A TALE OF THOUSAND STARS – EPILOGO (M)

Erano passati giorni da quando Tian aveva iniziato il suo nuovo lavoro di insegnante volontario, grazie all’aiuto di Khama Bieng Lae. Il capo del villaggio gli disse che quando aveva chiamato Kru Vinai, il direttore della fondazione, l’uomo non era rimasto sorpreso e gli aveva assicurato che avrebbe inviato loro al più presto una lettera con le credenziali.  

Tian constatò che i suoi allievi erano cresciuti. I più grandi parlavano thailandese in modo più fluente e dei volti nuovi si erano uniti alla classe.  

Tian aveva mal di testa. Non aveva preparato nessuna lezione proprio come il suo primo giorno della sua prima volta. Così chiese ai suoi allievi di disegnare e costruire dei giocattoli, le uniche due cose che era bravo a insegnare, per tenerli occupati e vedere cosa aveva lasciato il precedente insegnante dai libri di testo nell’armadietto.  

Il capitano Phupha… no, adesso era il maggiore Phupha, era impegnato a consegnare il suo lavoro al nuovo capitano alla base e i due raramente si incontravano. Tian, però, non era solo o imbronciato. Dopo quella sera sulla scogliera di Pha Pan Dao dove si erano riversati i loro cuori l’un l’altro, divenne goffo con l’altro uomo, con sua sorpresa.

Più tardi, nel tardo pomeriggio di quello stesso giorno, dopo la scuola, il giovane prese in prestito un catino di plastica da Khama Bieng Lae per andare a lavare i propri vestiti alla cascata sotto il sole cocente. Tian trovò un buon posto e si sedette sotto una tettoia, usando il profumato sapone alle erbe per strofinare i suoi vestiti costosi, senza preoccuparsi che si rovinassero. Dopo aver strofinato i tessuti per mezz’ora, ed essere completamente zuppo di sudore, perse la pazienza.  

«Che fottuto caldo!»  

Si alzò di scatto, tirò via la maglietta e si tolse i jeans, lasciando addosso solo i boxer, senza preoccuparsi di offendere gli spiriti della foresta. Il corpo snello e sodo saltò nel bacino d’acqua dove la cascata si riversava, e là il mezzo nudo Tian che stava nuotando nell’acqua fresca finché non vide un uomo alto su un grande masso. L’uomo aveva le braccia incrociate mentre lo fissava.

L’ufficiale si accigliò mentre lo guardava ed iniziò a rimproverarlo: «Perché ti sei tuffato così, con il culo di fuori? E se qualche ragazzina per sbaglio ti vedesse? Sarebbe contro le regole.» Il giovane non era turbato e sorrise.  

«E allora? Posso sposarla e vivere qui per sempre.» Tian nuotò verso il maggiore Phupha il cui volto si incupì e gli rivolse un dolce sorriso. «Stavo scherzando… dai. Tutti stanno lavorando nella piantagione. Ecco perché sono venuto qui a lavare i panni.»  

Tian aveva scelto l’ora in cui il sole era proprio sopra le loro teste perché sapeva che le donne spesso andavano a prendere l’acqua o a lavare i panni all’alba. Il tempo era mite in quelle ore. Si avvicinò all’ufficiale e disse dolcemente: «Tirami fuori… per favore?»  

Gli intensi occhi scuri lo fissarono per un momento prima di arrendersi. Phupha si accovacciò e diede la mano al giovane.  

Tian la afferrò e lo trascinò in acqua, dove Phupha cadde con un forte tonfo. L’alto ufficiale emerse dall’acqua e mostrò le zanne verso l’uomo più giovane che rideva contento.  

«Perchè lo hai fatto?!»  

«Ho paura che tu abbia un ictus per lo stress. Sembri sempre stitico!» Anche se Tian stava recitando bene, il suo sorriso malvagio lo tradì.  

«Ti sei divertito abbastanza?! Vieni qui!» Phupha si lanciò in avanti ed afferrò la sua vita sottile. Tian stava lottando, ma il maggiore lo fece voltare.  

La pelle nuda che premeva sulla maglietta verde Khaki creò un attrito fisico che fece smettere Tian di dimenarsi.  

I loro volti erano ad un soffio di distanza. I loro occhi quando si incontrarono pronunciarono mille parole silenziose. Il viso chiaro si allontanò lentamente mentre l’uomo più grande si chinava e le sue labbra spesse premevano sulla guancia liscia. Il profumo leggero e di pulito sulla pelle chiara attirò la punta del naso dritto del maggiore che vagò finché non raggiunse la parte posteriore dell’orecchio del giovane.  

Tian chiuse gli occhi mentre gli veniva la pelle d’oca dappertutto.

Ok … sapeva che la loro relazione doveva fare il passo successivo e non potevano tenerlo a portata di mano o baciarsi sulla fronte per sempre. Erano entrambi uomini e sapevano cosa volevano gli uomini.  

Ma quello era davvero imbarazzante!  

Tian spinse via la faccia del maggiore e finse di piagnucolare: «Sei senza vergogna! Lasciami andare!»  

Phupha guardò le guance del ragazzo che stavano diventando rosse e sorrise compiaciuto.  Tuttavia, teneva le braccia strette attorno a Tian. «Qualcuno non ha detto che voleva che non lo lasciassi mai andare?»  

La bocca del ragazzo di città rimase spalancata, non si aspettava che una tale promessa gli si sarebbe ritorta contro. I suoi occhi marroni si strinsero per la frustrazione. 

«… Quindi faresti meglio a legarmi a te e portarmi sul campo di battaglia?» 

«Nah.» L’ufficiale obiettò, terminando con parole che facevano venir voglia al giovane di scappare come se ci fosse una bomba: «… è meglio che ti leghi al mio letto.»  

«Capitano!» Tian gridò forte, spingendosi via dal grosso ufficiale con le mani e i piedi finché non si liberò dal suo abbraccio e si arrampicò sulla riva.  

Phupha ridacchiò in modo gutturale. Anche se non era più un capitano, gli piaceva ancora di più quando Tian lo chiamava in quel modo. Non importava quanto tempo fosse passato, sarebbe sempre stato il capitano di quella persona speciale.  

Khama Bieng Lae risame sorpreso vedendo il maggiore bagnato fradicio camminare fianco a fianco con l’insegnante imbronciato. Posò la patata che stava pelando e li invitò a cambiarsi i vestiti a casa sua. Il capo del villaggio colse l’occasione per prestare all’insegnante gli abiti della tribù delle colline di suo figlio, sapendo che il ragazzo non aveva portato molti vestiti con sé in quel viaggio inaspettato.  

Entrambi i giovani alzarono le mani in un wai, ringraziando Khama per il suo aiuto e tornarono alla capanna prima fatiscente dell’insegnante che i soldati meccanici avevano riportato in buone condizioni in pochi giorni. La capanna si animò a causa del continuo battibecco tra i due uomini.  

L’aroma degli spinaci d’acqua fritti e della frittata si espandeva nell’aria da sotto lo spiazzo della capanna dove qualcuno stava preparando la cena. Tian mise la pentola per il riso con una trave sulla stuoia dove c’erano i piatti con del cibo semplice. Poco dopo, Phupha, vestito con abiti Akha, si presentò con un piatto di insalata di uova bollite.  

Il giovane maggiore aveva cenato con l’insegnante ogni sera, rimase a chiacchierare con lui fino a tardi e poi andava via. L’indomani era il loro giorno libero e non avrebbe perso l’occasione per chiedere di passare una notte qui.  

Phupha mise l’insalata di uova piccanti nel piatto del suo amante: «… Mangia un boccone. Non ci ho messo troppo peperoncino.»  

Qualsiasi cibo era buono con il riso caldo. Tian si mise in bocca l’uovo, masticando allegramente e mise la glassa fritta che aveva preparato nel piatto del maggiore, ma invece di ottenere una reazione felice, l’ufficiale si comportava come se stesse ingoiando una pillola amara.  

«Perché fai una smorfia?! Sei scortese!»  

«Ho visto come hai messo mezza bottiglia di salsa di pesce.» 

«Non l’ho messa. Si è rovesciata!» Tian raccolse la verdura e la spinse verso le labbra dell’ufficiale, costringendolo a prenderla. «Ho fatto questo. Non lo mangerai?»

L’indistruttibile guerriero alla fine cedette, non potendo combattere contro la sua supplica. Aprì la bocca per gli spinaci immersi nella salsa di pesce che gli fecero lacrimare gli occhi, ma riuscì a ingoiare tutto senza nessun lamento.

«Non è dolce?» Il mascalzone sorrise, contento di essere finalmente tornato dall’ufficiale. 

«Qualunque cosa tu faccia è dolce …» 

Sentire parole così sdolcinate da quella faccia da poker fece venire la nausea a Tian.  

«… Basta, capitano. Non vado da nessuna parte, quindi smettila con queste cazzate.» 

«Scopriremo presto se davvero non andrai da nessuna parte stasera.» 

L’incontro con gli occhi luminosi del maggiore fece abbassare lo sguardo a Tian mentre continuava a mangiare il suo cibo, ammutolendosi e non volendo litigare ulteriormente. Un brivido gli corse lungo la schiena mentre un presentimento si insinuava nella sua mente. La parola stanotte era una conferma che non stava andando da nessuna parte, anzi.

… La luce della lampada al cherosene era soffusa e dato che la stanza era buia, si potevano vedere solo le sagome. La figura snella che dava la schiena alla porta dentro la zanzariera sospirò sommessamente, guardando il suo orologio mentre il sollievo lo travolgeva. L’uomo che aveva chiesto di passare una notte con lui era andato a parlare con Khama Bieng Lae sin dal calar del sole e non era ancora tornato anche se erano già le undici.  

Tian si coprì con una sottile coperta, nascondendo il suo corpo dalla testa ai piedi. Anche se era estate la temperatura sulla collina era ancora fredda. Sapendo che stava scappando quella sera, il giovane si addormentò rapidamente.  

Verso mezzanotte, dei passi pesanti risalirono le scale della capanna, ma l’uomo addormentato non si svegliò.  

La figura alta si chinò per sussurrargli all’orecchio: «… Se non sei sveglio, non posso prometterti che starai bene.» Non appena le parole svanirono, gli occhi a mandorla si spalancarono.  

«Che cosa!» Tian sussultò allarmato e si voltò per affrontare il maggiore. Forti braccia gli avvolsero la vita sottile e lo tirarono forte.  

«… Sei tornato … tardi.»  

«Se fossi tornato presto, avremmo cominciato presto. Ti sarebbe piaciuto di più?» Phupha prese in giro l’uomo con il suo messaggio.  

Tian deglutì a fatica: «Deve essere stasera?»  

Il viso abbronzato si sporse ed il maggiore diede un bacio confortante sulle labbra del giovane.  

«Possiamo provare. Se non ti piace, ci fermeremo.»  

Quello era il peggior preliminare che avesse mai sentito! Tian trasse un profondo respiro.  

Va bene … così sia.  

Chiuse gli occhi, lasciando che il primo e l’ultimo uomo che avesse mai amato nella sua vita lo baciasse sulle labbra. Non appena le loro bocche si toccarono, si bloccò. Pochi istanti dopo, la punta della lingua calda del maggiore iniziò ad accendere lo stesso calore nel suo corpo.

La mano ruvida scivolò lentamente all’interno della sua maglietta sottile e vagò sulla sua pelle liscia fino a toccare il soffice bocciolo sul suo petto. Le dita ruvide ruotarono il suo capezzolo sensibile finché Tian non sentì una fitta e si ritrasse. L’ufficiale si ritirò dalle labbra gonfie per il bacio e tolse la maglietta al suo amante. Spinse i polsi sottili del ragazzo sopra la sua testa.  

Il petto liscio e chiaro si sollevò mentre Tian respirava pesantemente, tentando il maggiore per chinarsi e baciarlo. Phupha piantò morbidi baci lungo la cicatrice dell’operazione e si spostò per leccare il capezzolo che si era indurito e tinto di un rosa scuro per la precedente e rude attenzione.  

Il giovane si contorse per un brivido e una sensazione che non aveva mai provato prima. Le sue labbra sottili si aprirono per emettere un lieve gemito mentre il suo bocciolo nel petto veniva mordicchiato, succhiato e tirato senza pietà.  

«Cap…Capitano. Fa male.» 

La figura alta e ben costruita si ritirò, ma solo per togliersi la maglietta, rivelandosi al giovane. Tian dovette guardare e i suoi occhi marroni fissarono l’uomo sopra di lui. La pelle baciata dal sole rendeva i muscoli solidi più prominenti sotto la luce fioca. L’ampio petto dell’ufficiale si assottigliava fino agli stretti addominali proprio come la scultura di un guerriero che avrebbe incitato l’invidia in qualsiasi uomo. 

Tian toccò il petto nudo del maggiore, le lunghe dita sfiorarono le sue vecchie e nuove cicatrici. 

«Sei ferito …?» Tian sapeva che quelle erano la prova del sacrificio di Phupha poiché aveva giurato di servire e proteggere il suo paese. 

L’uomo più grande sorrise dolcemente, ma fece sembrare malizioso il suo bel viso. Mise la mano su quella di Tian e la fece scendere lentamente lungo il torso.

 «… Fa più male proprio qui.» 

Il calore della durezza sulla punta delle sue dita aumentava man mano che quella parte diventava più grossa, le orecchie di Tian si arrossarono, imbarazzato. Avrebbe voluto ritirare la mano, ma Phupha la spinse ancora verso il basso nei suoi pantaloni, in modo che il ragazzo potesse salutare il suo nuovo amico.

Il respiro di Tian gli si fermò in gola e si voltò. Non era così ingenuo da non sapere in quale caverna si sarebbe trovato presto quella anaconda … Aveva solo bisogno di tempo per elaborarlo e accettarlo.  

Phupha ridacchiò sommessamente alla cauta reazione del giovane. Smise di stuzzicare il suo amante e lasciò che il giovane si ritirasse. Phupha si abbassò per accarezzare amorevolmente le guance del ragazzo come se fosse stregato, la sua mano accarezzò vigorosamente il corpo sotto di lui finché il suo amante non divenne flessibile come cera sotto una fiamma.  

Il maggiore colse il momento in cui Tian era sopraffatto dal piacere per sfilargli i boxer dalle gambe. Trascinò i suoi baci sul collo sudato del ragazzo per sussurrargli all’orecchio.  

«Tian… muoviti.»  

All’inizio il giovane non capì cosa significasse, ma non appena Phupha gli toccò le spalle, si irrigidì. L’ufficiale rilasciò lentamente il respiro attraverso la bocca, cercando di controllare il suo bisogno opprimente ed aprì le lunghe gambe per avere spazio. Tian iniziò a indietreggiare ancora una volta mentre un oggetto alieno stava invadendo il suo corpo. Il suo contorcersi, tuttavia, accese il desiderio del maggiore.  

Un grosso dito fu spinto nello stretto passaggio incontrando una resistenza. Il bel viso del giovane si contorse, in un’immagine di infinito, dolce tormento. Non appena il dito ruvido iniziò a scivolare in profondità dentro di lui e colpì il suo punto debole di cui non aveva mai saputo l’esistenza, Tian tremò, consumato da un desiderio oscuro. Ansimava ed il suo corpo si inarcò quando il desiderio divenne insopportabile.  

Tian avvolse le braccia intorno al collo solido del suo amante e sussurrò con voce gracchiante.

«Non posso… Fallo! Adesso.»  

Phupha obbedì immediatamente. Era sul punto di crollare e si abbassò i pantaloni, rivelando la sua erezione perfetta. Separò le gambe lunghe e magre e appoggiò la punta della sua arma letale contro l’entrata stretta e morbida.  

Tian sentiva come se il suo corpo si stesse spaccando in due. La testa di Tian si inclinò all’indietro come se volesse urlare a squarciagola, ma uscì solo un debole singhiozzo. Si morse le labbra fino a farle diventare livide, cercando di prendere la grande virilità del suo amante che gli stava dando sia dolore che piacere.  

Lunghe dita scavarono e raschiarono l’ampia schiena del maggiore mentre il corpo solido sopra di lui iniziava a muoversi dentro e fuori. La membro ardente stava spingendo forte dentro di lui e Tian lasciò ricadere la testa, lasciando che il piacere prendesse il sopravvento. I suoi dolci occhi marroni fissarono il soffitto e videro nelle ombre i movimenti di due amanti che stavano facendo l’amore con vigore.  

Tian respirava pesantemente. Non avrebbe mai immaginato di poter gemere, in quel modo, per qualcuno. Altri avrebbero frainteso vedendolo come un disonore, ma quello era amore. Il liquido bianco fuoriuscì dalla durezza che era stata strofinata contro i solidi addominali del suo amante. Non appena l’orgasmo lo travolse, Tian venne scosso da uno spasmo che attraversò tutto il suo corpo.

Phupha si spinse fino in fondo e riversò il suo sperma denso e caldo prima di uscire dal passaggio livido e arrossato. Si chinò a baciare la fronte sudata per calmare il suo amante.  

«Stai bene?» chiese il maggiore con voce gutturale.  

Quando il loro desiderio oscuro si placò, Tian trasalì per il dolore lancinante nel passaggio che ancora conteneva la durezza dell’altro uomo. Colpì la spessa spalla, leggermente offeso. 

«Come posso stare bene? Ti è mai capitato di avere un missile nel culo?»  

L’uomo più grande sorrise, divertito dal suo brontolio. «Grazie per il complimento …» 

«Non era un complimento!» Tian cercò di spingere via l’uomo sopra di lui. «Togli quella cosa! È scomodo!»  

«Sembra che tu abbia ancora un po’ di forza. Vuoi fare un altro giro?»  

«Che giro? No, lasciami andare!»

L’insegnante volontario lottò più che potè, ma i suoi polsi vennero di nuovo afferrati e spinti  nel materasso. Gli occhi a mandorla si spalancarono mentre il membro del suo amante diventava più spesso dentro di lui. Aprì le labbra, rendendosi conto che la resistenza era inutile e ricevette un bacio profondo e selvaggio dal maggiore. Tian temeva che, se avesse gridato, l’intero villaggio sarebbe entrato nella capanna per salvarlo.  

Così la battaglia all’interno della zanzariera continuò all’infinito sotto la morbida luce lunare che gettava il suo abbraccio alla terra oscura sottostante. Quella fu la prima notte in cui quei due cuori e quei due corpi divennero una sola cosa, una notte che sarebbe rimasta nei loro ricordi fintanto che avessero respirato.  

… Era quasi l’alba, ma l’uomo maltrattato giaceva ancora nel suo vecchio materasso.  Quando si voltò sussultò per il dolore e l’indolenzimento che gli attraversarono il corpo. Gli occhi a mandorla si aprirono lentamente come se si fosse appena svegliato dopo essere stato messo al tappeto durante la notte precedente. Sentendo l’umidità sul suo corpo, guardò il corpo massiccio che si muoveva nella luce fioca.  

«Capitano …» Disse con voce roca.  

«Ti senti meglio?» chiese Phupha preoccupato. Aveva semplicemente pulito il ragazzino dal liquido e messo dei vestiti puliti. Una mano spessa si posò delicatamente sulla fronte di Tian. «… Sei un po’ caldo. Ti ho preparato il riso bollito. Mangia e prendi un po’ di paracetamolo.»  

L’insegnante annuì docilmente, grato per tutto quello che il maggiore stava facendo per lui.  Tirò il braccio dell’uomo e l’ufficiale si lasciò cadere sul materasso accanto a lui. Tian avvolse le braccia attorno al grande busto per bloccare il suo uomo in quella posizione. Il bel viso che era un po’ pallido sorrise felice quando sentì un basso sussurro di lamentela … 

«Sei proprio un bambino.» 

«Ho il cuore freddo. Ho bisogno di un abbraccio.» 

Phupha ridacchiò, pensando al suo flirt di due anni prima. « … Ora stai cercando di attirare la mia attenzione. Cosa vuoi? Devo avvisarti che non vengo pagato così tanto, essendo un ufficiale …» 

«Non chiedo niente.» Tian arricciò il naso e spinse il viso contro il bicipite duro. «Voglio solo stare con te il più a lungo possibile.» 

L’ufficiale alto mise una mano sul retro della testa e accarezzò i capelli morbidi del suo amante. Iniziò a raccontare a Tian le buone notizie che aveva ricevuto la mattina prima alla radio dalla sua unità al  King Mangrai the Great Camp. 

«L’esame di ammissione al Command and General Staff College si terrà all’inizio del mese prossimo. Se entro, verso la fine del mese dobbiamo prepararci per partire per Bangkok.»  

Il ragazzo di città alzò gli occhi al cielo, riflettendo e sorrise: «… Questo significa che posso continuare i miei studi anche a Bangkok.» Anche se avrebbero dovuto vivere in edifici separati, perché lui doveva tornare a casa della sua famiglia, almeno non ci sarebbe stato un mondo a dividerli.  

«E se volessi tornare a Chiang Rai dopo aver finito il mio corso?»

«Tornerei con te.» Tian si sollevò e appoggiò il mento appuntito sul petto ampio e solido con gli occhi che brillavano nella luce fioca in uno sguardo consapevole.  

«… Non hai bisogno di mettere alla prova la mia lealtà per te. So che il tuo grado è al di sopra di essere di stanza in una base di confine. Devi trasferirti in un battaglione ora. Ovunque tu vada, ti perseguiterò come un fantasma. Non pensare nemmeno di scaricarmi e lasciarmi indietro!»  Tian minacciò l’uomo più grosso, ma questo fece ridere il maggiore.  

«Non ti sto scaricando. Sei feroce e selvaggio. Dove altro posso trovare un MWDS4* così 

buono?»  

«Mi stai dando del cane?» Tian afferrò il collo del maggiore e lo scosse, ma subito si ritrovò stato sdraiato sulla schiena.  

[N/T: è il codice di un cane con un addestramento militare.]

Phupha si chinò per piantare un bacio dolce sulla sua guancia liscia e disse le parole più dolci all’uomo che era il suo cuore.  

«Ti amo.»  

Tian si bloccò e nascose la sua faccia in fiamme, imbarazzato. Subito dopo, le labbra sottili che erano state strette si aprirono per rivelare un segreto sepolto da tempo.  

«Ti…ti amo anch’io.» Il cuore nel suo petto sinistro improvvisamente batteva e pulsava come per dire… E anche io.  

Quando i loro occhi si incontrarono il legame profondo che li univa si rafforzò e Tian intrappolò le due labbra in un bacio profondo e bruciante mentre i due uomini riversavano i loro cuori e le loro anime l’uno nell’altro.  

…Da quel momento in poi, non importava cosa sarebbe potuto accadere loro, non si sarebbero mai più separati. Quella era la promessa che avevano fatto al mare di mille e decine di migliaia di stelle nel cielo.  

Grazie al destino che li aveva uniti.  

Grazie, Thorfun, per il prezioso ricordo che è stato reso nostro.  

                                                              FINE

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3 Commenti
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Fiore di luna

È molto più bella del drama, sono felice di aver avuto la possibilità di leggerla. Grazie di cuore

Shibaxeo

Grazie per averla tradotta ❤️❤️

Fanny R.Iddle

Grazie per aver tradotto questa meraviglia 🫶🏻

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