VEGAS X PETE – SPECIALE 4

-Pete-

«Vegas sta iniziando a rispondere. Ma la resistenza del corpo che è entrato in conflitto con il sistema cerebrale lo ha fatto tremare. In ogni caso non c’è nulla di cui preoccuparsi, Pete. Cos’è quello che è appena successo?» Il dottor Top mi guardò, alternandosi a Macau, poi tacque prima di sistemarsi davanti al ragazzo. «Macau, vuoi fare uno spuntino con me al piano di sotto dell’edificio?» Il dottor Top sorrise a Macau che rimase a testa bassa in silenzio.

«Voglio stare qui con mio fratello.» Disse Macau con voce tremante.

«Usciamo un momento, Pete resterà con lui. Macau, andiamo a prendere una boccata d’aria fresca. Qualsiasi cosa ti faccia stare male, lasciala andare…» Il dottor Top si allungò e accarezzò delicatamente la testa di Macau.

«Macao, esci e fai uno spuntino con il dottor Top. Mi prenderò cura di Vegas.» Lo abbracciai e poi mi affacciai a guardarlo, sorridendo come sempre.

«Pete, il bambino di…»

«Non pensare a quello che non è ancora successo. Andrà tutto bene.» Cercai di confortarlo anche se il mio stato mentale era al limite, quasi non riuscivo a controllarmi.

«Allora… scendi a comprare una torta anche per Pete. Forse adesso è stanco, no?» Macau annuì lentamente in accordo con le parole del dottor Top, che allungò una mano per afferrare quella di Macau e lo tirò su, poi entrambi uscirono.

Andai lentamente al letto di Vegas e mi sedetti sulla mia sedia.

Vegas… Spero che quelle urla di dolore e sangue sul pavimento non scatenino in Macau un senso di colpa. Perché nella sua vita avrebbe peggiorato le cose.

[La settimana scorsa]

Il dottor Top mi aveva chiamato per parlare della velocità di recupero di Vegas. Solo il cervello non era molto reattivo, ma nel complesso tutto andava bene. Ma ciò che rendeva il dottor Top preoccupato non era Vegas ma Macau.

«Ho consultato un amico che è uno psichiatra, a Macau è stata diagnosticata la depressione, osservandolo avevo capito ci fosse qualcosa che non andava.»

«Depressione?»

«Sì! La malattia è causata da sostanze prodotte non a sufficienza nel cervello e da un cattivo stato mentale. Se non viene trattata tempestivamente, sarà molto pericolosa.»

«Quindi cosa dovrei fare?»

«Nel momento peggiore vuole stare con la persona con cui si sente più a suo agio. Ho visto che Macau si è fidato ed avvicinato velocemente a te, quindi penso che potresti essergli di aiuto.»

«Per favore, dimmi come posso aiutarlo!»

«Cerca solo di non farlo pensare troppo. Non metterlo in situazioni stressanti. Non lasciare che litighi con persone che influenzeranno gravemente la sua mente. E insegnagli gradualmente a stare di più nel mondo reale. Insegnagli, parlandogli gentilmente, la sua mente sarà più forte e i suoi sintomi miglioreranno…»

«Si riprenderà?»

«Sì.»

[Presente]

«Vegas… mi dispiace per Macau, mi dispiace per te, perché voi ragazzi dovete soffrire così tanto?» Mi accasciai sul lato del letto. Con una mano avvolsi la vita di Vegas e lo abbracciai dolcemente. «Quando supereremo questo periodo? Sono stanco… Ho ancora speranza, vero? Non riesco a dormire sonni tranquilli in questi giorni. Ero preoccupato che se mi fossi svegliato a tarda notte non sarei riuscito a trovare nessuno. Mi sentirei di nuovo solo? Ho paura che se distolgo lo sguardo da te e non senti la mia voce, penserai di essere di nuovo solo anche tu. Ho paura di non avere coraggio. Ho paura della disperazione. Ma voglio che tu sappia che sono qui. Non andrò da nessun’altra parte.» Abbracciai Vegas più forte e lasciai che le lacrime scendessero. Lasciai andare la debolezza nel mio cuore, perché farlo per un po’ sarebbe andato bene. 

«Non vado da nessuna parte, davvero!» Disse una voce roca, lentamente e chiaramente mentre il palmo di qualcuno toccava il mio braccio cercando di confortarmi. Il mio cervello venne momentaneamente sconvolto, il mio cuore pompava con forza, il mio respiro si bloccò perché sia ​​il tono che il tocco caldo appartenevano a…

«Vegas!» Alzai la testa e scattai in piedi bruscamente dalla sedia con una faccia piena di lacrime. Non ero più imbarazzato a far uscire tutto. Non esitai a chinarmi per abbracciare Vegas che aprì gli occhi e mi fece un debole sorriso.

«Pete, perché piangi?» Vegas strinse la presa su di me e mi accarezzò la testa con la mano. Non ci furono parole da parte mia, solo il suono dei singhiozzi che echeggiava in tutta la stanza. Avevo sollevato una montagna dal mio petto, lasciando solo sollievo e felicità. Tutto lo stress, lo scoraggiamento e la disperazione erano svaniti in un battito di ciglia, avevo sentito il suo corpo reagire a me. Avevo sentito il calore che mi aveva abbracciato. Avevo sentito di nuovo l’amore. Volevo abbracciarlo forte ed il più a lungo possibile.

«Qualcuno ti dà fastidio… perché piangi?» Vegas continuò a chiedermelo, io scossi solo la testa contro il suo petto che era inzuppato di tutte le mie lacrime.

«Oppure hai fame… o cosa vuoi?» Vegas mi tirò su e mi fissò dritto in faccia. Il suo pollice mi accarezzò le guance per asciugarmi le lacrime che scendevano finché non seppe come fermarle.

«Vegas… non sto sognando, vero?» dissi incredulo. Vegas sorrise solo dolcemente e continuò a fissarmi.

«Pete… Davvero non mi lascerai, vero?»

«No… non andrò mai da nessun’altra parte.»

«Sei troppo stanco… mi dispiace di averti lasciato solo.» La mano che non era ingessata mi accarezzò il viso e mi guardò con uno sguardo amorevole che avevo desiderato per un mese.

«Hai sete… ti porto un po’ d’acqua… No, prima devo chiamare l’infermiera… e poi hai fame?» Mi allontanai e rimasi per un po’ accanto al letto. Il mio cervello stava elaborando il fatto che Vegas si era svegliato e poi ero molto eccitato. Se avessi saputo che sarei stato così, avrei fatto delle prove di come mi sarei comportato con Vegas in caso si fosse svegliato, così da non agitarmi in quel modo. Come se avessi dovuto fare le esercitazioni antincendio. 

Ops!!!! Perché hai improvvisato, Pete?

«Pete… sono qui… va tutto bene.» disse Vegas ridacchiando mentre pensavo a cosa fare dopo. Il mio cervello era così sotto shock che non riuscivo a connettere, quindi mi chinai per abbracciarlo di nuovo e gridai: «Vegas!»

«Grazie.» Anche Vegas mi abbracciò forte, strofinandomi la testa più e più volte.

Dopo un po’ mi calmai e premetti il segnale di chiamata dell’infermiera prima di versare l’acqua in un bicchiere e mettere una cannuccia dentro per far bere Vegas.

«Fratellone!» Mentre tenevo stretta la mano di Vegas e l’infermiera controllava il suo corpo, il dottor Top e Macau entrarono nella stanza.

«Hai fatto il bravo?» Vegas abbracciò forte Macau con l’altra mano.

«Pete si è preso cura di me.» Vegas si voltò per sorridermi.

«Solo un momento, fammi controllare tutto nei dettagli. L’infermiera ti porterà nella stanza della risonanza magnetica. Stai bene, Vegas?» Il dottor Top prese atto dei sintomi di Vegas e lo controllò prima di rivolgersi all’infermiera per dare l’ordine.

«Sto bene.» 

Macau ed io seguimmo il letto di Vegas nella sala di risonanza magnetica. Sentendosi sopraffatto dalle condizioni generali, tutto andava bene. Aveva solo il gesso al braccio e doveva aspettare che la frattura si saldasse completamente. Le costole si erano riprese rapidamente. Vegas provava ancora un po’ di dolore, ma non era insolito. Doveva ancora rimanere in ospedale per fare riabilitazione prima di poter tornare a casa ed io ero così felice.

Quando Vegas tornò nella sua stanza, era ancora confuso e stordito. Chiese della sua salute e quanto tempo avesse dormito. Macau gli raccontò cosa era successo nell’ultimo mese e come si era preso cura di lui. Ma Macau aveva anche detto che raramente faceva qualcosa, perché ero io che mi prendevo cura di Vegas ventiquattro ore al giorno, continuavo a fare questo e quello tutto il tempo…

«Pete… Se mi sveglio, non te ne andrai più, vero?» Vegas si sdraiò per dormire di nuovo quando l’infermiera gli diede un antidolorifico che gli fece venire sonno. Il suo corpo probabilmente non era ancora in grado di adattarsi completamente a tutto. Lo avvolsi semplicemente in una coperta e dissi una frase che veniva dal profondo del mio cuore.

«Ti prometto che ogni volta che aprirai gli occhi, oggi, domani o in qualsiasi altro giorno, sarò proprio qui, Vegas.» Spensi le luci nella stanza, lasciando solo le lampade a luce calda quando capii che Vegas si era addormentata di nuovo. 

Ma questa volta devi svegliarti, altrimenti cercherò una moglie!

«Bene.» Risi al mio pensiero. Era sera presto, Macau uscì per parlare al telefono e poi tornò dentro.

«C’è una festa a casa della famiglia principale. Ci andrai?» Mi chiese Macau.

«Non voglio lasciare Vegas da solo.»

«Ma P’Khun ha detto che dobbiamo andare.»

«Vai, Macau… Se vuoi andare, allora vai. Veglierò io su tuo fratello.»

«Voglio stare con te e mio fratello.»

«Ora sta bene, Macau. Esci a prendere una boccata d’aria fresca. Sarà meno stressante.» dissi, ma lui scosse la testa come se insistesse nel poter restare con me.

«Phi Pete, ciao! Macau, ciao!» Porsché, insieme a Kim, entrò nella stanza. Alzai la mano per salutarli ed annuii.

«Papà mi ha chiesto di portare della frutta.» Kim posò la frutta sul tavolo da pranzo, il suo comportamento era freddo come sempre.

«P’Khun ci ha chiesto di portare anche Macau a casa.» Ché fece un sorriso a Macau che si voltò per chiedere la mia opinione.

«Vai a dire alla famiglia principale la buona notizia. Vegas è sveglio.»

«Cosa? P’Vegas si è svegliato?»

«Sì, ma ha preso delle medicine e si è addormentato proprio ora.»

«Congratulazioni, P’Pete e Macau.» Porsché sorrise ampiamente finché i suoi occhi non si chiusero e allungò una mano per accarezzare delicatamente il braccio di Macao.

«Congratulazioni, Pete. Questa volta pensavo che saresti rimasto vedovo.» disse Khun Kim, sorridendo.

«Attento a come parli, Kim.» Porsché si voltò a guardare Kim con rabbia e continuò a parlare con Macau: «Non essere stressato per questo. Ti porterò a festeggiare.» Porsché disse a Macau. 

Per quanto ne sapevo, entrambi frequentavano la stessa scuola, ma non si erano mai parlati fino a dopo l’incidente, Porsché si era avvicinato di più a Macau e a lui sembrava che andasse bene.

«Ma non voglio andare.» Macau fece una faccia imbronciata.

«Se non vieni, mi strapperò le orecchie. Sono pigro ad ascoltare P’Khun che si lamenta, sembra di stare al mercato.» Porsché sembrava spaventato a quel pensiero.

«Allora lascio Macau con Ché. Quando la festa sarà finita, torna a dormire qui. Ti aspetterò.» Macau fece un’espressione leggermente imbarazzata prima di seguire Kim e Porsché fuori dalla stanza.

Tutto stava andando per il meglio e mi sarebbe piaciuto vedere le due famiglie che si riconciliavano. 

Bussarono di nuovo alla porta, stavo per voltarmi perché pensavo fosse Macau che aveva dimenticato qualcosa, ma invece entrò il dottor Top.

«Come va dottor Top?»

«La signorina Pim ha partorito nel momento esatto in cui Vegas si è svegliato. È un maschietto…»

«E… come sta…» Mi morsi forte il labbro, i miei occhi erano pieni di preoccupazione.

«Sia la madre che il bambino stanno bene.» Emisi un profondo sospiro mentre mi accarezzai il viso e gli occhi come per alleviare lo stress.

«Ma…» Alzai subito lo sguardo verso il Dottor Top e lanciai uno sguardo implorante come per dire, ehi, non dirmi che c’è di nuovo qualcosa che non va!

«Cosa è successo?»

«Dopo essere stata portata in reparto dalla sala operatoria, la signorina Pim è scomparsa senza che nessuno sapesse cosa fosse successo.»

«Che cosa?» Quante altre cose avrei dovuto affrontare in un giorno?

«E ha lasciato il bambino in terapia intensiva neonatale.» Persi la testa per un momento, il mio cervello era vuoto come se non ci fosse nulla dentro.

«Posso… posso aiutare?» Emisi un sospiro pesante.

«Dato che la cartella clinica ha sempre affermato che il padre è Khun Kant Theerapunyakorn, quindi…»

«Questo bambino deve essere affidato alle cure della Seconda Famiglia. È giusto?»

«Sì, Pete potresti aiutarmi e fare una commissione per me.»

Le mie ginocchia quasi crollarono. Il padre era appena morto, il fratello aveva avuto un incidente e l’altro fratello era in un pessimo stato mentale. E quel piccolo era appena nato da una madre che era scappata. Io… Pete Phongsakorn, l’ex capo guardia del corpo della prima famiglia che era stato coinvolto con la seconda famiglia per un solo mese, aveva dovuto sopportare tutti i problemi e cercare di sistemare tutto nel miglior modo possibile. 

Adesso dovevo anche crescere un altro erede… Stavo impazzendo! Avevo il karma contro? Nella mia ultima vita, avevo ucciso tutta la Seconda Famiglia o cosa? Perché Khun Kant mi aveva fatto questo?

Seguii confuso il dottor Top in terapia intensiva neonatale. Confuso dal fatto che Vegas e Macau non stessero assolutamente bene. Dovevo lasciarlo a Vegas o qualcuno aveva firmato un consenso per mandare il bambino in un orfanotrofio? Era possibile? Volevo saperlo!

Guardai quattro bambini nelle culle sdraiati fianco a fianco e pensai a cosa avrei dovuto fare dopo. La prima famiglia o l’orfanotrofio, quale era meglio? Ma poi… gli occhi. Mi imbattei in un paio di grandi occhi rotondi che mi fissavano come se ci fosse qualcosa… qualcosa di speciale da parte di questo bambino che mi aveva reso incapace di staccare gli occhi da lui. Il corpo bianco e puro, le labbra piccole, il naso piccolo, le braccia e le gambe si muovevano lentamente. E i suoi occhi mi fissavano. Occhi innocenti…

«Quello è lui…» Feci un respiro profondo e capii subito come avrei affrontato la cosa.

[Tre giorni dopo]

«Vegas, per favore…» Mi sedetti sul letto di Vegas e gli scossi leggermente il braccio. Per tre giorni avevo pensato a come arrivare al punto con lui.

«Sei pazzo, Pete?» Vegas si era arrabbiato dopo aver ascoltato tutte le cose che gli avevo detto sulla signorina Pim e il bambino, e negli ultimi tre giorni avevo passato il tempo in cui Vegas stava dormendo, ad andare segretamente in terapia intensiva neonatale a visitare il bambino. Avevo cercato di tenerlo in braccio e di dargli il biberon con l’incoraggiamento delle infermiere.

«Il signor Pete deve essere in grado di prendersi cura di suo fratello minore.»

«Proprio ora, stava piangendo. Quando è arrivato e l’ha preso in braccio, ha smesso di piangere immediatamente. Come ha fatto??»

«In realtà, un bambino di questa età non può vedere chiaramente. Ma durante la sera, sembra aspettare qualcosa, o qualcuno.»

Davvero un pazzo! Perché ogni volta che guardavo quel bambino, mi sentivo così speciale? Era come se avessimo qualcosa in comune, una strana connessione a cui mi sentivo legato.

«Ma quello è tuo fratello minore Vegas. Almeno ha il tuo stesso sangue.»

«Pim non conta come mia parente. Da quello che ho sentito, ha maledetto Macau. Che brava persona sono dal momento che non l’ho ancora braccata, non le ho sparato allo stomaco e fatto uscire tutte le sue viscere dal corpo?» disse Vegas con rabbia.

«Allora cosa hai intenzione di fare con quel bambino?» chiesi, fingendo di piangere quando la mia richiesta non fu accolta. Avevo chiesto a Vegas di adottare quel bambino. Mi sarei preso cura di lui da solo. Gli avevo chiesto di firmare i documenti e di portare il bambino fuori dall’ospedale. Comunque era suo fratello maggiore!

«Lascia andare quella dannata cosa. Ci penserà l’ospedale.» disse Vegas con rabbia. 

Mi tenni stretta la testa per lo stress, mentre i suoi occhi scintillanti mi fissarono. 

«Allora mi prenderò cura del bambino da solo! Anche se non lo farai tu!» Gridai ad alta voce, sentendomi deluso da lui. 

Bastardo! Le persone come te sono crudeli, disumane. 

Feci finta di alzarmi dal letto ma Vegas mi trattenne la vita, spingendomi sul letto e si mise a cavalcioni su di me finché non mi sentii quasi male. Perché era così forte? E aveva usato solo un braccio?

«Vuoi avere un bambino?» Vegas si chinò e mi accarezzò la guancia con la punta del naso. 

«Lasciami andare!» Girai la testa, cercando di resistergli, ma non usai troppa forza per paura di riaprire la sua ferita.

«Perché hai intenzione di crescere un cucciolo? Facciamo il nostro bambino!» Vegas mi fece scivolare la faccia contro il collo prima che mi sporgessi e cercassi di scappare.

«Divertente! Levati!» Cercai di spingere via il suo petto con entrambe le mani, ma riuscì a baciarmi. Vegas succhiò dolcemente le mie labbra finché non iniziai a perdere il controllo.

Davvero? Pete? 

Le sue labbra premettero ripetutamente sulle mie, prima di infilare la sua lingua nella mia bocca, le mie emozioni iniziarono a salire alle stelle. 

«Posso entrare?» Vegas ed io ci allontanammo in fretta l’uno dall’altro, saltai fuori dal letto del paziente e mi rimisi in piedi velocemente. 

«P… per favore!» dissi balbettando.

«Porta qui il bambino.» L’infermiera spinse dentro la culla,  avevo dimenticato di aver detto loro di portare qui il fratellino perchè avevo programmato quando parlare con Vegas.

«Perché lo porti qui?» chiese Vegas severamente. Ma io andai verso la culla e presi il bambino, tenendolo tra le mie braccia. 

«Andiamo a conoscere tuo fratello maggiore.» Gli misi un dito sulla punta del naso e fissai gli occhi che mi guardavano appassionatamente, credevo che Vegas non avrebbe potuto resistere a quegli occhi che erano legati a lui, nel caso avesse cambiato idea.

«Portalo fuori!»

«Fratellone… per favore guardami!» Mi sdraiai di nuovo sul letto, cercando di fargli guardare il bambino, ma lui non si degnò di farlo.

«Pete!»

«Oh no, non piangere, non piangere.» L’avevo tenuto in braccio per diversi giorni e non aveva mai pianto, ma quando mi ero avvicinato a Vegas, aveva iniziato a piangere.

«Rumoroso!» Vegas iniziò a sentirsi irritato, così mi girai a guardare l’infermiera, che sorrideva imbarazzata e le feci segno di andarsene prima, cosa che lei capì e subito lasciò la stanza.

«Ohhhh, non piangere… Vegas, il bambino non sa niente. Si tratta di crescerlo… Guardalo, è solo un neonato. Non sapràmai niente di te se lo lascerai andare via con qualcuno. Comunque, per metà appartiene a tuo padre… Tuo padre è morto ora. L’unica cosa che tuo padre ha lasciato è il suo amore per te, Macau e questo bimbo. Tu ami così tanto Macau e credo che amerai molto anche questo bambino.» Cercai di convincerlo ad accettarlo, anche se tutto ciò che avevo detto era la verità.

«Io e Macau abbiamo vissuto molte cose insieme. Non può essere paragonato a Macau.» Vegas, non importava quanto fosse tenero con me, una cosa che persisteva era la sua testardaggine.

«Lo so, ma se avessi avuto una scelta, non avresti permesso a Macau di affrontare una cosa del genere, giusto? Anche questo bambino, non lasciare che debba affrontare niente da solo.»  Vegas sospirò pesantemente, le sue espressioni facciali cominciarono ad ammorbidirsi. Notai che quello era un buon segno, quindi continuai in fretta. «Se non ti piace quello che tuo padre ti ha fatto, è possibile che possiamo sistemare tutto con questo bambino? Lo alleveremo bene e lo faremo crescere perfettamente. Allora, come avresti voluto essere trattato da tuo padre? Crescilo in quel modo. Almeno lascia che ogni cosa nella tua mente, ogni problema, ogni conflitto finisca con questo bambino, Vegas.» dissi mentre accarezzavo il sedere del bambino finché non si addormentò.

«E come puoi essere sicuro che in futuro non diventerà una persona come sua madre?»

«Perché sua madre lo ha già lasciato. Quindi credimi che lo crescerò per farlo diventare una brava persona.» Implorai Vegas e misi la testa sulla sua spalla.

«Allora questo bambino diventerà un po’ matto. Parlerà da solo, penserà a se stesso, mangerà bene e sarà arrogante…»

Ma non appena Vegas finì di parlare, mi sporsi in avanti e lo baciai sulla guancia.

«Grazie!»

«Cosa! Non sono ancora d’accordo.»

«Non scappare dal tuo cuore.» dissi cercando di infastidirlo.

«Anche se il mio cuore non è disposto ad accettarlo, lo farò grazie a te, Pete.» Sorrisi ampiamente e gli baciai le labbra.

«Allora come ti chiami?» Guardai il viso del piccolo bambino con gli occhi chiusi tra le mie braccia.

«Red.»* disse Vegas con una faccia morta.

«Bastardo! Tuo fratello ha guardato troppo Phra Khanong… Dovremmo scegliere un nome che sia associato a te. Così sarete in grado di legare rapidamente.» Feci una smorfia e continuai a pensarci.

[*N/T: fa riferimento al film Red Phra Khanong (แดง พระโขนง). Red era il figlio di Mae Nak Phra Khanong. Red in realtà era un bambino fantasma.]

«Non voglio che sia associato al mio nome!» Vegas guardò leggermente e voltò la testa dall’altra parte.

«Ve… Ve cosa?» dissi, ignorando quello che aveva detto Vegas.

«Vegie!» Tirai una gomitata al fianco di Vegas, accusandolo di non essere creativo.

«Venice…Venice è bello, vero? Non è solo simile al tuo nome, ma è anche il nome di una regione come Macau.» Feci brillare i miei occhi finché Vegas sospirò di nuovo annuendo.

«Ma Macau non lo accetterà di sicuro.» disse Vegas in tono stressato.

«Penso di poter parlare con Macau.» Ero fiducioso che Macau avrebbe capito tutto se avessi ragionato con lui.

«Cosa sei? Un Life coach? Sei così bravo con la persuasione?» Risi alle parole di Vegas. 

Sai, da quando mi hai imprigionato nella tua stanza, ho letto solo il libro Filosofia della vita.

«Aspetta un secondo. Prima porto Venice a dormire nella culla.» Portai il bimbo verso la culla e lo guardai con amore.

«Sei sicuramente sua madre… Allora devo essere suo padre.»

«Genitori, cosa?» dissi piano, temendo che Venice si svegliasse.

«C’è una differenza di età così grande. E gli lasciamo ancora chiamarci Phi?»

«Allora tu fatti chiamare Papà ed io Phi.»

«Ti farò chiamare mamma, va bene?» Alzai verso Vegas il dito medio finché non scoppiò a ridere. «Vieni qui.» Vegas mi chiese. «Siediti.» 

Mi arrampicai sul letto e mi sedetti vicino a Vegas che mi strinse in un ampio abbraccio.  

«Che cosa?» Vegas si chinò e mi baciò sulla guancia.

«D’ora in poi, devi stare con me per il resto della tua vita.» Mi sentii sopraffatto, il mio cuore batteva in modo incontrollabile.

«Mi stai chiedendo di essere il tuo ragazzo?» La mia bocca era più veloce della mia mente. Avevo già pensato tra me e me che sarebbe stato così toccante se mi avesse chiesto di essere il suo ragazzo.

«NO.» Vegas disse ed io mi infastidii subito.

«Allora lasciami andare!» 

Mi chiedi di tornare allo stato originale come tuo sottoposto? Non sono interessato.

«Ti chiederò di essere mia moglie perché ci siamo tu, io e quel bastardo laggiù.»

«Non parlare di Venice così!» Ero irritato, Venice era un bambino così carino e Vegas era così freddo. 

«Ci vediamo da qualche giorno e mi hai portato via tutto il mio amore. Davvero?» Vegas rise, girandosi per toccarmi di nuovo la fronte. «In conclusione, devi stare con me per il resto della tua vita.» 

Anche se non erano parole dolci, non erano parole per chiedere a qualcuno di stare insieme come farebbe una persona normale, mi sentii estremamente bene.

«Uhm… Tutta la mia vita, fino al mio ultimo giorno.» Avvolsi le mie braccia intorno a Vegas liberamente e affondai la mia faccia nel suo petto. I miei occhi fissarono Venice nella culla e pensai che avrei dovuto allevarlo il meglio che potessi. Perché l’immagine davanti ai miei occhi ora sembrava così strana? Vegas sdraiato sul letto da paziente con Venice nella culla come…

«Hahaha, è come se avessi appena partorito Venice. Sembra che la balia abbia portato qui il bambino perché la madre lo allattasse. Hahaha.» Risi così tanto e Vegas scosse appena la testa e mi abbracciò più forte di prima.

Perché mi sentivo davvero realizzato adesso? Sia l’abbraccio di Vegas che il guardare gli occhi di Venice erano più della parola felicità. 

Possano d’ora in poi arrivare solo cose buone alla nostra famiglia e che nulla ci separi.

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Cicci_Du

Innamorata persa!!!❤️❤️❤️😍😍😍😍😍🤩

taty

Che tenerezza!! Dai Pete che ormai lo hai in pugno ahahah Bellissimo capitolo!

Simax81

nonostante tutte le cose brutte fatte da Vegas in precedenza…loro sono la coppia che preferisco.
grazie per la traduzione

Maia

Quanto li amo ❤❤❤

Nadia

Bellissimi questi capitoli extra! Grazie mille per la traduzione <3

Anna

No va beh….🤧🤧🤧😭😭😭😭

Tammy

Che bel capitolo , finalmente . Vegas e Pete in love 🥰🥰🥰

Toniolo Francesca

Che dolce Pete! In questi speciali fa molta tenerezza. È arrivato un po’ d’amore finalmente x Vegas e Macau, ed x il piccolo Venice!!! Bellissimo ❤

Loredana

Un capitolo dolcissimo. Ora spero che per loro sia un cammino di sola felicità ..

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