ECLIPSE – APERTURA EPISODIO 5

Di solito, di sabato, Khanlong aveva delle lezioni speciali.

Naturalmente lo studio non poteva essere più interessante delle compagne di classe: Nectar che adorava i bubble tea; Nong Tuk che amava i peluche, alla quale Khan aveva comprato Minnie; Siree che era severa nello studio, ecc. Fatto stava che tutti lo adoravano. Questo prima di decidere di aiutare Akk. Quindi per tutto il venerdì sera aveva dovuto informare le ragazze, tanto da aver paura di dimenticarsi di qualcuna.

E ancora più certo, qualcuno come Khanlong metteva gli amici al primo posto. In realtà non aveva ancora capito a pieno, dal momento che era solo un’ipotesi; perché Ayan era così importante? Tuttavia, Akk insisteva su questo punto e lui gli credeva, al tal punto da decidere di non usare un’utilitaria.

«Se usiamo questa Benz Sport, ci faremo notare dato che siamo parcheggiati davanti a casa sua

Prima ancora di pensare di discutere con l’amico, Khanlong aveva spostato l’auto che aveva parcheggiato nel vicolo di fronte all’abitazione.

«Non ti preoccupare, non ci vedrà. Sta seduto in casa tutto il giorno e non esce mai.» Akk non rispose, ma lanciò uno sguardo diffidente al suo amico. «Cosa fa in casa tutto il giorno?»

«Senti, non lo so. Avrà delle cose da fare.»

La casa si trovava in un quartiere di lusso. Era circondata da un muro decorato con degli archi e, su ogni arco, si ergeva una maestosa statuetta in bronzo di un elefante. Davanti, invece, c’era una vasca, abbellita con delle fontane e vasi di gesso di stucco. Non era difficile immaginare l’interno della villa. 

Akk inghiottì la propria saliva, si schernì e poi, con voce calma e seria, disse: «Tu resta in macchina e tienilo d’occhio, se lo vedi uscire allontanati, capito?»

«Si si, lo so. Mi hai mandato una foto della sua macchina. Sei sicuro non ne abbia altre?»

Akk si sentiva stanco.

«Dannazione!» gemette. Ma poi disse: «Insomma, devo aspettare e vedere se nelle macchine che escono c’è lui o no?»

«Se lo vuoi seguire, devi essere intelligente!» disse Khanlong puntando il dito verso Akk. «Vai. Io andrò a raccogliere informazioni dalle persone che abitano qui intorno.»

Proprio quando Akk stava per uscire dall’auto e appoggiare un piede a terra, la macchina di cui aveva fatto una foto uscì dal cancello. Khanlong la osservò attentamente, era l’auto di Ayan.

Entrambi spalancarono occhi e bocca. Poi Akk esclamò: «Seguilo!» sbattendo con forza la portiera.

Khanlong accese il veicolo e accelerò, cercando di mantenere una distanza sufficiente affinché l’altra persona non si accorgesse di loro.

Ayan guidò verso nord, poi svoltò verso Na Klua* fermandosi infine nel famoso centro commerciale di Pattaya.

*(N/T: è un distretto di Bang Lamung, Provincia di Chonburi e fa parte della città di Pattaya.)

Fortunatamente, trovare parcheggio vicino all’ingresso non fu difficile. Tuttavia, il posto era piuttosto appariscente, perciò Khanlong finse di superarlo per poi parcheggiare un po’ più lontano. Akk invece, quando vide l’altro ragazzo uscire dalla sua auto, scese e lo seguì frettolosamente. 

Quella mattina indossava una maglietta oversize, pantaloncini di tela che lasciavano scoperte le sue gambe e aveva una capigliatura perfetta. Anche Khanlong aveva cercato un modo per far crescere i suoi capelli in quel modo, ma non ci era mai riuscito. L’espressione sul suo viso era di pura felicità, tanto che non si accorse che qualcuno lo stava osservando nascosto dietro i pali elettrici in un angolo del negozio.

Alla fine, Ayan si avvicinò a un bar… Sembrava intenzionato a entrare lì fin dall’inizio, dato che non c’erano segni di esitazione nei suoi passi. 

Khanlong si abbassò la visiera del cappellino, anche se indossava occhiali da sole e una mascherina per coprirsi il viso. Akk aveva detto che quel giorno sia l’auto che l’abbigliamento dovevano passare inosservati. Poi, trovò un posto non lontano da Ayan e si sedette su una sedia. 

Anche con il travestimento, sentiva che c’era qualcosa che non andava. 

La persona seduta nel bar, come se stesse aspettando Ayan, di primo acchito sembrava Thua. Anzi… lo era.

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