EN OF LOVE MECHANICS 2 – CAPITOLO 4

-Mark Masa-

“Cosa c’è che non va?” Avevo aggrottato la fronte nell’osservare P’ Vee, che non mi aveva ancora tolto la mano dalla testa. Lentamente la spostò, prima di darmi una pacca sulla spalla.

“Sta rivendicando la tua proprietà.” Disse Fuse, facendomi aggrottare la fronte ancora di più.

“Essere possessivi di cosa? Non ho visto niente.”

“Quei ragazzini ti guardano da parecchio tempo, forse non te ne sei accorto perché cercavi P’Vee.” continuò Fuse annuendo verso il gruppo dei Nong. Mi girai a guardare, annodando di nuovo le sopracciglia perché una di quelle facce mi sembrava familiare, come se l’avessi già incrociata, ma non ricordavo da dove venisse. Non importava, perché anch’io non sarei riuscito a presentarmi come avrei potuto fare in passato. Era come diceva Fuse, i miei occhi cercavano solo P’Vee, anche se ero ostinato e non volevo ammetterlo, il mio cuore lo aspettava da tantissimo tempo.

“Mi stavi davvero cercando?” Chiese il tizio alto vicino a me.

“Quindi credi a quello che dice Fuse?” Risposi, prima di andarmene per evitare la domanda. Finsi invece di guardare i junior che nuotavano, anche se il mio amico si stava già occupando di loro.

“Oh… beh, se è vero, allora la prossima volta registrerò un video da usare come prova. Anzi, ancora meglio, farò una diretta.” Disse Fuse seguendomi.

“Vai e usa il tuo tempo per badare a P’Ana.” Risposi.

“Guardare cosa? Sta studiando e io sono libero, quindi non c’è bisogno di preoccuparsi per me, sono dolce come il miele.” Fece una smorfia infastidita, prima di sorridere ancora una volta come un pazzo.

“Non c’è bisogno di guardarlo in quel modo, digli semplicemente che anche noi siamo dolci.” Mi disse P’Vee facendo un cenno con la testa.

“Non voglio, non mi piace mettermi in mostra.” Gli risposi.

“Non vuoi vantartene? Beh, fai attenzione, perché qualcun altro potrebbe cogliere l’occasione per mettersi in mostra.” Mi disse Fuse, facendomi girare per guardarlo di nuovo.

“Non c’è bisogno di agitarsi, vai dal tuo dentista.” Disse P’Vee, fingendo di cacciare via Fuse.

“Non sono ancora le 20.” Rispose, prima di andare dall’altra parte. Eravamo rimasti solo io, P’Vee e molti occhi che ci guardavano. Ci osservavano senza nemmeno tentare di nasconderlo, al punto che riuscivo a percepirlo. Ma questo era troppo. Mi comportavo come se non mi importasse, e P’Vee si comportava come se non fosse importante, semplicemente continuava a seguirmi.

Da un ragazzo del primo anno che segretamente aveva amato un senior nel club, in quel momento ero diventato una delle persone che comandava. Dovevo guardare i nuovi membri e verificare se sapessero sul serio nuotare correttamente e se ce la facevano. Indipendentemente da come la si guardava, continuava a mancarmi P’ Bar. Quando si trattava di nuotare, lui era il mio idolo e se si parlava di amore, allora potevo dire che era la prima persona che avevo amato da quando avevo iniziato l’università, e anche se non era corrisposto, comunque la consideravo una bella storia, perché mi avevo permesso di incontrare un’altra persona.

“Perché sei così distratto?” … Che non era carino, eppure lo amavo così tanto.

“Niente, non sono distratto.” Risposi guardandomi intorno.

“Devi dire loro di uscire in fretta o si farà tardi.” Disse P’Vee.

“Chi ha detto di dire loro di finire? Andate a sedervi e mantenete la calma.” Li sfidai a tornare.

“Vuoi continuare così?” Chiese P’Vee, avvicinando il suo viso al mio, cercando di intimidirmi, ma in realtà la cosa mi fece soltanto diventare timido.

“Allontanati, la gente sta guardando.” Dissi, spingendo via la sua faccia.

“Non mi allontano.”

“P’Vee, tra cinque minuti P’Pon ordinerà loro di fermarsi.” Gli dissi, allontanandomi da lui, ignorando le risate, perché in quel momento avevo bisogno di evitare rapidamente i suoi occhi e di correre dov’era riunito l’altro personale.

Al momento allenavamo i nuovi membri e non c’era molta pressione, si trattava della mia facoltà, l’obiettivo era quello di divertirsi. Ci si basava sulla partecipazione e non sul fatto di vincere. Alcuni del quarto anno, però, avevano ancora un pizzico di speranza.

“Durante la gara dovete fare attenzione, anche se lui ha detto che non spera in niente, però io lo voglio lo stesso.” Disse P’Pon facendo ridere i Nong. Anche noi non potevamo fare a meno di ridere con loro.

“Se davvero otterremo una medaglia, ci sarà una ricompensa P’?” Chiese uno dei Nong.

“E cos’è che vuoi?”

“Voglio avere P’ Mark.” Disse il Nong, facendo sospirare P’Pon.

“Ran, non riesci a vedere P’ Vee?” Disse P’Pon, indicando in direzione di P’Vee che era in disparte a giocare con il suo telefono.

Ran era un junior che aveva dichiarato espressamente il suo interesse per me, usando parole per provarci con me e provocare lui. P’Vee ne era consapevole, ma non riusciva a capire bene le parole che i giovani usavano oggigiorno. Anche se non era vecchio, apprezzava di più il vecchio stile. Forse non capiva alcune delle loro parole, ma sapevo che non gli piaceva. Era uno dei motivi per cui P’Vee mi seguiva, poiché a poco a poco mi ero fatto conoscere da quel gruppo di ragazzini.

“Uffa P’. Lo voglio, ma non posso proprio averlo.” Disse il nong, facendo una faccia triste e facendo ridere gli altri. Il povero P’Vee si voltò verso di me, con le sopracciglia alzate come per chiedere cosa stesse succedendo, ma io risposi scuotendo la testa.

“Per quanto riguarda il giorno della gara, fate del vostro meglio. È tutto per oggi.” Dissi loro prima di salutarli, i miei junior fecero lo stesso prima di andarsene.

Non avrei mai pensato che una persona come me potesse fare una cosa del genere, poter stare qui a vegliare su di loro, sorvegliarli e insegnargli. Inizialmente non ero sicuro di poterlo fare per via della mia personalità e per vari altri motivi, ma P’Bar mi disse che se non fossi venuto io a vederli nuotare al posto suo, chi altri lo avrebbe fatto? All’epoca P’Vee quasi si arrabbiò, ma non appena gli spiegai che, oltre a studiare Ingegneria, il nuoto era la cosa che amavo di più, lui capì.

“Sei di nuovo distratto. A cosa stai pensando così intensamente?” Chiese P’ Vee, avvicinandosi a me.

“Mi manca P’ Bar.”

“Mark!”

“Beh, mi manca P’Bar in questo momento per via del nuoto, sono in piscina, quindi come posso non pensare a lui?” Dissi onestamente.

“Giusto.”

“Ehi, P’Vee, sei davvero così arrabbiato?” Gli domandai, dandogli una leggera spinta.

“No… sì.” Una volta Fuse disse che era come se il mondo si spezzasse mentre cercavi di giocare e di prendere in giro il tuo ragazzo e loro si arrabbiavano con te. Era proprio così.

“P’Vee.”

“Beh, ti manca.” Disse P’Vee dopo essere rimasto in silenzio per un bel po’ di tempo. Mi avvicinai e gli afferrai il braccio.

“Stavo solo pensando a lui, non mi piace in quel senso.” ribadii.

“Ma nemmeno pensare a lui va bene. Sono proprio qui.” Disse lui, sembrando lunatico.

“È come se ti mancassero P’YiWa, P’Kla e gli altri.”

“Non è la stessa cosa perché non penso mai a loro.” Non sapevo se dispiacermi per me stesso che stavo cercando di trovare un modo per riavvicinarmi, o dispiacermi prima di tutto per i suoi amici.

“Ok, non penserò a lui.” Ero d’accordo e quindi mi arresi.

“Riconciliamoci.”

“Mi sono riconciliato, che altro vuoi?” Chiesi a mia volta.

“Come ti sei riconciliato? Non l’hai ancora fatto.”

Alzai le sopracciglia come per chiedere cosa volesse ancora.

“Vieni a fare delle foto con me.” Disse prima di passarmi il suo telefono. Sullo schermo c’era una foto di P’Bar che indossava un abito da laurea, insieme a Tossakan che indossava il suo camice da medico. Non si trattava però di una sola immagine, ma di un intero album caricato da Kan.

TOSSAKAN
30 minuti fa

Si è laureato e ha anche ottenuto un medico che si prende cura di lui… – con Bar Sarawut.

Foto di: pagina di Dew Daly
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Bar Sarawut: Eri già mio quando hai preso il mio ingranaggio.

Tonkla: Aveva paura, non sapeva che l’avrebbe ricevuta.

Nnorthh: Aspettami.

Pin Pinna: I miei amici vanno di fretta.

Pandora: Ancora non lo riceverai, è solo dicembre, eppure hai tanta fretta di scattare le foto.

White rocks shining in the sky: Dov’è l’invito a conseguire la laurea?

Yiwaa: Non c’è un invito perché si tratta di foto non formali.

TOSSAKAN: Queste sono antecedenti al matrimonio.

Tootsy Li studies mechanics: Muori!

Lucky Man: Esagerato.

Rammie Ram: Sono confuso, pre-matrimonio? Nnorthh

Nnorthh: Sono in grado di farlo.

Pandora: Dov’è mio padre? Vee Vivis

Vee Vivis: Alla ricerca di un locale.

U unun: È un grande.

Future Forfun: Non accettare questo accordo.

“Vuoi dire che… ” E poi pensai alla sua richiesta, chiedendomi di scattare foto informali, il che implicava che voleva che andassi a farle con lui in vari luoghi con lo stesso dolce stile di questi due? Come potevo non oppormi?

“Sì, voglio farlo proprio così.” Si trattava di foto non ufficiali della laurea o di un pre-matrimonio? Era quello che volevo chiedere come prima cosa?

“Hai l’abito per la laurea?” Chiesi.

“Non ne ho ancora uno, ma probabilmente posso procurarmelo da qualcuno che ha già finito e che è sposato da anni.” Realizzai allora che non si era mai arrabbiato prima, perché improvvisamente si era cambiato e aveva iniziato a comportarsi in modo giocoso. Prima non era davvero arrabbiato, si comportava così per creare guai, perciò ero d’accordo ad assecondare i suoi desideri.

“P’Vee.”

“Non lo so, voglio fare foto tipo quelle di Bar. Lui è andato a prendere in prestito l’abito da P’Teng. Posso prenderne uno in prestito da mio fratello maggiore per le foto.” Disse P’Vee.

“Vuoi dire P’ Yoo?”

“Anche Yoo non si è ancora laureato perché ha studiato per cinque anni.”

“Ah, l’avevo dimenticato.”

“Non puoi cambiare l’accordo che abbiamo fatto prima.” Disse.

“È possibile dopo aver finito di fare sport?” Chiesi a mia volta. Dopo la fine delle gare per i nuovi iscritti, non avevo altre attività e quindi, per un pò di tempo, ero libero, visto che oltre a questo, non mi succedeva molto altro. Per quanto riguardava P’Vee, anche lui non aveva niente da fare in quel momento.

“Ok, sono d’accordo.” Disse assottigliando gli occhi.

“E il fotografo?”

“Andrà bene, me ne occuperò io stesso.”

“Va bene, faccio io, scatto io le foto.” Si trattava solo di scattare qualche foto informale, quindi perché c’era bisogno forzarlo come se ci stessimo sposando? Si comportava come se volessi provare ad eludere il matrimonio. Avevo la sensazione che se mi fossi rifiutato di farlo, sarebbe un problema enorme. Altre persone non avevano così tanta fretta.

Avevo deciso di accettare perché c’erano molte foto di noti anziani fatte nello stesso stile. Alcune scattate da fotografi professionisti, altre solo da dilettanti.

Ora capivo le parole di P’Vee su come sarebbe riuscito a gestire tutto da solo, lo faceva sembrare molto semplice. Appena rientrato in camera, si sdraiò sul letto e continuò a stringere il telefono. Non ero molto interessato, così andai a farmi una doccia, prima di prepararmi per andare a dormire. P’Vee non aveva ancora posato il telefono.

“Sì Dew, voglio che sia fatto nello stesso modo.” Appena arrivò la chiamata, si sedette al centro del letto per parlare. I suoi occhi acuti mi guardavano, prima di chiamarmi. Le mie gambe si avvicinarono a lui prima ancora che il mio cervello potesse cogliere quello che stavo facendo. Quando si trattava di P’Vee, la mia spina dorsale mi ordinava di lottare con il mio cuore. Per quanto riguardava il mio cervello, quando pensavo a quella persona di nome Vivis, si rifiutava comunque di lavorare.

“Non sono mai stato dolce neanche io. Non sono dolce fino a questo punto, voglio solo conservarli, capisci?” Disse P’Vee al telefono mentre mi avvicinavo a lui. Si spostò, così che potessi sedermi accanto a lui. Era così che funzionava, completamente trasparente, così da permettermi di ascoltare ogni volta che parlava con qualcuno, il che garantiva la sua sincerità, abbracciandomi al collo così che il mio orecchio fosse vicino, in modo che potessi ascoltare anch’io.

[Beh, non sono libera. E poi quando mi sono messa in contatto con te, ti sei comportato in modo arrogante, quindi cosa ti ha spinto a voler scattare foto adesso?]  La voce dall’altra parte era quella di P’Dew, che ricordavo avesse la sua famosa pagina dell’Università. Aveva molto follower ed era anche colei che seguiva le persone scattando un sacco di foto. 

“A quei tempi non ci pensavo.”

[Allora perché improvvisamente ti accorgi di volerlo fare ora?]

“Perché c’è qualcuno che scatta foto di nascosto.” Disse P’Vee, prima di spostare il telefono e metterlo in vivavoce, gettandolo tra di noi. Successivamente si mosse e si sdraiò sulle mie gambe.

“P’Vee…”

“Si? Sto parlando.” Questo fu tutto quello che disse, così non feci storie e accettai di fargli da cuscino.

[Siete insieme?]

“Sì.”

[Urgh. Troverò una soluzione, voglio vedere Nong Mark da una bella prospettiva. Troverò qualcuno che possa fare delle belle foto per te.] Rispose P’ Dew.

“Se non sei tu…”

[Non essere così esigente Vee, troverò qualcuno che fa delle belle foto, anche migliori delle mie. Poi sarai soddisfatto?] Disse P’Dew cercando di compiacerlo, ma guardandolo bene in volto era sul punto di arrabbiarsi ancora una volta.

“Beh, voglio che sia tu a scattare le foto.”

[Allora dovrai aspettare fino all’anno prossimo.]

“Urgh!”

[Perché aspettare me?]

“Bene, ti lascio cercare qualcuno per me. Voglio poter pubblicare le foto prima di morire.” Disse prima di interrompere immediatamente la chiamata. Dopo arrivò un messaggio da P’Dew, dove rimproverava P’Vee di non avere buone maniere, con la quale anche io, ero segretamente d’accordo. 

Dew Daly: Sei uno stronzo maleducato.

Dew Daly: Ti lancio una maledizione per farti uscire da questa pagina.

“Se la mette così, meriti di essere sgridato.” Dissi dopo aver letto il messaggio di P’Dew.

“Ho parlato con lei da quando sono salito in macchina fino ad un attimo fa, e dopo tutta questa storia, dannazione, non ha nemmeno intenzione di scattare delle foto per me.” Farfugliò P’Vee prima di rispedirle un adesivo arrabbiato.

“Ti ha contattato una volta per fare delle foto anche a te?” Chiesi, chinandomi a guardare la persona sotto di me.

“Sì, fecero delle foto tutti insieme, ma all’epoca io non volevo farlo.” Disse P’ Vee.

“E se non ci fosse stato qualcuno che mi fotografava di nascosto, avresti comunque considerato di voler fare queste foto?” Chiesi a mia volta.

“Avrei anche potuto considerarlo, ma in definitiva dipende da te.”

“Perché dipende da me? Questa è una cosa tua.” La cerimonia per la sua laurea era una sua cosa, quindi perché avfrebbe dovuto dipendere da me, in che modo ci coinvolgeva entrambi?

“Può essere una cosa mia, ma anche tu sei parte di me.” Le mie guance si infiammarono immediatamente quando lo disse in quel modo, unite ai suoi occhi che mi osservavano.

“P’ … e per quanto riguarda la questione del lavoro?”

“Cambiamo argomento.” Si lamentò P’Vee, prima di prendere il telefono per giocare. Lo vidi di sottecchi premere facce arrabbiate sull’album di P’Bar e Kan, prima di aggiungere altri commenti.

Vee Vivis: Aspetta di vedere il mio.

Commentò in questo modo dopo che P’Neua aveva annunciato che stava solo aspettando che l’uva della sua azienda agricola maturasse ancora un pò e che quella sarebbe stata la loro posizione, ma soprattutto che nessun altro poteva usarla se non lui e Praram. La rarità di quel luogo, fece sì che P’Vee dovette pensare ancora più intensamente. Personalmente, ero felice di accompagnarlo in qualunque posto. Potevamo farci le foto da soli, ma se P’Vee sosteneva di volerle tenere come ricordo e di voler dichiarare a tutti che ci amavamo ancora, allora era una bella cosa e anche io non avrei problemi nel farlo anche se mi metteva un po’ imbarazzato. Ma come aveva detto lui, sarebbe stato bello avere qualcosa di diverso da guardare, prima di lasciarlo andare per guadagnarsi da vivere come un adulto, mentre aspettava che fossi cresciuto anche io.

“P’, puoi dirmelo.” Dissi quando ancora non era disposto ad aprire la bocca e a parlare di come era andata con sua mamma. Avevo già fatto i conti con il fatto che il suo lavoro sarebbe stato lontano da qui e lontano da me.

“Beh, è un’azienda gestita da un amico di mio padre. Mi conosce e vuole che vada a lavorare per lui. Ci sono anche le ferie e mio padre ha detto che i guadagni sono buoni, quindi dovrei essere in grado di risparmiare in fretta. Ho esaminato tutti i dettagli del lavoro e penso che sarà piacevole.”

“Ehm… “

“Ma non ho ancora accettato un appuntamento per un colloquio.” Rispose.

“Comunque, se hai intenzione di farlo, allora dovresti farlo.” Se questa persona era intenzionata a comunicare in questo modo, attraverso suo padre, probabilmente voleva davvero che P’Vee andasse a lavorare per lui.

“Beh sì, ma prima dobbiamo parlarne.” continuò P’Vee.

“Se è così, prendi un appuntamento per un colloquio, poi dopo puoi prendere una decisione.” Dissi, chinandomi per avere un contatto visivo con lui.

“E tu che mi dici?” Chiese P’ Vee.

“Credo dipenda da te.”

“Beh, penso sia una cosa buona. Non lavoriamo il sabato o la domenica, quindi se ci manchiamo, possiamo organizzarci per vederci, anche se è un pò lontano.” Disse P’Vee, cosa a cui avevo pensato anch’io.

Mi aspettavo già che dovesse lavorare e che, ovviamente, mi mi sarebbe sicuramente mancato. Avevamo solo rimandato quel momento per un pò di tempo, ma il giorno in cui ci saremmo dovuti separati l’uno dall’altro doveva sicuramente arrivare. Lui doveva andare a guadagnarsi da vivere, e anche io dovevo cercare di vivere la mia vita al meglio, mentre lui non era accanto a me. Se mi fosse mancato molto, allora sarei potuto andare a trovarlo, dedicandogli il mio tempo.

Chon Buri, quanto potrà mai essere lontano?

“Non fare quella faccia, posso venire a trovarti.” Gli dissi mandandogli un sorriso.

“Non voglio stare lontano da te.”

“Neanche io lo voglio.”

“Ma se sono lontano e questo ti farà sentire di più la mia mancanza, ti farà diventare più possessivo e mi amerai ancora di più, allora penso che sia un bene.” Disse lui, massaggiandomi la mano delicatamente, sollevandomi le dita per baciarle.

“Non farmi diventare troppo possessivo.” Dissi, facendo scivolare via la mano, per accarezzargli dolcemente la guancia.

“Ma io voglio che tu sia possessivo.”

“Lo sono già ogni giorno e ti amo ogni giorno.” Mi sorrise quando sentì la parola amore, ed era strano come il suo sorriso potesse far sorridere anche me.

“Dannazione. Continuo a innamorarmi di te ogni volta.” Disse, prima di tirarmi il collo per baciarlo delicatamente.

“Prometto che non farò nulla per farti ingelosire.” Gli dissi.

“Non me ne sono ancora andato e già lo prometti?” borbottò lui.

“Voglio solo che sia chiaro fin da subito.” risposi prima di allontanare la testa e di appoggiare le braccia sul letto. P’Vee sollevò la testa per guardarmi.

“Non so se sono d’accordo con questa idea, ma in questo momento vedo solo te, proprio come tu vedi solo me. Questo è tutto.” Il mio viso si scaldò ancora una volta.

“Allora vai a farti una doccia e vai a dormire.” Gli dissi, spingendolo dalle mie ginocchia, ma lui si rifiutò di allontanarsi.

“Non ti offri di lavarmi un po’? Ieri io ti ho aiutato. ” Disse lui e lo sguardo che mi lanciò mi fece ricordare l’immagine nello specchio della sera prima.

“Continua a sognare.” borbottai, spingendolo ancora più in fondo al letto.

“Se muoio, allora tu sarai una vedova, Mark.” Disse con ferocia, prima di strofinarsi con il collo.

“Non è come se stessi usando tutta quella forza, ti ho soltanto spinto con delicatezza.” replicai.

“È molto pesante anche il mio cuore, lo sai bene.”

“Vai a farti una doccia.”

“Sì, signore.” Acconsentì ad alzarsi dal letto quando lo ripetei.

Non c’era niente che andasse bene per questa persona di nome Vee Vivis. Credevo a questa frase fin dalla prima volta che ci eravamo incontrati. Non era mai stato meno possessivo, o meno preoccupato. Quando era dolce, riusciva ad esserlo così tanto da farmi sciogliere nel suo miele profumato, ma quando era arrabbiato o possessivo, non lo era solo un pizzico. A volte si incazzava così tanto sino a quando dovevo stare zitto, oppure si infuriava così tanto sino a quando avevo voglia di piangere. Poteva diventare così geloso da farmi venire voglia di chiudermi a chiave in camera. Non era solo P’Vee, però, a voler chiudere gli occhi di chi mi guardava, perché anch’io volevo farlo. Non si trattava di cercare di prendermi cura di me stesso, in realtà ero preoccupato per loro. Ma la questione con P’Vee era che ero consapevole che era così perché era così che dimostrava di amarmi. Perché non avrei dovuto esserne consapevole, quando non ero diverso da lui? Avrei potuto essere più calmo, ma quando vedevo persone che volevano fare le foto con lui, il mio cuore voleva disperatamente picchiarli, soprattutto quando si aggrappavano al suo braccio in certi modi. Ma tutto quello che potevo fare era prendere un respiro profondo e mantenere un’espressione a calma, continuando a ripetere nella mia mente che P’Vee non provava nulla per quelle persone perché non erano me.

Non ero presuntuoso, ma riuscivo a percepire quanto P’Vee fosse perso per me.

La mattina seguente iniziò con me disteso a guardarlo, lo osservavo in modo così seducente che dubitavo potesse vederlo, perché ero solito a guardarlo così solo quando non era cosciente. Non volevo che diventasse troppo presuntuoso, volevo solamente che continuasse ad essere lo stesso di sempre. Il modo in cui mi faceva innamorare di lui e mi spingeva ad amarlo. Essendo così, anche altre persone lo desideravano, ma io ero riuscito a conquistarlo facendolo diventare solo mio.

Mi alzai e mi appoggiai contro la testiera del letto, prima di posare delicatamente la mano sulla sua fronte. Lo accarezzai delicatamente, in modo che non se ne sarebbe potuto accorgere. P’Vee era sempre estremamente bello, proprio come prima. Il suo bell’aspetto e il suo fascino non erano affatto diminuiti. Come sarebbero potuti diminuire quando aveva solo un paio d’anni in più? In realtà era ancora più bello di prima, anche se non ci provava ad esserlo. Non sapevo come facesse a prendersi cura di sé, ma il suo viso appariva così morbido ogni volta che lo toccavo. Il suo corpo era ancora la stessa invidiabile figura atletica del passato. A volte non faceva altro che calciare una palla, eppure era così perfetto al punto che dovevo cercare di prendermi cura di me stesso affinché potessi essere adatto a stare con lui.

“Sarebbe bello mangiare me invece di fare colazione? Continui a guardarmi in quel modo.” Fermai la mano sul suo mento, prima di tirarla via lentamente, quando mi resi conto che la persona addormentata aveva aperto gli occhi ed era sveglia.

“Sei sveglio da molto?”

” Mi sono svegliato quando prima mi hai toccato la guancia, ma ho aperto gli occhi solo quando ti sei fermato.” Afferrò la mia mano e la rimise sulla guancia, poi chiuse di nuovo i suoi bellissimi occhi e appoggiò il viso sui miei fianchi.

“Sei ancora stanco?”

“Non sono stanco, ma ho ancora voglia di stendermi qui.”

“Oh!”

“Voglio sdraiarmi qui e continuare ad abbracciarti.” Disse, il che ovviamente non fu sufficiente, perché poi si girò su un fianco, prima di avvolgere maggiormente il mio bacino con maggiore decisione.

“P’Vee, lasciami andare.” Dissi prima di srotolare lentamente il suo braccio da polpo dalla mia vita.

“Cosa? Non mi abbracci?” Sollevò la testa, guardandomi con un’espressione irritata in viso. Mi girai anch’io con calma e lo osservai attentamente.

“Pure io sto cercando di sdraiarmi per poterti abbracciare meglio.” borbottai verso la persona irascibile, così sciolse la sua espressione tesa, prima di tirarmi sul letto per potermi stendere meglio.

“Non hai parlato abbastanza velocemente.” Sussurò vicino al mio orecchio.

“Sei troppo impaziente.” Gli risposi.

“Oggi è festa.”

“Ehm…”

“Possiamo restare qui sdraiati e abbracciarci ancora un pò?” Chiese lui e io annuii accettando immediatamente.

“Possiamo alzarci quando avremo fame.” Risposi.

“Accetto tutto ma posso chiedere qualcosa di più di un abbraccio?” Proseguì.

“Farò tutto quello che vuoi.” Gli risposi in questo modo. La sua bocca morbida si attaccò dolcemente alla mia guancia, da lì scivolò lentamente per unirsi alla mia bocca. Le nostre labbra si unirono teneramente, prima di intrecciare le lingue, trasmettendoci la nostra dolcezza, scambiandoci i respiri e consumandoci a poco a poco l’un l’altro.

Svegliarmi e vedere il mio ragazzo al mattino e ricevere poi anche un dolce bacio prima di fare colazione mi gratificava molto. Sognavo di vivere e amare così e P’Vee era il protagonista dei miei sogni. Anche se in passato era stato davvero difficile, lui era la persona che volevo cercare di preservare il più a lungo possibile.

“Oggi puoi non mangiare nulla?” Chiese P’ Vee.

“E se mi viene fame?”

“Allora ti do il permesso di mangiarmi.” Come farò a riempirmi così?

“Basta, cos’è successo al solo sdraiarsi e abbracciarsi?” Dissi mentre si comportava come se stesse per afferrarmi di nuovo le labbra.

“Va bene, ma ho chiesto qualcosa di più di un abbraccio.”

” Ti ho già dato più di quello.” Risposi di nuovo alle sue parole, facendolo sospirare.

“Allora va bene, mi alzo, dannazione!” Si lamentò facendomi ridere.

“P’Vee.”

” Eh? “

Scattai una foto al bel ragazzo che si era appena svegliato che, tuttavia, era ancora così bello, facendo sì che mi guardasse accigliato con le sopracciglia alzate prima di avvicinarsi nuovamente a me, cosa che non mi dispiaceva.

“Vai a farti una doccia.”

“Prima devo farti pagare il prezzo della foto.”

“Non voglio… uh! ” E poi mi baciò. Volevo allontanarlo e maledirlo, ma non lo feci perché mi piaceva molto baciare P’Vee.

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