EN OF LOVE: MECHANICS – INTRO

Le cose in cui crediamo e la realtà

-Mark Masa-

«Mi piace lui, non tu.»

Solo una frase che era restata sicuramente bloccata nella mia testa per molto tempo. Erano le uniche parole che mi aveva detto l’altra persona, perché voleva che il significato fosse inequivocabile. L’avevo sentito forte e chiaro, come se lo ripetesse continuamente, accidenti. Faceva così male che pensavo che sarei crollato.

«Ummm …» Non ero sicuro chi fosse, forse perché ero ubriaco o perchè pensavo che la persona accanto a me fosse Bar, il ragazzo che mi aveva appena respinto senza pietà.

«Ah, P’Bar …» gridai, prima di attaccare la mia faccia al suo collo, che puzzava di liquore, proprio come me.

Mi ero reso conto che ero ubriaco. Dopo essere stato respinto, ero lì per bere da solo. I miei amici si erano offerti di unirsi a me per accudirmi, ma volevo solo stare da solo e annegare i miei dolori nell’alcool.

«Cammina correttamente.» Era una voce feroce quella della persona accanto a me. Sorrisi dolcemente a me stesso, ero venuto lì da solo, quindi perchè me ne stavo andando con Bar?

«P’Bar … io … gulp … mi piaci davvero.» Smisi lentamente di camminare per poter parlare con la persona accanto a me, ma non sembrava nemmeno interessata. Le parole che stavo dicendo erano le stesse di quelle che gli avevo già detto.

Dopo averlo spinto verso un’auto nel parcheggio, affodai di nuovo la faccia a lato della sua gola. Rimasi sorpreso perché era alto quanto me, ma non importava, mossi ancora il naso lungo il suo collo.

«Idiota, non sono Bar.» La voce frenetica comunque non mi rese più consapevole, infatti, più sentivo il suo nome, più mi mancava quel ragazzo.

«Sii P’Bar … per me …» Guardandolo, non ero del tutto sicuro di chi fosse, ma quegli occhi che mi guardavano mi fecero mancare ancora di più P’Bar.

«Seriamente, se fossi davvero P’Bar, cosa faresti?»

«Ti voglio, non voglio che nessun altro ti abbia. Non importa quanto siano belli o quanto siano amorevoli, puoi solo appartenere a me.»

Dopo il mio discorso, spinsi le mie labbra contro le sue che erano calde, baciandole delicatamente, prima di entrare con la lingua. Fu difficile perché continuava a rifiutare, ma non mi arresi, continuai a combattere con lui per baciarlo. Più mi respingeva, più le mie emozioni crescevano forti e lo desideravo.

«Maledizione! Stupido idiota.» Mi spinse forte, facendomi cadere a terra, prima di darmi un pugno in faccia. Alzai lo sguardo sulla persona che tremava con così tanta rabbia.

«Perché non ti piaccio? Ti ucciderebbe sentire qualcosa per me?» Urlai verso di lui che era in piedi sopra di me. Imprecò con rabbia prima di avvicinarsi a me per afferrarmi per il colletto trascinandomi verso l’alto finché non ci trovammo vicini.

«Lo vuoi così tanto eh? Ok bene.»

«Uh …» Spalancai gli occhi quando le sue labbra calde incontrano le mie. Mi morsi il labbro inferiore, finché non ebbi altra scelta che aprire la bocca. I suoi occhi acuti continuarono a fissarmi e trovai difficile comprenderne il significato. Era arrabbiato? Infastidito? O mi compativa? Ma una cosa era certa …

Questi non sono gli occhi che mi piace guardare.

Non era Bar.

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