DARK BLUE KISS – CAPITOLO 23

Il bravo ragazzo che ti ama

«Ciao, Rain.» Manao si sforzò di sorridere e salutò Rain come se niente fosse. Mork si sentì male per lei, ma credeva che l’essere stato onesto con lei fosse stata la cosa giusta da fare. Non stava piangendo o piagnucolando, poteva ancora tenere sotto controllo le sue emozioni. Significava che non era così triste.

Presto lo avrebbe dimenticato e sarebbe stata in grado di accettare la verità.

«Non hai detto che ti saresti incontrato con i tuoi amici del liceo?» chiese Rain.

«Stavo andando, ma l’ho incontrata durante il tragitto.» rispose Mork e si voltò verso di lei. 

«Come sei arrivata qui?»

«Sono venuta qui con le mie amiche, ma se ne sono andate.»

«E adesso vai via?»

«Beh… sì.» Era stata respinta e Mork aveva già dei piani, quindi non aveva motivo di restare. Voleva anche tornare a casa per riparare il suo cuore, non era dell’umore giusto per fare qualcosa o vedere qualcuno.

«Anche Rain se ne stava andando.» Mork lanciò un’occhiata a Rain e gli fece l’occhiolino, Rain sembrava confuso perché non stava per andare via, sarebbe uscito con altri amici dell’università.

«Vero?»

«Oh… ah… sì, sì, anch’io sto per andarmene.» Vedendo il segnale di Mork, Rain finalmente capì il messaggio e iniziò subito a fare la sua parte. Aveva appena realizzato che Mork probabilmente voleva che lui e Manao tornassero a casa insieme in modo che potessero avvicinarsi.

Mork prese in giro il suo amico mentalmente dicendo che Rain era troppo lento con cose come questa. Anche un ragazzo inesperto come lui lo avrebbe capito. Se la cotta di Rain avesse fallito… Mork sarebbe stato il primo a ridere di lui.

«Vuoi venire con me? Prendiamo un taxi fino a casa tua e dopo vado al bar.»

«Ma.»

«Non pensarci troppo. Comunque faremo la stessa strada.»

«Dovresti andare con Rain. Può aiutarti se quei teppisti si fanno vedere.» disse Mork, cercando di far fare bella figura al suo amico nonostante sapesse che Ton e la sua banda erano scomparsi perché accusati di un caso di aggressione e non aveva idea in quale provincia fossero fuggiti.

«Allora… va bene.» Dato che Mork e Rain erano molto insistenti, lei non seppe come rifiutare.

«Prenditi cura di lei.» Mork diede una pacca sulla spalla a Rain e sorrise a Manao. Si diresse verso la sua moto, indossò il casco e andò via, mentre Manao lo osservava con occhi tristi.

Vedendo la sua espressione, Rain provò pena per lei. Sapeva che a Manao piaceva Mork, e il modo in cui Mork gli aveva offerto una possibilità del genere doveva deluderla e ferirla.

«Andiamo. Manao.»

«Si.» Rain e Manao uscirono insieme dall’università. Era silenziosa rispetto a come era di solito, Rain era felice quando parlava con la Manao di sempre. Era insolitamente triste quel giorno e si sentì preoccupato.

Non sapeva di cosa stessero parlando Mork e Manao.

«Ton e la sua banda ti stanno ancora molestando?» Rain iniziò una conversazione, pensando che l’avrebbe tirata su di morale.

«Mai da quel giorno. Mork ha detto che i suoi genitori hanno sporto denuncia e la polizia li ha perseguiti, ma si sono rifiutati di essere interrogati. Devono essere scappati da qualche parte.»

«Gli sta bene. Hanno fatto casino con la persona sbagliata.» Manao tacque di nuovo. Rain poteva percepire la sua profonda tristezza, chiedendosi cosa avesse detto Mork per averla resa così, infelice. Voleva frustare Mork per avergli lasciato una bomba senza alcun suggerimento,

«Devi tornare a casa presto? Dovremmo andare al cinema? C’è questo nuovo film che dicono sia esilarante.» Rain cercava ancora di tirarla su di morale. «Stavo per chiedere a Mork, ma ha già dei piani.»

«Voglio andare a casa. Non mi sento davvero bene in questo momento.» Manao disse seriamente. Face tacere Rain, non avendo idea di cosa fare.

«Ho appena detto a Mork che mi piace.» disse come se volesse sfogare la sua tristezza con qualcuno, non sapendo che le sue parole avevano ferito anche Rain, ma a lui non importava. «Ma ha detto che mi vedeva come una sorella.»

«Ti va bene?» Rain disse preoccupato. Sapeva che Mork avrebbe risposto così perché Mork gli aveva detto che vedeva Manao come una sorella. Rain sapeva anche che Mork non aveva rifiutato Manao per dargli la possibilità di avvicinarsi a lei, ma era perché Mork aveva qualcuno nel suo cuore. Quel qualcuno era il suo orgoglioso fratello.

«Non proprio.» Manao rise un po’ anche se in realtà aveva voglia di piangere. «Cosa posso fare, però? Non gli piaccio e probabilmente gli piace qualcun altro.»

«Sei arrabbiata con lui?»

«Non lo sono. Perché dovrei? Non possiamo forzare i nostri sentimenti, ma comunque…» Manao si calmò di nuovo. Capiva Mork, ma il rifiuto faceva ancora male. «Ha detto che un giorno troverò un bravo ragazzo. Com’è facile per lui dirlo.» Manao rise per nascondere la sua tristezza, sapendo che Mork stava solo cercando di confortarla.

«Credo che lui lo pensasse davvero. Solo che non hai ancora capito chi sarà.»

«Sicuramente l’ha fatto.» Rain continuò subito. «È nato due anni prima di te…»

Manao tacque, pensando a quello che aveva detto Rain. Alzò gli occhi e incontrò lo sguardo significativo sul suo viso. Quella volta non distolse lo sguardo. I suoi occhi erano pieni di emozioni profonde che le fecero battere forte il cuore. Lei non sapeva come reagire a questo.

«Uh… Sta arrivando un taxi.»

Manao distoglie l’attenzione dai suoi occhi acuti ed uscì per fermare il taxi. Rain sorrise tra sé quando vide il suo viso arrossire e la raggiunse. Si comportava come se la stesse aiutando a fermare il taxi, senza dire altro, per quel giorno andava bene così… Dopo quello, non si sarebbe tirato indietro.

Un giorno l’avrebbe costretta a guardarlo!

************

Blue Sky Cafè 

Rain arrivò al bar dopo aver lasciato Manao, ovviamente di buon umore, a differenza di Sun che sembrava distratto, depresso e stressato, anche se al bar stava andando tutto bene e avevano ogni giorno sempre più clienti.

Sun avrebbe dovuto essere felice, non scoraggiarsi ogni volta che non aveva niente da fare.

«Cosa c’è che non va? Perché quel muso lungo?» chiese Rain nonostante sapesse che l’unica cosa che faceva stressare Sun era parlare di Mork. L’ultima volta che Sun si era precipitato fuori dal bar, Mork gli aveva dato un pugno in faccia. Mork non aveva risposto ai suoi messaggi o chiamate come al solito. Col passare del tempo, Sun era diventato insopportabilmente ansioso. Rain si sentiva male per suo fratello.

Anche così… Dopo la loro lite in ospedale, Rain non era riuscito a calmare le acque tra di loro. Aveva ignorato la cosa perché non voleva che Mork si sentisse di nuovo ferito. Sarebbe stato meglio se a riparare le cose trra loro fosse stato Sun, così da apprezzare quella persona e guardare avanti.

Mork non è il giocattolo di nessuno… Sun dovrebbe sciacquarsi la bocca d’ora in poi!

«Chi sarebbe di buon umore come te?»

«Oh, sì, lo sono.» Rain era raggiante di gioia, fregandosene se Sun volesse strangolarlo per il fastidio. «Una persona innamorata è davvero euforica, a differenza di qualcuno che è stato preso a pugni in faccia.»

«Vaffanculo! Non mi stai aiutando e continui a girare il coltello nella piaga, stronzo.»

«Non posso farci niente. Il tuo ego ti ha accecato quando ho cercato di farvi andare d’accordo. Quando era gentile, l’hai criticato. Ti sei arrabbiato, ti sei preoccupato, l’hai ferito. Se fossi in lui, nemmeno io vorrei vederti. Dovresti considerarti fortunato che sia stato solo un pugno.»

«Che sollievo.» disse Sun con sarcasmo.

«Sul serio, Sun… penso che dovresti lasciarlo andare.» Rain cercò di far rassegnare Sun, ma sapeva che Sun si sarebbe sentito solo più a disagio e avrebbe comunque provato a fare qualcosa. Rain desiderava che Mork non si sentisse angosciato o ferito da suo fratello, ma se alla fine si fossero messi insieme e Sun avesse risolto la sua abitudine di essere tagliente, le cose sarebbero andate a gonfie vele per tutti.

Perché entrambi provavano sentimenti l’uno per l’altro da un po’ di tempo ormai.

«Dov’è il tuo amico, a proposito? Non lo vedo da un po’.» Sun non poté fare a meno di chiedere di Mork. Era così ansioso che non sapeva cosa fare. Mork aveva smesso di andare al bar, di rispondere ai suoi messaggi e alle sue chiamate. Quando Sun era andato a casa sua, non c’era traccia di lui lì.

Era come se Mork stesse scherzando con la sua mente e si sentisse felice di vederlo agitarsi!

«Probabilmente ha le sue cose da fare.»

«Quali cose?»

«Cosa ne so io?»

«Ti dava sempre un passaggio. Perché non si è fatto vivo ultimamente? Non risponde alle mie chiamate né ai miei messaggi. Non era a casa quando ci sono andato… Mi sta sicuramente evitando. Non ti dice qualsiasi cosa?»

«Guardati come stai qui piagnucolando. Ti dà fastidio, eh?»

«Non andare fuori tema. Rispondimi!»

«Non vuole vederti, tutto qui. Sei soddisfatto adesso?»

Spinto a rispondere, Ren lo fece in modo diretto, senza preoccuparsi di come si sarebbe sentito Sun.

«Stai cercando di iniziare a darmi su nervi?» mormorò Sun.

«Mork è un ragazzo semplice. Ti odia a morte.» Rain difese il suo amico. Mork non avrebbe mai scherzato in quel modo con i sentimenti delle persone. «E non andare a casa sua oggi.»

«Perché?! Ti ha detto di impedirmi di andarci?»

«No, non è a casa oggi. Non lo troverai anche se ci vai.»

«Dov’è?» Sun stava diventando impaziente. «Si sta incontrando con i suoi vecchi amici. Probabilmente sono andati a bere da qualche parte.»

«Ancora?!» Sun si irritò dieci volte di più, aveva paura che Mork si ubriacasse e iniziasse a litigare come faceva sempre ogni volta che si ubriacava. Sun si chiese se Mork potesse vivere senza lividi o ferite per un mese o due. Voleva chiudere un occhio, ma era troppo agitato per farlo.  

Devo fare qualcosa…

****************

Verso le 23:00
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«Ehi… la ragazza a quel tavolo ha chiesto il tuo numero.» Mike tornò dopo aver fatto un brindisi con una bella ragazza al tavolo accanto poichè si erano guardati l’un l’altro per un po’, e la sua amica aveva detto a Mike di procurarle il numero di Mork. Mork, bevendo il suo drink, finse di non sentire.

«Quale?» Nong era quello curioso «Quella con un vestito nero. Cavolo! Che schianto.»

«Che diamine! Perché non vuole il mio numero?»

«Guardati allo specchio.» Mike prese in giro il suo amico. «Allora? Che ne dici, Mork?»

«No, non voglio parlare con nessuno in questo momento.» Mork disse di no, non gliene importava niente. Lui non aveva interesse per quella ragazza, era tipico di lui. E con il suo problema con Sun, non era dell’umore giusto per parlare o iniziare una relazione con nessuno in quel momento.

Aveva già il mal di testa. Non voleva più nessuno a complicargli la vita.

«Allora la voglio per me.»

«Come vuoi, Nong… basta che voglia parlare con te.»

«Ahi! Perché devi essere così presuntuoso, stronzo!?» Nong arricciò le labbra verso Mork scherzosamente e seguì Mike dalle belle ragazze al tavolo accanto, lasciando Mork da solo al loro. Mork guardò i suoi amici e scosse la testa.

Quei ragazzi gli chiedevano sempre di uscire e poi lo lasciavano solo per avere ragazze.

Questi coglioni.

Mork pensò e bevve alcol. Ma poi… mentre posava il bicchiere per mescolare il suo drink, le sue sopracciglia si aggrottarono perché un ragazzo si era fermato davanti al suo tavolo fissandolo. Mork non sarebbe stato seccato se quel tizio non fosse stato Sun.

Come… Come diavolo è arrivato qui?!

La domanda si ripeté nella sua testa. Mork era sia sbalordito che confuso nel vedere improvvisamente comparire Sun. Non aveva detto a Rain dove stava andando, allora come poteva saperlo Sun? Mork si guardò intorno e non vide arrivare nessuno con Sun.

«Sono venuto qui da solo.» disse Sun, sapendo che Mork stava cercando i suoi amici. «Che bello. Vedo che sei ancora vivo e vegeto.»

«Devo essere angosciato o cosa?» chiese Mork, sapendo che Sun era sarcastico. Le sue parole irritarono ancora di più la persona che aveva perso il sonno agitandosi ansiosamente tutta la notte. Quella volta Sun non riusciva a smettere di pensare a Mork. Ma si scoprì che… Mork non aveva mai provato niente.

«Non mi chiedi perché sono qui?»

«Non voglio saperlo.»

«Mork!» Sun sbottò.

Sun non aveva mai pensato che Mork potesse smuovere una persona calma come lui con poche parole. La freddezza e l’indifferenza di Mork aggiungevano solo benzina al fuoco che bruciava nel suo cuore… Sun si sentì impaziente, non riusciva più a mantenere la calma.

«Dobbiamo parlare.»

«No.»

«Devi…»

Sun fece del suo meglio per mantenere la calma. Fissò Mork severamente, ma Mork continuò a ignorarlo. Mise del ghiaccio nel bicchiere e versò il liquore e l’acqua frizzante come se Sun fosse invisibile.

Sun afferrò il suo bicchiere e lo rimise giù. Quando Mork lo guardò accigliato, Sun fece un passo avanti e gli afferrò il braccio così forte come per sfogare la sua rabbia.

«Dobbiamo parlare.» ripetè Sun.

«Non ho niente di cui parlare con te.»

«DOBBIAMO PARLARE.»

Sun sottolineò ogni parola, evidenziandola. Mork non aveva paura di nessuno ed era sempre pronto a combattere ma, con gli occhi e la voce di Sun in quel momento, non potè fare a meno di cedere.

Sun tirò il braccio di Mork, conducendolo in una zona poco affollata. La musica non poteva arrivare lì ed era un posto perfetto per parlare. C’erano alcune persone in giro, ma quelle persone non prestarono loro attenzione.

«Dì quello che hai da dire.» Mork scrollò di dosso la mano di Sun e lo guardò in cagnesco.

I suoi amici avevano visto Sun trascinarlo fuori, quindi avrebbero potuto pensare che Mork avesse paura di Sun. Questo è umiliante!

«Lo stai facendo per farmi agitare, vero?»

«Cosa?! Perché dovrei farlo?»

«Se non è così, allora perché lo fai?»

«Lo faccio sempre. Cosa c’è di così strano in me che esco con i miei amici?»

«Non hai risposto alle mie chiamate né ai miei messaggi e mi hai evitato. Qual è il significato di tutto questo?»

«Non significa niente.»

«Mork! Sii ragionevole.» Sun ordinò come se fosse il suo protetto. Mork fece una smorfia, pensando irritato di non essere Rain… Non si sarebbe lasciato intimidire da Sun,

«Penso solo che non sia necessario che parliamo.» disse Mork, lanciando un’occhiataccia a Sun con fermezza.

«Anche se continuiamo a fraintenderci?»

«Capisco tutto ora.»

«No! Non lo fai.» Sun alzò la voce, perdendo la calma: «Non capisci nemmeno i tuoi stessi sentimenti… Stai scappando da loro perché hai paura che i tuoi sentimenti per me siano più profondi.»

«Sei così pieno di te stesso! Chi diavolo proverebbe qualcosa per te?»

«Tu!»

«Non provo nulla per te!»

«Invece si!»

«No!»

«Si!»

«Cazzo no!»

Mork urlò con rabbia e spinse Sun, mandandolo a sbattere contro un armadietto dei liquori. Fortunatamente per lui le bottiglie non caddero, ma… La faccia di Sun colpì l’armadietto, tagliandogli la pelle nell’area della coda del sopracciglio

«Sun!» Mork gridò scioccato quando Sun si girò verso di lui. Nonostante la luce oscura nel club, Mork riuscì a distinguere il sangue che colava dalla ferita. In quel momento, il cuore di Mork era saltato in gola.

Cosa ho fatto…? Ho appena fatto del male a Sun?!

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