EN OF LOVE MECHANICS 2 – CAPITOLO 15

-Vee Vivis-

Strinsi le braccia per abbracciare più da vicino Mark, la persona che mi stava dando quel dolce bacio. In quel momento eravamo stretti l’uno all’altro, rannicchiati contro il portellone posteriore della bellissima macchina. C’era una pila di coperte in modo che potessimo sederci comodamente, e c’era Mark lì per me da abbracciare. Quella sera era un’altra di quelle notti fredde, e sembrava che Mark fosse l’unica fonte di calore che potesse aiutarmi, perché anche se si fosse allontanato solo un po’, avrei cominciato a stare talmente male da doverlo tirare nuovamente a me per stringerlo. Volevo continuare ad abbracciarlo per tutta la notte. Perché la sera dell’indomani sarebbe stata molto più fredda..

“Non voglio tornare indietro.” Disse Mark in mezzo al silenzio.

Non ero sicuro di come mi sentissi, ma negli ultimi giorni lo aveva detto spesso, essendo molto più espressivo di prima. In passato, ero io che quello ad essere così.

“Non volevo venire.” Risposi di rimando. 

“Mmm.” Disse prima di appoggiarsi contro il mio petto, sollevando le ginocchia per abbracciarmi. La sua parte superiore si appoggiava a me, compresa la sua bellissima testa.

“Ti amo.” 

Non sapevo come dirlo, ero stato testardo, come avrei potuto dirlo in quel modo? I miei sentimenti in quel momento erano completamente repressi tanto che stavo quasi per esplodere, avevo bisogno di dirlo proprio in quel momento.

“P’Vee …”

“Che cosa?” Chiesi quando Mark piegò il collo per guardarmi.

“Beh … hai detto.”

“Pensi di essere l’unico che lo sente?” Chiesi mentre sollevavo dolcemente la mano sulla sua guancia, prima di abbassarla e tenergli delicatamente la mano. L’altro mio braccio si aggrappava ancora alla sua vita come prima.  “Pensi che ti mancherò, ma che per me non sarà lo stesso?”

“…”

“Pensi di amarmi così tanto, ma che io non ti ami allo stesso modo?”

“Beh…”

“Ti amo fino a tal punto da volerti far trasferire all’università che c’è qui. Non è strano che dica una cosa del genere?”

“Beh no, ma sembri …”

“Anche se non lo dico spesso, io ti amo sempre, e lo sai.” Risposi, premendo il mio naso tra i suoi capelli per baciarlo, prima di cadere dolcemente sulla sua spalla.

“Veramente?”

“Sì.” Risposi prima di avvicinarlo di nuovo a me. Sebbene non ci fosse quasi nessuna distanza, volevo comunque essere vicino.

“Mi ami molto?”

“Molto.”

“Allora se è così, devo chiedere qualcosa.” Sollevai le sopracciglia quando disse quelle parole.

”Che cos’è?”

“Ama solo me.”

“È già così.”

“Non lasciarti scuotere da nessun altro, anche io non sarò di nessun altro, se non tuo.” Disse, i suoi bellissimi occhi mi guardavano supplichevoli, quindi annuì in risposta.


“Perché chiedi cose che non hai bisogno di chiedere? Non hai mai chiesto niente del genere in passato.” risposi di rimando.

“Beh, in passato non ti ho amato così tanto.”

“E allora quanto mi ami adesso?” Gli sussurrai all’orecchio, facendogli abbracciare con forza le gambe.

”Più di qualsiasi altra cosa al mondo.”

La sua voce era tranquilla, proprio come la mia quando avevo posto la domanda, ma in mezzo alla sola oscurità e con solo il suono dell’oceano, potevo sentirlo chiaramente

“Anch’io provo lo stesso.”

“Ho qualcosa da darti.” Mi disse.

“Che cos’è?”

Non rispose, ma scostò la mia mano dalla sua vita, prima di avvicinarsi per aprire la portiera della macchina e cercare in giro, ritornò poi con una piccola scatola, che immaginai fosse una sorta di accessorio. Non appena lo apri, lo guardai incredulo.

“Un orologio.”

“L’hai comprato per me?”

“L’ho scelto io personalmente.”

“Hai scelto tutto da solo?”

“Si.”

Lo guardai di nuovo, e quasi ci sbattei contro per la voglia che avevo di indossarlo.

Non è che Mark non comprasse mai niente, ma un regalo fatto con il cuore come quello non me lo aveva mai fatto. Non ne avevo uno, nemmeno in un giorno come quello.

Non avevo niente da dargli, a parte la collana che mi pendeva dal collo, non sapevo cos’altro dargli. Non sapevo cosa regalare a qualcuno come Mark. Non sapevo cosa sarebbe stato abbastanza buono per lui e non osavo pensare a come qualcuno come me sarebbe stato in grado di ottenerlo.

“Grazie.” Dissi dopo che me lo mise al polso. Mi prese la mano per girarla un po’ avanti e indietro, prima di guardarmi, senza però lasciarmi andare.

“Tutto il tuo tempo appartiene a me.”

“Sì, appartiene completamente a te, il mio tempo, il mio cuore. È tutto tuo.”

Non disse niente, si limitò a sollevare la mia mano per baciarla dolcemente. Quei bellissimi occhi tremarono di nuovo e mi innamorai ancora di più di lui. Non avrei mai pensato di poterlo amare di più, pensavo già di amarlo con tutto me stesso. Ma le sue azioni, le sue parole, la sua tenerezza, la sua precisione mi facevano sentire tutto in modo amplificato. Volevo essergli più vicino, e abbraccialo di più, baciarlo di più.

La cosa più importante, però era che lo amavo di più. Il mio amore continuava ad aumentare in modo esponenziale e non avevo mai pensato che l’amore potesse farlo.

“Dannazione. Sto per piangere adesso.” Dissi dopo aver incrociato i suoi occhi solo per un momento. All’inizio pensavo di essere forte. Pensavo di poterlo fare, ma solo vedere i suoi occhi in quel modo, occhi che imploravano fiducia, che mi imploravano solo di amarlo. Gli occhi di Mark avevano quasi fatto crollare tutto ciò per cui stavo cercando di rimanere forte.

“Non fare il bambino.”

Bastarono quelle sue parole per farmi tornare in me stesso, in modo che potessi riprovare di nuovo. Da quel momento in poi sarebbe stato solo, Mark poteva rendermi debole, ma poteva anche rendermi forte. Lui era il mio tutto, e non sapevo nemmeno se ne fosse consapevole. Il modo in cui lo esprimevo probabilmente non rappresentava nemmeno la metà di quello che ero, ma volevo avere fede e credere che appartenessi completamente a lui, proprio come lui apparteneva a me.

“Non sono un bambino, mi sono già laureato.” Dissi, e lo tirai a me, le sue braccia attorno al mio collo. Mi sorrise di rimando, anche se era triste. Gli presi la mano e la spostai in modo che potesse toccare la collana sottile che indossavo sempre. La collana non l’avevo mai tolta per nessuno, ma in quel momento me la tolsi per darla a lui.

“P’Vee.”

“Non ho niente da darti, se non il mio cuore.”

“…”

“Portalo con te, e anche se saremo molto lontani, il mio cuore sarà sempre vicino a te.”

Si limitò a baciarmi.  Dopo che la collana con l’ingranaggio di ingegneria gli scivolò in mano, dopo che smisi di parlare, dopo che i nostri occhi si incontrarono per esprimere il nostro amore, si avvicinò e mi baciò. Un bacio per dire grazie, un bacio per esprimere quanto ci amavamo. Continuammo a baciarci, proprio come continuavamo ad amarci l’un l’altro, continuammo a farlo, ancora e ancora.

“Ti amo.”

“Ti amo anch’io.”

Ci dichiarammo il nostro amore mentre lasciammo che le nostre fronti si sfiorassero.

Sorrise timidamente e io feci lo stesso. Scoppiammo a ridere poco dopo, prima di allontanarci.

Lo guardai e sorrisi, le lacrime tornano a sgorgare. Quanto tempo ci sarebbe voluto prima che potessi vederlo sorridere di nuovo? Quanto ci sarebbe voluto prima che potessi sentirlo ridere di nuovo in quel modo, così bello e luminoso, proprio grazie a me?

Avevo paura delle altre persone. Speravo davvero che nessun altro potesse farlo ridere al di fuori di me. Perché io lo amavo più di qualsiasi cosa al mondo. Amavo Mark più di qualsiasi altra cosa.

********************

Mark mi mancava più di qualsiasi cosa al mondo. Ma non potevo fare altro che guardare il suo aereo che stava decollando proprio in quel momento.

Mi diressi fuori dall aeroporto di Utapao. Mi pettinai i capelli all’indietro e mi coprii gli occhi prima di alzare la testa per guardare di nuovo l’aereo. Come un cane, non come qualcuno di bello, a cui mancava il suo ragazzo cosi tanto da diventare depresso come un cane. Mi chinai per guardare l’orologio e ancora una volta pensai alla persona che me lo aveva dato. Tutto il mio tempo apparteneva a Mark. Proprio come il mio cuore.

“Fuse, tra un’ora arriverà Mark.” Blaterai, anche se nessuno mi aveva ancora salutato dall’altro capo della linea.

[Um, Fuse non si è ancora svegliato Vee, ma presto lo sveglierò.]

La voce non era quella del mio junior al quale stavo affidando mia moglie, ma era invece la moglie del mio Junior, che in realtà era più grande di me e quindi ovviamente non dovevo essere scortese con lui.

“Cosa fate insieme, che a mezzogiorno non si è nemmeno svegliato?”

Solo perché non volevo essere scortese, non significava che non avrei potuto stuzzicarlo.

[Non abbiamo fatto niente… ]

“Ci siamo organizzati per uscire a bere il giorno della laurea, ma sei arrivato tardi e ora ti svegli tardi? Cosa mi fai pensare?”

[Vee …]

[urgh, Ana] Oi, Bastardo. Il suono della sua voce assonnata che chiamava P’Ana, venne seguito dal suono di un cuscino che sprofondava. Era mezzogiorno e stava ancora abbracciando sua moglie. Dio non poteva avere pietà di qualcuno che aveva appena dovuto rimandare indietro sua moglie proprio in quel momento?

“Sii gentile, mio ​​fratello è ancora un bambino.”

[Non ho fatto niente.]

“Quindi era il bambino?”

[Si.]

“Bene, lo accetto,” dissi soddisfatto mentre le mie gambe facevano un passo avanti per salire in macchina.

[Basta con me, perché lo chiami a mezzogiorno? Di che cosa hai bisogno?]

“Volevo solo chiedergli di andare a prendere Mark, ma va bene lascialo dormire.”

[Posso farlo alzare tra poco, in questo momento sta solo fingendo di dormire.]

[Cosa?] Sembrava lunatico, ma anche un po’ supplichevole. Sarebbe stato frustrato per essere stato svegliato, ma quando si rese conto che era P’Ana, l’avrebbe fatto supplicare. Lo sapevo perché l’avevo fatto anch’io in passato ed ero stato io quello che glielo aveva insegnato.

[Vee ha bisogno che tu vada a prendere Mark tra un’ora.] Disse P’Ana.

[Non voglio andare.]

[Oi, Fuse.]

[Resterò a letto con P’Ana, chiama James, Kampan o Win, oppure chiama e trova qualcun altro.]

La chiamata venne interrotta e l’ultimo suono che potei sentire fu il suono della voce di P’Ana. Ero sicuro del fatto che non volessero prendermi in giro senza un motivo, ma mentre sentivo la mancanza di mia moglie, si stava vantando di restare ad abbracciare la sua di moglie quando io non potevo farlo, e dopo essersi vantato mi aveva tagliato fuori.  Ingannevole bastardo. Non valeva nemmeno la pena associarsi a lui.

“James?” Chiamai la persona successiva, stando più attento di prima. Nel mio cuore, speravo solo che James non fosse con nessuno e non andasse nella stessa direzione in cui era andato Fuse, perché se fosse stato così, non volevo davvero fare affidamento sui miei amici.

[Che cosa succede? Mark è già salito sull’aereo?]

“Sì, arriverà tra un’ora. Ho chiamato Fuse, ma era con P’Ana.” Mi lamentai con lui.

[Questo è normale per coloro che hanno una moglie.]

“Sì. Puoi andare a prendere mia moglie?”

[Sì, andrò a prenderlo.]

“James?” Lo chiamai prima che attaccasse.

L’altro capo della linea era silenzioso come se stesse aspettando che io continuassi oltre.

“Confido che tu ti prenda cura di lui, potrei non essere in grado di tornare molto spesso.” dissi.

[Sì, non devi preoccuparti, è mio amico. Penso a tutto io.] Rispose, cosa che accettai prima di riattaccare.

Tutto era organizzato, avevo mandato via Mark e avevo chiesto a quei ragazzi di andare a prenderlo. Era giunto il momento per me di tornare indietro, ma non riuscivo a muovere il volante. Tutto quello che potevo fare era appoggiare la testa all’indietro contro il sedile in pelle, inalare l’odore di lui che ancora rimaneva, e pensare come una persona pazza a come era stato seduto lì solo il giorno prima, ci eravamo baciati a vicenda proprio lì, e poi ci come ci eravamo spostati sul sedile posteriore, che in quel momento era vuoto. E come avrei potuto andare avanti, dovevo stare da solo.

Essere soli non avrebbe dovuto essere così difficile. Ero un ragazzo semplice, quindi non avrebbe dovuto essere così complicato. Potevo preparare riso e pesce e altri cibi che avrebbero dovuto essere sufficienti. Non erano molto gustosi, ma mi sarebbero bastati per vivere. La parte del viaggio non sarebbe stata un problema perché sia ​​Mark che mio suocero avevano convenuto che avrei dovuto prendere la macchina. Avevo  detto che era troppo, ma a Mark non importava. Ero solo io a preoccuparmi troppo, ma lui mi aveva insultato, e io ho avevo risposto male, e poi mi aveva implorato di usare la macchina. Finalmente alla fine, l’avevo accettato.

Tutto era perfetto. A parte tutti i pensieri su di lui che continuano a circolare nella mia testa, che semplicemente non se ne erano ancora andati dopo un’ora. Era passato così tanto tempo, ma ancora non riuscivo a chiamarlo, il che significava che il suo telefono era ancora in modalità aereo.

“Sì, ci sei?”  Risposi risposto non appena suonò il telefono.

[Dove sei?]

“In macchina.”

[Dove sei andato?]

“Da nessuna parte, sono ancora nello stesso posto.”

Restammo entrambi in silenzio. Il nostro silenzio non era diverso però perché era così che comunicavamo sempre tra di noi.

“Sei tornato con James, vero?”

[Si. È venuto a prendermi, l’hai chiamato? Pensavo avresti chiamato Fuse.]

“Sì, ma ha detto che sarebbe rimasto con sua moglie.” Gli dissi, facendolo ridere un po’.

[Devi tornare adesso e prepararti per il lavoro domani.] Disse, e tutto quello che potevo fare era annuire piano al telefono anche se non poteva vedermi, ma era come se fosse proprio accanto a me mentre lo diceva.

“Mark…”

[Si?]

“Non è niente.”

Volevo dirgli che mi mancava, ma le parole mi rimasero bloccate in bocca quando la sua domanda non suonò proprio come una domanda. Quando pronunciò la parola proprio in quel momento, non era una domanda, sembrava esausto, come se avesse perso tutte le sue forze, il che non era diverso da come io avevo chiamato il suo nome. Quindi non lo dissi perché potevamo già riconoscere come ci sentivamo l’un l’altro attraverso il nostro tono delle nostre voci.

[Se … quando sei libero, chiamami.] Disse infine Mark.

“Sì. Puoi anche chiamarmi ogni qual volta che ti manco.” Risposi.

[In tal caso, chiamerò sempre.]

“Ti mancherò tutto il tempo?”

[Sì, mi manchi anche in questo momento.] 

Dannazione! Bastardo, perché aveva dovuto andarsene proprio in quel momento? Potevo volare da lui solo per abbracciarlo ancora una volta?

“Mi manchi anche tu.”

[Lo so. Devi andare a cercare qualcosa da mangiare adesso, James mi sta portando a prendere da mangiare.]

“Sì, fai il bravo ragazzo.” Dissi in tono supplichevole, ma la mia voce non sembrava indebolirlo perché la sua risposta era stata fatta per provocarmi mentre rideva.

[Dillo a te stesso.]

Era carino. Ho già detto che era il più carino, vero?

Sapeva che ero stanco e sapeva a cosa stavo pensando. Che mi mancava così tanto da essere quasi sul punto di morire e così mi aveva deliberatamente eccitato con le sue parole. Avrei baciato via quelle parole se fosse stato vicino. Lo avrei afferrato e lo avrei baciato finché la sua bocca non si fosse gonfiata, finché non mi supplicava. Implorandomi di continuare a baciarlo.

Vee Vivis

Mi manca la persona che tiene l’ingranaggio.

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Avevo aggiornato con una foto di Mark di quando eravamo sul sedile posteriore dell’auto. Solo i nostri piedi erano collegati tra loro, perché era così che volevo che fosse l’immagine. Volevo solo una foto da guardare ogni volta che mi mancava molto, ma non avevo potuto fare a meno di pubblicarla. Non l’avevo postata perché volevo dirlo al mondo, volevo solo postarla perché Mark potesse vederla.

Winnie the Pooh: Il mio amico è sceso dall’aereo non molto tempo fa.

Pandora: sicuramente una condizione grave.

Nnorthh: Hai dato l’ingranaggio a tua moglie?

Bar Sarawut: Non è ancora passata nemmeno un’ora da quando vi siete separati. 🙄

Yiwaa: Persevera per un po’. Ti penso.

Pond Pawee
: Hai dato il tuo ingranaggio a tua moglie.

A Masa Mark piace la tua foto

Spensi il telefono dopo la notifica che mi indicava che Mark aveva apprezzato il mio post. Era tutto quello che volevo. Non volevo leggere i commenti dei miei amici perché  mi davano mal di testa. Non volevo leggere le loro sciocchezze che mi portavano solo dolore. Volevo solo che Mark sapesse che stavo pensando a lui, ecco tutto.

**********************

La mattina dopo mi svegliai presto, proprio come ogni giorno. Era perché mi alzavo sempre presto per preparare la colazione a quel bambino che aveva bisogno di andare a lezione, ma raramente si alzava in tempo per preparare la sua. Svegliarmi presto non era un problema per me, perché normalmente mi svegliavo e mi preparo per prendermi cura di mia moglie. Dopo essermi preparato per il mio primo giorno di lavoro, chiamai Mark perché volevo sapere se stava ancora dormendo e che cosa avrebbe mangiato senza me al suo fianco. Per tutta risposta mi disse che avrebbe mangiato il latte ed il pane che avevo comprato venerdì.

”Non puoi mangiare il porridge?” Risposi.

[Ho una lezione alle 8:00, lo sai. Kam è appena arrivato.]

“Digli di portarti a mangiare in mensa.” dissi.

[Non c’è abbastanza tempo.]

“La colazione è importante, Mark.”

[Anche il mio quiz mattutino è importante.]

“Quindi non mangi?”

[Quando avrò finito scenderò a mangiare.]

“Dannazione.” Imprecai alla sua risposta. Quindi, in conclusione, si rifiutava di mangiare quella mattina.

[Dai P’Vee…]

Quindi non stava mangiando e invece supplicava, usando quel tono supplichevole anche quando non ero nemmeno nelle vicinanze. Diventava testardo quando non riuscivo a prendermi cura di lui.

“Sì? Beh, se non hai intenzione di mangiare di nuovo, allora dirò a Yoo di venire a prenderti e portarti a casa.” Dissi.

[Sì, vado a mangiare.]

“Molto bene.”

[Sono un bravo ragazzo, vero?]

“Bravo a supplicare.” dissi sorridendo al telefono, non sapendo cosa fare.

[Mi manchi.]

“Lo stesso vale per me.”

[Lavora sodo.] Disse, e io sorrisi ampiamente alle sue parole.

“Anche tu.” Mark accettò le mie parole prima di riattaccare. Quella era la fine della nostra conversazione, ma era un qualcosa che mi fece sentire più pieno della colazione che avevo appena mangiato.

Il mio primo giorno di lavoro era stato piuttosto noioso. Il manager mi aveva fornito documenti importanti sul lavoro che avrei dovuto leggere prima, quindi avevo esaminato i regolamenti e le procedure secondo le consuetudini. Cercai di ascoltare e mostrare interesse come Mark mi aveva detto di fare, ma era così difficile non chiudere gli occhi e addormentarmi durante il pomeriggio.

Avevo fatto una valutazione per misurare la mia comprensione al mattino, il che era stato facile per me. L’unica nuova conoscenza che avevo acquisito quel giorno era che tutti i nuovi dipendenti dovevano formarsi e fare valutazioni.

“Vee, hai finito e torni indietro adesso?” Chiese un amico che stava per iniziare un nuovo lavoro, avvicinandosi a me. Faceva un lavoro diverso dal mio, ma non riuscivo a capire quale. Tuttavia avevamo dovuto fare l’orientamento assieme perché lavoravamo nella stessa azienda.

“Sì, ho finito, possiamo andarcene. Hai qualcos’altro che devi fare?” Risposi, perché stavamo parlando già per un po’.

“No, è tutto. Tay e io andremo a mangiare prima e volevamo vedere se saresti venuto con noi.” Disse guardando un altro ragazzo.

“Tay?”


“Sì, amico mio. Ha visto che lavora nella tua stessa zona, quindi abbiamo deciso di cercare di convincerti a venire. Se è scomodo, va bene comunque.”

“Sì, mi chiamo Tay, sono qui già da tre mesi.” Disse mentre si avvicinava.

“Uh, io sono Vee.”

“Timido?” Chiese.

Annuii, guardandolo e realizzando che avevamo imparato la stessa cosa. L’unica differenza erano le università che avevamo frequentato tutti. Solo guardandoli negli occhi, erano uguali, conoscevano le stesse cose, andavano a mangiare prima di rilassarsi. 

“Haha, in tal caso, andiamo a mangiare insieme per legare velocemente.” Disse Plai.

“Vieni? O hai qualcos’altro da fare?” Chiese di nuovo Tay.

“Oh, sì ok vengo. Non ho nient’altro da fare.” Risposi annuendo.

Andammo in un ristorante non lontano dal luogo di lavoro, ordinammo del cibo e iniziammo a chiacchierare. Non ero una persona che parlava molto con estranei prima di allora, ma Tay sembra una persona loquace, quindi probabilmente avrei dovuto ringraziare l’unica ragazza in quel gruppo che mi aveva aspettato e mi aveva chiesto di unirmi a loro, e che aveva aspettato che rispondessi. Durante il nostro pasto, ci conoscemmo lentamente, e avevo potuto intuire che Tay aveva studiato ingegneria come me, quindi era stato facile per noi chiacchierare.

“Gli è piaciuto il mio progetto finale, quindi mi ha accettato qui.” Disse Tay.

I nostri pronomi l’uno verso l’altro iniziarono a cambiare e in realtà, a parte il saluto iniziale, tutto il resto era andato bene.

“Non so se gli è piaciuto il mio progetto, non me l’ha detto.” Dissi, perché non ero sicuro se gli fosse piaciuto o no.

”Il tuo progetto è interessante. Gli piacciono i ragazzi che fanno buoni progetti. Inoltre, gli piacciono le persone che possono descrivere i problemi e farsi ascoltare, e spiegargli come potrebbero risolverli. Ti ha interrogato?” Annuii.

“Sì, quindi non dovresti preoccupartene così tanto, giusto?”

“Ecco! Domani andrà bene, puoi andare a lavorare e divertirti, credimi.”

“Spero che sia così.” Dissi ai miei nuovi amici cosa stavo pensando.

Speravo che il mio nuovo lavoro andasse liscio e felice come quando studiavo. Se fosse stato diverso, speravo solo che non fosse poi così male. Indipendentemente da ciò, però, credevo che sarei in grado di farcela. Mi piaceva quel tipo di lavoro e avrei dovuto semplicemente entrare e capirlo mentre me andavo. Non era diverso da quando avevo  capito che mi piaceva Mark.

Era stato difficile raggiungere la felicità, non era stato facile far andare le cose a posto. Ma alla fine, innamorarmi mi aveva fatto venire voglia di provarci. Proprio come quel lavoro. Mi piaceva che fosse difficile e avevo solo bisogno di trovare un modo per rendere più facile la mia permanenza sul posto di lavoro. Se non fossi in grado di adattare il lavoro a me, allora avrei dovuto adattarmi io.

Proprio come mi ero adattato per stare con Mark.

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