DARK BLUE KISS – CAPITOLO 13

Preoccupato

«Ha mai ascoltato quello che gli ho detto?!»

Sun era arrabbiato con Mork per essersi messo in pericolo ed era preoccupato che Mork potesse risolvere il problema a modo suo. Quella volta in cui avevano parlato, gli era sembrato che Mork capisse i suoi pensieri, ma nell’ultimo periodo era diventato di nuovo irascibile. E dal momento che avevano appena litigato, Sun aveva paura che Mork tornasse a comportarsi male solo per vendicarsi di lui,

«Hai già fatto una faccia arrabbiata. Come diavolo posso dirtelo adesso?»

«Dimmelo subito, altrimenti rimprovererò sia te che il tuo amico!» Sun si accigliò. Sebbene per Rain era quotidiano litigare, diverse volte aveva paura di Sun come se Sun fosse suo padre.

Alla fine però disse tutto a suo fratello.

«Beh… ci sto provando con questa ragazza. L’altro giorno ha attirato dei teppisti e l’hanno minacciata perché desse loro il suo numero. Mork stava passando di lì e li ha allontanati, ma quei teppisti le sono andati ancora dietro. Sono andati a casa sua oggi e mi ha chiamato chiedendo aiuto, ma Mork non voleva che tu mi rimproverassi di nuovo, quindi è andato lì per aiutarla da solo.»

Sun apprezzava il sacrificio di Mork, che rischia la vita per Rain, ma non doveva occuparsi di quegli uomini da solo poiché il loro paese aveva delle leggi.

Perché non ha chiamato la polizia e detto a suo padre di affrontare questa situazione?

«Ha detto che mi avrebbe chiamato, ma… sono passati venti minuti. Ancora niente.»

Venti minuti?!

Più Sun ci pensava, più si sentiva preoccupato. Era irrequieto. Se Mork fosse stato picchiato per tutto quel tempo, non sarebbe morto o non sarebbe già diventato un fantasma che infestava la casa della ragazza?

«Resta qui. Vado ad aiutare il tuo amico.»

«Non posso venire con te?»

«Chi si occuperà del caffè se vieni anche tu?» Disse Sun, inquieto. Aveva assunto un solo cameriere, che poteva non essere in grado di gestire tutti i clienti nel periodo della serata più frenetica, quando la maggior parte delle persone usciva dal lavoro.

«Inoltre… entrambi siete irascibili. Se foste andati voi due, insieme avreste peggiorato la situazione e le cose sarebbero sfuggite di mano.» Disse Sun, serio. 

«Ma per favore, non sgridarlo.» disse Rain di nuovo a Sun poiché odiava vederli arrabbiarsi tra loro.

«Voi ragazzi siete già in cattivi rapporti. Non voglio che voi due litighiate di nuovo.»

«Va bene.» Sun promise solo per farlo parlare.

«Dov’è la casa della ragazza?»

«Nell’altro vicolo. Li vedrai se continui a guidare. Probabilmente stanno litigando.»

Sun si tuffò fuori non appena seppe dove doveva andare. Salì in macchina e partì alla velocità della luce come se fosse un pilota di auto. Era ansioso e preoccupato come un matto… Proprio come quando Mork si era precipitato a salvarlo senza preoccuparsi della sua vita quando Boy aveva portato i suoi scagnozzi per distruggere il suo caffè. Rain si chiese perché si comportassero come nemici quando si prendevano davvero cura l’uno dell’altro… Non capiva davvero il suo migliore amico e suo fratello!

Non sarà stato già picchiato a morte a quest’ora?

Sun pensò mentre guidava nel vicolo ad alta velocità. Avrebbe volato se avesse potuto. Non stava pensando di rimproverare Mork, era solo preoccupato per lui in quel momento.

Sun non aveva mai pensato che si sarebbe preoccupato per qualcuno che non fosse di famiglia.

«Accidenti!»

Imprecò ad alta voce anche se di solito era calmo e non diceva parole maleducate a meno che non si incazzasse davvero, ma quello che stava accadendo davanti a lui era ancora più che irritante.

Le braccia di Mork erano bloccate da due uomini mentre gli altri due lo prendevano a pugni. Anche guardando dall’interno dell’auto, Sun poteva vedere i lividi di Mork, le ferite vicino al sopracciglio e il sangue all’angolo della bocca.

Sun fermò la sua macchina una volta raggiunta la casa di Manao e quasi si lanciò fuori per l’impazienza. Sbatté la portiera e si precipitò verso i suoi bersagli. Tirò per le spalle gli uomini che stavano prendendo a pugni Mork, il che fu semplice poiché vennero colti alla sprovvista.

Mork usò quell’occasione per scrollarsi di dosso gli uomini che gli bloccavano le braccia.

«Ma che cazzo?!» Ton imprecò ad alta voce.

«Non sono affari tuoi!» Lo scagnozzo di Ton urlò a Sun.

«Non lo sono, ma chi fa fisicamente del male agli altri deve dormire in prigione.»

Sun cercò di reprimere la sua rabbia quando in realtà voleva picchiare quegli uomini per compensare quello che avevano fatto a Mork. Ma se avesse usato la violenza, non sarebbe stato diverso da quello che aveva detto a Mork, e il problema sarebbe stato trascinato ancora. 

Non avrebbe mai voluto sporcarsi le mani con il sangue di questi uomini.

«Tu!»

Ton stava per scagliarsi contro Sun. Sun finse di allungare una mano dietro la schiena come per estrarre una pistola. Il gesto li fermò… L’espressione di Sun incrollabile, seria, pronta a combattere, iniziava a spaventarli.

Se Sun avesse avuto una pistola, neanche loro quattro avrebbero potuto sconfiggerlo, ovviamente.

«Andiamocene per ora!»

Ton disse ai suoi tirapiedi e indicò minacciosamente la faccia di Mork prima di salire sulla sua moto e partire. Sun e Mork li guardarono finché non furono sicuri che quegli uomini non sarebbero tornati, poi si concentrarono l’uno sull’altro.

Sun guardò Mork e anche Mork guardò Sun.

Incrociarono i loro occhi involontariamente. Mork non avrebbe mai pensato che Sun lo avrebbe aiutato, ma non si aspettava che Sun fosse preoccupato per lui, e nel profondo, stava aspettando che Sun lo rimproverasse o dicesse qualcosa che avrebbe ferito i suoi sentimenti.

Nel frattempo, Mork non poteva sapere che i suoi occhi emotivi… gli occhi pieni di confusione, dolore, gioia, paura delle aspettative ed esitazione a sentirsi felici stavano sciogliendo il cuore di Sun.

Sun ingoiò tutte le parole offensive in gola. Ogni volta che rimproverava Mork, non veniva mai dall’odio, ogni volta che si arrabbiava quando Mork litigava con qualcuno, non c’erano mai sentimenti d’odio… Sun era solo preoccupato per Mork e desiderava non vederlo mai più ferito.

«Piuttosto difficile questa volta, eh…» Disse Sun con voce gentile e faccia semi seria, allungando la mano per pulire il sangue di Mork. Mork, non era abituato alla gentilezza di Sun, e allontanò la mano.

Era un rifiuto gentile, non così feroce come le volte passate.

«Come sei arrivato qui? Non dirmi che sei solo passato.»

«Rain mi ha detto che stavi combattendo, quindi sono venuto qui.»

«Per rimproverarmi?»

«Ho fatto questo?»

La domanda di Sun tranquillizzò Mork. Fissò Sun e sorrise.

«La tua capacità di sopravvivenza è piuttosto elevata.»

Mork guardò la vita di Sun, dove non c’era nessuna pistola, ne era sicuro. Era in piedi dietro Sun ma non aveva detto nulla per vedere se quegli uomini si sarebbero tirati indietro e sarebbero scappati.

«Ti ho detto che possiamo risolvere i problemi senza usare la violenza.»

«Si capitano!» Mork increspò le labbra immediatamente. 

La persona che era stata presa in giro sorrise divertita invece di arrabbiarsi.

«Ce n’erano quattro e io non sono Capitan America. Sono fortunato a non essere stato picchiato a morte.»

Mork si asciugò il sangue con il dorso della mano. All’inizio poteva gestirlo, ma non importava quanto fosse bravo, i quattro uomini lo avevano accerchiato, quindi era stato fortunato a non essere stato picchiato e lasciato morto in una pozza di sangue.

«Giusto. Che combattente.» Rispose Sun.

«Sun!»

«Non litigheremo oggi… Va bene?»

Sun disse prima che Mork iniziasse una guerra con lui. Con le sue condizioni in quel momento, Mork sarebbe dovuto andare in ospedale e non discutere con nessuno.

Prima che Mork potesse dire qualcosa, un’auto si fermò vicino a loro. Il suo suono fece sì che Manao, che era spaventata e si nascondeva in casa sua, corse ad aprire il cancello. Ricordava il rumore dell’auto di suo padre.

«Papà! Aiutami!»

Manao aveva assistito a quello che era accaduto per tutto questo tempo. Si era sentita sollevata quando Mork era arrivato, ma era andato lì da solo, quindi aveva paura che non sarebbe stato in grado di sconfiggere quegli uomini. Manao decise di chiamare suo padre e dirgli tutto, chiedendogli di correre a casa. Quando Mork era arrivato, era sia spaventata che preoccupata per lui, ma non aveva idea di come aiutarlo.

Temeva che la situazione si sarebbe aggravata se avesse chiamato la polizia senza consultare un adulto. Tutto quello che poteva fare era chiamare suo padre e dirgli di tornare a casa in fretta. Fortunatamente Sun era arrivato ad aiutare Mork, altrimenti si sarebbe sentita terribilmente in colpa. 

«Papà!»

Manao corse ad abbracciare suo padre mentre stava scendendo dalla sua macchina. Le diede un abbraccio confortante… Sun li guardava, pensando che la persona che risolverà il problema e si occuperà di questa faccenda fosse finalmente arrivata.

Il padre di Manao ringraziò Sun e Mork per aver aiutato Manao da quegli uomini e si offrì di pagare il conto dell’ospedale, ma Mork si rifiutò di accettarlo poiché non aveva bisogno di andare in ospedale. Suo padre era ancora preoccupato, quindi Mork cercò di rassicurarlo che stava bene. Anche Manao sembrava essere molto preoccupata.

Manao piangeva, ringraziando Mork e scusandosi con lui per avergli causato problemi ed essere stata incapace di aiutarlo. Mork le disse che non era affatto colpa sua.

Quello che era successo quel giorno le fece trovare Mork ancora più affascinante. Anche se cercava di spiegare che era andato lì solo perché Rain glielo aveva chiesto e che Rain voleva aiutarla ma non poteva per qualche motivo personale. Era ancora così colpita da Mork.

Sun suggerì a suo padre di sporgere denuncia nel caso in cui quei tipi fossero tornati a molestarla di nuovo. Suo padre assicurò loro che si sarebbe occupato di tutto e non avrebbe lasciato che ciò accadesse di nuovo. Sun e Mork si sentirono sollevati nell’udire quelle parole.

Dopodiché, Sun disse che avrebbe portato Mork in ospedale, anche se sapeva che Mork non ci sarebbe andato da solo, lasciò persino la moto di Mork a casa di Manao e lo costrinse a salire sulla sua macchina.

Mork si rifiutava di andare, ma Sun insisteva sul fatto che non avrebbe lasciato che Mork montasse in moto da solo. Nonostante le rassicurazioni di Mork sul fatto che stesse bene, se Sun avesse lasciato Mork andare in moto, e poi lui avesse avuto un incidente, senza dubbio sarebbe andato l’inferno. 

Il padre di Manao intervenne. Se fosse successo qualcosa a Mork, lui e Manao si sarebbero sentiti ancora più in colpa. Fu allora che Mork alla fine si arrese e salì nell’auto di Sun.

«É con me. Abbastanza incasinato, ma ancora una bocca tagliente…»

Sun disse a Rain, che doveva essere preoccupato per Mork e Manao come un matto, al telefono. Quando Mork sentì “ancora una bocca tagliente”, fissò con uno sguardo assassino Sun che sorrideva divertito come se si stesse divertendo a provocare la persona ferita.

«Lo porto in ospedale e lo accompagnerò a casa più tardi. Vai a prendere la moto del tuo amico e parcheggiala al bar. È a casa di Manao. Sta bene. Suo padre si occuperà di tutto. Smettila di preoccuparti degli altri. Fai come ti dico… Ehm… Verrò a casa dopo che il tuo amico avrà visto il dottore… Non so se ci vorrà molto… Aspetta al bar e chiudilo se non riesco a tornare in tempo.»

Stava per riattaccare dopo aver detto tutte le raccomandazioni, ma Rain continuava a dirgli di non rimproverare Mork. Sun non riusciva a capire se ridere o infastidirsi perché Rain continua a ricordarglielo come se avesse paura che Sun rimproverasse Mork ogni volta che ne avesse la possibilità

«Non rischiare la tua vita, la prossima volta.»

Sun disse a Mork dopo aver riattaccato. Sapeva che Rain lo avrebbe chiamato di nuovo per sapere come stesse Mork dopo aver fatto ciò che Sun gli aveva detto di fare. Rain sembrava davvero preoccupato dal momento che lo aveva chiamato così in fretta.

«Rain mi ha chiamato perché è così preoccupato per te. Perché non hai risposto alla sua chiamata?»

«Le ferite fanno male. Non voglio dire niente.» disse Mork stanco.

«E quello che ho detto poco fa? Non mi hai risposto.»

Mork sospirò, pensando che Sun l’avesse già dimenticato, ma Sun aveva sollevato di nuovo la questione.

«Devo prima valutare la situazione. Se quei teppisti la molestassero di nuovo, non sarebbe troppo crudele se non facessi nulla? Se fossi tu… potresti sopportarlo quando una ragazza viene molestata di fronte a te?»

«Probabilmente non oseranno scherzare di nuovo con lei, suo padre lo riferirà alla polizia, quindi devono fare qualcosa al riguardo. Non è che io sia così egoista da non volerla aiutare. Volevo solo metterti in guardia, tutto qui.» Sun cercò di spiegare con calma, sapeva però che Mork si sarebbe messo contro di lui, era testardo e aveva un carattere irascibile quando parlava. 

«Sì, sì. Non portarmi in ospedale, però. Te l’ho detto che non ci andrò.» Mork parlò mentre Sun saltò sul sedile «Non ho paura dei dottori. Ma le ferite non sono così gravi.».

«Sei stato ferito così tanto e ancora non vuoi vedere un dottore?»

«So di stare bene.»

«Labbra rotte, pelle ferita su un sopracciglio e una faccia contusa come questa?»

«Andrà meglio in un paio di giorni.»

«E i lividi interni?»

«Mi hanno preso a pugni allo stomaco un paio di volte. Per lo più miravano al mio viso. Smettila di parlare. Non voglio muovere le labbra.» Mork sospirò alla persona che continuava a farlo parlare. Non aveva risposto alla chiamata di Rain perché non voleva parlare, ma Sun aveva continuato a litigare con lui. La cosa strana era che non poteva semplicemente ascoltare Sun e rimanere in silenzio. Doveva solo rispondere.

«Dovresti dirlo a chi ti picchia, non a chi ti aiuta.»

«Testa di cazzo…» Mork borbottò, sapendo che Sun aveva ripetuto apposta quello che ha detto l’ultima volta.

«Ora siamo pari.» Sun rise. «Mi hai aiutato l’ultima volta, e io ho aiutato te questa volta.»

«Ehm.»

«Ora puoi smettere di evitarmi.»

«Non ha niente a che fare con questo.» Mork iniziò a discutere subito. Non riusciva a credere che Sun avrebbe tirato fuori l’argomento come se nulla fosse. Odiava quando poteva leggere nella sua mente e sapere cosa stava pensando in questo modo.

«Di che si tratta, allora?» Sun lanciò un’occhiata alla persona ferita, i suoi occhi erano gentili, rivolse la sua attenzione alla strada continuando a parlare con una voce profonda e melodiosa.

«Mi dispiace… se ho detto qualcosa che ha ferito i tuoi sentimenti. Volevo solo metterti in guardia, perché non voglio che tu sia impulsivo e che lasci che le tue emozioni prendano il sopravvento… Sono davvero preoccupato.»

«Smettila di usare quella voce, è fastidioso!» Disse Mork, incapace di sopportarlo perché era così vicino dal coprirsi le orecchie. In realtà non era infastidito, ma quella voce gli faceva battere il cuore e si scioglieva così tanto che non sembrava più se stesso.

«Quale voce?» Chiese Sun stordito

«La tua seconda voce.» Rispose Mork irritato.

«Quale seconda voce?» Domandò Sun con una risata.

«La voce che hai usato poco fa… la odio!» Mork si accigliò.

Vedendo l’espressione di Mork, Sun sorrise, soddisfatto della sua reazione, ma non disse nulla. Sun non voleva attaccarlo troppo, altrimenti Mork continuato ad evitarlo.

Mork rimase in silenzio per alcuni secondi quando Sun smise di parlare. Esitò un attimo prima di decidere di parlare.

«Posso restare qui… stanotte?»

Quella domanda fece sì che Sun ruotasse gli occhi verso Mork e tacque… Le parole “restare qui” gli diedero una strana sensazione. Non poté fare a meno di avere un cattivo pensiero nonostante sapesse che Mork non intendeva quello perché non erano affatto nel posto giusto per pensare a quel genere di cose!

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