VEGAS X PETE – CAPITOLO 2

-Pete-

«Sì, giovane maestro. Aiutami.» Dopo aver dormito per un giorno intero, il mio corpo sembrava di nuovo ringiovanito. Il signor Kinn mi aveva dato il permesso di riposare e ora mancava solo un giorno alla mia preparazione per fare irruzione nella casa del clan minore per trovare le prove che desiderava.

«Assolutamente no! Perché devo venire con te?!» disse Khun scontroso. Era accigliato con il collo eretto e le braccia incrociate. Era ancora molto arrabbiato con me dopo ieri quando aveva cercato di svegliarmi. Ero mezzo addormentato e mi sentivo così assonnato, così l’avevo spinto via, il che aveva portato a quello. Ricordavo ancora molto bene gli eventi di ieri.

Inizio Flashback

«Ehi, Pete! Peteee!»

Afferrai subito il cuscino per coprirmi le orecchie. Una serie di colpi contro la porta della mia camera da letto urtava i miei nervi uditivi, facendo pulsare i vasi sanguigni nel mio cervello fino a farmi venire un sordo mal di testa. 

Ahia! Penso che dormirò per un altro paio di giorni. Devo aprire gli occhi per farmi torturare?

«Ehi, Pete! Apri!» La voce di Khun gridò attraverso la porta della mia camera.

Alla fine,mi costrinsi a sedermi. Scossi la testa con intensa frustrazione dopo essere stato disturbato durante il mio sonno. In quel momento, dormire era la cosa più importante della mia vita e non avrei permesso a nessuno di portarmelo via. Così, camminai ciondolando verso la porta e la spalancai. 

«Finalmente ti sei svegliato? È mezzogiorno. Andiamo a mangiare!» disse il giovane maestro con un ampio sorriso, ignaro di quanto fossi scontroso.

«Capo! Oggi è il mio giorno libero! Vado a dormire!» chiusi la porta in faccia a Khun con tutta la forza. Non mi importava quanto fosse scioccato o se stesse per aprire bocca e imprecare contro di me. Mi affrettai a tornare a sdraiarmi sul letto, afferrando un po’ di cotone con cui imbottirmi le orecchie e le coprii.

«Pete, figlio di puttana! Come osi farmi questo, eh?! Sei cambiato. Sei davvero cambiato!» Un grido risuonò per un momento prima di tacere mentre chiudevo gli occhi e perdevo conoscenza.

Fine Flashback

«Devi aiutarmi.» Scossi il braccio di Tankhun che mi fissava con un’espressione arrogante prima di allontanare con forza la mia mano.

«Eh, deve essere così importante. Vieni da me solo quando hai bisogno di qualcosa. Ma ti sto dicendo che le persone come me non diventeranno mai uno strumento per nessuno! Certo, sono il figlio maggiore del clan principale, ma come diavolo posso combattere con il figlio maggiore del clan minore? Davvero!» Tankhun si alzò dal divano, camminandomi intorno mentre mi guardava dalla testa ai piedi. Il suo discorso e il suo tono erano così drammatici, come se fosse in una soap opera.

«Capo, mi dispiace. Ieri avevo davvero sonno.» Sospirai per la milionesima volta. 

Per quanto tempo deve essere così la mia vita?

«Stai solo inventando delle scuse…» La figura di fronte a me mi guardò con un’espressione vendicativa, stringendo i pugni e digrignano i denti con rabbia.

«Puoi smetterla un attimo di essere presuntuoso? Dico sul serio.» mi affrettai a intervenire prima che il mio mal di testa peggiorasse.

Ero lì per chiedere aiuto a lui in modo da poter entrare facilmente nella casa di Vegas il giorno dopo ma ero seduto a negoziare con lui da dieci minuti e non avevo trovato niente di divertente nella cosa. Se davvero non fossi riuscito ad avere l’aiuto che mi serviva da lui, sarei andato da Kim a chiederlo.

«Certo, qualunque cosa! Lo fai sempre!» disse Khun con rabbia. Mi alzai dal divano e mi girai per parlare con la figura di fronte a me che era ancora in piedi e mi fissava.

«Signore, può per favore far visita a Khun Kan a casa oggi? Può portare qualsiasi documento. Voglio solo andare a controllare la CCTV all’interno della casa per vedere tutti i possibili ingressi e uscite per la mia missione di domani.» spiegai la mia vera ragione.

Avevo dovuto pianificare il più attentamente possibile l’irruzione nella casa di Vegas. Conoscevo solo l’esterno della casa e non sapevo quasi nulla dell’interno. Ero entrato quando avevo seguito Kinn, ma era passato un anno da allora e quel ragazzo sembrava non voler più mettere piede in quella casa. 

«Perché devo farlo?!» La sua voce si abbassò mentre mi guardava frustrato.

«È per il bene degli affari di famiglia. Devo catturare il colpevole, altrimenti non sarò in grado di trovare la persona dietro il problema della corruzione dell’azienda.» dissi.

«Cosa ha a che fare con me? Puoi farlo da solo.» disse Khun alzando gli occhi al cielo.

«Non pensa che dovrebbe aiutare la sua azienda? Questo è un affare della sua famiglia. Questo è un lavoro che dovrebbe sapere e dovrebbe fare.» Mi lamentai a lungo con la persona di fronte a me. Probabilmente non era più sorpreso dal momento che lo dicevo sempre quando chiedevo a Khun di fare qualcosa per l’azienda. Ma non credevo che avrebbe influenzato le sue decisioni, in nessun modo!

«Eh, mi hai sentito, Pete? Non mi interessa la mia eredità, ricordi?!» La persona di fronte a me disse con sicurezza.

Cominciai a sentirmi scoraggiato e stanco. Seriamente, quello non era normale ed era molto probabilmente la fonte dell’instabilità dell’intera famiglia. 

Questo Tankhun! Sono già stanco! Invece di essere il figlio maggiore e il vero successore, continua a comportarsi come un ragazzino molto viziato.

«Va bene, andrò dal signor Kim a chiedere aiuto. Ma se andiamo a casa, probabilmente vedrò di nuovo Macau. Hmm… Forse potrò parlargli solo per divertimento. O forse farò casino con Macau e lo rapirò o lo torturerò per ottenere un riscatto da Khun Kan. Ma, vabbè, non vuoi venire ad aiutarmi, quindi non lo farò. Ora vado.» Ovviamente non ero serio su quello che avevo detto, ma lo avevo fatto sperando che la persona di fronte a me cadesse nella mia trappola e accettasse di andare in quella casa.

«Quel bastardo di Macau! Piccolo demone! Maledetto mascalzone!» Lanciai un’occhiata al giovane maestro con un piccolo sorriso sulle labbra. Quando si trattava di Khun, era sempre Macau ad attirare la sua attenzione. Non per la tossicità, ma per la sua voglia di vincere in un modo o nell’altro.

Di recente, il giovane maestro aveva avuto mal di stomaco, quindi era andato in ospedale e aveva visto Macau studiare con un medico. Vedendo la sua dolce espressione, chiunque poteva dire quanto Macau adorasse quella persona. E che ci crediate o no, in un solo secondo le persone interessate a quel dottore raddoppiarono.

Dannazione! Mi dispiace per il dottore. Avrebbe bisogno di sbrigarsi e fare merito a nove templi per liberarsi della sua sfortuna.

«Vado a cercare il signor Kim.» Feci finta di uscire dalla stanza.

«Aspetta! Bene, diciamo che sarò in grado di iniziare ufficialmente una guerra contro Macao. Ah!» Sorrisi, soddisfatto di essere riuscito a tentare Tankhun.

«Papà! C’è qualche documento che lo zio deve firmare o che vuoi dargli?» Non appena Khun accettò la mia richiesta, si precipitò immediatamente nell’ufficio di Khun Korn.

«Chi sei e cosa hai fatto a mio figlio? O sei malato?» chiese Khun Korn con un’aria così incredula. Mai in mille anni doveva aver immaginato che suo figlio gli chiedesse del lavoro.

«Voglio stare male ma non sono proprio dell’umore ultimamente. Hai dei documenti che posso portare allo zio?» chiese Khun.

«Oh, oggi dev’essere davvero una bella giornata per me. Mio figlio è venuto a chiedermi del lavoro da solo, fantastico! Bene, allora dai questo file a tuo zio.» disse Khun Korn con un tono incredibilmente felice.

«Bene.» Khun sembrò disinteressato prima di prendere la cartella e immediatamente si voltò e uscì dalla stanza.

«Che cos’è?»

«Allora vado.» Alzai le mani per rendere omaggio a Khun Korn e seguii immediatamente Khun. Successivamente, Pol, Arm, P’Jet e io andammo dritti alla macchina e ci dirigemmo a casa di Vegas.

«Sbrigati. Devo tornare e aiutare Kinn a riordinare i documenti oggi.» Sia Arm che Pol, che erano seduti sui sedili davanti e dietro, si voltarono a sorridere a Khun con gioia. Quanto tempo poteva durare? Il lavoro che stava facendo Kinn doveva essere davvero responsabilità di Khun. Ma poi, il suono di una risata risuonò dalla sua gola. 

«Ah! Smisterò i documenti senza sosta. Non prenderò pause, poi il mio corpo si deteriorerà gradualmente e collasserò. Perché? Perché mi ammalerò. E se mi ammalo, vado dal dottore. Haha! Non vedo l’ora di vedere lo sguardo sulla faccia di Macau quando il dottor Top verrà a controllarmi. Me lo immagino già! Sarà così sconfitto. Muahahaha!» Il giovane maestro sembrava essere scivolato nel suo mondo. Sospirammo tutti all’unisono e ci guardammo sfiniti. Era meglio cambiare argomento.

«Arm, sono preoccupato per le telecamere a circuito chiuso. Credi di potermi aiutare?» chiesi al mio migliore amico. Arm era bravo in cose come la tecnologia, quanto a me, non ne avevo alcuna conoscenza.

«Prima devo vedere. Non sono sicuro di poter entrare o meno nel sistema. Se trovo un ingresso, sarà facile entrare e uscire.»

Dissi alle guardie del corpo che domani dovevo intrufolarmi in quella casa e raccogliere tutte le prove per Kinn. Volevano venire con me, ma sapevo che sarebbe stato più facile se fossi andato da solo. Inoltre, ci sarebbe stato meno spazio per gli errori e Kinn non voleva che nessuno interferisse con questo.

Arrivammo a casa di Vegas e appena scesi dalla macchina, mi guardai subito intorno. Conoscevo bene l’esterno della casa perché la osservavo da diversi giorni, ma come avevo detto, non sapevo molto dell’interno. Oggi dovevo seguire Tankhun e raccogliere dati il ​​più rapidamente possibile.

«Oh, cosa abbiamo qui?» disse Khun Kan, che stava sorseggiando un caffè e si stava dirigendo verso l’ufficio. Si voltò per vedere il giovane che camminava senza paura all’interno della casa. Lo zio rovesciò quasi il caffè e saltò quando vide entrare Tankhun.

«Papà voleva darti questo file.» Il giovane gli porse la cartella.

«Sei dovuto venire di persona? Ceniamo con i clienti la sera qui. Non dovevi portarlo tu.»

Non stavo davvero ascoltando. Gli occhi di Pol, Arm e io scansionavano periodicamente i diversi angoli della casa. Quella casa non era grande come quella del clan maggiore, ma era piuttosto lussuosa. Il numero di guardie del corpo che avevano era relativamente minore. Inoltre, la casa sembrava tranquilla e non troppo affollata.

«Sediamoci prima. Ti porto dell’acqua e qualcosa da mangiare.»

«Hmm…» Il mio capo strizzò gli occhi e si guardò intorno.

«Vegas e Macau sono andati a scuola. Non sono qui adesso.» Non appena Khun Kan finì di parlare, Khun si girò  immediatamente a guardarmi.

«Quindi oggi è davvero venerdì? Hanno scuola oggi. Stai scherzando?!» Tankhun, strinse i denti e mi sussurrò furiosamente.

«No, mi sono dimenticato.» mi scusai subito.

«Giuro… non importa, va tutto bene, zio. Farei meglio a tornare indietro. Arrivederci.» disse Tankhun, guardandomi con gli occhi spalancati prima di voltarsi per salutare Khun Kan con voce normale.

«Signore, no! Per favore, non andate ancora. Non mi sono ancora guardato molto intorno.» Mi appoggiai allo schienale e sussurrai dolcemente dietro di me.

«Assolutamente no! Mi hai mentito!» Khun si voltò per rispondere a bassa voce.

«Signor Tankhun! Prometto che spargerò chiodi sul pavimento davanti alla stanza di Macau, quindi per favore!»

«Cosa sta succedendo?» chiese Khun Kan con un’espressione confusa, probabilmente chiedendosi di cosa stessimo parlando io e il capo Khun.

«Niente…» Khun si voltò velocemente e sorrise, la sua voce tornò normale quando parlò immediatamente con Khun Kan. Improvvisamente, lo sguardo del giovane maestro colse un grande orologio da parete. Si affrettò a fare una faccia spaventata e si coprì la bocca con delicatezza. «Oh! Sono già le tre del pomeriggio… zio? Vedi, è già l’ora del tè e se non bevo mi sento molto a disagio. Ero un po’ timido a chiederlo qui a casa dello zio.» disse il giovane mentre si dirigeva verso il divano e si sedeva di nuovo.

Khun Kan lo guardò incredulo, ma chiamò comunque una cameriera perché venisse a portare a Khun una tazza di tè. In realtà, non aveva mai bevuto alcun tipo di tè pomeridiano. 

Qual’era la sua prossima idea? Avrebbe detto di voler restare anche per la colazione del giorno dopo? Era pazzesco. Che tipo di serie era questa?

«Fai bollire l’acqua fino a 90 gradi e prenderò solo camomilla.» disse il giovane maestro con un’espressione arrogante, puntando il dito come se quella fosse casa sua.

«Abbiamo solo tè oolong qui.» disse la cameriera con un’espressione cupa.

«Cosa? Perché non prendi la camomilla? C’è un problema con quello che voglio? Qual è il problema?» Tankhun alzò la voce, rivelando finalmente l’egoismo che vedevo ogni giorno in lui.

«Non abbiamo quel tipo di tè qui perché non lo bevo. Va bene se per ora ne bevi un altro tipo?» Lo zio si avvicinò e si sedette dall’altra parte.

Tankhun interpretava il ruolo di un giovane maestro viziato. Beh, non stava davvero recitando perché quello era il suo vero io. Avevo colto la cosa come un’opportunità per guardarmi costantemente intorno in casa in modo più appropriato.

«Se bevo tè che non sia camomilla, mi sentirò male, zio. Uff, è quasi passata l’ora del tè. Cosa stai facendo?» L’eccessiva recitazione di Tankhun aiutò ad allontanare l’attenzione di tutta la casa da noi.

«Oh, il mio futuro nipote starà in questa casa un giorno. Compriamo quel tipo di tè per i miei nipoti.» Khun Kan si voltò per dirlo alla cameriera dal viso pallido.

«Grazie, zio… Oh… Posso avere anche dei biscotti alle mandorle? Ma i semi di mandorle per i biscotti dovrebbero essere biologici. Solo biologici.» Ascoltavo e ridevo di nascosto. Le persone qui sembravano avere la pelle d’oca. Mangiare solo biologico, cosa pensa Tankhun di quella roba?

«Va bene, lo faremo per mio nipote. Aspetta un momento. Lo zio lo farà comprare da qualcuno per te.»

«Grazie, zio. Oh. Domani andrai a dare un’occhiata al casinò, vero, zio?»

«Sì perché?»

«Va tutto bene finora?»

«Questa è una sorpresa. Certo. Hai imparato ad aiutare tuo padre con il suo lavoro adesso?»

«Un po’. Sono il figlio maggiore, dopotutto. Le responsabilità lavorative devono ricadere su di me, eheh.» Io e Arm ci guardammo e abbiamo scuotemmo la testa stancamente.

«Sei davvero cresciuto.»

«Sì. E a che ora vai al casinò? È un po’ lontano. Quante ore ci metti per guidare da qui?» Anche se Tankhun sembrava sciocco, in realtà era molto astuto. Era solo che gli piaceva usare la sua intelligenza nel modo sbagliato.

«Tuo zio esce di casa tardi. Io arrivo lì verso le due. C’è molta gente a quell’ora.»

«Oh, allora ti stancherai. Devi prendere una macchina per arrivarci e continuare a lavorare. Devi riprendere la macchina o rimani lì durante la notte? Se devi andare avanti e indietro costantemente, allora devi prenderti cura della tua salute, zio.» Improvvisamente capii ciò che il mio capo stava cercando di fare. Con quelle informazioni, sarei stato in grado di determinare l’ora esatta per entrare e uscire di casa. Dannazione! Tankhun poteva essere davvero un grande leader se solo ci provasse.

«No, torno entro lunedì. Devo prima vedere tutto.»

«Va bene. Ti renderà meno stanco.»

«Capo, ti lascio l’ora del tè. Esco un po’.» Mi chinai per dirglielo.

«Uh, non fumare troppe sigarette. Non voglio sentire l’odore del fumo.» disse il giovane maestro, alzando la voce, sapendo quale fosse la mia vera intenzione. Probabilmente l’aveva detto per suo zio, in modo che Khun Kan non si insospettisse troppo.

«Sì, signore.»

Uscii di casa e continuai a pianificare la mia via di fuga. Anche Arm uscì con me e si intrufolò nel sistema per trovare il dominio e l’indirizzo IP. Se avesse potuto rilasciare con successo un virus per entrare nella CCTV, allora quel lavoro sarebbe stato più facile per me.

Passai molto tempo a girovagare per casa, camminando tra i corridoi. Accesi una sigaretta e finsi di essere interessato alle piante intorno alla casa. Fortunatamente, il sistema lì dentro non era rigido come quello della casa di Khun Korn. C’erano meno persone e le guardie del corpo non sembravano preoccuparsi molto dell’ambiente circostante.

Camminai attraverso il giardino sotto il balcone della camera da letto di Vegas al secondo piano. Da quello che avevo osservato per molto tempo, avevo appreso quale stanza apparteneva a lui perché di notte usciva sempre e fumava sul balcone. Non sapevo perché mi sentissi improvvisamente intontito quando guardai in alto nella stanza. Era come se ci fosse qualcosa che mi faceva sentire strano. C’era un fantasma nella stanza? Non avevo capito bene ma non mi sentivo a mio agio a riguardo.

«Ho avuto l’IP delle telecamere. Questi idioti… non c’era nessuno nella sala di controllo della CCTV. Se fossi stato io a controllarli, li avrei sgridati fino a farli piangere.» Arm si avvicinò a me, brontolando. Ero molto più felice però perché mi aveva reso ancora più facile entrare lì.

Tornai in casa e vidi Tankhun che era seduto e sorseggiava il tè, chiacchierando con Khun Kan con uno sguardo serio sul viso. Mi guardò con uno sguardo leggermente sprezzante prima di sorridere e salutare suo zio. Non appena salimmo in macchina e stavo per tornare a casa, venni subito sgridato.

«Perché sei stato via per così tanto tempo? Ho bevuto quel tè fino a quando tutta la mia faccia è diventata verde!» Il suono dell’urlo di Khun echeggiò all’interno dell’auto.

«Grazie capo.» Usai in fretta la mia compostezza e parlai con tono umile alla persona di fronte a me che era di malumore.

«Non devi parlare educatamente, Pete. Come hai potuto lasciarmi così? Ho dovuto parlare con lo zio dei nostri antenati e abbiamo parlato fino al punto in cui siamo arrivati ​​ai capostipiti. Se non fossi arrivato in quel momento, avrei dovuto invitare lo zio a fare ricerche etnografiche e poi a cercare fossili!» Il giovane maestro continuava a urlarmi nelle orecchie come se non fosse sicuro che potessi sentire ciò di cui stava balbettando.

«Non essere arrabbiato. Quello che abbiamo fatto è stato per il clan maggiore.» ribatté Arm.

«Merda! Li odio! Fermati sul ciglio della strada. Scendi e comprami una lattina di qualcosa. La mia lingua è così amara e voglio cambiare gusto.»

Serrammo tutti la bocca  per reprimere le risate sapendo che ci avrebbe fatto soffrire ancora. Avevo davvero mal di testa adesso.

Quando arrivammo ​​a casa, tutti si dispersero per fare i propri doveri. Mi ritirai nella mia stanza e mi preparai per l’operazione di domani. Gli altri, incluso Tankhun, tornarono nella stanza di Kinn e andarono ad aiutare a organizzare i documenti.

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Il mattino seguente

Sudato, uscii dalla sala fitness che era stata allestita appositamente per le guardie del corpo. I miei vestiti bagnati si erano appiccicati contro la pelle provocandomi fastidio. La mia routine quotidiana consisteva nell’esercitarmi ogni mattina per mantenermi in forma. E oggi ancor di più, avevo esagerato soprattutto per prepararmi a invadere la casa del clan minore. Entrai in casa e mi diressi al frigorifero, afferrando una bottiglia d’acqua nella speranza di dissetarmi dopo aver sudato così tanto.

«Ehilà. Non ho visto la tua faccia negli ultimi due giorni.»

Mentre alzavo la bottiglia e bevevo, una voce familiare risuonò facendo quasi sputare l’acqua dalla mia bocca. Mi voltai velocemente per guardare la nuova figura in piedi non lontano da me.

«Signor Vegas.» dissi  il suo nome dolcemente prima di chinare la testa in segno di saluto.

«Sei andato in palestra? Stai sudando.» chiese Boss Vegas in tono normale, ma il suo sguardo mi percorse dalla testa ai piedi.

«Sì… È ancora mattina presto. Che affari deve sbrigare qui, signor Vegas?» cambiai rapidamente argomento e diedi un’occhiata al documento che aveva in mano.

«Sono venuto a cercare lo zio, c’è un documento urgente da fargli firmare. E papà è via quindi ci sono io qui al suo posto…» disse Vegas senza guardarmi, ma invece mi fissò il petto intensamente.

«Oh, Khun Korn dovrebbe essere già sveglio. Ti accompagno in ufficio. Seguimi, per favore.»

Posai in fretta la bottiglia d’acqua sul tavolo e condussi Vegas nella stanza di Khun Korn. Il mio ritmo era veloce, ma Vegas mi seguì sempre più vicino finché non sentii una sensazione di formicolio alla schiena.

Bussai alla stanza di Khun Korn prima di parlare ad alta voce: «Il signor Vegas è venuto a trovarti.»

«Entra!» gridò di rimando Chan.

Aprii la porta e lasciai entrare Vegas. Mentre entrava, strinse gli occhi verso di me, rivolgendomi un piccolo sorriso prima di scomparire all’interno. La pelle d’oca mi percorse tutto il corpo per l’ultima volta. Quella persona stava diventando sempre più spaventosa di giorno in giorno. Ogni volta che era vicino, provavo un senso di oppressione.

Cancellai tutti i pensieri nella mia testa e tornai in bagno per prepararmi. Avevo giurato che non avrei commesso errori per espiare tutti i peccati che avevo commesso. Mi sedetti e pregai con il cuore che Vegas lasciasse la casa il tempo per raccogliere quante più informazioni possibili.

Indossai la mia solita uniforme nera per mimetizzarmi con le guardie del corpo del clan minore dato che avevamo gli stessi vestiti. Mentre stavo per uscire di casa, vidi improvvisamente le schiene veloci di Kinn e Vegas che si rincorrevano con fervore. Li guardai sorpreso e poi vidi che Khun e Kim che li seguivano e dietro di loro Arm e Pol.

«Cosa sta succedendo?» chiesi ad Arm che aveva un’espressione seria sul viso come se fosse successo qualcosa di brutto.

«Porsché è scomparso. Quindi dobbiamo affrettarci ad aiutarlo a trovarlo.»

«Cosa?! Come farai a trovarlo?» Rimasi scioccato dal fatto che l’amato fratello di Porsche fosse improvvisamente scomparso, e non era stato sorprendente che sia Kinn che Vegas si fossero precipitati fuori a tale velocità.

«Non lo so, ma ho portato con me il mio laptop, non preoccuparti. Quando sei pronto, mandami un segnale e taglierò il sistema CCTV da qui. Oh, un’altra cosa, sembra che Vegas verrà con noi.» disse rapidamente Arm.

«Sono preoccupato. Dovrei venire con voi prima?» Esitai, consideravo Porsche come mio fratello, quindi era importante anche per me.

«No, fai solo il tuo lavoro. Ce la faremo da soli. Chiamami, va bene?» Arm mi diede una pacca sulla spalla e in fretta andò direttamente alla macchina di Kim.

«Aspettami!» Una voce chiamò dall’interno della casa.

«Resta a casa. Torno subito!» La guardia del corpo urlò di rimando. Poi l’auto si allontanò velocemente.

Rimasi a lungo a soppesare la situazione, terribilmente preoccupato per lo stato di Porsche. Chissà come stava? Ma alla fine avevo scelto di fare il mio dovere. Almeno, mi era stato assicurato da Arm che sarebbe andata bene. Parcheggiai la mia auto vicino alla casa del clan minore nello stesso momento in cui Macau e alcune altre guardie del corpo stavano uscendo di casa. Avrebbe dovuto frequentare le sue lezioni di tutorato come al solito e sarebbe tornato a casa alle sei del pomeriggio.

Rimasi a guardare dalla macchina per un’ora finché non fui sicuro che Khun Kan e le sue guardie del corpo se ne fossero già andati. In casa erano rimaste solo poche persone. Infilai la pistola vicino alla vita prima di scendere dalla macchina e iniziai ad attraversare la recinzione del retro della casa. Chiamai Arm per segnalargli di occuparsi del sistema CCTV. Si assicurò di inserire un auricolare Bluetooth nell’orecchio in modo che potessi chiamare aiuto in tempo in caso di pericolo.

[Pete, non sono sicuro di quando i suoi uomini verranno a controllare le telecamere. Integrerò circa 15 minuti e lascerò che le telecamere funzionino di nuovo per un po’, e poi mi intrometterò di nuovo. È il massimo del tempo che posso darti.] Arm disse prima di riagganciare.

All’inizio, noi due avevamo deciso di chiamarci per tutto il tempo solo per essere sicuri, ma ora che sapevo che erano occupati, avevo deciso che avrei chiamato solo quando era importante.

Con cautela mi arrampicai sull’alto muro prima di calarmi dall’altra parte. Cercai un riparo ed entrai in casa il più agevolmente possibile. La casa era silenziosa e l’unico rumore proveniva dalle cameriere che parlavano in cucina.

Andai nell’ufficio di Khun Kan in cui ero stato il giorno prima. L’intera stanza era completamente buia, così accesi la piccola torcia che portavo con me prima di iniziare a sfogliare le cartelle e ad aprire i cassetti uno per uno. C’era una telecamera di sorveglianza nell’ufficio, quindi ogni quindici minuti dovevo trovare una copertura e nascondermi prima che Arm inviasse un nuovo segnale e continuassi a cercare.

Trovai una decina di strani documenti e tutti avevano la firma di Khun Kan e non erano affatto coinvolti direttamente con l’azienda o il clan maggiore. Presi in fretta il telefono e li registrai tutti. Il sudore iniziò a scorrere lungo il bordo del mio viso per la pressione mentre evitavo periodicamente la telecamera di sorveglianza. La stanza non era ventilata quindi avevo caldo ed ero a disagio allo stesso tempo. Mi ci volle un’ora di ricerca nel trovare solo dieci documenti. Provai a cercare di nuovo finché non pensai che potesse non esserci nient’altro nella stanza.

Così, invece, cambiai il mio obiettivo e salii per andare nell’ufficio del secondo piano che apparteneva a Vegas. Per quanto ne sapevo, Vegas aveva aiutato Khun Kan con gli affari. Dovevano esserci delle prove almeno nella sua stanza.

Aspettai che Arm hackerasse di nuovo il sistema prima di uscire lentamente e con cautela dalla stanza di Khun Kan. Usai i pilastri e i grandi vasi per coprirmi mentre passavano alcuni dipendenti. Il mio cuore batteva forte ogni volta che sentivo i passi delle persone che camminavano nelle vicinanze. Ma alla fine riuscì a intrufolarmi nell’ufficio di Vegas al secondo piano. 

L’intera stanza era completamente buia come al solito a causa delle tende nere che bloccavano l’ingresso della luce. La stanza era stata progettata con toni scuri, quindi la luce difficilmente poteva penetrare. Mi sentivo più a mio agio perché non c’erano telecamere a circuito chiuso all’interno. Era un ufficio collegato a una camera da letto come quella di Kinn nella casa del clan maggiore. Ma questo sembrava relativamente più piccolo, pulito e ordinato. Il debole profumo di Vegas prese a calci nei miei sensi. Lo sentivo molto quando lo seguivo o quando era vicino a me. Era un odore misterioso ma unico. Feci un respiro profondo e vidi uno strano lampo. Per quel motivo, per un secondo mi sentii un po’ stordito.

Mi affrettai subito e iniziai a cercare. Avevo bisogno di farlo in fretta per poter finire velocemente. Cercai i documenti sulla scrivania e nei cassetti, scattando foto ed inviandole periodicamente a Kinn. Perché mi ero affrettato a farlo? Perché pensavo che se fossi stato scoperto, i dati non sarebbero stati cancellati e sarebbero stati immediatamente inviati a Kinn. Almeno, così potevo essere sicuro che le prove fossero nelle mani di Kinn e che lo sapesse davvero.

Vidi di nuovo un’altra irregolarità con alcuni documenti d’ordine. Non aveva il nome di Khun Korn o della compagnia principale, ma aveva solo il nome di Khun Kan e della persona che l’aveva ordinato. Temevo che fossero prodotti di contrabbando e diventai sempre più sicuro che ci fosse davvero corruzione nell’azienda.

Ma come facevo a sapere se aveva preso questi prodotti dal magazzino centrale o se i loro beni li aveva confinati e venduti da solo? Rimasi in piedi e pensai a lungo su quali prove avrei potuto trovare legate a quelle persone. Improvvisamente, i miei occhi si posarono sull’iMac. Sulla scrivania c’era un computer desktop e mi resi conto che poteva contenere sia le informazioni trapelate e i dati commerciali di contrabbando. Aprii subito il computer ma poi, scossi improvvisamente la testa quando mi resi conto di aver dimenticato qualcosa.

Fanculo! Avevo bisogno della password per questo.

«Arm, hackera la password del computer per me.» chiamai in fretta Arm e glielo dissi rapidamente.

[Sei pazzo? Ci vorrà molto tempo. Sono nel magazzino adesso. Non ho nemmeno toccato il computer.] Arm disse, la sua voce indicava che era un po’ stressato.

«Quindi cosa dovrei fare?»

[Prova a indovinare la password. Signor Kinn! Si calmi!] La chiamata si interruppe immediatamente, sembrava che Arm fosse occupato.

Diedi un’occhiata alla schermata di blocco del computer. All’inizio, iniziai a inserire numeri semplici ma stupidi come 1234. Ovviamente non erano quelli! Mi morsi il labbro, le vene delle tempie pulsavano per lo stress, avevo bisogno di pensare velocemente. Doveva essere una password che lo riguardava.

Inserii la data del suo compleanno, 1996, provai anche a mettere mese e giorno, 1020. Lo ricordavo bene perché se era il compleanno di Vegas o Macau, Khun cercava sempre di trovare qualcosa di strano per sorprenderli ogni volta. Ma non era quello! Rimasi seduto e pensai a lungo finché non mi resi nemmeno più conto di quanto tempo fosse passato. Inserii il numero di targa, poi il compleanno di Macau ma non erano neanche quelli. 

Improvvisamente, pensai alle volte in cui Kinn diceva che Vegas era un cattivo così astuto e Khun diceva che sembrava uno psicopatico. Doveva essere un numero da pervertito, giusto? Proviamolo! “6969”.

«Cazzo, sì! Grazie al cielo.» esclamai con gioia a voce bassa. Quindi Vegas era davvero un pervertito, dannazione! Aprii varie cartelle e cercando trovai tutte le informazioni di una trentina di clienti informali.

Come potevo inviare quelle informazioni? Se avessi fatto l’accesso alla mia posta, sarebbe apparsa nella cronologia del dispositivo! Quindi usai lo stesso metodo di prima e feci delle foto per poi inviarle a Kinn. C’erano informazioni sulla ricerca di armi e droga. Anche le origini e le destinazioni della lista clienti erano complete! 

Premetti continuament senza nemmeno spiegare a Kinn. Erano informazioni incredibilmente importanti. Analizzai i documenti uno per uno, tutto ciò che i clienti di Vegas ordinavano apparteneva alla stessa categoria della via centrale, tranne i narcotici. E c’erano anche clienti che avevano annullato i loro contratti ma erano comunque presenti nella lista. Accidenti! Stavo avendo una giornata campale, di sicuro.

Continuai a fare clic con il mouse per aprire diversi documenti finché i miei occhi si imbatterono in una cartella chiamata solo X. Non esitai a cliccarci e rimasi un po’ sconcertato perché erano tutti videoclip.

«Che video è questo?» cliccai a caso su un video. Quando iniziò la riproduzione, spalancai gli occhi e rimasi sbalordito per un momento.

«Questi sono… Tawan e Vegas…» Merda! L’angolazione della telecamera mostrava che si trattava di un filmato segreto di Tawan e Vegas che scopavano sul letto. La mia mascella si spalancò e non riuscivo a distogliere lo sguardo. Erano loro ed erano nudi, questo figlio di puttana!

La data del video era di tre anni fa, il periodo in cui Tawan stava ancora uscendo con Kinn. E come se ciò non bastasse, gli altri video vedevano sempre Tawan e Vegas in momenti diversi. Dannazione! Quante volte era successo?

Esitai per un momento, sapevo che era qualcosa che Kinn avrebbe dovuto sapere, ma non volevo davvero interferire. Ma come aveva potuto Vegas fare questo? Era chiaramente una pugnalata alle spalle da parte sua. Non sapevo come inviare i video a Kinn, quindi iniziai ad aprire  i video e registrarli dal telefono, per poi mandarli con il solito metodo.

Aprendo un nuovo video c’era Marsh. Marsh! Merda, merda! E un alto video era con Phim… Quella cartella era piena dei partner sessuali di Kinn! Che cazzo?! Vegas doveva essere davvero uno psicopatico, proprio come aveva detto Khun. Ricordavo molto bene i volti delle persone con cui Kinn era andato a letto, e queste clip erano così chiare che potevo dire che erano davvero loro.

Non esitai e registrai tutto, inviandolo velocemente a Kinn. Perché Vegas aveva fatto questo?! Cosa voleva?! Era anche questo il motivo per cui insisteva tanto nell’avvicinare Porsche? Ma ora, più cercavo e più prove trovavo, più non sapevo se avrebbe funzionato o meno. Se trovavo informazioni o documenti, scattavo una foto e gliela mandavo. Nella mia testa, cercavo di rimanere calmo dopo aver visto quei video, finchè non mi venirono le vertigini.

«Te l’avevo detto di smetterla!» Improvvisamente, un grido dall’esterno risuonò così forte. Sussultai violentemente e chiusi in fretta il computer, provai a rimettere tutto a posto e cominciai a cercare una via di fuga.

«Big! Ho detto, basta! Te l’ho già detto, Vegas non è qui!» Quello che sentii mi lasciò sbalordito per un momento.

Che diavolo ci faceva Big qui? Ma non ebbi il tempo di pensare molto, non sarei stato in grado di uscire dalla stanza o di arrampicarmi fuori dal balcone in tempo. Volevo anche sapere cosa ci faceva qui quel bastardo. Il rumore dei passi si fece sempre più vicino, non avevo altra scelta che nascondermi in fretta e furia in un grande armadio. Cercai di chiudere la porta il più silenziosamente possibile, estrassi la pistola e con l’altra mano tenni alto il telefono mentre registravo. 

Un forte suono arrivò dall’ufficio insieme alla figura di Big che entrava con rabbia. Aprii leggermente l’anta dell’armadio e scattai una foto nitida del viso di Big.

«Lo aspetterò qui!» gridò Big a una delle guardie del corpo.

«Sai già che Vegas ti ha vietato di incontrarmi!»

«E allora? Mi lascerai da solo, eh?! Il signor Kinn diventa ogni giorno più sospettoso. E che diavolo ha fatto il signor Tawan?» disse Big furioso.

«Perché sei venuto qui? Sai che Pete ha seguito il signor Vegas ultimamente. Se ti vede entrare in casa, il signor Kinn lo saprà!» chiusi gli occhi ed elaborai le parole che aveva detto. Per tutto quel tempo,Vegas l’aveva sempre saputo.

«Non vedo l’ora! Dannazione!» disse Big con rabbia.

«Devi andartene! Non farmi usare la forza.» La discussione infuriò per un po’ finché all’improvviso, sentii una voce gridare che mi fece trattenere il respiro.

«Big! Che diavolo ci fai qui?!»

Oh Dio, sono morto! Perchè diavolo è tornato? Perché sta parlando con questo ragazzo?

«Signor Vegas! Deve aiutarmi!» Big si avvicinò immediatamente e afferrò il braccio di Vegas.

«Voi ragazzi, andatevene.» Vegas si voltò per ordinare ai tre o quattro subordinati in piedi dietro di lui. «Uscite!» Urlò ancora una volta alle sue guardie del corpo. Vegas mostrò un’espressione irritata e una traccia di esasperazione sul viso. I suoi occhi erano furiosi, come se fosse una persona diversa da quella che conoscevo.

«Signor Vegas! Penso che il signor Kinn scoprirà presto che sono stato io a inviarti tutte le informazioni.»

Santo cielo! Sussultai per lo shock quando Vegas tese la mano e prese a pugni la faccia di Big finché il sangue iniziò a gocciolargli dalla bocca.

«Signor Vegas!» Big si afferrò la mascella mentre guardava Vegas con indignazione.

«Non hai dato queste informazioni solo a me, bastardo. A chi altro le stai vendendo?!» Vegas indicò con rabbia Big.

«Di cosa stai parlando?!»

«A chi stai vendendo i segreti del clan maggiore? Non li stai vendendo solo a me! Tawan e un altro concorrente lo hanno saputo, immagino sia grazie a te!»

«…» Big rimase in silenzio per un po’, si asciugò il sangue dalla bocca prima che un sorriso sornione apparisse sulle sue labbra. «Ehi! Cosa c’è di sbagliato in questo? Vuoi vedere il clan maggiore affondare. Voglio solo i soldi, quindi cosa c’è di sbagliato in quello che sto facendo? Pensi che solo tu puoi pagare per queste informazioni?»

Big, bastardo! Figlio di puttana! Pensavo fossi cattivo, ma non sapevo che lo saresti stato così tantoo.

«Allora perché non mi hai consultato prima? Non abbiamo nemmeno iniziato l’ultima operazione quando le informazioni sono trapelate. Sono rimasto sorpreso dal fatto che i nostri concorrenti conoscessero la nostra storia dei trasporti!»

«Che tipo di persona pensi di essere in questo momento? Ho appena venduto le informazioni a una persona che comunque non farà nulla al tuo fianco. Perché la maggior parte delle entrate del clan minore proviene da prodotti di contrabbando, non è vero? L’unico che sarà colpito da questo è il clan maggiore!»

«Che idea stupida. Sai quanto può essere intelligente il piccolo Kinn, lo saprà e ti prenderà subito!»

«Ah, quindi sei furbo? In questi giorni, a parte seguire quello stronzo di Porsche sfigato, non ti vedo fare altro.»

Mossa sbagliata. Vegas colpì improvvisamente di nuovo la faccia di Big. Per un po’ guardai dall’altra parte. Accidenti! Vegas! Quello era troppo per me.

«Non conosci Porsche! Tawan è una delle persone che continua a essere ostinata nel diffondere la voce che Porsche è stato quella che ha fatto trapelare le informazioni! Non fare nulla senza pensarci prima. Aspetta e vedrai.»

«Amore, amore. Ti stai preoccupando troppo. Che c’è di così bello in quel bastardo?»

«É decisamente migliore di te!»

«Dannazione, siete tutti stupidi! Siete tutti ossessionati da quella persona. Quel bastardo è più importante dei vostri affari adesso. Bene, va bene. L’operazione per il contrabbando del nuovo lotto dal magazzino principale sarà sospesa. Presenterò la cosa ad un altro cliente. Sarà molto meglio!»

Alla fine era andato tutto come pensavo. I prodotti contrabbandati, la scheda tecnica mancante, era tutto puramente a causa di Big, quel bastardo.

«Se lo farai, non mi tratterrò!» Vegas digrignò i denti urlando in faccia a Big con rabbia.

«Allora devi fare qualcosa. Un nuovo lotto di prodotti verrà consegnato la prossima settimana. Il signor Kinn sospetta ancora di me. Come farò a gestire tutto per te?!»

«Sei avido, fai trapelare le informazioni senza esitazione! Poi mandi le informazioni a un pazzo come Tawan. Non posso credere che tu abbia fatto una cosa del genere. Sei un disastro!»

«Devi trovare un modo! Aiutami!»

«Stupido idiota! Ho commesso un errore con l’operazione. Non riuscirò a separare Porsche da Kinn.»

«Hmm… penso che tu sia molto meglio di me. Elabora un piano per catturarlo e legarlo al tuo letto. So che puoi farlo.»

Questi due facevano sul serio? Oh, Porsche! Non potevo sopportare di ascoltare tutto quello che dicevano. Volevo prendere la mia pistola e spararmi alla testa. Perché avevo dovuto scoprire tutte quelle cose da solo?

«Big, bastardo!» Vegas strinse il pugno per colpire di nuovo Big, ma questa volta, Big riuscì ad afferrare rapidamente il polso di Vegas e trattenerlo.

«Tu e Khun Kan dovete aiutarmi. Altrimenti saremo tutti morti!» Big gli urlò in faccia prima di voltarsi e uscire immediatamente dalla stanza.

«Cazzo!» Vegas lanciò via tutte le cose che erano sul tavolo e le sparse sul pavimento.

Interruppi frettolosamente il video e lo inviai rapidamente a Kinn. Fanculo! Alla mia batteria era rimasto solo l’1%. Non morire ancora! Di nascosto guardavo l’espressione apatica Vegas e lo schermo del mio telefono.

Non appena il video venne inviato a Kinn, il mio telefono si spense improvvisamente. Ero grato che il file fosse stato inviato, ma non avrei potuto digitare un’altra frase per chiedere l’aiuto di Kinn. Non avevo idea di quando Vegas avrebbe lasciato la stanza e quanto tempo sarei dovuto restare lì. 

Dannazione! Perché devo essere così sfortunato?!

Fissai Vegas che stava lanciando oggetti senza trattenersi finché la sua mano non stava per toccare il computer e farlo cadere nell’ignoranza. Ma Vegas smise improvvisamente di muoversi ed io iniziai a sentirmi nervoso. Il mio respiro cominciò a bloccarsi ed il mio cuore a tremare. Rimisi il telefono nella tasca dei pantaloni prima di afferrare saldamente la pistola con entrambe le mani.

Sbirciai dalla piccola fessura dell’armadio, Vegas si fermò e mise la mano sul retro del computer. Deglutii nervosamente prima di mordermi il labbro in modo stressato. Perché improvvisamente si era calmato? Vegas iniziò a girare lentamente intorno alla stanza prima di aprire la porta per chiamare due dei suoi subordinati.

«Rimettete tutto in ordine.» ordinò Vegas.

Raccolsero lentamente le cose dal pavimento e le rimisero a posto. Iniziai a concentrarmi sul mio respiro e ad essere il più vigile possibile. Continuò a esplorare la stanza, una mano scivolò delicatamente nella tasca dei pantaloni. Camminò ancora e ancora e ancora nella sua stanza.

E quello che mi fece sobbalzare fu quando si fermò davanti all’armadio e guardò con aria assente. Tenni la pistola in mano e trattenni il respiro per paura che potesse sentire i suoni del mio corpo.

«Eh…»

L’anta dell’armadio si aprì ma avevo già deciso, puntai rapidamente la canna della pistola verso la persona di fronte a me. Vegas stava lì, sorridendo in modo agghiacciante e impassibile. Io e lui ci stavamo guardando in cagnesco, stavo per premere il grilletto quando la mano di Vegas schiaffeggiò rapidamente la mia pistola. Le voci delle altre guardie del corpo risuonarono e all’improvviso ne seguì il caos.

«Perfetto.» Vegas contrasse le labbra in un sogghigno beffardo. Non sapevo cosa mi sarebbe successo dopo, ma pregai intensamente nella speranza di sopravvivere per rivedere mia nonna.

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