NOT ME – CAPITOLO 20 (M)

Ore contate

«Mh… Cosa significa, Sean?» Spalancai gli occhi. Se davvero avesse permesso a Yok e Gram di venirmi dietro, sarebbe stata la persona più strana al mondo.

«Ti spiegherò dentro. Voi ragazzi andate a casa per primi. Ci vediamo fuori dal campus.» disse Sean a Yok e Gram mentre io ancora non capivo nulla.

«Va bene.» disse Yok.

«Prepara bene il tuo cuore.» Gram mi indicò con il dito e poi si allontanò insieme a Yok.

Aggrottai le sopracciglia e guardai Sean.

«Lascerai che altre persone ci provino con me? Sembra che il tuo livello di gelosia sia sceso a zero, vero?» dissi con sarcasmo.

«Va bene, allora. Aspetta un attimo, ti spiegherò tutto, ma quando avrò finito mi dovrai spiegare la faccenda di Kumpha. Mi dovrai dire tutto chiaramente, anche le cose che non ritieni importanti.»

«Sei pazzo!» Le mie azioni erano un po’ imbarazzanti, ma a lui non importava affatto. Mi tirò con calma nella stanza con una faccia seria, senza scherzare minimamente. 

Non dirmi che lo farai seriamente!

Quando io e Sean entrammo nella stanza, lui si tolse il cappello, facendomi provare tristezza. C’erano così tanti lividi sul viso di Sean che subito mi avvicinai a lui ed alzai lentamente la mano per toccargli la guancia.

«Ah…» Sean mormorò per il dolore.

«Fa male?» chiesi mentre gli accarezzai la guancia, corrugando il viso come se fossi io a soffrire.

«Dovrebbe far male, ma va bene così.»

«Curiamo prima le tue ferite, poi parleremo. Non riuscirei a concentrarmi vedendoti così.» 

Andai subito a prendere la scatola delle medicine. Costrinsi Sean a sedersi e gli medicai le ferite il più delicatamente possibile. Nel frattempo, sapevo che Sean mi stava guardando e, nonostante l’imbarazzo, lo lasciai fare. Sapevo che non ci sarebbe stato modo di impedirgli di guardarmi. Se lo avessi fermato, avrebbe capito che ero imbarazzato e sarebbe stato ancora più divertente per lui.

Mi fissa senza sosta. Accidenti!

«Ah! Perché? Perché hai premuto sulla ferita? Fa male!» sbuffò facendomi ridere divertito.

«Perché mi stai fissando così a lungo?»

«Va bene, una piccola punizione.» disse e premette le sue labbra sulle mie. Poi mi afferrò il polso e baciò tutto il mio viso facendomi girare il volto dall’altra parte.

«Non farlo Sean!»

Più gli dicevo di smettere, più si eccitava e continuava a baciarmi così tante volte che sembrava che le mie guance stessero per diventare livide. Questo Sean è davvero…

«Sean! Basta, basta!» Lo spinsi velocemente premendo sul suo ampio petto prima che mi infastidisse di più. Sean sorrise debolmente e non disse nient’altro. Quando finalmente finì di fare il testardo, si allontanò un po’ da me ed io ripresi a curare la sua ferita.

«Ti hanno colpito insieme?» chiesi.

«Assolutamente no. Uno contro uno.» rispose Sean.

«Lotta leale.»

Dopo aver finito di medicare la ferita di Sean, iniziammo un gioco di sguardi. Alla fine, Sean cedette prima di me e questo, non solo significava evitare il mio sguardo, ma anche scegliere di parlare per primo. Sapeva che volevo sapere molte cose.

«Vuoi sapere perché ho deciso di lasciare che quei due ci provino con te?»

«Sì! Non sei geloso?» Mi accigliai.

«Vuoi che io sia geloso?» chiese Sean alzando leggermente l’angolo della bocca in un sorriso.

«Sei il mio ragazzo, giusto? È strano che tu non sia geloso.»

«Sono geloso.» Sean mi guardò dritto negli occhi: «Sono così geloso, così possessivo che ho persino accettato la richiesta di Gram per gelosia.»

«Cosa intendi? Quale richiesta?»

«Vogliono provarci con te. Non sanno che non sei Black. Gram ha detto che se lo lascerò prendersi cura di te non giocherà sporco e si comporterà bene. Per evitare che ciò che è successo oggi si possa ripetere, ho accettato, ma anche così, c’è stata una lite prima. Questo, però, non significa che non stiamo insieme. In effetti, è più come interpretare un ruolo fino al ritorno di Black. É un’altra cosa se agiscono davanti ai miei occhi, almeno posso vedere che cosa fanno.»

Annuì alle parole di Sean come se avessi capito. Non mi sentivo affatto arrabbiato o intrappolato. Al contrario, la pensavo allo stesso modo. Il gruppo sarebbe tornato alla normalità e quei tre avrebbero smesso di litigare. Avevo l’impressione che presto sarebbe finito tutto. Black sarebbe tornato, Gram e Yok ci avrebbero provato con lui e non con me.

«Posso chiederti una cosa?» Guardai nuovamente Sean, volevo chiedergli qualcosa che mi rendeva davvero sospettoso.

«Sì, dimmi pure. Se posso rispondere, lo farò.»

Una cosa che mi faceva pensare che Sean fosse sincero con me era il suo essere schietto. Se non poteva ancora dirmi una determinata cosa, lo diceva con fermezza. Sean non aveva mai detto che mi avrebbe detto tutto e che non avrebbe nascosto nulla. Ecco perché doveva nascondermi qualcosa che conosceva e non poteva dirmi. Non aveva mai detto che non ci sarebbero stati segreti tra di noi, ma ero sicuro che se tutto questo fosse finito, Sean non mi avrebbe nascosto più cose come quelle. In quel momento lo stava facendo perché era qualcosa che riguardava Black, mio fratello, forse anche lui e forse anche Yok e Gram. Era una situazione più aggrovigliata di un nodo.

«Kumpha.» Quando menzionai il nome dell’ex creditore di mio fratello, Sean divenne teso, non era più rilassato. Si conoscevano davvero come pensavo, sicuramente non erano in buoni rapporti.

«So che conosci Kumpha, non puoi nasconderlo.»

«Sì, beh, non ho detto che non lo conosco.» Sean fece un respiro profondo.

«E allora? Tra te e Kumpha ci deve essere qualcosa dietro. Dimmi, Sean. Se continui a nascondermi le cose in questo modo, morirò di curiosità.» La mia espressione lasciò Sean senza parole. Dalla sua espressione e dai suoi gesti, sembrava che non volesse parlare, ma quando mi guardò in faccia accettò di parlarne, anche se controvoglia.

Inoltre, aveva detto che avrebbe risposto, se avesse potuto. La cosa che non avrebbe menzionato sarebbe stata quella che ancora non avrei dovuto conoscere.

Quando finirà questo caos? Devo sopportare la mia stupidità e ignorare le cose già da troppo tempo!

All’apparenza, erano come un gruppo di ragazzi normali, ma ad essere onesti, sembravano nascondere così tante storie e segreti che non riuscivo a tenere il passo con il loro gioco.

Se non avessi deciso di farmi coinvolgere nella storia di mio fratello, ora io e lui avremmo potuto ancora vivere vite diverse. Non avrei nemmeno conosciuto una sola delle loro storie, come una pozzanghera di acqua torbida. Ma se fossi potuto tornare indietro nel tempo, sarei voluto comunque tornare lì per incontrare Sean.

«Ti senti confuso? Cosa stai aspettando?»

«Kumpha ed io eravamo buoni amici dalle elementari alle medie.» Sean parlò lentamente e io lo guardai molto attentamente.

«Non c’è bisogno di essere così seri, White.» Sean sembrò infastidito: «Vuoi saperne di più di quello stronzo?» chiese gelosamente.

«Sei geloso?»

«Molto geloso!»

«Allora dimmi il tuo segreto. Perché Kumpha mi ha detto che ti conosce molto bene? Ma tu hai detto che non avevi nulla a che fare con lui.» gli chiesi di dire la verità. Sean annuì leggermente come se fosse d’accordo.

«Sì, ci conoscevamo molto bene. Era un amico molto intimo, come Gram ora.» Sean sembrò un po’ teso, si mise una mano in tasca e tirò fuori una caramella, la scartò e la mise in bocca.

«Vuoi fumare?» gli chiesi.

Dopo aver conosciuto Sean avevo cominciato a capire che lo faceva ogni volta che voleva fumare. Mi aveva detto che la dolcezza aiutava temporaneamente a dimenticare la voglia di fumare, ma questo non significava smettere. Un’altra cosa che sapevo era che Sean fumava solo quando era stressato e fumava tanto, fino a quando lo stress non fosse sparito. Gli avevo chiesto di fumare meno e così aveva cominciato a mangiare quelle caramelle.

«Uhm…» Quando rispose così, allungai la mano e presi la sua.

«Non voglio forzarti. Va bene se non vuoi dirlo.»

Se questo avesse reso Sean stressato o depresso non avrei voluto saperlo, non volevo turbarlo o forzarlo.

Sean mi guardò negli occhi.

«Questo non ha nulla a che fare con te. Lo odio così tanto che non voglio più parlarne.» Sean si è fermò e poi continuò: «Questo è tutto quello che posso dirti.»

«Allora perché non andate d’accordo? Era un problema d’amore?»

Non sarebbe strano. Le amicizie tra ragazzi potevano facilmente cadere a pezzi quando c’erano delle ragazze di mezzo. O non necessariamente una donna, poteva essere un amore tra loro ad averli separati. Bastava guardare il gruppo di Sean. Quanto avevo cominciato a piacere a tutti si erano creati tanti problemi tra loro e si erano separati per un po’. Gram e Sean avevano avuto alcuni litigi e, in seguito, anche Yok si era unito a questi.

Che mal di testa!

«Quasi. Alla fine, era impossibile per noi guardarci l’un l’altro. Ha cercato di comportarsi come al solito. Ma io non poteva farlo e così mi sono gradualmente allontanato da lui. Ho smesso di uscire con lui e mi sono comportato come se fosse un estraneo. Kumpha è venuto a cercarmi ed ha causati solo problemi. Al liceo abbiamo litigato, sentivo che non potevo essere suo amico e dovevamo essere degli estranei. Ma lui non la pensava allo stesso modo. Se non sei suo amico, sei un suo nemico.»

«Ugh! Che bastardo. Ha un pensiero così limitato. Poi cosa è successo?»

«Entrambi siamo scomparsi l’uno dalla vita dell’altro. Quando è cresciuto, è sparito dalla mia vita e io non l’ho mai cercato. Anche se sapevo dove viveva e lui sapeva dove vivevo io, nessuno di noi ha invaso la zona dell’altro. Ci siamo semplicemente lasciati andare.» Sean fece un respiro profondo.

«Ma non so se sa che sei il mio ragazzo.»

«Se lo sapesse, allora cosa farebbe?»

«Come lo hai conosciuto? L’ultima volta che sei andato al mercato, quella era la zona di Kumpha. Sono curioso, non credo sia stata solo una coincidenza. Questo significa che lo conoscevi già? Quindi sei andato a trovarlo?» Il volto di Sean sembrava molto infastidito e possessivo. Così serio che avevo i brividi lungo la schiena. Non potevo dire nulla, ma vedendo la sua espressione sapevo di dover parlare.

«Niente. Kumpha non ha nulla a che fare con me. È il figlio del proprietario del mercato dove mia madre ha preso in prestito denaro. Quindi quel giorno P’Dane mi ha portato a pagare i debiti di Black perché mio padre non voleva che lui si facesse carico del debito di mia madre. Kumpha ha quindi accettato di strappare l’accordo di prestito come promesso. Tutto ciò che ti sto dicendo, ogni parola, è la verità. Se non ci credi, puoi chiedere a P’Dane.»

«È vero?» chiese Sean.

«Certo.»

«E oggi? Perché eri con lui?» Sean incrociò le braccia, guardandomi in silenzio. Lo avevo interrogato prima io, quindi ora era il suo turno. Mi aveva guardato negli occhi per tutto il tempo.

«Quello…»

«Rispondimi, non mi arrabbierò.»

Oh, merda.

«Ok, te lo dirò.»

«Allora?»

Perché ha tanta fretta?!

«Calmati. Te lo dirò. Perché sei così impaziente? Puoi aspettare un momento?» Sean rimase in silenzio.

Il suo volto era serio. Sapevo che era geloso, ma doveva calmarsi. Ero una persona normale, mica un rapper. Come potevo spiegare tutto chiaramente in due minuti?

«Quando non mi hai ascoltato e sei andato via, mi sono arrabbiato con Yok. Così ho preso un taxi e ho detto all’autista di lasciarmi da qualche parte. Non sapevo nemmeno dove fossi, ma in quel momento ho incontrato un gruppo di persone che volevano attaccarmi. Non mi aspettavo di incontrare i vecchi nemici di Black.»

«Cosa?» Sean cambiò subito espressione.

«Sì, ho incontrato i nemici di Black e volevano vendetta. Ma Kumpha è arrivato appena in tempo per salvarmi. Così mi ha portato via e gli ho offerto un dessert come ringraziamento.»

«Fanculo!» Sean improvvisamente imprecò così forte che mi sorprese. Si alzò poi di scatto, facendo cadere tutte le cose sul pavimento. Iniziò a dare diversi pugni al muro fino a quando non mi precipitai ad abbracciarlo da dietro, allontanandolo da lì.

«Sean! Sean! Calmati!»

Ero troppo scioccato, non capivo perché era così arrabbiato con me e Kumpha.

«Lasciami andare! Lasciami andare!»

Si comportava come se stesse per farsi del male di nuovo. Per questo motivo, lo abbracciai più forte mentre cercavo di portarlo sul letto. Cercai di farlo restare seduto al mio fianco, ma continuava a volersi alzare, quindi mi misi sulle sue ginocchia.

«Sean… Sean… Sean… Ascoltami!»

Cercai di calmarlo e afferrai la sua mano coperta di sangue. Sean aveva preso a pugni il muro con quella stessa mano quando mi aveva visto baciare Yojin. La ferita che sembrava guarita era di nuovo aperta. Il sangue scorreva fuori dalle vecchie ferite e da quelle nuove. Sean mi spaventava e mi preoccupava allo stesso tempo.

«Calmati prima.» Si morse silenziosamente il labbro abbastanza forte da sanguinare. Misi in fretta la mano sulle sue labbra e spinsi la punta delle dita nella bocca di Sean, facendolo girare per guardarmi.

«Non mordere, non farti del male. Cosa c’è che non va? Vuoi dirmi qualcosa? Non fare così! Farti del male non è il modo per risolvere i problemi.» Sean smise di mordersi il labbro.

Continuai a guardarlo, ma lui ancora non disse nulla. Non mi piaceva quando Sean si comportava in quel modo, mi faceva preoccupare.

«Sean, non fare il testardo, comportarsi in questo modo non è affatto divertente.»

«Sono così terribile.» Abbassò la testa e gli accarezzai dolcemente la spalla.

«Perché dici così? Dimmelo. Se non mi dirai che cosa è successo e ti farai ancora del male, farò lo stesso. Se prenderai a pugni il muro, lo farò anche io. Va bene?»

«No, non farlo.» Mi afferrò velocemente la mano stringendola forte.

«Allora, cosa succede?»

«Sono arrabbiato.» rispose brevemente e poi sospirò.

«Sei arrabbiato perché ero con Kumpha?»

«No.» Scosse la testa: «Ma per non essere in grado di prendermi cura di te e averti lasciato da solo.» Sean improvvisamente rabbrividì, le sue spalle larghe tremarono, anche la sua mano che tenevo tremava, come se fosse spaventato. Lo abbracciai forte e poggiai la testa sulla sua spalla. Sean mise il braccio intorno alla mia vita. Cominciò a baciarmi la clavicola, fino a farla diventare bluastra. Lo lasciai fare, dandogli piccole pacche sulla schiena per calmarlo.

«Rilassati, va tutto bene. Sono qui.» Cercai di parlargli il più gentilmente possibile: «Io sto bene. Non ti preoccupare.»

«Ho comunque paura.» Sean mi guardò: «Se Kumpha non fosse venuto in tuo soccorso… Se quei bastardi ti avessero fatto qualcosa… Non me lo sarei mai perdonato.»

Potevo dire che stava dicendo la verità perché i suoi occhi erano pieni di rabbia. Non era arrabbiato con me, ma con sé stesso. Pensava fosse colpa sua.

«Ci sono andato da solo. Non è stata colpa tua, Sean.» Cercai di consolarlo.

«Se avessi cercato di spiegarti perché ero arrabbiato, le cose non sarebbero andate così.»

«Ma ora sto bene. Vedi?» Presi il suo viso e lo costrinsi a guardarmi: «Sono qui. Non ti preoccupare.»

Sean rimase in silenzio, con la testa abbassata e le mani che tenevano la mia camicia spiegazzata.

«White, non capisci quanto io sia spaventato? Ti ho quasi perso, sono preoccupato che possa accadere di nuovo.»

«Cosa intendi?»

Mi ha quasi perso? Quando mi ha quasi perso? Sono confuso.

«Mi dispiace…» La sua voce tremò, mi prese la mano, si chinò e la baciò delicatamente: «D’ora in poi, non ti lascerò.» 

Rimasi confuso su cosa intesse a quel punto, ma Sean continuò: «Non allontanarti più da me. Non ti lascerò andare. Non ti volterò più le spalle.»

Sean era in preda al panico. All’inizio volevo chiedere cosa volesse dire, ma guardandolo, pensavo che mi sarei dovuto preoccupare più dei suoi sentimenti che della mia curiosità. Mi alzai dalle sue gambe e lo tirai su con me.

«Curiamo di nuovo la ferita.» Per prima cosa, rimossi la vecchia benda sulla mano di Sean, poi lo portai in bagno per pulire la ferita.

Vedendo la ferita sulla sua mano dovevo ammettere che ero un po’ spaventato. Avevo fatto attenzione a gestire la ferita perché Sean era il mio ragazzo. Sapevo che mi stava guardando, ma non avevo detto niente. Dopo aver lavato la ferita, l’avevo asciugata con un panno pulito il più delicatamente possibile.

«Dimmi se fa male.» gli dissi.

«Non fa male.» rispose e continuò a guardarmi come prima.

«Cosa guardi?» mormorai.

Sean era davvero spaventato.

All’improvviso mi afferrò la mano, facendomi alzare lo sguardo e sorridere un po’.

«Non me ne andrò, non scomparirò mai più. Promesso.» Dopo aver detto ciò, Sean si inchinò immediatamente e mi abbracciò forte, le sue braccia erano sotto le mie e quasi mi sollevò. Gli misi il braccio intorno al collo e gli accarezzai delicatamente la schiena. 

Sembrava che Sean stesse lentamente iniziando a calmarsi. Mi sentivo più sollevato e lo allontanai gentilmente.

«Dai, copri la ferita prima.» Tirai Sean fuori dal bagno, lo portai sul letto ed applicai la medicina sulla ferita, avvolgendola con una garza nuova. Con le bende pulite, la mano di Sean aveva un aspetto migliore.

«Non comportarti più così la prossima volta.» parlai in modo molto serio e con un dito gli toccai la punta del naso: «In caso contrario, anche io lo farò. Saprai quanto sarà brutto.»

«Non lo farò più.» Sean mi prese la mano ed io annuii immediatamente.

«Bene.» Continuai a guardare la sua mano: «Accidenti, fa così male?»

«Non molto.»

«Davvero?»

«Se dovesse succederti qualcosa, sentirei molto più dolore di questo. Rispetto a questo, è ancora troppo poco.»

«Sean, ho detto di non incolpare te stesso. Io sto bene e non mi perderai in futuro. Parliamo con calma, questo è tutto, ok?»

«Sì.» annuì Sean. Dopodiché, non parlammo per un po’. Ci eravamo seduti tranquillamente e ci eravamo tenuti per mano. Improvvisamente Sean si girò per guardarmi: «Ehi.»

Il mio cuore aveva iniziato a battere più velocemente. Mi guardava ancora come se volesse mangiarmi. Non sapevo che tipo di faccia fare.

«Aiutami oggi, ok?»

«Cosa?» La mia faccia era rossa, dalle guance, alle orecchie, alla gola. Ero come un granchio bollito. Avevo capito subito cosa Sean stesse dicendo, ma avevo chiesto, non perché non avessi capito, ma perché non sapevo come rispondere: «Cosa intendi per oggi?»

Sapevo che voleva fare l’amore con me. Non mi stava solo guardando. Si era anche avvicinato a me e aveva strofinato il suo corpo al mio.

«Sono stato male, ero davvero incazzato, in questo momento voglio solo abbracciarti.»

Maledetto Sean. Nessuno in momenti come quelli era diretto come lui. La mia faccia aveva quasi incontrato la sua.

Sean si avvicinò sempre di più a me, ma non fece altro che tenermi la mano e guardarmi negli occhi. Quando incontrai lo sguardo lussurioso che mostrava un desiderio così chiaro, tutto il mio corpo divenne caldo. Stavo sudando copiosamente, non sapendo cosa fare. Poi improvvisamente mossi le mani e i piedi.

Non che non l’avessi mai fatto, ma lo avevo fatto solo una volta. Non era nemmeno una brutta sensazione, ma la volontà di Sean era molto forte, molto più forte di quanto pensassi. Capivo che essendo una coppia, cose come questa potevano accadere, ma non ero abituato ad essere io a chiedere. Di solito, sono i ragazzi a chiedere alle ragazze. Prima, avevo anche una ragazza, ma non avevo mai provato a chiederglielo. Non l’avevo mai chiesto neanche a Sean.

Era sempre lui il primo a chiedere. Comportandosi in quel modo aveva ammorbidito il mio cuore. Ma come dovevo rispondere? 

«Stai bene?» Sean mi si avvicinò: «Mi sento davvero male. Non puoi rallegrarmi un po’?»

«Ehm…» Annuii.

Merda, mi eccita così tanto.

Sean abbassò la testa verso di me, spingendomi lentamente sul letto, nel frattempo cominciò a baciarmi sulle labbra.

Mentre mi baciava, gemevo dolcemente in gola. Il bacio di Sean era stato leggero come al solito, mi aveva baciato le labbra lentamente e dolcemente. Poi il ritmo era diventato più pesante. Anche se ero un po’ timido, rispondevo ai baci. A poco a poco, mi aveva tolto i vestiti, lentamente, senza fretta.

Sean mi strinse leggermente il mento, quanto bastava per lasciare che le mie labbra si separassero. Poi infilò la sua lingua calda nella mia bocca e, contorcendosi, sembrava volesse ingoiare tutto con la sua bocca. Quelle mani spesse mi tirarono giù i pantaloni, poi delicatamente mi tolse le mutande.

«Ah…» gemetti ancora premendo le mani contro il suo petto. Sean non aveva capito che volevo che si allontanasse un po’ prima. Infatti, continuava a baciarmi ogni secondo più intensamente.

La bestia si è già svegliata?

Sean continuò ad avvicinarsi, finché non si sdraiò sopra di me. Sean mi aprì le gambe spingendole con le mani e vi strinse lentamente il suo corpo.

«Ah ah…»

Non farlo!

Ero così imbarazzato perché la luce era così luminosa che potevo vederlo chiaramente. Sean continuava a baciarmi e si rifiutava di lasciarmi andare. Non mi lasciava nemmeno respirare un po’. I suoi baci erano pieni di forti richieste e desideri, come ad assicurarsi che fossi davvero di fronte a lui e che fosse tutto reale.

Iniziai a colpire leggermente il petto di Sean fino a quando non smise di baciarmi. Ansimai senza fiato e lui mi guardò amorevolmente. Le sue mani mi accarezzavano delicatamente i capelli. Dopo aver visto il mio respiro stabilizzarsi, si chinò per baciarmi di nuovo, ma io gli coprii le labbra con la punta delle dita, in modo che potessimo vedere solo lo sguardo l’uno dell’altro.

«Aspetta un minuto.» borbottai e arrossii.

«Che succede? Non resisto più.»

«Cosa ti rende così impaziente? Ci siamo appena baciati!»

Sean non mi rispose.

«Spegni le luci.»

«Spegnerle? Non sarò in grado di vederti bene così.»

«Ci sarà abbastanza luce. Non sarà troppo buio.»

«Non sarò in grado di vederti chiaramente, White.»

Oh, vuoi davvero vedermi? Sono timido e non sono ubriaco oggi. Ne sono pienamente consapevole. Come puoi accendere la luce in modo da poter vedere tutto?

Solo a pensarci, la mia faccia sembrava esplodere.

«Sean, spegni le luci.» Quando la supplica non funzionava, solo un ordine poteva funzionare: «Dai!»

«Non voglio…» supplicò Sean.

«Oh, ok, se non vuoi, non devi. Se non vuoi però devi lasciami andare.» Lo spinsi giù.

Sapevo che Sean non intendeva dire che non voleva continuare, ma voleva dire che non voleva spegnere le luci. Ma doveva farlo, ero troppo imbarazzato da questo.

«Lo Voglio. Ti voglio, White. Ma non voglio spegnere la luce.»

Ah, francamente, non voglio dirti che voglio prepararmi, non credo di poterlo fare se sono troppo imbarazzato.

«Se non la spegni, allora non c’è bisogno di farlo.» Feci una faccia seria; quindi Sean non ebbe altra scelta che lasciarmi e alzarsi per spegnere le luci.

«Baby…» brontolò Sean: «Possiamo continuare?»

«Sì.» Annuii goffamente, con le guance calde. Sean rise e mi baciò forte la guancia.

Sean posò le sue labbra sulla mia fronte, poi mi baciò il ponte del mio naso, per poi spostarsi all’angolo della mia bocca e infine baciò di nuovo le mie labbra.

«Ah…»

Gemevo dolcemente in gola mentre lui mi baciava. Il suono di Sean che mordeva e succhiava le mie labbra aveva cominciato a riecheggiare in tutta la stanza. Respiravo pesantemente a causa di questo. La punta della sua lingua ancora una volta stuzzicò la mia. La mano illesa sfrecciò dentro la mia camicia. Rimasi un po’ sorpreso quando le mani calde toccarono e massaggiarono i miei capezzoli. Le dita ruvide si muovevano intorno al morbido capezzolo, fino a quando non reagì al dito di Sean.

E quando il mio corpo iniziò a rispondere, Sean fu sempre più soddisfatto, continuando più intensamente. Avevo attacchi di intorpidimento su tutto il corpo fino a quando non respirai più forte e più velocemente a causa delle troppe emozioni. Sean conosceva molto bene i miei punti deboli. Mi accarezzò la pancia piatta e toccò la parte più sensibile del mio corpo. La toccava e strofinava gradualmente.

«Ah…» Non riuscivo davvero a smettere di gemere. Mi sentii ancora più imbarazzato, il mio  viso era caldo, come se stesse per bruciare. Sean spostò lentamente il suo bacio all’angolo della mia bocca scivolando verso la mia mascella e rivolgendo la sua attenzione al mio collo. 

Quando le mani di Sean cominciarono ad accarezzarmi, anche il mio corpo tremò. Quando strofinò delicatamente contro il mio corpo, non mi sentii quasi più me stesso.

«Ah…» Sean mi morse e leccò tutto il collo, mentre la forza della sua mano aumentò. Il mio sudore apparve gradualmente sulla mia fronte. Le strane e stimolanti vibrazioni mi facevano gemere costantemente.

«Ah… Sean… Ah…»

«Bene, chiama il mio nome.» sussurrò Sean debolmente, tirando la camicia contro il petto, poi le sue labbra calde baciarono delicatamente il petto intorno ai capezzoli, fino a farli diventare rossi. Cominciai a perdere il controllo del mio corpo.

«Oh… Ah…»

Gemevo mentre mi leccava e inumidiva il petto con i suoi baci. Usava la punta della lingua avanti e indietro e mi leccava i capezzoli come se fossero un gelato in estate. La forza di succhiare e mordere era aumentata così tanto che quasi mi dimenai. Sean aveva poi sollevato le mie braccia per farmi circondare il suo collo.

Il piacere che provavo a causa dalle mani e delle labbra di Sean era straordinario. 

Quando sembravo cullato dalle sue labbra sui miei capezzoli, Sean accelerò a il movimento delle sue mani. L’elettricità sembrava scorrere attraverso tutto il mio corpo fino a quando non mi contorcei di nuovo, rilasciando un lungo gemito.

Alla fine, non ero riuscito a contenermi e avevo riversato il mio liquido sulla mano di Sean. Lui subito portò le mani bagnate, lubrificate dal mio liquido, dentro il mio corpo. Cominciò a toccarmi delicatamente, inserendo piano le dita.

«Mh…» Rimasi scioccato.

Anche se lo avevamo già fatto prima, non ero ancora abituato. Sembrava strano mentre la punta delle sue dita passava lentamente attraverso lo stretto buco nel mio corpo. Il mio corpo cercava di spingerlo via contraendosi e scattando di tanto in tanto, ma questo rendeva Sean ancora più eccitato.

«Oh… Ah…»

Sean aveva infilato più affondo il dito, toccando il punto più sensibile al mio interno. Il liquido che avevo rilasciato in precedenza gli aveva reso facile far entrare le dita e spingerle in profondità nel mio corpo. Non era doloroso, ma molto scomodo e non ci ero ancora abituato. Ero così imbarazzato che allungai la mano e gli afferrai il polso.

«Sean. Ah… Questo… Strano… Sembra strano.»

«Bene o male?» mi chiese mentre mi baciava ancora il petto.

«Aaah…»

«Sono solo due dita, non è abbastanza…» borbottò Sean ansimando, mentre con l’altra mano continuava a massaggiarmi il capezzolo, leccandolo e mordendolo. Prima il destro, poi le sue labbra si spostarono sul mio petto e raggiunsero il sinistro.

«Ah… ah…»

Una delle mie mani poggiava sulle spalle larghe di Sean, mentre l’altra afferrava il suo polso della mano che continuava a far scorrere le dita dentro e fuori dal mio corpo.

«Sean…»

«White…»

Quelle labbra calde sembravano inghiottire di nuovo i miei capezzoli, a volte li mordeva, a volte succhiava così forte che ansimavo e tremavo con tutto il corpo. 

Sean tolse la mano dal mio petto, facendola scendere oltre la mia pancia piatta, mi toccò le cosce e sollevò le mie gambe, separandole.

«Sean… Sean aspetta un minuto…»

Il suo corpo era in mezzo alle mie gambe ed era piegato su di me.

«Aspetta, aspetta. Ah… Ah… Aspetta… Aspetta un minuto.» gridai agitando la mano senza sosta, mentre la punta delle sue dita penetrò nel mio corpo sempre più velocemente. Quasi dimenticai di respirare. Non so se perché Sean non mi vedeva bene o per la forte lussuria, tirò le mie gambe sottili sulle sue spalle dopo averle separate. Io cercai di tenerle unite per tutto il tempo.

«Perché sei così imbarazzato?» sussurrò con voce rauca e bassa, piena di lussuria. Subito dopo Sean mi baciò il ginocchio.

«Ah… Ah…»

Non potevo dire nient’altro. Sean aveva inserito un altro dito nel mio stretto buco. Era scomodo, ma perché ci si sentiva bene? Ero per caso una donna? Stava usando solo le dita e questo mi faceva sentire così bene?

«Chiamami P’»

Ancora… Anche la prima volta ha voluto che lo chiamassi così e ora mi sta chiedendo nuovamente di farlo?! Accidenti, perché vuole essere chiamato così? Ho la sua età, non lo capisce?

«Veloce… Chiamami così.» Sean tirò lentamente fuori la punta delle dita, poi le infilò in bocca, facendomi arrossire ancora di più.

Sean aveva allontanato le dita dalla sua bocca con fare molto selvaggio e seducente. Aveva abbassato i pantaloni, ma non del tutto. Mentre si spogliava, potevo vedere i suoi boxer Calvin Klein avvolgere la parte centrale del suo corpo. Il mio viso divenne sempre più caldo. Fui costretto a distogliere lo sguardo, anche se Sean era il mio ragazzo.

Dannazione. Sono rimasto con lui tutto il tempo. Perché sono così imbarazzato? 

Una persona sfacciata come Sean non avrebbe mai provato quel senso di timidezza. Improvvisamente, Sean sollevò le mie gambe sottili, facendomi sussultare e spalancare gli occhi.

«Puoi stare così?» chiese Sean e mise le mie gambe intorno alla sua vita. Il mio viso diventò sempre più caldo.

Perché ha bisogno della mia approvazione? Davvero, non so come rispondere alle sue domande così sfacciate. 

Chiedendo collaborazione così, sicuramente non era a conoscenza del significato di timidezza. L’ultima volta mi aveva anche detto di allargare di più le gambe.

«Per favore, aiutami un po’.»

Poi, finalmente, entrò dentro di me. Il mio cuore improvvisamente si sentì come se stesse per saltare fuori dal mio petto. Non volevo dirlo, ma era così gentile.

Dannazione, questo non è il momento!

Annuii rapidamente.

«Carino. Sei così carino.» sussurrò Sean, poi si chinò e sollevò la mia faccia per farmi accettare facilmente il suo bacio caldo e bagnato. Nello stesso momento anche i suoi fianchi robusti iniziarono a premere su di me. Rimasi a bocca aperta.

La mia vita si inarcava, mentre Sean raggiungeva il profondo. Mentre il dolore si insinuava nel mio corpo, afferrai la sua robusta schiena. Sean sembrava sapere che ero sotto shock e che sentivo un dolore lancinante, così mi abbracciò fino a quando non fummo incollati insieme. Mi agitavo continuamente e ansimavo accanto all’orecchio dell’uomo sopra di me. Anche Sean cercava di fare respiri profondo mentre teneva il corpo schiacciato contro il mio.

«Fa male?» sussurrò con voce profonda piena di ansia. Sean sembrò trattenersi molto, per paura di farmi male.

«Fa un po’ male. Ma… muoviti lentamente…» dissi con una faccia spaventata.

Se fosse andato rapidamente, sarebbe stato doloroso. Ero un po’ a disagio. Il mio respiro si era però stabilizzato gradualmente mentre Sean mi accarezzava delicatamente la schiena.

«Ti fidi di me?» sussurrò dolcemente ed io annuii. I lati delle mie guance si scaldarono sentendo che per quanto selvaggio e violento fosse Sean, non lo era mai stato con me neanche una volta.

«Ah… ah…»

Gemevo dolcemente mentre Sean iniziava a muovere i fianchi, entrando in me ad un ritmo lento, affinché il mio corpo si adattasse gradualmente. Quel bel viso sfiorò il suo naso contro la mia guancia, poi il mio orecchio e dopo la punta della sua sottile lingua calda lo leccò, facendomi distogliere lo sguardo.

Sean continuava a giocare con il mio orecchio, succhiandomi il lodo perché sapeva che era il mio punto sensibile. Ero così esausto, che lasciai cadere le gambe sul letto. Non potevo usare le gambe per mantenere la posizione del corpo come mi aveva chiesto Sean. Lui sembrava aver capito e sollevò le mie gambe sottili, mettendole sulle sue spalle per cambiare posizione. Ero un po’ sorpreso, ma Sean sorrideva, mostrando i suoi denti.

«Va meglio ora?» Strizzai gli occhi mentre Sean sollevò i miei fianchi un po’ più in alto di prima, facendo sì che il mio corpo iniziasse a ondeggiare con i suoi movimenti.

Il calore si diffuse su tutto il mio corpo fino a quando il sudore sulla mia fronte cominciò a scorrere senza sosta. Potevo sentire tutto il mio corpo contrarsi. La mia mano afferrò saldamente il lenzuolo. Sean lo vide e mise la sua mano sulla mia, così la strinsi forte.

Iniziai ad ansimare per la mancanza d’aria e continuai a gemere mentre il suo corpo robusto iniziò a spingere sempre più forte. Anche il mio corpo iniziò a reagire di più, stringendo e inglobando il corpo di Sean, facendo gemere di piacere anche lui.

«Aaah…»

Sean si avvicinò e mi strinse la mano.

«Chiamami P’»

Davvero non hai intenzione di smettere così facilmente?

La mia sanità mentale stava sparendo mentre Sean muoveva il suo corpo senza sosta e con tutta la forza che aveva. Tremavo e non riuscivo a respirare, il mio cervello non capiva più nulla, solo che il mio corpo si contorceva in risposta. Mi sentivo intorpidito e quasi senza fiato ogni volta che quel corpo solido mi penetrava in profondità.

Sean continuava a spingere il suo corpo nel mio. Il ritmo dei fianchi non era fisso, a volte era così veloce e profondo che dovevo urlare fino a quando le lacrime mi scendevano sulle guance con sentimenti indescrivibili. Una sensazione travolgente che mi faceva quasi soffocare.

Ma a volte era lento a muoversi, rimaneva tranquillo per molto tempo, però più andava in profondità. Più spingeva nel mio punto di stimolazione, più scuotevo la testa avanti e indietro perché era troppo stimolante.

«Chiamami P’.» Sean fece un respiro profondo.

Si spinse in profondità dentro di me, facendomi vedere degli addominali che premevano contro il mio stomaco piatto. Il mio membro, sensibile ed eretto, si sfregava contro lo stomaco di Sean, fino a quando il liquido non schizzò fuori, intorno al suo stomaco. Ma Sean lo ignorò e,invece, continuava a voler spingere sempre più in profondità, era troppo per me che cominciai a piangere. Mi sentivo così pieno lì dentro.

Le mie spalle magre tremarono fino a quando Sean non mi baciò sulle labbra, per calmarmi. Ma non potevo essere confortato in quel modo. Si muoveva ancora avanti e indietro con tutte le sue forze e le sue spinte mi avevano fatto aggrappare alle lenzuola per trattenere il martellamento. Come potevo fermare il mio corpo tremante?

«Ah… Ah… Sean… È troppo profondo…»

«Non ti piace?» Rimasi senza fiato, sentendo tutto il mio corpo riscaldarsi.

Sembrava esplodere da un momento all’altro, ma, poiché Sean aveva improvvisamente rallentato, non ero riuscito a raggiungere l’orgasmo.

«Sean… Non farlo.» piansi per quella tortura.

«Ho detto chiamami P’.» Con la mano calda mi afferrò la vita. Dopodiché, si allontanò un po’ e poi spinse forte, continuamente senza fermarsi fino a quando il mio petto tremò.

Oiii. Dannazione, ti sto anche compiacendo, devo pure chiamarti così? Se non lo chiamo così, continuerà a prendermi in giro. Morirò sul suo petto.

«P’ Sean… Ah… Ah… Sei pazzo!» lo maledissi.

Quando lo chiamavo in quel modo era come stimolare le sue ghiandole lussuriose. 

Andò dentro e fuori con una rapidità implacabile, facendo tremare il mio corpo ancora di più, come se stessi davvero per avere un orgasmo.

Mi sentivo davvero come se stessi per morire. Le dita dei piedi appoggiate sulle spalle larghe di Sean si contorcevano per l’impulso arrivato dall’interno del mio corpo. Le mani che si aggrappavano alle sue spalle dure si stringevano fino a quando Sean si chinò verso di me per baciarmi di nuovo.

Gemetti mentre le sue labbra calde mi divorarono. La punta della lingua di Sean si mise a giocare con la mia. Il suo bacio era così forte, che le mie labbra si gonfiarono. Mentre mi stava baciando, toccò l’area intorno al mio petto, facendomi arrossire.

Sean improvvisamente piegò le mie gambe sottili, in modo che le mie ginocchia poggiassero sul mio petto. Poi, con entrambe le mani, afferrò le ginocchia prima di muovere lentamente i fianchi, muovendosi verso l’interno ma con una spinta profonda.

«Ah… Ah… Non… Questo… è troppo profondo…»

Gemevo inconsciamente. Quella posizione aveva permesso una penetrazione così profonda da farmi perdere la testa. Mi sentivo completamente intorpidito, come se stessi morendo più e più volte.

Quando si muoverà?

Non potevo chiedere, mi avrebbe sicuramente preso in giro di nuovo, rallentando il suo ritmo e facendomi impazzire.

«Ah… Ah…»

Mentre Sean si spingeva in avanti, anche il mio corpo si muoveva al ritmo del suo. La parte superiore del mio petto si strofinava contro le mie gambe piegate. Tutta la mia faccia era diventata rossa. Gli angoli delle sue labbra, ansimante per la mancanza d’aria, mi facevano sentire come se non avessi più forza.

Sentivo il suono dei nostri corpi che si scontravano, unito a quello del letto che oscillava forte.

È una bestia!

Non potevo fare a meno di maledire il mio ragazzo nel mio cuore. Perché in quel momento, si stava davvero muovendo molto selvaggiamente e non potevo fare altro che gemere. Sean spinse più forte, dentro e fuori, e andò ancora più veloce. I miei sensi e i suoi raggiunsero simultaneamente il picco, facendoci liberare insieme.

Ansimavo come se avessi appena corso un centinaio di metri. Sean si era liberato dentro di me al punto che il suo liquido fuoriusciva sul materasso. Sembrava tutto così osceno. Sean si allontanò da me, sollevò le mie gambe e mi abbracciò forte, ma ero così stanco che non potevo fare nulla. Tutto il mio corpo tremava per il rapporto appena concluso. 

Era stato molto doloroso, ma aveva dato grande piacere. Nonostante ciò, quello che aveva fatto era stato troppo per uno come me, non ero riuscito a resistere ai suoi attacchi.

*******************

Nuovo capitolo focoso ;))
Siamo tutti del parere che White è un bottom fino al midollo per Sean??
E diciamocelo, Sean ha proprio delle belle tecniche eheh

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