KINNPORSCHE – CAPITOLO 15 (M)

Intuizione

«Sei un idiota! Non sei riuscito neanche a trascinarlo in macchina.» Si udì una voce di scherno all’interno di una casa in affitto della periferia della città.

«Non sapevo che avrebbe guidato così piano. Avevo intenzione di fermarlo e trascinarlo via subito. Chi avrebbe mai pensato che potesse vedermi ed evitarmi in quel modo?» L’altra parte contrattaccò. I suoi occhi non erano meno seri di quello che lo aveva appena preso in giro. L’uomo gli aveva chiesto di rapire Porsche ed aveva persino pianificato di investirlo e trascinarlo in macchina, ma non sapeva quale fosse il suo obiettivo.

«Non c’era altro modo? Come hai potuto pianificare una cosa così stupida?» I due si affrontarono seriamente, come se fossero pronti a lottare.

«Ah! Il tuo capo ha mandato qualcuno a vegliare su di lui in quel modo. Come potevo rapirlo facilmente?» La voce roca risuonava forte come quella dell’interlocutore. I due si tirarono l’un l’altro i colletti della camicia finché un terzo non dovette separarli.

«Vi si sente parlare fin dal primo piano. State facendo di nuovo casino?» una voce li interruppe. L’uomo era alto, aggraziato ed elegante in abiti comodi e lussuosi. Quando aprì la porta, i due si fermarono immediatamente.

«Salve signore.» Tutti congiunsero le mani sopra il capo per salutarlo. Il maestro si avvicinò al lungo divano e vi si sedette, tra le dita una sigaretta.

«Se siete davvero qui, questo significa…» con un sorriso tagliente ed un tono di voce freddo, l’uomo fece venire la pelle d’oca agli uomini che lo stavano guardando. 

«Bastardi, cosa stavate facendo? Aspettate che Kinn lo ottenga per primo?» Disse l’uomo in nero con un’espressione ansiosa pronunciando il nome dell’altro suo padrone.

«Shhh … Non aver paura. Porsche non è una persona qualunque. Non lo otterrà facilmente. Quando abbasserà la guardia, la prenderò e lo rovinerò. Non è facile?» L’uomo che era seduto sul divano parlò e fissò il fumo che aleggiava per la stanza.

«Ma bisogna sbrigarsi. Se ci muoveremo più lenti di così, sarà conquistato e schiacciato dal signor Kinn!»

«Non aspetterò fino ad allora. Lo mangerò per primo. Più Kinn lo vuole, più il mio desiderio di averlo aumenta.» Quelle labbra sorrisero leggermente al pensiero del viso attraente del bell’uomo che ora era il suo nemico.

«Allora sbrigati e fai qualcosa. Afferralo e separalo dal signor Kinn o uccidilo.» Disse l’uomo in nero, accigliato. Odiava quella persona più di ogni altra cosa. Voleva togliere Porsche dalla sua vista.

«Perché hai così tanta fretta? Hai altri scopi oltre a odiarlo?» Il maestro lanciò un’occhiataccia alla persona di fronte a lui con uno sguardo sospettoso.

«Eh, cosa c’è che non va? Puoi vedere quanto è bravo. Il giorno della sparatoria al poligono di tiro, ha ucciso i tuoi uomini, no?»

Ricordava come Porsche sapesse usare le armi e rappresentasse una minaccia per loro. E poteva dire che Porsche era davvero fantastico.

« … È davvero fantastico, bello ed imprevedibile. Non mi sorprende che a Kinn piaccia.»

«Cosa pensi?» Sorrise un po’, guardò i volti delle persone davanti a lui e capì perché gli uomini di Kinn volevano sbarazzarsi di Porsche.

«Se non per motivi di lavoro o per portare dei documenti, se ti avvicini di nuovo a Porsche di fronte a Kinn in quel modo, puoi scordarti della concessione. E dovresti sapere che gli è stato chiesto più volte di visionare documenti aziendali o altri documenti importanti riguardo alla nuova rotta commerciale di Khun. Kinn e Korn ci credono molto.» Il suo tono era provocatorio. Adottarono varie strategie per rendergli più facile rimuovere gli ostacoli, perché ora non aveva il diritto di interferire con nessun documento. E più vedeva il signor Kinn e Korn che lo chiamavano mattina, pomeriggio e sera, più si convinceva che se Porsche si fosse avvicinato troppo al suo padrone sarebbe stato difficile per lui intervenire.

«Lo so … è molto affascinato. A Kinn piace davvero.» chi parlava nel mentre rideva. L’altro uomo che parlava di Porsche con interesse, si stizzì. Voleva Porsche, perché era attraente e sapendo che anche Kinn voleva possederlo, sentiva che il desiderio aumentava. Lo aveva colpito il fatto che anche la persona di fronte a lui era disonesta e stava tradendo il suo stesso capo.

«Se vuoi fare qualcosa, fallo in fretta. Non dirmi che non ti ho avvertito.»

«Hmmm … voglio così tanto Porsche che mi fa fremere. Voglio che Kinn mi tenga d’occhio, è divertente!» disse quello psicopatico. Sapeva che Porsche non era al sicuro dall’incidente, quindi Kinn sembrava aver ordinato a uno dei suoi uomini di stare sempre vicino a lui. Non si aspettava che Kinn fosse così serio. Ma non importava perché stava solo aspettando il momento giusto per prenderlo e distruggerlo. Ora, cose come questa erano più divertenti che mai.

-Porsche-

«Non va da nessuna parte oggi, signore …?» Sospirai. Oggi ero di cattivo umore. Mi aveva ordinato di trascinare Vegas negli spogliatoi. Perchè? Oltretutto Vegas era buono con me!

«Non vado da nessuna parte! Sto solo guardando una serie. Sono di cattivo umore!» Ci sedemmo sullo stesso divano, aspettando che scegliesse una serie d’amore idiota.

«Ma è più divertente fuori che guardare una serie …» Mi precipitai a cercare di convincerlo, mentre Pol mi guardava come se volesse piangere, pungolandomi la schiena con un braccio.

«Sono stanco e non mi è ancora passato il mal di testa. Ho anche sbattuto la testa sul bordo della piscina! Non l’hai visto?» 

Merda! Perché urli così forte?

«Oggi pensavo di portarti a Thonglor. Ti garantisco che ti divertirai più di ieri sera!» Feci del mio meglio per non mettermi in una situazione amara.

«No! Oggi guardo una serie. Non voglio seguirti, Porsche. Non sei grato alle persone che ti danno da mangiare. Oggi Vegas è venuto davvero da solo e senza i suoi uomini. Almeno puoi aiutarmi a schiaffeggiarlo o trascinarlo via per torturarlo?» Quel bastardo mi rimproverò facendo una faccia tesa. Se all’improvviso mi fossi avvicinato e avessi schiaffeggiato Vegas, cosa avrebbe pensato? Nemmeno io sapevo cosa stavo facendo. Quel ragazzo aveva un ritardo mentale acuto.

«Ma il signor Vegas, non ha fatto niente di male … quindi non puoi costringermi a farlo.» Dissi pensieroso. Khun si voltò a guardarmi con occhi acuti prima di afferrarmi il polso per seguirlo fuori dalla stanza.

«Dove mi stai portando?»

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«Che cosa…?» Kinn alzò la testa dal computer, fissandoci confuso. Anche quel bastardo mi guardò con uno sguardo incomprensibile.

«Puoi riprendertelo!» Khun allungò il mio polso in avanti, facendomi barcollare un po’.

«Oh … non è adorabile?» Disse Kinn con un leggero sorriso. I suoi occhi si immersero nei miei. Mi voltai in fretta e vidi quel bastardo di Khun.

«Stare con lui è stato molto divertente, ma mi ha offeso perchè non vuole dare uno schiaffo a Vegas. E ora voglio vedere la serie. A Pete piacerebbe guardare questa serie più che a Porsche.» Pete lo fissò sorpreso mentre scuoteva la testa. 

«Eh … dipende da te, a me va bene.» Kinn si fermò quando mi guardò finché non sentii la pelle d’oca su tutto il corpo.

«Ma signore, non vuole uscire di nuovo con me?» Chiamai in fretta Khun. Dovevo ammettere che, anche se vivere con una persona pazza con ritardo mentale mi faceva venire le vertigini, vivere con lui era molto più sicuro per me. Davvero non volevo stare vicino a Kinn.

«Sì, signore. È vero quello che dice Porsche, insieme a lui è più interessante.» Disse Pete. I suoi occhi si voltarono verso Kinn in cerca di aiuto.

«Oh! Quando voglio uscire ti invito, ma sono arrabbiato con te! Merda! Farai meglio a tornare da Kinn!» gridò Khun. Kinn allungò la mano davanti a me ed io scossi rapidamente la testa. 

Oh! Non voglio stare con Kinn, ehi!

«Pete torna a seguire Khun. Voglio sapere quanto è divertente stare con Porsche.» Kinn sorrise. Pete iniziò a fare un’espressione dubbiosa prima di chiudere la bocca e si avvicinò a Khun.

«Lo farò per il signor Kinn.» disse Pete a bassa voce.

«Pete! Sbrigati.»

«Aspetta! Alla prossima visita di Vegas, andrò a prenderlo a schiaffi.» dissi in modo amichevole. Dovevo provare a convincerlo per cercare di sopravvivere. Comunque non volevo stare lì, più sapevo la verità su Kinn, più volevo andarmene da quella casa.

«È troppo tardi! Andiamo, Pete! Oggi festeggeremo per darti il ​​benvenuto. Guarderemo serie tv fino al mattino!» Poi il mascalzone tirò per il polso Pete, che stava morendo mentre la sua anima volava via dal suo corpo, fuori dalla stanza.

Quando la porta si chiuse, rimasi in piedi goffamente. Più vedevo gli occhi di Kinn, più mi veniva la pelle d’oca. Avevo paura che mi facesse del male. Se quello che pensavo era vero, cioè che aveva dei sentimenti per me e voleva che gli stessi vicino, cosa avrei dovuto una volta diventato un suo «sottomesso«… e non mi riferivo al fatto di essere la guardia del corpo. Mi avrebbe violentato?

«A cosa stai pensando?» Kinn mi guardò con un sorriso, poi si voltò di nuovo per fissare lo schermo del computer. 

«… Non lo so. Non ricordo.» Dato che non disse niente, era meglio andare ad aspettare fuori. Almeno lì era più sicuro! Dovevo cercare di allontanarmi da lui il più possibile e salvarmi.

«Dove stai andando?» Non appena la mia mano si protese per aprire la porta, si udì la voce profonda di Kinn.

«… mi vado a sedere fuori.» dissi senza guardare.

«Chi ti ha detto di andare …»

«Sono stanco e quindi vado a sedermi.»

«Siediti sul divano, perché vai fuori?» disse di nuovo.

«Posso sedermi sul divano? Quella è un’area riservata, giusto?» Ero di fronte alla porta a parlare in quel modo. Una sensazione di formicolio pulsava nel mio corpo, come se qualcosa si stesse muovendo verso di me.

«Cosa dici? Ti sei seduto e sdraiato qui molte volte.» Sentii la sua voce dietro il mio collo, mi fece rabbrividire e avevo la sensazione che mi stessero venendo anche i capelli dritti. 

Mi voltai verso di lui e allungai la mano per spingere il suo petto un po’ più lontano da me.

«Non farmi impazzire. Ancora non mi sento bene.»

«Cosa ti fa impazzire?»

«Mi siedo fuori.» Risposi senza prestare attenzione e stavo per aprire la porta quando la sua mano spinse la porta e frenò il mio movimento.

«Se non ti dico di andare, non puoi andare!» Gli occhi di Kinn continuarono a guardarmi. Ancora una volta, me n’ero dimenticato. Vidi quel bel volto avvicinarsi a me, indietreggiai lentamente. Tuttavia, i miei passi si fermarono quando sbattei contro il muro, era un angolo senza via d’uscita.

Provai a guardare altrove e trovare un modo per uscire da lì, ma Kinn alzò entrambe le mani, si appoggiò al muro e mi imprigionò con il suo corpo.

«Lasciami andare!» Ammisi di essere molto spaventato e sospettoso. Il mio cuore batteva forte. E se mi avesse costretto a lottare con lui? A quel punto, si avvicinò sempre di più a me in modo che i nostri volti fossero quasi uniti.

«Cosa c’è che non va, c’è qualcosa di strano nella mia faccia?» chiese a bassa voce facendomi rizzare i peli di tutto il corpo. 

Ma aspetta! Perché dovrei aver paura di lottare con lui? Se sta scherzando, posso calpestarlo e prenderlo a calci, non sembra che sia difficile!

«Lasciami andare! Se fai qualcosa, ti prendo a calci!»

«Hai provato a usare entrambe le mani per spingermi dal petto…» Kinn rise un po’ prima di continuare. «Hai paura di me?» 

Chiusi gli occhi, abbassai la testa e le mie mani premettero contro quel petto forte.

Come potevo batterlo? Perché era così forte? Fece pressione con il suo corpo mentre io spingevo fino a quando le vene del mio braccio si gonfiarono.

«Fammi uscire o ti prendo a calci!» sentii il suo respiro caldo accanto alla mia guancia. In quel momento non riuscivo nemmeno ad affrontarlo e dato che il braccio mi faceva male, non potevo esercitare la forza che volevo. Kinn tirò improvvisamente il mio polso dritto verso il divano e rapidamente premette il mio corpo tra il suo e il sofà.

«Cosa fai!» gridai, cercando di alzarmi, ma la sua mano premette contro la mia spalla.

«Siediti bene o mi siederò sopra di te! Siediti!» Mi minacciò finché non mi calmai perché era sopra di me e sarebbe stato facile per lui prendermi a pugni in qualsiasi momento. Mi premette una mano sulla spalla e l’altra si avvicinò a qualcosa sul tavolo accanto al divano.

«Lasciarmi andare!» Non potei fare a meno di provare a fargli lasciare andare il mio braccio.

«Siediti e guarda cosa ho intenzione di fare.» disse Kinn, prima di togliermi le mani dalle spalle ed appoggiare il kit di pronto soccorso sul tavolo di vetro. Quando mi liberò, cercai di rialzarmi ma Kinn mi tirò indietro il polso e mi fece sedere di nuovo.

«Se ti alzi di nuovo, ti legherò! Non sto scherzando!» Il viso di Kinn sembrava serio con i suoi occhi taglienti. Mi si avvicinò ma io cercai di allontanarmi da lui anche se inutilmente perché si sedette velocemente al mio fianco.

«Cosa vuoi fare?» Mi strinsi sul divano. La mia situazione in quel momento sembrava quella di una ragazza che aveva paura di perdere la verginità.

«Avvicinati.» Afferrò il mio braccio destro ferito verso di lui finché il mio corpo non si sollevò, avvicinandomi a lui sul divano. 

«Bastardo! Sono ancora ferito!»

«Stai zitto così non ti farai male! Pulirò e benderò la tua ferita.» Kinn scosse la testa. Una mano mi prese il braccio, l’altra aprì il kit di pronto soccorso e tirò fuori cotone e alcool.

«Cosa vuoi fare?»

«Ti voglio medicare, anche se ti ferirò di nuovo.»

«Basta. Posso farlo da solo!» risposi ulteriormente.

«Lo faccio io.» Kinn sottolineò la cosa prima di aprire la bottiglia del disinfettante. 

«Non muoverti. Userò l’alcol per pulire la tua ferita!» Usò una delle sue gambe per intrappolarmi in modo che non potessi liberarmi. Sbuffai e cercai di spingerlo via. Ma quando lo feci, sollevò l’altra gamba sul mio grembo.

«Lasciami andare!»

«Porsche! Voglio solo pulire la ferita. Non fare la femminuccia.» Sospirò e mi afferrò il braccio, poi lo girai di nuovo.

Anche se ero riluttante, non potevo farci niente. Perché giocare con lui mi faceva venire le vertigini. Potevo solo sbuffare con impazienza e lasciare che mi tamponasse con il cotone intorno alla ferita.

«Le tue ferite miglioreranno.» Disse Kinn, 

Usò un batuffolo di cotone per applicare il disinfettante, poi mi fasciò il braccio.

«Eh, come può migliorare se mi tiri il braccio in questo modo?» Dissi, con tono frustrato, aggrottando le sopracciglia, guardando il suo viso mentre mi curava delicatamente la ferita. 

Aveva un’espressione premurosa e di tanto in tanto, mi chiedeva: «Fa male?»

Mi sembravo di non riuscire a staccare gli occhi dal bel volto di Kinn. Con il suo aspetto e la sua esperienza, era il tipo d’uomo che avrebbe messo in difficoltà molte donne. 

Come era potuto diventare gay?

«Cosa stai guardando?» Distolsi immediatamente lo sguardo da lui e feci finta di guardarmi il braccio che stava avvolgendo con le bende. 

Perché, adesso, è così gentile con me? Non l’ho mai visto così dolce. 

Il mio cuore si contrasse leggermente e perse un battito. Forse perché stavo sperimentando un altro lato di Kinn che non avevo mai visto.

«Hai finito? Sbrigati…» Dissi.

Mi sorrise, dopodichè allontanai il mio braccio dalla sua mano e mi alzai nuovamente. Ma, prima di potermi alzare del tutto, Kinn mi afferrò per il polso e mi spinse di nuovo sul divano.

«Merda!!!» Urlai. Il suo corpo, immediatamente, mi stritolò, avendo gettato il suo peso sopra di me e lo premette saldamente contro il mio come aveva fatto precedentemente.

«Non ho finito. Taci, non puoi ancora alzarti!» Sussurrò Kinn a brevissima distanza dal mio viso. Ero molto arrabbiato e cercai di rialzarmi.

«Lasciami! Lasciami andare!» Kinn sorrise leggermente, poi afferrò la mia mano dolorante e la strinse forte. 

Tutto intorno a me sembrò fermarsi. Io stesso, che tentavo di raccogliere tutte le mie forze per staccarmi da lui, le persi improvvisamente. Rimasi senza fiato alla vista di fronte a me. 

Lentamente, Kinn avvicinò le labbra a lato della mia ferita coperta dalla garza e mi baciò delicatamente il braccio.

«Guarisci presto!» Alzò la testa, sorrise e la allontanò dalla mia.

Ero scioccato e sbalordito dalla sua azione, mi fermai un momento per elaborare ciò che era appena accaduto. Finché non lo sentii dire qualcosa.

«Fatto.» Sorrise e ripose con attenzione il kit di pronto soccorso nella scatola.

Quando tornai cosciente, spinsi il mio corpo, che era per metà seduto e per metà sdraiato sul divano, verso l’alto e gli tirai un calcio.

«Che stai facendo?!» Ero infastidito da quello che mi aveva fatto. Se avesse riservato lo stesso tipo di trattamento a una donna, ero certo sarebbe caduta ai suoi piedi e gli avrebbe dato qualunque cosa avesse chiesto. 

Ma io sono un uomo. Se lo fa a me, lo prendo a calci.

Uscii dalla stanza, seguito da una maledizione di Kinn per averlo preso a calci.

«Haha, perché ti comporti così?» Mi avviai verso il parco per accendere una sigaretta e fumare e mi imbattei in Pete. Stava ridendo a crepapelle osservando la mia espressione corrucciata.

Stare vicino a Kinn era molto pericoloso per me, tenendo anche conto della paura che avevo provato quando aveva fatto sì che il mio cuore battesse all’impazzata. Forse era stato a causa della scarsa fiducia che avevo nei confronti di Kinn.

«Il tuo capo è pazzo!» Imprecai con rabbia.

Se mi avesse provocato di nuovo, l’avrei strozzato.

«Haha, hai una faccia sospettosa. Per caso hai paura del signor Kinn?» Chiese Pete con una faccia buffa.

«Dannazione! Merda Kinn! Prego perché tu sia sterile!»

«Haha, augurargli di essere sterile non porterà a molto. Non può concepire bambini.» Pete rise così forte da piegarsi in due.

«Cazzo! Sono diventato davvero paranoico a causa tua!» Mi voltai per rimproverarlo.

«Oh! Il signor Kinn, non si prenderà gioco di te. Si comporta solamente come qualcuno che cerca di ottenere qualcosa che desidera…» Pete non finì la frase e mi guardò di traverso, quindi, alzai una gamba e lo presi a calci.

«Non ti credo!»

«Vigliacco. Non sei in grado di difenderti?»

«Si è mai preso gioco di te?» Domandai ciò che volevo sapere, c’era mai stato qualcuno intorno a lui che fosse stato tormentato da Kinn? Se così fosse stato, si sarebbe annoiato da solo prima o poi!

«Con una faccia come la mia, il signor Kinn avrebbe vomitato. Ma non so nel tuo caso, visto che sei bello e in forma…» Calciai Pete prima che potesse terminare la frase. Capii che intorno a lui non c’erano dei visi abbastanza belli da attirare l’attenzione di Kinn, a parte Pete. Quindi non era possibile che Kinn avesse potuto provocare qualcuna delle sua guardie del corpo. 

Hey, ma Pete è piuttosto bello, perché Kinn sta puntando solo me?

Questa domanda mi gironzolava in testa per più e più volte.

«Perché proprio io’» 

«Sa che sei carino quando bevi. Hahahah.» Maledizione! Mi incazzai parecchio quando Pete si prese gioco di me.

Dopo questo, come avrei potuto vivere dignitosamente? Non darò a Kinn nessuna possibilità di vittoria e mi guarderò le spalle.

Per tutta la notte, Kinn non mi chiamò, sembrava stesse già dormendo. Magari si era addormentato per non svegliarsi mai più!

Mi sedetti di fronte alla stanza e giocai con Pete, Pol e le altre guardie del corpo mentre la notte passava senza sorprese.

Il mattino seguente, Kinn ritornò ad essere quello che aveva il comando. Mi chiamò addirittura schiavo e dovetti eseguire tutti i suoi ordini.

Partendo dal portargli alcuni documenti, preparargli degli spuntini e fare molte altre cose. 

Nonostante questo, cercai di evitarlo il più possibile. Evitai di rimanere a lungo nella stessa stanza e lo schivai quando cercò di avvicinarsi correndo fuori dalla stanza in modo che non potesse raggiungermi; dopo questo, sentii delle risate provenire dall’interno della stanza. Ma Kinn non sembrava turbato o arrabbiato. 

Dannazione! Perché dovrei aver paura? Se si avvicina ancora, prendilo a calci, Porsche!

*********************

Domenica

Al giorno d’oggi, quasi tutti andavano negli hotel di lusso nel centro della città. Kinn diceva che ci sarebbero stati molti nuovi clienti stranieri in arrivo, per collaborare con la compagnia del signor Korn. Avevano quindi organizzato una sontuosa cena nella sala ricevimenti al primo piano di quell’hotel.

Vennero serviti vari tipi di pietanze e la maggior parte delle bevande erano delle migliori marche provenienti dall’estero. Tutti erano pronti in uniforme, incluso il sottoscritto, con camicia bianca, cappotto nero, pantaloni larghi, scarpe di marca e una cravatta che mi stringeva il collo. 

Dato che oggi il lavoro era di alto profilo, avevo dovuto modificare il mio aspetto.

«Accidenti…solo indossando un completo e con i capelli pettinati in questo modo, sei così bello che le ragazze non mi degnano di uno sguardo.» Disse Pol, quindi alzai le sopracciglia un paio di volte. 

Mi resi conto che Pol aveva ragione, perché alcune figlie di uomini d’affari mi squadravano con occhi scintillanti. 

«Non sono solo le ragazze e le donne a guardarti. Ci sono anche uomini che non ti levano gli occhi di dosso.» Lo sguardo di Pete si posò sul ragazzino minuto che mi fissava di continuo con interesse.

Mi spiace! Ma non sono gay! 

«No!» dissi frettolosamente.

«Non quel tipo. Ma la persona che ti sta chiamando.» Guardai oltre la spalla dell’uomo e vidi Kinn che mi stava guardando intensamente. Poi mi fece cenno di entrare e lasciare gli altri per andare verso di lui.

«Che cosa …?» Chiesi.

Era in piedi in un gruppo e parlava con clienti stranieri, insieme a lui c’erano il signor Korn, Kim e Khun che si era già tolto le trecce colorate dalla testa.

«Seguimi sempre. Non fare cazzate.» Disse Kinn.

Hah? Che diavolo stavo facendo? Lo stavo osservando, ma Pete mi aveva detto di distogliere lo sguardo. 

«Oh.» risposi irritato.

In quel momento, potevo giusto limitarmi a sorvegliare. Tuttavia, sperai che qualcuno puntasse una pistola contro Kinn nel bel mezzo dell’evento, in modo da poter aumentare l’eccitazione. Così non avrei dovuto stare incollato a questa persona noiosa, uh!

«Porsche … sei molto bello oggi.» Una voce familiare risuonò non lontano. Mi voltai a guardare a chi appartenesse e feci un leggero sorriso.

«Salve.» dissi educatamente.

«Hai mangiato qualcosa?» Chiese Vegas con una faccia sorridente.

«Oh…ho mangiato.» Dissi gentilmente, il suo tono e la sua espressione era calma. «Hai assaggiato questo? Te ne porterò un po’.»  Stava tenendo qualcosa in mano, era un cocktail di gamberi infilati in uno spiedino dentro ad un bicchiere di vetro. Scossi immediatamente la testa. Se Kinn si fosse accorto che stavo mangiando mentre ero di servizio, mi avrebbe sicuramente rimproverato fino a farmi sanguinare le orecchie.

«Hey, papà ti sta chiamando!» Il suono della voce e lo strizzare degli occhi mi innervosì. Era quel bastardo di Macao, me lo ricordavo bene.

«Ok, allora vado…Porsche, rimarrai qui, giusto? In ogni caso, passerò di qui per parlare un po’ con te.» Disse Vegas.

«Si.» Accettai. Mi rivolse un gran sorriso e andò via insieme al fratello minore.

Quel giorno, l’intera famiglia e i membri della seconda famiglia sembravano contenti, avevano gli occhi sorridenti mentre accoglievano gli ospiti che erano accorsi senza sosta per la cena. Ma l’intera scena che avevo davanti sembrava finta.

«Hai parlato con Vegas?» Mi voltai e fui un po’ sorpreso nel vedere Kinn che mi chiedeva di Vegas accigliato.

«Non sono affari tuoi!» Gli urlai contro.

«Aspetta, non ho finito! Non avvicinarti troppo alla seconda famiglia e non…»

«Non metterti nei guai e non fare casini, so già quello che vuoi dirmi e me lo posso dire da solo.» Precedetti Kinn prima ancora che finisse di parlare e lui sorrise con soddisfazione.

«Bene, guarda me, non guardare altre persone.» Inclina leggermente il viso. Chi pensava di essere! Era per caso un grazioso panda? Che lo dovevo stare a guardare tutto il tempo?

«Signori, scusate se vi ho lasciato un momento.» Kinn ritornò ai suoi affari per un po’.

Il cameriere venne verso di me con un vassoio e un bicchiere di whiskey. Aggrottai le sopracciglia. Mi guardai intorno e non vidi nessuno che mi stava guardando. Non ero sicuro se fosse per me o meno.

«Uh…forse…» Lanciai un’occhiata dietro di me e guardai Kinn, che stava accogliendo gli ospiti. Il cameriere teneva il bicchiere sul vassoio e me lo porse di nuovo.

«Prendilo. Va bene.» Ero dubbioso. Il cameriere, avrebbe dovuto conoscere il mio ruolo, quindi sentirgli dire qualcosa del genere. Quel bastardo era proprio bravo…

«Per favore, prendilo.» Il cameriere ripeté la frase con sguardo piuttosto severo.

«Ok.» Mi girai leggermente verso la parete e poi lo buttai giù in un solo sorso. Pensai non ci sarebbero stati problemi visto che avevo bevuto un solo bicchiere.

«Aaaa…davvero forte!» Strizzai un po’ gli occhi al forte odore di alcool, ma il sapore era molto buono.

«Per piacere, ringrazia chi di dovere.» Misi il bicchiere sul vassoio.

I miei occhi continuarono a cercare per vedere se una donna mi stesse guardando, ma niente, solo lo sguardo di Kinn si posava su di me ogni tanto. 

Beh, spero che non veda la goccia di alcool sulla mia gola, altrimenti verrebbe a darmele nel bel mezzo dell’evento.

Poi mi accorsi che anche Vegas mi stava osservando con un sorriso, salutandomi con la mano, quindi gli risposi a mia volta con un leggero sorriso per cortesia.

Vigilai su Kinn per un po’ poi, lo stesso cameriere, venne nuovamente da me con un vassoio e il bicchiere di whisky offerto da qualcuno.

«Ce n’è ancora…» Mi porse il bicchiere. Indicai me stesso, sorpreso.

«Da chi? Puoi dirmelo?» Chiesi, guardandomi nuovamente intorno.

«Non mi ha detto il suo nome. Ma per favore prendilo. Devo continuare con il mio giro.» Il cameriere era abile nel suo lavoro e mi ritrovai con il bicchiere in mano.

«Ma posso farlo? Il mio capo mi ucciderà se lo scopre.» Non mi preoccupavo più di tanto per Kinn, ma più che altro del signor Korn.

«Mi dispiace, fratello.» Il cameriere si voltò per parlarmi. 

Quindi guardai Kinn di soppiatto, mentre parlava con gli ospiti, si stava divertendo, ne approfittai e bevetti il bicchiere tutto d’un fiato.

Solo due bicchieri, ok? Non mi ubriaco facilmente. Due bicchieri di whisky non mi faranno perdere conoscenza.

Riposi il bicchiere sul vassoio e dissi al cameriere: «Fratello! Non devi più portarmi drink da parte di nessuno. Porta i miei ringraziamenti a chi ti ha mandato.» l’inserviente annuì e si allontanò.

Il mio sguardo lo seguì con fare dubbioso, prima di voltarmi a guardare Kinn. Mi avvicinai verso di lui e sorvegliai lì intorno fino a che Kinn non si voltò e mi fece un sorriso.

«Hai fame?» Subito Kinn si staccò dalla conversazione che stava avendo con alcune persone intorno a lui per sussurarmi quella frase delicatamente.

In quel momento, mi sentii stordito di punto in bianco. Fissai il viso di Kinn, aggrottai le sopracciglia quando i miei occhi iniziarono a vedere doppio, quindi mi diedi un colpetto in testa. «Tutto bene?» Kinn mi guardò confuso.

«No, i riflettori mi danno un po’ fastidio.» Pensai che la luce dei riflettori sul palco mi dessero dei problemi con la vista. Ecco perchè mi sentivo stordito.

«Pensavo non ci vedessi più dalla fame.» Kinn fece un sorriso. Iniziai a sentirmi frastornato dal fatto di vederci doppio. Quindi mi voltai per parlare con Kinn con un’ espressione frustrata.

«Se avessi fame, mi daresti veramente qualcosa da mangiare?» Dissi a bassa voce alzando un sopracciglio.

«No. Ti direi di portare pazienza…» disse Kinn… «Ti stiamo aspettando!» lo interruppe Kim per continuare la conversazione con gli ospiti.

Lo maledii con tutto il cuore prima di fare due passi. Ma appena le mie gambe si mossero di un passo, il torpore si ripresentò e quella volta riuscivo a malapena a stare in equilibrio.

Le mie mani raggiunsero in velocità il bordo del tavolo così, fortunatamente, riuscii a non cadere e nessuno se ne accorse. Ma Pete lo vide e venne di corsa verso di me.

«Che succede?» Pete mi venne incontro e mi prese per un braccio. Mi sentivo in grado di sostenermi da solo e gli feci cenno di lasciar stare.

«No, sto bene, sono solo un po’ abbagliato dalla luce.» Il giramento di testa scomparve di nuovo. Sapevo di non essere ubriaco, perché la sensazione non era questa e poi avevo bevuto solo due bicchieri, quindi non era possibile che fossi brillo. A meno che non avessi qualche malattia seria?

«Siediti intanto!» Pete disse con tono ansioso.

«No, andrò in bagno. Dai uno sguardo a Kinn, per favore. Starò via un momento.» Avvertii Pete e mi allontanai verso la mia destinazione.

I sintomi che avevo avuto prima erano scomparsi, ma altri sintomi iniziarono a comparire.

Iniziai a sentire del calore internamente, mi fece sentire un po’ strano e mi venne ansia. Mi diressi immediatamente in un bagno e chiusi a chiave. Abbassai la tavoletta del water e mi sedetti; ero ancora frastornato e provavo molte altre strane sensazioni. Come se volessi essere liberato. Mi toccai la gola, non sapendo come mai fosse diventata così rigida. Annaspavo per prendere aria, perché mi sentivo strano e dolorante lungo tutto il corpo.

Guardai la porta del bagno e la mia vista iniziò ad essere sfuocata, molto sfuocata. I sintomi stavano peggiorando, finché non vidi un’ombra come se fosse nella mia testa, era l’immagine di una donna che avevo incontrato al locale, che aveva quasi fatto l’amore con me. Ma poi, l’ombra prese le sembianze di Kinn.

Nei giorni in cui mi ero ubriacato, ci eravamo baciati finché non mi sentivo davvero a mio agio e provavo piacere. Mi morsi forte il labbro e cercai di non pensarci. Il mio corpo era fradicio di sudore dovuto al caldo, riuscivo a malapena a tenere le mie mani lontane dai pantaloni, nella speranza di aiutarmi ad alleviare i sintomi.

Ma prima di riuscirci, sentii bussare forte alla porta, rimasi sorpreso.

Il mio cuore voleva imprecare ad alta voce, ma fu solo un pensiero.

«Chi c’è dentro, vieni fuori!» 

«Penso che la butterò giù.» Le due persone fuori stavano parlando forte a tal punto che non potevo sentire i miei pensieri. Nonostante tutto, le sensazioni del mio corpo erano molto presenti. Non ci volle molto perché la porta si aprisse per davvero. Mi sembrava come se avessi tentato di ribellarmi, ma mi condussero fuori con facilità. La mia vista era offuscata e non avevo forza per combattere.

Il calore continuò ad arrivare a ondate attraverso tutto il corpo. In quel momento non volevo fare nulla. Volevo solo poter sfogare quella passione che era troppo intensa. Mi ricordai di essere stato trasportato verso un ascensore e di essere stato trascinato in una stanza da qualche parte. Dopo un po’, venni gettato con forza su di un ampio letto. Potevo sentire vagamente una conversazione che non riuscivo a comprendere…

«Quindi, cosa gli hai dato?»

«Il primo bicchiere, lo stordisce. Il secondo è un afrodisiaco. È davvero molto facile ingannarlo, quando vede dell’alcool, i suoi occhi si illuminano.»

«Perché non l’hai sedato e basta?»

«Oh! Non vuoi divertirti con lui? Se fosse solo addormentato, dove starebbe il divertimento?»

«Puoi toccarlo quando è completamente cosciente, ti garantisco che è divertente.»

«Cosa ne sai? Questo ragazzo è molto forte. Se lo tocchiamo quando è sobrio, ci ucciderà. Vederlo così è più divertente.»

Non ero interessato alla conversazione. Continuavo a girarmi con frustrazione. Allungai le mani per aprirmi i pantaloni. Ma mani robuste mi presero la mano e questo mi fece soffrire ancora di più! Il mio cervello non riusciva a recepire nulla.

Non sapevo cosa fare e cosa mi stava succedendo, perché mi sentivo così strano ed avevo così caldo…

«Aspetta un minuto, voglio divertirmi con te.»

Cercai di rimanere calmo, ma il mio cervello faceva molta fatica a ragionare. Il mio istinto mi diceva che ero in pericolo. Ma cos’era? Quale divertimento? Mi avevano avvelenato?

Non sapevo quanto tempo fosse passato da quando mi stavo rigirando nel letto in quel modo. Appena le mie mani furono liberate, le sciolsi per un momento.

Improvvisamente, un corpo si avvicinò e mi schiacciò tra lui e il materasso. Cercai di concentrarmi e vidi l’uomo che indossava la divisa nera. Si avvicinò e la punta del suo naso mi toccò la guancia. Sentii un aroma familiare, quindi strinsi gli occhi per poter vedere meglio. La sua faccia era annebbiata, appariva sfuocata, ma mi ricordava qualcuno che conoscevo per tutto il tempo…

«Kinn?» Chiesi di nuovo, la sua voce era roca.

«Ahia!!!» La mia faccia tremò al forte schiaffo. Finchè la mia guancia non divenne insensibile, mentre udii una voce sconosciuta

«Quando sei con me, non hai nessun diritto di pronunciare il suo nome!» Provai a ricompormi e ad elaborare la frase che avevo appena sentito. Diceva di non essere Kinn, quindi chi era? Ma in quel momento non capivo nulla. Mi sentivo solo sempre più male. Più venivo toccato, più il mio corpo rispondeva e si sentiva meglio.

«Il segno sul collo…? Sembra che sia riuscito a fartelo. Va bene, cancellerò il suo segno.» Appena finì la frase, sentì una leggera presione sul mio collo. Qualcosa di caldo e morbido si fece strada sulla mia gola. Immediatamente, il mio corpo si irrigidì, godendosi ogni tocco. L’immagine nella mia testa era simile a quella di quando Kinn mi fece la stessa cosa. Le labbra diventarono sempre più insistenti lungo il mio collo, strofinando la lingua calda, succhiando e mordendo, questo mi fece impazzire ancora di più.

Quando quelle labbra iniziarono a risalire per baciare le mie, mi morsi forte le labbra.

Bramavo quel bacio, ma ero ancora leggermente cosciente e cercai di spingere via il mio corpo per lottare contro quelle labbra lussuriose sulla mia bocca. Mi morse il labbro finchè non feci una smorfia e riuscì a rompere le mie difese mentre continuava a mordermi il labbro inferiore e superiore in maniera violenta come se volesse invadere e dominare tutta la mia bocca, che non ero in grado di negarglieelo. MERDA!!!

-Kinn- 

«L’hai trovato?» Chiesi a Pete.

La mia faccia era davvero infastidita in quel momento. Ovunque andassi con lui, c’era sempre del caos. Era scomparso da mezz’ora. Pete corse freneticamente verso di me e mi porse un telefono.

«Non ho trovato Porsche nella sala fumatori, ma questo è caduto in bagno.» Pete, il cecchino, era agitato quanto me.

Maledizione Porsche! 

Perché combinava sempre guai? Gli avevo ordinato di tenermi d’occhio da vicino così che anche io potessi vederlo. MERDA! Quel tipo doveva sempre farmi venire il mal di testa. Anche in quel momento mi faceva impazzire e mi sentivo frustrato.

Nell’ultimo periodo mi faceva preoccupare. Avevo paura che gli assalitori si sarebbero vendicati visto che era riuscito ad uccidere alcuni di loro. Ero preoccupato al punto di farlo controllare senza farmi scoprire quando non potevo vederlo, ma alla fine era sparito sotto i miei occhi.

«Signor Kinn, non riusciamo a trovarlo.»

Poco prima, avevo ordinato a cinque dei miei uomini di sparpagliarsi per cercarlo. Era molto sospetto, perché il telefono era semplicemente caduto a terra. Avevo una strana sensazione, ero preoccupato che gli fosse capitato qualcosa di brutto.

Due cose potevano essere successe, poteva essere stato attaccato da un avversario o comprato dalla seconda famiglia dato che l’avevo visto molto in confidenza con Vegas.

Avevano sicuramente tentato di attirare la sua attenzione per farlo diventare una loro guardia del corpo. Più di tutto, ero terrorizzato dal fatto che il motivo della sua scomparsa fosse quest’ultimo.

«Posso vedere le telecamere di sicurezza dall’atrio?» Pete corse avanti e io non esitai, aumentando il passo per andargli dietro.

«Tutte le telecamere sono danneggiate. I tecnici stanno recuperando i file.» 

Ero veramente frustrato. Perché la CCTV dell’hotel si era improvvisamente interrotta proprio in quel momento? Guardai seriamente il viso di Pete. Porsche, starà bene? DANNAZIONE!

«Fammi controllare!» Esclamò Arm. La guardia del corpo Khun era un esperto di informatica, era lui che si occupava dell’intero sistema di sorveglianza della casa. Guardò il computer e digitò qualcosa di particolare. Mi guardai intorno con un sorriso in risposta agli ospiti che entravano nella stanza e uscivano dalla porta d’ingresso. Sapevo che il mio lavoro non era ancora finito, ma non potevo lasciare Porsche da solo, volevo andare a cercarlo. Se avessi scoperto che era scappato incasinandomi così tanto, lo avrei sicuramente punito per avermi spaventato. 

«Signor Kinn, ho trovato qualcosa!» Disse in fretta Arm. Mi sedetti velocemente accanto a lui e notai che tutti gli schermi erano neri eccetto due. Una telecamera dell’atrio ed una dell’ascensore.

«Sbrigati, torna indietro a mezz’ora fa.» Arm si affrettò a seguire le mie istruzioni.

Sinceramente non mi aspettavo nemmeno di trovare nulla visto che erano fotogrammi all’interno dell’hotel, era possibile che fosse stato trascinato fuori. Fino a quel momento non sapevo dove andare.

«Merda … cos’è questo?» Arm fissò lo schermo scioccato. Rimasi sbalordito a mia volta nel vedere un uomo in nero che trasportava Porsche privo di sensi nell’ascensore. Per quanto riguardava la foto all’interno dell’ascensore, qualcuno stava premendo il pulsante per l’ottavo piano. Nessuno esitò, ci dirigemmo direttamente davanti all’ascensore e rimanemmo in attesa che le porte si aprissero. Ero davvero preoccupato.

«Signor Kinn. Signor Kinn?» Big mi richiamò. Non gli prestai molta attenzione finché non si avvicinò a me.

«Dove sta andando, Signor Kinn?» Big chiese confuso. Non gli risposi, mi limitai a fissare il numero dell’ascensore che era quasi arrivato al nostro piano.

«Khun Korn la sta chiamando. Venga con me.» Big si avvicinò e mi afferrò il braccio cercando di riportarmi a lavoro.

«Lasciami andare Big! Dove vado non sono affari tuoi!» urlai. Il trambusto ed il caldo fece aumentare le mie emozioni. La mia mente era piena di pensieri di Porsche, ero troppo preoccupato per lui.

Maledizione Porsche! Anche se l’avevo solo baciato, ripensare alla sua straordinaria figura… ai miei occhi in quel momento sembrava seducente. Non pensavo mi piacesse o altro, ma ero frustrato. La sua immagine stava invadendo la mia mente.

«Signor Kinn!» 

Non ascoltai più nessuno. Pete camminò davanti a Big ed alzò il dito medio verso di lui prima che entrassimo nell’ascensore per arrivare all’ottavo piano. Essendo il suo migliore amico, sapevo che Pete non era meno preoccupato di me.

«Pensi che gli sia già successo qualcosa?» chiese Arm e di certo non aiutò il mio umore, tant’è che Pete mi guardò negli occhi e gli fece cenno di fermarsi. Nel mio cuore volevo solo arrivare velocemente all’ottavo piano. Quando le porte dell’ascensore si aprirono, le guardie vestite di nero corsero alle scale di emergenza. Anche Pete ed io li seguimmo ma nel vedere la porta di una camera da letto aperta, ci fermammo.

«Ughhh…» una voce che ricordavo bene, gemeva molto forte. Tirai un sospiro di sollievo perché era ancora vivo.

Il mio corpo camminò lentamente attraverso la stanza finché i miei passi si fermarono quando lo vidi steso da solo su un ampio letto, indossava solo un paio di boxer. Lungo il suo corpo c’erano segni rossi, sembravano dei succhiotti che gli avevano causato dei lividi sul collo e sul petto.  

Porsche continuava a contorcersi sul letto in modo irrequieto come un uomo tormentato. Mi accigliai quando vidi in che condizioni versava.

«Porsche! Cos’è successo?» Chiesi in tono scioccato. Pensavo che sarebbe stato torturato, ma questo…

«K … aiutami.» dal suono che uscì dalla sua bocca sembrava molto agitato. Mi sedetti e lo avvicinai a me tirandolo con la mano. Guardai tutto il suo corpo, un angolo delle sue labbra era leggermente ferito, forse a causa di uno schiaffo, mentre il collo e il petto erano coperti da segni rossi che gli aveva procurato qualcuno. Nel vederli, la rabbia cominciò a crescere dentro di me, immediatamente. 

«K … Kinn tu …» chiese mordendosi la bocca come se qualcuno lo stesse davvero torturando.

«Sì! Chi è stato, bastardo!» Il mio cuore improvvisamente sussultò. Non mi sarei mai sognato di vederlo in quelle condizioni.

«Io .. ah, Kinn ….. non lo so. Mmmhhh … Aiutami.» Le sue labbra tremavano, come se si stesse aggrappando a non so cosa. Vidi qualcosa attraverso i boxer che era già cresciuto, e il liquido pre eiaculatorio che filtrava dal tessuto, bagnandolo. Non riuscivo proprio a credere che quel bastardo avesse dato a Porsche uno stimolante.

«Pete, esci per primo.» dissi a Pete che era dispiaciuto per il suo amico, ma che nonostante tutto non protestò ed uscì chiudendo la porta. 

«Come posso aiutarti?» chiesi, tenendolo per il braccio.

«Per favore …» disse a bassa voce ed il suo viso cadde sulle mie spalle. Il suono dei suoi sospiri arrivò al mio orecchio, poi scesero lungo il collo facendomi fremere.

«Ehm … Trova una donna … Non ce la faccio più…» Porsche guardò in alto e alzò il viso. Con un debole gemito, dovetti trattenere le mie emozioni quando vidi il suo viso così vicino al mio.

«Dove posso trovarne una?» Feci un respiro profondo, cercando di sopprimere le mie emozioni. Alzò la mano poggiandola sul mio petto, poi mi picchiò leggermente.

«Puoi portarmi in una sala massaggi …» La sua voce era tremante, ma dolce. L’effetto di quello stimolante sembrava essere così forte che anche il demone dentro di me urlava mentre io cercavo di contenermi.

«Puoi aiutarti da solo? Ti aspetto fuori.»

Mi morsi la lingua mentre gli dicevo quelle parole, perchè anche se ero molto affamato nel vederlo in quello stato, non l’avrei mai fatto con qualcuno che non voleva. Anche se lui mi piaceva, non avevo mai pensato di trascinarlo con la forza sul mio letto, figuriamoci usare stimolanti per ottenerlo. 

Dannazione, i miei sentimenti erano così incasinati, non avrei mai pensato che una persona come lui sarebbe stata in grado di sconvolgermi in quel modo.

«No … non posso. Per favore, non lo sopporto.» Lo disse con una voce straziante prima di chinarsi per appoggiarsi leggermente sul mio corpo.

Merda, fermati Porsche, anche io sto impazzendo. Sto lottando nel trattenere la mia voglia nel vederti così. Non cercare di abbattere le mie difese, bastardo!

«Cosa vuoi che faccia? Ci sono solo io qui. E non voglio farlo quando tu…» Prima che potessi finire la mia frase, la mano di Porsche mi afferrò il collo, poi mi abbassò il viso per baciarmi.

Rimasi scioccato per un attimo prima di chiudere gli occhi, avvicinando le mie labbra alla persona di fronte a me. Con una mano sostenni il volto di Porsche, ricambiai il bacio e gli succhiai le labbra, premendo su di lui con foga, ognuno dei due cercava di dominare l’altro.

«Mmmmh…» Il gemito in fondo alla sua gola fece crescere la mia eccitazione. Aprì la bocca per prendere aria e io ne approfittai per invaderlo con la lingua. La mia lingua era in cerca di qualcosa, la sua. Quel bacio era completamente diverso da quelli precedenti, ammetto che era meraviglioso e mi sembrava di volare.

Ma non mi sarei arreso con facilità, avvicinai il mio volto al suo, lo morsi, lo baciai e tracciai il suo profilo con la lingua. C’era un suono di gemiti e di labbra che si baciavano, eravamo noi.

La mia lingua calda si spostò lungo la linea del suo collo e vidi il segno rosso tendente al viola che la persona venuta prima aveva lasciato. Pensai che fosse stato abbastanza doloroso, visto che questo nuovo segno copriva quello che gli avevo fatto pochi giorni prima.

Ma nonostante questo volevo farne un altro per cancellare il marchio che la persona aveva lasciato. 

Succhiai il suo collo ferito, che diventava sempre più martoriato dai nuovi segni. Il desiderio di prevalere sull’altro, mi faceva impazzire. Continuai a succhiare finché la persona sotto di me non protestò anche se, allo stesso tempo, stava sospirando di piacere.

«Cazzo!…mi fai male…Kinn…» Disse lamentandosi e colpì delicatamente il retro del mio collo. Lo guidai verso il basso per farlo stendere, mi seguì ubbidiente. Mi abbassai su di lui e riportai la mia lingua sulla sua gola. Mi presi il mio tempo, tracciando gradualmente verso l’alto dalla base del mento e lasciando segni in ogni angolo della sua pelle.

Porsche aveva la testa all’indietro, come se fosse al settimo cielo. Lo stimolante doveva essere davvero molto forte perché continuava ad accarezzarmi senza fermarsi mai. Aggrappandosi all’elegante tessuto del mio completo e facendo scivolare le sue mani dietro al mio collo. Mi fermai un momento e lo osservai per bene, mentre lui cercava di prendere aria disperatamente.

Le sue guance arrossirono mentre un po’ di vapore caldo gli usciva dalla bocca piena di saliva. Il mio sguardo era così rapito da lui, che non notai che l’altra sua mano aveva lasciato il mio collo e stava già slacciando i bottoni della mia camicia. Gli afferrai la mano per fermare i suoi movimenti e dissi: «Non lo farò, a meno che tu non me lo chieda…»

I miei occhi non lasciarono mai quelli di Porsche mentre gli diedi un dolce bacio sulle palpebre. Non volevo fermarmi, ma volevo che sapesse quello che stavamo per fare e che fosse davvero consapevole di chi fossi. Anche se il suo corpo reagiva chiaramente al mio, non volevo violentarlo.

«Io…nghh…non…Lo so…ma…Io…Hhn…Non ce la faccio più…»

Il suo corpo era rovente in quel momento e si dimenava da ogni parte. Dovetti ammettere, che ero talmente ipnotizzato da quella vista, che quasi mi stavo dimenticando chi l’aveva ridotto in questo stato.

«Se vuoi che lo faccia, lo farò. Ma se mi dirai di no, mi fermerò.» Dissi, ma le mie mani contraddissero le mie parole e lanciarono la giacca sul pavimento, stavo quasi per rimuovermi anche la maglietta.

«H-huh…solo…fallo, hmmm!»

Non lasciai che Porsche finisse la frase e mi gettai nuovamente sulle sue labbra. Cercò di spingermi via dalle spalle, ma afferrai il suo polso e lo rimisi sul letto. Le nostre lingue si intrecciarono, scambiandoci caldi respiri. La mia mano scivolò sul suo petto solido, prima di scendere verso i suoi capezzoli induriti. Lo sentii fremere quando le mie dita calde passarono sui suoi capezzoli ormai troppo sensibili. 

«Ughhhh…hmmm…» Si poteva sentire un misto di gemiti e sospiri della persona sotto di me, che stimolavano la mia eccitazione finché sentii una sensazione elettrizzante investire tutto il mio corpo. Le mie mani continuarono a stimolare il suo capezzolo sinistro mentre la mia bocca continuava a percorrere ogni parte del suo corpo. Tirai il suo capezzolo eretto e usai la bocca per avvolgerlo.

«A-Ah!…Ngh…Hmm…» 

Sentii la lussuria erompere dal suo corpo mentre facevo scorrere la mia lingua lungo il suo busto. Il corpo di Porsche era così sensibile e incantevole, che in qualsiasi zona lo toccassi i suoi gemiti diventavano sempre più forti.

Mi sta davvero facendo impazzire…

Allentai la cintura e mi slacciai i pantaloni, mentre continuavo ad esplorare un centimetro della sua pelle. Le mie labbra passarono dal suo petto giù verso gli addominali belli tesi. Erano una tentazione troppo forte, dovevo assaggiarli. Baciai con delicatezza all’inizio, poi alla fine segnai il territorio, tracciando piccoli baci dal suo addome fino al bordo dell’elastico dei boxer, esponendo il suo membro in erezione.

Mi morsi il labbro, quando il mio sguardo si posò sulla sua lunghezza bagnata. Le mie mani fremettero, quando le misi intorno all’inguine di Porsche. Fu sorpreso dal mio tocco improvviso, questo mi fece sorridere un po’, infine iniziai a muovere le mani. Lentamente le feci scorrere avanti e indietro sopra la sua dura virilità, ad ogni passaggio si lasciava andare un po’ di più. I miei occhi non abbandonarono mai il viso di Porsche, osservavano ogni sua reazione.

Improvvisamente mi afferrò il braccio e mi diede uno sguardo pieno di passione. Mi fischiarono quasi le orecchie per il desiderio e aumentai la velocità.

«Aah! K-Kinn…HHmmmmm….Non ce la faccio…Ahhhh…Ahhh!» Le sue unghie affondavano sulle mie spalle mentre continuavo a dargli piacere stimolando il suo membro. Sentii del dolore provenire dalla schiena, ma questo alleviava il mio desiderio ancora di più. Deglutii profondamente e guardai la persona tremante sotto di me mentre le mie mani acceleravano il loro movimento. Ad un certo punto, Porsche raggiunse i miei pantaloni e tirò fuori il mio. Ero un po’ sorpreso quando me lo tirò fuori dall’intimo e lo strofinò insieme al suo.

Porca puttana…Che fai Porsche…Mi provochi?

«Ahhhh…F-Fammi…venire…Ahhhh!»

La sua schiena si inarcò mentre spargeva un liquido lattiginoso sulle mie mani e sul suo addome. Continuai a muovere le mie mani sopra il suo pene ed era ancora duro.

Porsche annaspò al mio gesto e mi fissò con un’espressione sensuale.

«Sei appena venuto?» Chiesi, la mia voce era leggermente tremolante.

«Hngh… N-no… P-Profilattico… Ngh… Il mio profilattico… Nei miei pantaloni…nella tasca.» disse tra i sospiri indicando il pavimento dove giacevano i suoi pantaloni. Aggrottai la fronte e gli risposi: «Non posso mettere i tuoi, sono troppo stretti.» 

Vidi che il pene di Porsche era un po’ più piccolo del mio, ma era più largo della norma tra gli uomini thailandesi. Mi allungai per prendere il mio portafoglio dal completo e prendere il mio preservativo. Poi usai i denti per aprire la confezione.

«Non sto parlando…del tuo…Hmmm…metti il preservativo sul mio…» Feci uno sguardo interrogativo alla sua frase. E compresi quello che voleva dire.

Non dirmi che stai pensando di stare sopra Porsche, perchè non accadrà mai.

«Hmmm…Mi dispiace Porsche, ma non puoi prendermi. Io sto solo sopra.» 

Alla fine della mia frase lo voltai e il suo ventre toccò il materasso. Si agitò immediatamente e urlò ad alta voce contro di me mentre terminavo di indossare la protezione.

«N-no!…K-Kinn…lasciami…lasciamelo fare…ti prego!» Protestò e continuò a domandare di lasciarglielo fare. Ma posizionai le mie ginocchia tra le sue cosce, facendo allargare le sue gambe, feci scivolare le mie dita sulla curva del suo sedere e controllai che non ci fossero tracce di violenza da prima. Ma la parte era illesa, sospirai di sollievo. 

Quindi, mi leccai le dita e lentamente iniziai a stimolare il suo ingresso caldo. Sussultò, stava quasi per girarsi, ma avevo una buona presa su tutte e due le sue mani e le tirai dietro la schiena, facendolo tornare in posizione.

«K-Kinn…Non…Non osare…Cazzo!»

Esitai sentendolo imprecare contro di me, ma non volevo lasciarmi scappare quell’occasione. Lasciai andare le sue mani che si aggrapparono alle lenzuola, prima di infilare gentilmente il mio dito dentro la calda entrata di Porsche. Mi morsi il labbro inferiore al sentire il muscolo stringersi ogni volta che spingevo il dito in profondità.

«Ugh…Cerca di rilassarti un po’ Porsche…» Dissi prima di abbassarmi per baciargli la nuca. Aumentai la presa sui suoi fianchi, facendolo voltare verso di me. Stavo per baciarlo, ma il bastardo si voltò nuovamente. Così gli presi con foga la guancia e lo bacia con forza sulle labbra. Inizia a spingere il dito completamente dentro di lui e lo feci roteare lentamente per allargarne le pareti.

«A-aahnnn… C-cazzo… Hmmmp!» Gemette mentre continuavo a deliziarmi delle sue labbra e intrecciavo la sua lingua calda con la mia. Nonostante il dolore, Porsche continuò a rispondere ad ogni mio bacio, era giunto il momento di inserire il secondo dito.

«A-ahhhh… K-Kinn… Fa… Fa male… Mhhh… Toglilo… K-Kinn…» Porsche sciolse il nostro bacio e mi parlò. Sorrisi con soddisfazione mentre lui mormorava il mio nome in maniera deliziosa. Questo mi fece perdere il controllo del mio desiderio. Il mio braccio che sosteneva il suo fianco si allungò per afferrare il suo fallo duro. Lo tenni nuovamente in mano lo accarezzai lentamente per distogliere la sua attenzione dal secondo dito.

«Ugh…Mhhhh…» Porsche piegò la faccia verso il basso e la immerse nel letto mentre mordeva il lenzuolo. Incapace di reprimere la mia fame, velocemente estrassi le mie dita.

Voglio scoparti così tanto Porsche…

«H-hmmmm! K-Kinn… No… Per favore…» Porsche mormorò, come se sentisse i miei demoni chiamare il suo nome.

Scossi la testa, mi morsi il labbro inferiore mentre lentamente strofinavo la mia punta sul suo soffice ingresso, preparandolo per la tempesta che stava per arrivare.

Vedendo il diametro della sua entrata e la taglia del mio pene, avrebbe fatto sicuramente male, quindi dovevo prepararlo per bene. Mi inumidii la lingua e feci cadere la saliva su tutta la mia lunghezza, strofinando avanti indietro per lubrificarlo al meglio. Non avevo il gel con me, ma sarebbe andata bene lo stesso. Meglio di niente, sicuramente avrei mandato Porsche in paradiso. Lo presi in mano e lentamente premetti la mia punta sul bordo del suo ingresso.

«Ughhhh!… Fa male!» Strinse con i pugni tra le lenzuola per alleviare il dolore. Sentivo che era stretto e facevo fatica a spingere.

«Non irrigidirti… Troppo Porsche… Rilassati…»

Sollevai la mia mano libera e gli massaggiai una natica per farlo rilassare, poi mi spinsi più a fondo.

«A-ahhn… Non… Non ce la faccio più… Esci fuori… Per favore… Fa… Male…»

«Ugh… Non… Muoverti troppo Porsche… Resisti… Non manca molto… Ok?» Avevo infilato solo la punta e già la sensazione era fottutamente bella, così bella che volevo infilarglielo tutto e scoparlo per bene. Temevo però che potesse collassare, quindi presi ancora della saliva e la feci scorrere sulla mia lunghezza, facendola diventare più scivolosa di prima. Poi mi misi in una posizione più comoda  e glielo infilai completamente.

«A-Ahhhhhh!… C… Cazzo!»

Abbassai la testa sulla sua guancia mentre teneva la testa alzata verso di me.

«Rilassati Porsche…Così non ti farai male.» Sussurrai dolcemente al suo orecchio, prima di ritornare a avvolgere la sua erezione con le mie mani. Fu sorpreso quando le mie dita ricominciarono ad accarezzarlo.

«Ahhh…Kinn…Cazzo…» Senza accorgersene, gemette nuovamente pronunciando il mio nome e diede un pugno al letto. Mi avvicinai alla sua bocca provocante e lo bacia profondamente, ma il bastardo si ribellò mordendomi il labbro con rabbia, emisi un debole lamento.

Questo bastardo sa davvero come eccitarmi.

«Sei troppo stretto… Rilassati un po’… Porsche…»

Liberai la sua bocca emettendo un grugnito. Il suo interno, caldo e stretto, avvolgeva la mia rovente erezione. Mi sentivo così fottutamente bene che potevo sentire i demoni interiori incitarmi a fotterlo più forte che potevo.

«Ughhhh…Hmmmm…Ahh…» Suoni incomprensibili uscivano dalla bocca di Porsche mentre cercava di comprendere cosa gli stava accadendo. Morse il lenzuolo per molto tempo fino ad inzupparlo di saliva. Lo presi come un segnale che fosse arrivato il momento di iniziare a muovermi dentro e fuori di lui. Era riluttante inizialmente, ma si rilassò gradualmente, così mi misi nella posizione corretta per potermi inserire con foga dentro di lui.

La spinta era molto forte e dovetti sorreggere per bene i suoi fianchi per evitare di farlo cadere. Porsche chiuse gli occhi con forza, mentre io continuavo a colpire il suo incanevole ingresso.

«Ah…Cazzo…Bene! Sei dannatamente meraviglioso…Ugh…Porsche!» Un grugnito mi uscì dalla gola mentre sollevavo la testa per l’eccitazione. I miei occhi scorsero il suo tatuaggio sul braccio destro, soddisfando la mia lussuria, poi lo penetrai con forza. Di solito, preferivo ragazzi con la pelle liscia e chiara, ma quel tatuaggio, mi eccitava davvero e mi faceva  impazzire talmente tanto che rischiavo di restarci secco.

«Ughhhh! Ahhhh…Ahhhh! È… Ahhh non… Ugh! Basta…Ki…nn!» Disse Porsche, i suoi occhi erano arrossati e le lacrime gli scorrevano sulle guance quando si voltò a guardarmi.

Non sapeva che questo atteggiamento mi provocava ancora di più?

Guardai in basso e mi concentrai su di lui, mentre una delle mie mani era occupata ad accarezzare ogni parte del suo corpo appassionatamente, specialmente il suo tatuaggio.

«Aahhhhnnn…Aahhh…»

Gli avvicinai i fianchi e aumentai la presa sul suo busto, il suo corpo continuava a scivolare via. Finché non dovetti abbassargli le ginocchia per poter entrare meglio.

«Nghhh…Ci sei quasi…Porsche?…» Chiesi mentre continuavo a sentire il suo ingresso molto stretto. Accellerai il passo, sbattendo contro il suo sedere senza sosta, potevo sentire che ero vicino al limite. Mi distesi su di lui, concentrando la mia forza direttamente sulla penetrazione, quindi aumentai il ritmo dei miei fianchi. La sua testa si muoveva avanti indietro spinta dai miei movimenti e ansimava continuamente. Lo scopai per bene, finché i suoi gemiti e la sua voce diventarono impossibili da decifrare.

«Hmmm…Sei…Così stretto!…Cazzo, Porsche!»

Il suono dei nostri corpi che si scontravano risuonava per tutta la stanza mentre facevo oscillare i miei fianchi su di lui, invadendo il suo dolce ingresso più e più volte. Mantenni il ritmo finché non lo sentii stringersi sul mio pene. Cercai di colpire lo stesso punto, cercando di portare lì il movimento e la spinta.

«A-ahhhhh…Aaahhnnnn…Ahhhh…Ahhhh!!!»

Poco dopo, il suo corpo si dimenò, tremò e venne senza che le mie mani avessero toccato il suo membro. Io, invece, continuai a spingere nello stesso punto, accelerando secondo i suoi gemiti e alla fine liberai il mio liquido dentro Porsche.

«A-ahhh…Cazzo!…»

Feci avanti e indietro qualche volta ancora per far si che il mio pene caldo si immergesse nel mio liquido. Era così bello essere dentro di lui perché era così stretto e potevo sentire il mio corpo adattarsi al suo ad ogni spinta. Incapace di controllare il mio bisogno, mi tirai fuori, mi tolsi il preservativo e ne misi uno nuovo. Lo trattenni disteso e mi abbassai per dargli un bacio appassionato.

«Lasciami…Kinn…» Disse mentre prendeva aria.

«Non abbiamo ancora finito. Questa cosa si sta risvegliando di nuovo…»

Allungai le mani per afferrarglielo, ma immediatamente protestò. La mia mente però, era ormai annebbiata dal suo corpo lussurioso che mi ero persino dimenticato come ci fossimo ritrovati in quella situazione. Non sapevo se avessi dovuto odiare o ringraziare il bastardo che aveva ridotto Porsche in quello stato.

L’effetto dello stimolante su Porsche, stava durando così tanto che dovetti pagare la stanza per l’intera notte e rimanere fino al giorno successivo. Era dovuto, perchè non credevo che avremmo finito per fare solo due giri.

È un peccato che abbia dovuto farlo con te in questo stato, ma sono contento di essere io quello con cui l’hai fatto, Porsche…

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