VEGAS X PETE – SPECIALE 3

-Pete-

«Signorino Macau, vorresti scendere al piano di sotto per comprare delle cose? Lascerò venire Arm con te. Cerchiamo di essere amici.» Versai un bicchiere d’acqua e lo consegnai ad Arm, che si era offerto volontario per raccogliere gradualmente le cose nella mia camera da letto dalla casa della famiglia principale, Macau era arrivato lì in stato di shock.

«Non chiamarmi Signorino Macau, solo Macau ok? P’Pete sei il ragazzo di mio fratello, vero?» Arm che stava bevendo l’acqua si strozzò per quella improvvisa affermazione. 

«Chi te lo ha detto?» Ero imbarazzato perché mi vergognavo parecchio! 

Dannazione! Arm ed io avevamo combattuto fianco a fianco molte volte. Cosa avrebbe pensato del fatto che il suo leader fosse diventato così… cazzo!

«Nop ha detto che mio fratello ti ama veramente tanto. É vero?» Macau avvicinò il viso per chiedere, ed io mi imbarazzai maggiormente. 

«Non lo so, ma non sono il suo ragazzo!» Dissi forte e chiaro, anche se non avrei più lavorato nella casa della famiglia principale, dovevo mantenere un po’ della mia immagine.

«Davvero! Non hai visto quando…» Macao indicò il mio viso e strinse gli occhi, lanciandomi un’occhiata, quindi parlai in fretta per cambiare argomento immediatamente.

«Macau andrà al funerale oggi?»

«Un giorno riuscirò ad andare di nuovo ad un funerale.” L’espressione di Macau diventava meno calma ogni volta che ne parlava, come se fosse consapevole ma non volesse rispondere. Quel ragazzo teneva dentro i suoi sentimenti, era testardo e non accettava niente facilmente. Visto che andava d’accordo con le persone difficili, non aveva molti amici. Ma ciò che aveva sorpreso Nop era stato che Macau si era aperto facilmente con me e mi era piaciuto particolarmente.

«Macau… Posso dirti qualcosa?» Tirai Macau e mi sedetti sul divano accanto a Arm, cosa che Macau accettò di fare. «Non so se ho il diritto di parlare o meno, non so se è opportuno che io lo faccia…»

«Pete, dimmi!» Macau interruppe frettolosamente la mia frase, mi ritirai guardando Arm, che puntò il dito contro se stesso, chiedendo se dovesse uscire e aspettare, ma scossi la testa in risposta.

«Forse sei ancora arrabbiato, potresti ancora sentirti in colpa per ciò che è successo nella tua vita, ma credo che dovresti dire addio a tuo padre per l’ultima volta e perdonarvi a vicenda. Credo che se potesse farlo, Vegas probabilmente andrebbe al funerale Khun Kan per salutarlo un’ultima volta. Per favore, vai tu al posto di tuo fratello. Tuo fratello ha sempre cercato di fare il meglio per te, ma oggi dovresti essere tu a farlo per lui.»

Gli strinsi le mani durante la conversazione e lui era molto attento. Tenne la testa bassa come se stesse cercando di pensare a quello che gli avevo detto finché alla fine non la alzò e annuì lentamente, così gli rivolsi un sorriso incoraggiante mentre gli accarezzavo la testa affettuosamente. Macau non era un cattivo ragazzo, bastava parlargli in modo ragionevole ed avrebbe pensato da solo a come fare. Solo il signor Khun aveva detto che Macau era un ragazzaccio, ma quello era solo perchè aveva creato un’armatura per proteggersi e non mostrarsi debole agli occhi di coloro che non stimava o con cui si sentiva insicuro. Ma era davvero un ragazzino molto fragile e sensibile. Si trattava di nutrirlo e prendersi cura di lui, proprio come aveva fatto Vegas.

Quel giorno Macau sarebbe cresciuto e diventato più forte, osando affrontare nuove sfide.  

Avrebbe accettato la verità e sarebbe andato avanti. 

Spero che sarai orgoglioso del tuo fratellino, Vegas.

«Allora ti accompagno di sotto a fare la spesa.» disse Arm con un sorriso stampato in faccia.

«A P’Khun non importa, giusto?» Macau si voltò per chiedere ad Arm la sua opinione.

«Il signor Khun non è potuto venire qui, anche se stava piangendo finché la casa non è stata quasi distrutta.» Disse Arm, con un’espressione confusa sul viso.

«Bene, provo pietà per il dottor Top!» dissi ridendo e annuendo. Macau si alzò per seguire Arm per comprare qualcosa da mangiare di sotto.

Quando i due uscirono dalla stanza, significava che era arrivato il silenzio. Ancora una volta andai a chiudere le tende della finestra del reparto Vip perché era arrivata sera. Era il quinto giorno dopo aver attraversato il momento più difficile della mia vita.

In fondo alla vita e alla morte della persona che amavo, avevo rinunciato a tutto per lui.

Mi sedetti sulla mia poltrona accanto al letto e fissai la figura addormentata dell’uomo da cui avevo cercato di scappare per tutta la settimana. Avrebbe dovuto essere quello di cui ero più arrabbiato, quello che avrei dovuto odiare di più al mondo, quello da cui sarei dovuto scappare il più lontano possibile. Ma ora, non importava quanto tentassi di scappare, lo avrei seguito ovunque andasse, sia che corresse fino ai confini del mondo, si tuffasse nel fondo dell’oceano, o fosse addirittura caduto in uno stato di incoscienza, se non potevo riportarlo indietro ero pronto ad andare ovunque con lui.

 «Vegas … Macau è cresciuto oggi.» Allungai la mano per stringere la sua, gliela massaggiai e abbassai la testa per sussurrargli vicino all’orecchio. Il primo giorno ero stato sotto shock dopo aver assistito all’incidente d’auto, avevo cercato di rimanere calmo e avevo stretto i denti per accettare la verità, il secondo mi ero seduto ed avevo iniziato ad aspettare. Essere di fronte alla terapia intensiva mi aveva fatto capire che da quel momento in poi avrei dovuto conoscere il valore del tempo.  Perché se tutto non poteva essere ribaltato, non sapevamo se l’occasione ci sarebbe capitata oppure no. Non sapevo quanto mi sarei pentito se non avessi seguito i miei sentimenti.

«Tuo fratello è molto forte. Farò del mio meglio per prendermi cura di lui mentre sei in vacanza. Ma devi sbrigarti perché… Mi manchi tanto… Mi manchi da morire.» Strofinai leggermente il palmo della mano contro una guancia e premetti la punta del naso contro l’altra, come avevo fatto negli ultimi giorni.

Qualunque cosa avrei fatto, avrei smesso di mentire a me stesso e di scappare dai miei sentimenti perché non mi rendeva per niente felice.

«Vegas sono tornato a trovarti oggi. Sei in terapia intensiva da cinque giorni e mi manchi da morire! Il primo giorno il dottore non ha saputo darmi risposte, mi ha solo detto che avevi perso molto sangue, tutto qui, il mio cuore era spezzato. Ma il secondo giorno il dottore era più calmo e continuava ad uscire ed entrare. Non so come ho fatto a resistere finché non è arrivato il turno di Macau. Sono andato a incontrare Nop che mi ha portato il cambio di vestiti e poi sono andato a cercare del cibo e dell’acqua. Ma non avevo la motivazione per fare nulla. Però ho fatto la doccia ed ho cambiato i vestiti. Ero così nervoso che sono quasi impazzito. A tarda notte il dottore mi ha detto che eri stabile e non in pericolo, anche se hai molti punti di sutura alla testa, un braccio fratturato e due costole rotte. Ma il problema più grave è la tua testa perché è stata colpita parecchie volte… Voglio sapere con cosa sei stato colpito.» Gli avevo parlato per tre giorni, sperando che si accorgesse di qualcosa. Avevo alleviato un po’ la tensione dopo essermi preso cura di Vegas ogni giorno. Stimolare sia le attività fisiche che quelle cerebrali avrebbe potuto far sì che Vegas volesse svegliarsi presto.

«Quando si riprenderà?»

«Dipende dallo stato fisico e mentale del paziente. Se il paziente ha vissuto molti eventi traumatici, la possibilità che il paziente non si riprenda e diventi un principe dormiente è alta.»

Anche se potevo alleviare un po’ lo stress prendendomi cura di Vegas quando tornavo a casa, non potevo non essere sollevato da nulla. Macau ed io avevamo cercato di agire e regolare il tono per sembrare che non fossimo tristi e non ci preoccupassimo troppo perché la paura avrebbe influenzato Vegas. Anche se a volte era stato molto difficile. Il dottore aveva detto che potevo comportarmi normalmente ogni volta che ero con Vegas, ma la paura nel mio cuore spesso persisteva finché non mi sentivo così stanco che a volte volevo piangere. ​​Qualunque cosa fosse successa, avrei cercato di usare tutta la forza che avevo per aiutare Vegas e Macau a superare questa crisi.

Il signor Tankhun sarebbe venuto a prendere Macau all’ospedale. Anche se Macau sembrava non voler andare, potevo convincerlo. Dissi a Vegas che anche se suo padre non era più con lui, aveva ancora una persona che lo amava moltissimo, lo aspettava, voleva che si riprendesse e si svegliasse presto. Non importava quanto dura fosse la realtà, io e Macau eravamo pronti ad affrontarla.

Non mi sarei mai disperato o scoraggiato, non importava quanto mi facesse male guardare Vegas, svegliarmi e vederlo disteso in quel letto, sarei restato al suo fianco.

Non farci aspettare tanto tempo, perché più passa il tempo, più la nostra sofferenza cresce.

«Perchè quando qualcuno se ne va causa così tanto dolore…» Mi sedetti sul lato del letto, avvolgendolo liberamente con una mano e misi il viso in avanti: «So che mi hai seguito di nascosto ogni secondo e che ormai conosci le mie abitudini. Proprio come ho fatto io con te in passato. So che hai lezioni lunedì, martedì, giovedì mattina e sabato fino al pomeriggio. Ma anche se vai spesso all’università, raramente esci con gli amici o vai in qualche club.» Gli misi il mento sopra la spalla mentre parlavo. Sorrisi e parlai di quel periodo in cui ero a casa sua, ma qualcosa mi balenò alla mente.

Perché improvvisamente mi ero arrabbiato? Corrugai le sopracciglia e il mio tono cambiò da un tono brillante a un po’ più irritato.

«Ma quello che voglio sapere è, chi era che andavi a prendere alcune volte? Quel ragazzo del primo anno, ho visto che portavi la borsa per lui. Non ci ho pensato in quel momento, ma ora mi è venuto in mente. Sì, Nong Yim o Nong Jam, che succede? Svegliati e rispondimi!» Lo scossi leggermente e ho dovetti controllare rapidamente i miei sentimenti il ​​più possibile perché avevo paura che la mia mano sarebbe stata troppo forte su di lui. 

Dannazione! Ti colpirei adesso, bastardo!

«Non farmi vedere che è venuto a trovarti altrimenti morirai. Ti sparo allo stomaco. Ricordo quando hai detto che saresti andato a bere qualcosa con un amico e poi hai comprato qualcosa di costoso per lui.» Mi staccai dal suo corpo e mi sedetti frustrato sulla sedia con le braccia incrociate. «E solo qualche baht di curry del sud per me che sono quasi morto. Le persone come te vogliono dormire e non svegliarsi?» 

In un attimo avrei voluto mettergli un cuscino sul viso per soffocarlo. Ero davvero arrabbiato. Mi alzai dalla sedia impulsivamente e diedi un leggero calcio alla gamba del letto per liberare le mie emozioni.

Aprii il frigorifero, presi un po’ d’acqua da bere e poi sospirai profondamente. Parlavo a me stesso, ero veramente arrabbiato. Cosa diavolo mi sarebbe successo mentre aspettavo che Vegas si riprendesse?

Sei davvero bravo a parlare da solo, ti rispetto, Pete!

«Alla fine, mi sono arrabbiato solo per un momento. Questo è tutto… proprio come ora. Alla fine, sono impazzito in una stanza quadrata con te. É ancora lo stesso. Sempre lo stesso!» Mi sedetti di nuovo sulla sedia.

«Quindi, sei venuto a trovarmi nel cortile della casa della famiglia principale, giusto? Allora mi hai seguito ovunque come una volta? Quando sono andato al bar, quando sono andato con Khun. Ti ho visto molte volte. Quando sono andato al tempio, avevo bisogno di fare pipì, quindi sono andato in bagno. Ti ho visto, sì, ti ho visto con i miei due occhi. Sono andato nel panico. Non sapevo che fare ma sapevo di averti visto, ho dimenticato anche di fare pipì. Porsche pensava che avessi incontrato un fantasma perché aveva visto che la mia faccia era così pallida. Lo ha portato a diventare isterico con il signor Kinn pensando ci fosse davvero un fantasma nel tempio. Anche se volevo comprare il latte di soia e il Pa Tong Go*  non avevo ancora il coraggio di farlo. Il bello è che più cercavo di scappare, più mi mancavi.» Emisi un leggero sospiro di sollievo, poi abbassai la testa per sdraiarmi vicino a Vegas.

«Più scappo, più mi manchi. Più voglio dimenticare, più ti bramo…» Afferrai la mano di Vegas e la posai sulla mia guancia. Il tocco caldo del suo palmo mi rilassava ogni volta. Il suo profumo delicato mi faceva impazzire. Era misterioso e complicato, e più inspiravo profondamente, più il mio cuore tremava. Mi sembrava di essere dipendente da tutto ciò che lo riguardava, se i suoi occhi erano tristi, quando sembravano vacui, anche quando si rilassavano o il suo sorriso era bello in modo sarcastico, se sorrideva davvero o quando muoveva la bocca per chiedermi andare via, quando urlava, imprecava o quando diceva qualcosa di inquietante. 

Ricordavo tutto perfettamente. Anche quando il suo palmo pesante mi aveva schiaffeggiato in faccia, le catene che mi avevano avvolto i polsi. Era stato terribilmente doloroso, ma il sapore dell’amarezza mi aveva inghiottito e il mio cervello era rimasto inchiodato. Più ci pensavo, più lo desideravo, più riuscivo a malapena a controllarmi.

A volte quando pensavo troppo a lui e volevo liberarmi, ero andato in palestra presso la casa della famiglia principale e avevo avvolto le catene intorno ai miei polsi, legandole strette e tirando. Restavo così, fino a quando non c’erano ferite profonde e il sangue scorreva dalla catena. Più sentivo il dolore, più l’immagine di Vegas diventava vivida e prominente, più lo sentivo, più perdevo il controllo. Mi aveva torturato e mi aveva fatto sentire come se stessi per morire. Avevo assorbito il dolore di cui ora non potevo vivere senza.

Se Vegas era un simbolo di dolore, allora ero una persona dipendente dalla sofferenza. Era giusto e avevo chiesto di stare con lui per sempre.

«Dai, smettila di pensarci!» Uscii dai miei pensieri e scoprii che avrei avuto mal di testa quando la persona che mi aveva quasi causato la rottura del timpano era venuta qui. Lo salutai per primo.

«Ciao signo Khun.» Sorrisi a Tankhun che era arrivato con un sorriso luminoso. La famiglia principale veniva a trovare sia me che Vegas a volte. Ma c’era solo una persona che veniva quasi ogni giorno: Tankhun, sì, era lui! 

Non sapevo cosa stesse facendo qui, volevo che il dottore gli facesse una TAC in modo che la sua follia si riducesse un po’.

«Porto il dottor Top a controllare Vegas.» Khun indicò la porta. Allo stesso tempo, il dottor Top entrò con la faccia annoiata.

«Devo controllare il paziente.» disse il dottor Top con il solito tono, poi si avvicinò per controllare il cardiofrequenzimetro e prese nota nella cartella.

«Vegas, perché dormi qui? Ragazzo ricco viziato! Sei troppo pigro! Svegliati!!!» Khun scosse Vegas così forte che avrei quasi voluto separarli.

«Signor Khun! Per favore, smettila!» Allontanai Tankhun da Vegas.

«Ora lo proteggi anche tu… Sei cambiato!» Khun mise il broncio, incrociò le braccia sotto il petto e mi voltò le spalle con dispiacere. Ma non mi importava molto perché mi stavo concentrando sul dottor Top che controllava il corpo di Vegas. Nel caso ci fosse stato qualcosa che non andava o se avessi commesso un errore mentre mi prendevo cura di lui, avrei potuto rimediare subito.

«Va tutto bene, Pete. Sei qui da solo questo pomeriggio. Il fisioterapista tornerà ancora una volta.» disse il dottor Top e mi fece un sorriso incoraggiante.

«Il dottor Top ha diagnosticato che Vegas è in coma. Non c’è niente di cui preoccuparsi, Pete. Andiamo a casa.» Khun si voltò per tenermi il braccio e fece una smorfia implorante.

«Signor Khun… Dobbiamo parlare.»

«Posso darti metà della proprietà della casa principale.. o posso adottarti come mio figlio.» Khun fece una smorfia pensierosa come se fosse davvero serio al riguardo, ma era totalmente ridicolo.

«Mi scusi.» Il dottor Top finì di iniettare una soluzione salina e uscì immediatamente dalla stanza. Se avessi indovinato, il dottor Top avrebbe voluto gridare aiuto, desiderando che qualcuno lo portasse lontano da quel bastardo.

«Arrivederci.» Khun sorrise e fece un cenno con la mano al dottor Top, che non gli rivolse nemmeno la sua attenzione, «Così freddo!»

«Signor Khun, chi ti accompagna?» Coprii Vegas con una coperta mentre glielo chiedevo. Avevo visto che era venuto da solo. Come avevano potuto Arm e Pol lasciarlo venire?

«Ci sono molte persone qui. Torniamo a casa.» Khun non aveva ancora rinunciato a convincermi finché non iniziai a sentirmi stanco.

«Non è così, signor Khun…»

«Sei cambiato! Sei cambiato! Non ti importa più di me. Vero? Pete!» Lo guardai e la sua voce iniziò a tremare. Il suo viso sembrava serio e con le lacrime agli occhi come se stesse per piangere.

«Signor Khun…» La mia mente aveva lavorato di nuovo duramente. Sì, avevo detto che non volevo tornare a casa ma in realtà non potevo lasciare Vegas.

«Mi hai mai voluto bene? Tutto il tempo che siamo stati insieme non significa nulla per te? Hai mai pensato che mi sarei arrabbiato, Pete? Come puoi lasciarmi? Non ho amici che guardano le serie con me!» Sospirai pesantemente, e lo guardai con un’espressione stanca. Stavo per impazzire!

«A Pol piace dormire. Anche a Arm non interessa guardare le serie che sono il mio genere preferito. Anche oggi mi ha lasciato piangere da solo quando l’attore principale è morto. C’è qualcun altro che piangerà con me?» Khun cercò di rendere la sua faccia il più pietosa possibile.

«Signor Khun, non gridare.» Dissi mentre mi avvicinavo per versare l’acqua in un bicchiere e porgerglielo.

«Non mi interessa. Oggi devi tornare alla casa della Famiglia Principale.» Khun mi seguiva ancora da vicino, cercava di usare il suo egoismo per costringermi, ma ora non lo potevo assecondare.

«Non posso davvero.»

«Sì, ho già pensato che non saresti voluto tornare a casa. Lo sapevo già!! Va bene! Sii onesto, Pete. Smetterò di seguirti quando tornerai a casa.» Khun camminava e parlava al vento come un pazzo. Si sarebbe stancato e presto si sarebbe fermato.

«Vegas. C’è un po’ di rumore. Tuo cugino è venuto qui.» sussurro all’orecchio di Vegas.

«Perché oggi ho fatto tutti i preparativi se non torni a casa!»

Improvvisamente, sentii il suono della porta che si apriva, Pol e Arm trasportavano un grande televisore con un microfono e vari dispositivi elettronici al centro della stanza. Ero così scioccato e confuso!!

«Che diavolo sta succedendo qui?»

«Vedrò la serie e canterò al karaoke qui.» Khun si voltò e me lo disse senza mezzi termini mentre Pol e Arm collegavano i fili con espressione annoiata.

«No, signor Khun. Questo è un ospedale.» Dissi con voce tesa, le tempie mi facevano male, come se i vasi sanguigni del mio cervello stessero per scoppiare.

«Quindi questo è il piano VIP. Mio padre ha azioni in questo ospedale. Chi ha il coraggio di dirmi cosa posso portare o no?»

«Perché non glielo hai proibito?»

«Ci abbiamo provato ma ha resistito. Pol sa gestire molto bene i fili.»

«Un’altra cosa, vengo qui per aiutare ad attivare il cervello di Vegas mettendo la musica ad alto volume, così sarà scioccato e si sveglierà. Proprio così.»

«Ohhhhhhhh!!!!!!» Mi strofinai vigorosamente la testa esausta. 

Vegas, mi dispiace, ma non posso davvero fare niente.

**************

Ogni giorno dovevo attraversare tali difficoltà non solo perché Khun stava ancora lavorando duramente per farmi venire mal di testa, ma anche perché Vegas che non si era ancora ripreso. Con il passare dei giorni, la speranza cominciò a svanire, lo sconforto aveva cominciato a insinuarsi, ma non mi ero arreso. 

Non importava cosa fosse successo, Vegas si sarebbe svegliato o no? Quanto tempo avrebbe impiegato per riprendersi? Avrei girato in tondo per quella stanza quadrata ogni giorno o per il resto della mia vita? Potevo solo chiedere di averlo al mio fianco.

«Svegliati, voglio mangiare il cibo del sud che hai comprato per me.» Era passato quasi un mese. Perché non c’era stata alcuna reazione? 

Chi aveva detto che mi amava molto? Non mi ami più? Come hai potuto lasciare che qualcuno che amavi aspettasse così a lungo?

«Svegliati in ogni modo possibile. Apri gli occhi, anche solo uno va bene. Mi sento solo. Macau va di nuovo a scuola.» Mi sdraiai sul letto con Vegas e lo abbracciai con le braccia e le gambe. I medici avevano rimosso tutti i misuratori e lasciato solo i tubi della soluzione salina e dell’ossigeno. Avevano detto che se niente fosse andato storto quella settimana Vegas si sarebbe svegliato. Ma se avesse continuato a dormire, mostrava che avrebbe potuto scegliere di non affrontare più il mondo reale.

Quando avevo sentito il dottore dirlo, ero diventato ancora più disperato. Non sapevo che strada avrebbe preso Vegas. Era tranquillo accanto a me, il suo corpo era sensibile contro il mio e volevo solo essere intorno a lui tutto il tempo perché avevo bisogno di supporto. Per questo mi ero sdraiato al suo fianco.

«E se ti svegli e non ricordi niente come nei film? Tipo quali sono le prime parole che mi dirai? Chi sei? Sono pazzo, Vegas, no! Se non ti ricordarti di me? Ti colpirò la testa in modo che influisca di nuovo e la memoria ritorni.» Continuai a dire, simulando la situazione e poi parlando dei miei sentimenti e della vita di tutti i giorni. Alcuni giorni mi arrabbiavo con lui e diventavo testardo al punto che quando lo vedevo mi infastidivano. Macau diceva che i suoi amici e Nong Yim chiamavano e chiedevano di fargli visita ma lui non glielo permetteva. Lo avevo ammirato molto.

Ti ama davvero tanto, caro fratellone.

«Potresti svegliarti e i tuoi sentimenti potrebbero cambiare. Giusto? Dormi da così tanto tempo. Ecco perché ho dovuto prendere le guardie del corpo per un combattimento del genere. Cazzo Vegas, sono stressato. Svegliati! Svegliati! Altrimenti cercherò davvero una moglie.» Continuavo a inveire, senza pensare che il mio discorso quella volta sarebbe stato diverso dagli altri. Saltai immediatamente fuori dal letto mentre la mano di Vegas, che tenevo stretta, si mosse lentamente e delicatamente. Era solo la mia immaginazione? O avevo premuto la mia stessa mano e avevo pensato che fosse la sua?

«Vegas… Vegas. Mi senti?» Gli sussurrai all’orecchio con eccitazione e guardai la sua mano con frenesia, il suo indice si mosse di nuovo dolcemente.

«Ahhhhhh!» Cosa dovrei fare ora? Pete, devi essere cosciente. Devo chiamare il 191? Oh no! Idiota! 

Mi alzai dal letto e mi infilai le pantofole con noncuranza, mi ricomposi per poi premere il pulsante sopra il letto per chiamare medici e infermieri per entrare.

«Vegas! Svegliati! Vegas!» Lo scossi dolcemente. Infermieri e medici si precipitarono nella stanza, così mi affrettai a dire con grande entusiasmo che Vegas aveva mosso la sua mano. Il medico esaminò il suo corpo prima di dire che era un buon segno e se c’era altro dovevo informarlo immediatamente.

Fu il giorno in cui mi sentii inspiegabilmente molto sollevato. Lo stress che avevo accumulato da quasi un mese a poco a poco era svanito. Chiamai in fretta Macau per dargli la buona notizia. Avrebbe voluto dormire in ospedale quella notte. Di solito lo lasciavo dormire a casa perché doveva andare a scuola, quindi non volevo che stessimo qui insieme. Non volevo che avesse a che fare con i miei momenti difficili qui dentro.

Macau e io non riuscimmo a dormire tutta la notte, fissando ansiosamente Vegas dal suo capezzale.

«Fratello, voglio raccontarti molto questa storia. Ci sono molte storie che nessuno ha sentito. Ci sono centinaia di migliaia di parole che devono essere dette.»*


*(N/T: la canzone che sta cantando Macau è ของขวัญ “Kaung Kwan” dei Musketeers.
https://www.youtube.com/watch?v=MG8np3qtgJY -)

«È una canzone?» Risi di Macau. Entrambi eravamo di umore migliore, non come il giorno prima.

«Sì! Mio cugino. Voleva chiaramente farmi impazzire.» Disse Macau.

«Ma il signor Tankhun è anche preoccupato per te, nonostante l’abbia mostrato nel modo sbagliato. È davvero preoccupato per voi.»

«Hmm… Tra i membri della prima famiglia, la persona che penso sarebbe più comprensiva con noi è probabilmente Kinn.» Disse Macau con dispiacere. Khun Korn non era mai apparso, ma mi aveva mandato del cibo e aveva mandato Porsche a trovarmi.

«Il signor Kinn ha molto lavoro e il signor Kim non si preoccupa di niente…»

«P’Pete capisce davvero tutti. Capisco perché mio fratello ti ama così tanto. Proprio il giorno seguente nella stanza di terapia intensiva, ho visto la tua espressione e lo sguardo nei tuoi occhi mi sei sembrato buono e sincero. Mi sono sentito più a mio agio anche se non avevo più nessuno. E poi dato che continuavi a dire che sarebbe andata bene, ci ho creduto davvero.» Disse Macau, rivolgendomi un debole sorriso, così allungai la mano per strofinargli leggermente la testa.

«Credimi, tuo fratello tornerà sicuramente da te.»

«Sì.»

Per tutta la notte non successe niente, Vegas era ancora in un sonno profondo come al solito. Per fortuna era sabato, Macau che si era addormentato al mattino presto e si era svegliato poi molto tardi. Quanto a me, non avevo ancora dormito e fissavo Vegas senza distogliere lo sguardo.

«Pete.» La voce di Arm mi fece sussultare mentre sprofondavo nei miei pensieri e mi girai a guardarlo. «Come va?» Arm posò un sacchetto di latte di soia e *Pa Tong Go sul tavolo da pranzo.

*[N/T: Il Pa Tong Go è ciambella cinese in stile tailandese.]

«Ehi, sei arrivato presto.» Mi girai pigramente e mi alzai per coprire Macau con una coperta che era sul divano. «Sono andato al mercato e ho comprato latte di soia e Pa Tong Go per te.» 

Arm riuscì a mettere il latte di soia in un bicchiere e Pa Tong Go su un piatto per me. Così andai al tavolo e poi alzai il bicchiere per bere latte di soia caldo in modo che il mio corpo si sentisse rinfrescato.

«Grazie.»

«Va bene, perché?»

«Ho visto che soffri di stress e mancanza di sonno. Non posso fare a meno di incolpare me stesso.» Arm raccolse un Pa Tong Go se lo mise in bocca e masticò lentamente.

«Di cosa ti stai incolpando?» Ero confuso con quello che ha detto.

«Per averti dimenticato a casa della seconda famiglia. Anche se ti ho visto andare via attraverso la telecamera a circuito chiuso.» Disse Arm, sospirando di sollievo.

«È tutto finito.» Dissi senza pensarci.

«Il giorno in cui abbiamo trovato il cadavere. Io… cazzo!! A quel tempo, volevo costituirmi e pagare per i miei crimini. Ma quando ho saputo che non eri morto ed eri tornato, mi sono sentito molto felice. Poi ho visto il tuo stato d’animo… Eri sempre assonnato, sempre distratto, sempre assorto senza parlare con nessuno, sapevo che qualcosa non andava. Così ho cercato di aiutarti a stare meglio. Perché se non ti avessi dimenticato, non sarebbe andata così.» 

Avevo capito che Arm si riteneva colpevole dell’incidente avvenuto in passato. Ma no, non lo era. Quando mi aveva parlato in quel modo, mi ero sentito sollevato.

«Ma se lo vedi da un altro punto di vista, mi ha dato la possibilità di conoscere Vegas, così ho potuto capirlo meglio. Ora, sono disposto a fare qualsiasi cosa per lui.»

«Lo ami moltissimo. Vero?» Arm mi chiese ma io non risposi.

«Beh, probabilmente è molto. Non devi dirmelo, lo so. Ma se hai bisogno del mio aiuto, puoi sempre dirmelo. Sono pronto ad aiutarti, anche se vivi nella casa della seconda famiglia siamo sempre amici. Anche per quanto riguarda le piccole cose come il latte di soia e il Pa Tong Go. Oppure, se vuoi mangiare qualcosa che ti aiuti a stare meglio, per favore dimmelo. Lo troverò immediatamente per te.»

«Ehi! Smettila di sentirti in colpa per me.»

«Uhm, volevo dirtelo da qualche giorno perché ti vedevo stressato. Superiamo questi tempi difficili. Mi avrai sempre al tuo fianco, amico mio.»

«Lo so.»

«Torno subito.» Arm sospirò pesantemente, doveva essere molto più a suo agio. Doveva essersi incolpato molto, ma non doveva preoccuparsi, ora ero persino contento di aver avuto Vegas.

«Cos’è quello?» Andai da lui e vidi la borsa che stava portando.

«Un altro sacchetto di latte di soia e Pa Tong Go.»

«Non lo mangi qui? Finiamolo.» Arm era strano. Invece di unirsi a me per sedersi e mangiare il cibo, continuò a tenere la borsa goffamente.

«Appartiene a Pol. Mi ha ordinato di portargli queste cose da ieri.»

«Oh, va bene!» Annuii e salutai Arm con una domanda nella mia mente. Perché Pol non aveva comprato il cibo da solo. E il tizio che mi portava il latte di soia… cosa? Era passato al mercato per comprare da mangiare per Pol? Era così strano. Dannazione!

Quel pomeriggio mi ero fatto una doccia e mi ero vestito. Dopo aver finito, avevo visto Macau svegliarsi e guardare la TV comodamente. Macau e io continuavamo a parlare di un manga giapponesi che entrambi avevamo letto e anime che avevamo guardato. Andavo d’accordo con i due fratelli della Seconda Famiglia e Macau sembrava ammirarmi molto. Cominciò a chiedermi di insegnargli l’autodifesa, il tiro, il nuoto. Macau sembrava avere una mentalità molto aperta e sembrava parlare in modo più colto del figlio maggiore della famiglia principale. Beh, se potevo andare d’accordo con Khun, sarei potuto andare d’accordo con chiunque altro in tutto il mondo, no?

«Khun Pim! Khun Pim non puoi entrare nella stanza.» Le guardie del corpo della seconda Famiglia davanti alla stanza gridarono forte. Io e Macau stavamo caricando giochi sul telefono per giocare insieme, alzai lo sguardo sorpreso.

«Perché non posso entrare? Fammi entrare. Ho detto di farmi entrare!» Poi risuonò un forte rumore. Mi alzai in piedi e stavo per uscire per vedere cosa fosse successo ma la porta della stanza era stata aperta.

«Pim.» Macau chiamò rudemente la nuova arrivata, i suoi occhi si fecero subito intensi.

«Quindi non si è ancora ripreso? Allora che diritto hai di buttarmi fuori di casa?» Gridò una donna incinta con un bel viso, indicando Macau con furia.

«Quella è casa mia! Perché sei così spudorata!» Macau si alzò e la affrontò senza paura.

«Ma quella è la casa di mio marito, la casa di mio figlio, hai ordinato alle mie guardie del corpo di uscire di casa e gettare tutto il cibo. Che moccioso viziato!» La donna stava per avvicinarsi a Macau, ma sia io che Nop le bloccammo la strada.

«Questo è un bambino. Bada alle tue parole.»

«Non immischiatevi!» Si girò gridando. In quel momento, sembrava un po’ pazza, non importava quanto fosse matta e feroce questa donna, in un secondo pensai che fosse molto simile a Khun Nam Phung, la madre di Porsche.

«Perché mio fratello ha scelto di farlo! Quanto è stato bello quando ti ho tenuto a casa durante il funerale di mio padre? Ti ho dato un ultimatum, devi andartene a metà mese. Ed anche se non vuoi, ti butterò fuori!» Macau teneva la testa alta e la rimproverava senza preoccuparsi di nessuno.

«Ma non dimenticare che anche il bambino nel mio grembo fa parte dell’eredità di tuo padre!»

«Hai mai registrato un matrimonio con mio padre?! Se non l’hai ancora fatto, allora vattene.»

«Hai mai visto il testamento? Pensavi che tuo padre avrebbe donato le sue proprietà ai bambini che non amava quanto me?»

«Pim!» Macau si precipitò in avanti, cercando di strappare i capelli alla donna di nome Pim, che probabilmente era la matrigna con cui Vegas e Macau avevano sempre avuto problemi.

«Calmati Macau. Macau!» Lo trattenni, cercando di riprendere conoscenza. Se fosse accaduto qualcosa di sbagliato con il bambino nel grembo materno, cosa sarebbe successo?

«Se Khun Kant fosse ancora qui, darebbe tutto a mio figlio, me l’ha detto perché vi odiava ragazzi. Lo avete sentito, bastardi!» Le grida di Pim si fecero sempre più forti. Macau e Pim continuarono a lanciarsi incessantemente l’uno contro l’altro, entrambi cercando di ferirsi a vicenda. Quanto alle guardie del corpo, cercarono di separare l’uno dall’altra e nel momento in cui lei alzò la mano, mi misi davanti a Macau.

Accidenti!! Il suo palmo sbatté contro la mia guancia così forte che il mio viso si voltò dall’altra parte. Ma non provavo dolore né ero arrabbiato, capii che era stato un incidente. Ma Macau si arrabbiò così tanto che non riuscì a controllarsi.

«Cosa hai fatto? Pim! Ti ammazzo! Ti ammazzo! Papà non mi odiava!» La voce di Macau rimbombò forte mentre le sue mani cercavano di sfiorare Pim. Nop e io che cercammo di trattenerlo, ma in un attimo Macau spinse Pim così forte che il suo corpo cadde a terra.

«Oh, no!» Tutti furono sorpresi, scioccati e rimasero fermi mentre Pim si strinse forte lo pancia con paura e si mosse lentamente per il dolore. «Ah! Aiuto!» 

Nel momento in cui il sangue le colò dalle gambe, era successo quello che davvero non volevo che accadesse. Macau si congelò e mise entrambe le mani per coprirsi bene la bocca. 

«Macau, va bene. Va bene. Chiamate il dottore!» Lanciai un’occhiata a Pim, che era circondata da guardie del corpo e strinsi Macau tra le mie braccia.

In un attimo tutto diventò caotico inaspettatamente, il corpo di Vegas si contorse improvvisamente. Mi voltai rapidamente per guardarlo e andai direttamente al letto. Vegas aveva spasmi periodici e contrazioni delle mani. Persi di nuovo conoscenza e cercai di premere il segnale per chiamare l’infermiera e farla venire il più presto possibile.

«Vegas! Vegas! Cosa c’è che non va? Vegas!» Provai ad aprire la sua mano tesa, ma non ci riuscii. La sua mano gelata mi fece rabbrividire il cuore. La paura preso il sopravvento finché non seppi più cosa fare.

Il dottor Top e le infermiere vennero a vedere Vegas e un altro dottore arrivò a prendere Khun Pim con una barella, poi la trasportarono in sala operatoria.

«Macau! Non è niente!! Macau, guardami!» Gli occhi di Macau si spalancarono, incapace di fare nulla. Sapevo quanto fosse scioccato da quello che era successo. Mentre il dottor Top faceva scivolare giù la tenda per coprire il letto di Vegas, strinsi forte Macau in un abbraccio. 

«P’Pete…» mugolò Macao, si infilò nel mio petto e mi abbracciò di rimando. 

Macao potrebbe essere spaventato ora, ma va bene… Sono qui. Sono proprio qui.

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Nadia

Non c’è un’attimo di tregua per questa famiglia, non vedo l’ora di leggere il prossimo extra….grazie mille per il capitolo <3

Anna Maria

Pete è sempre più dolce! Speriamo che Vegas si svegli e si ricordi di lui! Intanto domani ci sarà l’episodio tradotto della serie…staremo a vedere quanto si saranno discostati dalla Novel.
Grazie per questo capitolo!
…ma le dirette su Instagram quando le rifate?!!?🤣🥳😜🤗

Simax81

Pete, patrimonio dell’umanità

Sefora Eleonora Duse

🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣

Cicci_Du

Colpita ed affondata!🙈
Possibile che Macou e Vegas non possano avere un attimo di respiro?🥺🥺
Pete,la dolcezza fatta persona!❤️

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