ECLIPSE – EP. 4 CAPITOLO 6

Coma

La biblioteca dove si teneva l’evento a Silom Road non era molto spaziosa, con scaffali disposti intorno ad altri scaffali a differenza del solito stile. A prima vista, Wasuwat pensava fosse più ‘locale’, ma, oltre ai libri accademici, c’erano anche libri di letteratura sia tailandese che straniera. In un primo momento, aveva pensato che fosse così perché si trattava di una biblioteca per adulti, ma un altro pensiero contraddiceva la sua mente. La maggior parte delle biblioteche pubbliche era frequentata da adulti, ma non aveva mai visto una biblioteca come quella. Dopo aver aspettato un po’ aveva scoperto che le persone che stavano gradualmente entrando non erano molto più grandi di lui e, soprattutto, non avevano minimamente l’età del professor Songpoom.

Alcuni di loro avevano più o meno la sua stessa età. Avevano così paura di sedersi vicino al proiettore che evitavano l’area con la parete bianca vuota. All’interno di quella zona erano ordinatamente disposte delle sedie. C’era un certo numero di persone che stavano prendendo posto, ma ce n’erano altre che avevano scelto di sedersi sul pavimento di fronte a lui.

Molte persone che entravano sembravano anche conoscersi già. Wasuwat aveva visto diversi volti nelle proiezioni precedenti, e conosceva anche gli altri cinefili, ma con cui non aveva mai parlato. Al massimo si limitava a sorridere e salutare, mentre le persone che conosceva davvero non erano ancora comparse. Quel film era già stato proiettato in altri eventi, quindi i cinefili più esperti lo avevano visto. Negli ultimi giorni i suoi amici non si facevano vedere molto, per questo quelli che avevano detto che sarebbero andati a vederlo con lui avevano posticipato la visione. Alla fine erano arrivati ad oggi per vederlo tutti insieme…

Il suono delle risate era molto forte. La maggior parte delle persone stava parlando di politica – si, Anche quella locale! Fissava quelle persone mentre teneva ancora in mano il cellulare, fingendo di essere assorbito dallo schermo, anche se non aggiornava la pagina della chat nella home per molto tempo, e in quella chat room non c’erano ancora nuovi messaggi in arrivo.

“In conclusione, hai davvero abbandonato i tuoi amici, Wat?” La notifica di un messaggio apparve in alto.

In quel momento rispose: “Ti ho detto che ho preso appuntamento con un mio amico. E poi la proiezione di questo film si tiene solo una volta.”

“Che tipo di fottuto film è così importante? Qui stiamo cercando il cattivo della scuola, oi!”

Akk poi lo interruppe e scrisse: “Ok, non può venire, va bene. Allora andiamo solo tu ed io!” 

Wat alla fine rispose: “Mi dispiace così tanto!”

Quel pomeriggio non sapeva dove sarebbero andati i due amici per cercare il nuovo ragazzo. I due ragazzi ora stavano chiacchierano tra loro in un’altra chat, quindi sul cellulare di Wat non venivano più visualizzati nuovi messaggi.

Il giovane sussultò leggermente quando un forte rumore risuonò accanto a lui: «Come fai a essere già qui? Sei venuto in auto?»

Wasuwat alzò lo sguardo. Annuì all’interlocutore che stava camminando verso di lui insieme a una ragazza. Era un ragazzo che aveva incontrato a una precedente proiezione di un film.

Dopo un’altro ragazzo disse: «Oh stai zitto, te l’avevo detto di venire con lui. Se vieni in autobus è normale essere in ritardo.»

«Non è ancora abbastanza grande per avere la patente. Sono stati tutti raggiunti per aiutarsi a vicenda.» Detto questo, l’altro ragazzo gli fece un cenno col capo. «Allora perché non lasci che un’autista la guidi per te?» chiese l’uomo, sapendo benissimo com’era davvero dentro quei strani vestiti che indossava.

«Non ci sono abituato, guido sempre da solo.»

«A Bangkok non è la stessa cosa. È troppo rischioso. Dovresti andare in macchina con un’insegnante.»

Wasuwat sorrise: «Invece di venire accompagnato dall’insegnante, studia e fai il test tu stesso, così quando vieni in città, puoi guidare tu stesso.»

«Oh, come sei arrivato?» Un’altra persona chiese a Wasuwat.

Non era altro che la signorina Sani!   

Quando era fuori dalla scuola, la giovane insegnante sembrava una persona diversa da quella seduta accanto al professor Chadok nella sala amministrativa. Sembrava una ragazza esuberante, vestita in modo casual, senza nulla di appariscente, ma sembrava naturale e amichevole più che mai.

Dal momento che era il consigliere del consiglio studentesco, aveva parlato così tanto con lui e con i suoi amici che riusciva a capirli. Alla fine aveva scoperto che Wasuwat era  interessato al cinema, piuttosto che andare in giro per inseguire lo studente sbagliato come i suoi amici. Un giorno, Wat era andato in sala amministrazione per consegnare un elenco degli studenti arrivati in ritardo al posto di Akk, e all’improvviso l’insegnante seduta da sola nella stanza aveva alzato la testa per dire: «La nostra scuola ha un club di cinema che parteciperà a un convegno per la realizzazione di un film.»

«Eh?» Era rimasto confuso, ma era comunque riuscito a mantenere la stessa espressione di prima.

«È meglio fare quello che ci interessa veramente. Se hai paura di litigare con i tuoi amici perché non potrai aiutarli con il lavoro da prefetto, ti aiuterò a parlarne.»

Aveva fissato l’insegnante, essendo confuso dal fatto che lei lo sapesse, ma ancor più perplesso dal modo in cui lo aveva detto. Non c’è nulla di sbagliato nell’adempiere al proprio dovere, fintanto che non ci siano problemi, ma con la situazione di ora, non è difficile trovare qualcuno che faccia il prefetto? Per quanto ne abbiamo, quasi non siamo abbastanza…

Wasuwat non aveva però chiesto nulla e aveva chiesto invece: «Il club è formato ormai da molto, entrare ora non mi farebbe sentire a mio agio. Poi il lavoro che fanno è diverso dallo stile che mi interessa.»

L’insegnante aveva poi annuito: «Che genere ti interessa?»

«Indie o un qualcosa di un po’ più artistico.» aveva risposto Wat, ma non si aspettava che l’altra parte capisse.

«Ti piace il lavoro di Jay?»

«Anche lei conosce P’Jay?» Il ragazzo era rimasto sorpreso.

«Ho visto qualcosa, ma non ne so molto.»

Il ragazzo si era stretto nelle spalle. Non c’era da stupirsi che il discorso di quel giorno era finito lì. Non molto tempo dopo, però, Khan era arrivato da lui e gli aveva detto: «Oh, la professoressa Sani vuole parlare con te, vai da lei.»

Wasuwat era rimasto sorpreso; nel loro trio, lui era il più tranquillo, probabilmente così lontano dagli occhi degli insegnante che non aveva nulla di cui parlare. Tuttavia, aveva ceduto alla richiesta.

«Conosci i cinefili, vero?» La domanda iniziale aveva sorpreso il ragazzo con gli occhi luminosi, per poi domandare: «Sei mai stato alla proiezione di un evento cinematografico?»

Il giovane aveva quindi annuì con la testa: «Sì.»

«Bene, anche un mio amico insegnante è interessato a quest’area. Più tardi ti porterò a incontrarlo.»

Wasuwat era rimasto confuso, ma aveva comunque accettato.

il primo giorno che aveva incontrato l’amico della professoressa Sani, il signor Mew, Wasuwat aveva riso, non perché si conoscessero già, ma perché P’Mew lo aveva preso in giro per un momento, per poi parlare a lungo di film. Era stato in grado di capire che Phi Mew non era un appassionato di film indipendenti, non ne aveva nemmeno guardati tanti… ma la sua mentalità aperta lo faceva divertire a parlare tra loro. Anche la professoressa Sani che non era una cinofila li aveva ascoltati con attenzione.

Fece molti altri incontri con P’Mew e altri insegnanti. Ogni volta che andava a conoscere meglio i cinofili, cominciava poi a capire le loro intenzioni. La professoressa doveva aver cercato di trovare un modo per far sapere a chi lo circondava che non voleva solo guardare, ma che voleva iniziare a fare suoi film.

Erano piccole grandi cose nella vita di Wasuwat. Non era una persona insicura di se stessa, ma era una questione importante nel suo cuore… Una questione importante di cui non poteva parlare a casa, poiché sapeva da sempre cosa si aspettava sua madre per il futuro di suo figlio. Ottenere feedback entusiasti spingendolo a seguire i suoi sogni diventando quindi estremamente fiducioso era come ricordare che non era sbagliato, non era solo una sciocchezza, era una pietra raschiata insieme a un’altra che lasciava una scintilla su una pila di legno, che era il carburante nel suo cuore che aveva accumulato per molto tempo, fino a quando non aveva raccolto il coraggio di fare qualcosa. 

Vari brevi filmati che il giovane aveva ripreso e montato da solo avevano ricevuto elogi da quei professori, che lo avevano spinto a perseguire progetti più grandi. Camminare per afferrare un sogno. Wasuwat rifletteva in cuor suo, però, non osava ancora dirlo a nessuno, nemmeno ai suoi amici più intimi, dato che Akk e Khan consideravano il vedere film solo come un piccolo hobby che le persone non avevano bisogno di investire in quel campo per il futuro. Lui però aveva iniziato a pensare e annotare molte cose, sperimentando e portando a casa molti risultati e presto tutto avrebbe preso forma. Stava già cominciando a vedere la luce del successo.

Spostandosi nella zona salotto, Wat trovò P’Mew e la professoressa Sani poco più lontani dai posti illuminati dal sole. La donna stava guardando i libri intorno alla stanza con interesse e in quel momento Wat non poteva fare a meno di vederla come se fosse solo una ragazza.

Non riesco a immaginare come si possa sentire l’insegnante.

P’Mew una volta gli aveva raccontato segretamente che la professoressa Sani aveva trovato un modo per aiutarlo, probabilmente perché anche lei aveva dovuto sopprimere il suo sogno. In realtà, voleva sostenere l’esame di ammissione alla Facoltà di Lettere, o arti liberali o qualcosa del genere. Amava scrivere, ma quando lo aveva saputo la sua famiglia, avevano cercato di persuaderla per scegliere prima un lavoro stabile. P’Mew gli aveva anche detto che quel giorno la professoressa Sani non aveva pianto, ma aveva sorriso comprensiva. Da quel momento, però, non aveva mai più menzionato il sogno che aveva in mente.

«Perché seguiamo i nostri sogni quando non si ha idea se ciò possa fare soldi o meno?»

La professoressa Sani aveva dovuto fare cose che non voleva fare perché la sua famiglia non aveva abbastanza soldi, quindi non aveva avuto altra scelta.

Lui stesso era abbastanza benestante, ma sembrava che non avesse altra scelta, anche lui non poteva fare ciò che voleva.

Ognuno di noi è come se vittima di bullismo da parte di chiunque, indipendentemente dalla posizione in cui ci troviamo. 

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Giulia

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