ECLIPSE – EP. 4 CAPITOLO 4

Coma

Dopo che la lezione di chimica finì, Akk disse a Wasuwat: «Ti aspetto davanti all’aula, devo parlarti di una cosa!» mentre passava davanti ai banchi, i due ragazzi si guardarono un po’ confusi ma lo seguirono rapidamente.

L’interlocutore non parlò subito. Il ragazzo alto lanciò uno sguardo alla persona che stava seduta con lui, mentre camminava verso la parte anteriore della stanza. La sua espressione era un po’ confusa, fece un passo avanti guidando il suo amico verso la direzione opposta.

«Non parliamo nella sala professori, sicuramente c’è già qualcuno. »

«Non essere così ossessionato o non riuscirai a dormire.» disse l’oratore senza voltarsi.

Akk si voltò per accordarsi con i suoi amici che erano nel corridoio alla fine della scala, cercando di non intralciare il passaggio dei compagni di classe.

«Voglio conoscere il punto debole di quello spudorato!»

«Fino ad ora non hai concluso nulla, prova a controllarlo di più.» era la prima volta che quel bastardo di Khan lo diceva. Anche Wasuwat lo guardò interrogativo.

Akk sospirò: «Lo stiamo seguendo da due settimane, ma non abbiamo ancora altre informazioni. Pensi davvero che sia solo una coincidenza che si nasconda ogni volta dove succede qualcosa di relativo alla maledizione?»

Si fermò un momento per lasciare che i suoi amici lo raggiungessero.

«Ieri, quando sono andato nell’ufficio amministrativo, ho incontrato Chamnan. Stava dicendo alla professoressa che gli avevano rubato il rapporto.»

«Quindi? Sono confuso.»

Akk sospirò di nuovo: «Ragazzi, vi ricordate ancora il quarto incidente della leggenda della maledizione della Shupalo?»

Nel primo incidente, la famiglia dell’avvocato era stata aggredita dai rapinatori. Nel secondo, la caduta del vaso dal secondo piano della casa, proprio sulla testa del primo erede, ferendolo gravemente. Nel terzo incidente, il terzo erede era stato investito da un’auto. Poi il quarto incidente…

«Il primo erede, che era stato ferito gravemente dal vaso, aveva scoperto la pergamena maledetta e aveva cercato di distruggerla. Poi tutti i documenti dell’azienda sono andati perduti e non sono stati citati in giudizio.»

Wat strinse gli occhi: «Quindi? Che significa?»

«Vedi.» sbottò Akk: «Non è forse una coincidenza troppo forte? Penso che abbia davvero qualcosa a che fare con la maledizione!»

«E tra poco ci sarà l’eclissi solare!»

«Tra quanto?» rifletté Wat.

Akk aveva già immaginato l’arrivo di quella domanda e aveva già la risposta pronta: «Circa due mesi!»

«Quindi pensi che sia opera di Aye?»

«No, forse penso troppo..» spiegò Akk: «Ecco perché voglio conoscere i suoi punti deboli, in modo da poterlo minacciare.»

«Cosa hai intenzione di fare?» Khan continuò a chiedere.

«Seguirlo.»

«Seguirlo?»

Wat alzò la mano per colpire la persona che aveva parlato più forte. Akk annuì più volte. Bastardo!

«Ragazzi, non dimenticatevi che per due settimane Aye non ha parlato davvero con nessuno, come se non volesse avere amici. Se ci pensate, perché non dovrebbe farsi degli amici? Sicuramente non vuole che qualcuno conosca la sua vera identità. Non sappiamo niente di lui, se non che è un nuovo studente che si è trasferito dalla scuola rivale della Suphalo.»

«Ma quando è arrivato, ha fatto il colloquio ed è stato esaminato dal professore, giusto?»

«Khan, penso che durante i colloqui di ammisione analizzino i curriculum scolastici e svolgano un colloquio orale. Nessuno può conoscere la verità!»

«Giusto..» la voce dell’altra persona si ammorbidì arresa.

«Per questo penso che dovremmo dividerci questo sabato e domenica per seguirlo…»

«Ok, questo non c’entra con la storia che è successa poco fa, vero?» si intromise Wat all’improvviso.

Akk si irrigidì.

«Qual è il problema?» Khan ancora non capiva.

Wat fissò Akk mentre cercava di valutare la situazione: «Beh, dev’essere perché hai preso mezzo punto in meno al test, di solito ottieni sempre il massimo dei voti. Immagino che non sia solo perché non hai trovato il suo punto debole.»

«Non è così!»

«Questo arrogante!» Khan socchiuse gli occhi come se volesse mirare

Akk guardò alternativamente i due amici, cercando di non indurire il viso.

Sì. Ad essere sinceri sentiva davvero che stava perdendo la faccia. Accidenti! Wat sei un indovino?

Quello spudorato lo seduceva e attirava in ogni modo. Era una situazione molto tesa, non poteva neanche vendicarsi perché diventava più cattivo.

L’unica cosa di cui poteva essere fiero era il suo punteggio all’esame. Akk era sempre arrivato primo e non aveva mai pensato che qualcuno potesse superarlo anche solo di mezzo punto. Mezzo punto era comunque una perdita!

Prima che Wat potesse aggiungere altro, Akk urlò.

«Sapete che questa è la mia fascia. Lo faccio per la scuola! Davvero, questo è il dovere principale del capo prefetto. Se questa maledizione ha davvero qualcuno dietro di sé, come andrà a finire?»

Vedendo che i due lo fissavano ancora Akk sospirò e si allontanò dal gruppo: «Quindi, voi due…»

«Posso aiutarti io!»

Il proprietario della voce spuntò dall’angolo della stanza proprio davanti ad Akk. Entrambi i due amici si guardarono con la bocca aperta.

«Namo!»

«Se Wasuwat e Khanlong non possono aiutarti, ti aiuterò io. Hai detto che questo è il dovere del capo prefetto…»

«E tu non lo sei!» Akk fece una smorfia.

Anche così, Namo continuava comunque a seguirlo.
«Oh! Non guardare solo l’aspetto esteriore. Posso essere piccolo, sensibile e maldestro. Non sono molto bravo a studiare, ma questo è solo quello che appare da fuori. Voglio davvero aiutare ed essere un bravo ispettore. Voglio rendere migliore questa scuola per rendere migliore l’immagine dei prefetti. Akk…»

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