VEGAS x PETE – CAPITOLO 1

-Pete-

Cosa avrei potuto fare? Non ne avevo idea! Scossi la testa con frustrazione. La mia vita diventava ogni minuto più complicata, mi sentivo irrequieto e indifeso. La situazione a casa era già abbastanza stressante. Come potevo essere così stupido? Non ero stato abbastanza attento. Avevo sbagliato di nuovo. Accidenti!

«Cosa diavolo fai, cammini avanti e indietro?» Arm mi guardò, perplesso.

«Sono stressato!» dissi mettendomi le mani sui fianchi. Le mie sopracciglia si corrugarono e potevo sentire le vene sulle tempie pulsare. Ero stato così per molti giorni. Stavo pensando che se avessi continuato così, i vasi sanguigni del mio cervello un giorno si sarebbero rotti. 

«Per cosa sei così stressato?» Un’altra guardia del corpo si avvicinò per mettere un piatto di riso sul tavolo e mi guardò anche lei con uno sguardo strano.

«Arm!» Trascinai la sedia e mi sedetti accanto ad Arm che inarcò un sopracciglio con fare interrogativo. «Puoi seguire e spiare il signor Vegas al posto mio?» chiesi seriamente.

«Cosa? Perché io? Pete, fai così da due giorni ormai.» Arm posò la sua tazza di caffè e incrociò le braccia, voltandosi a guardarmi.

«Dannazione!» Scossi vigorosamente la testa. I due osservarono con stupore il mio comportamento incomprensibile.

Rimasero sorpresi quando improvvisamente sbattei la mano sul tavolo molto forte. Improvvisamente mi avvicinai a loro e abbassai la voce in modo che le persone intorno a noi non sentissero quello di cui stavo parlando.

«Cosa posso fare? Sembra che il signor Vegas abbia scoperto che lo sto seguendo segretamente da tutto questo tempo.» Non ero riuscito a smettere di pensarci per diversi giorni.

L’altro giorno, lo stavo seguendo come d’abitudine e lo guardavo eseguire la sua solita routine. L’avevo visto andare a casa e stavo per trovare altre informazioni, ma dannazione! 

Ero rimasto scioccato quando il signor Vegas, che all’epoca pensavo si stesse facendo una doccia a casa sua, si trovava accanto a me al minimarket dicendo cose senza senso riguardo un repellente per zanzare. 

Dovetti fingere di non essere stanco per averlo seguito tutto il giorno fino a tarda notte. Maledizione! Ma era vero che c’erano molte zanzare intorno alla casa.

«Cosa?! Cosa hai intenzione di fare al riguardo?» chiese Pol, con un’espressione stupefatta per quello che avevo detto.

«L’hai già detto al signor Kinn?» chiese Arm.

«Non oserei!» Ad essere onesti, questa volta non ero neanche riuscito a guardarlo in faccia. Ultimamente era molto lunatico a causa di sua moglie. Si infastidiva in un secondo per essere euforico quello dopo. Non potevo credere che qualcuno come Porsche avesse la capacità di tenere il signor Kinn sotto scacco.

In quei giorni, l’atmosfera nella casa era così cupa che si dovevano alzare le mani per rendere omaggio a Buddha prima ancora di poter entrare. Poteva essere d’aiuto controllare anche l’oroscopo del giorno prima di uscire. 

Non si doveva dare troppo nell’occhio per poter vivere sotto lo stesso tetto con il signor  Kinn.

«Avresti dovuto dirglielo! Se il signor Kinn verrà a saperlo più tardi, si arrabbierà.» disse Arm, terrorizzato.

«Avresti il coraggio di farlo? È vero che il signor Kinn non si arrabbia come il signor Khun, ma non è che sia tanto meglio.» I miei occhi tremolarono e sentii un brivido lungo la schiena solo nell’immaginare come avrebbe potuto reagire il nostro capo.

«Ma dovresti accorgertene. Se Vegas ti ha davvero scoperto, sarà più guardingo. Devi sbrigarti, altrimenti non troverai nessuna prova! Lo sai!» Quello che Pol disse, aveva senso.

Mi era stato ordinato di seguire il signor Vegas perché il signor Kinn sospettava che ci fosse una connessione tra i documenti mancanti e la corruzione avvenuta nell’azienda della seconda famiglia.

Il signor Kinn mi disse di avere la sensazione che potesse esserci il signor Vegas dietro a molte cose orribili. A maggior ragione visto che le due famiglie non sono mai andate d’accordo, sapeva cosa stava succedendo dietro le quinte, ma non era riuscito ad ottenere alcuna prova. Ogni giorno che passava, diventava sempre più difficile, molto probabilmente perché il potere della generazione dei padri veniva tramandato ai figli, era come una guerra di successione.

Sia Il signor Vegas che il signor Kinn avevano dovuto lottare per poter prendere il potere nelle proprie mani. Di recente erano successe delle cose strane in casa. 

In verità, avrebbero dovuto riguardare Vegas e Khun. Ma quest’ultimo, meglio lasciarlo stare. Eravamo tutti d’accordo nel migliorare lo stato della famiglia anche senza di lui.

«Voglio davvero dirglielo, lo giuro. Ma devo aspettare che il signor Kinn sia di umore più calmo.» dissi.

«Sai, c’è solo una persona che può salvarti dall’essere punito. Ti assicuro che è in grado di trasformare questo grosso problema in una cosa da nulla.» disse Arm con uno schiocco pensoso delle dita.

«Porsche.» dissi stancamente. 

I due annuirono all’unisono. Sapevo già dal primo giorno che solo Porsche avrebbe potuto aiutarmi, ma come poteva farlo se non rispondeva a nessuna delle mie chiamate? 

«Quindi verrò sgridato davvero.» dissi con impazienza. Quel bastardo era testardo. Non sapevo cosa stesse veramente provando nel suo cuore, sapevo solo che stavano litigando di sicuro. L’avevo già avvertito dei modi di flirtare del signor Kinn, e se avevo ragione, probabilmente era per quello. 

Ma chi avrebbe mai pensato che il signor Kinn potesse essere un tale idiota? In quel momento la faccenda si era fatta più pesante. C’era stato un tempo in cui entrambi erano più vivaci del fuoco; in quel momento si era estinto come se qualcuno avesse spento le luci in tutta la casa.

«Se non puoi fare nulla, allora devi solo abbassare la testa e accettare il tuo karma. Dobbiamo stare più attenti. Il signor Kinn mi ha ordinato di spiare Big. Non oserò disobbedire agli ordini in questo momento.» disse Arm, declinando la mia richiesta.

Quindi, mi rivolsi a Pol che scosse immediatamente la testa. «Sono l’unico rimasto con Khun. Se non lo accompagno e non gioco con lui, tornerà a scatenarsi»

«Argh! Sono così stressato!» Mi appoggiai allo schienale della sedia in uno stato di disperazione.

Alla fine, avrei dovuto continuare a fare il mio lavoro e stare più attento. 

Guardai l’orologio che segnava le sette. Era ora che uscissi di casa e aspettassi il signor Vegas all’ingresso del vicolo come tutti i giorni. 

Forza! Terrò la testa bassa e pagherò per il mio karma.

Guidavo una berlina, per sicurezza, cambiavo la macchina ogni giorno per non sembrare sospettoso. Era stato grazie alla ricchezza della prima famiglia la possibilità di poter cambiare macchina ogni giorno, dalla più economica alla più costosa. 

Ma solo i capi delle guardie del corpo avevano il diritto di scegliere che tipo di macchina potevano usare per la giornata.

Avevo parcheggiato la macchina davanti al vicolo che portava alla casa di Vegas. 

Quasi subito, vidi un’auto dall’aspetto familiare allontanarsi rapidamente. Seguii la macchina, ma da una distanza ragionevole. 

La routine di Vegas era sempre la stessa. Andava in un bar, uno Starbucks, prima di andare all’università. Certi giorni si fermava in un fast-food. Era come se non facesse mai colazione a casa.

Mentre camminavo, cercavo di tenere sempre d’occhio la sua figura alta. Indossavo abiti casual perché era più comodo quando dovevo camminare. 

In realtà, era stato Porsche a insegnarmi che se non volevo farmi notare, avrei dovuto smettere di indossare quella divisa sfortunata per non essere un bersaglio.

Ripensandoci adesso, aveva ragione. Quale idiota indosserebbe un abito elegante nella vita di tutti i giorni?

Prendevo appunti su un taccuino perché il signor Kinn mi aveva detto di seguire ogni suo passo, qualunque cosa io facessi. Lo stavo seguendo da una settimana ormai, e non avrei saputo dire se il comportamento di Vegas fosse sospetto o meno. 

Se non avessi saputo che era una persona cattiva nel profondo, avrei pensato che fosse una persona normale. Sembrava avere un atteggiamento ottimista, sembrava essere una persona intelligente e aveva una buona personalità.

Aveva un bel viso ed era educato, come rappresentante della seconda famiglia, anche se il signor Kinn era già abbastanza come volto di tutta la famiglia. Ma alla fine avevamo scoperto che il figlio maggiore della seconda famiglia era un pazzo.

Vegas aveva già finito di pagare quello che aveva comprato. Lo stavo guardando dall’altra parte del negozio e stavo per uscire e seguirlo.

«Oh! Mi scusi.» mi sedetti. All’inizio non avevo visto l’impiegato con in mano una tazza di caffè che mi camminava davanti.

«Latte freddo al tè hochija.» Il cameriere mi passò il bicchiere.

«Non ho ordinato questo.» rifiutai immediatamente.

«Oh, qualcuno l’ha preso per lei.»

«Chi?»

«Non lo so. Mi scusi, signore.» Prima che potessi fare altre domande, l’impiegato mi mise in mano la tazza di latte e se ne andò.

Che diamine? Era Vegas? Non di nuovo! Fanculo. 

Era seduto in un angolo un po’ lontano da me. 

Come ha potuto vedermi? Stava cercando di essere premuroso? Ovviamente no! 

Forse era la donna seduta all’altro tavolo, potrebbe essere stata affascinata dalla mia bellezza ed era per questo che l’aveva comprato per me. Quindi, guardai la donna seduta di fronte a me e lei si voltò indietro, le feci un grande sorriso come ringraziamento. 

Ma mi fermai immediatamente quando mi guardò stranamente accigliata.

«Forse no. O forse è quell’altra donna? Cazzo!» Presi la cannuccia e la inserii all’interno del bicchiere, prima di finirne quasi la metà.

Improvvisamente, capii che avrei dovuto fare di più che stare lì a bere caffè, guardando una donna in un bar che non mi stava nemmeno prestando attenzione. 

Cavolo Pete! Sei stato di nuovo stupido! 

Misi subito la giacca prima di correre dietro al signor Vegas. 

Dannazione! Come ho potuto dimenticare che devo seguire Vegas?

«Ah! Fottuto Pete, idiota!» Scossi violentemente la testa mentre mi maledicevo per l’irritazione.

L’auto di Vegas era sparita! Ma meglio, no? Se avesse seguito la sua routine quotidiana, la prossima tappa sarebbe stata l’università. Ma lungo la strada, avrebbe potuto fermarsi da qualche parte, o forse avrebbe potuto cambiare idea e non lo avrei saputo perché non ero riuscito a seguirlo!

Corsi dall’altra parte della strada verso la mia macchina il più velocemente possibile. Forse avrei potuto tenere ancora il passo con Vegas se avessi guidato velocemente. Ma poiché ero di fretta, non vidi una macchina che stava guidando verso il parco di fronte a me.

«Hey!»

Che cos’era quello?! Urlai di sorpresa quando sentii il braccio di qualcuno tenermi la vita per salvarmi dall’essere investito dall’auto in corsa. 

Probabilmente sarei stato investito se avessi fatto un altro passo avanti verso la strada. Grazie a Dio non l’avevo fatto.

«Dovresti guardarti intorno quando attraversi la strada.» disse una voce profonda dietro di me. Tolsi frettolosamente la mano intorno alla vita e subito mi girai a guardare la persona che mi aveva salvato.

«Se n’è andata via.» dissi a denti stretti.

«Dove stavi andando così di fretta? Saresti potuto morire.»

In quel momento, avrei voluto scappare da lì per gridare più forte che potevo, solo per sfogare la mia frustrazione. Al diavolo tutto! Ma lì per lì, potei solo fare un respiro profondo. 

Cercai di mantenere la calma e di agire il più normalmente possibile.

«Oh, Signor Vegas! Salve. Questa è una tale coincidenza.» Alzai le mani e mi inchinai alla persona di fronte a me con un grande sorriso sul viso. Avevo bisogno di agire in maniera composta.

«Uhm… Come mai è qui stamattina?» chiesi, schiarendomi la mente.

Aprì gli occhi e fece una smorfia che fece sembrare che anche lui fosse sorpreso di incontrarmi qui, ma Vegas non disse nulla. In mano teneva un sacchetto con quattro spiedini di maiale arrostito. Poi si allontanò, abbassandosi verso il bordo del marciapiede, tirando fuori uno dei bastoncini di maiale arrostiti, quando due cani gli si avvicinarono, scodinzolando alla velocità della luce. 

Vegas diede loro da mangiare il maiale mentre con l’altra mano accarezzava la testa dei cani.

Come faccio a scappare? Dovrei correre? Ma se corressi, sembrerei chiaramente sospettoso.

«Vedo che i cani qui sono mansueti. Sembra che gli piaccia il maiale alla griglia.» Di cosa sto parlando?! Giuro su Dio! Penso che il funzionamento del mio cervello sia diminuito, perché ultimamente dormo meno.

«Non lo so. Non sono un cane quindi non so cosa pensino. Ma se dici che ai cani piace, allora probabilmente è così.» disse Vegas, senza voltarsi a guardarmi. 

Sorrisi subito brillantemente, ma dentro di me stavo imprecando. 

Dannazione! Mi sta chiamando cane?

«Sì, immagino di sì.»

«Ma i cani sono simpatici. Un cane è sempre onesto. Come cane, obbedirai al tuo proprietario, qualunque cosa ti dica. Non penserai a te stesso, quindi lascerai che il padrone tenga il guinzaglio per trascinarti in giro in questo modo. Ma stai attento… verrai trascinato a morte.» Quando pronunciò l’ultima frase, il signor Vegas mi guardò con un sorriso malizioso sulle labbra. Ingoiai subito il groppo in gola.

Non ero stupido e capii cosa stava cercando di dire Vegas. Ero cento e mille volte più convinto in quel momento che Vegas sapesse che lo stavo pedinando in ogni momento.

«Sì, la faccenda del cane è complicata. Comunque, penso che farei meglio ad andare adesso. Ci vediamo, Signor Vegas. Arrivederci.» Feci un altro cenno con la mano a Vegas prima di voltarmi per guardare a destra e a sinistra, attraversando la strada dall’altra parte mentre mi affrettai a salire in macchina.

«Fottuto Pete! Ehi Pete, cosa hai intenzione di fare?!» Quando entrai in macchina, sbattei la fronte sul volante più e più volte per svegliarmi.

Mi sentivo così stupido. Pedinare le persone doveva essere un lavoro semplice, perché avevo dovuto commettere un errore e fare un tale casino? Era come se stessi perdendo la capacità di fare il mio lavoro. Non era appropriato per il capo guardia del corpo del figlio maggiore della prima famiglia. Anche se prima di tutto questo, avevo fatto il mio lavoro in modo efficiente. 

Sciocco Pete, così stupido!

In ogni caso, la faccenda si stava complicando. Ero stato costretto a dirlo subito al Signor Kinn. Avrei potuto essere licenziato per essere stato troppo negligente. Immagino che avrei dovuto tornare in provincia per aiutare la nonna nel suo negozio a tagliare i copertoni come una volta. 

Sembrava che non sarei stato in grado di sfuggire al mio destino. Ma prima di dirlo al signor Kinn, forse avrei dovuto chiedere aiuto a qualcuno, così la situazione poteva essere alleviata un po’.

Digitai il numero di Porsche e pregai che rispondesse alla mia chiamata ancora una volta. Sarei così grato se rispondesse anche solo una volta, quindi pregai più intensamente. 

Amen!

«Porsche! Alza il telefono!» dissi con entusiasmo. Per fortuna, mi rispose dopo l’ultimo squillo.

[Cosa c’è che non va?]

«Sono io…»

[Aspetta. Si tratta di quel bastardo, vero? Non dire nemmeno il suo nome o riattacca subito!] 

Porca Puttana! Cosa diavolo dovrei fare allora?

«Ho un favore da chiederti… Beh, uh… se dovessi parlare di lui, cosa dovrei dire invece?» 

Almeno non avevo detto il nome del signor Kinn per non irritare le orecchie di Porsche. Mi avrebbe ascoltato?

[Non voglio parlare di questo. Sto riattaccando!]

«Aspetta un minuto! Ascoltami. Riguarda il mio lavoro. Almeno ascoltami un momento. Sono davvero nei guai.» Quel bastardo era così impaziente!

[Bastar..]

«Sono preoccupato. Devi aiutarmi.» dissi, abbassando la voce per chiedere la sua compassione.

[Beh, se hai intenzione di parlare di lui, diciamo solo “Figlio di cagna”.]

«È davvero importante!»  Dannazione! Avevo due mal di testa. Uno dal mio amico, uno dal mio capo.

[Allora spiegati.]

«Ok ok.» Dannazione! Kinn, mi scusi. «Non confonderti. Per favore, vai a parlare con, uh, quel bastardo per me!» Suonava così irrispettoso, non lo so. Mi dispiaceva davvero, non era mia intenzione. La moglie del signor Kinn mi aveva chiesto di farlo.

«Presti per favore andare a parlare con… il figlio di una cagna e dirgli di cambiare la persona responsabile del mio lavoro?»

[Oh, glielo dirò io stesso. Fai come dico e lui crederà.]

«Sei sicuro? Sei sicuro al cento per cento?»

[Ah! Perché non vai a dirglielo tu stesso?]

«Per ora, il suo umore è… è instabile. O verrò punito o licenziato. Ad essere onesti, ho commesso un errore e il signor Kinn lo farà… Ciao? Ehi!»

No, no, no, no. Porsche! Non riusciva nemmeno a calmarsi e ad ascoltare di più il suo amico. Avevo solo menzionato per errore il suo nome e aveva riattaccato immediatamente senza alcuna considerazione. 

Dannazione! Pregai che Kinn avesse pietà di me. Rimasi seduto in macchina per molto tempo fino a quando alla fine dovetti riacquistare la mia sanità mentale perché avevo ancora il dovere di finire il mio lavoro. Allora sarei tornato indietro e avrei ammesso al signor Kinn il mio errore.

Ero un po’ confuso quando il signor Vegas aveva parcheggiato in un posto e poi improvvisamente si era spostato in un altro. Ma quando sono uscii dal bar, non vidi più la sua macchina. Non era poi così strano che avesse fretta. Quel giorno, la vita del signor Vegas era la stessa di tutti gli altri giorni. Andava all’università, studiava e parlava con gli amici come al solito. Aumentai la distanza tra di noi per cercare di essere più accorto. 

La sera, il signor Vegas si era diretto verso una scuola privata per andare a prendere Macau. Nei giorni in cui il signor Macao non aveva lezioni di tutoraggio, suo fratello veniva sempre a prenderlo davanti alla scuola.

Vegas sembrava tenere molto a Macau. Sembrava che amasse suo fratello. In quel momento, i due fratelli erano entrati nel centro commerciale vicino alla scuola. 

Se il signor Macau voleva qualcosa, il signor Vegas gli avrebbe comprato di tutto. Appariva come una persona normale ma quando mi aveva parlato questa mattina, c’era qualcosa di diverso in lui.

Ora ero in piedi davanti al cinema. I due fratelli sembravano aver deciso di guardare un film. Si diressero alla biglietteria, stando lì, guardando i biglietti che avevano acquistato, poi scomparendo all’interno del teatro.

Tirai un sospiro di sollievo mentre il signor Vegas e suo fratello si rilassavano dentro. Non si era ancora accorto che lo stavo seguendo di nuovo.  Avrei potuto aggirarsi lì intorno per un po’, aspettando che il film fosse finito e potrei continuare a pedinarlo finché non fosse tornato a casa. 

Quella volta, avrei trovato un posto migliore per riposare. Sarebbe bastato un pisolino di dieci minuti. Avevo bisogno di ricaricarmi, ma non potevo farlo finché non avessi finito il mio dovere per la giornata.

All’improvviso, il bastardo numero uno della mia vita chiamò al telefono e dovetti alzare gli occhi al cielo per l’irritazione. Perché quella giornata era così stancante?!

«Si Capo?»

[DOVE SEI?!] La voce urlante quasi uscì dall’altoparlante. Dovetti allontanare il telefono dall’orecchio.

«In un centro commerciale.»

[Nooo… Ignori il tuo lavoro per andare al centro commerciale, Pete? Devo dire che alla fine hai perso la testa. Aspetta e vedrai, ti taglio lo stipendio! E poi potrai mangiare solo salsa di pesce mentre guardi.]

«Aspetti, signore. Sto seguendo il signor Vegas perché me lo ha ordinato il signor Kinn. È venuto al centro commerciale, quindi ho dovuto seguirlo anche qui.» dissi, scuotendo la testa con indifferenza. Questa persona era davvero una cosa fuori dal mondo.

[Oh mi sono dimenticato. Pensavo fossi di nuovo confuso. Mi dispiace.] Perdonare cosa? Mi era stato detto di lavorare. Oh muori, muori, muori!

«Sì… Ha bisogno di qualcos’altro signore? …» Mi allontanai dal gruppo di adolescenti che stavano comprando i biglietti del cinema.

[Oh! Sei in giro per il cinema?] Il signor Khun fece un rumore. Khun doveva aver sentito i ragazzi parlare vicino a me.

«Sì.»

[Grande! Voglio mangiare i popcorn di Major. Comprami un grande secchio. Anche la serie che sto guardando finisce stasera. Prendimene un po’ così posso mangiarlo mentre guardo.]

Che diavolo, Khun?

«Ma si raffredderà quando tornerò. Può semplicemente dare ordini a Pol di venire a comprarli, invece?» dissi sinceramente. Avrebbero potuto volerci ore prima di poter tornare a casa.

[Come mai?! Sei cambiato, Pete. Devi comprarlo tu, nessun altro! Devi comprarmelo!] A volte mi chiedevo quanto dovevo essere gentile per soffrire così. Era così egoista, doveva sempre vincere, non importava quanto irragionevoli fossero i suoi ordini.

«Che gusto vuole? Ma deve anche dirmi che non si arrabbierà se dovessi tornare a casa tardi.» chiusi gli occhi e trattenni le mie emozioni. Se non fosse stato il mio capo, sarei già impazzito.

[Lo so… Prendi il formaggio. Compra il formato grande. E stasera, devi guardare l’episodio finale con me, tutto qui.] Interruppe la chiamata.

Pestai i piedi a terra per il fastidio e l’esasperazione. Immaginai che il pavimento fosse la faccia di Khun. La calpestai a lungo finché non mi sentii soddisfatto. Le persone intorno a me mi guardavano con occhi confusi, quindi dovetti prendere un respiro profondo e calmare il mio cuore.

Dannazione! Per giorni non avevo avuto quasi il tempo di dormire perché tornavo a casa alle due o anche alle tre del mattino. Poi avevo dovuto anche svegliarmi alle sette per seguire di nuovo Vegas. Quindi, ovviamente, ero irritabile e poco concentrato, soprattutto quegli ultimi giorni!

«Una porzione grande di popcorn al formaggio, per favore.» Andai al bancone e ordinai. Il mio cervello era ancora confuso e stordito, stavo solo pensando al letto nella mia stanza.

«Mi dia anche secchio di dolci in formato grande. Ecco i soldi.» Sia la voce che la mano che mi porgevano la carta di credito mi fecero trasalire nuovamente. Ero stato scoperto ancora una volta. Dovevo essere sceso dal letto con il piede sinistro stamattina. Avevo dimenticato di aprire gli occhi anche oggi? Cazzo!

«Oh, Signor Vegas, un’altra coincidenza?» Mi voltai e sorrisi. Avevo già sonno prima, ma costrinsi i miei occhi ad illuminarsi.

«Il mondo è pieno di coincidenze.» disse il signor Vegas mettendosi le mani in tasca. Aspettai di ricevere i popcorn che l’addetto stava raccogliendo.

«Questo è uno degli uomini del cugino Tankhun. Non dirmi Khun è qui da qualche parte. Maledizione!» Il signor Macau guardò a destra e a manca, con sguardo paranoico.

«No… devi essere venuto da solo, vero?» Vegas strinse gli occhi e mi guardò in un modo che potrei solo descrivere come malvagio.

«Sei venuto a vedere un film? Oggi indossi abiti casual. Normalmente, Tankhun impazzisce quando si tratta di questo. I suoi subordinati devono indossare giacca e cravatta per camminare insieme in processione.» Il signor Macau parlò del signor Tankhun con un’espressione annoiata. Sarebbe stato così in passato, ma Porsche aveva rivoluzionato l’intera famiglia. A differenza del passato, Khun ora indossava abiti casual quando andava al club per mimetizzarsi.

«Ahah.» Sorrisi seccamente. Poi mi voltai per prendere il secchio di popcorn che l’impiegato aveva consegnato.

«Che film guarderai?» mi chiese Macau senza esitare. Vegas finse di non curarsene e si voltò per prendere le bibite che avevano comprato.

«Uh… Quello. Sì, quello.» Indicai una locandina di un film a caso incollata al muro.

«Oh, è come noi. Dove sei seduto?» Capii perché Khun voleva schiaffeggiare Macau ancora e ancora. 

Dannazione! Perché continuava a chiedermi così tante cose?

«Oh…» Certo, non avrei saputo dove sedermi perché non ero venuto qui per vedere un film. Fanculo! Avrei dovuto dire che ero appena venuto a comprare i popcorn per Khun e che sarei tornato a casa subito dopo. Ma non ci avevo pensato perché il mio cervello non funzionava correttamente.

«Non hai ancora comprato un biglietto.» disse in tono pratico Vegas.

«Davvero? Oh, è vero! Tieni, prendi questo biglietto. Dovevamo guardarlo con un amico, ma non è potuto venire. Prendi questo così non và sprecato. È un peccato se te ne vai senza guardarlo.» Macao mi diede in mano il biglietto del cinema.

Le mie ginocchia iniziarono a sentirsi come se stessero per crollare. Dovevo essere sembrato un bambino povero. Perché dovevano essere gentili oggi? Possono essere gentili un’altra volta?

«Mi dispiace, posso andare a comprarlo da solo.» Gli restituii il biglietto.

«Va tutto bene! Vai avanti. Prometti solo di non dirlo Tankhun. Se non mi sbaglio, probabilmente sei il preferito di mio cugino, eheh.» 

Accidenti! Perché dovevo essere il suo preferito?! Perché, perché, perché, perché era così stupido? Perché Khun era così cattivo? Perché doveva essere ossessionato dal mangiare popcorn oggi? Fanculo a tutte quelle persone!

«Va tutto bene, davvero.»

«Avanti.» Vegas mi passò un bicchiere di soda. «Prendilo e basta. È noioso aspettare qui fuori.» Si sporse in avanti e fece una smorfia. Sembravo non avere scampo.

Aggrottai le sopracciglia e mi morsi il labbro inferiore. Le vene nel mio cervello sembravano esplodere da un momento all’altro. Alla fine cedetti  e entrai in sala con loro. Mi sedetti sul bordo della sedia e Vegas si sedette al centro con Macao dall’altra parte. Quindi ora avremmo dovuto guardare il film seduti uno accanto all’altro. Quella era stata una sorpresa troppo grande. Un nuovo livello di stalking. Non volevo immaginare se il signor Kinn ci avesse visto, quanto sarebbe rimasto scioccato. Le mie ginocchia avrebbero ceduto? Avrei pianto o qualcosa del genere? Quella situazione era troppo inaspettata!

In tutta onestà, ero così terribilmente incapace di recitare. Così dannatamente stupido. Che tipo di film stavamo guardando? Non lo sapevo nemmeno. Non avevo idea di cosa fare con le braccia e le gambe mentre ero seduto lì. 

Argh! Il film era stato proiettato in tempo? Era quasi a metà, ma mi sembrava di essere lì da dieci anni. Era troppo lungo. 

Perché il tempo scorreva così lentamente? Quindi, avevo solo cercato di distrarmi mangiando i popcorn che avevo comprato per Khun. Non avevo idea di cosa fare e non volevo guardare Vegas che era seduto accanto a me.

Datti una calmata, Pete! Cerca di concentrarti. Svuota la mente, fai qualsiasi cosa per farlo, qualunque essa sia. Che film stavi guardando, bastardo? 

Pensai che dopo tutto quello avrei raccontato quello che era successo al signor Kinn. Qualunque cosa era successa, era successa e basta. Non avrei potuto più cambiarlo. Lascerò che sia fatto secondo il karma. Sospirai.

Il film scelto Vegas e Macau non era male. Era un film sulla mafia, qualcosa che riguardava affari esteri investigativi. Anche le scene e i personaggi avevano attirato un po’ la mia attenzione; avevo mangiato i popcorn alternandoli con la soda che era stata messa tra me e Vegas.

«Perché l’eroina è così stupida?» dissi tra me e me dolcemente. Occhi puntati solo sullo

schermo.

Mi misi in bocca un altro popcorn e stavo per prendere il bicchiere di soda da bere quando sentii la mano di un’altra persona che mi teneva la mano e alzava il bicchiere per poter bere. Lo fece con un’espressione illeggibile anche se anche la mia mano teneva ancora la Soda.

«Uh, questo è suo, signor Vegas?» Provai a sottrarre la mia mano dalla presa, ma la sua mano strinse più forte, tanto che il bicchiere stava iniziando a deformarsi.

«Oh, bicchiere sbagliato.» disse Vegas, fingendosi ingenuo. Lasciò andare la Soda e la mia mano e io la rimisi al suo posto.

Che diamine?! Mi si rizzarono i peli sulle braccia. Mi venne la pelle d’oca. Lo vidi socchiudere gli occhi e un sorriso apparve all’angolo della sua bocca, potevo avvertire la sua aura selvaggia. Cercai di spostarmi un po’ a sinistra della sedia, ancora teso. Mi sentivo così spaventato che avrei quasi voluto urlare a causa di quanto fossi a disagio.

Chiusi gli occhi per sopprimere silenziosamente le mie emozioni. Ma con la stanchezza del mio corpo aggiunta all’aria fredda del teatro, le mie palpebre si appesantirono ed era stato difficile forzarle ad aprirsi contro il lampo di luce sullo schermo. Il battito di ciglia dei miei occhi iniziò a rallentare. Chiusi gli occhi per molto tempo finché non dimenticai il mio obiettivo della giornata. Alla fine, la mia coscienza era svanita e la mia vista era stata interrotta fino a quando tutto ciò che potevo vedere era nulla.

*****************

«Signore? Signore, il film è finito.»

Rabbrividii violentemente. Le luci all’interno del teatro mi avevano fatto socchiudere rapidamente gli occhi per regolare la messa a fuoco. Quando iniziai a calmarmi, mi voltai e non vidi nessuno tranne il personale che puliva la sala. Rimasi sbalordito da quello che vidi.

Mi ero addormentato! Perché Vegas e Macau non mi avevano svegliato quando il film era finito? Che diamine?! Ero imbarazzato. 

Controllai le mie cose e mi alzai dalla sedia. Fu allora che i miei occhi si imbatterono in un piccolo post-it sul mio braccio destro.

Dolci sogni 🙂‘ era scarabocchiato nel messaggio scritto a mano sulla nota. 

Presi il post-it, lo strinsi saldamente e lo gettai nel sacco della spazzatura portato da uno degli impiegati del teatro. 

Argh, Vegas! La faccia tosta di quell’uomo. Lo giuro su Dio, tutta questa famiglia è semplicemente troppo per me!

Dannazione! E ora, avevo perso di vista Vegas ancora una volta. Ma quella volta, doveva essere tornato a casa. Oh, dovevo guidare di nuovo verso casa. Non casa mia, ma la nostra nemesi.

Uscii dal cinema, fermandomi in bagno per lavarmi la faccia. Mi stropicciai gli occhi per liberarmi della sonnolenza e della stanchezza. C’erano delle occhiaie che cominciavano ad apparire sotto i miei occhi. Dormivo meno di quattro ore a notte, poi ogni giorno avevo solo mal di testa. 

Guardando il mio fisico, probabilmente avrei dovuto allenarmi di più.

Tornai alla macchina prima di prendere il telefono per controllare e mi ricordai di averlo messo in muto quando era iniziato il film. Erano passate quasi tre ore da allora.

Non appena sbloccai lo schermo, la luce balenò improvvisamente nei miei occhi e vidi le dieci file di chiamate perse da Arm. E altre cinque righe e altre cinque. Che cosa stava succedendo? Lo richiamai in fretta e furia.

«Ciao.»

[Cazzo, Pete! Pensavo fossi già morto! Dove sei?!]

«Oh, uh, sono davanti alla casa del signor Vegas?» Mentii perché avrei dovuto seguire ancora Vegas in quel momento, ma ero rimasto svenuto al cinema per troppo tempo. Ero troppo imbarazzato per dirlo a qualcuno.

[Probabilmente è abbastanza per oggi. Dovresti tornare a casa ora.] Arm disse in tono serio.

«Cosa è successo?»

[Porsche è qui. Sta portando tutte le sue cose fuori di casa!]

«Eh? Il signor Kinn è lì per fermarlo, giusto?»

[Oi, non è importante il signor Kinn. Anche se suo padre fosse venuto a fermarlo, Porsche sarebbe comunque scappato. Devi tornare presto!]

«Va bene, sto arrivando.» Riattaccai il telefono e mi diressi subito verso casa. 

Perché stava succedendo questo? Seriamente, Le vene del mio cervello stavano per scoppiare in quel momento. Ero così stanco e avevo voglia di dormire.

*************

Quando rientrai a casa, tutto sembrava tranquillo, cupo e imbarazzante. L’atmosfera non era così piacevole come prima, probabilmente perché ultimamente stavano succedendo troppe cose, sia in casa che in azienda. L’intera storia della casa si era riversata come se fosse stata una disgrazia per le persone che lavoravano qui. 

Rimasi in piedi davanti alla grande porta della stanza del signor Kinn e cercai di calmarmi per po’. Alla fine avevo sbagliato e ne avrei dovuto accettare le conseguenze. Bussai tre volte alla porta prima di aprirla.

«Sei tornato, eh?» Sentii la voce di Khun, non appena mi aveva visto entrare. 

Alzai la testa per guardare di nuovo l’ingresso della stanza. Quella era la stanza del signor Kinn, perché Khun si era presentato lì? Non solo lui, c’era il signor Kim e i suoi subordinati seduti, a faccia in giù, a fissare le file di carte posate sul pavimento.

«Quanto tempo hai intenzione di stare lì? Entra.» disse Kim, sorrisi leggermente mentre chiudevo la porta della stanza.

«È un bene che tu sia venuto qui. Aiutaci a separare questa pila di documenti. Annota tutte le entrate e le spese in questo libro.» Arm mi fece un cenno e mi spiegò cosa stava facendo in quel momento, dovevamo aiutarci a vicenda a trovare prove e cercare degli errori dall’elenco dei clienti e da tutte le entrate e le spese.

Guardai il signor Kinn e decisi che per ora non gli avrei parlato. Perché, guardando il suo viso e i suoi occhi, era troppo concentrato nel trovare informazioni, che era tagliato fuori dal mondo esterno.

«Pete, i miei popcorn!» Merda! Erano scomparsi! Me ne ero dimenticato! Avevo mangiato solo metà dei pop corn e l’altra metà me l’ero dimenticata al cinema.

«Beh, li ho dimenticati, signore.» Chinai la testa e ammisi il mio errore.

Alzai le mani e rimasi immobile, preparandomi a coprirmi le orecchie perché sapevo già che mi avrebbe urlato in faccia per quello che avevo fatto.

«Bastardo! Che coraggio da parte tua dimenticati di me! Se questo fosse un altro giorno, ti avrei ordinato di comprarne un altro adesso! Figlio di puttana! Sei cambiato! Sei cambiato da quando ti interessa solo Vegas, non ti importa più di me adesso! Eh?!» disse Khun con un’espressione irritata, ma la sua voce, sebbene suonasse anche arrabbiata, aveva un volume accettabile. Probabilmente non voleva disturbare neanche il signor Kinn.

«Signore, li vado a comprare domani. Comprerò anche due porzioni. Sarà un mio regalo, okay?» Avrei dovuto trovare un modo per sopravvivere. Lasciai che la cosa finisse il prima possibile. Ero già stanco e volevo sapere quante volte avrei dovuto gridare e affrontare questo genere di cose.

«Ok bene.» Meno male che il capo Khun non era andato troppo fuori di testa. Sembrava insensibile e anche quando prendeva le cose sul serio rimaneva ancora insensibile al riguardo. 

Diciamo solo che questo tipo di risposta era già più che sufficiente per me.

Dopo quella sciocchezza, guardai attentamente ogni documento, uno per uno, lentamente mi sono accovacciai a terra. 

Passai dalla posizione seduta a quella eretta mentre mi chinavo in avanti. Per un momento, abbassai la faccia. Le mie palpebre cominciarono a sentirsi di nuovo pesanti. Era la stessa atmosfera del cinema; il condizionatore rendeva l’ambiente freddo, la musica proveniente dal telefono di Khun era diventata come una ninna nanna per me. Mi resi conto che se fosse successo qualcosa di brutto, non me ne sarei accorto a causa della mancanza di reattività nel mio corpo. La pila di carte davanti a me era diventata un bel cuscino come supporto per la mia testa. Almeno lasciatemi riposare gli occhi per quindici minuti…

*************

«Pete, torna nella tua stanza e vai a dormire.» Una voce venne a svegliarmi.

All’improvviso sussultai e mi sedetti vigorosamente. L’avevo fatto di nuovo! Quindici minuti erano stati una totale farsa. Diedi un’occhiata all’orologio sul muro. Mi ero addormentato per quasi sei ore. Quello era stato sicuramente il mio sonno più lungo da giorni. Oh no, non avevo fatto proprio niente. Tutti cominciarono a lasciare gradualmente la stanza del signor Kinn. Khun camminò con gli occhi chiusi come un sonnambulo dritto verso la sua stanza. 

Quando tutti gli altri se ne andarono, sistemai in fretta il resto dei documenti prima di andare a riposare nella mia camera da letto.

«Pete, sei davvero stanco?» Alzai lo sguardo sul signor Kinn, stordito. Non appena vidi la sua faccia, capii che dovevo dirgli la verità su tutto quello che era successo oggi.

«Uh… un po’, signor Kinn… credo.»

«Oh, prendi questo.» disse il signor Kinn prima di passarmi una busta bianca.

«Cosa c’è, signor Kinn?» Mi sono avvicinai a lui incuriosito.

«Un compenso per il tuo duro lavoro.» Aprii la busta e mi accigliai.

«Non è troppo?» Dentro c’erano decine di migliaia di banconote.

«Prendilo e basta. Non so come altro ringraziarti.» disse Kinn con calma, ma potei vedere che i suoi occhi erano stanchi e cupi.

Sospirai dolcemente, vergognandomi di prendere tutti quei soldi. Avevo commesso errori che non riuscivo nemmeno a perdonare a me stesso. Ancora una volta, avevo aperto la bocca per parlare, ma il signor Kinn parlò per primo.

«C’è un’altra cosa con cui devo disturbarti.» disse il signor Kinn, l’espressione sul suo viso era più tesa di prima. Non avevo altra scelta che trattenere tutto ciò che avevo da dire e ascoltarlo attentamente.

«…»

«Quando va lo zio Kan al casinò?»

«Ogni sabato.»

«Quindi, tra due giorni, ho bisogno che tu ti intrufoli in casa loro. Trova i documenti mancanti, anche se sono davvero lì o no. O anche se trovi qualcosa fuori dall’ordinario. Puoi raccogliere tutte le prove.»

«Sì, signor Kinn.» riisposi rapidamente.

«Ma è molto rischioso. Ti va bene?» chiese il signor Kinn, guardandomi preoccupato. Sarei 

felice di farlo, solo così avrei potuto ripagare per l’errore che avevo fatto quando ero stato scoperto da Vegas.

«Riuscirò a farlo.»

«Um, riuscirai da solo? Voglio che le altre persone sappiano il meno possibile. Per ora, non mi fido di nessuno tranne che di te.»

«Capisco.»

«Ma se succede qualcosa di brutto, contattami il prima possibile, Pete.»

«Sì, signor Kinn…»

«O se non puoi farlo, dimmelo.»

«Posso farlo.» isposi con fermezza.

«Grazie mille, Pete. Per il momento, non devi fare nulla fino a sabato. Buon riposo. Sembri così stanco. Vai a dormire.» disse Kinn prima di andare dritto in bagno senza guardarsi Indietro.

«Capito, signor Kinn.»

Fino ad allora, non ero stato  in grado di dire al signor Kinn dell’ incidente. Ma hey! Almeno questa volta avrei potuto compensare tutto quello che era successo oggi, intrufolandomi nella casa di Vegas per trovare delle prove.

Mi aveva ricordato la scena del film che avevamo visto. Ero patetico. Accidenti!

Subscribe
Notificami
guest

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Facebook
Twitter
Pinterest



Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.