EN OF LOVE MECHANICS 2 – CAPITOLO 17

Vee Vivis –

Dew Dely
Così bagnato, nell’acqua fresca…Nong Mark, il suo corpo era completamente inzuppato. 

Pazzesco, Vee ha un ragazzo come questo, giusto? Era abituato a seguirlo in modo possessivo, senza fermarsi un attimo. Guardando quel candore, quella figura, ed ora non può più seguire il suo ragazzo. Prima ero invidiosa del fatto che Nong Mark potesse stare con Vee. Ora sono invidiosa di Vee perché sta con Nong Mark.

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La mia testa si stava surriscaldando per tutto quello che stavo leggendo dal mio telefono in quel momento. C’erano molte foto, non solo quattro o cinque, ma tante. Erano foto di Mark, e quello che peggiorava il tutto era l’immagine di Mark che si toglieva la maglietta in piscina.

Accidenti! Il mio ragazzo era bello e sexy, era davvero fantastico, ma ogni sua parte era mia.

Ero l’unico che poteva guardarlo. Non avrei mai lasciato che Dew lo mettesse sulla sua ridicola pagina affinché ogni persona al mondo potesse vederlo.

Tea late:  Così bello. Mamma, papà, ricordate…

Pi-Pim: Hey! è così bello.

Pack Packapon: Così leggero.

Pond Pawee: Morto Vee…morto.

Yue Yeti: Il fisico di P’Markkkkkk!

Ad Arkon: Latte rosa che non equivale ad una bevanda.

YiWa: Così snello e bianco…

A dazzling white rock shining in the sky: dieci su dieci.

Kampans home has a lamp bigger than a tank: chi ha detto che non sarebbero entrati in acqua?

Future Forfun: In cerca di guai…

Tewpai Prompong: Le mie capacità.

Mi stavo arrabbiando perché i commenti non erano per niente di mio gradimento. I commenti apparivano così scortesi nella mia testa. 

Volete Mark? Il vostro nome è Vee?

Non riuscivo a capire perché Mark non me l’avesse detto. Comunque non glielo avrei mai proibito, anche se avessi voluto. Era libero di fare qualsiasi cosa, ero completamente d’accordo con tutto quello che voleva. Glielo ricordavo sempre, ma avrebbe almeno potuto dirmelo, quindi cos’era?

[Ehm, Vee aspetta solo un minuto.]

La voce roca di Mark, intervallata dal ritmo della musica, mi fece sospirare di nuovo.

“Dove sei?” Chiesi di nuovo.

[Sono al solito pub. Aspetta solo un secondo, la musica è troppo alta.] Rispose.

[Phi dove stai andando?]

[A parlare un po’ con Vee.]

Da quello che avevo sentito, Mark non era con i suoi amici, o forse lo era, ma era anche con quel ragazzo.

“Da quando siete così vicini gli uni agli altri?” Chiesi.

[Beh, non siamo così uniti.]

“Mark.” Lo chiamai cupamente.

[Che c’è?!]

“Stai deliberatamente cercando di infastidirmi?” Chiesi, appoggiandomi alla testiera del letto, in attesa della sua risposta.

[Non sto cercando di infastidirti, è solo…]

“Solo?…”

[E’ solo che sono venuto a mangiare con loro. Anche James è venuto.]

“E quelle foto?” Chiesi.

[Beh, ero libero e il mio junior è venuto e mi ha invitato a fare delle foto quel giorno. Solo non te l’ho detto.]

Disse, facendomi sospirare perché lo aveva detto quasi di nascosto come se sapesse che io glielo avrei proibito.

“Beh, ci parliamo ogni giorno, quindi avrebbe mai potuto esserci un giorno in cui avresti considerato di dirmelo?”

[Vee.]

“Sai che sono possessivo, ma continui a fare così. E sì, non mi importa, ma dimmelo, dovevi solo dirmelo Mark. Ho dovuto scoprirlo vedendo le foto su quella pagina, da solo. Dannazione!”

[Mi dispiace.] La sua voce roca uscì dopo che mi ero lamentato parecchio.

“Maledetto.”

[Vee mi dispiace ok, ammetto che volevo farti ingelosire. Io…]

“Volevi rendermi geloso? Sono già geloso tutto il tempo. Sono già possessivo nei tuoi confronti. Chi ti guarda, anche se non ricambi lo sguardo, voglio comunque ucciderlo. E quando ti togli la maglietta e fai delle foto per far sì che ti guardino in quel modo, quanto credi che possa diventare geloso e possessivo?”

Ero così frustrato dall’idea, mi infastidiva molto l’idea che la pensasse in quel modo.

[Mi dispiace.]

“Stai cercando di provocarmi in questo momento o è qualcos’altro? Non hai bisogno di farmi arrabbiare in questo momento, non posso seguirti e lo sai.”  Gli dissi e Mark rimase in silenzio come se stesse accettando di dover ascoltare tutto quello che dicevo.

[…]

“Dannazione! A cosa stavi pensando volendo che fossi geloso? Sono già geloso! Perché mi dici di questo? E poi ti chiamo così arrabbiato e tu stai lì, in silenzio. Vuoi che litighiamo?”

[Io…]

“Cazzo …” Imprecai prima di riattaccare.

Avevo paura di litigare con Mark. Avevo paura che stare separati avrebbe fatto in modo che non ci capissimo e avevo sempre paura che quello che avevo da offrirgli non sarebbe stato sufficiente e che avrebbe causato incomprensioni.

Ma quello che aveva fatto mi faceva venire voglia di esplodere. Voleva farmi ingelosire? Quanto tempo libero aveva a disposizione se era quello il suo intento? Quando lo chiamavo mi diceva sempre che aveva molti eventi ed attività, ma poi dal nulla se n’era uscito e mi aveva detto che voleva farmi ingelosire?

Il mio telefono prese a squillare ed il nome della persona che stava chiamando era quello della persona a cui avevo appena riattaccato il telefono in faccia. Non volevo discutere, ma se lo avessi ignorato ancora sapevo che sarebbe finita in quel modo.

[Vee.]

La sua voce triste indebolì talmente il mio cipiglio bellicoso finché quasi crollai sotto il suo peso. Parlare con una voce così triste come quella dopo aver fatto qualcosa di così sbagliato, avrebbe sciolto il cuore di chiunque.

“Cosa c’è.”

[Mi dispiace.]

Disse in modo supplichevole. Capivo bene che si era solo tolto la maglietta per fare delle foto e basta, che non c’era niente di più. Ma ero possessivo e geloso di chiunque altro avesse modo di apprezzarlo.

“Si.” Risposi.

[Cosa devo fare per far si che tu non sia più arrabbiato?] Chiese dolcemente.

“Vuoi che smetta di essere arrabbiato?”

[Si.]

“Allora torna nella tua camera e vai a letto.”

[Vee.]

“Non hai bisogno di supplicarmi, torna a casa.” dissi suonando severo, ma il mio cuore era debole.

[Sì.] Rispose sottomesso.

“Quando torni, chiamami. Basta. Non farmi più ingelosire o diventerò ancora più stupido.”

[Vee …]

“Non c’è bisogno che continui a chiamarmi.”

[Aggressivo.]

“Beh, anche tu sei testardo.” Risposi e lui ha emise un suono dalla gola. Se fosse stato nelle vicinanze, probabilmente lo avrei preso e lo avrei baciato.

[Mi dispiace per quello che è successo.] Disse, la sua voce sembrava colpevole.

“Si.”

[Dirò a Dew di cancellarle.] Replicò Mark, ma io mi limitai a scuotere la testa al telefono.

“Ci penso io.” Risposi, prima di esortarlo a sbrigarsi e tornare nella sua stanza. 

Era davvero tornato quando gli avevo chiesto di farlo. Non appena arrivato, mi chiamò per dirmelo così sarei stato felice. Mi spiegò ancora a lungo che non c’era davvero niente con quel ragazzo, solo amicizia, e che se quel ragazzo avesse provato a passare il ponte, non sarebbe stato possibile perché quel ponte sarebbe bruciato e poi non ci sarebbe più stato niente.

Chiamai Dew e le chiesi di mandarmi tutte le foto. Presto mi arrivò un file con tutte le immagini per me esasperanti di Mark. Una volta ottenute, le chiesi di rimuovere ogni cosa dai social. Doveva cancellare le immagini, rimuovere il post, eliminare tutti i file originali che aveva. Discutemmo e venni anche accusato di essere troppo possessivo perché non volevo metterlo in mostra. Ma mia moglie era così bello, ovvio che fossi possessivo. Lo amavo così tanto che non avevo nemmeno il minimo desiderio di voler mostrare foto come quelle, le avrei tenute solo per me.

Tootsi Li studies mechanics: Vee hai fatto cancellare a Dew il post?

Hit Ti doesn’t just hit iron: Sei terribile, non sono nemmeno riuscito a salvare le immagini. Cattivo amico.

Vee Vivis: E’ mia moglie.

Pond Pawee: Non sto guardando ma sono geloso.

Nnorthh: Non erano così eccessive, si poteva vedere solo la sua metà superiore.

Vee Vivis: Ah! Tu Non hai permesso a Praram di essere visto da nessuno, Neua.

Mi ero svegliato la mattina dopo ed avevo risposto nella chat del gruppo, al mio amico, arrabbiandomi di nuovo per la risposta di Neua sul fatto che fosse visibile solo metà del suo corpo. Erano visibili solo minimi frammenti della peluria di Mark, ovvio che la cosa mi rendeva geloso.

Non fatemi nemmeno iniziare…

In quel periodo il mio posto di lavoro era piuttosto incasinato. Avevo detto ai miei genitori che sarei stato libero di sabato, ma era una bugia spiacevole perché quel sabato avevo ancora da lavorare, ma come loro stessi mi avevano detto, avevo ormai raggiunto l’età lavorativa, il che significava dover lavorare ogni volta in cui era necessario, altrimenti cosa avrei dovuto fare?

Stare lì mi faceva capire che la vita era piena di tante e diverse cose. C’erano persone che erano migliori di noi e altre che dovevano lottare più di noi. Tutti lottavano per se stessi e per coloro che amavano. Non era diverso per me. Ci stavo provando anche se avevo intenzione di avere il fine settimana libero. Man mano che crescevamo, le nostre responsabilità aumentavano. In realtà avremmo anche potuto fermarci, ma il lavoro non era ancora finito, quindi chi avrebbe osato farlo?

“Salve signor ingegnere.”

“Signore.”

La posizione che avevo ottenuto era piuttosto difficile. Ero stato bollato come il nuovo stagista e la mia scrivania era quella destinata ai nuovi ragazzi, quelli a cui veniva assegnato ogni genere di incarico dato che in poche settimane dovevano lavorare sodo e imparare il più possibile, ma nonostante il tempo passato lì non avevamo ancora ricevuto alcuna gratificazione. Non importava quante avessi terminato per primo un lavoro, ai loro occhi saresti rimasto sempre l’ultimo arrivato, qualcuno che ancora non era pronto a lavorare in prima linea. 

Ne avevo parlato con i miei genitori, ma loro avevano detto che dovevo solo mettermi alla prova e dimostrare loro quanto potevo essere bravo nel mio lavoro e che mi piaceva abbastanza da poter restare, ma trovavo anche tutto quello estenuante. Era comunque positivo per il fatto che ogni giorno fossi in grado di vedere la faccia fastidiosa del mio ragazzo, anche se in quel momento era brutto perché ero arrabbiato con lui, anche se probabilmente non lo sapeva nemmeno. E anche se in quel momento ero imbronciato, probabilmente avrei dovuto rimanerlo per un po’ perché Mark non avrebbe fatto nulla per cercare di riconciliarsi.

“Hai pranzato Vee? O vuoi che vada a prenderti qualcosa?” Tay si avvicinò a chiedermi, così alzai le sopracciglia per guardarlo pensieroso.

“Che cosa hai intenzione di prendere?” Chiesi di rimando.

“Ti piace il mare, vero? Allora vado al ristorante la carte.” Rispose.

“Ok, lascio fare a te.” Annuì prima di uscire.

Eravamo diventati abbastanza amici con il passare dei giorni, più che all’inizio. Probabilmente perché avevamo studiato le stesse cose ed il nostro lavoro era molto simile.

Una volta mi aveva anche invitato a bere qualcosa e mi aveva fatto capire che eravamo simili e da quel momento mi ero sentito come se avessi un nuovo amico. Non era solo un amico, era qualcuno con cui avrei potuto avere una buona conversazione e di cui potevo fidarmi.

Buzz

Il suono del mio telefono mi fece accigliare. Di solito, in quel momento nessuno mi chiamava. Mia madre avrebbe chiamato la sera e in quanto a Mark, di solito ero io che lo chiamavo, a meno che non fosse prima di andare a dormire. Il nome che apparve sullo schermo, però, mi rese incapace di pensare. Forse era dovuto al fatto che il giorno prima mi ero arrabbiato e per quello mi stava chiamando di nuovo.

”Cosa c’è?!”

[Stai lavorando?]

“Sì. Te l’ho già detto stamattina.” Dissi.

Mi ero assicurato di non dimenticarmi di farglielo sapere.

[È mezzogiorno, non sei libero? Non hai intenzione di mangiare?] Chiese di rimando.

“Qual è il problema?” Chiesi, perché si stava comportando in modo strano.

[Ho fame.]

“Bene, allora vai a cercare qualcosa da mangiare.”

[Sono da Utapao.]

“Eh?”

[Vee puoi venire a prendermi così posso andare a mangiare?]

Lasciai tutto sul tavolo, afferrai semplicemente le chiavi dell’auto di Mark e mi affrettai ad aprire la porta dell’ufficio. Era venuto. Mark era venuto da me. Non mi importava se avessi dovuto rimproverarlo o che avesse lasciato i suoi impegni. In quel momento, aveva molte attività e avrebbe dovuto anche prepararsi per gli esami finali. Mark mi aveva chiamato molte volte prima e molte volte mi aveva supplicato perché voleva venire lì da me. Ogni volta però gli avevo detto che non poteva. Gli avevo detto di concentrarsi sulle sue faccende prima di preoccuparsi per me. Ma in quel momento, Mark era venuto senza nemmeno dirmelo.

Era venuto da me.

“Vee.”

“Hai detto che c’erano molte gare tra le facoltà.” gli dissi mentre mi avvicinavo.

“Beh, ci sono, ma ho lasciato che se ne occupasse qualcun altro.” Rispose.

“Davvero? Pensavo che anche tu avresti gareggiato.” Dissi in modo un po’ sarcastico, ma il fatto che lui fosse lì mi fece battere forte il cuore tanto che non aveva nemmeno un ritmo costante. Ero così felice che fosse venuto, ma avevo anche paura che fosse colpa mia se aveva abbandonato i suoi compiti.

“Non volevo.” Disse dolcemente. I suoi bellissimi occhi mi guardarono, prima di tornare a guardare velocemente le sue mani.

“Allora perché sei venuto?”

“Vee … non volevo continuassi ad essere arrabbiato.” Parlò sapendo di colpire dritto al cuore. Era così carino. Era così carino, talmente tanto, ma feci ancora finta di sembrare feroce.

“Ho già finito.” In verità, tutta la mia rabbia era passata. Tutto era passato una volta aver ricevuto tutte le foto che dovevano essere solo per me.

“Dew ha cancellato le immagini.”

“Si. Gliel’ho chiesto io.”

“Veramente?” Quando vidi il viso di Mark mi chiesi perché lo vedevo come un cucciolo? Quelle sue emozioni in quel momento sembrano essere quelle di un bambino. Fecero scattare in me il naturale istinto di protezione nei suoi confronti, come se avesse avuto bisogno di essere abbracciato.

“Cosa vuoi mangiare?” La mia voce era la stessa, ma Mark sembrava ancora piccolo come prima.

“Andrà tutto bene.”

“C’è qualcosa?”

“Vee.”

“Urgh, vieni qui.” dissi chiamandolo verso di me. La sua testa era china, come se avesse commesso molti errori, ma lentamente si avvicinò a me e una volta che abbastanza vicino alla mia mano, lo presi e lo tirai per abbracciarlo.

“Hey!”

“Cosa? Puoi andartene senza?” Gli sussurrai all’orecchio. All’inizio aveva resistito, ma poi lentamente obbedì e si lasciò abbracciare gentilmente.

“Vee. Dannazione.”

“Eh? Sto solo amando mia moglie, è sbagliato?” 

Portai Mark in ufficio. Misi a posto tutto il disordine sulla scrivania e gettai ogni cosa nella borsa. Mark era rimasto sulla porta e si guardava intorno, osservava le quattro scrivanie. Era solo un normale tavolo per tre postazioni di lavoro più la mia. Stavo continuando a mettere via le mie cose quando Mark iniziò ad andare in giro per esplorare. Si avvicinò alla finestra di vetro e guardò in basso, ma in quel momento non c’era nessun altro perché era sabato.

“Il tuo posto di lavoro è bellissimo.” 

“Sì, è bellissimo.” confermai perché era davvero un ambiente confortevole.

“Vee dove sei andato? Oh!” La porta si aprì senza che nessuno bussasse, il che indicava che la persona che l’aveva aperta era qualcuno che conosceva la stanza. La persona che entrò in ufficio era Tay, aveva un’aria confusa. Dalla soglia guardò prima Mark, poi me come se mi stesse chiedendo qualcosa.

“Ah. Questo è il mio amico Tay, e questo è Mark, il mio ragazzo,” dissi a Mark, prima di presentarlo a Tay, avvicinandomi e toccando leggermente il braccio di Mark, mentre lui salutava per primo la persona più grande.

“Ciao.” Mark alzò le mani in segno di rispetto, cosa che Tay accettò sembrando confuso.

“Il tuo ragazzo?”

“Sì, il mio ragazzo,” Ribadii guardando in faccia il mio amico che sembrava essere un po’ sorpreso. Era come se stesse per dire qualcosa, ma alla fine si limitò ad annuire.

“Molto decente.” 

“Mi scusi?”

“No, ecco volevo dire che hai un bell’aspetto, quindi non è strano che tu abbia un partner Vee. Semplicemente non credevo che sarebbe stato un maschio. E’ solo più di quanto mi aspettassi.” Disse Tay.

“Non puoi accettarlo?”

“No, non è quello. E’ come ho detto, solo che non mi aspettavo che il tuo partner fosse un uomo.” Disse prima sorridendo lentamente a Mark, che sorrise in risposta.

“Sì, beh questo è il mio ragazzo.” ripetei spazzando via gli strani pensieri, prima di annuire al mio amico.

“Giusto, sì. Quindi il tuo pranzo è sulla mia scrivania.” 

“Oh, grazie.” dissi quando mi ero reso conto di aver completamente dimenticato che Tay era uscito per prendere il nostro pranzo. Cosa avrei dovuto fare? La persona accanto a lui aveva detto che aveva fame.

“Hai già preso da mangiare?” Mi chiese Mark.

“Sì, ma va bene. Voglio comunque andare a mangiare con te, ok.” 

“Quindi ora vai via?” Mi chiese Tay ed io annuii.

“Porto fuori questo bambino a mangiare.” risposi.

“Sì, potremmo bere qualcosa insieme.” propose Tay voltandosi verso Mark, che sorrise prima di annuire.

“Se Vee è d’accordo per me va bene.” Disse Mark prima di voltarsi per sorridermi.

“Stai cercando di farne un caso?” Dissi alla bella persona che era venuta a trovarmi, che era stata così cupa, ma in quei momenti sorrideva così dolcemente a tutti.

“Beh, stavo solo cercando di riconciliarmi.” Parlò a bassa voce, ma si sentì chiaramente ed ero abbastanza sicuro che anche il mio amico, in piedi sulla porta, aveva sentito perché alzò le sopracciglia verso di me.

“Ok. Noi adesso andiamo.” dissi, prima di avvicinarmi per prendere la scatola con il mio pranzo.

“Bene, possiamo aspettare fino a sera e poi vederci.” Disse Tay guardando Mark.

Mark si limitò ad annuire prima di sorridere. Ero infastidito dal fatto che sorridesse a Tay, ma non troppo perché non pensavo che gli sarebbe piaciuto Mark.

“Sei molto vicino a quel tuo senior?” Mark mi chiese dopo che avevo avviato il motore della macchina.

“Mmm, probabilmente abbiamo legato perché lavoriamo insieme.”

“Uhm.”

“Perché?” Chiesi mentre a poco a poco uscivo con la macchina dal parcheggio.

“A lui piaci.”

“Sei serio?”

“Si.” 

Non ci avevo mai pensato prima. Non pensavo che Tay mi sarebbe piaciuto perché eravamo amici e si prendeva cura di me proprio come un normale amico. O forse non ci avevo mai pensato perché avevo Mark e gli parlavo tutto il tempo. Non ero a conoscenza di nessun altro e non ero affatto interessato ai sentimenti di qualcun altro.

“Non ho mai percepito nulla.”

“Non lo so, ho sentito qualcosa quando hai detto che ero il tuo ragazzo.” disse Mark, ribadendo quello strano pensiero che avevo. Pensai che fosse un po’ strano perché i suoi occhi cambiarono leggermente per un momento.

“Uhm.”

“Questo è tutto?”

“Che cosa?” Mi voltai a chiedere quando alzò la voce in quel modo.

“Solo uhm?”

“Beh, che altro vuoi?” chiesi di nuovo.

“Vee, dannazione!” La persona che si comportava in modo esigente incrociò le braccia e si appoggiò allo schienale dell’auto.

“Ti amo al punto che sono completamente inconsapevole di piacergli, quindi cosa vuoi di più?” Dissi allungando la mano e schiacciando i suoi bei capelli come se volessi mangiarlo.

“È tutto.” rispose e le sue guance diventarono rosse, facendomi ridere.

Portai Mark a pranzare più tardi nel pomeriggio. Comunque non era così preoccupato per il cibo così decisi di portarlo a mangiare pesce, come l’ultima volta. Non si lamentò del fatto che fossimo andati nello stesso posto, non mi chiese di portarlo in un posto più elegante. Era un normale ristorante di pesce, ma per me era sempre più dolce.

“Posso sbucciare i gamberetti per te?” 

“Allora tu non hai affatto bisogno di mangiare.” disse Mark, mettendo i gamberetti nel mio piatto.

“Delizioso.”

“Hai già dimenticato l’altro cibo che hai in ufficio?” Domandò ed i suoi occhi stavano evitando i miei.

“Me ne ero quasi dimenticato, ma poi qualcuno ha sentito il bisogno di ricordarmelo.” dissi guardandolo e ricordandomi cosa aveva fatto.

“Oh, te ne sei davvero dimenticato?”

“Non cercare di essere divertente, spiegami il perché.” 

“Volevo solo venire a trovarti.” Disse sorridendo, e in cuor suo, probabilmente sapeva già che non ero arrabbiato che non potevo rimanere arrabbiato con lui a lungo. Nemmeno dopo quello che era successo il giorno prima.

“Sei così intelligente eh? Stai pensando a tutto questo da solo?” 

“In cosa sarei intelligente?”

“Non te lo dico.”

“Oh!” Cosa potevo dire senza diventare presuntuoso? Non dissi altro, spinsi solo i gamberetti verso di lui, che aprì lentamente la bocca per mangiarli.

“Pensa solo a mangiare perché tanto non te lo dico.”

“Wr … in … wu”

“Mangiare fa bene,” dissi ridendo di Mark e del suo aspetto infantile.

Buzz

“Rispondi.” mi invitò Mark così posai i gamberetti sgusciati nel piatto e presi il telefono.

“Cosa c’è?”

[Puoi tornare in ufficio? Perché devo andare via, dannazione.] La voce della persona che parlava sembrava davvero ansiosa e ciò mi fece accigliare.

“Cosa c’è che non va Tay?”

[Devo tornare a casa, probabilmente non tornerò fino a dopo lunedì. Ti chiedo di sorvegliare i subordinati.] Disse Tay.

“Devi andare a casa?” Ripetei anche se nella mia testa sapevo che avrei aiutato il mio amico perché sapevo che se avessi avuto bisogno, lui con me lo avrebbe fatto. 

[Sì, ho bisogno di lasciarlo a te. Ho fatto un piano di lavoro per terminare il progetto e poi martedì tornerò. È mio fratello maggiore, dannazione!]

“Ok, rientro.”

[Puoi venire adesso? Devo andare.]

“È così urgente?” 

“Ha messo incinta una ragazza, devo tornare a casa e parlare con mia madre.” Rimasi in silenzio facendo irritare un po’ il mio amico, ma era un adulto e quindi ovviamente era preoccupato. Guardai Mark prima di rispondere.

“Ok, vengo adesso.”

“Lavoro?” Chiese Mark.

“Sì, Tay ha bisogno che entri così mi può dare le chiavi.” dissi.

“Oh, beh, va bene, sono pieno comunque.” disse Mark.

“Sì? Allora andiamo.” Sapevo che il pranzo era delizioso e sapevo che Mark voleva continuare a mangiare, ma ero contento che capisse, dando così importanza al mio lavoro, al punto da smettere di mangiare per poter rientrare.

Presi la chiave da Tay e lo ascoltai mentre mi descriveva il lavoro in dettaglio, prima di avvicinarmi per vedere cosa era rimasto da fare e annuii comprensivo, cercando di incoraggiarlo mentre mormorava.

“I suoi problemi disturbano tutti ancora una volta.” 

“È tuo fratello.”

“Sì. Grazie mille. Mi dispiace davvero di avervi interrotto ragazzi.” Disse, voltandosi per cercare Mark.

“Va bene.” Rispose lui sorridendo.

“Ok, me ne vado.” disse Tay prima di salutarmi.

“C’è qualche problema a casa?” Chiese Mark e con gli occhi seguì Tay.

“Sì, penso che suo fratello maggiore abbia messo incinta qualcuno.” risposi quello che sapevo.

“Oh … non capisco, perché dovrebbe essere così importante?” 

“Beh, non sarebbe così grave se tu fossi incinta.”

“Beh, allora è un bene che io non possa perché altrimenti ti ritroveresti in una situazione molto grande.” disse Mark sorridendo.

“È così divertente? Se tu fossi incinta, allora mio padre dovrebbe vendere la casa per sistemare tutto per te e non sarebbe in grado di aspettare che io sia abbastanza sicuro da portare a casa abbastanza soldi per noi.”

“Ma sarebbe anche bello avere figli, vero?”

“Vorresti averne?” Gli chiesi, ma lui si limitò a scuotere la testa.

“I nostri genitori ne sarebbero felici, perché giustamente così la nostra famiglia sarebbe una famiglia completa”. Disse guardandomi.

“È irrilevante Mark, solo tu ed io. Siamo già al completo, giusto?” 

“Certo, sì.”

Buzz

Il telefono che mostrava una notifica LINE interruppe la nostra strana conversazione. La persona che mi aveva inviato il messaggio mi lasciò ancora più perplesso. Guardai Mark dopo aver letto il messaggio e lui si avvicinò a me per leggere sul display. Il mio ragazzo dopo aver letto il breve messaggio alzò il viso per guardarmi, i nostri sentimenti non erano diversi l’uno dall’altro, al tempo stesso eravamo incerti e scioccati, e di certo non avevamo mai pensato di doverci preoccupare di una cosa del genere. 

Ploy: [ Vee sono incinta.]

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