KINNPORSCHE – CAPITOLO 25 (M)

Non riesco a smettere

-Porsche-

Mi svegliai al mattino con il viso nascosto in un petto muscoloso dal profumo molto familiare. Ero circondato dall’odore calmante di Kinn che mi fece riaddormentare.

Kinn si stese su un fianco con un braccio sotto la mia testa e un altro sulla mia vita. Il gesto mi stava dando la stessa sensazione di sicurezza che provavo ogni giorno. Era stato abbastanza ironico il fatto che io fossi la sua guardia del corpo e fossi anche l’unico che si sentiva protetto. Quanto era stato bello?

Inconsciamente, mi avvicinai per sentire più a fondo il confortante calore delle sue braccia. Mi abbracciò più forte come se fosse la cosa più comune da fare. Il mio corpo urlava di pigrizia, in generale in tante cose ero pigro e dormire così era stata la cosa più comoda da fare.

Come avevo detto, ieri ero andato a dormire nella mia stanza con Chè ma la mia promessa era stata rotta alle due del mattino quando Kinn era venuto a bussare alla porta e aveva detto che non riusciva a dormire. Nemmeno io ci riuscivo e così per evitare che l’intera casa cadesse a pezzi, lo avevo seguito silenziosamente nella sua stanza. Ieri sera non avevamo fatto niente, solo dormito. 

Mi mossi lentamente per alzarmi dal letto e mi diressi verso il bagno. Presi lo spazzolino appoggiato sul lavandino e poi iniziai a lavarmi i denti. Sì, avevo portato anche il mio spazzolino nella stanza di Kinn. Mi stavo spazzolando pigramente i denti perché mi sentivo ancora assonnato quando all’improvviso la porta si aprì e la figura di Kinn mi apparve davanti. Stavo seguendo confusamente i suoi movimenti attraverso lo specchio quando lasciò cadere brutalmente i pantaloni sul pavimento e iniziò a fare pipì.

«Che diavolo stai facendo?» gemetti con lo spazzolino ancora in bocca.

«Che cosa?» Si voltò a guardarmi. Ma nonostante i capelli arruffati ed un po’ di bavetta secca sul viso, sembrava ancora assolutamente bello.

Dannazione!

«Contegno, per favore!» imprecai sottovoce mentre mi sciacquavo la bocca con l’acqua. Che spudorato! Alzai gli occhi al cielo e cercai di concentrarmi sul lavarmi la faccia.

«Perché fai il timido adesso? Ci siamo già visti nudi, ormai dovresti essere abituato.» Kinn disse senza mezzi termini.

«Ti senti a tuo agio nel farlo, vero?» 

«Sì! Questa è casa mia. Posso fare qualsiasi cosa. Guarda qui!» Inclinai la faccia dal rubinetto e mi voltai a guardarlo mentre faceva oscillare il suo pene da sinistra a destra mentre faceva pipì, e i miei occhi si spalancarono per il disgusto.

«Dannazione! È fottutamente disgustoso! Hai bagnato tutto il water!» urlai contro di lui. 

Un rombo di risate gli uscì dalla sua gola mentre prendeva il tubo dell’acqua e iniziava a pulire il casino che aveva combinato. Mi raddrizzai e usai un asciugamano pulito per pulirmi il viso, guardai il mio riflesso nello specchio, non avevo intenzione di guardare la natura sinistra di Kinn. Dopo un po’ si fermò dietro di me mentre sentivo il suo petto muscoloso entrare in contatto con la mia schiena. Le sue mani serpeggiarono intorno alla mia vita, poi mi fece girare per guardarlo in faccia e si chinò per darmi un bacio sulle labbra.

«Fanculo!» Ero un po’ sorpreso e barcollai.

«Bacio del buongiorno.» Mormorò, poi uscì dal bagno. Ero senza parole e agitato, il mio cuore pulsava forte e mi dava la sensazione di mille farfalle nello stomaco. Lentamente, le mie labbra si contrassero in un dolce sorriso.

Tornai in camera mia per farmi una doccia e vestirmi, ignorando gli occhi curiosi che gli zotici intorno mi lanciavano lungo la strada. L’odio e il dispiacere nei loro occhi non mi davano fastidio come prima.

Dopo essermi cambiato, andai nella sala da pranzo a fare colazione con mio fratello e i miei amici.  Mi avvicinai per salutare Pete, Arm e mio fratello, che era seduto con un cipiglio sul volto.

«Cosa c’è che non va?»  Mi avvicinai e mi sedetti accanto a mio fratello Chè. Si voltò immediatamente e mi guardò.

«Ieri sera sei sparito di nuovo.»

Tutti mi osservarono, così iniziai a sentirmi goffo e rigido. Mi guardai intorno e finsi di essere innocente, come se non avessi sentito quello che diceva.

Accidenti! Perché devi chiedere davanti a questi bastardi?!

«Uh! Odio Kim! Lo odio! Odio davvero Kim!» Chè sbatté ripetutamente il cucchiaio nella frittata.

«Cosa ha fatto?»  chiesi confuso. Chè si voltò e mi guardò negli occhi come se stesse per dire qualcosa, ma alla fine scelse di sigillare le labbra e sospirò. «Lo odio senza motivo!» Si alzò, prese il piatto con sé e uscì dalla sala da pranzo.

«Che cazzo è stato?» 

I miei occhi seguirono la sua figura che si allontanava, tutti gli altri fecero lo stesso ma si comportarono come se non stessero prestando attenzione. 

«Porsche, prendi qualcosa da mangiare. Ti piacerà il cibo.» disse Pol. Mi spostai leggermente per guardare i piatti sul tavolo, e sembrava che potessi davvero mangiare tutto. Che fine avevano fatto le verdure, dov’erano finite?

«Oh, questi sono i tuoi preferiti, vero? Se vuoi qualcosa, tutta la casa dovrà cambiare.» Socchiusi gli occhi verso il tavolo opposto. Avevo riflettuto su ciò che aveva detto quel bastardo e avevo capito che in effetti mi ero lamentato con Kinn del fatto che la scelta del cibo nella dispensa fossero verdure e tutto ciò che non mangiavo. Quindi mi ero attaccato al riso semplice e alla frittata finché la mia faccia non era sembrata un uovo strapazzato. Dopo pochi giorni erano iniziati i cambiamenti e quella mattina mi sembrava di mangiare molto di più dal tavolo. 

Non dirmi che Kinn ha chiesto al cuoco di cambiare il menù?

«La mattina abbaiare troppo presto mi farebbe male alla gola.» urlò leggermente il Arm.

«Eh? Che genere di cose fai? Sembri stanco e ottuso.» Qualcuno rispose e fischiò persino.

«Ci sono un sacco di posizioni, lo sai.» E se ne aggiunse un altro.

Il rumore di una mano che schiaffeggiava forte sul tavolo mise a tacere il crescente battibecco dei ragazzi. Non era da parte mia, ma di Pete. Si alzò, si voltò e li guardò. Anche Pol e Arm si alzarono, sospirai stancamente, guardando la situazione con le braccia incrociate contro il petto.

L’altro tavolo di fronte a noi finì rapidamente la colazione e pulì il tavolo in pochissimo tempo. Li guardammo finché il gruppo non portò fuori il culo dalla sala da pranzo.

«Dannazione! Pensavo di dover uccidere qualcuno.» Pol diede un calcio a una delle sedie dietro di noi.

«Non pensarci troppo. Possono andare a farsi fottere. Adesso mangia il tuo cibo.» disse Pete.

«Non ho più voglia di mangiare. Andiamo ad aspettare Tem e Jom fuori.»

Presi una bottiglia d’acqua e bevvi un sorso, afferrai alcuni cioccolatini e poi mi diressi verso il giardino. Accesi una sigaretta con una mano mentre l’altra tenevo i cioccolatini. Al primo tiro di sigaretta, Tem mi chiamò per dirmi che erano già davanti casa.

Jom era con Tem mentre quest’ultimo parcheggiava l’auto in garage. Mi sedetti al tavolo del giardino con le relazioni disposte sopra mentre li aspettavo. Pete salutò i miei amici e si sedette con noi per un po’.

«Ehi, devi aiutarci.» dissi.

Lui e i miei amici si erano avvicinati bevendo al bar nelle varie serate. Quando i tre si incontravano in quel modo, di solito si aiutavano a vicenda. Nonostante la differenza di età, potevano conversare come fanno i soliti amici e non c’era alcun imbarazzo per Pete.

Gli occhi delle altre guardie del corpo che ci guardavano erano pieni di disprezzo. Forse perché io avevo il privilegio di fare una cosa del genere e loro no.

Cosa posso fare? Il capo mi proibisce di uscire.

«Cosa stai facendo?»  Parlando del diavolo, Kinn arrivò subito.

«Signor Kinn, hai finito di mangiare?»  Pete si alzò velocemente dalla sedia e rimase rigido a lato con Arm e Pol finché Kinn agitò la mano, facendo loro cenno di rilassarsi.

«Ciao.» Jom alzò le mani mentre rendeva omaggio a Kim.

«Ciao. Arm, porta anche dell’acqua fredda e qualcosa da sgranocchiare.»

Socchiusi gli occhi verso Kinn mentre prendeva una sedia e si sedeva accanto a me.

Sono solo miei amici, non tuoi. Perché devi fare così?

«Sì, signor Kinn.» Arm se ne andò bruscamente.

«Ugh, non è necessario. Faremo in fretta e poi ce ne andremo. Non vogliamo disturbare a lungo.» disse Tem in fretta. Vidi Kinn voltarsi e le sue labbra si contrassero fastidiosamente. Seguendo il suo sguardo, guardai Tem alle mie spalle, quindi spostai un po’ la mia sedia per bloccare in qualche modo la sua visuale ed evitare di osservare il mio migliore amico che aveva chiamato ‘carino’ l’altro giorno. La cosa mi aveva irragionevolmente infastidito.

«Va tutto bene. Rimani tutto il tempo che vuoi. Anche tu sei mio amico, quindi sei sempre il benvenuto qui.»

Amico? Tuo amico?

Parlò così educatamente da sembrare inquietante.

Anche io sono dannato, ma non posso lasciarlo andare. Questo bastardo bifronte! Ti odio!

«Ahh… Ok.» Tem guardò Kinn, poi continuò a ritagliare la carta che avremmo usato per completare il progetto.

«Smettila di darmi sui nervi!» sussurrai. Non credevo di averlo detto ad alta voce, ma Kinn mi guardò con un sorriso sciocco.

«Perché? È carino.» disse Kinn serio. Non sapevo perché sentii la frustrazione salire all’improvviso. Volevo prendere le forbici e tagliargli la testa. Grugnii finché lui ridacchiò piano.

«Hai già mangiato?» mi chiese, e io lo guardai di traverso.

«Ignorami… Ok, continua.»

Cercai di ignorarlo con tutte le mie forze, ma allungò la mano per sfiorarmi le labbra, afferrando il mio viso e giocando con le mie guance.

«Dannazione, Kinn!» Lo allontanai, ma lui mise rapidamente l’altra mano sulla mia testa e mi accarezzò delicatamente i capelli.

«Stai fermo… Bene…» Lo trovava divertente, ma cercai di dargli un calcio nello stinco.

«Non toccarmi, bastardo!» Ma più lo insultavo, più si allungava e mi strizzava la guancia. Le mie labbra si incresparono in una linea sottile e frettolosamente mi scostai di nuovo dalla sua mano. Mi ero così concentrato su Kinn da dimenticarmi dei miei amici al tavolo.  

«Ugh…Come possiamo incollarlo?» 

Come una stregoneria, la voce di Tem separò Kinn e me. Mi guardai  intorno e trovai otto paia di occhi che ci fissavano. Si fermarono per un po’ prima di distogliere lo sguardo tornando a far finta di fare quello che stavano facendo.

«Lui, lui, lui…» La risata di Kinn proveniva dal profondo della sua gola mentre si sedeva comodamente contro la sedia con le braccia incrociate.

Mi voltai verso di lui e mimai un ‘vaffanculo’, poi continuai a fare il mio progetto.

Dopo un po’ Arm tornò portando un grande vassoio di cose da mangiare e lo mise sul tavolo. Tutti mangiavano tranne Kinn, che si sedette vicino a me, dandomi da mangiare. 

Di tanto in tanto mi prendeva in giro, mi toccava il braccio, mi massaggiava dolcemente il collo, mi prendeva per la vita e mi accarezzava le gambe con le dita, cosa che mi faceva sobbalzare per la sorpresa. 

Cosa c’è di sbagliato nel fatto che questo bastardo sia così permaloso all’improvviso?

«Non hai altro da fare?»  Mi girai per insultarlo quando non sopportavo più i suoi gesti.

«Stavo aspettando i miei amici.» disse mentre cercava di darmi da mangiare un biscotto.

«Ugh, allora vai ad aspettare da qualche altra parte. Non sei il benvenuto qui.» dissi severamente mentre masticavo il biscotto. Non ero lì per lavorare e nemmeno per farmi distrarre da qualcuno. 

«È casa mia. Posso aspettare dove voglio.» disse, mi guardò con aria compiaciuta, e pensai che se non se ne fosse andato, l’avrei fatto io. Così mi alzai e cercai di mettermi tra Pol e Pete. 

«Spostatevi.» Diedi loro una gomitata, alternarono lo sguardo da me a Kinn e poi di nuovo su di me. «Spostatevi dal cazzo. Mi siedo qui.» Con un tono di autorità, dissi di nuovo facendoli muovere per darmi spazio. Tem sollevò il piatto di biscotti e lo porse a Jom.

«Sei già pieno?» chiese Jom prima di prendere un biscotto e mangiarlo. Tem mi guardò. La sua espressione era illeggibile.

«Oh, ciao! Ci siete anche voi, ragazzi!» Tae si avvicinò a noi e ci salutò allegramente. Tutti alzarono le mani per rendere omaggio ai nuovi arrivati, compresi Time e Mew. Non li odiavo, ma non mi piacevano neanche.

«Ciao.»

«Lo facciamo qui?»  chiese Mew, lasciando cadere un quaderno sul tavolo. Mentre seguivo le sue azioni, mi resi conto che stavano per fare anche loro alcuni rapporti.

«Sì, proprio qui.» Kinn rispose, quindi Arm si affrettò a sistemare il tavolo e aggiunse altre sedie per far sedere i suoi amici.

«Stai facendo anche tu il rapporto?»  sussurrò Tae a Tem, che annuì in risposta. Tae poi si rivolse a tutti al tavolo e disse: «Quindi oggi, dopo aver finito questo rapporto, andiamo a  mangiare qualcosa.»

«Sì, ma prima di pensare ad altro, facciamolo.» disse Mew e si voltò verso il quaderno sul tavolo. Anche io tornai ai miei appunti, ma non riuscivo a concentrarmi perché Kinn mi stava guardando dall’altra parte del tavolo.

‘Cosa stai guardando?’ chiesi mimando le parole, senza emettere un suono. Kinn non rispose e si limitò a scrollare le spalle.

«Questo rapporto finirà presto?»  Kinn chiese dal nulla e l’intero tavolo si voltò a guardarlo.

«Ugh, finiremo presto. Faremo in fretta così possiamo andarcene velocemente.» rispose Jom piuttosto rigidamente.

«Ehi, non ti sto cacciando via. Ho solo chiesto. Così, dopo che il rapporto sarà finito, usciamo a bere qualcosa.»

Il bastardo Jom mi lanciò un’occhiata, con un’aria imbarazzata, sembrava più teso di quando era arrivato.

«Ugh Porsche, che ne dici?»  mi chiese Tem esitante. Fissai Kinn, ma lui mi sorrise nel modo più inquietante che possedeva per irritarmi.

«Tem, dove vuoi andare?» Kinn chiese direttamente a Tem che se avesse potuto avrebbe cercato di rimpicciolirsi sulla sedia, poi si girò verso di me.

«Eh, in cosa mi sono cacciato?» Tem parlò a bassa voce.

«Uffa, Kinn.» Time interruppe Kinn e l’intero tavolo lo guardò. Stava premendo qualcosa sul telefono, alzò la testa e chiese piano a Kinn. «Hai già visto il nuovo drama di Nong Marsh?» 

Mi accigliai alla domanda del suo amico, che anche se detta a bassa voce arrivò al mio orecchio. Kinn fu immediatamente preso dal panico e fissò Time contrariato.

«Cosa intendi?» chiese Kinn. La sua espressione era illeggibile.

«Marsh. Il nuovo drama è andato in onda, e lui è l’attore protagonista. Sembra carino, mi sono appassionato.» Time tenne lo schermo davanti a Kinn, e quest’ultimo si tese ancora di più.

«Di cosa stai parlando?» Tae spinse il gomito di Time e guardò alternativamente Kinn e me. Ma la persona accanto a lui sembrava all’oscuro della crescente tensione nell’aria.

«Oh, non lo conosci? È quello che Kinn ha detto essere il migliore tra i suoi ragazzi.»

Mi irrigidii alle sue parole. Il mio cuore si contrasse all’istante e sensazioni inspiegabili iniziarono a esplodere dentro di me.

«Di che cazzo stai parlando? Chiudi la bocca!» Tae afferrò il collo del suo ragazzo e gli schiaffeggiò la bocca un paio di volte.

«Oh che dia… Stavo vedendo i feed di Facebook ed ho trovato questo. Ehi!» Time gridò più forte mentre Kinn allungava la mano per prendere il bicchiere d’acqua da bere. Il suo viso era solenne.

Per quanto mi riguardava, i sentimenti che aveva iniziato ad accumularsi nel mio petto turbinavano costantemente facendomi girare la testa.

Perché mi sento così male?

Mentre la speculazione su Tawan aleggiava ancora nella mia mente, ecco che arrivava il ragazzo precedente di nome Marsh. E si diceva che fosse anche il migliore a letto con cui aveva dormito!

Perché mi sembra che più lo conosco, più mi faccio male?

Sia il mio cuore che il mio orgoglio soffrivano, così decisi di lasciare il tavolo. Volevo colpire qualcuno!

«Scusa, vado in bagno.» dissi a Tem, e il bastardo mi guardò preoccupato.

Dovevo liberare la mia mente. Anche se non volevo ammetterlo, i sentimenti dentro di me indicavano solo una cosa: ero fottutamente geloso!

Entrai in casa, tornai nella mia camera da letto ed andai in bagno. Spruzzandomi dell’acqua fredda in faccia, pensai a Tawan e Marsh. Dovevo rafforzare il mio cuore se dovevo accettare di aver sviluppato dei sentimenti più profondi per quel bastardo di Kinn. I sentimenti erano cresciuti così tanto che a volte il mio cuore smetteva di funzionare e tutto quello che mi interessava era Kinn. Sapevo che era folle, ma tendevo a dimenticare tutto quello che c’era intorno a me per concentrarmi solo su di lui. 

Il dolore e la confusione di questa esperienza cominciarono a svanire a poco a poco. Sostituito da un’altra sensazione, qualcosa di più profondo che mi aveva fatto provare quelle sensazioni di formicolio allo stomaco. Come se una colonia di formiche avesse iniziato a stabilirvisi. Era molto più che lussuria, ne ero sicuro.

Non mi piace neanche un po’ questa versione di me. È come se fossi troppo attaccato a Kinn che comincio a provare invidia per i suoi amanti passati! Non dovrei provare questi sentimenti, giusto? Non dovrei sentirmi così! Quindi, come posso affrontare la cosa?

«Stai bene?»  Non appena uscii dalla stanza, la voce di Kinn mi fece trasalire. Rimase appoggiato alla porta con le braccia incrociate, mi aspettava.

«Che cosa?»  chiesi brevemente, facendo del mio meglio per non voltarmi verso di lui e incontrare i suoi occhi.

«Finirò il rapporto in fretta e poi ti porterò fuori a mangiare.» Mi mise una mano sulla testa e mi arruffò i capelli.

«Non ho intenzione di venire.» Mi scostai e lo guardai di traverso, non ero dell’umore.

«Non dirmi che stai pensando a quello che ha detto Time?»  Cercò di bloccarmi dal collo mettendomi il braccio intorno, ma io mi allontanai immediatamente guardando a destra e a manca, temendo che qualcuno potesse vederci. Kinn era stato piuttosto senza riserve in quei giorni, accidenti!

Non è preoccupato per gli occhi che potrebbero vederci?

«Non sto pensando troppo, lasciami andare.» Lo spinsi via in fretta, ma lui resistette e mi costrinse a piegarmi velocemente fino a… successe tutto così in fretta.

Mi baciò la guancia e si allontanò rapidamente, cosa che mi lasciò sbalordito. Spinsi ancora una volta il suo petto e la sua faccia via da me. Il mio cuore batteva freneticamente e il mio viso era agitato per lo shock.

Come poteva osare fare una cosa del genere nei corridoi? Beh, non c’è nessuno in giro, ma comunque!

«Cosa stai facendo?!» gli urlai contro.

«Umm. Che c’è di sbagliato in questo?»  Sorrise.

«Cosa fai?!»

«Beh, sei geloso.»

Chiusi gli occhi in silenzio irritato da quelle parole, prima di prendere un profondo sospiro.

«Che cazzo stai dicendo? Chi diavolo sei tu per farmi ingelosire?» Continuai a trattenere quello che volevo dire e deglutii a fatica per togliermi il groppo alla gola. Sapevo che mi sentivo proprio come aveva detto, ma non avevo intenzione di dirlo a lui o a nessuno. Stava mettendo in chiaro che anche lui era preso da me in base alle sue azioni, ma non ero sicuro che fosse abbastanza per far sentire il mio cuore a suo agio.

Kinn tacque e mi guardò inarcando le sopracciglia. Ero ancora più frustrato, così camminai ed uscii in giardino. Dal momento che non avevo detto nulla, avevo scelto di lasciarlo lì e di impedire alla mia mente di vagare ulteriormente.

Tornai indietro per riprendere il progetto senza parlare con nessuno, e nessuno osò chiedere niente. Dopo un po’, Kinn tornò al suo posto e non avevo idea di che espressione avesse mentre tenevo la testa china per tutto il progetto. Ci volle quasi tutto il giorno.

Al tavolo si parlava e si giocava come al solito. Pete, Arm e Pol gironzolavano cercando di scherzare con me, ma non ero dell’umore giusto per giocare con nessuno.

Dannazione! Non ha per niente senso. Mi hai scosso così tanto prima? O mi stavi solo prendendo in giro, Kinn?

Quando calò la sera e le relazioni erano state fatte, Tae invitò tutti ad andare a cenare fuori. Tem finse di rifiutare, ma Jom ci trascinò entrambi ad andare con la scusa che era stressato dal progetto e aveva bisogno di un po’ di alcool per liberarsi. In realtà voleva solo mangiare gratis. 

Naturalmente, quando la notizia del fatto che saremmo andati al club raggiunse le guardie, venimmo seguiti dal gruppetto, incluso Tankhun.

Ché voleva venire con noi, ma era minorenne quindi doveva aspettare. Kim però venne a prenderlo e, mentre trascinava mio fratello in casa, li vidi parlare. Kim lo aveva invitato a giocare con un gioco appena acquistato. Li guardai incredulo, ma mi sentii felice che mio fratello non dovesse sentirsi escluso perché le persone lì gli volevano molto bene. Non doveva pensarci troppo, quindi. 

Dopo la cena, Kinn pagò e portammo il gruppo nel locale di Jaye Jade. Ci fu un leggero caos quando Tae volle sedersi al bar di lusso, ma Khun voleva ballare. E chi poteva discutere con lui? Non importava da dove venivi, quel bastardo ti avrebbe sconfitto. Il suo modo di vestire era troppo strano ed i locali di lusso sicuramente non l’avrebbero fatto entrare. 

Alla fine finimmo nello stesso posto. Dove il ragazzo che avrebbe dovuto essere lasciato fuori, raccolse l’attenzione della folla. 

«Ciao! Benvenuti! Mettetevi comodi, ho sistemato un tavolo VIP con tutte le bevande preparate. Per favore, venite.» Jade ci accompagnò verso il tavolo che avevo prenotato in precedenza. Era in una sala VIP che era stata preparata in modo ordinato.

C’erano solo pochi clienti a quel punto e la musica era solo di sottofondo perché la band non era ancora salita sul palco. 

Li feci sedere al tavolo poi andai a salutare i miei conoscenti, sia dipendenti che clienti. Naturalmente, non appena tutti videro la mia faccia, bere gratis per me era scontato. 

«Ho perso la vista. Da giorni stavo aspettando di vederti!»

Rivolsi un sorriso professionale al cliente il cui viso era familiare ma non riuscivo a ricordare il nome. Alzai subito il mio bicchiere di liquore. Dopo una breve chiacchierata, gli altri membri dello staff vennero a sedersi accanto a me al bancone.

«Ehi, che bel lavoro hai? Condividilo con noi.»

Il personale del club mi circondò mentre preparavano i migliori cocktail e poi parlammo come se non ci fosse un domani. Comunque non ci vedevamo da molto tempo.

«Il locale è affollato in questi giorni?»  chiesi.

«Bevi anche questo bicchiere. Mi è appena venuta in mente una nuova ricetta.» Il barista del locale mi ha passato un altro bicchiere che non avevo idea di quanto sarebbe costato, ma trangugiai tutto. I clienti erano così generosi da offrirmeli.

«Accidenti, mi fai ubriacare così presto la sera?» dissi mentre ingoiavo un altro bicchierino.

«Guardati come risplendi. È successo qualcosa di buono? I soldi sono tanti, vero? Portaci con te. Anche noi vogliamo lavorare così.»

Rimasi sbalordito nel sentire le loro parole. Non erano i primi a dirmelo così. Anche Jom e Tem me lo avevano detto, che brillavo. Nonostante i problemi che avevo dovuto affrontare, perché diavolo la mia carnagione sembrava più luminosa? Come mai?

«Che cosa state qui a lamentarvi? Andate al lavoro, i clienti stanno chiamando!» Jade urlò causando la frenesia dei lavoratori che si sono alzati in fretta, raccogliendo le loro cose e disperdendosi in direzioni diverse. Sorrisi nel guardarli, sbuffando mentre mi sedevo sullo sgabello.

«Hey ragazzi.»

I bastardi di Tem e Jom si avvicinarono con in mano un bicchiere di vino e si sedettero accanto a me. Guardai oltre la loro schiena e vidi gli occhi di Kinn che mi fissavano così mi voltai subito.

«Hai litigato con Kinn?» Jom mi abbracciò per le spalle poi si voltò per salutare il personale che conosceva già in precedenza.

«No.» risposi.

«Porsche, non c’è niente di cui io e te non abbiamo parlato vero? Vedo che lo stai evitando.» Tem disse.

«Voi ragazzi state immaginando le cose.» Tirai un enorme sospiro di sollievo. Almeno i miei amici erano preoccupati per me. Se avessero saputo dove stavamo andando Kinn ed io, sarebbero stati ancora in grado di accettarlo?

«Io sono tuo amico.» Rispose contrariato mentre buttava giù un bicchierino di liquore. Gli lanciai un’occhiata.

«Devo ammettere che non voglio credere a ciò che vedo. È confuso.» Il suo viso impallidì.

Non volevo tenere loro nascosta una cosa così a lungo, ma sembrava che le persone intorno a me sapessero già, quindi non avevo molta scelta.  

«Ma non devi preoccuparti, lo sai.» Aggiunse in fretta.

«Non ho niente a che fare con lui.» dissi dolcemente mentre Jom e Tem si guardarono.

«Allora, cosa c’è tra te e Kinn?»  chiese Jom senza mezzi termini.

«Posso avere un altro bicchiere?» restai in silenzio prima di dire al barista di prepararmi un altro bicchiere di liquore.

«Se è lo stesso cocktail, lo preparo io.» Il barista sorrise e preparò in fretta la bevanda per me.

«Allora, cosa fai con lui?»  chiese Jom impaziente. Rimasi in silenzio per un momento, non sapendo cosa dire o fare.

«Hmm… chi attacca e chi riceve?»  Dal mio silenzio, avrebbero dovuto indovinare, quindi il fottuto Jom chiese di nuovo. Tem si rivolse a Jom con durezza e lo avvertì di aver detto qualcosa di proibito.

Pensai intensamente mentre ingoiavo una palla di saliva in gola. Anche se non l’avevano chiesto, sapevo che avevano già un’idea di cosa stesse succedendo. Erano miei amici e avrei dovuto dire loro la verità, giusto?

«Io attacco.» dissi piano. Sapevo che potevano accettarlo, ma mentire era la mia unica scelta. Dovevo almeno salvare il mio orgoglio.

«Stai zitto! Davvero? Kinn… ehi ehi ehi… Ho bisogno di guardare di nuovo Kinn. Dannazione! Non potrò guardarlo di nuovo allo stesso modo.» Tem rimase scioccato e Jom con lui. Annuii leggermente per dare ai miei amici più fiducia che quello che stavo dicendo era vero.

«Anch’io all’inizio ero confuso su chi stesse sopra e chi sotto. Ah, avevo ragione. Vedi? Te l’avevo già detto che Porsche è decisamente aggressivo.» Jom disse con orgoglio anche se ovviamente era scioccato dalla rivelazione. Questo però dimostrava che se anche mi conoscevano da molto tempo, mi avevano rispettando non chiedendo subito. 

«Cosa posso fare? Non posso guardare Kinn di nuovo allo stesso modo.» Tem sbottò. Di tanto in tanto, lanciava un’occhiata a Kinn al tavolo e io alzavo un nuovo bicchiere di alcool che il barista mi offriva. Segretamente mi sentivo un po’ orgoglioso di me stesso. Anche se all’inizio ero indignato, essere in grado di dipingere su Kinn in quel modo mi faceva sentire bene in qualche modo.

«Quindi in breve, vi va bene?» chiesi ancora una volta solo per essere sicuro. 

Improvvisamente ero passato dall’essere un Casanova al piacere di un uomo. Certo, ci potevano essere persone intorno a me che non avrebbero potuto accettare cose del genere.

«Beh, è ​​accettabile. Non c’è dubbio che gli piaci. Ci sta proprio provando… sì, ammettiamolo. È normale. E riguardo alle parole di Time, non pensarci troppo. Deve prendere in giro l’altro, lo fanno sempre giusto?»  Tem doveva aver letto la situazione così da confortarmi. Ero più arrabbiato con me stesso per essere stato così trasparente, le persone intorno a me lo avevano capito facilmente.

«Sono così ovvio?» chiesi.

«Un po’. Hai messo il muso come se fossi quello sotto. Se stai in alto, dovresti essere un po’ discreto.» Tem strinse gli occhi verso di me e sorrise maliziosamente. Mi affrettai a guardarmi intorno, ispezionando il locale, temendo che qualcuno potesse averci sentito, ma all’improvviso la voce di Jade risuonò nel mezzo del nostro gruppo.

«Chi sta attaccando e chi sta prendendo?» 

Sentii quasi immediatamente la pelle d’oca correre lungo il mio corpo. Ero fottuto! Anche i miei amici scossero vigorosamente la testa.

«Niente Jade.»

«Cosa? L’ho sentito. Porsche attacca chi? Non dirmelo, Porsche… dannazione! I tuoi gusti sono cambiati?»  Jade si mise una mano sulla bocca scioccata e io diventai più pallido. 

Oggi è un giorno di apertura? Perché le persone intorno a me iniziano a percepire la cosa che sto cercando così tanto di nascondere?

«No Jade, non è niente.»

Anche se l’avessi rivelato ai miei amici, il mio cuore non era ancora preparato al fatto che altre persone lo sapessero.

«L’ho sentito con entrambe le orecchie.» Jade spostò una sedia e si sedette accanto a Tem.

«Jade, i clienti stanno chiamando.» Tem cercò di distrarla.

«Non ingannarmi. L’ho appena beccato a fare di qualcuno sua moglie.»

Il bastardo non poté far altro che tenere la bocca chiusa, prendendo qualcosa da bere. 

«Non è niente.» sbottai.

Questo non va bene.

«Va bene se non vuoi dirmelo. Ma se c’è qualcosa in cui posso aiutarti, vieni a da me. Puoi fidarti di me come maestra nel legare gli uomini a letto.» Tem guardò Jade incredulo.

«Sto dicendo la verità. A letto, sono io che comando. Ho una tecnica tutta mia che rende gli uomini così dipendenti da me.»

Tutti socchiudemmo gli occhi su di lei, Jade sembrava una figura tosta, ma era vero che c’erano sempre uomini che cercavano di visitare il locale quasi ogni giorno. Ad esempio, avevo visto un bel giovane uscire dall’ufficio poco prima.

«Come?» Tem chiese dal nulla.

«Oh, anche Tem è curioso? Sento anche il tuo odore… oppure, Porsche sta sopra e tu sotto?» 

Entrambi scuotemmo vigorosamente la testa. L’idea era disgustosa così com’era, avrei preferito mangiare vermi e morire!

«Beh, visto che ne hai parlato, finiamola. Dicci cosa sai Jade.» dissi a voce piuttosto alta per nascondere la mia crescente ansia sull’argomento. Mi rivolsi a Tem che sembrava molto interessato, il che mi sorprese. Non volevo essere paranoico e tutto il resto, ma avevo iniziato ad avere dubbi anche su di lui. Sembrava avere anche un’aura ‘gay’.

«Oh, posso dirti una cosa o due.»

Non avevo idea del motivo per cui stavo ascoltando attentamente Jade.

«Se sei il top, è fantastico. È facile trovare qualcosa che entusiasmi i nostri partner. Ma se sei il bottom, non puoi semplicemente restare lì come una verdura cotta. Dovresti imparare a dominare, non solo a farti dominare tutto il tempo. Dovrebbe essere un gioco di ruolo a due vie. Non lasciare che il tuo partner prenda l’iniziativa e ti lasci in disparte.»

Tem e io diventammo completamente silenziosi. Quanto a Jom, sembrava sul punto di morire per la vergogna ascoltando quella storia. 

«Allora, qual è il prossimo?» Non sapevo cosa mi avesse fatto parlare così. Sapendo cosa intendevo, Jade sorrise e rise di me, così alzai in fretta un bicchiere di liquore per berlo e alleviare il mio imbarazzo.

«Perché, ci hai detto che sei attivo?» disse Jade con un sorriso.

«Io sono attivo! Dimmi di più.» dissi con impazienza. Mi resi conto che più parlavo, più svelavo la verità.

«Sono sorpresa. Ma non importa come finisci, come uomo lo sai…»

«Ho detto che sono l’attivo, e sono l’attivo. Ti dirò i dettagli più tardi.» risposi frettolosamente.

«Ma dai, fattene una ragione come tutti noi! Ognuno deve avere il suo metodo personale per attirare l’attenzione degli attivi. Più gli piace flirtare più dobbiamo fare in modo che perdano la testa per noi, così tanto da non permettergli di guardarsi intorno. Qualche giochetto manipolatore che faccia in modo che loro facciano quello che desideriamo, non bisogna mai lasciare che prendano sempre il controllo della situazione. Se sono troppo convinti di averci sotto il loro controllo, la situazione diventa difficile da gestire.»

«Per esempio?» Tem aggrottò le sopracciglia, Jade sporse la testa in avanti e ci fece segno di avvicinarci per ascoltare più attentamente, poi sussurrò così che solo noi tre potessimo sentire. Jom invece, spostò la sua attenzione su delle ragazze lì vicino, alzandosi per andare a ballare con loro invece di ascoltare la nostra conversazione.

Tem ed io rimanemmo un po’ interdetti da quello che Jade aveva detto. Raddrizzai la schiena e, con mani tremanti, cercai di calmare il cuore pulsante e cercai di assumere un’espressione normale.

Era assurdo!

Pete venne verso il bar per riportarci al nostro tavolo nell’area VIP con la scusa che quel bastardo di Kinn era annoiato e voleva che gli facessi un cocktail. Guardai il bastardo con sguardo feroce e sentii la familiare stretta al petto.

«Non credo che tu sia il top.» Tem sussurrò al mio orecchio mentre si sedevi di fianco a me.

«Quindi, chi stai frequentando?» chiesi a mia volta, ma lui distolse lo sguardo, con fare innocente. Spostai la mia attenzione al tavolo, Kinn mi guardò con sguardo provocatorio ma non me ne poteva fregare di meno; ero ancora infastidito dal fatto che venivo sconvolto ogni volta che il mio sguardo si posava su di lui.

«Mentre aspettiamo la band, facciamo un gioco.» Suggerì Pete, eravamo ancora ad inizio serata e c’era una melodia rilassante di sottofondo, tutti annuirono alla proposta.

«Gioco…Gioco. Voglio giocare!» disse il Khun, porgendomi un bicchiere con del liquore.

«È da tanto tempo che volevo fare questo gioco, l’ho visto fare nelle serie tv. Si chiama ‘Non ho mai…»

Tutto il gruppo stava ascoltando attentamente, tranne me e Kinn che eravamo seduti al lato opposto del tavolo. I nostri sguardi erano fissi su quelli dell’altro come se ci stessimo sfidando a braccio di ferro, il primo che avesse distolto lo sguardo, avrebbe perso.

Che problemi ha? Dovrei essere io quello arrabbiato, non il contrario.

«Oh, ho sentito parlare anch’io di quel gioco, i giocatori devono fare a turno uno alla volta e quando tocca a loro devono dire ‘Non ho mai…’ seguito da qualcosa che non hanno mai fatto. Quelli del cerchio che hanno fatto la cosa detta dovranno bere.» Time spiegò le regole.

«Oh, allora hai un cervello, ahn.» Tae disse scherzosamente lanciandogli del ghiaccio.

«Ok, giochiamo.» disse Pete che dirigeva il gioco, poi mise un bicchiere di fronte ad ogni giocatore.

«Non ho voglia di giocare.» disse Kinn mentre continuava a fissarmi.

«Anche io.» dissi, quel gioco non prometteva nulla di buono.

«Devono partecipare tutti. A chi si tira indietro verrà ordinato di accucciarsi in un angolo.» Khun sentenziò con fare testardo mentre lo guardavo esasperato. 

Sono il capo delle guardie, sono coraggioso e impartisco ordini, che cazzo!

Alla fine, tutti accettarono di giocare altrimenti lo scimmione avrebbe fatto un casino assurdo.

«Quelli che non vogliono giocare devono avere un sacco di segreti da nascondere.» Il piccolo scimmione disse socchiudendo gli occhi nella mia direzione.

«Ok, facciamolo!» Ero troppo pigro per spiegare ancora quindi accettai e basta. Kinn stesso alzò l’angolo della bocca, guardandomi con fare malizioso.

«Inizio io.» Tae alzò la mano e prese un bicchiere.

«Non ho mai tradito il mio ragazzo.» Finì di parlare e nel gruppo vennero scambiati sguardi increduli, nessuno osò prendere in mano il bicchiere.

«Questo gioco richiede onestà. Chi non dice la verità sarà…» disse Time.

«Sarà inseguito da un fantasma, mettiamola così.» continuò Kinn.

«Assolutamente! Ed un augurio di disfunzione sessuale.» Tae accettò poi si voltò a fissare il suo ragazzo e Time sospirò pesantemente.

«Sì, va bene. Ma è una vecchia storia, non tirarla fuori.» Indicò Tae e sollevò il bicchierino, poi bevve l’intero contenuto. Ma il resto del gruppo non fece lo stesso, quindi il gioco continuò.

«È il mio turno.» Tem alzò la mano. Tutti guardarono avanti e ascoltarono.

«Non ho mai avuto un ragazzo.»

L’intero tavolo era un po’ confuso, ma il bastardo iniziò ad accigliarsi. C’erano alcuni che bevevano come Tae, Time e Kinn. Rimasi un po’ scioccato e il nome Tawan mi balzò in testa. Probabilmente si riferiva a quella persona.

«Il mio turno.» Pete alzò la mano. Kinn e io ci voltammo subito voltati dall’altra parte. I suoi occhi indicavano chiaramente che noi due eravamo stati presi di mira. «Non ho mai fatto sesso con un uomo.»

L’intero tavolo cominciò a muoversi sui propri posti. Mi voltai a guardare Tem e Jom con un viso pallido. Entrambi fecero un cenno con la testa verso il bicchiere come per dirmi di bere, ma io scossi la testa.

«Fanculo i fantasmi.» disse Kinn. Lo sbirciai e vidi come aveva svuotato il bicchierino. Lo stesso avevano fatto Tae e Time. 

Mi raddrizzai e mi sedetti comodamente. Non avevo intenzione di prendere in mano il bicchiere di liquore. Diciamo solo che non avevo sentito la domanda perché il mio orecchio era distratto dalla musica. 

«Codardo.» Jom sussurrò ridendo e io mi comportai anche di più da innocente.

«Ehi, queste domande sono sospette.» disse Tankhun. Poi il gioco si spostò su Pol che indicò se stesso.

«Devo giocare anche io?»  chiese Pol confusamente. Anche le tre o quattro guardie del corpo sedute nell’angolo sembravano perplesse.

«Gioca, non dirmi che hai pensato di saltare il turno.» urlò il signor Khun.

«Va bene, non c’è niente che possiamo bere comunque.» Pol rispose con indifferenza.

«Gioca!!!» gridò il bastardo.

«Sì, non ho mai…» Pol rifletté per un po’ poi disse: «Non mi è mai piaciuto qualcuno di questo gruppo.»

Chiusi gli occhi, sospirai in contemplazione prima di rivolgere lo sguardo verso Kinn che si fermò un momento prima di alzare il bicchiere per bere. Non sapevo perché le mie labbra si contrassero e si sollevarono in un sorriso, ma poi esitai nel chiedermi se avessi dovuto bere anche io o meno. In realtà, la domanda era in generale. Potrebbe significare come se fosse una cosa in amicizia, giusto? Avrei dovuto bere anche io? Il fantasma sarebbe venuto a darmi la caccia se avessi detto che le mie orecchie erano di nuovo sovrastate dalla musica? Quindi non potevo usare la scusa di essere diventato accidentalmente sordo per la seconda volta.

Alzai il bicchierino e bevvi il più velocemente possibile. Potevo sentire gli occhi su di me, ma li ignorai. Perché mi ero comportato come una vergine terrorizzata? Mi spostai per sedermi comodamente sulla sedia come prima.

«Sono vicino a Pol.» Arm disse. «Non ho mai fatto niente con nessuno di questo gruppo.»

Il mio respiro vacillò per un momento. Guardai Arm che ridacchiò allegramente. 

Fanculo questo bastardo! 

Digrignai i denti irritato. Pensavo di aver indovinato male, la vittima di quel gioco ero io. Kinn emise un gemito implorante prima di prendere il bicchiere e bere. Ma quel gesto scioccò tutti coloro che si erano concentrati su di lui. Aveva bevuto il bicchiere con la faccia da poker.

«Aspetta… bastardo! Tu.. cosa… con chi? Dove e come?»  Tankhun scoppiò sorpreso. Kinn non era affatto infastidito dalle domande e rimase calmo, quindi usò il momento per alzare e bere un bicchierino, pensando che nessuno se ne sarebbe accorto.

«Non ho fatto niente con nessuno. Ma le domande sono confuse, e ne ho approfittato per bere vodka!»

Tutti tirano un sospiro di sollievo. Probabilmente non c’era nessuno che metteva in dubbio le sue parole. Ma poi Kinn guardò il bicchiere davanti a me e vide che era vuoto. Lentamente, i nostri occhi si incontrarono e lui sorrise soddisfatto.

«Oh, è il tuo turno.» Pete fece scivolare il bicchierino davanti al signor Khun.

«Hmm.. Non ho mai mangiato cibo per cani.» E poi bevve il suo bicchiere sentendosi soddisfatto di se stesso. L’intero tavolo fece un’espressione disgustata ma nessuno osò alzare un bicchiere. Chi era abbastanza pazzo da mangiare cibo per cani? Dannazione!

«Okay, è abbastanza. La band dal vivo ha iniziato a suonare.» Time disse esausto e l’intero tavolo annuì in accordo. Poi si alternarono e bevvero il resto dei bicchierini di vodka rimanenti.

«Esco a fumare.» dissi a Tem che mi rispose con un cenno del capo. Intravidi Kinn che mi guardò con indifferenza mentre cercava di catturare un bastardo ubriaco dal ballare troppo, al punto che aveva rotto una bottiglia di liquore a terra. 

Accesi una sigaretta ed aspirai mentre mi appoggiavo al muro nello stesso vicolo dove avevo incontrato Kinn per la prima volta.

Pensai a quel giorno e risi. Se avessi saputo che mi sarei trovata in una situazione come quella, avrei lasciato che Kinn morisse dalle botte solo per non provare quei sentimenti confusi, tra l’altro. Ma avevo capito che se avessi potuto tornare indietro nel tempo, avrei fatto la stessa cosa. Avere lui nella mia vita non era andare contro i miei sentimenti, ma anzi, da quando avevo accettato che io…mi era piaciuto molto!

Sputai il fumo dalla bocca, emettendo un profondo sospiro. Mi appoggiai al muro per schiarirmi in qualche modo la mente. Non c’era niente nella mia testa in quel momento, tranne il bastardo Kinn. Aveva influenzato notevolmente le mie emozioni, al punto che avevo molto a cui pensare. Ero frustrato per la storia di quel pomeriggio, ma ora ero molto più sollevato quando aveva alzato il bicchierino alla domanda se gli piaceva qualcuno dei membri delle guardie, e i suoi occhi si erano accesi su di me. Avevo sentito un’improvvisa ondata di possessività che mi aveva fatto pensare che si riferisse a me e a nessun altro.

Sono io vero?

Era difficile accettare il fatto che mi ero innamorato di un ragazzo all’improvviso, ma cosa potevo fare? Non avrei più mentito a me stesso. Inoltre, era l’unica persona che mi faceva battere il cuore ogni volta che lo guardavo. A poco a poco, si era insinuato nei miei sensi e come un ladro nella notte, si era bloccato nella mia mente. Avevo capito che non potevo più tirarlo fuori.

Avevo cercato di impedire al mio cuore di pensare troppo, ma ogni giorno ci avvicinavamo sempre di più l’uno all’altro. Più mi trattenevo, più diventa difficile sfuggire alla corda della tentazione.

È confuso, scosso o si sente bene come me? Sono importante anche io per lui?

Era un’informazione significativa che continuava a infastidirmi.

«Sei ubriaco?»  La porta si aprì e ne uscì la sagoma di Kinn. Si alzò dritto e si fermò di fronte a me come un masso robusto.

«Non sono ubriaco.» dissi stropicciandomi gli occhi assonnato. Iniziai ad avere le vertigini,  ricordando gli innumerevoli bicchieri che mi avevano offerto non appena arrivato al locale.

«Il tuo fascino non ha limiti. Ho visto un tavolo laggiù che ti dava bicchieri di alcol senza sosta.» Kinn si infilò le mani in tasca e poi sospirò.

Ho appena sentito un pizzico di gelosia in questa frase?

«Non quanto te.» Aveva quasi tutte le ragazze del locale che lo guardavano e quella cosa non mi era sfuggita.

«Cosa? Non ho flirtato con nessuno ma tu, d’altra parte, hai continuato a sorridere mentre bevevi quei drink.» disse Kinn cupamente con il sopracciglio alzato e mi guardò ferocemente.

«Erano solo vecchi clienti del locale. Inoltre, chi flirterà con te? Hai già il tuo migliore amico, Marsh.»

Improvvisamente il mio cervello ebbe un piccolo malfunzionamento e portai l’attenzione sull’argomento di quel pomeriggio. Non era mia intenzione sembrare così meschino, ma alla fine mi era venuto fuori così.

«Cosa? Continua a parlare.» chiese prima che un enorme sorriso gli spezzasse le labbra a metà. La sua mano si allungò e mi afferrò la nuca, poi iniziò a giocare con i miei capelli.

«La persona che preferisco non è Marsh.» assottigliai gli occhi mentre Kinn sorrise perfidamente prima di chiedermi:  «Vuoi sapere chi è?» 

Il mio cuore iniziò a pulsare come un matto e dovevo ammetterlo, speravo che la risposta fossi io. Rimasi in silenzio fino a quando Kinn si chinò lentamente con la testa su di me e mi sussurrò all’orecchio.

«Beh, sei tu.»

Gli angoli delle mie labbra si contrassero in un sorriso trattenuto mentre il mio cuore precipitava in rapidi battiti. Finsi di rimanere in silenzio mentre spingevo il petto di Kinn più lontano da me. Anche se non c’era nessuno nel vicolo, sentivo che non era il posto giusto per fare una cosa del genere.

«Bastardo!» Lo insultai. 

È un maledetto civettuolo che dice cazzate, non ci cascare, Porsche!

«Eh, hai giocato proprio ora e hai mentito molto.» disse Kinn scherzosamente. Poi tirò fuori un pacchetto di sigarette e ne accese una. In realtà, ero abituato a vedere Kinn fumare, di tanto in tanto, usciva in balcone a fumare una sigaretta.

«Non volevo giocare.» dissi dolcemente. Mentre lo vedevo fumare il mio corpo iniziava a scaldarsi, come se il vapore stesse salendo dal profondo. Perché mi sentivo così caldo all’improvviso?

«Non hai paura di essere perseguitato dai fantasmi?» Kinn sorrise. La mia mente era piena, la rabbia era completamente scomparsa. Era bastata qualche parola e le sue attenzioni. Pensavo di essere ubriaco, quindi non avevo prestato attenzione a piccoli dettagli come quelli.

«Quale fantasma? Intendi tu?» gli chiesi.

«Il bugiardo è stato colpito dal fantasma.»

Allargai un sorriso. Non avevo idea di cosa mi avesse reso così audace nel rispondere alle provocazioni di Kinn.

«Ho dormito con te, chi è stato ingannato qui?»  sussurrai mentre mi appoggiavo alla sua spalla. Kinn fece una pausa. Il mio cuore batteva all’impazzata. Direi che ciò era dovuto comunque all’alcol, ma le parole di Jade continuavano a ripetersi nella mia testa.

Devi essere più aggressivo e avere meno controllo. Deve agire per essere…

«Dove vuoi essere perseguitato? In casa o in macchina?» Kinn chiese scherzosamente poi tirò fuori la sigaretta dalla bocca e si chinò per baciarmi sulla fronte. Mi aggrappai saldamente alla sua vita mentre lo tenevo a me. Prima di mordermi il labbro inferiore, riflettei a lungo su quello che stavo per dire. 

«Ti voglio…» mormorai in silenzio. Non ero sicuro che l’avesse sentito, ma Kinn rimase immobile per un po’. La mia testa sulla sua spalla cominciò a scivolare e inclinai il viso per appoggiarmi sul lato sinistro del suo petto. Sentii il suono del cuore di Kinn battere all’impazzata come il mio.

Almeno mi aveva fatto sentire un po’ a mio agio anche se le cose tra di noi non erano chiare. Ma essere in grado di intravedere i suoi sentimenti per me mi inviava un brivido di felicità che si espandeva in tutto il mio corpo.

«Kinn, possiamo andare a casa adesso?»  Alzai lo sguardo per guardarlo e Kinn ricambiò il sorriso mentre gettava il mozzicone di sigaretta a terra e poi mi tirava dolcemente.

«Nemmeno io sono dell’umore adatto per guidare, ma ho una questione molto urgente a portata di mano.» Si chinò e mi baciò dolcemente le labbra. Non c’era stata alcuna intrusione di alcun tipo, solo un tocco morbido delle sue labbra sulle mie e io annuii in accordo. Le vampate di calore mi invasero il viso mentre fissavo la schiena di Kinn mentre entrava per primo nel locale. Mi strofinai la faccia per la frustrazione, incapace di credere a quello che avevo appena fatto. Chi avrebbe mai pensato che avrei osato dire una cosa del genere?

Ugh, Jade! È tutta colpa tua! Cosa dovrei fare adesso? Che cosa ho fatto?

Seguii Kinn dopo un po’, salutai i miei amici che si stavano divertendo a ritmo di musica, Kinn diede istruzioni a Pete di prendersi cura di tutto il resto, nessuno osò chiedere come mai ce ne stessimo andando prima del previsto.

Era una buona cosa che Kinn fosse venuto con la sua macchina, così non avremmo dovuto disturbare nessuno.

Lungo il percorso verso casa, le parole di Jade continuarono a ronzarmi per la testa.

Quanto coraggio avrei dovuto avere per fare una cosa del genere? Maledizione!

Più ci avvicinavamo a casa, più mi sentivo stressato. Kinn continuò a parlare di cose senza senso ed ero abbastanza cosciente per rispondere ad alcune delle sue domande.

«Sei ubriaco?»  Quando Kinn entrò nella sua stanza, mi versò un po’ d’acqua in un bicchiere. Rimasi in piedi nel mezzo della stanza un po’ confuso per qualche momento.

Anche praticamente non ero ubriaco, le parole di Jade nella mia testa mi facevano sentire brillo, finchè non realizzai che Kinn era di fronte a me e mi porgeva il bicchiere.

«Uhm, un po’ stordito.»

Guardai il bicchiere d’acqua con fare pensieroso prima di lasciare andare ogni remora per fare un passo verso Kinn, appoggiando la testa sul suo petto. Potevo sentire i battiti rapidi del suo cuore che erano perfettamente sincronizzati con i miei.

«Che cosa stai facendo?» chiese Kinn prima di appoggiare il bicchiere sul tavolo per tenermi più stretto a sé, le sue dita sfiorarono i miei fianchi.

«Perché? Non ti piace?» dissi a voce bassa, avvicinando il mio viso al suo collo per inalare il suo aroma.

«Mi piace, mi piace così tanto da farmi tremare il cuore. I…Io non so come comportarmi.» Kinn sussurrò sporgendosi in avanti, il suo respiro caldo contro la mia nuca. Mi allontanai un po’ da lui in modo da potergli mettere le braccia intorno al collo, ora o mai più!

Prendi coraggio, Porsche!

«Temo che se fai così, non dormirai molto stanotte.» Kinn abbassò la testa e iniziò con un bacio sulla guancia; lasciai che facesse quello che voleva con me mentre cercavo di decidermi sul da farsi. Lo guardai e feci una richiesta che lo lasciò sorpreso.

«Canta una canzone per me.»

Davvero Porsche? È il modo migliore che ti è venuto in mente per distrarlo?

Volevo rimandare la cosa anche solo per qualche minuto, dovevo trovare il coraggio! Maledizione! La voce delirante di Kinn magari mi avrebbe aiutato a diminuire un po’ della mia eccitazione.

Più il top è aggressivo, più devi tenerlo in pugno, non fargli fare quello che vuole!

Le parole di Jade fluttuavano nella mia testa senza sosta. Più lo desideravo, più diventavo senza paura in merito alla cosa che Jade mi aveva suggerito di fare.  

Dannazione! Come dovrei farlo?

«Che canzone vorresti?» Kinn chiese sorridendo.

«Non lo so.» Lo fissai dolcemente negli occhi e gli chiesi di cantare cosa voleva.

«Hmm, che canzone è?» Kinn chiese scherzando ed io gli sorrisi.

« ♪ Come sei bello quando sei ubriaco… ma io non mi innamoro di una persona ubriaca… hmm … hmmm. ♪ » 

La canzone mi fece sorridere mentre Kinn mi conduceva lentamente in camera da letto. Ondeggiammo a ritmo finché non fummo entrambi in piedi al fondo del letto. Mi chinai in avanti e sussurrai dolcemente al suo orecchio: «È giusto?»

Il tono morbido che usai fece sì che Kinn mi spingesse sul letto piuttosto duramente. Le sue labbra si precipitarono su di me, il suo alito caldo intriso di alcol e di sigaretta circondava i miei sensi mentre rinvigoriva il mio umore. La sua lingua si tuffò nella mia bocca risvegliando istantaneamente il fuoco dentro di me. Aprii leggermente la bocca per dargli pieno accesso e sentii la punta della sua lingua scorrere lungo il mio interno guancia. Lussuriosamente mi prese e bevve dalle mie labbra come se fosse un bicchiere con della birra dentro. 

La mia lingua iniziò a fare qualche intrusione nella bocca di Kinn. Succhiai la sua, lo morsi e feci come mi piaceva. Prendevamo a vicenda la bocca dell’altro, era come un uragano. Nessuna esitazione. Era stato così distruttivo che i miei pensieri si erano fermati. Non avevo proprio pensieri. C’eravamo solo io, Kinn e il bacio strabiliante.

Lasciai andare tutte le mie inibizioni. Solo per quella sera, volevo lasciarmi andare e sfruttare al massimo quel momento. Ci mangiavamo a turno mentre inciampavo nello sbottonare la camicia di Kinn, sfilandola rudemente dal suo corpo. Il bisogno di mettere le mani su quella carne era insopportabile. Le mie mani vagavano appassionatamente lungo la parte superiore del suo petto, sentendo ogni muscolo muoversi al mio tocco.

«Uffa.» protestai dolcemente mentre Kinn mi mordeva leggermente la lingua. Ero nel punto massimo di ebollizione quando Kinn mi tolse con forza la maglietta e i pantaloni. Mi spogliai in pochissimo tempo. Le sue labbra iniziarono a percorrere il mio petto nudo, leccandomi il collo, mordendomi la mascella mentre faceva scorrere i denti lungo la parte posteriore dell’orecchio. Mi strappò un profondo sospiro.

Merda, non è quello che ho intenzione di fare.

«Kinn…» gemetti dolcemente il suo nome mentre inspirava profondamente dal mio collo, sembrava ossessionato da quello. Le mani di Kinn volarono verso il lato dei miei fianchi, impastarono, attraversarono la mia vita e pizzicarono all’interno delle mie cosce. Mi contorsi per l’entusiasmo, il suo tocco eccitava ogni terminazione nervosa del mio corpo. Con trepidazione mi sciolsi al suo tocco. L’effetto dell’alcol aumentò i miei sensi.

Che cazzo sta succedendo?

Kinn fece scivolare il viso dall’incavo del mio collo fino al mio petto. La sua lingua ardente lasciò fiamme lungo il sentiero, fino a raggiungere la punta dei miei capezzoli duri. Li leccò e li morse dolcemente, facendomi scuotere e mi torse il collo in preda al delirio. Perché era così fottutamente caldo? Mi morse ma non lo fermai, non avevo assolutamente intenzione di fermarlo.

«Ugh Kinn… Dannazione… È così bello.» Saltai quasi giù dal letto quando Kinn succhiò forte un capezzolo. Le mie dita affondarono nei suoi capelli e inarcai la schiena per il piacere.

Kinn continuò il suo attacco finché il mio corpo non fu tutto coperto di segni e morsi. Un misto di vecchi segni sbiaditi e quelli appena lasciati. Mi succhiò i capezzoli finché non sentii tutti i peli del mio corpo rizzarsi per il formicolio.

Ero al settimo cielo quando Kinn afferrò improvvisamente la parte più sensibile del mio corpo. Cominciò a muoversi su e giù, mi fece venire le vertigini dall’estasi. Il mio cuore si contrasse mentre le sue mani spesse mi avvolsero con calore.

«Porsche… Sei così sexy.» Le labbra di Kinn continuarono a viaggiare verso sud finché non sentii il suo respiro caldo sui miei addominali, le sue mani ancora strette attorno a me. 

La punta della sua lingua leccò il mio ombelico facendomi quasi svenire dal desiderio, ma improvvisamente mi tornarono in mente le parole di Jade.

Devi imparare a prendere il controllo. La strategia è… “Usa la tua bocca”.

Se imparerai ad usare la tua lingua in modo corretto, ti assicuro che si innamorerà di te in quel momento esatto.

Osservai Kinn che era intento a divorare il mio corpo, ingoiai la saliva e presi abbastanza coraggio mentre tiravo il viso di Kinn verso di me per baciarlo profondamente.

Cazzo! Dovrei farlo davvero? Cazzo si!

«Uhm…» Kinn fece un’espressione confusa mentre facevo scivolare la mia lingua dentro la sua bocca per distrarlo, lo guidai fino a farlo distendere sulla schiena con me sopra di lui.

Disorientato, Kinn si sporse per afferrarmi il collo ma gli presi i polsi e li bloccai vicino ai suoi fianchi.

«…Che cosa stai facendo?» Kinn chiese dolcemente mentre mi spostavo dalle sue labbra per dirigermi verso la radice del suo collo, lentamente leccavo, mordicchiavo e facevo scorrere la mia lingua sulla sua pelle bianca. Sapeva di cannella e cioccolato bianco fusi insieme. Ero eccitato fino alle ossa!

«Ugh…» Kinn emise un gemito involontario, chiuse gli occhi e si arrese al mio tocco. Potevo vedere la confusione nei suoi occhi, ma mi lasciò fare quello che volevo. Le mie labbra si spostarono giù lungo il suo petto, feci esattamente quello che aveva appena fatto a me. Succhiai i suoi capezzoli scuri con forza, Kinn emise un sospiro e lo vidi mordersi le labbra. Continuai a succhiare con gusto fino a che non arrivò il momento di scendere più in basso.

Alzai la testa per guardare gli occhi verdi di Kinn, chiesi il permesso silenzioso di poter andare giù, oltre la cintura. Ero molto nervoso, ma Kinn annuì lentamente e sorrise prima di stendersi sul letto concedendomi l’accesso completo al suo corpo.

Maledizione! L’ansia da prestazione che avevo era allucinante. Dovevo farlo nel modo giusto!

«Uhm.»

Mi ero convinto, l’avrei fatto, cazzo! Spostai la mia faccia giù verso il suo stomaco, scendendo lentamente sul suo ombelico e ancora più giù fino a ritrovarmi faccia a faccia con la sua magnifica erezione. Quello era stato il responsabile dei miei mal di schiena durante le scorse settimane.

Adesso ci penso io a te cazzuto bastardo!

«Porsche… Uhm…»

Non aspettai di sentire quello che aveva da dire, presi in mano la sua virilità e iniziai a muovere la mano lentamente. Guardai verso l’alto e vidi il viso di Kinn impallidire, poi mi leccai il labbro inferiore prima di leccargli la punta, sperimentando. Kinn sobbalzò al primo contatto della lingua con la parte superiore del suo pene.

«Merda Porsche!» Kinn mi maledì in tono severo quando ripetei l’azione oscena. Alzò la testa e la fece ricadere sul letto.

Il mio cuore batteva fortissimo dentro il petto, ma il desiderio che attraversò gli occhi di Kinn mi diede abbastanza determinazione per poter continuare. La mia lingua percorse tutta la lunghezza di Kinn, leccai dalla base fino alla punta. Non avevo idea di quello che stessi facendo, ma sembrava funzionare.

Leccai alcune gocce del suo liquido seminale che avevano iniziato ad uscire, dovevo dire che erano meno disgustose di quello che mi ero immaginato, avrei potuto persino dire che non ero niente male. A giudicare dall’espressione di Kinn che si mordeva le labbra con forza mentre mi guardava, gli stava piacendo molto. Dovevo farlo bene, altrimenti non avrei avuto il coraggio di guardarlo in faccia il giorno dopo.

La mossa successiva lasciò Kinn senza fiato, aprii le mascelle e poi lentamente succhiai il suo glande gonfio. La sensazione di avere il suo membro rigido che colpiva l’interno della mia bocca era strana, si contraeva, si muoveva e palpitava.

Merda! È vivo!!!

Nonostante tutto, non avevo scelta se non continuare quello che avevo iniziato, avvolsi con attenzione le mie mani intorno alla sua virilità e iniziai a muoverle su e giù per tutta la lunghezza.

Kinn emise un verso di resa quando giocai con la lingua mentre era dentro la mia bocca.

Essendo anche io un uomo, sapevo dove si trovavano le zone che davano più piacere, usai quella conoscenza a mio vantaggio.

Con i miei movimenti, lo avvolsi ancora più a fondo, la testa andava a ritmo mentre Kinn si contorceva di piacere, le sue mani afferravano i miei capelli. Succhiavo e leccavo mentre mi muovevo su e giù.

La sensazione della sua pelle liscia che scivolava languidamente nella mia bocca era qualcosa di meraviglioso. Se mi avessero chiesto se l’avevo mai fatto prima, avrei detto di no. Ma quello che stavo facendo assecondava perfettamente i miei gusti. Provavo soddisfazione quando me lo facevano e la persona che mi dava più piacere era esattamente quella che stavo attaccando. Più il membro di Kinn entrava in profondità nella mia gola, più mi concentravo. Il mio scopo era quello di dargli il piacere di cui aveva bisogno. Dovevo dimostrare qualcosa e il mio orgoglio non mi avrebbe permesso di fallire.

«Ughh… Uhh… Maledizione… Porsche… Dove hai imparato a fare questo?» Kinn chiese con voce roca. Il suo corpo si contorceva ad ogni mia mossa. Sollevò la testa per guardare in basso verso di me, era la prima volta che avevo fatto qualcosa che non avrei mai immaginato di poter fare, ma sembrava essere stato un successo.

«Ti piace?» Lasciai andare un secondo per chiedergli. Ma la mia mano continuò il suo lavoro.

«Mi…Mi piace così tanto… È così bello. Ohh…» Kinn emise un gemito ed io sorrisi con soddisfazione nel sentire la sua risposta. Quella volta, cercai di infilarmelo completamente in bocca, aveva quasi raggiunto la gola. Anche se non riuscii ad accoglierlo completamente, mi mossi su e giù in velocità, il mio ritmo aumentò come la sua stretta sul mio collo.

«Uhhh… Cazzo… Se continui così, verrò in fretta… Ahh.» Sibilò a denti stretti mentre risucchiavo con forza, anche se con fatica visto quanto era dotato. Continuando a muovermi su di lui, alzai la testa per guardarlo e i nostri occhi si incollarono gli uni agli altri come dei magneti. Kinn ruggiva e prendeva fiato ad ogni colpo. Le sue cosce tremavano e la cosa mi piaceva molto. Mi sentivo talmente potente, avevo il controllo tanto da farmi bramare di avere di più.

«Tu… Sei… Così… Maledettamente sexy… Ah… Ahhh…» Kinn afferrò le mie mascelle con entrambe le mani e trattenne la testa nella stretta. Iniziò a guidare la mia testa al suo ritmo e lo seguii con facilità. Il modo in cui Kinn gemeva ad ogni spinta mi fece percepire il piacere che stava provando. Mi sembrava di sentirlo dalle vibrazioni del suo pene, ma poi iniziò a spingerlo troppo in profondità, le sue anche si scontravano con ogni discesa della mia testa e la spinta feroce e quasi violenta, mi fece quasi strozzare con la sua virilità. Continuò a spingere fino a che una di queste non toccò la mia gola, stavo quasi per vomitare.

«Solo… Una… Ancora… Ugh…» Kinn mormorò con voce roca…«Scusami… Ma… Non ce la faccio… Ahh…» disse Kinn mentre la mia bocca stava diventando intorpidita dal piacere. Non pensavo che fare del sesso orale potesse essere così soddisfacente, mentre continuva a spingere la mia testa ad ogni colpo, la presa salda delle sue mani sulla mia testa mi diede la forza di non cadere. Le mie mani erano affondate con forza nei suoi fianchi e le mie unghie conficcate nella sua pelle bianca.

«Uhhgh… Non riesco più a resistere… Uhhh… Ci sono vicino… Merda!» Le sue parole mi risuonarono in testa come una melodia seducente. Ero in un’altra dimensione, mi sentivo così bene. Kinn era alla mia mercè e tenevo la sua vita tra le mani.

Kinn velocizzò il ritmo, strinsi le labbra ancora più forte per avvolgerlo e sentii il suo membro contrarsi e il suo orgasmo avvicinarsi. Pensavo che mi avrebbe lasciato andare, ma spinse ancora più forte ed io sentii un liquido caldo spargersi nella mia bocca. Per sbaglio ne inghiottii gran parte nello stupore mentre Kinn teneva incollata la mia testa su di sé.

Dopo qualche secondo, spinsi via Kinn con forza e sputai quello che rimaneva del suo liquido dalla mia bocca.

Cazzo!!!

«Ahah…» Kinn rise mentre ansimò soddisfatto. Gli diedi un pugno sul petto infastidito. 

Questo maledetto bastardo!

«Dannazione! Avresti dovuto dirmelo quando venivi!» Asciugai le macchie rimaste al lato della bocca mentre imprecavo senza sosta.

Non sono nato per ingoiare il tuo cazzo di sperma! 

Non avrei mai creduto di fare una cosa come quella nella mia vita, ma la cosa buona era che non aveva un sapore così cattivo. 

Continua comunque a farmi venire la pelle d’oca! Merda! Non mi aspettavo proprio questo!

«Vieni qui.» Kinn disse tirandomi giù. Lo guardai male, ma mi sedetti comunque accanto a lui.

«Vaffanculo!» dissi di nuovo. Ero così infastidito in quel momento. Il mio pene pulsava di dolore e Kinn era un mezzo stronzo.

«Hmm… Ben fatto. Dove hai imparato a farlo?» Kinn mi afferrò per abbracciarmi e spinse il naso nell’incavo del mio collo.

Dove ho imparato? Intendi con chi ho fatto pratica? Sei fottutamente pazzo?

Avrei voluto insultarlo ancora una volta, ma scelsi di non farlo.

«Questa è la prima volta.» dissi dolcemente.

«Davvero?… Sei stato davvero bravo per essere la tua prima volta.» disse mentre mi spingeva sul letto. Si spostò sopra di me e capii che era il mio turno e lui aveva di nuovo il controllo del gioco.

«Kinn, puoi sbrigarti? Sono a…disagio.» dissi con voce roca. Sentivo fastidio tra le gambe e morivo dalla voglia che Kinn mi toccasse lì. Lo volevo così tanto che avrei potuto implorarlo per averlo dentro di me. Suonava così sbagliato ma era così caldo ed eccitante allo stesso tempo. 

«Uhh… Mi farai impazzire alla fine.» Kinn sussurrò impercettibilmente. Anche se non ero una persona molto emotiva, non riuscivo a spiegare quello che mi stava succedendo in quel momento. Sapevo solo che mi piaceva quel maledetto bastardo ed ero disposto a tutto per farlo mio. Mi chinai per toccare Kinn, i miei gemiti diventarono più forti, incurante di quanto potessi urlare.

Kinn giocò con il mio corpo prima di scivolare tra le mie cosce e piegare le mie ginocchia con i miei fianchi sollevati dal letto. Non molto tempo dopo, sentii il gel freddo toccare la mia pelle, poi le sue dita cominciarono ad allargare la mia entrata. Era un po’ dolorante da ieri, ma con il passare dei giorni avevo cominciato ad abituarmi. Stavo diventando sempre più sensibile. 

«Sto entrando…» Kinn non aspettò la mia risposta e si tuffò subito in me con una mossa rapida. La mia schiena si inarcò quando lo sentii oscillare avanti e indietro. La sensazione dell’asta di Kinn dentro di me era così sorprendente. Era come una connessione invisibile tra di noi.

«Ugh… Uhh… Kinn.» Mi morsi forte il labbro inferiore, stavo soffocando dal piacere. Volevo che il suo membro affondasse sempre più forte. Ero ormai sul punto di perdere la mia sanità mentale. Kinn si asciugò il sudore dal viso mentre sbatteva contro di me rapidamente.

«Merda… Ti sento così bene. Porsche… Ugh… » Il respiro di Kinn divenne affannoso, capii che per la prima volta non aveva indossato il preservativo. Lo stavamo facendo pelle contro pelle e la sensazione era intensa. Il nucleo di Kinn tuonò dentro di me e mi sentii davvero bene. Tutto in me danzava a causa del formicolio che dalla mia entrata si estendeva fino a ogni cellula del mio essere. Sapevo che avrei amato fare sesso con lui per il resto della mia vita!

«Kinn. Più veloce… Ugh…» lo chiamai, le mie dita affondarono nelle sue spalle. Temevo di non essere in grado di resistere quella volta. Non lo sopportavo. Mentre Kinn si spingeva più in profondità, il mio corpo stava bruciando come fuoco impetuoso. Stavo per rompermi in mille pezzi.

Fanculo!

«Ugh… Se puoi, voglio farlo tutta la notte. Voglio averti il ​​più possibile. Merda!» Kinn disse prima di spingere violentemente con i suoi fianchi dentro di me, colpendo il mio punto debole ogni volta. Tremai di piacere fino a quasi venire.

«Kinn… Non posso più… Io.. Aaahh…»

Quella volta, Kinn si mosse in modo irregolare, tenendo i miei fianchi in posizione ad ogni colpo. Il suo respiro e il suo ritmo aumentarono nel tempo finché non sentii il mio corpo inarcarsi in estasi, ogni molecola del mio essere esplose mentre venivo.

«Dannazione cazzo… Sto venendo… dentro di te. Porsche… Ahh… Cazzo!» Kinn urlò il mio nome mentre veniva lacerandomi in profondità, rilasciando altro liquido caldo all’interno del mio corpo. Si mosse dentro e fuori un altro paio di volte prima di irrigidirsi completamente e lasciare andare le mie cosce. Sentii il suo sperma colare fuori da me.

«Ah, ti aiuto a pulire.» Mi sorrise e il mio viso si scaldò all’istante.

Questo bastardo!

Si rannicchiò contro il mio corpo e continuò a far piovere piccoli baci sul mio viso. Respirai senza fiato mentre mi sdraiavo. Era faticoso come se avessimo fatto l’esercizio più duro di tutti. Ma Kinn non mi lasciò riposare a lungo, mi capovolse per iniziare subito i preliminari. Non mi dispiaceva la fatica, non avevo nemmeno prestato molta attenzione allo sperma che scorreva lungo le mie cosce e non avevo idea di quanto sarebbe durata quella notte. Tutto quello che sapevo era che ero ossessionato da lui, tanto che volevo vivere e morire per lui.

Prova gli stessi sentimenti che sto provando io? Cosa sto facendo… Sono troppo facile?

Ma davvero non riesco a smettere.

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