DARK BLUE KISS – CAPITOLO 22

Geloso

«E se lo dice al preside?» Kao era ancora preoccupato. «Il preside lo dirà sicuramente a mia madre.»

«E allora?» disse Pete, imperturbabile. Non voleva che Kao ci pensasse troppo. Non era ancora successo niente. Anche se c’era un ostacolo, lo  avrebbero superato senza problemi. «E se tua madre lo venisse a sapere? Se ci dicesse di rompere, non lo faremmo e alla fine ci accetterebbe.»

«Com’è facile per te dirlo.»

«Non sarà così spietata da rinnegarti.» Pete allungò la mano per scuotere delicatamente la testa di Kao avanti e indietro. «E mio padre non sarà così crudele da chiudere la porta. Se il problema con la tua famiglia non può essere risolto, possiamo consultarlo, dicendogli di parlare con tua mamma o qualcosa del genere. Mio padre ti adora così tanto… anche più di me che sono suo figlio.»

Kao non sapeva cosa dire. Sorrise con le lacrime agli occhi.

«Perché stai sorridendo?»

«Sei carino.» Kao lo pensava davvero… Pete poteva essere sempre imbronciato o cattivo, ma era mentalmente forte e ci si poteva fidare ciecamente.

«Grazie.» Kao si avvicinò e diede a Pete un bacio gentile per esprimere la sua gratitudine.

Quando Kao si tirò lentamente indietro, Pete lo guardò e sorrise.

«Che playboy… Diventi ogni giorno più selvaggio.»

Pete si avvicinò e baciò Kao questa volta. Non erano solo le labbra a toccarsi, come aveva fatto Kao, anzi il suo bacio era profondo. Un tocco pieno di amore, desiderio e conforto allo stesso tempo. Non c’era modo che Kao potesse resistere.

«Di questo passo… sai cosa succederà stasera, vero?»

Pete baciò di nuovo Kao prima che potesse rifiutare. Vedendo quanto fosse dolce Pete, Kao non si lamentò come faceva di solito. Kao ammise di essere preoccupato per la loro relazione, ma quel giorno era fiducioso che finché Pete fosse rimasto accanto a lui, era pronto ad affrontare qualunque cosa l’indomani.

Non aveva più paura di niente.

*******************

Casa di Kao

Dopo che ebbero finito di parlare Kao si sentì meglio, Pete portò Kao a mangiare in un ristorante e lo accompagnò a casa. Kao non aveva dormito molto la notte precedente, quindi voleva fare un pisolino.

Avevano raggiunto la casa di Kao alle 14:00.

«Sembra abbastanza tranquillo lì dentro.» disse Pete mentre fermò l’auto davanti al cancello.

«Probabilmente la mamma è a scuola, e Gib deve essere da Jubjang come al solito.»

«Quella che ci shippa insieme? »

«Esatto! Non sono sicuro che abbia smesso di shipparci, però.»

Pete aprì la portiera della macchina e scese. Andò dall’altra parte e aprì la portiera a Kao dato che la caviglia gli faceva ancora male. Non zoppicava, ma doveva comunque stare molto attento.

«Fa ancora male?»

«Un po’.»

«Vuoi che ti porti sulla schiena?» Pete chiese dolcemente.

«Sì.» Kao annuì. Kao di solito non era impotente e non aveva bisogno di essere accudito. Ma Pete si stava prendendo cura di lui così bene, e il problema di oggi lo aveva sfinito. Ecco perché voleva essere viziato un po’.

Kao stava usando il diritto di amante per essere viziato da Pete. Una volta ogni tanto andava bene, no?

«Sei come un bambino oggi.» Anche così, Pete si girò e si chinò per permettere a Kao di salire più facilmente sulla sua schiena. Quando Kao salì, Pete chiuse la portiera, chiuse a chiave l’auto e si avviò verso il  cancello.

Kao aiutò Pete ad aprire il cancello e lo aprì senza aspettare che Pete glielo dicesse.

«Se non fossi stato qui con me oggi… sarei stato più stressato.» disse Kao, sembrava rilassato, a differenza di quando stava lasciando la casa di Anon. Si aggrappò al collo di Pete senza stringere e appoggiò il mento sulla sua spalla.

«Vedi quanto è vantaggioso essere il mio ragazzo?» Pete sorrise.

«Argh… non avrei dovuto farti i complimenti.» Kao arricciò le labbra.

Pete ridacchiò. Si fermò a guardare il viso di Kao, che quasi toccava il suo, e lo trovò così adorabile. Kao non mostrava mai come si sentiva veramente quando era libero dalle preoccupazioni, ma era come un ragazzino quando si sentiva debole. Vedere come si aggrappava al collo di Pete, come un cucciolo di scimmia.

«Perchè mi stai guardando?» chiese Kao con un filo di voce.

La cosa più fastidiosa era che Kao era dannatamente carino quando usava questa voce!

«Mi dispiace di aver perso la pazienza oggi.»

«Va tutto bene. Prima non ti stava prendendo in giro.» Kao sapeva che Pete aveva perso la testa quando Anon lo aveva molestato. Pete doveva essersi trattenuto come meglio poteva. Persino un ragazzo come Kao si era arrabbiato con Anon.

«Sii più paziente la prossima volta. Non voglio che tu faccia a botte spesso come prima. Farsi male a giorni alterni non è una buona idea, lo sai.»

«Paura di diventare vedovo?»

«Tu, idiota!» Infastidito dal modo in cui flirtava con Pete, Kao mordicchiò l’orecchio dell’altro perché Pete mordicchiava sempre il suo quando erano a letto, ma Pete si limitò a ridere ad alta voce. Kao non si arrese, sapendo che Pete soffriva molto il solletico. Strofinò la faccia contro il collo di Pete, poiché mordicchiare le sue orecchie non funzionava.

Pete rise e disse a Kao di fermarsi allo stesso tempo, ma continuò a portare Kao sulle spalle.

«Stai diventando audace.» Pete rise così tanto che ansimò. «Non siamo ancora dentro. Stai attento.»

«È meglio qui fuori.»

Kao sapeva che se lo avesse fatto dentro… Pete non non avrebbe smesso di prenderlo in giro!

«Hai detto che non volevi che nessuno venisse a sapere di noi.»

«Lo scopriranno perché non starai zitto.» Kao strofinò di nuovo il volto contro il collo del ragazzo più grande che soffriva il solletico.

«Bastaaa, mi fai il solletico.» Kao rise allegramente, felice di prendere in giro Pete, e cingergli strettamente il collo, mentre Pete lo portava dentro.

«Ti lamenti sempre che non mi rado, ma anche tu non lo fai. La tua barba ispida mi fa male al collo.» Pete brontolò dopo una fragorosa risata, sembravano essersi dimenticati di Anon.

«Adesso sai come mi sento.»

«Kao, bastardo, fermatii!!» Kao ridacchiò ancora, strofinando di nuovo la faccia sul collo di Pete.

Pete stava per mettere Kao sul divano, ma, visto che Kao era stato così cattivo, lo portò di sopra e si diresse invece in camera da letto.

E ovviamente… Pete avrebbe punito quel bambino cattivo trasformandolo in un bravo ragazzo!

***************

Martedì
Facoltà di Ingegneria
Università K

«Andiamo.» dissero le amiche di Manao dopo averla accompagnata alla facoltà dove si trovava il ragazzo che le piaceva. La cosa la spaventava, non pensava che le sue amiche l’avrebbero abbandonata in quel modo.

«Cosa?! Perché ve ne andate?» Manao cercò di farle restare.

«Perché diavolo ci vuoi qui?» Una delle sue amiche sembrava annoiata.

«Ok…»

«Non sei qui per vedere la tua cotta? Perché hai bisogno di terzi incomodi come noi?!» Un’altra amica disse infastidita.

«Giusto! Non ti basta che siamo venute qui con te?» La prima amica intervenne e continuò. «Comunque… non dimenticarti di tenerci informate. Voglio sapere se la tua confessione d’amore sarà da batticuore come nel romanzo che ho letto.»

«Uff, ragazze.» Manao si sentì così timida da perdere il coraggio che aveva all’inizio, ma le sue amiche l’avevano sollecitata. Aveva sempre consultato le sue amiche per Mork. Sapevano che le piaceva Mork dal giorno in cui l’aveva aiutata con quei teppisti. Quando Manao aveva detto alle sue amiche che gli aveva portato i biscotti e lui si era offerto volontario per darle un passaggio, inoltre era rimasto a cena e andava d’accordo con suo padre, le avevano consigliato di confessargli i suoi sentimenti.

Mork doveva avere un debole per lei, altrimenti non l’avrebbe fatto.

Anche Manao non sopportava quella sensazione ambigua. Voleva sapere cosa pensava Mork di lei. Le sue amiche l’avevano persuasa finché non aveva ceduto ed era andata lì dopo che la lezione era finita. Non sapeva però se avrebbe trovato il coraggio di confessare i suoi sentimenti una volta arrivata.

Anche il contatto visivo di tre secondi con lui la rendeva così timida che doveva distogliere lo sguardo.

«Diglielo chiaro e tondo.» La sua amica suggerì «Non ci sono regole su chi dovrebbe dirlo per primo. E si è persino fatto male proteggendoti, quindi deve avere un debole per te.»

«Giusto! Se aspetti che faccia una mossa, qualcuno potrebbe portarlo via.»

«Sono d’accordo.» Diedero a Manao una pacca incoraggiante sulla spalla. Fece un respiro profondo per darsi un po’ di coraggio. Quando fece un cenno fiducioso alle sue amiche, si salutarono e andarono via.

Come dovrei iniziare?

Manao si sentiva a disagio mentre lo aspettava davanti alla facoltà, aveva gli occhi fissi sull’orologio. Aveva mandato un messaggio a Mork prima di andare lì per chiedergli quando sarebbe finita la sua lezione, ma non gli aveva detto che sarebbe andata da lui.

Non era che non avesse mai parlato con i ragazzi. Aveva amici maschi e molti ragazzi le andavano dietro, ma li trattava come amici… Mork era il primo ragazzo per cui avesse una cotta.

«Mork…» gridò Manao quando lo vide uscire da solo. La sua voce catturò la sua attenzione.

«Oh! Cosa ti porta qui?» Mork la salutò con un sorriso e le si avvicinò.

Sorrise ampiamente, il suo cuore batté forte, lei cercava di rimanere composta.

«Ho finito le lezioni prima.»

«Sei venuta qui da sola?»

«Sì.» Manao rispose e tacque, non avendo idea di come iniziare la conversazione. Andare a trovarlo senza dirglielo prima era già ovvio, ma Mork continuava a comportarsi come se non riuscisse a cogliere un indizio.

Mork era piuttosto sorpreso che fosse andata a trovarlo. Se fosse accaduto prima di quella sera, avrebbe pensato che era appena passata di lì o era andata a trovare Rain, ma dopo che le aveva dato un passaggio quel giorno, avrebbe potuto intuire cosa provava per lui.

Insieme a ciò che aveva detto Sun, Mork era sempre più convinto.

«È per questo che ti sei comportato come se ti piacesse Manao? Dovresti rifiutarla se non provi qualcosa per lei, o le farai del male.»

Le parole di Sun lo divorarono. Anche se Mork si comportava in modo freddo come se non provasse sentimenti per Sun, sapeva che i suoi sentimenti per lui erano più di quanto dovrebbe essere da un po’ di tempo ormai.

Mork non era sicuro di quando fosse successo, ma una volta che se ne era reso conto, non aveva più resistito.

Per quanto riguardava Manao…. Mork non aveva mai pensato di usarla per fare pressioni o vendicarsi di Sun. Era davvero preoccupato per lei quel giorno, temeva che Ton e suoi scagnozzi sarebbero andati da lei se fosse tornata a casa da sola.

Lui e Sun avevano già litigato, ecco perché Sun la pensava così. Mork poteva non essere un bravo ragazzo, ma non era così crudele al punto da giocare con i sentimenti di una ragazza o usarli come uno strumento di vendetta.

«Perché sei venuta qui a trovarmi?»

Mork chiese schiettamente, desiderando chiarire le cose con lei. Non voleva ferirla, ma non voleva nemmeno mantenere alte le sue speranze mentre Sun lo accusava. Inoltre, se lui non l’avesse respinta subito, i suoi sentimenti per lui sarebbero potuti diventare più profondi… Avrebbe potuto ferirla di più se avesse lasciato che le cose si trascinassero oltre.

Non voleva assolutamente ferire una ragazza innocente come lei.

«Io… ho qualcosa da dirti.»

«Ehm… sto ascoltando.» 

Manao esitò. I suoi occhi guizzano come se non volesse parlare lì, ma non sapeva come chiedere a Mork di parlare da qualche altra parte. Se gli avesse chiesto di mangiare fuori insieme, avrebbe potuto rifiutare perché non era libero o qualcosa del genere.

«Dillo e basta, Manao.»

«Beh… mi… mi piace… mi piaci!» Manao raccolse il coraggio e lo disse. Abbassò lo sguardo, incapace di incontrare i suoi occhi o di dire altro. In quel momento, Mork era silenzioso. Non era scioccato poiché lo aveva già immaginato.

«Anche tu mi piaci.» Mork cercò di scegliere attentamente le sue parole per rifiutarla in modo che Manao non si sentisse troppo ferita perché non aveva mai pensato a lei in modo romantico. «Ma… come una sorella.»

«Mork…» Alzò lo sguardo, mostrando i suoi grandi occhi pieni di delusione e tristezza. Mork le accarezza dolcemente i capelli per confortarla. Era ancora giovane. Credeva che un giorno avrebbe trovato qualcuno migliore di lui.

«Sono figlio unico, quindi a volte penso di volere un fratello. Se potessi avere una sorella, vorrei che fosse dolce come te. Possiamo essere come un fratello e una sorella?»

«Tu…hai già qualcuno che ti piace?»

«Sì.» ammise Mork, pensando che lei avrebbe potuto superare più in fretta la delusione se avesse saputo che gli piaceva qualcun altro. «Soprattutto, non mi sei mai piaciuta in quel modo. Ti ho sempre visto come una sorella.»

«Okay ho capito.»

«Non essere triste. Una ragazza carina come te avrà un bravo ragazzo che la rincorrerà.» Manao annuì, senza dire una parola. Faceva male essere rifiutati, ma Mork era stato così gentile con lei che non poteva arrabbiarsi con lui o metterlo a disagio essendo testarda, ma aveva così tante speranze quando aveva deciso di confessare i suoi sentimenti che non si era preparata a essere rifiutata.

«Oh! Manao è qui?» Rain si unì, mostrando gioia nei suoi occhi e nella sua espressione. Se avesse saputo che Manao era lì, non avrebbe perso tempo ad andare in bagno. L’avrebbe aspettata fuori non appena la lezione fosse finita.

Rain non la vedeva da un po’. Si erano solo scambiati messaggi e lui aveva pensato di trovare un’opportunità per andare a casa sua. Era fortunato ad averla vista oggi

«Tempismo perfetto.» Mork sorrise e si voltò verso il suo amico. Questo era un bene per lei. Mork credeva che Rain potesse prendersi cura di Manao e renderla più felice di quanto potesse fare lui di sicuro.

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