KINNPORSCHE – CAPITOLO 32

Svelare

«Hei! C’è qualcuno là fuori!? Puoi darmi del cibo per favore? Ho fame!» Il ragazzo della scuola superiore urlò verso la porta mentre vagava con gli occhi per la stanza in cui si trovava. Era un posto vecchio, con un odore muschiato e di muffa che indugiava nel suo naso ed in ogni angolo dell’ambiente.

Ieri, mentre rientrava tranquillamente da una lunga giornata di scuola, Porsché venne rapito da un gruppo di uomini in abito scuro ed venne trascinato con la forza su di un furgone ignoto. Tutto era stato così improvviso e, prima che se ne rendesse conto, era già in una stanza sconosciuta. Era ormai passato un giorno, e Porsché ancora non sapeva chi e quale fosse il motivo per il quale era stato rapito. Era così ansioso e non aveva altra scelta che continuare a camminare all’interno dello spazio ristretto.

Era già mezzogiorno quando Porsché decise di sedersi e riposarsi da una giornata di camminata random. Era stata una fortuna che le sue braccia e le sue gambe non fossero legate insieme, a differenza di quando era avvenuto all’interno dell’auto, perché sarebbe stato molto faticoso liberarsene. I vestiti del ragazzo erano però in disordine, a causa del rapimento, ma poi di nuovo, era stato ancora rinchiuso. Porsché non era del tutto nuovo nel combattimento e nell’autodifesa, ma non era nemmeno così stupido da prendere così tante persone con una sola mano.

‘Chi diavolo mi ha fatto questo? Perché mi trovo improvvisamente in questa situazione? Cosa diavolo vogliono da me?’

Un sacco di domande gli passarono per la testa mentre sedeva in silenzio in un angolo. La stanza era vuota, non un mobile e nemmeno del cibo a tenerlo occupato e il silenzio era così assordante che l’unica cosa che poteva fare era abbracciarsi le ginocchia e appoggiarsi con la schiena al muro.

Porsché sospirò, probabilmente era già il suo centesimo sospiro per quel giorno. Poteva solo sperare che suo fratello maggiore o Kim si accorgessero della sua assenza e venissero a cercarlo.

Ci fu un momento di silenzio nella sua testa quando improvvisamente il rumore della porta che si apriva lo fece uscire dalla trance. Porsché si alzò immediatamente e guardò speranzoso la persona che entrava, ma quando si rese conto che non era quello che sperava, tutto intorno a lui crollò.

«Khun Tawan.»

Una voce baritonale echeggiò nella stanza, chiamando l’uomo arrogante che era appena entrato e probabilmente il loro padrone.

«Cosa diavolo vuoi da me!?» Porsché ringhiò contro l’uomo davanti a lui.

«Calmati ragazzo. Non ti farò ancora del male.»

L’uomo alto con un fisico aggraziato e abiti di classe mise a tacere dalla sua protesta. L’aura del ragazzo era diversa da quella degli uomini che lo avevano preso, dandogli la sensazione che quel ragazzo probabilmente fosse quello che aveva ordinato di rapirlo.

«Chi sei e cosa vuoi?!» Porsché strinse i denti per la rabbia.

«Davvero non hai idea di chi sono?» Tawan ridacchiò, scrutando Porsché dalla testa ai piedi.

«Come faccio a saperlo? Sei pazzo o qualcosa del genere?» rispose seccato Porsché. Se solo avesse potuto prendere quelle persone una per una, quel ragazzo davanti a lui sarebbe stato il primo a cadere. Sembrava essere un bersaglio facile.

«Chi sei? E cosa diavolo vuoi da me? Se mi stai rapendo con in mente un riscatto, lascia perdere. Non ho niente da offrirti!»

Il motivo poteva essere superficiale, ma Porsché aveva pensato solo al peggior caso possibile. Non era ricco o altro, quindi non aveva davvero idea del perché quelle persone lo avessero rapito.

«Sembri esattamente tuo fratello maggiore eh? Ma sei molto più carino.» Tawan avvicinò il viso a Porsché e strizzò gli occhi per vedere meglio. Il ragazzo di fronte a lui era di bell’aspetto, e se non avesse fatto un controllo sui precedenti di Porsché, non avrebbe saputo che quel ragazzo era solo un semplice cittadino.

«E’ a causa di Kim? Ci vuoi separare!?» Porsché concepì questa sua idea, facendo inarcare le sopracciglia all’uomo di fronte a lui.

«Kim? Aspetta… non ditemi che state cercando di provarci con entrambi i fratelli Terrapanyakun? Hahaha! Oh Dio, non posso crederci. Voi fratelli avete davvero grandi speranze, eh? Ci provate con entrambi i figli della più potente mafia in Thailandia!»

«Eh? Che diavolo vuoi? Non capisco cosa stai cercando di dire ma puoi almeno darmi un po’ di cibo? Ho fame!» Porsché ignorò ciò che Tawan aveva detto di lui e di suo fratello perché era troppo pigro per chiedere e troppo affamato anche solo per pensare. Aveva pensato che fosse inutile parlargli perché il bastardo sembrava troppo stupido. Inoltre, credeva che suo fratello lo avrebbe trovato.

«Non hai nemmeno paura di morire?» chiese Tawan sorpreso.

«Dovrei chiederti la stessa cosa. Ragazzi, non avete paura di morire? Perché se mio fratello scopre che sono scomparso, siete decisamente finiti!» Porschè dichiarò con sicurezza.

«Sì sì! Mio fratello è così, mio ​​fratello è cosà! Non sei stanco di dire ‘mio fratello’ tutto il tempo?» disse Tawan in tono beffardo.

«Certo che no! Seriamente, però, hai problemi con mio fratello? Probabilmente è stato questo il motivo per cui mi hai rapito.» Porsché affrontò Tawan e incrociò le braccia sul petto. Più lo scrutava dalla testa ai piedi e più lo trovava disgustoso.

 «Non ce l’ho, davvero. Ma se continua a infastidire me e il mio ragazzo, lo capirà sicuramente.» Tawan si avvicinò al viso di Chè.

«Il tuo ragazzo? Ooooh. Sei l’ex ragazzo di Kinn eh? Ho capito perfettamente adesso. Deve aver fatto molto male essere ignorato da lui, quindi adesso stai scherzando con mio fratello?» disse Porsché sornione. Era consapevole di ciò che stava accadendo tra Kinn e suo fratello maggiore, e Porsché aveva anche sentito che l’ex di Kinn era tornato, probabilmente per riparare la loro relazione interrotta, ma era stato deliberatamente rifiutato. Non era completamente all’oscuro degli affati di suo fratello, ma non si aspettava che sarebbe stato in grado di incontrare Tawan di persona.

Incapace di controllare la sua collera, Tawan camminò verso Porsché, afferrò il ragazzo per le guance e lo pizzicò con violenza.

«Piccolo marmocchio!»

«F-fa male! Lasciami andare!!» Porsché spostò velocemente il viso e fissò lo psicopatico. «Sei un bambino in età prescolare o qualcosa del genere? Perché fai questi giochetti infantili?»

«Hai davvero una boccaccia, eh ragazzo? E se lo fossi? Hah!? Cosa hai intenzione di fare al riguardo!?» Tawan spinse Porsché finché la sua schiena non colpì con forza il muro.

«Pensi che questo mi spaventi? Sei solo insicuro. Perché qualunque cosa tu faccia, mio ​​fratello sarà sempre davanti a te. È persino migliore di te perché Kinn non lo inseguirebbe in giro così se non lo fosse!» Porsché iniziò a divertirsi a infastidire la persona che aveva di fronte. Le reazioni di Tawan erano così ovvie, e aveva quasi fatto ridere Porsché internamente. Il bastardo era così divertente che Porsché non poteva nemmeno immaginare che Tawan fosse il cattivo della storia. Non sembrava nemmeno qualcuno in grado di uccidere uno scarafaggio.

«Cosa hai detto!? Kinn mi ama, moccioso! Io odio te e la tua stupida bocca!» Tawan si avvicinò a Porsché e lo spinse di nuovo ma la figura del giovane non sembrava scossa.

«Haha! Hahahaa! Kinn? Ti ama? Come può anche lontanamente amare qualcuno come te? Sembri un pazzo che implora disperatamente di essere amato. Ecco perché Kinn ama di più mio fratello!»

Dopo quell’affermazione la mano di Tawan si posò sul viso di Porsché, facendo barcollare quest’ultimo al suo fianco.

«Cosa hai detto? Kinn ama chi!? Non ama tuo fratello! MI AMA, L’HAI SENTITO!? MI AMA!!!» disse Tawan ripetutamente, mentre le sue mani schiaffeggiarono il viso di Porsché ancora e ancora.

«K-kh! L-Lasciami andare!» Porsché cercò di bloccare le mani di Tawan, ma quest’ultimo sembrava aver perso il senno, sbattendo Porsché al muro ad ogni colpo.

«Khun Tawan è abbastanza! Lo ucciderai!»

Un gruppo di uomini di Tawan si precipitò a fermarlo allontanando il suo corpo da Porsché, che era già accasciato a terra.

«Fa male, pazzo! Lascerò che mio fratello ti faccia causa di sicuro!» Porsché fece un respiro profondo e strizzò gli occhi furiosamente verso Tawan.

«Che mi faccia causa! DOVREBBE PROPRIO FARMELA! Perché mi piacerebbe vedere l’espressione sulla faccia di Porsche quando saprà che il suo unico e solo fratello minore è stato oggetto delle attenzione da parte di un gruppo di uomini fino a quando non è rimasta più alcuna dignità in lui.» Tawan liberò il braccio dalla presa dei suoi uomini e si accucciò per guardare dritto in faccia Porsché.

«Cosa hai intenzione di fare con me? Mi spaventi con le tue minacce a buon mercato come prima? Stai solo parlando!» disse Porsché, raccogliendo tutto il suo coraggio anche se era un po’ terrorizzato dalla dichiarazione di Tawan. Sapeva che questa persona non lo avrebbe ucciso e lo avrebbe usato solo per contrattare con suo fratello. Ma non era del tutto sicuro di cosa potesse fare quel bastardo.

«Ancora ti comporti in modo arrogante, eh? Vediamo se riuscirai ancora ad aprire quella bocca quando sarai troppo occupato a gemere! Tuo fratello non solo ha ferito i miei sentimenti, ma anche il mio orgoglio, e io farò lo stesso con piacere per lui. E tu sarai quello che ne soffrirà! Chiamali!» Tawan fece un segnale ai suoi uomini e immediatamente entrò un gruppo di quasi dieci adolescenti.

«Oh P’Tawan, conosci davvero i nostri gusti. Questo è un ragazzino altolocato in pantaloni blu.» Dopo che il ragazzo smise di parlare, Porsché si alzò in fretta da terra. I suoi occhi cominciarono a brillare e iniziarono a lampeggiare di paura.

«Cosa vuoi farmi!?» Porsché si agitò, facendo del suo meglio per trovare una via di fuga, ma era impossibile. Il numero di persone intorno a lui era così alto che non riusciva nemmeno a vedere l’uscita.

«Hmmm. Che ne dici di trovare un marito per te ragazzo? Sarà fantastico sentire quella bocca orgogliosa implorare. Hahahaha!»

«Lasciami andare!» Porsché gridò più forte che poteva e cercò di ingaggiare un combattimento ma erano molto più forti da gestire per lui.

«Carne fresca!» disse uno di loro con lussuria, mentre gli occhi scorrevano lungo tutto il suo corpo.

«Lasciatemi… kh!… bastardi!!» Cercò di resistere di nuovo, ma la sua uniforme scolastica fu facilmente strappata, lasciandolo solo con gli occhi ben chiusi e il cuore che batteva per la paura. Porsché dimenò braccia e gambe in ogni direzione, ma i ragazzi erano inarrestabili e iniziarono a palpare ogni centimetro del suo corpo.

«Ehi ragazzo, non vogliamo rovinare la nostra occasione quindi stai fermo, eh!?» gridò uno di loro. Porsché era bloccato in una stretta in modo che non potesse divincolarsi o muoversi di nuovo.

«Lasciami andare! Non lo farò… bastardo! Ugh! Questo è già troppo!» Porsché protestò sottovoce, cercando di trattenere il respiro.

«Rilassati, ti faremo sentire davvero bene, quindi fai il bravo ragazzo adesso, okay?»

«N-no… Sto…Oh!»

«Dov’è finita la tua fiducia in questo momento eh piccolo teppista?» Tawan aveva uno sguardo compiaciuto e le braccia incrociate mentre fissava Porsché. Quest’ultimo rimase in silenzio e guardò solo fisso negli occhi di Tawan. Quegli sguardi gli ricordarono Porsche, e immediatamente attirò i suoi sensi, ordinando ai suoi di spingere di nuovo giù Porsché.

«Togliti i pantaloni!»

«Lasciami andare!»

«Cosa state facendo?!» Una nuova voce risuonò, rimbombando nella stanza e allontanando il gruppo di adolescenti affamati che si accalcavano intorno al liceale. Afferrò il braccio di Porsché e lo tirò fuori dalla sua miseria.

«Mek!! Cosa pensi di fare!?» Tawan si precipitò ad afferrare il braccio di suo fratello, ma Mek era troppo impegnato a fare a pezzi i suoi uomini e a strappare Porsché dalla loro presa.

«Mek!! Ti ho detto di fermarti!» gridò Tawan.

«Che diavolo stai facendo?! Questo è un bambino!» Mek rispose a suo fratello, prima di sollevare frettolosamente da terra il tremante Porsché, senza prestare attenzione a ciò che Tawan stava dicendo. «Tutti, fuori!»

«C-cosa stai facendo Mek!? Ehi!!» Tawan afferrò il braccio di Mek, ma quest’ultimo l’allontanò semplicemente con uno schiaffo.

«Uscite!!» Mek sollevò la pistola, provocando il panico e la dispersione di tutti, lasciando lui, Porsché e suo fratello maggiore nella stanza.

L’atmosfera divenne completamente silenziosa per un momento e l’unico suono che si sentì era il respiro pesante che usciva dalle bocche dell’altro.

«Cosa cazzo pensi di fare Mek!? Eh!?» Tawan iniziò immediatamente ad urlare contro Mek con rabbia.

«Cosa sto facendo!? Dovrei farti la stessa domanda! Non ti ho fermato nel resto di quello che hai fatto e ti ho anche aiutato in alcune azioni perché pensavo che lo stessi facendo solo per vendicarti di Kinn. Ma rapire un bambino? E anche farlo violentare … ti sei spinto troppo oltre!» Mek ringhiò verso Tawan e si affrettò a coprire Porsché con il suo cappotto.

«Ho fatto tutto per noi!»

«Hai fatto tutto per te!»

«Io sono tuo fratello Mek! Dovresti essere dalla mia parte!»

«E questa è una ragione sufficiente per lasciarti fare questo a lui!? Hai perso la tua umanità?» Mek guardò suo fratello incredulo. I due si scambiarono un’occhiataccia come se stessero combattendo una battaglia mentale. Mek non poteva credere a quello che stava vedendo. Aveva scoperto che suo fratello, che una volta era un brav’uomo, in realtà era una persona che non riusciva nemmeno a riconoscere.

«Mek ascoltami. Se Porsche esce di scena, Kinn tornerà sicuramente da me. La nostra casa tornerà da noi e anche le nostre vite comode torneranno in carreggiata! Non lo vuoi!?» Tawan si avvicinò e colpì con rabbia la spalla di Mek.

«E cosa c’entra il fratello di Porsche con questo! Eh!?» Mek afferrò il braccio di suo fratello e lo scosse incredulo.

«Sto solo cercando di vendicarmi di Porsche per quello che ha fatto a me e Kinn. Non posso farlo!?»

«Sei impazzito? Qualunque cosa tu faccia e per quanto disperato tu sia, Kinn non tornerà mai più ad amarti!»

Tawan scattò, posando il palmo sulla guancia di suo fratello: «Farò finta di non aver sentito quello che hai appena detto, Mek. Ma non pensare che me lo lascerò sfuggire di nuovo la prossima volta.» Quest’ultimo rivolse a Mek un’occhiata ghignante, prima di uscire dalla stanza.

«Eh…» Mek emise un sospiro incredulo, passandosi un dito sulla guancia in fiamme. Rimase sbalordito per un momento prima di rivolgere lo sguardo al giovane con una maglietta blu corta e scompigliata. «Stai bene ragazzo?»

«S-sì… Grazie, Phi.» disse Porsché con voce tremante.

«Sei sicuro?» chiese Mek, guardando con simpatia la figura tremante. Il giovane annuì in risposta e mentre Mek si voltava per uscire dalla stanza, Porschè lo fermò.

«Phi… puoi per favore stare con me per un po’? Ho paura che tornino.»

«Uhm. Certo.» Mek rispose. Capì cosa stava provando il ragazzo così rimase e si appoggiò al muro per fumare.

-Porsche-

«P-Porsche, per favore calmati.» mi disse Anon, una delle guardie del corpo di Kim, dopo avermi rivelato in dettaglio cosa era successo a mio fratello minore.

Erano tutti qui.

Tem stava in piedi di fronte a me mentre quel bastardo di Jom, seduto graziosamente sul divano, mi guardava mentre camminavo avanti e indietro nello spazio ristretto. Mio fratello era scomparso da ieri sera, e questi bastardi non riuscivano a trovare qualcosa per alleviare i miei sensi infuriati. Lo avevamo cercato a scuola, nel dormitorio del suo amico, e anche per la strada, ma del mio fratellino non c’era ancora traccia. Avevo perso i contatti con lui sin dalla prima serata quando avevo sentito che qualcosa non andava.

«Calmarmi? Vuoi che mi calmi!? Mio fratello è scomparso, fottuto idiota!» Risposi senza mezzi termini. Tutto intorno a me era un disastro, ma una cosa era forte e chiara.

Era quel bastardo di Tawan il responsabile di tutto questo. Mi aveva già minacciato riguardo a mio fratello, ma non pensavo che avrebbe avuto il coraggio di farlo.

«Sai cosa Porsche, questo potrebbe essere un malinteso. Ché deve essere in giro a casa di uno dei suoi amici che non conosciamo e si è solo dimenticato di chiamarti.» disse Tem, ma la mia mente protestò immediatamente. Ne avevamo discusso tutta la notte e le mie budella avevano appena urlato che l’ex ragazzo del bastardo (Kinn) aveva qualcosa a che fare con questo.

«Per quanto ne so, Nong Ché è benvoluto da tutti.» Mormorò Anon improvvisamente, facendomi girare la testa nella sua direzione.

«A-aspetta. Come fai a saperlo? Hai conosciuto mio fratello?» Scattai verso di lui.

«Sì. Quando Khun Kim ha delle commissioni, devo seguirlo. E vedo sempre Khun Ché al suo seguito.» rispose Anon e io potei solo soffocare con la mia saliva.

«C…Cosa…» Quando è uscito mio fratello con quel bastardo?! «Con… Kim?!.» Mi fermai e cercai di riordinare i miei pensieri prima di poter reagire.

Avevo visto Ché diventare tutto amico di quel bastardo e c’era stata quella volta in cui Kim si era lasciato trasportare dopo che Big aveva fatto del male a mio fratello.

Non avevo lasciato che la cosa mi disturbasse, ma questa volta era diverso. Sembrava che questi due avessero davvero qualcosa da spartire.

«Smettila di vomitare sciocchezze Anon. Stai solo peggiorando le cose per Porsche.» disse Arm.

«Non direi questo se non l’avessi visto con i miei occhi, bastardo!» insistette Anon.

«C…Come nel…» non dirmi quel piccolo bastardo, «Kim… sta flirtando con mio fratello?»

«Più come… il contrario, Porsche.» disse Anon con un’espressione ingenua mascherata sul viso.

Se gli sguardi potessero uccidere, ormai Anon sarebbe già morto.

La mia faccia era tutta insensibile, ribolliva di sangue caldo che scorreva dal mio corpo fino ai lati delle mie tempie. La mia mente era completamente vuota, e tutto ciò a cui riuscivo a pensare erano i modi in cui potevo inserirmi tra quei piccoli bastardi subdoli.

«Se scoprirò che stai mentendo Anon, queste saranno le tue ultime parole.» Digrignai puntando il dito direttamente sul suo viso.

Questo non può essere reale. Come cazzo ha fatto mio fratello ad avvicinarsi a Kim? E flirtare con lui per di più!? 

Ero già bloccato con Kinn, non potevo lasciare che anche mio fratello venisse coinvolto in questa faccenda. Da quando Kinn era entrato nella mia vita, tutto ciò che avevo incontrato erano stati guai e casini. Quei due fratelli erano fonte di guai.

«Lascia che la faccenda prima si risolva, Porsche. Non abbiamo ancora capito chi ha rapito Ché ed Anon ha detto che Kim era in casa quindi è fuori discussione.» Alle parole di Tem, la mia testa pensò automaticamente a una persona.

«So che è opera di Tawan. E io, cazzo, non aspetterò più a lungo.» dissi con convinzione e composi velocemente il numero di Vegas sul mio telefono.

[Sì, Porsche?] Vegas rispose subito dopo due squilli. Era stato veloce, ma, a qualunque costo, dovevo salvare mio fratello.

«Inviami ora la sua posizione (Tawan), Vegas!»

[Calmati Porsche. Ci sono quasi.]

«Inviami la sua posizione e i tuoi uomini. Incontriamoci lì.»

[Bene. L’ho già inviato sul tuo Line.]

Interruppi la nostra conversazione e aprii immediatamente la finestra di Line. La posizione che mi era stata inviata da Vegas era abbastanza lontana da casa mia. La guardai bene, memorizzando la strada per l’ultima volta prima di porgere il mio telefono ai miei amici per guardarlo.

«Che diavolo state aspettando? Alzatevi ora!» Ordinai e tutti mi seguirono. Anon prese  l’iniziativa di guidare perché conosceva meglio il posto e io lo lasciai stare. Quel bastardo poteva essere qualsiasi cosa, una buona guardia del corpo e anche un amico, ma si era incasinato con il Kittisawat sbagliato.

[Kittisawat– Porsche e cognome di Porsché]

Anon mi stava seguendo in giro, come Kinn gli aveva ordinato di fare, ma quel bastardo avrebbe facilmente catturato il mio sguardo. Lui era bravo, ma io ero molto meglio.

«Quel bastardo di Tawan è uno psicopatico! Perché non avete avvertito Kinn prima di farlo entrare!?» L’improvviso sdegno di Tem catturò la mia rabbia come se fosse lui quello il cui fratello era stato rapito. Beh, non sarebbe mio amico se non fosse così.

«Te l’ho già detto. Ero appena stato assunto quando il signor Kinn aveva rotto con il signor Tawan. Era tutto nuovo per me.» spiegò Anon, dandomi un’occhiata pensierosa. Non sapevo perché l’avesse fatto, ma risposi solo con una faccia sdegnata, abbassai il finestrino della macchina e continuai a fumare la mia sigaretta.

«Andiamo, Porsche. Chè starà bene. È bravo a prendersi cura di sé.» Tem mi diede un leggero colpetto sulle spalle, facendo del suo meglio per calmarmi. Chè ora era cresciuto, e speravo solo che Tem avesse ragione.

«Lo fa davvero, non importa se riesce o no. Ma se inizia a parlare con la bocca, quel ragazzo otterrà sicuramente merda proprio come suo fratello maggiore. Ha ha ha ha ha!» disse Jom, facendo voltare sia me che Tem verso di lui.

«Jom!» urlammo in coro io e Tem. Quel bastardo era fortunato che fosse troppo stretto in auto, perché in caso contrario, i miei piedi sarebbero già entrati nella sua bocca.

«Non puoi semplicemente stare zitto, Jom? Non mi stai aiutando!» disse Tem, dando a Jom una strigliata.

«Puoi guidare più veloce di così?» Mi sedetti tremante, spulciando ansioso i miei pantaloni mentre guardavo la strada, dove il traffico era scarso.

«Ehi sto già superando i cento, cosa vuoi che faccia? Faccio volare la macchina?» Protestò Anon mentre zigzagava fuori dalla strada principale per trovare una scorciatoia.

Non molto tempo dopo raggiungemmo il villaggio che Vegas ci aveva indicato, e non perdemmo altro tempo.

«Questa è la nostra fermata.» Mi disse Anon e saltai subito giù dall’auto per dirigermi dritto sulla soglia della casa.

Suonai il campanello un paio di volte, ma sembrava che non ci fosse nessuno. La mia pazienza si spezzò e i miei piedi atterrarono automaticamente sul lato del cancello di casa.

«Fottuto stronzo! Vieni fuori, dove ti nascondi!!» Sbattei il pugno sul cancello e, allo stesso tempo, i piedi sugli stipiti.

«Porsche, calmati!» Tem mi afferrò in fretta il braccio e mi rivolse uno sguardo preoccupato. Venni attirato fuori dalla mia trance e gradualmente presi un respiro profondo. Chiusi gli occhi, sopprimendo completamente le emozioni che stavano per esplodere. Appena vidi la casa, avrei voluto lanciarle tutte le bombe senza fermarmi.

«Che cos’è questo?» Anon e Jom erano in piedi sul bordo del recinto dall’altra parte della casa e stavano leggendo il foglio bianco che era stato incollato sul recinto. I loro volti sembravano terrorizzati e scioccati.

«Cosa diavolo avete in mano voi due?» chiese Tem, afferrandomi il braccio e trascinandolo verso il punto in cui si trovavano.

«Porsche, guarda questo.» indicò il contenuto del cartello.

‘AVVISO DI FALLIMENTO’

Mormorai leggendo la lettera rossa affissa sul muro, e le mie sopracciglia si corrugarono. Lo presi in mano e lo lessi riga per riga. Quella casa era già di proprietà della banca.

«La famiglia di Tawan è già in bancarotta?» disse Anon incredulo.

«Cosa fa questo bastardo per lavoro?» chiesi, lasciando andare l’avviso scritto.

«Hanno attività commerciali e alcune sono immobiliari. Ma dietro tutte queste formalità, detengono alcune azioni con Khun Korn, anche se sembra che le azioni siano state ritirate da un po’ di tempo. Probabilmente vendono ad un’altra persona.» mi spiegò Anon. Era ben informato sui lavori interni da parte di Khun Korn perché era il capo delle guardie del corpo di Kim.

«Chi state cercando?» Rimanemmo tutti scioccati dalla voce improvvisa e girammo la testa all’unisono. «Se venite per incontrare l’ex proprietario di quella casa, sono già andati in Cina. E i loro figli sono stati mandati in Inghilterra.» ci gridò una donna di mezza età, che sembrava uscita per gettare la sua spazzatura.

«Era questo il motivo per cui voleva indietro Kinn?» disse Tem, guardando nella mia direzione.

«O era solo geloso?» Jom mormorò improvvisamente.

«O entrambi? Questo deve essere stato un campanello d’allarme per lui perché ha visto che Kinn fa sul serio con Porsche?»

«Potete smetterla di parlare di Kinn? Mi dà fastidio!» Interruppi il loro scambio, chiudendo loro la bocca.

Il suono del mio telefono che vibrava attirò la mia attenzione. Mi precipitai ad afferrarlo dalla tasca dei pantaloni, solo per trovarmi di fronte a un numero sconosciuto. Diedi un’ultima occhiata ai miei amici, prima di premere immediatamente il pulsante di risposta.

«Pronto.» borbottai esitante.

[Woah, è stato veloce. Sembra che il nostro piccolo Porsche stia cercando qualcuno per essere così rapido.] Una voce fastidiosa ma familiare echeggiò dall’altra parte della linea.

«Tawan!» gridai, premendo il pulsante dell’altoparlante per far sentire tutti.

[Sono contento che ricordi ancora la mia voce.]

«Basta con questo gioco da quattro soldi. Dov’è mio fratello!?» urlai esasperato.

[Oh! Se n’è andato? Dove è andato?] disse con voce falsa, schiarendosi la voce per incasinarmi.

«Vaffanculo Tawan!»

[Oh. Forza Porsche, non ti arrabbiare. Ti aiuterò a trovarlo.]

Digrignai i denti, chiusi gli occhi prima di fare un respiro profondo. Tawan si stava divertendo a provocarmi, e non potevo semplicemente farglielo fare.

«È un idiota.» mormorò Tem a bassa voce, come se mi stesse dicendo di non cadere nel piccolo gioco di quel bastardo.

[Faremo così, Porsche incontrerà Tawan al magazzino …Eh!] Tawan abbandonò improvvisamente il suo tono infantile e riprese con un tono più forte. [Affrettati o potresti non rivedere più il tuo dolce fratellino! E oh, non portare nessuno con te e non pensare nemmeno di dirlo a Kinn. Perché se lo scopre, non garantisco la sicurezza di tuo fratello!]

poi la linea venne interrotta immediatamente.

«È già troppo tardi per quell’idiota!» gridai attraverso il mio telefono.

«Quel bastardo è pazzo. Probabilmente ha visto troppi drammi ed è già sprofondato nella sua piccola mente.» Jom si grattò la testa, perplesso.

«Andiamo. Quel bastardo potrebbe essere stupido, ma ancora non so cosa potrebbe fare a mio fratello.» dissi e andai subito al posto di guida.

«Non stai aspettando qualcun altro, Porsche?» chiese Anon.

«Non c’è più tempo per quello. Chi vuole venire, mi segua e basta!» dissi con rabbia.

Non prestai ascolto alle condizioni di Tawan perché era chiaramente un’imboscata. Quel bastardo aveva qualcosa contro di me e non avevo paura di affrontarlo da solo, ma prima avevo bisogno di qualcuno che salvasse mio fratello.

«Lasciami guidare, ti ci porto subito.» disse Anon e tutti si precipitarono in macchina. Gli dissi di premere sull’acceleratore più forte che poteva, ma durante il tragitto il telefono di Anon squillò.

«Sì, signor Kinn.»

Quando sentii il nome di Kinn, il mio corpo si tese subito verso di lui.

«Il signor Kinn ha chiesto perché non rispondi al telefono, Porsche.» mi disse Anon, e io potei solo alzare un sopracciglio.

«Fanculo!» urlai per la frustrazione.

Distolse lo sguardo da me e lo riportò sulla strada prima di rispondere al bastardo all’altro capo del filo.

«Sì. Porsche ha parlato con Tawan proprio ora. Ci ha dato la posizione del punto d’incontro. Sì, è proprio Tawan… Sì. Allora porterò Porsche prima lì.»

Non appena Anon riagganciò, scattai subito.

«Perché cazzo gliel’hai detto!?» dissi, guardando l’idiota con uno sguardo minaccioso.

«Dai Porsche, concentrati prima su tuo fratello. Il signor Kinn sa come convincere le persone ad aiutarci. E a giudicare dalla telefonata di Tawan proprio ora, ha chiaramente perso il senno.» aggiunse Anon.

«Dannazione! Tutti i suoi ex sono così!?» esclamai, abbassando di nuovo i finestrini per fumare un po’.

«Probabilmente dovresti chiedertelo anche tu. Stai diventando più pazzo di giorno in giorno. Hahaha!» disse scherzosamente Jom sorridendo come una fottuta iena.

«Jom se non la smetti di blaterare merda, ti butto fuori dalla macchina!!»

Questo pazzo mi sta dando sui nervi!

«Più veloce Anon!» dissi furioso.

Se fosse successo qualcosa a mio fratello, lo giurai su Dio, avrei ucciso quel bastardo, e non sarei stato soddisfatto se l’avessi fatto solo una volta. Avrei scavato il suo corpo dalla carcassa e l’avrei dato in pasto alle bestie.

«Porsche, prima o poi vi incontrerete all’inferno!» disse Anon, ma i suoi occhi continuarono a guidare lungo la strada.

«Ferma la macchina Anon.» dissi, e tutti mi diedero un’occhiata.

«Cosa hai in mente Porsche?» rispose Anon, concentrando ancora la sua attenzione sulla strada.

«Ho detto ferma quella dannata macchina!!» urlai, costringendo Anon a accostare di lato e a lasciarmi il posto di guida.

Non appena il mio sedere toccò il sedile, mi guardai bene intorno, poi diedi immediatamente gas e tutti urlarono il mio nome come se fosse il loro ultimo desiderio.

«PORSCHEEEEEEEEE!!!!!»

Non ci volle molto prima che arrivassimo sani e salvi a destinazione. Come previsto, era un vecchio magazzino in periferia. Un luogo deserto, nascosto e lontano dalla civiltà. Un posto perfetto per trascinare una persona e metterla fuori gioco. Parcheggiai di lato e tutti scesero dall’auto per dare un’occhiata al loro corpo.

«Cazzo, sono ancora vivo!!! Pensavo di essere già morto!» disse Jom, sentendo il suo corpo teso.

«Resta qui. Non devi seguirmi.» dissi, prima di estrarre la mia pistola e di infilarmela contro la vita.

«Ce la farai da solo, Porsche? Lasciami venire con te.» disse Anon dandomi uno sguardo preoccupato.

«Tawan mi vuole solo. Se sa che sto portando qualcun altro, potrebbe fare del male a Ché.»

«Non andare da solo, Porsche. Portaci con te.» disse Tem, prendendomi per il braccio.

«Resta di guardia qui, se non esco entro venti minuti o se senti uno sparo, seguimi. Quello che viene prima.»

Non persi altro tempo a spiegare e non mi degnai nemmeno di ascoltare le loro obiezioni. L’unica cosa che avevo in mente era che dovevo salvare Ché a qualunque costo, anche se mi avessero ucciso.

Camminai lentamente verso la porta del magazzino con cautela. La veranda era silenziosa, come se non ci fosse nessuno. Allungai la mano per aprire la porta arrugginita e a poco a poco mi introdussi dentro. Il mio sguardo percorse l’ampio spazio aperto, ma si soffermò sui frammenti di metallo rimasti sul pavimento.

Ero un po’ paranoico, temevo che qualcuno potesse saltarmi addosso da dietro. L’atmosfera era sorprendentemente tranquilla, rendendo il mio senso dell’udito un po’ più acuto del solito. Stavo camminando con cautela e ascoltando quando improvvisamente qualcuno decise di aggredirmi da dietro.

«Merda!!»

Il bastardo stava per colpirmi con un’asta di metallo sulla testa, ma lo bloccai e lo colpii sul busto.

«Fanculo!» Mormorò mentre continuavo a colpirlo con la sua arma. Dopo poco i suoi compagni emersero dalle corsie laterali e cominciarono a cercare di colpirmi per abbattermi. Quei bastardi dovevano aver perso il senno, per attaccare uno come me.

Se pensavano che sarebbe stato facile avere la meglio su di me, probabilmente si sarebbero ricreduti presto. Stavo aspettando che arrivasse questo momento per trovare uno sfogo per le mie frustrazioni.

La mia mente doveva aver vagato un po’ perché qualcuno era riuscito a bloccarmi il braccio, mi aveva afferrato per la nuca e aveva cercato di spingermi verso il muro. Ma i miei riflessi erano al massimo, e avevo usato i piedi per sostenere il mio peso, poi avevo scalato il muro ed ero scappato dalla presa del bastardo. Non appena mi ero liberato dalla sua presa, ero  atterrato dietro alla sua schiena e l’avevo spinto con forza contro il muro.

Gli altri iniziarono a correre di nuovo verso di me, e i miei pugni e calci colpirono automaticamente chiunque osasse avvicinarsi. Ero inarrestabile, l’angoscia pervadeva ogni pezzo della mia carne mentre sfogavo tutte le mie frustrazioni represse.

«Tawan!! Vieni fuori, fottuto bastardo, e affrontami!» gridai con tutte le mie forze. I suoi uomini non potevano competere con me. Non solo perché ero abile, ma anche perché ero più forte perché ero furioso.

La mia indignazione era troppo potente. Mi fece distruggere tutti i suoi uomini in una volta sola. Erano tutti inginocchiati ai miei piedi come se mi pregassero di fermarmi.

«Vieni fuori!» Urlai, respingendo gli uomini di Tawan mentre prendevo a calci l’asta di metallo che avevo visto a terra finché non rimbalzò sul pavimento, creando un forte rumore.

«TAWAN!» gridai impaziente. Vagavo con il mio sguardo in ogni direzione e calpestavo chiunque avesse cercato di alzare la testa per guardarmi.

Risuonò un applauso, seguito da una figura alta che emerse dalle profondità del pavimento. Era Tawan, che veniva verso di me con un sorriso arrogante sul volto.

«Sei stato spettacolare! Come previsto, essendo la guardia del corpo di Kinn.» Sottolineò specificamente l’ultima parola, chiaramente con l’obiettivo di infastidirmi. Il bastardo poi si avvicinò a me a una distanza ragionevole, girando in cerchio come se stesse controllando qualcosa. Mi limitai a guardarlo male in risposta.

«Sei così brillante, proprio come tutti vanno blaterando ma… sotto quella tua facciata da guardia del corpo, cos’altro puoi fare?» disse astutamente Tawan, ma quando girai lo sguardo per incontrare il suo, tutto ciò che vidi fu un gatto spaventato che cercava di comportarsi da figo.

Quel tentativo di ingannarmi mi fece venire voglia di prenderlo in giro di più finché non avesse rinunciato alla commedia. Ma come dice il proverbio…

Le azioni parlano più forte delle parole.

«Perché non chiedi a Kinn di scoprirlo?» dissi maliziosamente, facendo una faccia compiaciuta. La finzione di Tawan cadde subito, rivelando il suo io insicuro.

«Ti odio!»

«Ti sembra che mi importi!? Smettila con queste stronzate e ridammi mio fratello!!»

«Shhh! Così impaziente. Il divertimento sta per iniziare..»

«Per che cazzo lo stai facendo!?» chiesi seccato.

«Per divertimento, che altro? E se continuassi a mettere le tue sporche mani su Kinn, sarebbe un piacere farlo ogni giorno.»

«Hai perso la testa?!»

«Ti avevo avvertito, Porsche. Ma le mie parole ti sembravano uno scherzo!» La voce di Tawan diventava sempre più forte a ogni risposta.

«Sei pieno di merda Tawan! Pensi che se mi uccidi, Kinn non lo saprebbe mai!?»

«Non so chi ti ha preso di mira ultimamente, e non me ne frega un cazzo finché fanno quello che dovrebbero fare!» dichiarò Tawan fiducioso.

Per un momento rimasi perplesso, poi improvvisamente fui colpito dalla furiosa verità.

«Non dirmi che sei…»

«Esatto, Porsche. Sono io quello che ha sparso la voce che tu sei la talpa all’interno della casa di Khun Korn. Facendo trapelare ogni storia commerciale e rivelando anche alcuni dei nomi più confidenziali coinvolti. Non mi importa se non sarò in grado di ucciderti, perché c’è un oceano di persone che ti vogliono morto!»

Ero sbalordito, ma non del tutto scioccato perché sapevo come giocava quel bastardo. Non ero preoccupato per me stesso, ma la sicurezza del mio fratellino era la mia priorità. Avevo paura che potesse essere coinvolto di nuovo in questo modo, ma con il peggior tipo di nemico.

«Dannazione! Qual è stato l’ultimo drama che hai visto per essere disperato in questo modo, eh?»

«Stai zitto!!»

Per quanto mi sarebbe piaciuto ucciderlo, dovevo lasciarlo parlare prima. Quel bastardo aveva la tendenza a rivelare i fatti ogni volta che era arrabbiato e io ne volevo approfittare. Probabilmente era lui quello che aveva preso i documenti dall’ufficio di Kinn, altrimenti non sarebbe stato in grado di rivelare le informazioni nei dettagli.

«Quindi questo è probabilmente il motivo per cui volevi indietro Kinn, perché la tua casa è già stata presa in custodia dalla banca.»

«C-di che diavolo stai parlando?» Tawan iniziò a tremare mentre mettevo insieme i frammenti della verità, pezzo per pezzo.

«Tu non lo ami. Volevi solo mungere la merda da lui.»

Se questo bastardo avesse amato davvero Kinn, non si sarebbe abbassato così.

«C-che diavolo stai dicendo!? Io amo Kinn!»

«Era quella la tua definizione di amore?» dissi, facendo soffocare Tawan in risposta. Rimase in silenzio per un momento, probabilmente pensando a cosa dire. Poi mi guardò disperato e rispose…

«Come osi mettere in dubbio il mio amore per Kinn?!»

«Se lo amassi, non ti spingeresti così in basso Tawan. L’amore non è autoconsumo e, soprattutto, non è egoista!»

«Zitto! ZITTO!!» Il bastardo scattò, e con mani tremanti estrasse una pistola puntandola nella mia direzione.

«Mi sparerai? Questo non è un dramma che guardi in TV, piccolo principe.» lo schernii.

«Pensi che stia giocando!?» disse Tawan, premendo immediatamente il grilletto.

Il rumore dello sparo echeggiò nello spazio. Per fortuna questo bastardo aveva una pessima mira e riuscii a schivare il proiettile prima che mi colpisse in faccia.

«Non è così che si fa. Se hai intenzione di uccidere qualcuno con una pistola… Devi sparare così!» Mirai alla faccia di Tawan e il bastardo andò nel panico. Ero così vicino a premere il grilletto, ma poi cambiai la traiettoria del proiettile, mirando alla pistola che aveva in mano.

Volò in aria e usai quel tempo per avvicinarmi a Tawan. Puntai la pistola e poi colpii con il calcio il viso di Tawan.

Il viso di Tawan tremò, mentre il sangue scorreva dalla coda del suo sopracciglio. Avevo aspettato quel momento e quella volta nessuno mi avrebbe fermato.

«Lascia che ti dia una lezione per aver fatto casini con mio fratello…» Lo afferrai per il retro del colletto e premetti forte il bastardo a terra. Tawan fece una smorfia, facendomi ridere un po’.

«Sei così bravo a parlare … in questo momento, dov’è finita quella tua boccaccia? Eh!?» dissi, prima di posare il piede con tutta forza sul suo stomaco.

«Cough!» Tawan tossì.

«Questo era tra me e te, eppure hai osato toccare il mio fratellino!!» Continuai a urlare mentre lo schiacciavo coi piedi senza sosta.

«Augh! Ahh!»

«Dov’è mio fratello!? Rispondimi!» Lo afferrai per il collo e cominciai a strangolare il bastardo mentre stringevo la presa.

«S-fermati… p-per favore!»

«Parla, stronzo del cazzo!? PARLA!!!»

«Porsche, basta!!» una voce familiare che chiamava il mio nome mi trascinò fuori dalla mia trance.

«Basta così. Per favore..» Kinn implorò, afferrandomi per il braccio, mentre un gruppo di volti familiari si avvicinò a me.

«Lasciami andare!» Spinsi via il braccio di Kinn e tirai di nuovo un pugno sulla faccia di Tawan.

«Porsche fermati! Per favore!» Kinn non si arrese e continuò a cercare di fermarmi. Mi prese per la vita e continuò a tirarmi via da Tawan che sanguinava.

«Stai ancora dalla sua parte!?»

«No! Ma per favore, calmati Porsche! Lo ucciderai!» disse Kinn, prendendomi di nuovo per il braccio.

«Forse ucciderlo non sarebbe una cattiva idea dopotutto!!» afferrai un pugno pieno di capelli di Tawan e gli diedi un altro calcio in faccia.

«Porsche!» Kinn si morse forte il labbro, tenendomi il braccio ma non me ne importava di meno perché ero troppo furioso per la situazione.

«Ti farò di nuovo una domanda bastardo. Sei stato tu a rubare i documenti mancanti!?» Calpestai il petto di Tawan, puntando il dito direttamente su di lui.

«Non sono io-io … ugh! Quello che l’ha rubato!» disse Tawan, soffocando con il suo sangue.

«Se non sei tu, allora chi!?»

«Porschè! Porschè, dove sei!?» La voce di Kim echeggiò improvvisamente nel magazzino.

«Parla bastardo!» dissi, premendo più forte il mio piede sul suo petto.

«Io… davvero non lo so. Qualcuno me ne ha semplicemente mandato una copia.»Tawan chiuse gli occhi per il dolore.

«Chi?!» chiesi ad alta voce.

«Non lo so!»

«Ciao!»

Mi voltai verso la voce, ed era Ché che correva verso di me con Mek e Kim dietro di lui.

«Porché!» Tutte le mie frustrazioni svanirono quando aprii le braccia per abbracciare il mio fratellino «Grazie a Dio stai bene..» e tirai un sospiro di sollievo.

 Mi staccai da Ché e scrutai il suo corpo. La sua uniforme era strappata e la sua faccia presentava piccoli lividi. Digrignai i denti, fissando mio fratello.

«Cosa ti ha fatto!?» Camminai verso la persona dietro mio fratello. Era Mek, che mi fissava confuso.

«Mi ha attaccato due volte e ha chiamato alcune persone per violentarmi».

«Che cosa?!» Kim ed io parlammo all’unisono.

«Ma per fortuna non è successo.»

«Bastardo! Cosa hai fatto a mio fratello?!» Persi di nuovo la calma e mi precipitai verso Mek insieme a Kim che lo afferrò prontamente. Non ascoltai quelli che cercavano di fermarmi.

«N-no! Non è lui che mi ha fatto questo, Hiia. Mek stava solo cercando di aiutare!» Ché mi afferrò per un braccio e mi allontanò da Mek.

Guardai Mek, e il bastardo semplicemente mi restituì lo sguardo.

«Se ti ha aiutato, perché sei in disordine e con quei lividi?» gridò Kim. Quel ragazzo mi stava davvero stuzzicando, comportandosi come se conoscesse mio fratello meglio di me.

«No, mi ha davvero aiutato.»

Mek si liberò dalla presa di Kim e cercò suo fratello.

«Dov’è mio fratello? Devo parlargli.» disse improvvisamente Mek, ignorando tutte le nostre domande.

Mi limitai a fissarlo, e lasciai che il bastardo cogliesse l’indizio.

«Se non mi rispondi, lasciami passare.» disse Mek con arroganza, colpendo la mia spalla con la sua. Il bastardo mi passò davanti, e quando vide suo fratello, gli occhi di Mek si spalancarono.

«Tawan!» Si precipitò verso suo fratello maggiore e lo sollevò dalla sua miseria.

«Non è troppo!?»

«Troppo? Pensi che quello che tuo fratello ha fatto al mio non sia troppo!?» urlai di rimando.

«Porsche, basta.» Kinn si avvicinò per fermarmi di nuovo.

«Non toccarmi!» Scostai il braccio di Kinn e tornai in direzione di Tawan.

«Hai detto che mi ucciderai, vero Tawan!? Bene! Uccidimi allora! Ti sfido a farlo!!» dissi, afferrando di nuovo il colletto di Tawan.

Mek mi prese per il braccio e mi allontanò da suo fratello. «Basta Porsche!»

«Non ho ancora finito con tuo fratello, Mek.» Gli risposi prima di affrontare Tawan.

«Hai detto di aver preso i documenti e di avermi incastrato a tuo vantaggio, vero Tawan?»

Ripetei ogni parola che Tawan aveva detto per aprire gli occhi di Kinn.

«Te l’ho detto.. io-io non l’ho rubato…qualcuno me l’ha semplicemente mandato..»

«Chi!?»

«Porsche, basta.» Una nuova voce echeggiò da dietro ed era Vegas. Se non avesse parlato, non mi sarei nemmeno accorto che fosse qui.

«Lascialo Vegas! Porsche sta solo tirando fuori la verità dalla bocca di quel bastardo.»

Protestò Tem.

«Basta! Non lasciare che le cose vadano oltre.» Rispose Vegas.

«Ahah. Hahahahahah!» Tawan rise all’improvviso, attirando tutta la nostra attenzione.

«Che cazzo c’è che non va in te?» dissi irritato, fissando alternativamente Vegas e Tawan.

«È divertente eh? Come sei riuscito a interpretare il ruolo del bravo ragazzo per tutto questo tempo, Vegas.» chiese Tawan sorridendo e fissando direttamente, Vegas.

«Cosa hai detto?» Vegas si accigliò, offeso.

«Sei stato tu ad aggiornarmi su dove si trovasse Kinn? E sulle sue transazioni?» blaterò Tawan, prima di volgere di nuovo lo sguardo su di me. «Sì, Porsche. Il tipo di cui ti sei fidato per tutto il tempo è stato quello che ti ha pugnalato alla schiena!!»

Non potevo credere a quello che stavo sentendo. Sapevo che c’era qualcosa che non andava ogni volta che ero con Vegas, e il mio istinto era sempre in tilt, ma non pensavo che mi avrebbe spiato in questo modo.

«E’ vero, Vegas!?» Domandai a bruciapelo, sentendo il mio sangue ribollire di nuovo mentre spremevo la verità da Vegas. Evitò il mio sguardo, ma ero troppo arrabbiato in quel momento e volevo la verità,

«Guardami, bastardo!!»

«N-quello non è vero, Porsche. Per favore, ascoltami.» Mi rispose Vegas con un tono dolce.

«Basta con questa facciata Vegas! Mi hai detto che odiavi Kinn! E volevi Porsche per te! Quindi smettila di fingere di essere il bravo ragazzo qui perché non lo sei!»

«Non so di che cazzo stai parlando!» Insistette Vegas e la mia pazienza si spezzò.

Afferrai il colletto di Vegas e lo tirai verso di me. «Guardami Vegas. E dimmi la verità!»

Vegas mi affrontò con gli occhi spalancati. Il suo sguardo non aveva mai lasciato il mio e io avevo fatto lo stesso. Stavo aspettando che parlasse, ma il bastardo chiuse gli occhi ed espirò profondamente.

«L’ho fatto solo perché ti amo, Porsche.» mi disse Vegas a bassa voce. Fui colto alla sprovvista e potei solo lo fissarlo stralunato. 

«Non hai mai amato nessuno, bastardo! Hai amato solo te stesso! Ora allontana le tue sporche mani dal mio uomo e vattene!» ci interruppe Kinn, strappandomi dalla presa di Vegas, e dando una gomitata al petto di quest’ultimo.

Chi diavolo è il tuo uomo bastardo!

«Smettila di interrompermi, Kinn!» Rispose Vegas.

«Sei tu quello che interrompe con noi! Vattene!» urlò Kinn .

«Porsche, per favore, ascoltami. Potrei aver fatto cose stupide. Ma te lo giuro, i miei sentimenti per te sono veri». implorò Vegas, volgendo di nuovo lo sguardo su di me.

«Accidenti, sto per ammalarmi! Potresti stare zitto? Come osi affermare che ami Porsche quando hai rubato i documenti: hai messo tu stesso Porsche in difficoltà!?» riuscì a ribattere Tawan anche se la sua bocca era piena di sangue.

«Dannazione Tawan!» Vegas strinse i pugni e stava per dirigersi verso Tawan ma lo fermai a metà.

«Basta! Sei coinvolto anche tu in questo affare Vegas, e adesso coinvolgi anche mio fratello!»

«Porsche io…»

«Vattene! Esci e non mostrare mai più la tua faccia Vegas! Perché se lo fai, non so cosa potrei fare anche a te.»

«Porsche, te lo giuro. Non ne sapevo niente.» supplicò Vegas per l’ultima volta.

«Vattene!»

Non potevo sopportare di vedere la faccia di questo bastardo. Mi fidavo di lui e lo consideravo anche un amico… ma alla fine ero stato tradito.

«Porsche per favore! Ascoltami prima!» Insistette Vegas e stavo per respingerlo, ma Kinn improvvisamente si mise tra noi e sferrò un pugno in faccia a Vegas. I due cominciarono a litigare, scambiandosi colpi e cadendo a turno a turno. Arm e Pol cercarono di infilarsi in mezzo a loro, ma furono facilmente scaraventati via dalla rissa.

«Idioti! Fermatevi!!» Mi avvicinai e afferrai Kinn per il braccio, tirandolo via dal bastardo, poiché era a cavalcioni su Vegas a terra.

«Tu, fottuto bastardo. Fa male.» disse Vegas, asciugandosi il sangue sul lato della bocca prima di sollevarsi dal pavimento.

«Vattene, bastardo! Se hai ancora della dignità in te, vattene ora!» Kinn urlò insulti e iniziò a calmare la sua furia solo dopo che, girandosi, aveva visto che la persona che lo stava trattenendo ero io.

«Vattene ora, Vegas. Non posso più fidarmi di te.»

«Porsche… per favore!!»

«Portalo via, Arm.» ordinò Kinn, e Arm si affrettò a tirare via Vegas. Lasciai la presa su Kinn e tornai a guardare Vegas. Non ero arrabbiato con lui, ma non potevo più fidarmi come prima.

«Ci hai messo abbastanza.» sospirò Tawan. Aveva ancora l’energia per prendermi in giro dopo essere stato picchiato a sangue.

«Cos’altro sai? Dimmelo!» Mi avvicinai e battei di nuovo sul petto di Tawan.

«Porsche, basta! Lascia stare mio fratello adesso!» Mek mi bloccò la strada e mi afferrò per il colletto. Kinn rispose in fretta e spinse via Mek.

«Non toccarlo!» Kinn fissò Mek intensamente.

«Ugh!! T-questo è tutto quello che so! Ahh! Per favore.. Risparmiami.» supplicò Tawan. gli diedi un’ultima occhiata prima di alzare il piede da lui.

«Questa sarà l’ultima volta che parlo con te, Tawan. Se provi a incasinare di nuovo la mia vita e le persone intorno a me, mi assicurerò che non te la caverai facilmente come questa volta.» disse Kinn a Tawan. La minaccia trasudava da ogni parola che pronunciava.

Rimasi immobile, facendo del mio meglio per calmarmi. Se Kinn non avesse fermato la mia furia, Tawan sarebbe potuto essere ormai morto. Ero in trance e ci misi un po’ prima che improvvisamente notai il braccio di Kinn che stringeva il mio. Immediatamente allontanai da me quelle sue mani sporche e rivolsi di nuovo lo sguardo ai miei amici.

«Kinn, per favore.. Non lasciarmi. Non lasciare Tawan..» Il suono della voce di Tawan colpì i miei nervi e prima che me ne rendessi conto, mi ero già lanciato verso Tawan e gli avevo dato un calcio nello stomaco per l’ultima volta.

«Tawan!» chiamò Mek scioccato.

«Smettila di supplicare, bastardo. Mi stai dando fastidio!» dissi e Jom colse immediatamente l’accenno nella mia voce.

«Amico, sei solo geloso.» mormorò Jom.

«TI ho sentito, bastardo!» risposi e Jom sussultò sul posto.

«Tu! Porta il tuo ex ragazzo in ospedale. So che hai troppa paura che possa morire, quindi portalo tu stesso!» Gridai a Kinn e stavo per andarmene, ma il bastardo mi tirò vicino.

«C-che diavolo stai facendo, Kinn!? Lasciami andare!» Spinsi via Kinn e il bastardo mi lanciò un’occhiata ferita.

«Ahi! Fa male, quando mi perdonerai, Porsche?!»

Feci un respiro profondo e tirai fuori la sigaretta dalla tasca. La giornata di oggi era stata estenuante, non solo fisicamente ma anche mentalmente. Era tutto così incasinato, ma ero felice che mio fratello fosse al sicuro. Kim e Anon lo avevano portato in ospedale per farsi curare e io ero rimasto da solo con quel bastardo di Kinn.

«Andiamo a casa adesso, Porsche.» disse Kinn, avvolgendomi le mani sul collo e abbracciandomi.

«Di che casa stai parlando? C-cosa cazzo stai facendo di nuovo, Kinn! Lasciami andare!» Lottai, allontanandomi dall’abbraccio di Kinn.

«Forza Porsche. È finita. Andiamo a casa adesso.» insistete Kinn trascinadomi verso la sua macchina.

«Kinn, se non smetti di tirarmi il braccio, ti colpisco!» Continuai a resistere, guardandolo furioso.

«Porsche, per favore. Mi dispiace.. mi dispiace davvero. Mi ero sbagliato.» Kinn mi tenne il braccio per affrontarlo, ma ero troppo testardo per non lasciarlo fare a modo suo.

«Ho chiuso con te! Vai a pasticciare con qualcun altro!» dissi mentre distoglievo lo sguardo da lui.

Kinn tacque improvvisamente e mi fissò profondamente. Non diceva niente né mi costringeva a entrare nella sua macchina. Era semplicemente fermo, tenendo entrambi i lati del mio braccio. Rimasi sorpreso e stavo per dire qualcosa per alleviare l’atmosfera, ma ero troppo sorpreso dal gesto di Kinn.

Abbassò la testa e lentamente seppellì leggermente il viso nella mia spalla: «Mi dispiace davvero Porsche. Perdonami… ti prego?» Disse con voce leggermente rauca.

Il mio corpo si congelò, riconoscendo il tono familiare che mi era mancato per tutto quel tempo.

«Vieni nella mia macchina per favore? Andiamo a trovare il tuo fratellino all’ospedale.» Il bastardo continuò, sfiorando lentamente la fronte sulle mie spalle.

Accidenti a te, Kinn! Basta con questa dimostrazione di affetto infantile! Non mi avrai due volte! Non cederò più allo stesso metodo! Non mi arrenderò, mi senti!? NON CEDERO’!

Ero così perso con i miei pensieri che non mi ero accorto che Kinn aveva già aperto la portiera dell’auto e mi aveva fatto scivolare dentro con cautela. Poi si diresse rapidamente al posto di guida.

«Sporco bastardo! Non vengo con te!»

«Calmati ora Porsche. Andremo a trovare tuo fratello. Va bene?» disse Kinn, facendomi un sorriso sciocco. 

Questo fottuto bastardo deve aver pensato che sia ancora debole come l’ultima volta. Beh, non lo sono!

Stavo per scendere dalla macchina, ma Kinn mi afferrò il braccio e fermò il mio gesto.

«Kinn lo giuro su Dio-!»

«Dove fa male? Qui?» Mi interruppe, sfiorando dolcemente le sue dita sulla mia guancia. Ero stato preso di nuovo alla sprovvista. Fissavo direttamente il viso di Kinn come se fosse una persona completamente nuova.

Cazzo stai facendo Porsche!? Svegliati, bastardo!

Scattai dalla mia illusione e immediatamente allontanai con uno schiaffo le mani di Kinn.

«Sto bene! Se hai ancora tempo per scherzare con me, perché non chiedi al tuo uomo?» dissi con un tono piuttosto infastidito.

«Glielo sto chiedendo… non è vero?» rispose scherzosamente Kinn, accarezzandomi dolcemente la testa. Tacqui per un momento, fissando la faccia di quel bastardo prima di rendermi conto che stronzata aveva appena detto.

«Ugh! Sei disgustoso! Smettila di toccarmi!» Spinsi di nuovo via la sua mano. Fanculo! La cosa mi stava sfuggendo di mano. Il mio cuore aveva iniziato a battere freneticamente e non mi piaceva.

«Dai, Porsche. Sto solo cercando di calmarti.»

«Allora, dopo Tawan, chi tra i tuoi ex mi darà ancora fastidio? Eh?»

Il viso giocoso di Kinn si fece improvvisamente serio, abbassando lo sguardo. Allungò lentamente la mia mano e asciugò delicatamente alcune macchie di sangue lasciate dalla mia furia precedente.

«Non permetterò a nessuno di farti del male di nuovo, Porsche.» Mormorò nella mia mano. Ero perso nelle sue parole e avevo bisogno di alleggerire l’atmosfera, quindi sollevai un nuovo argomento.

«Quindi sarà Marsh il prossimo eh? Dev’essere lui!» Finsi la mia rabbia, allontanando le mie mani dalla presa di Kinn.

«Porsche. Te l’ho già detto, non siamo quello che pensi di noi. Te lo giurò.» mi spiegò Kinn.

«Non mentirmi, fottuto bastardo! Vi ho visti entrambi quel giorno!»

Mi morsi il labbro. Era già troppo tardi per tirarsi indietro ora, come avrei voluto sapere quando stare zitto e smettere di blaterare stronzate che mi facevano sembrare stupido.

«Porsche te lo prometto! Non ho fatto niente con lui! Puoi anche controllarlo da te.» disse il bastardo e subito sollevò i fianchi, sbottonandosi i pantaloni.

«C-Cazzo stai cercando di fare Kinn!!!» Urlai e il bastardo si limitò a ridere.

«Ti dimostro che non ho permesso a nessuno di toccarlo dopo di te.» Rispose sornione.

«Va bene! Va bene! Basta così! Mettiti i pantaloni adesso!» dissi, alzando la mano davanti a me in segno di sconfitta.

«Pensavo che volessi che te lo dimostrassi. Sto solo facendo quello che mi hai detto di fare.» Kinn fermò la sua dissolutezza e mise delicatamente il mento sulla mia spalla.

«Vuoi che ti butti fuori dalla macchina? Kh! G-vai via da me bastardo!» Provai a spingerlo via, ma lui aveva già messo la sua mano sulla mia vita come un fottuto polpo.

«Non voglio.» Kinn rispose, seppellendo il viso ai lati della mia guancia.

«K-Kinn bastardo! Che diavolo sei…» Mi fermai a metà frase quando capii cosa stava facendo quel bastardo. Aveva annusato la mia pelle, espirando lentamente ai lati della mia guancia fino agli angoli del mio collo.

«K-Kinn… s-stop.. Ahh…»Gemetti impulsivamente.

Fanculo! Quel suo improvviso tocco erotico era troppo e non riuscivo più a controllarmi. Dovevo uscire di lì o sarei stato travolto di nuovo!

«Kinn bastardo! Ho detto basta…» Lo spinsi via solo per essere tirato indietro di nuovo, ma questa volta, il suo viso direttamente più vicino al mio. Ero stordito, di fronte a lui con gli occhi spalancati. Kinn non aveva mai lasciato il mio sguardo come se stesse fissando direttamente la mia anima. Cominciai a soffocare con il mio stesso respiro mentre sentivo la tensione tra noi crescere. Anche il suo sguardo non aiutava, perché aveva fatto riaffiorare di nuovo i miei sentimenti. Provai a spingerlo un’ultima volta, ma Kinn mi prese la mano e la bloccò di lato.

«Posso baciarti?» chiese Kinn a bassa voce e io potei solo deglutire in risposta.

Mi guardò negli occhi e lentamente si avvicinò verso le mie labbra. Rimase lì per un po’ prima di farsi strada gradualmente per incontrare di nuovo il mio sguardo. Ero così perso nel momento che tutto quello che potevo fare era seguire i suoi gesti con il mio sguardo fremente. Kinn aveva quindi raggiunto la mia guancia e stava per sporgersi quando improvvisamente il suo telefono cominciò a ronzare di messaggi.

«Fanculo!» Kinn imprecò, si staccò immediatamente per prendere il suo telefono.

«E-E’ Pete?» dissi con sollievo. 

Accidenti, era così vicino! Sveglia, cazzo, Porsche!

Kinn si accigliò e digitò la password per aprire il telefono. Quindi premette sulla sua app Line e fece scorrere i messaggi.

«Cosa c’è questa volta Pete?» borbottò Kinn.

«Cosa ti ha mandato Pete, eh?» gli chiesi maliziosamente e il bastardo rimase in silenzio per un minuto. Quindi passò ai file e ai messaggi inviati da Pete e fece clic su uno di essi.

«A-ahh… C-cazzo! Ahnn…»

«Cazzo sei ancora dell’umore giusto per guardare il porno adesso Kinn!?» Gli urlai contro, ma il bastardo non se ne preoccupò, essendo impegnato a fissare immensamente il video in riproduzione.

«Merda!» imprecò all’improvviso.

«A cosa diavolo stai urlando!?» dissi e inclinai la testa verso lo schermo del suo telefono. Kinn si sporse in avanti e quando ebbi una visuale migliore, i miei occhi si spalancarono per lo shock.

Merda!

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