicolio si diffuse di nuovo in tutto il mio corpo.

«Mi dispiace… Ah.» disse Kinn all’improvviso, mentre i suoi fianchi potenti stavano ancora facendo il loro dovere. Stava sussurrando dolcemente nel mio orecchio.

«Ah… Cosa… Cosa… Ti dispiace?» chiesi, con voce rauca mentre la sua mano afferrò la mia erezione.

«Uh… Di aver creduto che tu fossi andato a letto… Con Vegas… Mi dispiace… Davvero…» 

Mi accigliai. Cosa potevo dire in quel momento? Riuscivo a malapena a pensare lucidamente, l’eccitazione mi attanagliava mentre i suoi fianchi incontravano i miei.

«Io… Kinn… Sono troppo eccitato per… Kinn…» gemetti il suo nome, mordendomi il labbro mentre cercavo di enfatizzare il fatto che ero completamente a disagio, sia con la mia erezione che con il mio stretto canale. Volevo di più.

«Gemi il mio nome di nuovo così… lo colpirò di nuovo, Porsche…» Il tono di Kinn era seducente.

Strinsi in fretta le labbra e chiusi gli occhi. Il mio stretto buco era invaso e mentre Kinn iniziò ad accelerare i suoi movimenti. Stava pompando così forte che stavo scivolando avanti e indietro sul letto, solo la sua presa sui miei fianchi mi teneva a stretto contatto con lui.

«Ah… Kinn… Accendi quella dannata aria condizionata… Puoi…» urlai quasi ringhiando, sentendo come se il mio corpo stesse per bruciare, era così caldo. Il sudore colava da entrambi i nostri corpi e bagnava le lenzuola.

«Porsche, hai un profumo così buono… Mi piace l’odore di sudore su di te… Mmm… e anche a te piace il mio profumo… vero?»

«…Sì.» Dovevo ammettere che era vero.

Il profumo unico di Kinn colpiva il mio naso, mi faceva male nel profondo. Come se questo innescasse qualcosa in me, il mio corpo diventò ancora più sensibile e in men che non si dica il mio pene ricominciò a contrarsi. Sentii lo spasmo del mio canale intorno al membro duro di Kinn, in quel momento mi sentii ancora più stordito e riversai ancora più sperma su entrambi i nostri stomaci.

«Ah!» Ero piegato quasi a metà mentre Kinn faceva schioccare i fianchi, sbattendo contro di me ancora più febbrilmente di prima. Quanto a me, mi stavo girando avanti e indietro in estasi. La forza e la velocità dei suoi fianchi aumentarono per diversi minuti, poi Kinn uscì dal mio corpo, levò il preservativo e si avvicinò al mio viso.

«Così eccitante. Ah!» Kinn si leccò le labbra, i suoi occhi mi fissarono come se fossi qualcosa di succulento da mangiare. Socchiusi gli occhi alle sue azioni perché Kinn prese il suo pene e lo accarezzò un paio di volte prima di lasciarsi andare sul mio viso. Cercai di spostarmi ma mi arrivò sul volto, vicino agli occhi. 

«Psicopatico! Guardi troppi film porno…» dissi ansimando, lui sorrise e usò un fazzoletto per pulire un po’ di sperma dalla mia faccia.

«Mi piace il tuo viso in questo momento. Più lo vedo, più mi piace…» Gli occhi di Kinn brillarono mentre mi fissava, poi le sue labbra si sollevarono in un sorriso.

Mi girai quando vidi che era intenzionato a fare lo stronzo ma quando si ritirò in fretta, tirai un sospiro di sollievo prima che si chinasse per sussurrarmi all’orecchio: «Più la tua faccia è sporca del mio sperma, più è… così sensuale.»

L’ultima frase della serata era stata proprio quella, il resto erano stati solo gemiti incoerenti. 

Il sesso quella sera era stato totalmente diverso da quel giorno. Era successo tutto a causa dei sentimenti, non a causa di un bisogno fugace o un impulso. Quel Kinn mi faceva sentire bene. Era stato così bello che ero quasi morto dal piacere. Anche se c’era dolore, c’era cura allo stesso tempo. 

Che ci crediate o no, il calore del cuore aveva compensato ampiamente il disagio. Era un sesso che coinvolgeva sentimenti reali, non fatto semplicemente per soddisfare un bisogno.

La mia ipocrisia e irragionevolezza era stata sepolta in profondità. Potrei essere stato affascinato sin dalla prima volta, ma questa volta aveva aumentato i miei sentimenti di simpatia e passione. In ogni caso, mi sarebbe potuto piacere, quindi volevo iniziare con quello. 

Hai mai mangiato qualcosa che non hai mai assaggiato prima e ne sei rimasto affascinato? All’inizio può sembrare disgustoso, ma il sapore non è così male e crea dipendenza.

Ho ancora molti sentimenti confusi e voglio tornare al mio piatto preferito [le donne], ma giorno dopo giorno, più penso a quel nuovo piatto, più mi ci affeziono, tanto da dimenticare che sapore aveva il mio piatto preferito.

*********************

Mi svegliai presto, con dolori al sedere e alla schiena, dolori muscolari e stanchezza estrema. Mi ero addormentato rapidamente al quarto round, sentendo a malapena l’improvviso grido di piacere di Kinn. Avevo fatto fatica a restare sveglio fino alla fine.

Al mattino, mi misi l’accappatoio dopo essermi ripulito come meglio potevo. Vidi Kinn vagare più volte dalla camera da letto allo studio con indosso già un’uniforme da studente.

«La smetti di fissare?» Kinn mi venne incontro e mi porse un bicchiere d’acqua e una medicina.

«Uhm. Grazie.» Presi facilmente la medicina. Kinn sorrise debolmente, alzò la mano e mi accarezzò dolcemente la testa.

«Ti è passata l’incazzatura?» mi chiese con voce dolce e con gli occhi che sembravano ogni volta più caldi.

Mi girai un po’ in fretta. «Umm…» risposi con la gola e bevvi il resto dell’acqua.

«Vai a vestirti e aspettami.» disse Kinn, alzandosi per indossare un orologio davanti allo specchio.

«Posso andare da solo.» dissi con voce dolce.

«Nel tuo stato probabilmente non sarai in grado di farlo, devi essere in grado di muoverti. Non essere testardo e vai a fare il bagno!» La voce di Kinn si fece un po’ più forte.

Emisi un piccolo suono in gola prima di alzarmi dal letto e raccogliere i vestiti del giorno prima che erano stati piegati ordinatamente, e andai subito in bagno. Le mie gambe erano rigide, tremavano un po’, e camminavo in modo strano, ma non faceva tanto male come la prima volta.

«Dammi venti minuti, poi vai ad aspettare davanti casa.»

Annuii in risposta e aprii la porta della camera da letto. Guardai a destra e a sinistra, non vedendo nessuno, andai in fretta nella mia stanza.

Perché devi fare qualcosa di nascosto con me in camera da letto? E poi agire di nascosto al riguardo?

Non c’era nessuno nella mia camera da letto e mi sentivo in colpa per non aver visto mio fratello minore. Mi feci in fretta la doccia, mi vestii e andai ad aspettare Kinn davanti a casa.

Vidi una berlina nera di lusso che stava già aspettando, con tanto di guardie del corpo in piedi. Mi avvicinai e mi fermai davanti alla casa. 

Arm si avvicinò mettendomi un braccio intorno al collo. «Stai bene?» chiese in tono preoccupato. 

«Non è niente. Ti stai prendendo cura di Chè?» domandai di rimando a braccia conserte.

Arm annuii. «È diventato la persona preferita del signor Kim.»

Sentii che quello che diceva non era la cosa giusta e mi irrigidii subito, provavo pietà per la mia situazione. 

«Davvero? Mio fratello è felice, vero?» dissi con voce ansiosa mentre pensavo che quel bastardo fosse pazzo. Avevo paura che se fossimo rimasti troppo a lungo le nostre menti si sarebbero spezzate.

«Hmm…uh. Okay. Okay. Stanno solo guardando dei film, ma tu studierai con il signor Kinn?» Annuii in risposta ad Arm che sembrava un po’ sorpreso, ma non fece altre domande perché Big, che era in piedi non lontano, improvvisamente mi venne incontro con una faccia piena di rabbia. Prima che mi rendessi conto, mi colpì la spalla facendomi barcollare.

«Aspetta!» Non lo lasciai andare facilmente, mi girai immediatamente guardando le spalle di Big. Lui si fermò ed io spazzolai di dosso la mano di Arm, avvicinandomi a Big per spingerlo con tutta la mia forza, in mode che cadesse a terra.

«Merda, Porsche!» Big alzò la testa per guardarmi con gli occhi diventati verdi dall’odio. Le altre guardie del corpo si affrettarono a scomparire. Arm alzò semplicemente la mano per coprirsi la bocca e ridacchiare.

«Sei arrivato e hai colpito il mio amico per primo.» Arm disse a Big mentre si alzava, precipitandosi da me e tirando il colletto della mia uniforme universitaria. Il suo volto tremava per la rabbia ed io alzai le labbra in un lieve sorriso tirando indietro il collo per divincolarmi dalla sua presa. 

«Perché?» chiesi con voce rigida.

«Ti arrenderai o le prenderai? Sì, lo farai.» Il viso di Big era rosso, i suoi occhi iniettati di sangue.

«Provaci!» dissi e poi feci oscillare Big, sbattendolo contro il pilastro anteriore della casa con tutta la forza.

«Ahia!» Big gridò, il suo viso si distorse per il dolore. Cercò di afferrare la mia mano che si era posata sul suo colletto per rimuoverla. Il mio corpo aveva iniziato a recuperare e con esso anche la mia forza. Anche se era estenuante, non era difficile fare i conti con Big, quello stupido stronzo.

«Lasciami fare!» Gli tirai il colletto della camicia finché non lo feci quasi alzare da terra.

«Sarebbe meglio se tu fossi occupato piuttosto che infastidirmi costantemente.»

«Questa volta è diverso. Non scherzare più con i miei amici.» disse Arm, ridendo e impedendo agli altri subordinati di aiutare Big.

«Sei solo il suo ultimo giocattolo!» Big disse con voce dura. Aggrottai forte la fronte, gli tirai la maglietta e lo spinsi all’indietro facendogli colpire di nuovo il palo. 

«Cosa hai detto?!» urlai furioso. Quel giorno non gliel’avrei lasciata passare liscia così facilmente, volevo colpirlo in faccia. Quello che aveva detto era troppo provocatorio nei miei confronti!

Non pensare che oggi sopravviverai ai miei piedi, bastardo!!

«Cosa fate?» Kinn uscì di casa e tutti finsero frettolosamente che non stesse succedendo nulla.

«Porsche…» Kinn chiamò il mio nome, quindi dovetti lasciare andare Big con un grugnito dispiaciuto prima di avvicinarmi a lui.

«Signor Kinn, ha iniziato lui per primo!» I suoi subordinati si avvicinarono frettolosamente per sostenere Big che si giustificava con il suo capo. La stanchezza mi assalì mentre mi voltavo a guardare Kinn. 

«Puoi andare e salire in macchina, o non arriveremo a scuola in tempo.» Kinn mi guardò in faccia, poi si avvicinò per aprire la portiera del conducente. Lo seguii e mi sedetti accanto a lui sul sedile del passeggero. Mi misi la cintura di sicurezza e guardai Kinn che stava già accelerando fuori dal cancello.

Non riuscii a vedere la faccia di Big mentre ce ne andavamo, ma immaginai che la rabbia sul suo volto sarebbe stata molto soddisfacente da vedere.

«Non guido io?» chiesi con voce calma. Avevo dimenticato del fatto che probabilmente dovevo essere io l’autista. 

Kinn scosse leggermente la testa e disse con un sorriso: «Non voglio usarti. Ti ho già usato molto la scorsa notte.»

«Che cazzo!» Voltai velocemente il viso dall’altra parte per guardare fuori con il gomito appoggiato sul bordo del finestrino.

«Cos’è successo prima?» chiese Kinn, i suoi occhi sulla strada.

«Big mi ha colpito intenzionalmente…» dissi a Kinn e imprecai dolcemente. Dannazione! Non posso farci niente se sono bravo a combattere.

Kinn era tranquillo e questo mi fece arrabbiare. «Pensi che sia stata di nuovo colpa mia, vero?» dissi con insoddisfazione. Di solito, quando succedeva qualcosa del genere, Kinn incolpava sempre me.

«No, scemo.» Kinn frenò al semaforo rosso, alzò il braccio, mi agganciò la nuca e mi tirò verso di lui per darmi un bacio veloce sulla fronte.

«Cosa diavolo stai facendo?» Mi liberai velocemente e spinsi leggermente sulla sua spalla.

«Eheh. Ti vengo a prendere questa sera. Aspettami.» Kinn disse con un sorriso.

«No! Tornerò da solo.» risposi testardo.

«Merda!!» borbottai piano quando Kinn mi diede un colpetto sulla fronte con il dito. Mi passai leggermente la mano sulla testa, non avrei dovuto accettare il suo passaggio!

«Tu… non essere così testardo.» disse prima di accelerare di nuovo. Avevamo comunque discusso sul fatto che sarebbe venuto a prendermi in facoltà, ma Kinn vinse ancora ed io ero troppo pigro per continuare la conversazione.

So quanto sei viziato Kinn, ma sono ancora abbastanza pazzo da discuterne.

******************

«Eh, c’è P’Beam.» disse Tem mentre si sedeva al tavolo di legno con il gruppo.

«Jom…» distolsi in fretta la loro attenzione. «Sto aspettando Kinn in mensa, quindi ho preso anche il riso.» Consegnai i piatti, annuii per poi sedermi accanto a Tem.

«Ieri sera ero molto preoccupato per te. Quando abbiamo sentito il rumore degli spari, ti abbiamo cercato ovunque nel bar.» disse Jom, con la bocca piena di riso finché Tem non lo rimproverò di scatto: «Ingoia tutto prima di parlare!»

«Allora, ragazzi, state bene?» chiesi preoccupato.

«Sì. Pete è arrivato velocemente portandoci al dormitorio. All’inizio non volevamo smettere di cercarti, ma ha detto che eri a casa, quindi mi sono rilassato.» disse Tem con un’espressione seria.

«Beh, siamo tutti illesi, quindi va bene.» Ero sollevato. Non volevo che le persone a me vicine venissero coinvolte in quel casino.

«Forse sono stati quei tizi che ti hanno seguito nella foresta?» chiese Jom.

«Non lo so.» dissi mentre prendevo un po’ di riso.

«Stai attento, muoviamoci in sicurezza, okay?» Tem aveva ancora un’espressione preoccupata ed io annuii in risposta. 

Eccomi, inizio a preoccuparmi per loro. Non so chi è che mi cerca… Cosa vogliono da me?

Avevo la sensazione che chiunque fosse non si sarebbe fermato. Ma per una volta volevo solo sedermi a mangiare riso e parlare rilassato con i miei amici.

Un notifica di LINE, mi fece tirare fuori velocemente il telefono dalla tasca. 

KINN: [Cosa stai facendo?]

Alzai un po’ le sopracciglia quando vidi il nome Kinn. Che diavolo stava chiedendo?

[Mangio del riso.]

KINN: [Questa sera mangerai cibo giapponese con me?]

[Condividi?]

KINN: [Non condivido il mio cibo.]

[Allora non vengo!]

KINN: [Stavo scherzando. Ti “nutrirò” quanto vuoi. Ti darò così tanto nutrimento da renderti così esausto, così da non riuscire ad alzarti.]

[Bastardo!]

«Porsche! Porsche… Porsche!!!» Il suono delle urla di Tem mi fece trasalire e alzai velocemente lo sguardo dal mio telefono.

«Che cosa?» Cercai di non sembrare sulla difensiva.

«Con chi stai parlando? Ti ho chiamato molte volte.» Tem mi fissò intensamente con un’espressione curiosa.

«Nessuno.» Infilai il telefono nella tasca dei pantaloni, poi prensi i cucchiai per raccogliere il riso nel piatto.

«Tu… hai un amante?» Sia Tem che Jom non smisero di guardarmi.

«Quale amante?» risposi di rimando. Quindi sorseggiai in fretta un bicchiere di acqua frizzante.

«Beh, scrivi al telefono e sorridi… stai parlando con qualcuno!» Tem posò il cucchiaio e si girò a guardarmi con espressione analitica.

Ehi, stai sorridendo anche tu! Quand’è che starei sorridendo?

«Disordinato!» Scattai frustrato e indicai il suo piatto.

«La tua pelle appare più radiosa, luminosa e morbida, proprio come… quella di una giovane donna. È una perdita di tempo fingere!» Non appena Jom finì di parlare, mi strozzai subito con il riso in bocca. Mi schiaffeggiai il petto, perché il riso mi si era bloccato in gola e Tem mi diede subito dell’acqua da bere.

«Cosa hai perso e con chi?» disse Jom con ansia.

Che diavolo!

«Smettila di parlarne. Adesso vai a studiare, dannazione!» Deviai rapidamente il problema, mi alzai dal tavolo e raccolsi in fretta i piatti.

I due non rinunciano ai loro sforzi e mi chiesero tutto il giorno chi era il mio amante. Per tutto il tempo li evitai facendo una smorfia, finché non la smisero.

«Andrai in palestra per un po’?» chiese Tem mentre uscivamo dall’aula.

«Non vedo l’ora che arrivi la prossima settimana.» dissi.

«Va bene, anche se vai per dieci minuti. Ultimamente P’Beam è stato impegnato a fare provini agli aspiranti per prendere il tuo posto. Ho paura che la gente venga a dirti che non ti interessa affatto.» disse Tem con voce stressata.

Erano emerse diverse storie, che sia nella squadra di Taekwondo, che di nuoto dipendeva tanto da me, e che non mi interessava più l’attività della Facoltà.

«Sì… va bene. Per dieci minuti.» Pensai per un momento. Presi il telefono, aprii LINE e scrissi un messaggio a Kinn.

[Quando arrivi, dimmelo. Vado in palestra a vedere l’audizione degli atleti.]

KINN: [Sì, signore.]

Guardai il messaggio ed inconsciamente sorrisi, Kinn avrebbero potuto semplicemente dire: ‘Sì’.

«Sorridi di nuovo! Ora, so che hai un segreto.» Tem rise.

«Whoa, cosa? Muoviti, dobbiamo andare in palestra.» Camminai in fretta e li condussi in palestra.

Tutti rimasero scioccati non appena mi videro entrare. Alzai le mani per rendere omaggio agli anziani e vedere i più giovani fare lo stesso con me. Tutti vennero presi dal panico ed iniziarono a sussurrare tra loro, creando una leggera ilarità. 

Che cazzo? Sono diventato una persona così difficile?

«Piove. Devo fargli una foto?» Rimasi con le braccia conserte a guardare i ragazzi che a turno si buttavano sui materassini.

«Riassunto della gara per la prossima settimana.» P’ Beam si avvicinò e mi mise un braccio intorno al collo mentre parlò con voce speranzosa. 

«Prima pensaci. Se non rimani bloccato, tutto andrà a rotoli.» dissi con voce dolce.

P’Beam sospirò’, poi mi permise di stare in piedi e guardare i ragazzi che continuavano a praticare Taekwondo.

«Ah, Vegas! Sei in anticipo.» La voce di P’ Beam che salutava il nuovo arrivato mi fece subito voltare a guardare.  

«Sono arrivato abbastanza velocemente, non sapevo dove andare… Porsche!» disse a P’Beam prima di avvicinarsi in fretta verso di me. 

Era un po’ sorpreso. Quel bastardo non aveva un’università tutta sua?

«Come stai, Porsche?» chiese Vegas preoccupato. La mia faccia divenne tesa all’istante quando ricordai l’incidente nella macchina la scorsa notte.

«Uh… hai paura di me? Mi scuso per ieri sera, non avevo davvero intenzione di fare nulla.»

«Non ho paura.» dissi in fretta, anche se in realtà ne avevo e non sapevo cosa pensare. Jom e Tem videro che la mia faccia era sconvolta, quindi si avvicinarono frettolosamente.

«Di cosa si tratta, Vegas?» chiese Jom a Vegas, la sua voce un po’ stressata, probabilmente a causa della mia espressione.

«Porsche, se ti mette a disagio, mi dispiace davvero. Posso solo sperare che tu stia bene.»

Vidi Vegas accigliato per la prima volta, di solito sorrideva sempre brillantemente.

«Cosa c’è? Porsche?» Tem si girò per chiedermelo.

«Puoi dire qualsiasi cosa. Puoi colpirmi, maledirmi, ma per favore non odiarmi.» Vegas si avvicinò di nuovo a me, io feci un altro passo indietro e poi feci un sospiro. 

Prova a chiedere a qualcuno di bloccarti la testa e di abbassarsi per provare a baciarti. Ti fa sentire bene?

«Vegas…» Una voce familiare arrivò dalla porta della palestra, mi girai di fretta ed Kinn entra con tre amici.

«Secondo fratello…» La faccia di Vegas era leggermente rossa e depressa mentre Kinn si affrettava verso di me. L’intera palestra era completamente silenziosa come se fossero collettivamente stupiti dalla bellezza della banda di Kinn che era entrata.

«Cosa stai facendo qui?» chiese Kinn a bassa voce, come se considerasse le persone in piedi intorno.

«Cosa state guardando? Tornate ad esercitarvi!» P’ Beam urlò alle persone in palestra e finalmente tutti tornarono a fare i propri doveri.

«Sono venuto a cercare P’Beam. Secondo Fratello… per favore non essere arrabbiato con me. Volevo davvero aiutarlo.» Vegas si avvicinò per afferrarlo per un braccio, il suo tono pietoso.

Kinn sospirò e mi guardò per un momento prima di voltarsi verso Vegas. «Non avvicinarti più alla mia gente. E non incasinare troppo le cose!» disse Kinn, il suo tono accusatorio verso Vegas e un lieve cipiglio sul viso. Vegas rimase in silenzio, come se pensasse a qualcosa di strano, prima di annuire con la testa.

«Porsche puoi andare via?» Kinn si girò verso di me e lo chiese con tono normale. Salutai con la mano in risposta e mi avvicinai per salutare i miei anziani prima di seguire il gruppo di Kinn.

«Sei pieno, Jom? Vuoi mangiare insieme?» disse Tae, invitando il mio amico.

«Gratis, eh?» chiese Jom con uno sguardo sfacciato.

«È gratis, paga Kinn.» Time sorrise e si voltò a guardare il suo amico.

«Vengono anche loro.» Kinn si girò verso di me ed ero un po’ perplesso sul perché me stesse dicendo, ma annuii in risposta.  

In conclusione, andammo tutti insieme. Gli amici di Kinn e i miei andarono con un’altra macchina, stavo per seguirli, ma Kinn mi fermò e alla fine mi infilò in macchina con lui.

Arrivammo in un ristorante giapponese in un vicolo del centro della città. Sembrava molto misterioso, ma Kinn diceva che il cibo era delizioso ed aveva già una stella Michelin.

Sembrava che Kinn avesse già prenotato e quando entrammo nel locale, sia lo staff che gli chef si accalcarono per salutare Kinn.

«Buonasera, Signor Kinn, Signor Tae, Signor Time e Signor Mew, il cibo che è stato ordinato è nella stanza.»

Non c’era bisogno di dire altro. Noi tre [Porsche, Jom, Tem] ce ne restavamo un po’ goffamente in disparte. Le persone qui sembravano molto premurose nei confronti di Kinn e dei suoi amici. Sembrava di camminare su un tappeto rosso.

Ero un po’ in imbarazzo ad avere persone che versavano acqua calda e chiedevano continuamente se volevo qualcosa, se ne avevo abbastanza. Come potevo stare fermo e come potevo muovermi il più discretamente possibile?

«Mangia.» Mi sedetti accanto a Kinn, dall’altra parte c’era Mew. Time era seduto a capotavola, mentre gli altri si erano seduti dalla parte opposta.

Kinn prese il sushi e me lo mise nel piatto, dopo aver guardato molti video su youtube immaginavo che quello fosse probabilmente foie gras. La maggior parte del cibo giapponese nel solito buffet di un grande magazzino era ordinaria. Ma quel ristorante sembrava così di lusso che ero teso a mangiare.

«È delizioso?» chiese Kinn mentre masticavo. Ingoiai tutto senza soffocare e annuii in risposta.

Era molto attento a metterci il cibo nel piatto, erano pietanze per lo più costose che avevo visto spesso nei video ma non avevo mai pensato che avrei avuto la possibilità di mangiare anche io.

«Posso ordinare altro foie gras? Hai preso tutto per Porsche!» disse Time. Mi infastidii, Tem mi guardò in faccia, chinò la testa e continuò a mangiare.

«Ordina… poi lascia che tuo marito paghi.» Kinn indicò Tae con le sue bacchette, che si limitò ad annuire. Guardai Tae e Time avanti e indietro. Mi resi conto solo mentre li osservavo, che Time coccolava sempre Tae, ma a lui non sembrava importare molto.

«Che cazzo? Non è giusto! Fanculo!» Time borbottò, poi suonò il campanello per chiamare il cameriere.

«Vuoi dell’altro?» Kinn si rivolse a me.

Guardai i piatti sul tavolo e alzai lo sguardo per chiedere a Jom. «Vuoi altro?» Il mio amico scosse la testa.

«No, va bene.» Kinn annuì, poi si girò verso il cameriere per ordinare altri piatti da mangiare. L’ordine consisteva in piatti molto diversi, vedendo molti video su YouTube sapevo cosa stava chiedendo ed ero un po’ sbalordito.  

«Dovresti mangiare molto.» Kinn si avvicinò e lo disse piano con un sorriso all’angolo della bocca. «La sera è ancora giovane. Avrai bisogno di energia.»

Alzai il gomito e gli tirai una forte gomitata, poi mi allontanai maggiormente da lui ed alzai la testa per osservare il tavolo. Tutti gli occhi erano su di me e tutti erano in silenzio. Girai lo sguardo e tutti si affrettarono a guardare giù e continuarono a mangiare. 

«Oh, quello è… Mek?» Time puntò all’esterno della sala. Quella parte del ristorante era in realtà una stanza privata, ma non aveva una porta, quindi potevamo vedere chiaramente le persone che entravano nel locale.

«Oh!» Questo Mek vedendoci, si avvicinò. Notai che sia Kinn che i suoi amici erano a disagio.

«Sei venuto a salutare?» Time sembrava colpevole.

«Perché non sono stato invitato da voi ragazzi?» Mek entrò e si fermò ai piedi del tavolo, poi si guardò intorno.

«Pensavo fossi tornato in Inghilterra.» disse Mew. I suoi occhi guardarono il tipo di nome Mek con una sfumatura di paura.

«La mia attività non è ancora finita… è guarito?» Mi lanciò un’occhiata prima di voltarsi per salutare Kinn.

«Sta meglio.» Kinn rispose con un’espressione tranquilla.

«Si mangia bene, vero?» La prima domanda era rivolta a Kinn, ma alla seconda Mek si rivolse a me.

«Bene bene.» Non sapevo come rispondere. Volevo a quel punto poter essere brillante e allegro come Vegas.

«Non pensavo che lo avresti portato in questo ristorante, eh! Ti piace ancora mangiare qui? Non credi che non sia cambiato per niente? Stessa atmosfera, stesse sensazioni. Anche se sono tornato negli anni, mi mancano ancora le cose vecchie.» Mek parlò con Kinn, ma il suo sguardo vagò per il ristorante.

Notai che Time aveva iniziato ad infastirisi, il suo viso era completamente insoddisfatto e sembrava sul punto di dire qualcosa, ma Kinn alzò la mano per fermarlo.

«Sei appena arrivato o hai finito di mangiare? Ti siedi con noi?» Notai che Kinn sospirò leggermente, ma cercò di parlare e agire normalmente, poi ricordai che Pete aveva detto che Mek e Kinn non erano in buoni rapporti.

«No, ho un appuntamento con un conoscente. Felice di pagare per voi, ragazzi.» Mek si alzò e prese il portafoglio, prima di lanciarmi un’occhiata con un sorriso all’angolo della bocca, poi si voltò immediatamente e se ne andò.

«Dannazione! Quando arriveranno i nostri ordini?» disse Tae con rabbia, poi fissò Time che era stato colui che aveva fatto entrare Mek.

«Chi è questo Mek?» Mi rivolsi a Kinn, che appoggiò le bacchette sul piatto e restò fermo, come se per un attimo pensasse a qualcosa.

«Nessuno, continua a mangiare.» disse Kinn, piano. Vidi Mew che accarezza il braccio di Kinn in un gesto di conforto.

Ero confuso dagli eventi appena accaduti. Pensavo che Mek non fosse un amico di Kinn e che la maggior parte delle sue parole trasmettessero un senso di ironia. Era come se avesse detto qualcosa senza dirlo. Cercai di non fare cattivi pensieri e mi concentrai sul cibo. 

«Per favore, accetta questo uni, Signor Kinn.» Il cameriere entrò e mise il piatto di sushi davanti a Kinn.

«…Non ho ordinato questo.» Kinn fissò il piatto, apparendo un po’ stordito prima che il cameriere disse: «L’ha ordinato il signor Mek.» Kinn grugnì e spinse via il piatto da sé.

Se non ricordavo male quello che avevano chiamato uni, era riccio di mare avvolto in alghe ed era qualcosa che volevo assaggiare da tanto tempo!

«Sei pieno?» chiesi a Kinn.

«Hmm.»

«Allora, lo mangio io.» Indicai il sushi con le bacchette, Kinn lanciò un’occhiata a me e poi al piatto per un momento e si accigliò leggermente. Lo misi velocemente in bocca senza aspettare che Kinn me lo permettesse o meno.

«Ehi! È delizioso!» 

Perché è così tenero? Questo cibo è così buono, perché Kinn non ha voluto mangiarlo? Mi piace! È il migliore di quello che ho mangiato oggi. 

L’intera tavolata, ad eccezione di Tem e Jom, mi stavano fissando con espressioni agitate e sconvolte.

Che cazzo? Cosa c’è che non va in tutti? Kinn è pieno, quindi lo sto mangiando io, non è maleducato!

«Portami il conto.» Kinn disse alla cameriera. 

L’intero tavolo si affrettò a posare le bacchette e subito bevvero un sorso d’acqua. 

Che cazzo!? Non l’ho ancora mangiato tutto. 

Sentivo che l’atmosfera era diventata imbarazzante. Nessuno diceva niente mentre Kinn riprendeva la sua carta di credito dal personale e mi accompagnava direttamente alla sua macchina prima di voltarsi per salutare i nostri amici.

Mentre tornvano a casa, l’atmosfera in macchina era silenziosa, quindi mi girai e guardai fuori dal finestrino, sentendomi terribilmente a disagio. Che diavolo aveva Kinn? Guidava l’auto con un’espressione sempre seria finché non emisi un sospiro. Kinn alzò le sopracciglia e si girò a guardarmi.

«Sei pieno? C’è qualcos’altro che vuoi mangiare?» Kinn ruppe finalmente il silenzio e io mi voltai ad osservarlo. Sentii di dover rispondere in qualche modo.  

«Pieno… ma l’ultimo piatto era davvero delizioso.» chiusi la bocca in fretta. Il cipiglio sul viso di Kinn era diventato ancora più grave di prima. Cosa avevo detto di sbagliato? Era allergico al riccio di mare? Gli faceva così male che non poteva mangiarlo? Perché Mek aveva finto e ordinato qualcosa del genere?

Kinn rimase in silenzio per un momento, poi disse: «…Beh, se è quello che ti piace.»

Non ero abituato, non vedevo questo lato di lui da un po’, un Kinn che parlava molto poco ed era severo e teso.

«… Cosa ho fatto per farti arrabbiare?» glielo chiesi sinceramente. Kinn si girò e sorrise leggermente, poi allungò una mano per scompigliarmi i capelli. 

«Mi hai incasinato la pettinatura!» Piansi e l’atmosfera cominciò a rilassarsi poco a poco. Dopo un po’, Kinn mise un po’ di musica, spazzando via l’imbarazzo mentre avanzavamo nel traffico lento.

Regolai il sedile del passeggero, mi sdraiai e mi addormentai. Con un ingorgo come quello, ci sarebbe voluta probabilmente un’ora per raggiungere casa.

La pressione sulla guancia ed i respiri leggeri nell’orecchio mi svegliarono, stringo gli occhi con letargia. Il viso di Kinn era premuto contro il mio mentre inspirava di nuovo, come se stesse catturando il mio profumo. Il mio cuore si contrasse improvvisamente. Prima di poter pensare ulteriormente, premetti il pulsante e regolai il sedile in posizione eretta.

«Siamo arrivati ​​a casa.»

«Ugh. Oh.» Sbadigliai e alzai la mano per coprirmi la bocca mentre guardavo fuori.

È già buio? Dannazione! In che tipo di ingorgo per la maratona siamo rimasti bloccati?

Scesi dalla macchina, mi separai da Kinn e andai a fare il bagno. Poi mi cambiai, pronto a fare due chiacchiere con Ché, che era sul letto a giocare. Perché mi sembrava di non vedere la sua faccia da molto tempo?

Ero pronto a sedermi nella stanza per un po’, ma Ché venne chiamato a giocare con Kim. Mi accigliai immediatamente, ma lui era d’accordo e se ne andò con il ragazzo. Non avevo portato mio fratello lì per farlo torturare! Non era un giocattolo nuovo con cui giocare e possibilmente rompere.

Salii nella stanza di Kinn perchè mi aveva chiesto di salire mezz’ora prima, ma ero riluttante, così avevo continuato a fare questo e quello, finché alla fine non avevo potuto sfuggire al mio destino.

Quando entrai nella stanza venni subito abbracciato da dietro.

«Hai fatto il bagno? Mmm… un profumo così dolce.» Kinn affondò la sua faccia nel mio collo e ispirò profondamente per un po’.

«Che problemi hai! Lasciami andare!» Cercai di sembrare feroce, rimproverandolo mentre lottavo per liberarmi dal suo braccio.

«Ti sto chiedendo di pagare il riso che hai mangiato oggi.» Kinn mi sussurrò caldamente all’orecchio.

«Perché non me l’hai detto? Non ho soldi!» dissi subito. Il riso quando faceva freddo costava decine di migliaia di baht. Da dove prendeva quella sicurezza? Come cazzo dovevo pagare?

«Non intendo con soldi…» Kinn mi morse dolcemente il collo, i suoi capelli mi sfiorarono la pelle, facendomi venire la pelle d’oca su tutto il corpo. Il mio respiro iniziò a vacillare un po’ e improvvisamente sapevo cosa stava cercando di trasmettere.

«No!» dissi in fretta.

«Non ho ancora fatto il bagno… voglio fare una doccia… con te.» La voce di Kinn era roca. Ingoiai a fatica la saliva.

La mano di Kinn, che mi aveva bloccato, diventò immobile, poi scese lungo mio corpo.

«Mm… sei un bambino? Anche io posso fare la doccia da solo!» dissi ad alta voce anche se il mio cuore iniziava a battere forte come se stesse cercando di uscire dal mio petto.

«Prometto di fare un bravo ragazzo.» Mentre Kinn disse questo, venni quasi immediatamente trascinato in bagno.

Non serviva indovinare cosa sarebbe accaduto. Volevo prendere a parolacce Kinn ma in realtà riuscivo solo a lamentarmi al suo tocco. Aveva ragione, quella notte sarebbe stata molto lunga…

I miei sentimenti attuali erano così profondi che era difficile tornare indietro. Sapevo che più salivo in alto più era pericoloso. Ma se dovevo cadere, anche fino alla morte, probabilmente non avrei avuto più paura…

Provalo ancora una volta, lascia che diventi così caldo e vedi fino a che punto posso arrivare.

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2 Commenti
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Giuli

Penso che manchi un pezzo all’inizio?

Admin

Nono, il capitolo è proprio così 🙂

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